Allora,
sono
scomparsa, ma sono tornata (anche se non si sa per quanto, a mia
discolpa, ho
già cominciato a scrivere il capitolo successivo,
però). La narrazione a questo
giro torna al nostro Harry ed il capitolo, almeno in parte,
è coevo al
precedente (quello di Ginny e Luna), perciò è
ambientato prima di tutti i
capitoli letti fino ad ora, ad esclusione appunto di quello di Ginny
(Il giorno
immediatamente dopo alla Grande Proposta).
Questo capitolo non dovrebbe essere troppo caotico dal punto di vista
di
personaggi (nonostante alla fine ci siano diverse comparse) ma forse il
lato
politico, che è ancora abbozzato, e spero di riuscire a
rendere meglio in
futuro, può creare un po’ di confusione.
Prima di salutarvi vorrei ringraziare Miss Wendy per la recensione e
tutti
coloro che leggono/seguono/ricordano/preferiscono.
Pace e Amore.
RLandH
Un sogno che sta nel palmo di una mano
“Non
sono
fattacci vostri razza di cinciallegre!” la voce acuta di
Verity accompagnata da
quel singolar messaggio, era stato il modo in cui Harry era stato
accolto
quando aveva aperto la porta del negozio.
“Abbiamo già chiuso!” aveva detto poi
subito lapidaria Verity, rivolgendosi
verso di lui, “Oh Harry sei tu!” aveva aggiunto con
una nota più dolce della
voce. Era una donna carina, non molto alta, dal viso a forma di cuore
ed i
capelli biondo miele sempre stretti in una crocchia forse un
po’ troppo severa.
“Scusami tanto questo mio comportamento da erinni!”
aveva detto subito, mentre
posava la pergamena che aveva fra le mani vicino al bancone,
“Ma quei due sono
insopportabili” aveva ringhiato alzando lo sguardo verso il
soffitto. Dal
soppalco Harry aveva riconosciuto il viso sorridente di George.
“Benvenuto
Harry, tecnicamente siamo fuori orario, ma per te questo è
altro,
prendi quello che vuoi!” aveva strillato, “No,
Harry sali!” aveva sentito
invece urlare Ron, “Ci sono un paio di prodotti che secondo
me sarebbero meglio
negli uffici degli Auror che in mano a qualche ragazzino”
aveva detto il suo
amico.
“Ron, lasciatelo dire, passi troppo tempo con
Hermione” lo aveva preso in giro
George, “Dici? Secondo me non ne passò
abbastanza” era stata la tetra risposta
di Ron.
Verity aveva roteato gli occhi, “Signori, il mio turno
finisce alle otto e in
punto, poi, inventario finito o meno, io me ne vado” aveva
detto la donna.
“Con un atteggiamento così rigido, farai scappare
Lee immediatamente” l’aveva
stuzzicata George comunque. Verity aveva gonfiato le guance, rosse come
pomodori, “Signor Weasley, gli affari tra me ed il signor
Jordan, rimangono gli
affari tra me ed il signor Jordan” aveva replicato la ragazza
solamente,
recuperando la sua pergamena dal tavolo, assieme ad una grossa piume
bianca. Si era
voltata poi verso Harry,
i suoi occhi erano scuri come chicchi di caffè;
“Quando con gli auror verrai ad
arrestarmi per duplice omicidio, saprai esattamente
perché” aveva detto.
Quando
Harry
era salito sul soppalco, godendosi con una certa eccitazione, come da
ragazzino, la moltitudine di roba che occupava gli scaffali del negozio.
“Non ti aspettavamo, Harry!” aveva detto Ron, anche
se il suo tono tradiva
genuina contentezza; alzandosi dalla sedia in cui si era accomodato.
“Quello
che Ron vuole dire e che siamo felici di vederti” lo aveva
rimproverato Fred,
che teneva tra le mani una scatola di legno, con una bella X Rossa.
“Sono
sorpreso di vederti a lavoro George, dopo tutto l’alchool di
ieri sera” aveva
detto Harry, mentre si stringeva in un abbraccio a Ron.
“Quando andate a bere senza di me” aveva detto
pacato l’uomo, “Ron! Combatti la
tua insicurezza, ieri io ed Harry ci siamo visti perché
Angelina e Ginny hanno
pensato di andare nello stesso pub” aveva giustificato
George, posando la cassa
su un tavolo, “Non-l-hai-vista” aveva sillabato poi.
“Come ha preso la sconfitta?” aveva chiesto Harry,
“Ha maledetto i Weasley ed i
nostri geni tutta la notte, ingiuriando se stessa per aver accettato
Ginny in
squadra quando era capitano, ai tempi della scuola” aveva
riso poi.
