Anime & Manga > Le bizzarre avventure di Jojo
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Autore: Eris Gendei    23/06/2020    0 recensioni
[Finale alternativo Vento Aureo_Parte 5]
Chariot Requiem e Diavolo sono stati sconfitti, la Bucci Gang ha perso la sua guida e non sa come andare avanti. Cosa succederebbe se Gold Experience riuscisse per la seconda volta ad operare l'impensabile? E se vecchi e nuovi sentimenti venissero alla luce?
Piccola reinterpretazione super fluff e demenziale a tratti, perché soffro per la carenza di materiale BruTrish in giro.
[Angst_Fluff_POV_Headcanon; BruTrish_Giomis]
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Bruno Bucciarati, Giorno Giovanna, Guido Mista, Jean Pierre Polnareff, Trish Una
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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POV del capitolo: Bruno e Trish
 
Bucciarati venne svegliato all’improvviso dal più forte dolore che avesse provato negli ultimi giorni: qualcuno se la stava prendendo con lui mentre era inerme, li stavano attaccando, doveva fare qualcosa!
Quasi cadde dal letto mentre si sollevava di scatto, dimentico di indossare soltanto un asciugamano; biascicando qualcosa di incomprensibile che suonava come “Sticky Fingers” materializzò il suo stand, per poi attaccare alla cieca nella direzione da cui era provenuto il colpo.
Se non fosse stata mortalmente arrabbiata con lui, Trish avrebbe riso: al vedere il sempre posato Bucciarati catapultarsi giù dal letto incespicando nelle lenzuola, mezzo nudo e ancora addormentato, si sentiva quasi ripagata del torto subito.
Ebbe meno voglia di ridere non appena si rese conto che, seguendo i comandi del padrone, lo stand dai pugni micidiali la stava attaccando.
Con un grido fece un balzo indietro e Spice Girl comparve all’improvviso davanti a lei, pronta a proteggerla ed incassare il colpo. Il pugno di Sticky Fingers colpì la nuova arrivata, aprendo su di lei una cerniera che la solcava dalla spalla al bacino, squarciandola letteralmente in due.
A Trish giunse un dolore mai provato prima, così abbacinante da offuscarle la vista: si sentiva il risultato di un trucco di magia mal riuscito, quello in cui il prestigiatore sega a metà la sua graziosa assistente distesa in una cassa di legno.
Si accasciò a terra, aggrappandosi al materasso per non crollare a peso morto sul pavimento, e si portò una mano allo stomaco: o meglio, dove avrebbe dovuto esserci il suo stomaco.
Nella fattispecie, non c’era proprio nulla.
Per un istante la sorpresa fu maggiore della sofferenza e la sensazione di inconsistenza che stava provando quasi un sollievo: tutta la tensione provocata degli ultimi eventi sembrava essere scivolata via perché, a quanto pareva, non aveva più un corpo in cui incamerarla.
Con un orrore indicibile infilò la mano nell’apertura che le tagliava l’addome alla ricerca di qualcosa, ma percepì soltanto una strana e tremenda sensazione di vuoto.
Un grido senza parole le salì alle labbra prima che potesse reprimerlo.
“Cosa hai fatto??! Cosa hai fatto??! Oh mio Dio, oh mio Dio richiudimi!!”
Sollevò lo sguardo terrorizzato su Spice Girl, ridotta nelle sue stesse condizioni ma decisa a mantenere la posizione di difesa che aveva assunto per proteggerla.
Trish spalancò la bocca, orripilata: “Hai colpito Spice Girl!! L’hai aperta in due!! Riparala, per l’amor del Cielo!!”
Lo stand si voltò a guardarla, un’espressione calma e rassicurante nel volto quasi umano: ”Calma Trish, non preoccuparti. Bucciarati ha solo perso il controllo, non è successo nulla di irreparabile. Un colpo e torneremo esattamente come prima”
La creatura appariva serafica, ma non si era arresa senza dare battaglia: il polso di Sticky Fingers penzolava inerte e molle dal braccio, la mano ridotta ad una gelatina.
Fu questione di un istante: non appena Bucciarati si rese conto di cosa era successo e riuscì ad attribuire un senso alle grida sconclusionate della ragazza balzò al suo fianco, chiudendo la cerniera con un fruscio metallico e facendola scomparire.
Tremante e spaventata, Trish si tastò l’addome per controllare che tutto fosse tornato al proprio posto; Spice Girl lanciò al giovane un’occhiata indecifrabile prima di sparire, lasciandolo solo a vedersela con la ragazza.
