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Autore: RLandH    24/06/2020    4 recensioni
-Si con i titoli faccio schifo -
Raccolte di fanfiction per l'iniziativa proposta da CampMezzosangue dei "100AU"
(Non sono certa di riuscire a scrivere tutte e cento le storie, ma tentar non nuoce)
#32(Frank/Hazel)
#81 (Leo/Calypso)
#87 (Luke/Thalia)
#10(Jason/Piper)
#100 (Nico/Will)
#18 (Travis/Katie)
#11 (Chris/Clarisse)
#42(Reyna/Annabeth)
#5 (Leo/Khione)
#23 (Percy/Annabeth)
#34 (Percy/Reyna)
#33(Luke!Centric)
#28(Leo/Echo)
#90(Michael/Clarisse)
#98(Percy/Rachel)
#19(Jason&Leo)
#65 (Annbeth/Luke!Past)
#77 (Calypso/Lester)
#39 (Harry Potter!AU) (Charlie/Silena)
#15 (Nico/Will)
#38 (Annabeth/PercyPercy/Calypso)
#17 (Percy/Calypso)
#70 Quella spogliarellista ha un aspetto familiare OMG sei tu!AU (Nico&Reyna)
#2 Mi sono infiltrato in casa tua alle due di notte perché ero ubriaco e pensavo fossa casa mia!AU(Leo/Calypso)
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: I sette della Profezia, Quasi tutti
Note: AU, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Titolo(Storia):   I Cento Mo(n)di
Titolo Capitolo:   Decolté leopardate e WTF?
Prompt:  #70 Quella spogliarellista ha un aspetto familiare OMG sei tu!AU
 Personaggi:  Nico di Angelo, Grover Underwood, Frank Zhang, Reyna Arellano, Leo Valdez (citati: Will Solace, Annabeth Chase, Piper McLean, Thalia Grace, Hazel Levesquez, Bianca di Angelo)
Paring:  Pernico!one-side, Solangelo (minor: percabeth, jun/grover, Frazel, Jasiper!na-specie,Thalia/Reyna!Hint).
Rating: Giallo limonata
Warning:  Modern!AU, Stripper!au
 Beta: Nessuna
Note: Ho trovato questa shot nel mio pc, penso di averla scritta durante la quarantena e non ne ero convinta allora come ora, però visto che era sul pc, ho pensato: dai la posto! Il punto è che il prompt non mi piaceva, perciò dubito potrò mai tirare fuori qualcosa di bello. La storia tecnicamente è una Nico&Reyna (come avevo fatto per Leo e Jason) invece che una Nico/Reyna (Magari un giorno).
Vorrei ringraziare Fenris e Farkas per essere presenze così costanti in questa raccolta e amiracieri che ha la buona creanza di star recensendo questo delirio.  
Buona lettura!
Ps - Ho tecnicamente aggiunto un indice.

 

Decolté leopardate e WTF?

“Che hai da fare?” aveva domandato Nico confuso.
Ho-da-fare” era stata la risposta di Reyna, una tiritera che andava avanti da un po’ di tempo e cominciava a frustrare non poco Nico.
Reyna era la sua migliore amica, almeno così credeva Nico, dopo una serie di relazione interpersonali che aveva affrontato nel corso della sua vita, tra mezze-cotte non ricambiate, gesti d’amicizia caduti nel vuoto e Jason, che per Nico rappresentava una questione a parte; aveva conosciuto Reyna.
Ed era stato, almeno dal lato di Nico, amore – platonico – a prima chiacchiera; si erano conosciuti al compleanno di Hazel, la sua sorellastra, dove la ragazza era stata l’unica altra anima avvolta nel disagio nel mezzo di una festa. Dal canto suo Nico aveva l’incredibile abilità di saper sparire tranquillamente nella carta da parati, una volta sfuggito allo sguardo attendo di Jason Grace, Reyna era la designata vittima delle attenzioni di tanta gente. Forse perché appariva sempre così sicura, brillante e sagace, che la sua apparente freddezza e rigidezza, finiva per sciogliersi soffocata dalla passione e la dedizione che la caratterizzavano.
Nico aveva capito che nonostante Reyna, si impegnasse per non apparire socievole – o solare –  era una persona dallo spirito forse e tenace, qualcuno su cui sembrava naturale fare affidamento.

