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Autore: lmpaoli94    26/06/2020    0 recensioni
Sandro Botticelli, che del pittore la sua fama lo precede, cade in disgrazia venendo rinchiuso nelle segrete di una città vicina a Firenze.
Per ingannare il tempo e per non perdere la sua abilità di pittore, Sandro dipinge le mura della prigione rendendo il suo “soggiorno” confortevole e resistendo alle intemperie dei nemici.
Ma per quanto tempo il pover’uomo poteva andare avanti in quel degrado? Chi poteva salvarlo se non il suo amico Lorenzo?
Una storia fantastica elaborata dalla mente di un toscano su come poteva essere la vita difficile di un prigioniero che anni dopo la sua morte veniva ricordato in tutto il mondo.
Genere: Avventura, Drammatico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Sandro Botticelli
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Le lacrime scorreva inesorabili sul suo viso sciupato mentre veniva condotto dinanzi al giudizio universale che lo avrebbe punito ingiustamente per sempre.
Un ragazzo dai capelli folti e da uno sguardo sincero e felice mentre la sua vita stava per essere stroncata da una moltitudine di sentimenti a dir poco angoscianti.
Questa era la breve visione di Sandro Botticelli mentre veniva rinchiuso ingiustamente in una delle fredde celle della cittadina lucchese dove aveva comprato casa nell’ultimo anno e dove lavorava come pittore di affreschi nelle case più ricche del territorio.
Il nefasto futuro lo stavano punendo per un crimine di cui era imputato.
Ma come poteva un umile servitore del Signore poter dimostrare la sua innocenza se la tua condanna a morte è già stata scritta ancora prima di cominciare.
L’isolamento servì al povero uomo per ricordare chi poteva averlo incastrato e per quale motivo, ma non riusciva a trovare nessun nesso.
Era solo una persona al servizio del prossimo. Chi poteva odiarlo così tanto da sbatterlo in prigione.
Nessuno credeva in lui, tranne un piccolo bambino che divideva la cella con il grande artista.
< Piccolo, tu per cosa sei stato incarcerato? >
< Rubavo dal banco della frutta per sfamare la mia famiglia e i miei fratelli. Stiamo continuamente morendo di fare e non riusciamo a trovare nessun lavoro degno che ci possa mantenere in questo mondo ingiusto. >
< Mi dispiace davvero tanto per la tua sorte, ragazzo > Fece Sandro con tono flebile < Se solo potessi fare qualcosa per te. >
< Non occorre. Anche tu hai i tuoi problemi da risolvere. >
< Su questo hai pienamente ragione. Ma se posso pensare anche agli altri, lo faccio molto volentieri… Però non avrei mai pensato di ritrovarmi in questa assurda situazione. >
< Non sai chi ti vuole così male da poterti condannare? >
< Purtroppo no. Io qui a Lucca sono solo di passaggio. La mia vita terrena è a Firenze. Ma dopo questo fatto non cedo di tornarci più. >
< Ti hanno già condannato? >
< Ancora non lo so. Non vogliono dirmi che cosa sta succedendo… Io per non pensare a questa situazione disperata, cerco di pensare alla mia arte. Ma come faccio se rimango chiuso qui dentro? >
< Sei un pittore? >
< Sì. Il mio nome è Sandro Botticelli. Tu come ti chiami, ragazzo? >
< Alberto. Il cognome non me lo ricordo. >
< E non c’è nessun familiare che possa badare a te? >
< A quest’ora i miei genitori mi crederanno morto… E di conseguenza redo di non avere nessun’altro al mondo. >
< Questo non lo devi dire. Sono sicuro che c’è qualcuno che potrebbe volerti bene. >
< E chi? Forse sei tu visto che mi rivolgi la parola… E comunque nemmeno io ritornerò ad essere uno spirito libero come un tempo. Sono destinato a rimanere rinchiuso qui dentro per sempre… Senza dimenticare che potrebbero tagliarmi la testa dinanzi alla piazza principale di questa città. >
< Credi che ne sarebbero capaci? >
< Tutta le persone che abitano in questo mondo possono essere corrotti per un sacco di soldi. L’ho visto sulla mia pelle… Gente che per uccidere prendeva somme di denaro. E per cosa? Solo per fare un favore ad un vicino. Credi che sia normale tutto questo? >
