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Autore: PRISHILLA    29/06/2020    4 recensioni
L'ossessione che Harry Potter ha per Draco Malfoy sta portando i suoi amici all'esasperazione. Cosa succederà quando Ginny, stanca delle sue continue lamentele, deciderà di prendere in mano la situazione per dimostrargli una volta per tutte che Draco non è stato marchiato e che le sue sono solo paranoie?
Scopriamolo insieme che ne dite..? ^^
Genere: Commedia, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Il trio protagonista | Coppie: Draco/Ginny
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Capitolo 25



Draco salì le scale in fretta guardandosi le spalle attento a non far troppo rumore.

Non aveva neanche dovuto pensarci su, sapeva già dove cercarla, dove trovarla. E lei era lì, davanti alla balconata, il vento a soffiarle nei capelli che ondeggiavano disordinatamente.

Quella brezza gli sferzò il viso, rabbrividì, ma non era certo fosse per il freddo.

La penombra, il silenzio... gli sembrò quasi di essersi perso all'interno della sua anima, era tutto così surreale da poter essere benissimo solamente un sogno, un incubo... faceva lo stesso.

Sapeva che lo aveva sentito arrivare, e sapeva che si era accorta di averlo alle spalle quando voltò lo sguardo di lato per vederlo con la coda dell'occhio. Gli era sembrato avesse sorriso. Non ne era certo.

Voleva dire qualcosa, interrompere quel silenzio che man mano diventava più pressante.
 

Avrebbe voluto dirle di rientrare in dormitorio, di sparire dalla sua vista e di non farsi più vedere.

Avrebbe anche voluto arrendersi a lei, arrendersi alla sua anima che scalciava disparatamente per averla.

Avrebbe voluto togliersi da quei panni troppo stretti, diventatigli estranei, e distruggere quel bugiardo che era diventato nel tempo per sostenere quella mascherata necessaria, ma penosa, che lo allontanava da lei, che li avrebbe divisi per sempre.

Avrebbe voluto dirle tante cose ma, non riusciva a dir nulla, troppo combattuto.

Eppure...

Eppure cedere con lei era facile, farlo vacillare, annullare la sua determinazione. Come ci riusciva?

-E' qui che tutto è iniziato...- disse lei interrompendo il flusso dei suoi pensieri. -E' qui che tutto è finito.- aggiunse e il sorriso sul suo viso s'incrinò. -Non è ironico?- gli domandò voltandosi verso di lui con un sorriso amaro sulle labbra.

Avesse potuto avrebbe eliminato tutta quell'amarezza in un'istante, ma non poteva farlo.

-Sapevo di trovarti qui.- disse invece l'unica cosa di sensato che gli venne in mente.

Si guardarono in quel silenzio assordante per diversi minuti, per un'eternità.

Era bella. Non riusciva a pensare ad altro. La luna che ogni tanto si liberava dalle nuvole in cielo le illuminava il viso, quei capelli color del sangue che le ricadevano spettinati, solleticandole il naso, spinti dal vento, la sua mano delicata che se li portava dietro l'orecchio.

Ogni cosa di lei era semplice perfezione, ogni gesto era spontaneità, era semplicità, e sicuramente lei neanche se ne rendeva conto, non si rendeva conto che lui pendeva dalle sue labbra.

E lui?

Aveva solo freddo e gelo per lei.

La vide avvicinarsi piano, non ci volle molto perché lo raggiungesse essendo a pochi passi l'uno dall'altro, gli appoggiò una mano sul petto, senza dir nulla, senza guardarlo, osservando le sue dita che accarezzavano piano il tessuto morbido della sua camicia scura.

Sentì di star respirando male, sperò che lei non se ne accorgesse, cercò di darsi un contegno.

-Dovresti tornare in dormitorio.- le disse con una voce rotta da un'emozione troppo grande per essere imprigionata ancora. Lei parve non udirlo affatto, ma più probabilmente lo ignorò. Odiava quando lo faceva, odiava quando ignorava “le stupidaggini che diceva”, per usare la sua espressione.

-Non ne ho voglia.- gli rispose qualche attimo dopo continuando a non guardarlo.

-Weasley io sono un prefetto... non hai neanche un po' di paura di quello che potrei fare?-

Finalmente lo guardò con un'espressione così indecifrabile da fargli tremare le gambe. Sembrava guardarlo dentro, scrutarlo nel profondo, facendolo sentire nudo, privandolo delle sue difese.

-Non ho paura di te Draco... Non di te... ne abbiamo passate così tante che... non ho paura di niente.- sussurrava, la voce sicura, decisa, il viso un misto di rabbia e dolcezza.

