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Autore: RLandH    23/06/2020    2 recensioni
Il titolo in carattere gigante – era sempre stato così gigantesco? Sembrava enorme quel giorno – “L’Eroe del Mondo Magico si sposa!”.
Come da tradizione Harry e Ginny avevano pubblicato le partecipazioni sul giornale, più per rendere contenti i suoi futuri suoceri, che per reale interesse suo e della sposa. Avevano scelto Il Cavillo – per Luna – solo che quando il ministro Shacklebolt l’aveva scoperto aveva insistito – in realtà Hermione si era confidata nel dirgli che non era stata proprio un’idea del ministro ma di una serie di machiavellici funzionari – che le partecipazioni venissero pubblicate anche sulla Gazzetta del Profeta. Senza dimenticare che una serie di tortuose situazioni, non meglio identificate, avevano trasformato il piccolo matrimonio intimo che Harry aveva pensato di consumare con Ginny, in uno un po’ più grande.
Maestoso.

Una raccolta in ordine non sequenziale degli eventi che hanno portato al matrimonio più sospirato dell’intera comunità magica. Nonostante la sempre più vana speranza di Harry Potter di poter vivere quel così delicato momento in intimità.
Tra parenti, report e gruppi sovversivi, anche un matrimonio può essere una discreta avventura.
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Angelina/George, Draco/Astoria, Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Più contesti
Capitoli:
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Allora, sono scomparsa, ma sono tornata (anche se non si sa per quanto, a mia discolpa, ho già cominciato a scrivere il capitolo successivo, però). La narrazione a questo giro torna al nostro Harry ed il capitolo, almeno in parte, è coevo al precedente (quello di Ginny e Luna), perciò è ambientato prima di tutti i capitoli letti fino ad ora, ad esclusione appunto di quello di Ginny (Il giorno immediatamente dopo alla Grande Proposta).
Questo capitolo non dovrebbe essere troppo caotico dal punto di vista di personaggi (nonostante alla fine ci siano diverse comparse) ma forse il lato politico, che è ancora abbozzato, e spero di riuscire a rendere meglio in futuro, può creare un po’ di confusione.
Prima di salutarvi vorrei ringraziare Miss Wendy per la recensione e tutti coloro che leggono/seguono/ricordano/preferiscono.
Pace e Amore.
RLandH

 

Un sogno che sta nel palmo di una mano

“Non sono fattacci vostri razza di cinciallegre!” la voce acuta di Verity accompagnata da quel singolar messaggio, era stato il modo in cui Harry era stato accolto quando aveva aperto la porta del negozio.
“Abbiamo già chiuso!” aveva detto poi subito lapidaria Verity, rivolgendosi verso di lui, “Oh Harry sei tu!” aveva aggiunto con una nota più dolce della voce. Era una donna carina, non molto alta, dal viso a forma di cuore ed i capelli biondo miele sempre stretti in una crocchia forse un po’ troppo severa. “Scusami tanto questo mio comportamento da erinni!” aveva detto subito, mentre posava la pergamena che aveva fra le mani vicino al bancone, “Ma quei due sono insopportabili” aveva ringhiato alzando lo sguardo verso il soffitto. Dal soppalco Harry aveva riconosciuto il viso sorridente di George.

“Benvenuto Harry, tecnicamente siamo fuori orario, ma per te questo è altro, prendi quello che vuoi!” aveva strillato, “No, Harry sali!” aveva sentito invece urlare Ron, “Ci sono un paio di prodotti che secondo me sarebbero meglio negli uffici degli Auror che in mano a qualche ragazzino” aveva detto il suo amico.
“Ron, lasciatelo dire, passi troppo tempo con Hermione” lo aveva preso in giro George, “Dici? Secondo me non ne passò abbastanza” era stata la tetra risposta di Ron.
Verity aveva roteato gli occhi, “Signori, il mio turno finisce alle otto e in punto, poi, inventario finito o meno, io me ne vado” aveva detto la donna.
“Con un atteggiamento così rigido, farai scappare Lee immediatamente” l’aveva stuzzicata George comunque. Verity aveva gonfiato le guance, rosse come pomodori, “Signor Weasley, gli affari tra me ed il signor Jordan, rimangono gli affari tra me ed il signor Jordan” aveva replicato la ragazza solamente, recuperando la sua pergamena dal tavolo, assieme ad una grossa piume bianca.  Si era voltata poi verso Harry, i suoi occhi erano scuri come chicchi di caffè; “Quando con gli auror verrai ad arrestarmi per duplice omicidio, saprai esattamente perché” aveva detto.