“Fai tanto le prediche a Verity ma anche tu sei molto
criptico con il tuo
rapporto con Angelina” aveva detto Ron.
George aveva ridacchiato, “Questa parola te l’ha
insegnata Hermione?” lo aveva
preso in giro il fratello maggiore. “Smettetela di fare le
megere-comari e
lavorate!” aveva ordinato Verity dal piano inferiore, con una
voce piuttosto
piccata.
“Che avete combinato alla povera Verity?” aveva
chiesto Harry, “Abbiamo
scoperto che lei e Jordan hanno ‘intrallazzato’
mentre non stavamo guardando”
aveva ridacchiato George, “E lui non la lascia in pace cinque
minuti” aveva
aggiunto Ron.
“Tu sei così bravo invece” lo aveva
imbeccato il maggiore, “Salgo in mansarda a
prendere l’ultima cassa, così poi la possiamo
sistemare” aveva detto George, “E
Verity smette di urlare come un’arpia” aveva detto.
Ron
lo aveva
guardato, “Vogliamo cenare assieme?” aveva chiesto,
“Hermione dovrebbe finire
di lavorare presto. Oggi tecnicamente non avrebbe neanche dovuto
lavorare”
aveva ammesso, “Potremmo cenare noi tre, come ai vecchi
tempi” aveva detto.
Harry aveva sorriso, “Si” aveva confermato,
“In realtà ho già parlato con Hermione
oggi, sono andato a trovarla al suo piano” aveva raccontato.
L’uomo aveva preso atto di quanto detto, “Oh! Ed
hai avuto modo di conoscere il
brillantissimo Waynar Kowalski” aveva commentato Ron con una
dose di ironia
quasi velenosa, Harry aveva sollevato un sopracciglio, “Si,
ho anche dovuto
pattugliare un suo comizio” aveva raccontato Harry, confuso.
“Oh come Harry non lo hai saputo? Ron è
così insicuro di sé stesso!” aveva
urlato George dal piano di sopra, “Ma vuoi stare un
po’ zitto!” aveva ringhiato
il fratello minore.
“Che è un uomo così brillante a detta
di tutti, Hermione in particolare” aveva
rimarcato Ron, “Inoltre adora tutto quel cicaleccio babbano
di cui non capisco
niente” stava raccontando, “Perfino papà
lo adora” aveva sottolineato, “Poi suo
padre era un giocatore di quidditch internazionale” aveva
bonfocchiato.
L’uomo di cui parlava Ron lavorava nel dipartimento di Contro
delle Creature
Magiche, lo stesso di Hermione[1],
sebbene in due divisioni differenti. Negli ultimi mesi al Ministero,
Harry
doveva riconoscerlo, si era parlato un sacco di lui, del suo noto
charm, della
sua parlantina, oltre che una genealogia non poco illustre e della suo
allineamento politico.
“Ron lo so che è un mistero per tutti come
Hermione ti si tenga, ma ha
rinunciato al giocatore di Quidditch probabilmente più
celebre della storia, io
starei tranquillo” aveva urlato ancora George senza alcuna
vergogna.
Ron si era fatto rosso come un peperone.
“Troppe
chiacchiere e pochi fatti!” aveva urlato Verity dal piano di
sotto. Ron
aveva riacquisito un po’ di pallore, “Sembra
adorabile, ma in realtà è una
dittatrice” aveva raccontato, “Tecnicamente
lavorerebbe lei per noi, ma a volte
mi sembra il contrario” aveva sussurrato il suo amico,
“George sta pensando di
farla socia e darle la gestione del locale ad Hogsmaed” aveva
raccontato.
“Come?” aveva chiesto Harry, aggrottando le
sopracciglia, non ne sapeva molto.
“Si, il vecchio Zonko a quanto pare vuole ritirarsi ad
Honolulu e vorrebbe
vendere l’attività – o il locale
almeno” aveva raccontato Ron.
“Un negozio ad Hogsmaed sarebbe oro per gli affari”
aveva raccontato Ron, “Ma
fino ad un certo punto” aveva detto,
“L’inverno buona parte dei nostri acquisti
viene fatto tramite consegna-gufo ad Hogwarts, con una sede ad Hogsmead
praticamente l’inverno lavoreremo solo lì e
l’estate qui” aveva raccontato,
“Probabilmente finiremo ad avere due mezzi negozi che uno
intero” aveva
commentato Ron, grattandosi la testa.