A presentare i due era stato Jason, che con una mano sulla sua spalla e con una stretta di ferro lo aveva trascinato in giro per la sala della festa, onde evitare Nico sparisse nelle ombre – come adoravano tutti dire – per conoscere quante più persone possibile.  Di rimando lui si era guardato bene dal voler incontrare suddette persone; un susseguirsi di strette di mano e facce assolutamente anonime che aveva dimenticato il momento dopo. “E lei è Reyna, ricordatelo perché un giorno sarà presidente degli Stati Uniti” aveva esordito Jason e di rimando la ragazza, colta a tradimento mentre beveva si era ritrovata a sputacchiare la sua bevanda con un certo disagio, perdendo quella sua aria di ferrea sicurezza.
Nico poteva candidamente ammettere un anno e mezzo dopo che concordava con quella presentazione, probabilmente un giorno Reyna avrebbe avuto per ufficio lo Studio Ovale.
“Certo, ultimamente sei sempre così impegnata” aveva notato Nico.
Non sapevo di avere un fidanzato geloso a cui dover dare spiegazioni” aveva risposto con una certa acidità la ragazza.
“No, Reyna, tu puoi fare tutto quello che vuoi, mi piacerebbe solo prendermi una birra con te, non ti agitare” aveva risposto Nico.
Dalla festa di Hazel, che i due avevano finito per incontrarsi almeno una volta a settimana a bere e mangiucchiare qualcosa di sera, da quando sua sorella Bianca ingenuamente vedendoli parlare fittamente alla festa aveva organizzato loro un appuntamento – tre mesi dopo, grazie al sostegno di Reyna, Nico aveva confessato ad ambedue le sue sorelle la sua netta preferenza per gli uomini.
Solo che erano almeno sei settimane che la sua compagna di bevute e sgranocchiolamento di noccioline era scomparsa.
La paranoia lo aveva spinto a pensare che Reyna avesse cominciato ad evitarlo; Nico viveva in maniera angosciante ogni relazione, se ne rendeva conto, percepiva sempre, costantemente, un’ineguatezza inspiegabile quando era con le altre persone. L’assoluta percezione di essere un disturbo e che improvvisamente Reyna se ne fosse accorto, sapeva non fosse un pensiero razionale, perché continuavano a scriversi con la stessa regolarità.  
Avevano pranzato anche insieme diverse volte, c’erano state anche delle colazioni invero, ad orari improbabili, prima che Reyna andasse al praticantato e Nico tornasse a casa a dormire, reduce da una notte insonne.
Tre giorni prima avevano studiato assieme in biblioteca.
E che era scomparsa completamente la sera.
Nico le aveva anche chiesto se si fosse trovata un lavoro, ma la ragazza aveva eclissato ogni domanda, in ogni modo.

E che sto diventando matta con l’esame di Diritto Privato Comparato” aveva confessato la ragazza, “Praticamente passo la mia vita a morire tra queste pagine” aveva aggiunto, “Però ti giuro che pianterei tutto” aveva rivelato la ragazza con un tono più dolce.
Nico aveva sorriso, “E che sto cercando di non impazzire per la storia del matrimonio” aveva confidato lui, passandosi la mano libera sulla fronte, mentre scendeva dall’autobus raggiunta la sua fermata, “Lo so quanto è importante per te l’università” si era affrettato subito a riferire. Forse il motivo principale per cui di quei tempi si sentiva così insofferente alla vita, prima anche della latitanza della sua migliore amica, era quello: il matrimonio. Inevitabile. Imminente.
Impazziresti di meno se chiedessi a William di venirci con te” aveva sottolineato Reyna, “Mi piace come tu faccia tutta la misteriosa ma che insista a dirmi cosa fare” aveva soffiato lui, leggermente risentito.
Nico, i miei sono consigli” aveva risposto lei, “Adesso devo assolutamente andare” aveva tagliato corto la sua amica, “Si, vai a fare le tue cose misteriose” aveva sentenziato lui.