Bruno la avvolse con fare protettivo e la strinse a sé, cercando di placare il tremore che la scuoteva:”Trish, Trish, perdonami! Non volevo assolutamente colpirti, credevo fossimo sotto attacco! E’ stato un errore imperdonabile…non abbasserò mai più la guardia così tanto” disse con biasimo, una profonda amarezza nella voce.
“Per fortuna non è successo nulla, il tuo corpo è tornato perfettamente a posto, come era prima. Ti chiedo perdono, sono veramente dispiaciuto di averti terrorizzato”
Le spalle di Trish si muovevano veloci contro il suo petto, aveva il respiro accelerato come dopo una corsa; nonostante l’assurdità della situazione Bucciarati non poté fare a meno di apprezzare la vicinanza di lei e aspirare profondamente il suo profumo.
Avrebbe continuato a cullarla, non fosse stato per il sonoro ceffone che lo colpì in pieno viso per la seconda volta da quando era sveglio. Ossia da molto poco.
“Ma sei completamente idiota?? Cosa ti salta in mente di attaccare alla cieca se sai che ci sono io in giro, eh?? Ti sei bevuto il cervello insieme a Mista per caso??”
La sorpresa fu tale che Bucciarati si ritrovò seduto a terra senza sapere esattamente come ci fosse arrivato, una mano premuta sulla guancia dolente e Trish che lo sovrastava, rossa di rabbia come non l’aveva mai vista: “Non è successo nulla secondo te?? Mi hai aperta in due, ho avuto paura che non avrei mai più riavuto il mio stomaco indietro e tu dici che non è successo niente??”
Il giovane cercò di articolare una frase di senso compiuto ma il suo cervello sembrava rifiutarsi di collaborare; l’unico dettaglio che riusciva a mettere a fuoco erano le gambe lunghe di Trish che spuntavano dall’asciugamano, pericolosamente attraenti e pericolosamente piazzate fra le sue; se si fosse avvicinata ancora sarebbe stato alquanto imbarazzante ed altrettanto difficile distogliere lo sguardo.
“Perdonami, è stato imperdonabile” gli fece il verso lei, per una volta intenzionalmente: “ma dico, non sei proprio capace di essere spontaneo?? Altro che dispiaciuto, sei un coglione, che è diverso! Cosa ti ci vuole a dire ‘sono un coglione’??”
La parolaccia, così stonata sulla bocca di una ragazza come lei ma perfettamente intonata allo stato d’animo del momento, lo fece rinsavire.
“Beh, non è esattamente il lessico che uso di solito, ma in fin dei conti il senso è quello…” tentò di rispondere, serrando istintivamente le gambe quando Trish fece un passo avanti, le braccia incrociate e un’espressione omicida in volto.
Guardandolo come se volesse trapanargli il cranio si inginocchiò davanti a lui, occhi dentro gli occhi, senza lasciargli via di scampo.
Bucciarati,  noto assassino, capo regime, fortissimo portatore di stand, capace di sfuggire ad ogni possibile pericolo, si era fatto letteralmente intrappolare da una ragazzina con i capelli rosa: non si trattava soltanto di trovarsi con le spalle al muro, anzi, al letto, e una piccola furia davanti; era una sensazione che nasceva da un recesso di se stesso, un punto che nemmeno lui sapeva ben identificare, ma che lo faceva sentire irrimediabilmente legato a quella meravigliosa creatura che lo fissava con ira.
“Che hai da guardare, ti sei rincretinito del tutto??” esclamò lei, quasi imbarazzata dal suo sguardo; anche nella rabbia era stupenda, gli occhi accesi e guizzanti che lo fissavano con malcelata aspettativa.
Era una pessima bugiarda, proprio come lui.
Bucciarati dovette trattenersi dallo scoppiare a ridere: era certo che se l’avesse fatto si sarebbe ritrovato tramutato in una melassa. Trish parve intuire cosa stesse pensando, perché Spice Girl vibrò per un istante al suo fianco. Sì, stava decisamente valutando se trasformarlo in una marmellata per il resto della sua vita.
“Tralasciamo per un istante il fatto che tu abbia cercato di ridurmi ad uno spezzatino con le tue maledette cerniere…” iniziò la ragazza, la mano istintivamente portata sullo stomaco, come se potesse bastare a proteggerla da lui.
Nella realtà nulla poteva proteggerla da lui.
I dubbi e i timori che lo avevano tormentato durante la notte tornarono vividi, facendogli serrare la mascella per la tensione: aveva compiuto un passo fatale credendo di saperne accettare le conseguenze, ma evidentemente si era sopravvalutato.