“Tu, invece, a lavoro? Come va?” aveva chiesto Ron,
“Il vecchio Boogye torna a
lavoro?” aveva chiesto invece il suo amico, “No,
vuole ritirarsi a vivere
nell’Isola di Sheppey e godersi la pensione facendo il
nonno” aveva raccontato
Harry.
“Ti dispiace?” aveva chiesto Ron,
“Be, non era male lavorare con lui, sapeva il
fatto suo nelle investigazioni” aveva riconosciuto.
Thelonius Boogye era stato il suo partner negli ultimi due anni, un
vecchio
auror che era andato in pensione forse prima che Harry entrasse ad
Hogwarts, ma
che aveva ripreso il suo ruolo durante il caos post-Seconda-Guerra;
“Dopo
Glascow un po’ lo comprendo” aveva ammesso Harry,
ne erano usciti vivi per
quasi un miracolo, contro un mago oscuro che stava creando un piccolo
esercito
privato di inferi, che aveva procurato diversi problemi alla
comunità babbana.
Non era stato un mago oscuro degno di Lord Voldemort, ma aveva
procurato dei
danni ed era stato difficile da scovare.
“Sai già con chi finirai?” aveva
domandato Harry, “Cecil Lee[2]
capo del Dipartimento di Regolazione di Creature Magiche, mi ha detto
che tra
martedì-e-mercoledì avrò un partner,
da quello che ho capito ha finito il corso
di Auror un anno fa, ma è finito lì per mancanza
di organico” aveva raccontato.
“Secondo Cecil Lee: una brava ragazza” aveva
raccontato, “E lui non fa mai
complimenti, mai, penso sia la persona più borbottante che
ho conosciuto al
ministero” aveva detto, “Potrebbe fare concorrenza
a Kreacher” aveva raccontato.
“Voglio
che
tu sappia che un uomo oggi mi ha invitato ad uscire” aveva
detto Hermione
quando si era seduta davanti a loro.
I capelli era un intricato nido di rondini, costrette in una
coda non
esattamente ordinata. “Ah davvero?” aveva domandato
Ron, cercando di mantenere
un tono stabile. “Si, un articolista della gazzetta, giuro,
non ho neanche
afferrato il nome e né lui mi ha chiesto il mio”
aveva raccontato, “Mi ha solo
chiesto di uscire” aveva raccontato Hermione poi.
“E cosa hai detto?” le aveva preso in giro Harry,
la sua amica aveva aggrottato
le sopracciglia, confusa, “No, Harry ovviamente!”
aveva esclamato quella
indignata. “Era venuto a farmi delle domande su come il
ministero stava gestendo
il commercio illegale di Demiguise e, a sorpresa, mi ha chiesto di
uscire”
aveva raccontato tutta concitata.
Ron non aveva partecipato molto alla conversazione, probabilmente
appurato non
fosse Kowalski, più intenzionato ad attirare
l’attenzione di Hannah Abbott, che
scivolava tra i tavoli, con la bacchetta sollevata e circondata da
vassoi.
Harry non si era ancora abituato a vederla lavorare al
paiolo, nonostante fosse
il posto dove finissero più spesso quando volevano
ritagliarsi del tempo solo
per loro.
La ragazza era venuta immediatamente verso il loro tavolo, con le
fossette ben
accentuate da un sorriso pieno, “Cosa vi porto
ragazzi?” aveva chiesto con
gentilezza, mentre li raggiungeva, seguita da un blocchetto volante,
contornato
di piume, che ricordò ad Harry la sgradevole persona di Rita
Skeeter – che
immaginò avrebbe dovuto vedere molto nei prossimi mesi.
“Quale
è il piatto del giorno, Hannah?” aveva chiesto
Hermione subito; le due
ragazze non erano state amiche strettissime negli anni di Hogwarts che
avevano
frequentato assieme, ma si erano avvicinate durante quello che veniva
comunemente ricordato come il ‘settimo-anno-bis’
che era stato frequentato da
alcuni suoi compagni di anno. Harry no, neanche Ron e Neville.
“Venite qui, praticamente tutte le settimane” erano
stato stuzzicati, ma
Hermione non aveva fatto una piega, “Oggi
c’è la Zuppa a Sorpresa di Tom, che
onestamente vi sconsiglio. Gusto: Ceralacca!” aveva ammesso
lei poi con una
risata, “Burrobirra per tre; io predo una torta del pastore[3]”
aveva detto Ron, “Ed anche un contorno di patate e se
possibile anche una fetta
della tua torta di zucche, dopo” aveva esclamato il suo amico.