-Tu non mi conosci affatto... potrei farti male.- le intimò, ne era sicuro, era così, lui si conosceva e sapeva che se non fosse stata attenta, se lui non fosse stato attento, sarebbe finita così.

-E fammene allora.- lo aveva spiazzato, era l'ultima frase che si aspettava da lei. -Fai di me ciò che vuoi.- Draco scosse la testa piano, non poteva essere che gli stesse davvero dicendo quelle cose. -Io non ho paura, saprò resistere a qualunque cosa tu dica o faccia.- una piccola donna con un coraggio da leoni. Questo era davanti ai suoi occhi che la guardavano con ansia crescente.

Lui invece in quel momento voleva solo scappare, via lontano, trovare sollievo nel suo dolore lontano da lei, soffrendo in silenzio, da solo, senza intaccare la sua tranquillità.

Avrebbe potuto avere qualunque altra persona, il piacere sarebbe stato lo stesso, effimero, passeggero. Ma la sua pelle richiedeva lei, la sua anima anche.

-Tu non capisci.- le disse a denti stretti. -Se tu sapessi...- si fermò prima di dire cose di cui si sarebbe pentito. -Non staresti qui adesso, non diresti quello che stai dicendo. Non fare promesse che non puoi mantenere.- toccava a lui allontanarsi da lei.

Avrebbe davvero voluto aprire le porte della sua mente e camminarci senza terrore, rinunciando a quei ricordi troppo terribili per essere semplicemente accantonati. Desiderava davvero salvare la sua anima che ormai era innegabilmente perduta.

Un soldato, questo era, carne da macello.

Non voleva coinvolgerla... non lei!

-Capirei se tu solo me lo dicessi, se tu parlassi con me... io ti starei a sentire.-

-Certo che mi staresti a sentire e poi scapperesti via in preda all'orrore!- le urlò contro allontanandosi da lei interrompendo quel leggero contatto che pesava troppo sulla sua pelle.

Gli occhi di Ginny si spalancarono, ma non disse nulla. Respirava a fatica e anche lui, in quel silenzio tutto quello che si sentiva erano i loro respiri irregolari, e se prestava più attenzione poteva riuscire a sentire il rumore dei pensieri di Ginny riempire la stanza.

Si portò le mani alla testa afferrandola con forza. Avrebbe desiderato di scomparire in quell'istante pur di non essere guardato da lei, con quegli occhi indagatori, quegli occhi che lo avevano guardato dentro e che, ne era certo, avevano capito la sua natura... lei aveva capito tutto!

Volle scappar via.

Era un codardo, lo sapeva, ma non poteva farne a meno. Il fardello era troppo grande per il suo cuore, non riusciva a sopportarlo, e adesso che lei sospettava di lui e immobile lo guardava impaurita non poteva sopportarne la pressione.

Mille e mille volte codardo!

Avrebbe voluto scegliere il buio, l'oblio anziché il freddo della sua anima, ma non poteva farlo, non poteva dimenticare, non poteva ignorare chi era, cos'era. E non poteva dirglielo, la vergogna sarebbe stata intollerabile, aveva preferito voltarsi e andar via da lei.

“Avrebbe” preferito...

-Lasciami.- le disse mentre lei gli afferrava il mantello impedendogli di scappare lontano. -Ti prego lasciami andare.- era una supplica, sapeva bene che la voce rotta non poteva nasconderla, sentiva il groppo nella gola che gli faceva male, sentiva che avrebbe rischiato di crollare lì davanti a lei, e non voleva.

Ginny non si fermò, riuscì ad insinuarsi tra le sue braccia e con una mano dietro la sua nuca lo costringeva a guardarlo.

Il viso di Draco era un mascherare di dolore.

-Non posso farlo.- gli disse lei guardandolo come fosse la cosa più preziosa di quella terra. A Draco mancò il fiato a quel pensiero, lui prezioso per qualcuno? Lui che non si sentiva abbastanza neanche per se stesso.

-Smettila di scappare da me... affrontami!- gli disse a denti stretti con voce disperata. -Smetti di guardare il muro... guardami in faccia!- gli urlava.

Ma non riusciva a farlo, non ci riusciva. -Non posso. Non lo capisci?- le afferrò le spalle in un impeto, sentiva che se non si fosse aggrappato a lei avrebbe vacillato, le gambe molli, i muscoli indolenziti dalla tensione.

