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Autore: DanielaE    29/06/2020    1 recensioni
Storia liberamente tratta dal mobile game omonimo Hogwarts Mystery, segue la storia principale, comprese alcune missioni secondarie, quindi attenzione agli spoiler, ovviamente il tutto modificato e ampliato a mio gusto e piacere.
Nel 1984 la nostra protagonista varca per la prima volta le porte della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts, smistata a Serpeverde, con nuovi amici e nemici si ritrova l'eredità di suo fratello Jacob a gravarle sulle spalle: egli infatti era stato espulso dalla scuola per aver cercato le misteriose Sale Maledette.
Genere: Fantasy, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Weasley, Charlie Weasley, Nimphadora Tonks, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
Capitoli:
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~~«Pronti?» Tulip mise la sua bacchetta nel mezzo del cerchio che avevano creato e toccato due volte il legnetto lo lasciò andare, questo iniziò a vorticare veloce, sprigionando scintille argentate tutte intorno, fino a quando perse velocità fermandosi dritto davanti ad Elanor. Lei impallidì pensando che quella sera Merlino doveva avercela proprio con lei. La rossa rifece lo steso rito precedente e quando la bacchetta rallentò la serpeverde pensò che forse anche Morgana ce l'aveva con lei e proprio non ebbe il coraggio di alzare la testa e guardare quegli occhi.

Penny Haywood la stava guardando con gli occhi azzurri e limpidi e l'aria serena di chi si trova davanti alla persona di cui si fida di più al mondo «Obbligo o segreto?» le chiese Tulip, mentre la bionda davanti a lei continuava ad osservarla «Non c'è nulla che Elanor non sappia di me!»
Ne sei sicura Penny?
La mente le suggeriva di scegliere obbligo e fare qualcosa di stupido su cui ridere insieme all'amica per il resto della serata, ma sentì la sua bocca pronunciare quella parola ancora prima di accorgersene: «Segreto!» il sorriso di Penny si spense all'istante, forse per l'imbarazzo di dover dire davanti a tutti qualcosa di compromettente, forse perché aveva davvero qualche segreto che voleva tenere per se, forse semplicemente per la delusione.
«Cosa vuoi sapere?» disse senza scomporsi più di tanto.
«Ti piace qualcuno?» ancora una volta la sua voce le apparve estranea e lontana.
Penny si prese qualche secondo, poi senza mai distogliere gli occhi da quelli dell'amica disse: «Credo di si!». Ci fu un momento di silenzio, durante il quale Penny avrebbe voluto chiederle chi fosse, ma non lo fece, aveva una sola domanda a disposizione e l'aveva già utilizzata e poi non era sicura di voler sapere la risposta, almeno non quella sera. Tulip fece nuovamente ruotare la bacchetta, Elanor aveva la mente intorpidita, a stento si accorse di Tonks che fu obbligata a ingurgitare qualcosa da Tulip e quest'ultima che fu costretta da Andre a indossare le scarpe e soprattutto allacciarle; sentì come attraverso una bolla uno dei ragazzi di cui non ricordava il nome fare una domanda all'altro «È vero che hai baciato Mary?» l'amico sgranò di poco gli occhi, sembrava aspettarselo «Si! È vero! Ed è anche stato orrendo se vuoi saperlo, bacia in modo strano e con gli occhi spalancati!» «Lo so! È inquietante, è uno dei motivi per il quale l'ho lasciata!» i due si guardarono seri per poi esplodere all'unisono in una risata che coinvolse anche gli altri, ma che arrivò come un'eco lontano alle orecchie della serpeverde che riusciva solo a pensare se l'amica fosse arrabbiata con lei o meno.
«Elanor!» la voce delicata di Rowan le giunse così lontana che a stento riuscì a sentirla, avvertì a malapena la piccola mano della compagna di casa che stringeva il suo polso come a richiamare la sua attenzione. «Tocca a te!» le disse, facendo un leggero cenno con la testa ad indicare la bacchetta che puntava verso di lei.
«Oh!» deglutì imbarazzata, mentre Tulip scrollava le spalle abituata alle stranezze dell'amica e faceva ripartire la bacchetta che riprese a vorticare fino a rallentare e fermarsi di fronte all'ultima persona che Elanor avrebbe voluto si fermasse: Talbott Winger.
Lui rimase impassibile come suo solito, era praticamente impossibile carpire i pensieri e lo stato d'animo di quel ragazzo, attendendo la decisione della ragazza.
«Obbligo!»
A quella parola tutti ulularono in sincrono, pare non aspettassero altro per assistere finalmente a qualcosa di "scabroso", ammettendo che un gruppetto di tredicenni sapesse il reale significato di quella parola.
«Bacio! Bacio! Bacio! Bacio!» iniziarono ad urlare, battendo le mani.