“Sei senza fondo” lo aveva rimproverato Hermione,
“Io prendo il tortino di
ricotta e zucchine” aveva esclamato lei poi, “Ed
una fetta di quella torta
anche per me, in effetti” aveva aggiunto. “Continui
con l’alimentazione
vegetariana?” aveva domandato retorica Hannah,
“Si!” aveva esclamato la sua
amica con voce risoluta, “Lo trovo semplicemente giusto, mi
sembra ipocrita
mettermi a difendere i diritti di tutte le creature, quando
…” aveva cominciato
Hermione, mentre la loro amica, andava tranquilla con i suoi screzi,
ascoltati
da una rapita Hannah, Ron si era rivolto a lui, “Sono tre
settimane che va a
vanti, il nostro frigo è pieno di verdure; sfameremmo un
esercito di conigli”
aveva scherzato. Harry aveva ridacchiato.
Il
loro scambio era stato interrotto da Hannah, “Ma sai che
Neville, mi ha
detto che alcune specie di piante tecnicamente andrebbero considerate
come
specie animali[4]?”
aveva interrotto Hermione, con gentilezza. Aveva le fossette quando
sorrideva.
“Parli molto con Neville, eh, Hannah?” aveva
scherzato Ron, con un tono un po’
lascivo. Se la giovane donna era stata indispettita dalla frase non lo
aveva
lasciato vedere, “Ma si, quando torna in Inghilterra viene
sempre qui” aveva
raccontato la ragazza, “Credo che in cuor suo cerchi scuse
per fuggire da
Augusta” aveva ridacchiato Hannah.
“Oh, Augusta!” aveva rimarcato Ron, guadagnando poi
una pedata dalla sua
fidanzata, a giudicare dal salto che Ron aveva fatto.
Hannah aveva ridacchiato con un certo divertimento, “Tu,
Harry, cosa prendi?”
aveva chiesto poi, accomodante. “Un fagottino cornish
per me, grazie Hannah[5]”
aveva detto Harry, qualche anno prima era stato in cornovaglia e si era
innamorato di quel piatto. Aveva provato a rifarlo a casa, con la
validissima
partecipazione di Ginny, ma era stato un mezzo fallimento;
però al Paiolo
Magico lo servivano davvero ottimo. “Se
c’è la Eton Mess di Frullobulbo[6]”
aveva comunicato lui, “Si, si, casualmente sta mattina gli
elfi domestici la
hanno rifatta” aveva confermato la giovane donna, ordinando
alla sua penna
d’oca di ascoltare le sue istruzioni.
Hermione aveva stretto le labbra in una fenditura dritta, per nulla
rincuorata
da quella frase, ma aveva deciso di non intromettersi, stranamente.
Harry aveva approfittato di quell’inaspettato silenzio, per
aggiungere: “E, se
possibile, portaci una bottiglia di Idromele di Vlasta[7]”
aveva esclamato, ottenendo un segno d’assenso della
cameriera, con quel suo
sorriso carico di miele.
“Oh,
wow, Harry, festeggiamo qualcosa?” aveva domandato subito
Hermione,
“Ebbene sì” aveva risposto Harry, con un
sorriso soddisfatto, aggiustandosi la
montatura degli occhiali sul naso.
“Hai avuto una promozione?” aveva chiesto subito
Hermione, “Dopo, la storia di
Glascow?” aveva chiesto retorico Harry,
“Però avrà un nuovo partner”
aveva
raccontato Ron.
“Oh davvero?” aveva inquisito Hermione, aggrottando
le sopracciglia.
“Si, ma non è per questo” aveva chiarito
subito Harry.
Poi c’era stato un certo silenzio tra i tre.
“Allora, Harry, non farci stare sulle spine, dicci”
aveva esclamato Hermione,
pingue di curiosità, mentre un vassoio di burro birre,
perfettamente
orchestrato con gli altri era voltato delicatamente fino al loro tavolo.
Il Paiolo Magico aveva letteralmente un’altra faccia da
quando Hannah aveva
cominciato a lavorarci.
“Voglio aspettare l’idromele, ci serve un
brindisi” aveva chiarito Harry
onesto. “Amico mio, sei un uomo crudele” aveva
esclamato Ron invece, allungando
una mano per prendere la burrobirra; non lo avevano chiesto ad Hannah,
ma lei
aveva fatto recapitare loro le bevande calde e fumanti, forse complice
per il
freddo d quel periodo.