O meglio, aveva sottovalutato i suoi sentimenti verso Trish: nonostante il desiderio di averla per sé fosse bruciante, la volontà di tenerla al sicuro era più forte, molto di più…
Era innegabile: per tutta la vita avrebbe preferito sacrificare se stesso piuttosto che mettere qualcun altro in pericolo.
Eppure, nonostante tutto, non riusciva ad ignorare lo spasmo che gli scuoteva lo stomaco al solo vedere Trish così vicina: poteva contare le pagliuzze chiare intorno alle sue iridi, individuare una spruzzata di lentiggini sbiadite sul naso…
 “Bucciarati, mi stai almeno ascoltando??”
Il giovane tornò alla realtà, tradito da un sobbalzo e un lampo colpevole negli occhi.
“Perd…scusami Trish, stavo riflettendo. Cosa hai detto?”
La ragazza alzò gli occhi al cielo:”Impiegando circa cinque minuti” sillabò, come se stesse parlando ad un bambino “ti ho chiesto cosa diamine ci facevi addormentato nel mio letto. Appiccicato a me per giunta” concluse, voltando la testa con sdegno per nascondere l’imbarazzo: non ce la faceva ad ammettere che si erano svegliati abbracciati. Se lo avesse detto ad alta voce si sarebbe sicuramente tradita, non sarebbe riuscita a mascherare il piacere che quella sorpresa le aveva regalato.
Bucciarati inspirò profondamente, tentando di regolarizzare il respiro e controllare la voce.
Ore prima aveva fatto una scelta: era giunto il momento di pagarne il prezzo, qualunque fosse.
Con tutto l’autocontrollo di cui era capace si sporse in avanti ed afferrò Trish per la vita, traendola a sé  e sistemandola delicatamente fra le sue braccia.
Con sommo sconvolgimento la ragazza si ritrovò ancora una volta stretta al corpo forte del giovane, la sua pelle calda e compatta contro la propria. Un brivido improvviso la percorse da capo a piedi: impossibile sperare che lui non se ne fosse accorto.
“Trish” iniziò Bucciarati, le mani che stringevano quelle di lei con delicatezza “voglio che tu capisca che una parte di me reputa ciò che sto per dire e fare un grandissimo sbaglio. In tutta la mia vita non ho mai agito per interesse personale, ho sempre cercato di mettere gli altri al primo posto... perché… beh, perché per me è la cosa più importante.
Non ho nulla di bello o di buono da poter offrire a qualcuno, al di fuori della mia protezione. Quella che deriva dal mio essere un malavitoso, lo ammetto.
Ti ripeto che far parte dei ‘cattivi’ non significa necessariamente essere degli scriteriati, basta guardare Giorno per capirlo…ma ci sono delle implicazioni che non sono trascurabili.
Il rispetto che la gente mi riserva è stato in parte guadagnato con la violenza. Per proteggere qualcuno, è quasi sempre necessario scontrarsi con qualcun altro”
Il giovane si fermò e trasse un sospiro, come se volesse buttare fuori il marcio che anni di crimini avevano accumulato in lui.
“Stanotte ho pensato molto alle cose che mi avevi detto… e a delle cose che mi ha detto Guido”
la osservò di sottecchi, valutando la sua reazione all’intrusione dell’amico nella faccenda
“Prima che tu te la prenda anche con lui lasciami spiegare. Mista è stato solamente sincero, ha messo in parole ciò che io non avevo il coraggio di ammettere e che mi preoccupava da diverso tempo.
Non sei molto brava a nascondere i tuoi sentimenti Trish” disse il giovane sorridendo, reprimendo una risata di fronte all’espressione sconcertata di lei.
“Scusa?? Cosa c’entro io adesso?” ribatté la ragazza con voce acuta, le guance che tornavano ad imporporarsi ad una velocità allarmante.
“C’entri, perché Guido si era reso conto dei tuoi reali sentimenti da molto prima del vostro scambio di corpi. Nonostante sostenga di capirti molto meglio dopo quello strano evento, non nega che le tue, uhm, attenzioni nei miei confronti fossero già da tempo palesi.
Ieri sera mi ha quasi fatto venire un infarto quando ha commentato la questione” aggiunse Bucciarati con un debole sorriso, il cuore che si stringeva all’idea di come aveva prontamente rigettato la tesi dell’amico “Credo di non averlo mai trattato così male da quando lo conosco, non potrei scusarmi abbastanza neanche alzandogli la paga” tentò goffamente di scherzare, i sensi pronti a captare qualsiasi reazione di Trish.