 

“Perché siamo in uno strip club?” Nico lo aveva chiesto con le labbra serrate in un’espressione neutra, che mal celava la sua insofferenza.
A Nico non piacevano le donne, ma era piuttosto convinto che anche se lo strip-club avesse riguardato uomini si sarebbe sentito a disagiato in tutta quella nudità, anche le cameriere erano strizzate in vestiti microscopici che lasciavano in mostra troppa carne.
“Perché il buffet è gratis” aveva risposto genuino Leo riempiendo il suo piatto di ali di pollo speziate e crocchette di patate.
Nico lo aveva guardato con vago astio, “Calypso la pensa uguale?” aveva chiesto retorico, “Me lo ha fatto scoprire lei” aveva risposto con onestà disarmante lui, “Come credi si siano pagata la facoltà di genomica[1]? Il Signor Atlante non ha mai dato un centesimo alle sue figlie” aveva domandato retorico, prendendo la strada per il tavolo.
Percy, il festeggiato, stava bevendo da un bicchiere con un drink rosa con un ombrellino, con gli occhi spallati, non sapeva se fosse confuso da quell’ambiente ma solo parecchio stordito dall’alchool.
Jason al suo fianco aveva preso a pulire le lenti degli occhiali, cotto di imbarazzo; il suo amico era sicuramente un bel ragazzo, ma era anche uno di quelle persone assolutamente inconsapevoli di esserlo.
Frank al loro fianco era rosso come un pomodoro maturo ed approfittava per ogni occasione per coprirsi gli occhi con le mani.
L’unico che sembrava a proprio agio in quella situazione era Grover con i suoi vestiti larghi ed il capello da rastafariano, che copriva i riccioli serpentini.
“Lo so che avevi detto niente cose esagerate” aveva valutato Leo, sedendosi al posto di fronte Percy, “Ma è solo un innocente strip-club” aveva detto, posando il piatto pieno di cibo sul tavolino, prima di schioccare le labbra e fare il segno di una pistola a Jason.
Il biondo aveva inforcato gli occhiali quadrati prima di recuperare un portafoglio bello pieno e tirare fuori da esso una mazzetta di banconote.
“Hai rapinato una banca?” aveva domandato confuso Percy, sputacchiando un po’ della sua birra, “Sono banconote da un dollaro” aveva detto chiaro Jason, “Ah, quindi una chiesa” aveva ridacchiato Percy. “Abbiamo fatto una colletta” aveva chiarito Grover con una risata, “Per le ballerine?” aveva domandato il festeggiato, Percy, arrossendo furiosamente sul viso.  Era intervenuto Leo allora, stuzzicando l’altro ragazzo, senza pietà: “Dai, Percy, è solo un rito di passaggio” . Frank che era sempre timidissimo aveva preso il coraggio di parlare: “E fidati, Hazel mi ha detto il programma delle ragazze!” aveva aggiunto lui, allusivo, “Vanno a Las Vegas.”
Nico aveva tirato su un po’ del suo rum-cola con la cannuccia, prima di ficcarsi in bocca una manciata di patate fritte.
Sarebbe stata una serata, orribile.
Doveva darsi malato, lo sapeva.
“Comunque non posso crederci” aveva ripreso a parlare Grover, “Ti stai veramente per sposare” aveva aggiunto guardando Percy, sconsolato; l’altro aveva ridacchiato, “Ma io lo avrei fatto anche tre-quattro anni fa, ma Annabeth voleva finire il dottorato, prima” aveva risposto con esimia onestà l’altro ragazzo, “Sei tu che hai una fidanzata da quando hai tredici anni e non l’hai ancora sposata” aveva sottolineato.
“Io e Jun siamo contrari all’istituzione del matrimonio!” aveva chiarito lui, con sicurezza.

Il momento dopo erano tutti a discutere delle loro fidanzate e quando sarebbe stato il caso di fare cosa. Frank era il più spedito da questo punto di vista, il problema fondamentale era il rito da scegliere, perché Hazel era cattolica e lui shintoista, per Leo e Calypso era ancora troppo presto.
Gli unici che erano rimasti esclusi dal discorso erano Nico e Jason.
“Hai deciso se inviterai il dottore carino o no?” aveva chiesto poi, con un tono di voce più piatto Jason.
Lui ci sarebbe andato da solo, tecnicamente con Piper, nel loro maldestro tentativo di rimanere amici, nonostante la rottura della loro relazione.
Egoisticamente Nico aveva sperato che Jason invitasse  Reyna al matrimonio, voleva che la sua amica si trovasse una brava persona e Jason lo era per antonomasia.
Nico aveva fatto schioccare le labbra. “Tecnicamente non è un dottore” aveva ammesso lui in imbarazzo; Will non era ancora un dottore, studiava medicina all’università; e si pagava gli studi lavorando nel bar, dove Nico andava a passare la notte quando non riusciva a dormire. Cosa che succedeva abbastanza spesso, almeno agli inizi; nell’ultimo tempo a guidarlo a quel bar era stato più l’interesse per vedere Will.