-Non me ne andrò... potrai cacciarmi quanto vorrai ma io voglio restare qui...- la voce rotta e quegli occhi che per Draco erano il paradiso, caldi, sicuri, sinceri. Avrebbe davvero desiderato scegliere il paradiso all'inferno, scegliere lei a tutto il resto, lei che rappresentava la libertà e la prigione. Un dualismo costante e incontrollabile che non faceva altro che confonderlo. -Resterò qui e ti ascolterò, ascolterò tutto quello che avrai da dirmi, ascolterò ogni insulto, ogni offesa, ogni minaccia.- rise con gli occhi che si facevano lucidi. -Ascolterò ogni genere di stupidaggine tu avrai da dire.- anche a Draco sfuggì un risolino a quella frase interrotto solo dalla voglia di piangere che lottava per reprimere. -E poi ascolterò tutto ciò che ti affligge, lo farò con pazienza e ti prometto che non sottovaluterò ogni dolore, ogni ferita, ogni oscurità che ti impedisce di essere sereno.- era sincera, lo sapeva, lo sentiva, lo vedeva in quegli occhi sull'orlo delle lacrime.

Voleva solo urlare forte, sfogare quell'angoscia, parlare con lei che avrebbe saputo confortarlo, perché sapeva che Ginny avrebbe mantenuto la sua parola, quella promessa inespressa. L'unica persona che si era soffermata a domandarsi il perché di ogni cosa.

Inspirò forte ingoiando il vuoto lisciandosi nervosamente i denti con la lingua, tutto per non crollare, non cedere al dolore.

-Non voglio che ti preoccupi per me.- le disse con voce sottile tentando di scostarla da sé, di allontanarla, ma era ostinata, lo era sempre stata.

-Draco ascoltami!- gli urlò in un impeto sollevandosi sulle punte e aggrappandosi con forza al suo collo avvicinando così tanto il viso al suo da sentirne i respiri caldi che misto al vento freddo gli davano i brividi. -Ascoltami.- sussurrò piano, quasi impercettibilmente. Lo guardava dritto negli occhi, con una forza disperata che non aveva mai visto in nessuno. E tutti i ricordi nella sua mente si mischiarono, la sua testa andò in confusione, tanto da non riuscire più a distinguere quelli belli da quelli brutti, il bene dal male. Ingoiava e tratteneva il respiro aspettando l'inevitabile, incapace di lottare ancora con lei, che era sicuramente più forte di lui, che da buon codardo sarebbe già scappato via da tempo.

-Perché sei qui, perché mi sei venuta a cercare, perché ti ostini con questa storia?!- le urlò stringendola con forza sentendola sussultare.

-Perché ti voglio.- glielo disse in un soffio, sfiorandogli le labbra con le sue senza annullare completamente quella distanza, abbassando lo sguardo imbarazzata, forse sorpresa lei stessa di quello che era riuscita a dirgli.

Non riusciva più a respirare, non poteva crederlo, non doveva cederlo, ma sapeva che doveva essere sincera. Voleva lui, lei, la purezza, voleva lui, un peccatore e la sua anima ormai inevitabilmente corrotta. Scuoteva il capo incapace di dirle nulla, di contraddirla, di respingerla.

Incapace di urlarle ancora di stargli lontano.

Lei si avvicinò piano, la sentì muoversi verso di lui, ma non fece nulla, non si sottrasse, la lasciò fare finché non ebbe coperto le sue labbra con le sue. Lo baciò piano, con una infinita tenerezza, Draco non era mai stato baciato a quel modo, era tutto diverso con lei.

Certo che poteva trovare piacere altrove, ma dovette correggersi, non tutto il piacere era lo stesso, avrebbe potuto trovare il modo di soddisfare le sue voglie ovunque, ma solo lei soddisfaceva la sua sete, la sua fame, il suo bisogno, la sua urgenza, il suo dolore...

Ricambiò quel baciò ormai privato di tutte le sue forze, crollate tutte le sue difese, tutte sulle sue labbra umide e fresche. Era inerme davanti a lei che con la forza, la caparbietà della brava Grifondoro era riuscita a stroncare la sua forza di volontà, aveva spento la sua intelligenza di astuto serpeverde, lasciandolo lì davanti a lei come un poveraccio bisognoso di cure.

-Voglio stare con te, voglio te...- gli disse tra un bacio e l'altro. -Non andare via... fai finta che io sia Pansy, prendimi come se fossi lei.-

Si arrestò immediatamente al sentirle pronunciare quelle parole che ferivano più lui di quanto stessero ferendo lei...

Pansy... Ginny voleva che pensasse a lei...

Come avrebbe mai potuto farlo quando la sua mente era interamente occupata da immagini di lei che si ripetevano e si susseguivano interrottamente impedendogli anche di dormire!