Lei taceva, la bocca serrata ridotta ad una linea sottile.
“Insomma, se prendessi in considerazione l’idea di diventare un nuovo elemento della squadra sarei costretto a rifiutare la tua candidatura, saresti una pessima spia” la prese bonariamente in giro il giovane, nella speranza di ammorbidirla.
“Di contro, se volessi entrare a far parte della famiglia… non come una dei nostri, questo è chiaro, quanto piuttosto come…”
La ragazza balzò in piedi come se se fosse stata percorsa da una scarica elettrica  e l’impeto dello scatto lo avrebbe mandato steso a terra se non fosse stato appoggiato al letto.
Si ritrovò con il viso di Trish ad un palmo dal proprio, l’indice dall’unghia perfettamente curata che si agitava minaccioso davanti ai suoi occhi:”Stammi bene a sentire, a che gioco stai giocando??” esclamò rabbiosa  “Prima mi tieni a distanza come se fossi un pericolo, una terribile minaccia per la tua immacolata virtù” la voce si alzò pericolosamente di un tono “e ti rifiuti di dormire con me in un letto che potrebbe tranquillamente ospitarci tutti e quattro” l’intensità  salì di un’altra tacca “poi mi sveglio con te che mi dormi letteralmente addosso e, alla faccia del tuo pudore da verginella, sei praticamente nudo!!” continuò gridando, la voce così acuta che sfiorava l’ultrasuono.
“E adesso, dopo la paternale che hai avuto il coraggio di farmi, ieri mi proponi di diventare una di voi?? Ma sei completamente scemo??”
Bucciarati si sentì morire e abbassò lo sguardo, al colmo della vergogna ed incapace di sostenere ancora gli occhi di lei, piantati nei suoi come due spilli. Cercò di non pensare al fatto che sicuramente tutti gli occupanti del piano dovevano averla sentita; sperò che nessuno fosse troppo intenzionato a fare pettegolezzi (o peggio, a chiamare la sorveglianza) e, soprattutto, che Giorno e Mista non piombassero in camera proprio in quel momento.
Dipinto in quel modo da Trish in persona il suo gesto sembrava la più orribile delle azioni: all’improvviso si scoprì a sentirsi come il cattivo di quelle orribili telenovelas che tanto piacevano a Narancia, il classico fedifrago pronto ad insidiare l’onore della bella protagonista di turno per soddisfare i suoi vizi.
Non era quello l’epilogo che aveva immaginato per tutta la notte: nei suoi sogni Trish si svegliava placidamente sorpresa, accettava con gioia la sua presenza e accoglieva la sua difficile confessione, suggellando la felice loro avvenuta unione con un bacio da capogiro.
Come era sembrato tutto perfetto nella sua mente…
Lui sapeva esattamente cosa dire e Trish sembrava conoscere la risposta giusta da sempre, come se il loro dialogo fosse già scritto.
La scena del bacio era rimasta piuttosto confusa, cosa che gli aveva provocato una certa insoddisfazione: era stato come tentare di scrutare attraverso una fitta nebbia, riusciva a cogliere il senso generale della situazione senza vederne i dettagli… d’altronde come poteva pretendere di immaginare con esattezza qualcosa che non aveva mai vissuto?
Tutto ciò che ne ricavava era la sensazione di entusiasmo e sollievo all’idea di posare le sue labbra su quelle di Trish, per poi sperare che almeno lei sapesse cosa fare.
Nella realtà era andato tutto storto. Si chiese come avesse potuto tralasciare il piccolo particolare del carattere infiammabile della ragazza: avrebbe dovuto sapere che non sarebbe stato così facile.
Si rese conto che la stava fissando attonito da un lungo attimo; lei, le gambe saldamente piantate a terra e le mani strette a pugno, continuava a guardarlo dall’alto con disprezzo, in attesa di una risposta.
“Trish” iniziò Bucciarati, senza sapere esattamente cosa volesse dire.
Di fronte al suo tono contrito lei sbuffò pericolosamente.
“Trish” provò di nuovo, più deciso “Hai perfettamente ragione, non posso che biasimarti e chiederti scusa. E’ stato veramente scorretto e disdicevole da parte mia, e ti chiedo perdono”
Si rese conto all’istante che non erano delle scuse che avrebbero placato la sua furia, sebbene gli sembrasse necessario fare ammenda per il suo gesto; ci avrebbe scommesso, stava per prenderlo a pugni gridandogli di smetterla di essere sempre così puntiglioso e distante.