Quando Harry era salito sul soppalco, godendosi con una certa eccitazione, come da ragazzino, la moltitudine di roba che occupava gli scaffali del negozio.
“Non ti aspettavamo, Harry!” aveva detto Ron, anche se il suo tono tradiva genuina contentezza; alzandosi dalla sedia in cui si era accomodato. “Quello che Ron vuole dire e che siamo felici di vederti” lo aveva rimproverato Fred, che teneva tra le mani una scatola di legno, con una bella X Rossa. “Sono sorpreso di vederti a lavoro George, dopo tutto l’alchool di ieri sera” aveva detto Harry, mentre si stringeva in un abbraccio a Ron.
“Quando andate a bere senza di me” aveva detto pacato l’uomo, “Ron! Combatti la tua insicurezza, ieri io ed Harry ci siamo visti perché Angelina e Ginny hanno pensato di andare nello stesso pub” aveva giustificato George, posando la cassa su un tavolo, “Non-l-hai-vista” aveva sillabato poi.
“Come ha preso la sconfitta?” aveva chiesto Harry, “Ha maledetto i Weasley ed i nostri geni tutta la notte, ingiuriando se stessa per aver accettato Ginny in squadra quando era capitano, ai tempi della scuola” aveva riso poi.
“Fai tanto le prediche a Verity ma anche tu sei molto criptico con il tuo rapporto con Angelina” aveva detto Ron.
George aveva ridacchiato, “Questa parola te l’ha insegnata Hermione?” lo aveva preso in giro il fratello maggiore. “Smettetela di fare le megere-comari e lavorate!” aveva ordinato Verity dal piano inferiore, con una voce piuttosto piccata.
“Che avete combinato alla povera Verity?” aveva chiesto Harry, “Abbiamo scoperto che lei e Jordan hanno ‘intrallazzato’ mentre non stavamo guardando” aveva ridacchiato George, “E lui non la lascia in pace cinque minuti” aveva aggiunto Ron.
“Tu sei così bravo invece” lo aveva imbeccato il maggiore, “Salgo in mansarda a prendere l’ultima cassa, così poi la possiamo sistemare” aveva detto George, “E Verity smette di urlare come un’arpia” aveva detto.

Ron lo aveva guardato, “Vogliamo cenare assieme?” aveva chiesto, “Hermione dovrebbe finire di lavorare presto. Oggi tecnicamente non avrebbe neanche dovuto lavorare” aveva ammesso, “Potremmo cenare noi tre, come ai vecchi tempi” aveva detto.
Harry aveva sorriso, “Si” aveva confermato, “In realtà ho già parlato con Hermione oggi, sono andato a trovarla al suo piano” aveva raccontato.
L’uomo aveva preso atto di quanto detto, “Oh! Ed hai avuto modo di conoscere il brillantissimo Waynar Kowalski” aveva commentato Ron con una dose di ironia quasi velenosa, Harry aveva sollevato un sopracciglio, “Si, ho anche dovuto pattugliare un suo comizio” aveva raccontato Harry, confuso.
“Oh come Harry non lo hai saputo? Ron è così insicuro di sé stesso!” aveva urlato George dal piano di sopra, “Ma vuoi stare un po’ zitto!” aveva ringhiato il fratello minore.
“Che è un uomo così brillante a detta di tutti, Hermione in particolare” aveva rimarcato Ron, “Inoltre adora tutto quel cicaleccio babbano di cui non capisco niente” stava raccontando, “Perfino papà lo adora” aveva sottolineato, “Poi suo padre era un giocatore di quidditch internazionale” aveva bonfocchiato.
L’uomo di cui parlava Ron lavorava nel dipartimento di Contro delle Creature Magiche, lo stesso di Hermione[1], sebbene in due divisioni differenti. Negli ultimi mesi al Ministero, Harry doveva riconoscerlo, si era parlato un sacco di lui, del suo noto charm, della sua parlantina, oltre che una genealogia non poco illustre e della suo allineamento politico.
“Ron lo so che è un mistero per tutti come Hermione ti si tenga, ma ha rinunciato al giocatore di Quidditch probabilmente più celebre della storia, io starei tranquillo” aveva urlato ancora George senza alcuna vergogna.
Ron si era fatto rosso come un peperone.