Le afferrò i capelli sulla nuca costringendola a guardarlo interrompendo il loro bacio, la guardò con severità, con affanno... -Come puoi dirlo...- con stanchezza. -...quando per mesi non ho fatto che pensare a te! Ho immaginato te al suo posto arreso all'idea di non poterti avere!- una confessione che gli costò caro, gli costò tutto.

Lei lo baciò ancora mentre Draco non riusciva più a sostenere il peso del suo stesso corpo e camminò incespicando finché raggiunse la parete alle spalle di lei e vi si appoggiò con una mano mentre Ginny continuava a baciarlo avidamente senza sosta, senza pause, afferrandogli il viso tra le mani.

Continuava a non capire il perché, perché ostinarsi con lui? Quando era ovvio che poteva avere chiunque altro.

I loro cuori che in quel momento erano così vicini, premuti l'uno contro l'altro, che battevano forte. I loro cuori che vivevano in realtà, in mondi del tutto diversi, inconciliabili. Ma per lei non era nessun sacrificio stargli accanto, accettarlo con tutte le menzogne, le cose nascoste, taciute, che non le aveva rivelato, che aspettava di sentire, ma che il suo cuore freddo non aveva il coraggio di confessare.

Si sarebbe sacrificata volentieri per lui, ne era certo, lo sapeva, lo aveva sempre saputo. Adesso era il momento di accettarlo.

Non poteva fermarla, ci aveva provato.

Anche lui si sarebbe sacrificato per lei. Avrebbe dato tutto per lei, quando la situazione lo avrebbe richiesto avrebbe dato tutto quello che aveva per lei, avrebbe rischiato qualunque cosa per lei.

-Non possiamo.- le disse ancora nell'ultimo vano tentativo di proteggerla, per quella malsana abitudine che aveva preso ad allontanarla da sé.

-Non possiamo più evitarlo.- gli disse invece lei guardandolo con desiderio.

Avrebbe davvero voluto avere più coraggio, ma la sua anima era raggelata dalla paura, non riusciva a liberarsene.

Ginny vide la sua esitazione e allora aprì il mantello, aveva la camicia da notte sotto, si ricordò solo in quel momento che era fuggita nel cuore della notte, con tutti i rischi che la cosa comportava solo per lui.

Prese ad armeggiare con i bottoni che percorrevano la veste sul davanti arrivando fino all'ultimo mentre la sua gola si seccava, e dovette respirare più forte quando intravide in quella sottile fessura che aveva creato, in quella penombra silenziosa, la pelle candida del suo ventre, lo spazio in mezzo ai seni, la stoffa sottile delle sue mutandine.

Avrebbe voluto fermarsi e riflettere, ponderare razionalmente quello che sarebbe successo se avesse ceduto, ma intanto che lui pensava lei gli afferrava la mano con delicatezza e se la portava sulla pelle scoperta.

Draco inspirò profondamente chiudendo gli occhi mentre appoggiava la fronte alla sua per sostenersi.

I polpastrelli che vagavano liberamente su quella pelle morbida. Senza che lui se ne fosse accorto Ginny gli aveva lasciato la mano e adesso era lui a muoversi sulla quella pelle in uno stato di trans.
Arrivò al suo fianco e lo strinse tra le dita sentendola respirare più forte.

L'ultima volta che si erano ritrovati lì lei non era pronta. L'aveva sentita irrigidirsi al suo tocco e si era fermato, lasciandola lì, deciso a dimenticarla.

Questa volta sembrava diverso, ma non poteva esserne certo, se lei non fosse stata sicura lui si sarebbe sicuramente fermato.

Aprì gli occhi guardandola con ardore.

Quanto era bella...

Quanto la voleva... la desiderava.

Non riusciva a toglierle gli occhi di dosso, la camicia da notte si era spostata e intravedeva un seno, tondo, piccolo, perfetto...

Si avvicinò e la strinse a sé andando ad accarezzarle il gluteo senza smettere mai di guardarla.

Questa volta l'avrebbe guardata, questa volta avrebbe capito se davvero lo voleva.

Passò ad accarezzarla piano laddove l'ultima volta s'era sentita incerta, sentendola fremere e agitarsi tra le sue labbra. Tentava di baciarlo, ma lui si allontanava quanto bastava per non essere raggiungibile, voleva guardala, voleva guardarla mentre la penetrava piano prendendola di sorpresa.

E così fece.

Ginny sospirò profondamente sollevandosi sulle punte stringendosi maggiormente a lui trattenendo poi il respiro per soffocare un gemito.

Era calda, accogliente, umida al punto da fargli capire che lo voleva davvero. Si mosse dentro di lei vedendola muoversi con incertezza, imbarazzo, cercando in qualche modo di nascondere il piacere per pudore.