“Però” continuò con impeto, prima che la ragazza potesse interromperlo “C’è una ragione per cui mi sono comportato così”
Bucciarati trasse un respiro profondo e si costrinse a guardarla negli occhi. Non era pronto per quella confessione, non lo sarebbe mai stato, ma all’improvviso si rese conto che avrebbe voluto esserlo: se lo sarebbe imposto, avrebbe realmente seguito la strada che aveva scelto.
“Quando ieri sera ti ho respinto è stato soltanto per proteggerti… l’ho fatto in nome di… di qualcosa che provo per te, da diverso tempo…” asserì compito, le guance che viravano verso la tonalità ciliegia, un sorriso timido sbocciato sulle labbra di fronte all’espressione allibita di lei, interdetta dall’inattesa dichiarazione.
“Non posso più negare che ci sia… qualcosa, appunto. Avrei voluto poter ammettere apertamente questa cosa, ma la mia esistenza non me lo ha permesso.
Rivelarti tutto questo è la cosa più sciocca che potessi fare, ti sto deliberatamente mettendo in pericolo e sto accettando di trascinarti in un mondo che vorrei tu non avessi mai conosciuto.
Guido mi ha fatto riflettere, ha detto che era ingiusto che io scegliessi per te la direzione della tua vita senza consultarti e senza darti possibilità di scegliere. Ebbene, ho deciso di seguire il suo consiglio, di darti tutti gli elementi per stabilire come vuoi immaginare il tuo futuro.
Non avrei mai voluto mostrarti questa possibilità” la voce di Bucciarati si fece di colpo dolente “ma sono umano anch’io, egoista e smanioso di ottenere ciò che desidero da molto tempo. Non credevo di essere in grado di fare quello che ho fatto… ma a quanto pare non sono esattamente una brava persona come pensavo di essere” aggiunse con un sorriso amaro, fissando per un attimo un punto lontano, oltre le spalle di Trish.
Si riscosse e cercò di scacciare la sensazione di malessere che lo aveva colpito: oramai si era spinto troppo oltre, non aveva più senso pentirsi delle sue azioni.
“Non sto assolutamente dicendo che tu debba sentirti legata a me, a noi, in qualche modo” proseguì frettolosamente, consapevole che se avesse smarrito il filo del discorso non sarebbe mai più stato in grado di ritrovarlo “ma quello che provi è chiaro; ora sai cosa provo io, hai tutti gli elementi per decidere dove vuoi andare. Beninteso, non ti sto chiedendo di restare accanto a me; non ti priverei mai della possibilità di condurre la vita che sogni, ovunque essa sia. Solo… ti sto mostrando un’opzione”
Il giovane alzò lo sguardo e lo puntò dritto negli occhi di lei, completamente abbacinata.
“Stanotte ho fatto una scelta.
Ho deciso che, per una sola volta nella vita, mi sarei concesso il lusso di seguire i miei desideri.
Se non vorrai mai più sentir parlare di noi capirò; non ti farò una colpa di nulla e mi impegnerò al massimo per trovarti una sistemazione che sia esattamente come tu la vuoi.
Avrò il ricordo di questi momenti e vivrò felice che siano accaduti, felice di avere avuto il coraggio di osare, almeno stavolta”
Affaticato come se avesse corso una maratona Bucciarati si lasciò andare contro il bordo del letto; il peso della confessione lo aveva privato di ogni forza, sentiva le mani tremare e le serrò a pugno per nascondere l’emozione.
Ora non poteva fare altro che attendere la mossa di Trish.




Nota dell'autrice:
Alla fine sono tornata.
Confesso che questa storia non mi sta più convincendo: ho perso la passione nello scriverla e la soddisfazione nel portare avanti il mio headcanon (che resterà BruTrish tutta la vita), così come ho meno voglia di leggere e scrivere riguardo Jojo in questo periodo. Sarà perchè è troppo allegro? Chi lo sa.
Ho deciso che cercherò comunque di portare a termine la storia, che ne uscirà probabilmente un pò accorciata rispetto all'idea originale. Quello che cambierà è il ritmo della pubblicazione, che diventerà saltuario: per ottenere comunque un risultato valido ho deciso che lascerò tempo al tempo, l'unico sforzo che farò sarà quello di condensare e chiudere la storia in altri pochi capitoli (vorrei pubblicarne altri 2, massimo 3).
Detto questo mi dispiace per l'attesa, spero che il nuovo (apparentemente lunghissimo) capitolo vi soddisfi e grazie ancora per la lettura.
Namaste

 
  
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