“Troppe chiacchiere e pochi fatti!” aveva urlato Verity dal piano di sotto. Ron aveva riacquisito un po’ di pallore, “Sembra adorabile, ma in realtà è una dittatrice” aveva raccontato, “Tecnicamente lavorerebbe lei per noi, ma a volte mi sembra il contrario” aveva sussurrato il suo amico, “George sta pensando di farla socia e darle la gestione del locale ad Hogsmaed” aveva raccontato.
“Come?” aveva chiesto Harry, aggrottando le sopracciglia, non ne sapeva molto.
“Si, il vecchio Zonko a quanto pare vuole ritirarsi ad Honolulu e vorrebbe vendere l’attività – o il locale almeno” aveva raccontato Ron.
“Un negozio ad Hogsmaed sarebbe oro per gli affari” aveva raccontato Ron, “Ma fino ad un certo punto” aveva detto, “L’inverno buona parte dei nostri acquisti viene fatto tramite consegna-gufo ad Hogwarts, con una sede ad Hogsmead praticamente l’inverno lavoreremo solo lì e l’estate qui” aveva raccontato, “Probabilmente finiremo ad avere due mezzi negozi che uno intero” aveva commentato Ron, grattandosi la testa.
“Tu, invece, a lavoro? Come va?” aveva chiesto Ron, “Il vecchio Boogye torna a lavoro?” aveva chiesto invece il suo amico, “No, vuole ritirarsi a vivere nell’Isola di Sheppey e godersi la pensione facendo il nonno” aveva raccontato Harry.

“Ti dispiace?” aveva chiesto Ron, “Be, non era male lavorare con lui, sapeva il fatto suo nelle investigazioni” aveva riconosciuto.
Thelonius Boogye era stato il suo partner negli ultimi due anni, un vecchio auror che era andato in pensione forse prima che Harry entrasse ad Hogwarts, ma che aveva ripreso il suo ruolo durante il caos post-Seconda-Guerra; “Dopo Glascow un po’ lo comprendo” aveva ammesso Harry, ne erano usciti vivi per quasi un miracolo, contro un mago oscuro che stava creando un piccolo esercito privato di inferi, che aveva procurato diversi problemi alla comunità babbana. Non era stato un mago oscuro degno di Lord Voldemort, ma aveva procurato dei danni ed era stato difficile da scovare.
“Sai già con chi finirai?” aveva domandato Harry, “Cecil Lee[2] capo del Dipartimento di Regolazione di Creature Magiche, mi ha detto che tra martedì-e-mercoledì avrò un partner, da quello che ho capito ha finito il corso di Auror un anno fa, ma è finito lì per mancanza di organico” aveva raccontato.
“Secondo Cecil Lee: una brava ragazza” aveva raccontato, “E lui non fa mai complimenti, mai, penso sia la persona più borbottante che ho conosciuto al ministero” aveva detto, “Potrebbe fare concorrenza a Kreacher” aveva raccontato.

“Voglio che tu sappia che un uomo oggi mi ha invitato ad uscire” aveva detto Hermione quando si era seduta davanti a loro.
I capelli era un intricato nido di rondini, costrette in una coda non esattamente ordinata. “Ah davvero?” aveva domandato Ron, cercando di mantenere un tono stabile. “Si, un articolista della gazzetta, giuro, non ho neanche afferrato il nome e né lui mi ha chiesto il mio” aveva raccontato, “Mi ha solo chiesto di uscire” aveva raccontato Hermione poi.
“E cosa hai detto?” le aveva preso in giro Harry, la sua amica aveva aggrottato le sopracciglia, confusa, “No, Harry ovviamente!” aveva esclamato quella indignata. “Era venuto a farmi delle domande su come il ministero stava gestendo il commercio illegale di Demiguise e, a sorpresa, mi ha chiesto di uscire” aveva raccontato tutta concitata.
Ron non aveva partecipato molto alla conversazione, probabilmente appurato non fosse Kowalski, più intenzionato ad attirare l’attenzione di Hannah Abbott, che scivolava tra i tavoli, con la bacchetta sollevata e circondata da vassoi.

Harry non si era ancora abituato a vederla lavorare al paiolo, nonostante fosse il posto dove finissero più spesso quando volevano ritagliarsi del tempo solo per loro.
La ragazza era venuta immediatamente verso il loro tavolo, con le fossette ben accentuate da un sorriso pieno, “Cosa vi porto ragazzi?” aveva chiesto con gentilezza, mentre li raggiungeva, seguita da un blocchetto volante, contornato di piume, che ricordò ad Harry la sgradevole persona di Rita Skeeter – che immaginò avrebbe dovuto vedere molto nei prossimi mesi.