Si sporse un po' su di lei lasciandosi baciare le labbra per mettere fine al suo imbarazzo. Lo baciò piano mordicchiando a tratti, leccandole avidamente, sensualmente. La lasciò fare senza risponderle.

Gli piaceva sentirla disperatamente vogliosa di lui al punto da dover fare qualcosa per mettere fine ai suoi tormenti, mettendo da parte l'imbarazzo, il pudore, la vergogna per soddisfare quella voglia.

Entrò in lei con due dita con più decisione e la vide sollevarsi ancora sulle punte dei piedi mentre un gemito gli moriva sulle labbra, annebbiandogli i sensi mentre preso da un istinto, un desiderio incontrollabile usciva da lei stringendola con tutta la forza che avesse in quel momento baciandola come fosse l'ultima volta, l'ultima possibilità, mettendo in quel baci tutto se stesso, tutto quello che possedeva e tutto quello che poteva darle.

Ma le gambe molli e pesanti li fecero scivolare lungo la parete finendo per terra.

Ginny lo spinse a sedersi e si posizionò a cavalcioni su di lui. Sembrava avesse paura di vederlo scappare via da un momento all'altro, intrappolandolo sotto di sé, stretto tra le sue gambe.

Lo baciava incerta su casa fare, come continuare. Vide la sua esitazione e gli fece tenerezza, vide il suo sguardo e gli provocò un vuoto nello stomaco. Aveva gli occhi velati di desiderio, lo sapeva, si vedeva, era chiaro.

Fermi a un respiro di distanza si guardarono in silenzio mentre le sue mani sotto la veste le accarezzavano i fianchi con lentezza ed esigenza.

Ginny allora prese a sbottonargli la camicia con le dita tremanti.

A Draco prese un colpo. Come aveva potuto dimenticarlo? Non poteva farlo...

Le afferrò le mani fermandola. Lei lo guardò con incertezza e sorpresa. -Lasciami fare.- gli disse. La voce spezzata da quell'eccitazione, quelle sensazioni nuove per lei, per il suo corpo...

Riuscì a continuare nel suo intento, rispondendo a quella debole presa.

Non poteva farlo, non poteva mettersi così a nudo davanti a lei. Aveva immaginato che avesse capito un'istante prima ma vedere con i propri occhi era tutta un'altra storia. A quel punto come avrebbe reagito.

Finì di sbottonarlo estraendo la camicia dai pantaloni aprendola sul davanti e carezzandogli il petto delicatamente.

Sorrise appena di quella scena. Un sorriso tirato, amaro, triste, che però non poteva reprimere, perché era felice. Era felice di lei, di quello che stava facendo, di quello che avrebbe voluto fargli ma non sapeva come. Era felice di saperla lì in quel momento. Ed era disperato.

Avevano passato di tutto, così aveva detto lei. Avevano affrontato di tutto.

Sarebbero riusciti a superare anche quello?

Avrebbe dovuto provare gioia, paura, colpa? O tutto insieme...

Pochi minuti li separavano dalla verità, Draco sentiva che stava per cedere, ma non avrebbe pianto, non piangeva per una qualunque cosa. In quel momento però lo avrebbe voluto fare, avrebbe voluto liberare tutto quello che aveva in corpo, tutte quelle emozioni che lo costringevano a soffrire minuto per minuto.

Lei avrebbe saputo e sarebbe andata via.

Respirò più forte mente per trattenere il pianto tentava di soffocare i respiri indurendo gli addominali scosso da lievi tremori. Lei si accorse che qualcosa non andava e lo guardò dubbiosa. Lui si sforzò di sorridere, con un sorriso tirato che di certo lei avrebbe smascherato.

Avrebbe visto il suo maldestro tentativo di nasconderle quelle emozioni che prepotenti volevano venir fuori. La guardò con tenerezza, pochi minuti e l'avrebbe perduta per sempre.

Riusciva a vedere la sua colpa semplicemente guardandolo? La sua gioia, la sua paura?

Gli accarezzò il viso, Draco imprigionò quella mano con la sua voltandosi con un sospiro profondo baciandole il palmo stretto alle sue labbra.

Voleva farlo. Voleva fidarsi di lei, voleva fidarsi di tutto quello che avevano passato, voleva aggrapparsi al suo cuore come fosse la sua unica ancora. Voleva essere salvato da lei, voleva lei.

Decise che sarebbe stato lui a farlo.

In un impeto prese a togliere la camicia con tutto il mantello ma lei lo fermò. -Fa freddo...- gli fermò le mani. La guardò con occhi imploranti. -Non c'è bisogno, prenderesti freddo.- gli sorrise e Draco vide in quel sorriso tutto l'amore del mondo, tutta l'accettazione e la fiducia.