“Avete
saputo della partita di Ginny di ieri?” aveva domandato Harry
poi, “No,
ho letto la cronaca sta mattina su Quidditch e Rugby. È
stata pazzesca, se si
pensa al vento che tirava ieri” aveva esclamato Ron, pieno di
vigore; “Certo
questo non vi esula dal non avermi chiamato dopo!” aveva
aggiunto piccato il
suo amico, ma il suo malumore si era sciolto in fretta al pensiero
delle
abilità di sua sorella.
Hermione sembrava
colta da un leggero
imbarazzo, “Si, io, sarei voluta venire, ma poi ho avuto un
imprevisto in
ufficio. Ultimamente è un gran macello con lo scandalo di
Lewis Goldestain ed i
suoi legami con i mangiamorte” aveva raccontato Hermione,
“Una brutta botta per
gli Strigoi” aveva raccontato lei, “Come ci
dispiace per i conservatori” aveva
detto grigio Ron.
“E non parliamo degli esposizionisti” aveva
mormorato Harry, “Kinglsey mi ha
detto che il movimento esposizionista potrebbe entrare in sintonia con
il magico
partito liberale” aveva detto leggermente concitata.
“Ah, non te lo ha detto il
signor Kowalski?” l’aveva stuzzicata Ron, uomo che
non aveva mai fatto mistero
della sua aderenza al partito Auguray, oltre che simpatizzante
esposizionista[8].
Per Harry loro, fintanto che rimanevano staccati, dai benisti, andavano
bene.
“Ron, ma la pianterai mai?” aveva chiesto retorica
Hermione; la ragazza si era
voltata verso Harry, “Ho detto una volta, una, contata una,
che era un tipo
affascinante e Ron se le è legata al dito” aveva
sottolineato.
Il desiderio di parlare di Ron era stato zittito dall’arrivo
di Hanna, con il
maso il suo piatto, seguita dai vassoi volanti, “Buon
appetito ragazzi!” aveva
detto carica.
“Adoro
questo dolce!” aveva detto Harry, mentre Ron allungava le
lunghe dita per
raccogliere il collo della bottiglia di idromele, “Devi
vuotare il sacco” lo
aveva vagamente minacciato il suo amico, mentre faceva saltare il tappo
di
sughero, era sfuggito alle sue mani, aveva evitato per un miracolo la
zazzera
di riccio di Hermione, aveva raggiunto il soffitto, virando
perciò la direzione,
finendo contro una povera strega che l’aveva evitato a
miracolo, aveva
raggiunto il pavimento, era rimbalzato ancora, beccando un
pover’uomo che si
era alzato con un bicchiere di Wisky incendiario, provocando una
rottura di
quest’ultimo ed un piccolo incendio all’angolo
della sala.
“Che imbarazzo” aveva ammesso Ron, tetro.
“Versa un po’ dai” aveva detto solamente
Hermione, con più dolcezza, mettendo
una mano su quella del fidanzato.
“Questa grande notizia, no?” aveva inquisito la sua
amica, piena di interesse.
Harry si era fatto versare tre dita di idromele, “Si, avete
ragione” aveva
detto, “Mi sposo” aveva tirato fuori senza impaccio.
A Ron era quasi sfuggita la bottiglia dalle dita, Hermione era saltata
giù
dalla sedia, con i capelli dritti in testa, “Per la barba di
merlino, Harry
questo è fantastico” aveva detto, raggiungendolo
dall’altro capo del tavolo per
riempirlo di baci sulle guance e stringerlo.
“Con Ginny?” aveva chiesto Ron quasi spaesato,
recuperando una presa più ferrea
sulla bottiglia, Harry aveva accarezzato la schiena di Hermione,
soddisfatto e
soffocato assieme da tutta quella gioia. “Ma certo, Roland,
con chi altro?”
aveva esclamato Hermione scandalizzata, staccandosi dal suo amico, per
guardare
il suo fidanzato leggermente furente.
Ron aveva assorbito la notizia, poi il viso stupito si era trasformato
presto
in uno carico di vita, “Oh è fantastico
Harry” aveva detto poi, “Praticamente
sarai mio fratello!” aveva aggiunto, “Nel senso:
legalmente, mio fratello lo
sei già” aveva esclamato in visibilio.
“Ci ho quasi pensato, eh, potrei essere Harry
Weasley” aveva scherzato Harry,
riuscendo a recuperare il suo bicchiere, facendo ridere anche i due.
“Si, ma
quando lo hai deciso? Come? Dove?” aveva domandato Hermione
frenetica, “Si, con
calma” aveva risposto Harry, “Vi spiego
tutto”.