“Quale è il piatto del giorno, Hannah?” aveva chiesto Hermione subito; le due ragazze non erano state amiche strettissime negli anni di Hogwarts che avevano frequentato assieme, ma si erano avvicinate durante quello che veniva comunemente ricordato come il ‘settimo-anno-bis’ che era stato frequentato da alcuni suoi compagni di anno. Harry no, neanche Ron e Neville.
“Venite qui, praticamente tutte le settimane” erano stato stuzzicati, ma Hermione non aveva fatto una piega, “Oggi c’è la Zuppa a Sorpresa di Tom, che onestamente vi sconsiglio. Gusto: Ceralacca!” aveva ammesso lei poi con una risata, “Burrobirra per tre; io predo una torta del pastore[3]” aveva detto Ron, “Ed anche un contorno di patate e se possibile anche una fetta della tua torta di zucche, dopo” aveva esclamato il suo amico.
“Sei senza fondo” lo aveva rimproverato Hermione, “Io prendo il tortino di ricotta e zucchine” aveva esclamato lei poi, “Ed una fetta di quella torta anche per me, in effetti” aveva aggiunto. “Continui con l’alimentazione vegetariana?” aveva domandato retorica Hannah, “Si!” aveva esclamato la sua amica con voce risoluta, “Lo trovo semplicemente giusto, mi sembra ipocrita mettermi a difendere i diritti di tutte le creature, quando …” aveva cominciato Hermione, mentre la loro amica, andava tranquilla con i suoi screzi, ascoltati da una rapita Hannah, Ron si era rivolto a lui, “Sono tre settimane che va a vanti, il nostro frigo è pieno di verdure; sfameremmo un esercito di conigli” aveva scherzato. Harry aveva ridacchiato.

Il loro scambio era stato interrotto da Hannah, “Ma sai che Neville, mi ha detto che alcune specie di piante tecnicamente andrebbero considerate come specie animali[4]?” aveva interrotto Hermione, con gentilezza. Aveva le fossette quando sorrideva. “Parli molto con Neville, eh, Hannah?” aveva scherzato Ron, con un tono un po’ lascivo. Se la giovane donna era stata indispettita dalla frase non lo aveva lasciato vedere, “Ma si, quando torna in Inghilterra viene sempre qui” aveva raccontato la ragazza, “Credo che in cuor suo cerchi scuse per fuggire da Augusta” aveva ridacchiato Hannah.
“Oh, Augusta!” aveva rimarcato Ron, guadagnando poi una pedata dalla sua fidanzata, a giudicare dal salto che Ron aveva fatto.
Hannah aveva ridacchiato con un certo divertimento, “Tu, Harry, cosa prendi?” aveva chiesto poi, accomodante. “Un fagottino cornish per me, grazie Hannah[5]” aveva detto Harry, qualche anno prima era stato in cornovaglia e si era innamorato di quel piatto. Aveva provato a rifarlo a casa, con la validissima partecipazione di Ginny, ma era stato un mezzo fallimento; però al Paiolo Magico lo servivano davvero ottimo. “Se c’è la Eton Mess di Frullobulbo[6]” aveva comunicato lui, “Si, si, casualmente sta mattina gli elfi domestici la hanno rifatta” aveva confermato la giovane donna, ordinando alla sua penna d’oca di ascoltare le sue istruzioni.
Hermione aveva stretto le labbra in una fenditura dritta, per nulla rincuorata da quella frase, ma aveva deciso di non intromettersi, stranamente.
Harry aveva approfittato di quell’inaspettato silenzio, per aggiungere: “E, se possibile, portaci una bottiglia di Idromele di Vlasta[7]” aveva esclamato, ottenendo un segno d’assenso della cameriera, con quel suo sorriso carico di miele.

“Oh, wow, Harry, festeggiamo qualcosa?” aveva domandato subito Hermione, “Ebbene sì” aveva risposto Harry, con un sorriso soddisfatto, aggiustandosi la montatura degli occhiali sul naso.
“Hai avuto una promozione?” aveva chiesto subito Hermione, “Dopo, la storia di Glascow?” aveva chiesto retorico Harry, “Però avrà un nuovo partner” aveva raccontato Ron.
“Oh davvero?” aveva inquisito Hermione, aggrottando le sopracciglia.
“Si, ma non è per questo” aveva chiarito subito Harry.
Poi c’era stato un certo silenzio tra i tre.
“Allora, Harry, non farci stare sulle spine, dicci” aveva esclamato Hermione, pingue di curiosità, mentre un vassoio di burro birre, perfettamente orchestrato con gli altri era voltato delicatamente fino al loro tavolo.
Il Paiolo Magico aveva letteralmente un’altra faccia da quando Hannah aveva cominciato a lavorarci.
“Voglio aspettare l’idromele, ci serve un brindisi” aveva chiarito Harry onesto. “Amico mio, sei un uomo crudele” aveva esclamato Ron invece, allungando una mano per prendere la burrobirra; non lo avevano chiesto ad Hannah, ma lei aveva fatto recapitare loro le bevande calde e fumanti, forse complice per il freddo d quel periodo.