L'afferrò baciandola portandola delicatamente sul pavimento, schiacciandola sotto il suo peso mentre la baciava e la sentiva macchinare con i suoi pantaloni. Gli venne da sorridere sulle sue labbra, era decisa, era sicura.

Quando anche l'ultimo indumento fu tolto si ritrovarono pelle contro pelle, poteva sentire il cuore battere contro il suo petto scatenato, e lei, che si spingeva contro il suo corpo, le mani nei suoi capelli.

Capì che era giunto il momento, che non poteva fare altro che assecondarla, soddisfarla, prenderla lì su quella fredda pietra, in quella torre solitaria, silenziosa e scura.

Si staccò da lei guardandola negli occhi trafelato. Lei lo guardava aspettando di vedere cosa sarebbe successo, chiedendogli aiuto mentre spingeva il bacino contro di lui in preda a spasmi incontrollabili.

Draco udì un rumore continuo. Era la pioggia che aveva preso a scendere dal cielo nuvoloso, coprendo la luna, coprendo il suono dei loro respiri.

-Sei sicura.- si sentì in dovere di chiederle. Lei annuì. -Ti potrei fare male.- gli sorrise sollevandosi poi quel che bastava per baciargli le labbra.

Draco lo prese come una conferma e si posizionò meglio su di lei che poteva sentire tremare come una foglia.

Fu gentile, entrò piano, gradatamente facendola abituare di volta in volta a quella nuova intrusione.

La sentì immediatamente irrigidirsi e si fermò. Si prese il tempo di baciarla, non smise mai di accarezzarla. Si sentiva eccitato, fosse stato per lui l'avrebbe presa subito, ma non poteva farlo, doveva darle i suoi tempi, farla sentire al sicuro. Doveva fare quello che non sapeva fare, doveva fare qualcosa che gli era stato precluso per anni... doveva amarla, come non aveva mai fatto, come non credeva di saper fare.

Ginny rilassò il bacino, riprese a baciarlo. Quando la sentì muoversi sotto di lui in cerca d'altro, capì che voleva di più, voleva che continuasse, che aveva il suo permesso.

Riprese a muoversi piano. Si sorprese quando la trovò così bagnata da scivolarle dentro con facilità. Un gemito le sfuggì dalle labbra per la sorpresa, per quel piacevole dolore che non conosceva, che non si aspettava, mentre lui sospirò di sollievo una volta dentro di lei, liberandosi da ogni peso, preso solo dal momento, da quelle sensazioni così diverse da quelle che conosceva, così intense da soffocarlo, si sentiva quasi privo di forze, ma Ginny sotto di lui si agitava, lo cercava, si muoveva, incerta, senza sapere bene cosa fare, come muoversi.

Si mosse in lei piano intensificando il ritmo solo alle sue richieste tacitamente espresse. Lei si aggrappava a lui con forza, soffocando quei gemiti che lui avrebbe tanto voluto sentire.

Andarono avanti così, cullati dal suono della pioggia che cadeva giù. Le disse che era bellissima, e le disse quanto la desiderava tra un respiro e l'altro, senza riuscire a trattenersi, senza contegno, prendendola con tutto il sentimento che aveva, aggrappandosi a lei per non perdere se stesso, aggrappandosi al suo amore, ai battiti forsennati di quel cuore che sotto di lui, stretto al suo petto, era come impazzito, che batteva per lui...

Fece l'amore con lei, mentre le gocce della pioggia rimbalzavano sulla pietra e finivano su di loro, che non se ne curavano affatto, che non si curavano del freddo pungente, dei capelli inumiditi, della stanchezza, del sonno.

Fece l'amore anche lui per la prima volta quella notte.

Quando ebbero finto, quando raggiunse l'apice del piacere, lo fece sulle sue labbra con un lungo gemito soffocato, accasciandosi su di lei stanco ma soddisfatto.

Si sollevò su un avambraccio mentre riprendevano fiato, gli occhi lucidi carichi di lacrime che premevano per venire giù, si guardarono, risero imbarazzati, contenti, coprendosi maggiormente con il mantello, stringendosi più forte, per il freddo...

-Lo sapevo!-

Ebbero a malapena il tempo di godersi il momento perché voltandosi nella direzione di quella voce Pansy era lì che a braccia conserte li guardava con aria di sfida.

-Per questo non venivi con me... ti scopavi la Weasley.- la voce sprezzante e derisoria, carica di risentimento e voglia di vendetta. -Ti ho cercato in lungo e in largo, ma finalmente, eccovi qua.-

Draco guardò istintivamente Ginny trovandola pietrificata. Tentava di chiudere la camicia da notte per coprirsi anche se il mantello impediva ad altri la visione della sua pelle nuda.