La
strana
casa a due comignoli dove viveva Luna Lovegood quasi brillava in quella
notte, illuminata
da un centinaio di luci colorati, come se enormi lucciole di diverso
colore l’accerchissero.
“Sono le Brillucciole!” aveva spiegato subito Ron
riconoscendole, “Le abbiamo
create io e George” aveva raccontato, orgoglioso del suo
operato, “Per farlo ci
siamo ispirati, almeno in una piccolissima parte a come funziona il
deluminatore” aveva detto, prendendo la mano della fidanzata.
Hermione aveva guardato, come Harry, ammirata tutte quelle luci
colorate che
costellavano la casa, che nel mezzo della campagna, dava un aspetto
fiabesco
alla scena, “Sono davvero, davvero, belle” aveva
ammesso poi.
Oltre le luci, dalla casa di Luna, proveniva anche la voce allegra di
una
famosa strega americana che aveva spopolato come cantante negli ultimi
anni,
oltre che un numero imbarazzante di persone.
“Ma che succede?” aveva domandato Hermione confusa,
riprendendosi dal primo
iniziale sbigottimento, mentre Harry attraversava il cancelletto
aperto; era
stato Mihawk, il gufo domestico di Dean Thomas a raggiungerli mentre si
appropinquavano a lasciare il Paiolo Magico, saturi di cibo e idromele.
Solo
che il messaggio era di Ginny che li invitava a raggiungerla a casa di
Luna,
per ‘festeggiare’ insieme, solo che era
evidentemente l’idea di Ginny era
andata un po’ fuori controllo.
Avevano individuato immediatamente Luna Lovegood, con indosso un abito
giallo
limone, tempestato di cuori, che cercava di intavolare una
conversazione con il
suo vecchio compagno di casa, Marcus Belby, ai piedi di un laghetto.
Aveva un
bicchiere di carta in una mano e le guance paonazze. L’altro
sembrava piuttosto
contento di essere in balia di Luna.
“Harry Potter!” lo aveva chiamato a gran voce lei,
lasciando a mezza-bocca Belby,
che doveva star dicendo qualcosa, per saltellare verso di loro, per
stringere
in un abbraccio Harry e congratularsi con lui, aveva fatto lo stesso
con Ron,
prima di raccomandargli di riguardarsi da non aveva capito quale
creatura. Poi
Luna si era rivolta ad Hermione, “Dobbiamo parlare del mio
articolista!” aveva
stabilito poi la ragazza, prendendo la mano di Hermione e trascinandola
via,
senza darle l’opportunità di sottrarsi.
Una
decina di persone dopo, che si erano fermate a stringere la mano di
Harry o
dare sonore pacche di congratulazione – abbastanza facce da
non riuscire a
distinguerle – aveva perso Ron, finito alla mercé
delle gemelle Patil, ma aveva
trovato Ginny.
La sua fidanzata, bellissima, con i capelli rossi leggermente
arruffata, che
muoveva freneticamente le mani, mimando una serie di mosse del
quidditch. Era
incastrata tra un Seamus Finnigan, ben intrigato ed un Roger Davies con
l’espressione funerea, forse non tifava per le Harpies. Tutti
e tre su un
divanetto dalla pelle sbucciata a cui i piedi era ben visibile un
tappeto verde
pisello con una M argentata e libri ovunque.
Prima di poterla raggiungere, era stato arpionato da un Ernie McMillan
piuttosto alticcio, con i capelli biondi sconvolti e gli occhi
screziati di
rosso ed appannati, “Non lo fare, Harry! Non lo fare, i
matrimoni rovinano le
relazioni” aveva singhiozzato, stringendo di più
la presa sul braccio di Harry,
“Ignoralo!” aveva cinguettato Susan Bones alle sue
spalle, cercando di far
staccare la presa ferrea del vecchio studente di tassorosso dal braccio
di
Harry, “Sai, non ha mai superato la storia di
Hannah!” aveva aggiunto la
ragazza, facendo oscillare i capelli scuri.
“Si, si” aveva detto accondiscendente Harry. Non
aveva idea di a cosa si
riferisse nello specifico; ricordava che un tempo Ernie ed Hannah erano
sempre
insieme, avevano avuto una relazione? Si erano voluti sposare?
Onestamente aveva fatto in tempo a formulare quei pensieri, che Susan
Bones
aveva trascinato un singhiozzante Ernie a ballare, accanto ad un Dean
Thomas
piuttosto scatenato, che faceva piroettare una Tracy Davis –
ecco, una vecchia
compagna di scuola che effettivamente Harry non si aspettava.