“Avete saputo della partita di Ginny di ieri?” aveva domandato Harry poi, “No, ho letto la cronaca sta mattina su Quidditch e Rugby. È stata pazzesca, se si pensa al vento che tirava ieri” aveva esclamato Ron, pieno di vigore; “Certo questo non vi esula dal non avermi chiamato dopo!” aveva aggiunto piccato il suo amico, ma il suo malumore si era sciolto in fretta al pensiero delle abilità di sua sorella.
 Hermione sembrava colta da un leggero imbarazzo, “Si, io, sarei voluta venire, ma poi ho avuto un imprevisto in ufficio. Ultimamente è un gran macello con lo scandalo di Lewis Goldestain ed i suoi legami con i mangiamorte” aveva raccontato Hermione, “Una brutta botta per gli Strigoi” aveva raccontato lei, “Come ci dispiace per i conservatori” aveva detto grigio Ron.
“E non parliamo degli esposizionisti” aveva mormorato Harry, “Kinglsey mi ha detto che il movimento esposizionista potrebbe entrare in sintonia con il magico partito liberale” aveva detto leggermente concitata. “Ah, non te lo ha detto il signor Kowalski?” l’aveva stuzzicata Ron, uomo che non aveva mai fatto mistero della sua aderenza al partito Auguray, oltre che simpatizzante esposizionista[8].
Per Harry loro, fintanto che rimanevano staccati, dai benisti, andavano bene.
“Ron, ma la pianterai mai?” aveva chiesto retorica Hermione; la ragazza si era voltata verso Harry, “Ho detto una volta, una, contata una, che era un tipo affascinante e Ron se le è legata al dito” aveva sottolineato.
Il desiderio di parlare di Ron era stato zittito dall’arrivo di Hanna, con il maso il suo piatto, seguita dai vassoi volanti, “Buon appetito ragazzi!” aveva detto carica.

“Adoro questo dolce!” aveva detto Harry, mentre Ron allungava le lunghe dita per raccogliere il collo della bottiglia di idromele, “Devi vuotare il sacco” lo aveva vagamente minacciato il suo amico, mentre faceva saltare il tappo di sughero, era sfuggito alle sue mani, aveva evitato per un miracolo la zazzera di riccio di Hermione, aveva raggiunto il soffitto, virando perciò la direzione, finendo contro una povera strega che l’aveva evitato a miracolo, aveva raggiunto il pavimento, era rimbalzato ancora, beccando un pover’uomo che si era alzato con un bicchiere di Wisky incendiario, provocando una rottura di quest’ultimo ed un piccolo incendio all’angolo della sala.
“Che imbarazzo” aveva ammesso Ron, tetro.
“Versa un po’ dai” aveva detto solamente Hermione, con più dolcezza, mettendo una mano su quella del fidanzato.
“Questa grande notizia, no?” aveva inquisito la sua amica, piena di interesse.
Harry si era fatto versare tre dita di idromele, “Si, avete ragione” aveva detto, “Mi sposo” aveva tirato fuori senza impaccio.
A Ron era quasi sfuggita la bottiglia dalle dita, Hermione era saltata giù dalla sedia, con i capelli dritti in testa, “Per la barba di merlino, Harry questo è fantastico” aveva detto, raggiungendolo dall’altro capo del tavolo per riempirlo di baci sulle guance e stringerlo.
“Con Ginny?” aveva chiesto Ron quasi spaesato, recuperando una presa più ferrea sulla bottiglia, Harry aveva accarezzato la schiena di Hermione, soddisfatto e soffocato assieme da tutta quella gioia. “Ma certo, Roland, con chi altro?” aveva esclamato Hermione scandalizzata, staccandosi dal suo amico, per guardare il suo fidanzato leggermente furente.
Ron aveva assorbito la notizia, poi il viso stupito si era trasformato presto in uno carico di vita, “Oh è fantastico Harry” aveva detto poi, “Praticamente sarai mio fratello!” aveva aggiunto, “Nel senso: legalmente, mio fratello lo sei già” aveva esclamato in visibilio.
“Ci ho quasi pensato, eh, potrei essere Harry Weasley” aveva scherzato Harry, riuscendo a recuperare il suo bicchiere, facendo ridere anche i due. “Si, ma quando lo hai deciso? Come? Dove?” aveva domandato Hermione frenetica, “Si, con calma” aveva risposto Harry, “Vi spiego tutto”.