Draco era inferocito, non era così che avrebbe voluto concludere quella notte. -Pansy, maledetta, sparisci!- le intimò.

-Certo, ma tornerò con i rinforzi, ho appena visto passare Piton.- disse saltellando via urlando “professore” mentre vedeva Ginny inorridire.

Si levò da lei. -Vestiti svelta.- le disse facendo altrettanto in fretta.

Le afferrò poi una mano pronto a trascinarla via di lì, ma si bloccò di colpo sentendo i passi che salivano, sempre più vicini.

Draco era nel panico, per lui non gli importava, ma non voleva che Ginny passasse guai a causa sua.

Si guardò intorno, non c'erano altre vie di fuga. Guardò fuori, pioveva ancora a dirotto. Ginny lo fissava impaurita ma entrambi sapevano che era l'unica soluzione possibile. -Vai.- le disse.

-Malfoy.- la voce del professore.

Si voltò si scatto, sentendosi colto in flagrante, sperando che tutto finisse in fretta.

Lo vide dare un'occhiata in giro e non trovarvi altri che lui. Piton guardò Pansy che si giustificò dicendo: -Era qui, lo giuro ne sono certa dev'essere qui!- urlava disperata tentando di giustificarsi a perdifiato con il professore che pareva piuttosto infastidito.

Piton sbuffò e entrò la stanza piano guardandosi intorno, Draco sperò vivamente che non trovasse nulla e se ne andasse subito.

Lo guardò, lo scrutò trovandolo in disordine, la camicia fuori dai pantaloni, i capelli spettinati sistemati frettolosamente.

-Vedo che sei solo.- gli disse e Draco annuì. -Che ci fai qui? La tua ronda serale è finita da un pezzo.- Pansy rise. -Non rida signorina Parkinson, la sua è finita ancor prima.- le fece notare azzittendola. -Vi voglio far notare che siete stati fortunati che sia venuto io, altrimenti avremmo perso diversi punti preziosi.- i ragazzi tacquero in colpa.

Piton si guardò ancora intorno.

Pansy gli aveva detto di averlo trovato con una ragazza, ma non vi era nessuno in quella stanza.

Era palesemente sospettoso ma si avviò verso le scale. -Signor Malfoy ti voglio nel dormitorio immediatamente, sono stato chiaro?-

-Si professore.- gli rispose tirando un sospiro di sollievo al pensiero che se ne stessero andando.

-Lei invece venga con me, la riaccompagno personalmente.-

Draco lanciò un sorrisetto ironico alla ragazza che scendeva le scale sbattendo i piedi incurante del rumore che faceva.

Piton si voltò ancora una volta, ma questa volta qualcosa parve attrarre la sua attenzione.

Draco ingoiò aspettando impaziente che andasse via.

Seguì lo sguardo del professore e sbiancò. Erano le mutandine di Ginny che sul pavimento erano illuminate a mala pena dalla fioca luce della bacchetta che il professore aveva lungo il fianco.

Lo guardò negli occhi senza dir nulla. Non vi puntò la bacchetta per vederci meglio.

Lo vide solo distogliere lo sguardo da lui preso improvvisamente da qualcos'altro che sembrava gli interessasse maggiormente. Lo vide sgranare gli occhi

Draco si voltò per seguire ancora una volta il suo sguardo, e vide il riflesso di Ginny nel vetro.

Era fuori al balcone, sotto la pioggia torrenziale che con le mani al petto non fiatava e aveva gli occhi serrati.

Si voltò ancora a guardare il professore. Non dissero nulla. Ma sapeva che sapeva...

-Nei dormitori, subito.- gli sentì dire prima di sparire alla sua vista.

Draco finalmente riprese a respirare e corse da lei tirandola dentro sottraendola alla pioggia.

Gli sembrava un pulcino bagnato, ma la vide sorridere mentre gli diceva “ce l'abbiamo fatta” con non poca soddisfazione.

Era felice di vederla di nuovo dentro, era stato in pena per tutto il tempo ma...

-Non esultare troppo Weasley.- le disse con rimprovero.

-Che ho fatto?- si domandò lei strabuzzando gli occhi perplessa.

Draco puntò il dito di lato indicando l'indumento sul pavimento. -Hai dimenticato un pezzo.- le fece notare.

-Oh.- disse lei semplicemente, lievemente imbarazzata, ma felice di averla scampata. -Però ce l'abbiamo fatta.- gli disse ancora sorridendogli.