Nico non aveva ancora fatto propriamente coming-out con i suoi amici; aveva solo lasciato vaghi segnali sul fatto che non fosse interessato ad avere relazioni con donne, ma metà dei suoi amici aveva interpretato il suo comportamento come se Nico non avesse passione nell’intessere rapporti in generale.
Ma non Jason, ovviamente, perché forse il suo amico era un po’ inconsapevole per le vicende che riguardavano se stesso, ma non per quelle che riguardavano Nico, stranamente, per quello era attentissimo.
“Potrei averlo accennato” aveva concesso alla fine Nico.
Jason aveva sorriso soddisfatto, aggiustandosi meglio gli squadrati occhiali rossi.
Era la dannata versione bionda di Clarke Kent.

Non era del tutto vero, aveva raccontato a Will che c’era il matrimonio del ragazzo schifosamente eterosessuale di cui era innamorato da quando aveva, qualcosa come, tredici anni?
E Will, bello come il sole, aveva sorriso accomodante, e poi gli aveva detto che infondo ci erano passati tutti e che se voleva un più uno per l’evento: lui era un vero animale da festa.
Nico aveva avuto un mancamento, quasi. Will gli faceva svolazzare le farfalle nello stomaco, in una maniera diversa da qualsiasi sensazione Percy gli avesse mai dato; in realtà non voleva neanche paragonarle. Will era come una doccia fredda in una giornata caldissima d’estate, faceva bene, mentre quando pensava alle sensazioni che provava con Percy, quelle erano completamente diverse: era come essere investito più volte da un autobus. Stava sempre male.
“Okay siamo diventati troppo noiosi” aveva attirato nuovamente l’attenzione Leo, rubando la mazzetta di banco notte dal tavolo, dove Jason l’aveva lasciata per darlo al festeggiato, “È il tuo addio al celibato e devi farlo, non importando quanto è imbarazzante” aveva detto, con un sorriso bello lezioso sulla faccia.

 

‘Reyna rispondimi’
‘Reyna, sul serio ho bisogno di parlare con te’
continuava a digitare sul telefono, per nulla interessato a guardare le ballerine che roteavano attorno ad un palo, mezze-nude in tacchi vertiginosi.
“Ti prego non dirlo a tua sorella!” lo supplicò Frank, mentre un Grover parecchio divertito continuava ad ordinare alchool per tutti. Percy con coraggio, arrossato in faccia continuava a passare biglietti da un dollaro alle ballerine.
Se non lo avevano ancora preso a calci in faccia era solo per il suo bel faccino, probabilmente, visto quanti pochi soldi stava dando.

Nico, adesso non posso. Ti chiamo io dopo’ Reyna si era degnata di rispondere.
Al quarto bicchiere di Rum-e-cola, Nico non era così ben disposto con le sparizioni di Reyna, sapeva che studiava coma matta per passare gli esami e che il suo ruolo di rappresentate degli studenti l’assorbiva completamente, specie perché Octavian le lasciava fare tutto il lavoro per prendersi la metà dei nervi. Ma Nico non poteva andare avanti.
Era disgustato da tutto.
Voleva che Percy, bruciante di imbarazzo, smettesse di cercare di allungare dei soldi a donne mezze-nude.
Voleva anche Percy non sposasse Annabeth.
Ma sapeva che il suo secondo desiderio non fosse molto pratico.
Grover gli aveva messo una mano attorno alle spalle, amichevolissimo, più di quanto piacesse a Nico, ma cercò di non scacciarlo, perché riconosceva i buoni sentimenti dell’altro ragazzo.
“Io devo andare in bagno” aveva detto poi Nico, vuotando direttamente dal bicchiere il quinto bicchiere di rum-e-cola, inghiottendo anche il ghiaccio triturato. “Fai attenzione” aveva aggiunto Frank, audace, con le gote arrossate e le dita davanti agli occhi, quasi squagliato dall’imbarazzo.