La strana casa a due comignoli dove viveva Luna Lovegood quasi brillava in quella notte, illuminata da un centinaio di luci colorati, come se enormi lucciole di diverso colore l’accerchissero. “Sono le Brillucciole!” aveva spiegato subito Ron riconoscendole, “Le abbiamo create io e George” aveva raccontato, orgoglioso del suo operato, “Per farlo ci siamo ispirati, almeno in una piccolissima parte a come funziona il deluminatore” aveva detto, prendendo la mano della fidanzata.
Hermione aveva guardato, come Harry, ammirata tutte quelle luci colorate che costellavano la casa, che nel mezzo della campagna, dava un aspetto fiabesco alla scena, “Sono davvero, davvero, belle” aveva ammesso poi.
Oltre le luci, dalla casa di Luna, proveniva anche la voce allegra di una famosa strega americana che aveva spopolato come cantante negli ultimi anni, oltre che un numero imbarazzante di persone.
“Ma che succede?” aveva domandato Hermione confusa, riprendendosi dal primo iniziale sbigottimento, mentre Harry attraversava il cancelletto aperto; era stato Mihawk, il gufo domestico di Dean Thomas a raggiungerli mentre si appropinquavano a lasciare il Paiolo Magico, saturi di cibo e idromele. Solo che il messaggio era di Ginny che li invitava a raggiungerla a casa di Luna, per ‘festeggiare’ insieme, solo che era evidentemente l’idea di Ginny era andata un po’ fuori controllo.
Avevano individuato immediatamente Luna Lovegood, con indosso un abito giallo limone, tempestato di cuori, che cercava di intavolare una conversazione con il suo vecchio compagno di casa, Marcus Belby, ai piedi di un laghetto. Aveva un bicchiere di carta in una mano e le guance paonazze. L’altro sembrava piuttosto contento di essere in balia di Luna.
“Harry Potter!” lo aveva chiamato a gran voce lei, lasciando a mezza-bocca Belby, che doveva star dicendo qualcosa, per saltellare verso di loro, per stringere in un abbraccio Harry e congratularsi con lui, aveva fatto lo stesso con Ron, prima di raccomandargli di riguardarsi da non aveva capito quale creatura. Poi Luna si era rivolta ad Hermione, “Dobbiamo parlare del mio articolista!” aveva stabilito poi la ragazza, prendendo la mano di Hermione e trascinandola via, senza darle l’opportunità di sottrarsi.

Una decina di persone dopo, che si erano fermate a stringere la mano di Harry o dare sonore pacche di congratulazione – abbastanza facce da non riuscire a distinguerle – aveva perso Ron, finito alla mercé delle gemelle Patil, ma aveva trovato Ginny.
La sua fidanzata, bellissima, con i capelli rossi leggermente arruffata, che muoveva freneticamente le mani, mimando una serie di mosse del quidditch. Era incastrata tra un Seamus Finnigan, ben intrigato ed un Roger Davies con l’espressione funerea, forse non tifava per le Harpies. Tutti e tre su un divanetto dalla pelle sbucciata a cui i piedi era ben visibile un tappeto verde pisello con una M argentata e libri ovunque.
Prima di poterla raggiungere, era stato arpionato da un Ernie McMillan piuttosto alticcio, con i capelli biondi sconvolti e gli occhi screziati di rosso ed appannati, “Non lo fare, Harry! Non lo fare, i matrimoni rovinano le relazioni” aveva singhiozzato, stringendo di più la presa sul braccio di Harry, “Ignoralo!” aveva cinguettato Susan Bones alle sue spalle, cercando di far staccare la presa ferrea del vecchio studente di tassorosso dal braccio di Harry, “Sai, non ha mai superato la storia di Hannah!” aveva aggiunto la ragazza, facendo oscillare i capelli scuri.
“Si, si” aveva detto accondiscendente Harry. Non aveva idea di a cosa si riferisse nello specifico; ricordava che un tempo Ernie ed Hannah erano sempre insieme, avevano avuto una relazione? Si erano voluti sposare?
Onestamente aveva fatto in tempo a formulare quei pensieri, che Susan Bones aveva trascinato un singhiozzante Ernie a ballare, accanto ad un Dean Thomas piuttosto scatenato, che faceva piroettare una Tracy Davis – ecco, una vecchia compagna di scuola che effettivamente Harry non si aspettava.
“Ma c’è Harry, Ginny, c’è Harry!” aveva strillato una ragazza che lui sapeva aver frequentato Hogwarts nello stesso anno di Ginny ma di cui non ricordava ne il nome ne la casa; “Davvero Hattie[9], non lo avevamo notato!” aveva strillato Lee Jordan da sotto l’uscio della porta, Verity al suo fianco, priva di tutta la sua rigidezza, ridacchiava.