La decisione spettava ad Elanor, ma lei non avrebbe mai potuto baciarlo (O si?) insomma, era il ragazzo che piaceva ad una delle sue migliori amiche, "Ma è anche il ragazzo che piace a te!" suggerì la viscida serpe che era dentro di lei.
Talbott sollevò un sopracciglio: «Se sta bene a te... »
"Cosa?" la ragazza non ebbe il tempo di obiettare che il corvonero si era già sporto carponi verso di lei e aveva avvicinato il viso a quello di Elanor. Non riusciva a muovere un muscolo e forse neanche stava respirando, sentì il fiato sul collo di Talbott e poi le sue labbra calde e umide sfiorarle la guancia e fermarsi nell'incavo delle labbra. Merlino, il cuore poteva battere così forte senza ucciderla?
«E questo cosa sarebbe?» si lamentò uno dei corvonero «Non era neanche un bacio sulle labbra!»
«Era quasi sulle labbra!» la difese Tonks, ma lei avvertiva solo il freddo e il vuoto che lui aveva lasciato allontanandosi.
Se il gioco durò ancora tanto o poco non lo seppe mai, tenne per tutto il resto del tempo lo sguardo basso, troppo imbarazzata per guardare Talabott, troppo traditrice per posare gli occhi su Penny. Quando gli altri salutarono e lasciarono le ragazze da sole, ebbe solo la forza di annunciare che andava in bagno: aveva necessità di un momento di respiro, o forse voleva nascondersi per non incorrere nell'ira dell'amica, ma non fece in tempo a chiudere la porta alle sue spalle che sentì la voce di Penny e la sua presenza dietro di lei «Vengo con te!».
Non ebbe il coraggio di guardarla neanche quando chiusero a chiave la porta.
«Lo so cosa stai facendo!» alzò di scatto la testa per osservare finalmente il viso della tassorosso. Era serena e sorrise anche «Non volevo tenerti un segreto, solo... mi vergogno. Un giorno ti dirò di chi si tratta ma, voglio essere sicura, insomma... magari... »
«Oh! Penny!» Cara, dolce, meravigliosa Penny.
L'amica di slancio l'abbracciò e lei si sentì fortunata, forse non sarebbe mai stata ricambiata dal ragazzo che le piaceva, ma aveva un'amica insostituibile come Penny Haywood.

I giorni iniziarono a trascorrere velocemente e con loro anche le settimane, la sera dopo il pigiama party Elanor aveva iniziato a dormire con la foglia di Mandragola in bocca e come si aspettava non era una cosa particolarmente piacevole, ma con il tempo si stava abituando, come stavano diventano ormai una consuetudine gli incontri con Talbott, una volta a settimana alla stessa ora nella stessa aula, aveva anche scoperto che ammettere almeno a se stessa il suo interesse verso il corvonero l'aveva stranamente messa più a suo agio, come se prenderne consapevolezza rendesse meno imbarazzante i loro incontri, si era infatti convinta che quella fosse una normalissima cotta adolescenziale che come era arrivata sarebbe svanita, come un battito di ali, senza lasciare traccia.
Un tardo pomeriggio entrò come una furia nell'aula di trasfigurazioni, con ben dieci minuti di ritardo e sperando di non aver infastidito troppo il già difficile carattere di Talbott, ma questi era preso da una fitta e piuttosto confidenziale discussione con la McGranitt. Elanor, visto il viso sconvolto del ragazzo, sperò che l'insegnante non avesse cambiato idea sul loro "esperimento", ma il suo battito cardiaco riprese il consueto andamento, quando la donna sorridente le andò incontro: «Signorina Blair, il signor Winger mi ha appena detto dei suoi progressi con l'incantesimo animagus!»
«Beh! Ho un buon insegnante!» ammise Elanor lanciando uno sguardo al ragazzo che però sembrava immerso nei suoi pensieri.
La professoressa sorrise ancora di più ed Elanor si stranì non poco di vedere l'austera insegnante con le labbra sottili tirate in un'espressione compiaciuta. «Noto con piacere che ripone una certa stima nei confronti del signor Winger. Una tale fifucia dovrebbe essere... ricambiata.» rimarcò l'ultima parola rivolta verso Talbott che scattò come se gli avessero appena tirato uno schiaffo in pieno viso.
«Vi lascio al vostro lavoro allora. Buona serata!» così dicendo la donna uscì dall'aula chiudendosi la porta alle spalle con un incantesimo non verbale.
«Va tutto bene Talbott?» chiese Elanor una volta rimasti soli. Il ragazzo la osservò a lungo, in silenzio, sembrava combattuto dal parlare o restare in silenzio, alla fine scelse una via di mezzo: «Va tutto bene, iniziamo, siamo già in ritardo!» in pochi secondi riprese il pieno controllo di se stesso e qualunque cosa si fosse detto con la professoressa di trasfigurazioni, la tenne per sé. Il tempo passò velocemente e quando finirono la lezione si accorsero che ormai fuori era quasi buio.