< Sei molto intelligenti per un bambino della tua età. Quanti anni hai? >
< Non lo so nemmeno. Ma ne ho abbastanza per capire come funziona questo mondo corrotto… Gli uomini di chiesa che dovrebbero essere al servizio di noi povera gente non fanno altro che gettarci in mano alle forze dell’ordine per ripulire le città ed estirpare le nostre colpe in prigioni malsane come queste. Tu credi che questa sia la giustizia di Dio? Se Dio esiste veramente, dovrebbe far fuori tutte queste persone. >
< Hai pienamente ragione su tutto, Alberto. Ma Dio non uccide per il solo piacere di farlo. >
< Allora ci vorrebbe un’altra apocalisse per togliere di mezzo tutti questi criminali peccatori e corrotti. Così il mondo sarebbe diverso agli occhi di tutti. >
< Tu vorresti fare una rivoluzione, se non ho capito male. >
< Non so come si dice. Purtroppo non ho mai avuto la possibilità di andare a scuola. >
< E’ un vero peccato. Se solo avessi alcuni libri di arte qui con me ti insegnerei a leggere. >
< E’ tutto tempo sprecato. Non mi rimane molto da vivere. Domani ci sarà il mio processo e da quel momento conoscerò il mio futuro. Anche se so benissimo quale sarà la sentenza… Mi uccideranno come tutti i ladri di questa città. Che fine nefasta per un povero bambino come me. >
< Tu hai gettato al vento la speranza > mormorò Sandro rivolgendosi al ragazzo con parole dure < Ma sono convinto che qualcuno ci potrà ancora salvare. >
< E chi? Hai qualche conoscente tra le guardie di questa città? Se è così, allora hai una possibilità. >
< No. ma ho un amico a Firenze che potrebbe intercedere per noi: il suo nome è Lorenzo De Medici ed è il Signore di Firenze. >
< Non ho mai sentito parlare di quest’uomo… Ma se è così importante come si dice ed è tuo amico, tu non dovresti essere qui. >
< Ho voluto allontanarmi da Firenze per cercare una nuova vita altrove. Qui voglio farmi una famiglia lontano dal caos e da quella gente fiorentina che non ha mai creduto in me… Avevo anche pensato di tornarci tra qualche anno, ma visto la mia situazione non credo che tutto ciò succederà. >
< Sai a cosa siamo accomunati noi due? Ad una fine indegna… Io, come te, credo di essere stato rinchiuso ingiustamente. Ma non potremmo mai provarlo a causa di quei dannati giudici corrotti. Per questo moriremo impunemente. >
< No. la nostra ora non è ancora giunta… Mi basterà mettermi in contatto con il mio amico Lorenzo e… >
< Nessuno può mettersi in contatto con le persone esterne. Fattene una ragione, Sandro. >
< Siamo condannati a rimanere al buio e al freddo di questa cella fino alla fine dei nostri giorni? >
< Certo che sì… Però come ti ho detto, non ci rimarremo per molto. I nostri giorni sono contati. >
< No. non può finire così. >
Sentendo la porta della cella aprirsi, un senso d’inquietudine s’impadronì di Sandro.
< Tu sei Sandro Botticelli? > gli domandò la guardia.
< Sì, sono io. Cosa volete da me? >
< Vieni. Il giudice che si occupa del tuo caso vorrebbe parlarti. >
Spaventato per quello che poteva accadergli, Sandro volle evitare di ritrovarsi dinanzi ad una persona che molto probabilmente l’avrebbe deriso e umiliato ancora una volta.
< Se non acconsentirai al volere del giudice, dovrò trascinartici con la forza. >
< Vai, Sandro. Rimanere qui peggiorerà solo le cose. >
< E tu? Che cosa farai? Non voglio lasciarti da solo. >
< Ci conosciamo da poco. Perché tieni così a me? >
< Perché come ti ho detto, voglio aiutare il prossimo. >
< Aiuta te stesso prima. Dammi retta. >
< Andiamo, razza di stolto criminale! > gridò la guardia trascinandolo fuori dalla sua cella < Non ho tutto il santo giorno da perdere con te. >
< Che voi siate maledetto. >
< I maledetti siete voi che marcirete all’inferno per sempre. Noi siamo dalla parte di Dio. >
< Non è vero. E’ Dio che è dalla parte dei misericordiosi. Proprio come me. >
< Adesso basta parlare. Hai una visita che ti attende. >
Appena Sandro fu trascinato nella stanza privata del giudice, non poteva credere a chi si trovò dinanzi.
< Non posso crederci… Girolamo Savonarola. >
   
 
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