Harry aveva concesso appena uno sguardo a tutta quella scena, catturato unicamente da Ginny. La sua fidanzata aveva alzato lo sguardo verso di lui ed aveva sorriso e Harry giurò di non averla mai vista così bella, come in quel momento.
Ginny era letteralmente balzata su, per accoglierlo con un bacio a fior di labbra, che nella cacofonia di voci presente nel soggiorno e nella musica alta proveniente del grammofono, aveva zittito tutti i rumori nella stanza.
Per un secondo erano esistiti solamente loro.
Poi era partita letteralmente un ovazione.

“Scusa, la festa è sfuggita un po’ di mano” aveva raccontato  Ginny, mentre lo guidava su in mansarda, era piena di chincaglierie, polvere e ragnatele, ma il frastuono dei piani sottostanti non arrivava.
“Ho notato” aveva detto Harry, teneva tra le mani un bicchierino di acquavite, dopo l’idromele della cena non era sicuro di voler più bere, “Di buono, fino ad un certo punte, c’è che sicuramente c’erano George ed Angelina, giurerei anche Percy ed Audrey!” aveva ridacchiato Ginny.
“Tua madre si arrabbierà moltissimo nello scoprire quanta gente lo ha saputo prima di lei” aveva commento Harry, mentre calava d’un fiato il suo bicchiere, imitato dalla sua futura dolce metà. “Lo sai, no? Non mi importa!” aveva ridacchiato Ginny, come Luna anche le sue gote erano tinte di rosso peperone, come Ron, anche le orecchie erano arrossite. “Sono la donna più felice del mondo, Harry Potter!” aveva raccontato.
Sedendosi sul pavimento di legno della vecchia mansarda, “Tutti i miei sogni di bambina sono realizzati, sono qui, nella mia mano” aveva detto Ginny, mentre Harry si accomodava al suo fianco.
“Lo sai, no?” aveva incalzato, “Sono una giocatrice professionista di Quidditch, sono uscita dall’ombra dei miei fratelli, ho una famiglia che amo” aveva raccontato, “Ho un ficus, che credici è importante. E sto sposando l’uomo che amo!” aveva esclamato, “Anzi ad essere onesta, l’uomo per cui ho avuto una cotta per gran parte della mia vita, quello per cui ad undici anni scrivevo un po’ ovunque ‘Ginevra Potter’ nome che ritengo funzioni benissimo” aveva raccontato divertita.
Harry le aveva preso una mano e baciato le dita, “Anche Harry Weasley, per ogni evenienza” aveva raccontato divertito, “Sul serio lo scrivevi?” aveva chiesto Harry, malandrino. Ginny aveva fatto roteare gli occhi, “Giuro” aveva ammesso colma di imbarazzo, “L’ho scritto anche sul diario di Tom Riddle, quante risate deve essersi fatto tu-sai-chi e forse anche su un elaborato di pozioni” aveva ammesso.
“Non ci credo!” aveva riso Harry, senza vergogna.
“Avevo undici anni, dai, ero l’epitome della ragazzina scema” aveva cercato di scusarsi, ma doveva trovare quei ricordi quanto mai divertenti, “Snape ha fatto tante di quelle battute” aveva detto ridendo pingue di imbarazzo.
Harry si era sporto per baciarla ancora sulle labbra, questa volta con più passione, “Anche per me” aveva sussurrato, “Tutti i miei sogni sul palmo della mano” aveva ammesso.