Non era andato in bagno, non ci era neanche passato, si era chiuso altrove per prendere il telefono.
Era uscito a prendere una boccata d’aria, ne aveva bisogno.
Si grattò gli occhi con la manica della felpa, chiedendosi perché avesse accettato di andare, perché non riuscisse a dire di no a Percy mai, perché fosse così patetico.
Ignorami pure, ma io al matrimonio non ci vado’ aveva digitato velocemente.
Mentre fissava con sguardo perso una foto sua e di Bianca, con alle spalle Piazza San Marco.
Reyna non aveva ancora visualizzato il messaggio.
Lui aveva scosso il capo, aveva bisogno di bere un altro po’.
La notifica di un messaggio!
Si aspettava Reyna, ma invece aveva realizzato che il messaggio fosse di Will.
‘Ei, Nick! Come va?’ semplice. Netto.
Non vorrei essere qui. Vorrei tu fossi qui. Vorrei non essere qui, ma altrove con te.
Un sacco di risposte, erano venute in mente a Nico, ma era troppo codardo per scriverlo davvero.
Aveva rimesso il telefono in tasca ed era rientrato all’interno del locale.

Aveva fermato una ragazza con le orecchie da coniglietta per chiederle un altro bicchiere ed aveva cercato nuovamente i suoi amici sotto il palco, ma erano stati capaci di sparire nei dieci minuti in cui era uscito.
Incredibili.
Prima che si potesse concentrare nel cercare gli altri per il locale, per un breve momento, i suoi occhi indugiarono sulla donna che aveva avvolto la sua gamba, terminante in una decolté leopardata di tredici centimetri, attorno ad un palo d’acciaio.
“Ma … che cazzo …” si era lasciato sfuggire Nico.
La scarpa leopardata apparteneva ad un paio di gambe olivastre, chilometriche, proprietà di ad una ragazza latina, con una chioma di ricci scuri, strizzata in un vestitino di lustrini grande quanto un fazzoletto.
Reyna! Reyna Avila Ramirez Arellano.
Si era avvicinato al palco, mentre Reyna con un notevole forza delle gambe si era sollevata da terra, leggendosi al pallo solo con le braccia, rovesciando la testa all’indietro.
Nico aveva posato i gomiti sconvolto sul palco.
Qualsiasi danza Reyna stava facendo, suadente, mentre cominciava a far scivolare le spalline del vestito di lustrini dorati, quando aveva visto, tra tutti gli uomini che allungavano banconote un pallido Nico, con i gomiti piantati e lo sconcerto dipinto in viso.

“Meno male che non mi hanno visto” aveva detto Reyna, mentre indossava un maglione di lana sopra un reggiseno sportivo, “Sarebbe stato imbarazzantissimo” aveva detto con voce più controllata, “Certo Percy mi ha visto nuda già una volta” aveva raccontato con leggero nervosismo.
Nico aveva ancora gli occhi fissi sui copri capezzoli dalla forma di stella posati sul banchetto, davanti ad uno specchio, dove Reyna aveva la sua postazione. Aspetta cosa? Era stato il secondo pensiero di Nico, Reyna e Percy?
La faccia di Nico aveva dovuto essere esplicativa, perché Reyna aveva aggiunto, “Quando eravamo da Thalia, una volta è entrato in bagno, mentre io uscivo dalla doccia. Super imbarazzante” aveva raccontato, “Tranquillo, rispetto troppo Annabeth … e te” aveva detto quella. Nico avrebbe voluto dire che non aveva diritti o pretese sul ragazzo, nonostante il suo cuore andasse in fiamme in ogni occasione, ma alla fine aveva lasciato perdere.
“Vuoi spiegarmi?” era riuscito a dire Nico, decidendo che Percy Jackson era un argomento da lasciare stare.
“Prima di tutto. Se lo dici a qualcuno, in particolare Thalia Grace, sei morto” aveva detto subito Reyna, “Sei il mio migliore amico, ma sei morto” aveva aggiunto.
“Secondo: tra lo stage in procura e l’università non ho trovato molte offerte di lavoro che si sposavano bene con i miei orari.”



[1] Il solito headcanon di Calypso che è una studentessa/dottoranda di genomica

   
 
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