“Ma c’è Harry, Ginny,
c’è Harry!” aveva strillato una ragazza
che lui sapeva
aver frequentato Hogwarts nello stesso anno di Ginny ma di cui non
ricordava ne
il nome ne la casa; “Davvero Hattie[9],
non lo avevamo notato!” aveva strillato Lee Jordan da sotto
l’uscio della
porta, Verity al suo fianco, priva di tutta la sua rigidezza,
ridacchiava.
Harry
aveva concesso appena uno sguardo a tutta quella scena, catturato
unicamente da Ginny. La sua fidanzata aveva alzato lo sguardo verso di
lui ed
aveva sorriso e Harry giurò di non averla mai vista
così bella, come in quel
momento.
Ginny era letteralmente balzata su, per accoglierlo con un bacio a fior
di
labbra, che nella cacofonia di voci presente nel soggiorno e nella
musica alta
proveniente del grammofono, aveva zittito tutti i rumori nella stanza.
Per un secondo erano esistiti solamente loro.
Poi era partita letteralmente un ovazione.
“Scusa,
la festa è sfuggita un po’ di mano”
aveva raccontato Ginny,
mentre lo guidava su in mansarda, era
piena di chincaglierie, polvere e ragnatele, ma il frastuono dei piani
sottostanti non arrivava.
“Ho notato” aveva detto Harry, teneva tra le mani
un bicchierino di acquavite,
dopo l’idromele della cena non era sicuro di voler
più bere, “Di buono, fino ad
un certo punte, c’è che sicuramente
c’erano George ed Angelina, giurerei anche
Percy ed Audrey!” aveva ridacchiato Ginny.
“Tua madre si arrabbierà moltissimo nello scoprire
quanta gente lo ha saputo prima
di lei” aveva commento Harry, mentre calava d’un
fiato il suo bicchiere,
imitato dalla sua futura dolce metà. “Lo sai, no?
Non mi importa!” aveva
ridacchiato Ginny, come Luna anche le sue gote erano tinte di rosso
peperone,
come Ron, anche le orecchie erano arrossite. “Sono la donna
più felice del
mondo, Harry Potter!” aveva raccontato.
Sedendosi sul pavimento di legno della vecchia mansarda,
“Tutti i miei sogni di
bambina sono realizzati, sono qui, nella mia mano” aveva
detto Ginny, mentre
Harry si accomodava al suo fianco.
“Lo sai, no?” aveva incalzato, “Sono una
giocatrice professionista di
Quidditch, sono uscita dall’ombra dei miei fratelli, ho una
famiglia che amo”
aveva raccontato, “Ho un ficus, che credici è
importante. E sto sposando l’uomo
che amo!” aveva esclamato, “Anzi ad essere onesta,
l’uomo per cui ho avuto una
cotta per gran parte della mia vita, quello per cui ad undici anni
scrivevo un
po’ ovunque ‘Ginevra Potter’ nome che
ritengo funzioni benissimo” aveva
raccontato divertita.
Harry le aveva preso una mano e baciato le dita, “Anche Harry
Weasley, per ogni
evenienza” aveva raccontato divertito, “Sul serio
lo scrivevi?” aveva chiesto
Harry, malandrino. Ginny aveva fatto roteare gli occhi,
“Giuro” aveva ammesso
colma di imbarazzo, “L’ho scritto anche sul diario
di Tom Riddle, quante risate
deve essersi fatto tu-sai-chi e forse anche su un elaborato di
pozioni” aveva
ammesso.
“Non ci credo!” aveva riso Harry, senza vergogna.
“Avevo undici anni, dai, ero l’epitome della
ragazzina scema” aveva cercato di
scusarsi, ma doveva trovare quei ricordi quanto mai divertenti,
“Snape ha fatto
tante di quelle battute” aveva detto ridendo pingue di
imbarazzo.
Harry si era sporto per baciarla ancora sulle labbra, questa volta con
più
passione, “Anche per me” aveva sussurrato,
“Tutti i miei sogni sul palmo della
mano” aveva ammesso.
“Sono
ammirata che le mie tette abbiano tutta questa
considerazione” si era
lasciata sfuggire Ginny, nell’impeto del bacio, Harry non
aveva neanche
realizzato bene, dove fosse finita una delle sue mani.
“Intendevo una donna
meravigliosa, un posto da poter chiamare casa – incluso il
ficus – e una carriera
che amo” aveva fatto una pausa, “Ed una famiglia,
numerosa, chiassosa ed
amorevole, come non mi ero neanche permesso di sognare da bambino, nel
mio
piccolo sottoscala” aveva sussurrato, baciandola ancora.