“Sono ammirata che le mie tette abbiano tutta questa considerazione” si era lasciata sfuggire Ginny, nell’impeto del bacio, Harry non aveva neanche realizzato bene, dove fosse finita una delle sue mani. “Intendevo una donna meravigliosa, un posto da poter chiamare casa – incluso il ficus – e una carriera che amo” aveva fatto una pausa, “Ed una famiglia, numerosa, chiassosa ed amorevole, come non mi ero neanche permesso di sognare da bambino, nel mio piccolo sottoscala” aveva sussurrato, baciandola ancora.
Ginny si era lasciata coinvolgere nel bacio, tirandosi Harry su di se, “A sentirti così, mi fai sentire, così superficiale” si era lagnata, con un sorriso comunque carico d’amore.
“Ma anche la tua tetta sinistra è notevole” aveva aggiunto Harry, infilando la mano libera sotto la maglietta di lana, Ginny senza battere ciglio aveva recuperato la bacchetta dallo stivale. “Colloportus[10]” aveva sussurrato, puntando la bacchetta contro la porta ed eseguendo un movimento veloce con la mano; “Silencio” si era aggiunto Harry.
Ginny lo aveva baciato ancora, tenendolo bene per il bavero del colletto, mentre se lo stringeva addosso, Harry aveva infilato nuovamente la mano sotto la maglietta, toccando con la mano la pelle bollente della sua fidanzata.
Lei era scivolata sulle assi di legno, costringendola seguirlo, mentre con una mano lasciava la giacca di Harry per direzionarla verso il bordo dei pantaloni del ragazzo.

Ginny si era staccata dalle sue labbra, gemendo, quando Harry aveva fatto scivolare il pollice, sul capezzolo sotto il reggiseno, “Ma lo sai che tecnicamente questa casa è di Draco Malfoy?” aveva chiesto.



[1] In base alla wiki, Hermione ha lavorato nel Dipartimento per il Controllo delle Creature magiche prima, poi in quello per la Regolazione della Magia (dove aveva un certo ruolo di rilievo) e poi è divenuta Ministro. In questo momento della storia, è ancora agli ‘inizi’.

[2] Cecil Lee appare nel gioco Harry Potter Hogwarts Mystery, dove lavora nel Dipartimento sulla Creature Magiche (nella sezione Licantropi, in questo momento della narrazione però è a capo del Dipartimento) ed è lo zio di Barnaby Lee.

[3] Torta del pastore (meglio noto come Sheperd’s pie): è uno sformato (?) di carne macinato di agnello, cotto con verdure (penso in una maniera particolare, bho) ricoperto da uno strato di purè.

[4] Non vuole essere retorica “Anche le piante sono esseri viventi”, tranquilli, solo che nel mondo di Harry Potter esistono creature che sono a metà tra piante ed animali (Tipo gli Asticelli, o anche il platano picchiatore, cioè a me sembra molto consapevole).

[5] fagottino cornish (in realtà: Cornish Pasty): è un fagotto di pasta frolla, dalla forma di una D (come un calzone credo) farcita con un ripieno di manzo, rutabaga, cipolla e patate.

[6] Eton Mess: è un dolce composto da meringa, panna montata e fragole (almeno per noi babbani) per i maghi ho inventato una variante con un frutto di frullobulbo.

[7] Idromele di Vlasta: nel mondo di HP, esiste l’Idromele, questo specifico, verrebbe dalla Republica Ceca/Popoli Slavi. Ho ispirato il nome alla guerriera Vlasta (capo della guerra delle fanciulle, una leggenda praghese) dove esse utilizzavano l’idromele per stordire gli uomini.

[8] In Harry Potter non vene mai fatta una precisa menzione su come funziona la politica magica (tipo la durata della carica di primo ministro) comunque visto che il mondo magico è abbastanza ‘retrò’ ho deciso di farlo bipartito (come era il parlamento inglese dai tempi della gloriosa rivoluzione a metà dell’1800) senza però entrare troppo nel merito. Il partito conservatore ha il nome di Strigoi mentre quello liberare di Auguray (ho deciso di dargli nomi specifici come per i Whig e Tory); entrambi sono due uccelli del malaugurio (sebbene sul caso di Auguray sarebbe solamente una voce e gli uccelli non porterebbero veramente sfortuna). Gli strigoi sono di origine romana, mentre gli auguray sono un’invenzione della Rowling, perciò mi sembravano adatti.

[9] Non mi pare vengano citate compagne di casa/classe di Ginny nel corso dei libri, tranne Luna, però ecco, mi sembrava strano che una dinamica come Ginny non avesse altri amici, in questo caso abbiamo Hattie (diminutivo di Harriet) che probabilmente era una grifondoro.

[10] Tecnicamente dovrebbe essere il contrario dell’Alhomora, secondo la Wiki, almeno.

   
 
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