Draco sospirò, era inutile dirle che Piton li aveva sgamati alla grande e che per qualche strana ragione a lui ignota non aveva detto nulla.

Intanto lei era fradicia, e con i capelli appiccicati al viso si stringeva nel mantello zuppo.

-Toglilo, prendi il mio.- le disse, ma prima che potesse toglierlo Ginny aveva fatto cadere il suo per terra e si era fatta largo ancora una volta era le sue braccia. -Ma che fai?- le chiese sorridendo di quei gesti così inaspettati.

-Ho un'idea migliore.- gli disse lei. -Condividiamolo.-

La guardava stranito ma felice. Quei piccoli gesti dolci, teneri, affettuosi, non erano cose a cui lui aveva mai dato importanze, ma con lei gli venivano facili.

Sentì le sue mani che gli accarezzavano la schiena stretto in quell'abbraccio, poi le avvertì sulla pelle. Sollevò un sopracciglio senza dire nulla. -Ho un'idea ancora migliore.- disse.

-Quale?- le domandò divertito.

-Tanto che le mutandine sono la...- quella che Draco sentiva era malizia...

-Cosa vuoi dire?- le chiese dubbio. Credeva di aver capito ma voleva sentirselo dire da lei...

Non disse nulla altro, si sollevò sulle punte e lo baciò rendendo più chiaro il concetto quando si aprì ancora la veste passando poi a sbottonargli la camicia.

Draco era incredulo, voleva rifarlo?

-Ginny ma sei sicura che era la tua prima volta?- le domandò ironicamente.

Lei gli sorrise sulle labbra divertita. -Si, e adesso mi tocca far pratica.- ridacchiò. -E poi adesso sei qui... ti ho finalmente per me...- la voce malinconica carica di paure.

Fecero l'amore ancora una volta, avvolti nell'oscurità mentre la pioggia rinforzava bagnando il pavimento, bagnando loro.

Il cuore di Draco era freddo, freddo come il ghiaccio, freddo come la neve, e lei era l'alba e il tramonto che con i suoi raggi caldi e luminosi lo avrebbe scaldato, in vista di una nuova notte che avrebbe portato altro gelo. Ma lei ci sarebbe stata ancora...

Riuscì a darle piacere, a sentirla tremare e fremere stretta tra le sue braccia, incerta su cosa fosse successo quando i muscoli e i nervi del suo corpo si rilassarono finalmente dopo quelli che a lei parvero interminabili istanti di pura piacevole tensione. Quando le disse a cosa erano dovuti quegli spasmi probabilmente arrossì perché le sue guance divennero improvvisamente calde contro la sua, e lui rise apertamente di lei che gli intimava di non ridere offesa e imbarazzata. Lui però si limitò a baciarla finendo quello che avevano iniziato.

Si affrettò poi a rivestirla, senza dimenticare nulla questa volta. Dovevano andare, era davvero tardi ed erano zuppi.

Separarsi fu difficile ma necessario, almeno per quello che restava di quella notte sarebbero riusciti a dormire.

Finalmente.


 


 


 


 

Eccomi qui!!!^,^

Vi avevo promesso un bel capitolo sorprendente ed eccolo a voi!

Devo dire che questo è stato stranamente il capitolo più difficile da scrivere per me... eppure non ho mai avuto problemi con questo genere di scene... anzi XD... ma questa non voleva essere una semplice scena si sesso, voleva essere una scena di liberazione, di resa, di arrivo... Volevo fosse carica di emozioni ancor più che di sensualità.

L'ho riscritta due volte XO!!! la prima versione faceva schifo.. UNA CAGATA COLOSSALE!!! Fosse stata cartacea l'avrei fatta a brandelli!!! Ma questa è riuscita a raggiungere più o meno quello che avevo in mente... (più o meno...)

Dobbiamo ringraziare James Blunt per questa scena... non fosse stato per “Tears and Rain” questo capitolo non avrebbe avuto l'intensità che ha (almeno per me...) e forse non sarei riuscita a scriverlo affatto e voi non avreste avuto il seguito di Cuore Celato perché mi sarei bloccata ^.^

Un grazie infinito va anche a tutti quelli di voi che seguono la storia e che la stanno apprezzando al punto da essere arrivati fin qui, e soprattutto a quelli che mi danno sostegno con le recensioni e i loro commenti!!! Grazie grazie grazie!

Adesso che il più è fatto, ci stiamo avviando verso la fine, non manca molto, e spero continuiate a leggere per vedere l'evoluzione della storia e che soprattutto continuiate a dirmi cosa ne pensate per vedere se la mia visione delle cose e la vostra possano coincidere in qualche modo. ^.^

Un bacio a tutti alla prossima!!!!

  
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