«Sei pronta!»
«Cosa?»
«Sei pronta, ormai padroneggi l'incantesimo e sono sicuro che una volta bevuto la pozione, riuscirai anche a lanciare un buon incantesimo che ti permetterà di trasformarti in animagus!»
Passeggiavano sul lungo portico dalle cui arcate si poteva scorgere il cortile ormai buio e solitario. Elanor si ritrovò a sorridere osservando il cielo stellato e immaginando la sua trasformazione. «Chissà, magari tra qualche giorno sarò in grado di volare!»
Talbott si fermò di scatto, le spalle improvvisamente rigide, poi sospirò rivolgendo lo sguardo pensieroso verso il cortile.
«Sai mantenere un segreto Blair?»
«Certo!» rispose prontamente lei, chiedendosi che tipo di segreto poteva mai avere un ragazzo come Talbott e soprattutto perché avrebbe dovuto rivelarlo proprio a lei.
«Una volta mi hai chiesto perché non volessi bere io la pozione per trasformarmi in animagus... » si incamminò a passo lento nel cortile, Elanor lo seguì curiosa e confusa.
«La verità, è che non ne ho bisogno!».
In pochi istanti il corpo di Talbott parve accartocciarsi su se stesso, poi la pelle e i vestiti divennero piume e quello che era il corpo di un ragazzo si trasformò in un aquila.
Elanor restò sbalordita e senza fiato ad osservare il volatile dinanzi a lei, prima che questi riprendesse le sembianze di Talbott Winger.
«Sei un animagus!» la voce colma di stupore ma anche incuriosita.
«Non sono un animagus registrato»
«Perché?»
Il corvonero sospirò «I miei genitori si erano opposti a Tu sai Chi durante la Guerra Magica e lui li fece uccidere. La notte in cui morirono io riuscì a scappare perché mia madre mi aveva insegnato a trasformarmi in animagus. Anche dopo la fine della guerra, non ho mai avuto il coraggio di registrarmi, o sempre paura che loro possano trovarmi»
«I mangiamorte?»
«Si, se in qualche modo dovessero riprendere il potere, potrebbero trovarmi e uccidermi, così come fecero con i miei genitori, li trovarono tramite i registri animagus del Ministero»
«Mi dispiace Talbott» Elanor non sapeva cosa dire, troppo confusa da quella confidenza improvvisa.
«Forse un giorno avrò il coraggio di registrarmi, ma per adesso non deve saperlo nessuno!»
«Chi altri lo sa?»
«La McGranitt!»
«Nessun'altro?»
«Nessuno!»
«E Penny?» Talbott corrucciò le sopracciglia a quella strana domanda «Nessuno!» rispose con maggior fermezza.
«Manterrai il segreto?»
«Certo che lo farò! Mantengo sempre i segreti dei miei amici!» affermò lei con enfasi.
«Ma noi non siamo amici!» quella frase le arrivò come una stilettata dritta al petto, ma invece di ferirla, stranamente la rinvigorì.
«Perché? Perché mi hai confidato una cosa simile, se non mi reputi neanche tua amica?»
Il ragazzo parve pensarci un momento «Non lo so!» ammise infine «Mi destabilizzi!»
Le ultime parole rimbombarono nella testa di Elanor come all'infinito, cosa voleva dire? Che significava che lei lo destabilizzava? Senza accorgersene vide il suo corpo avvicinarsi velocemente a quello del ragazzo, i loro visi a pochi centimetri, occhi dorati in occhi di fuoco, una fusione di un perfetto tramonto.
«Manterrò il tuo segreto Talbott Winger!»
«Anche se non siamo amici?»
«Anche se non siamo amici! E poi chissà, magari un giorno cambierai idea!»
«Non sono uno che cambia idea facilmente!»
«Ma io sono una persona che sa come ottenere ciò che vuole!»
Le labbra di Talbott si incresparono in un ghigno quasi beffardo, si avvicinò ad Elanor, fino a sfiorarle l'orecchio con le labbra, il suo respiro caldo sul collo, quell'odore di paglia che impregnava sempre i vestiti di lui.
«Stai attenta Blair, le aquile mangiano i serpenti!».
La fitta che la ragazza provò alla bocca dello stomaco fu così intensa che dovette chiudere gli occhi e cercare di immettere nuova aria nei polmoni, quando li riaprì lui era sparito e lei si ritrovò a pensare che sicuramente lui poteva mangiarla e distruggerla, ma quello che probabilmente Talbott Winger ignorava, era che i serpenti potevano essere velenosi.

   
 
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