Ginny si era lasciata coinvolgere nel bacio, tirandosi Harry su di se,
“A
sentirti così, mi fai sentire, così
superficiale” si era lagnata, con un
sorriso comunque carico d’amore.
“Ma anche la tua tetta sinistra è
notevole” aveva aggiunto Harry, infilando la
mano libera sotto la maglietta di lana, Ginny senza battere ciglio
aveva
recuperato la bacchetta dallo stivale. “Colloportus[10]”
aveva sussurrato, puntando la bacchetta contro la porta ed eseguendo un
movimento veloce con la mano; “Silencio”
si era aggiunto Harry.
Ginny lo aveva baciato ancora, tenendolo bene per il bavero del
colletto,
mentre se lo stringeva addosso, Harry aveva infilato nuovamente la mano
sotto
la maglietta, toccando con la mano la pelle bollente della sua
fidanzata.
Lei era scivolata sulle assi di legno, costringendola seguirlo, mentre
con una
mano lasciava la giacca di Harry per direzionarla verso il bordo dei
pantaloni
del ragazzo.
Ginny
si era staccata dalle sue labbra, gemendo, quando Harry aveva fatto
scivolare il pollice, sul capezzolo sotto il reggiseno, “Ma
lo sai che
tecnicamente questa casa è di Draco Malfoy?” aveva
chiesto.
[1] In base alla
wiki, Hermione ha
lavorato nel Dipartimento per il Controllo delle Creature magiche
prima, poi in
quello per la Regolazione della Magia (dove aveva un certo ruolo di
rilievo) e
poi è divenuta Ministro. In questo momento della storia,
è ancora agli ‘inizi’.
[2]
Cecil Lee appare nel gioco Harry
Potter Hogwarts Mystery, dove lavora nel Dipartimento sulla Creature
Magiche
(nella sezione Licantropi, in questo momento della narrazione
però è a capo del
Dipartimento) ed è lo zio di Barnaby Lee.
[3] Torta del
pastore (meglio noto
come Sheperd’s pie): è uno sformato (?) di carne
macinato di agnello, cotto con
verdure (penso in una maniera particolare, bho) ricoperto da uno strato
di purè.
[4] Non vuole
essere retorica “Anche le
piante sono esseri viventi”, tranquilli, solo che nel mondo
di Harry Potter
esistono creature che sono a metà tra piante ed animali
(Tipo gli Asticelli, o
anche il platano picchiatore, cioè a me sembra molto
consapevole).
[5] fagottino cornish
(in realtà: Cornish Pasty): è un
fagotto di pasta frolla,
dalla forma di una D (come un calzone credo) farcita con un ripieno di
manzo,
rutabaga, cipolla e patate.
[6] Eton Mess:
è un dolce composto da
meringa, panna montata e fragole (almeno per noi babbani) per i maghi
ho
inventato una variante con un frutto di frullobulbo.
[7] Idromele di
Vlasta: nel mondo di
HP, esiste l’Idromele, questo specifico, verrebbe dalla
Republica Ceca/Popoli
Slavi. Ho ispirato il nome alla guerriera Vlasta (capo della guerra
delle
fanciulle, una leggenda praghese) dove esse utilizzavano
l’idromele per
stordire gli uomini.
[8] In Harry
Potter non vene mai fatta
una precisa menzione su come funziona la politica magica (tipo la
durata della
carica di primo ministro) comunque visto che il mondo magico
è abbastanza
‘retrò’ ho deciso di farlo bipartito
(come era il parlamento inglese dai tempi
della gloriosa rivoluzione a metà dell’1800) senza
però entrare troppo nel
merito. Il partito conservatore ha il nome di Strigoi
mentre quello
liberare di Auguray (ho deciso di dargli nomi
specifici come per i Whig
e Tory); entrambi sono due uccelli del malaugurio (sebbene sul caso di
Auguray
sarebbe solamente una voce e gli uccelli non porterebbero veramente
sfortuna).
Gli strigoi sono di origine romana, mentre gli auguray sono
un’invenzione della
Rowling, perciò mi sembravano adatti.
[9] Non mi pare
vengano citate
compagne di casa/classe di Ginny nel corso dei libri, tranne Luna,
però ecco,
mi sembrava strano che una dinamica come Ginny non avesse altri amici,
in
questo caso abbiamo Hattie (diminutivo di Harriet) che probabilmente
era una
grifondoro.
[10]
Tecnicamente
dovrebbe essere il
contrario dell’Alhomora, secondo la Wiki, almeno.