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Autore: Ferngully    14/08/2009    3 recensioni
Lamù, Ataru, Shinobu e Mendo compiono un viaggio surreale che nessuno di loro si rende conto di aver iniziato, un viaggio che ha inizio un giorno al Carnevale Estivo di Tomobiki. Ma dove li condurrà questa via, e di quali verità verranno a conoscenza?
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Atarù Moroboshi, Lamù, Miyake Shinobu
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ataru era in piedi sull'orlo del precipizio, un cielo di un cupo grigio si estendeva sopra di lui mentre sotto di lui, giacevano lontanissimo fredde pietre nere. I suoi piedi erano a malapena sul margine, con le punte delle scarpe sospese nel vuoto, poche minuscole pietre si staccarono dalla parete del dirupo e precipitarono nel frastagliato abisso sottostante. Gli occhi di Ataru cercarono di seguire per quanto poterono le pietre cadere, ma in pochi secondi esse scomparvero alla vista, le loro piccole forme sopraffatte dalle tenebre. Ataru giurò di sentirle tuttavia picchiettare mentre colpivano le rocce della parete, ma ripensandoci, immaginò che si trattasse solo della sua immaginazione, o forse, solo del vento.
"Tesoruccio!" una voce amorevole lo chiamò e Ataru, con disperata speranza negli occhi sollevò di scatto lo sguardo dal suo oscuro destino in direzione del cielo plumbeo. C'era una luce là, una luce che contrastava contro la fredda cenere di quel cielo del tormento, una luce che aveva preso le sembianze di una sorridente Lamù.
"Lamù!" Ataru rispose sollevando una mano per raggiungere la brillante ombra bianca dell'aliena dai capelli verdi che fluttuava a pochi metri davanti e sopra di lui. Qualche altra pietra si staccò da sotto le sue scarpe ed il suo corpo si irrigidì mentre la luce della figura danzava negli occhi del giovane ragazzo. Ma nonostante la luce danzasse, solo tenebra vi era nei desolati occhi di Ataru, lasciò ricadere il braccio lungo il fianco, sapendo bene che la ragazza, o la luce, o qualsiasi cosa fosse esattamente, che  si trovava dinnanzi a lui, non si trattava di Lamù.
Lamù non esisteva; era solo un capriccio della sua immaginazione, proprio come tutto il resto. E anche se fosse esistita, l'abbagliante ombra davanti a lui certamente non era lei. Giusto, era un'ombra, un'ombra bellissima, ma pur sempre un'ombra; un'ombra di un ricordo di qualcosa che avrebbe potuto o non avrebbe potuto essere reale. Ma che certamente non era Lamù.
E se invece lei fosse stata un ricordo di qualcosa di reale, piuttosto che l'altra più spaventosa possibilità? Ataru gingillò con quella domanda per un po' di tempo mentre si ergeva sull'orlo del precipizio. Non c'era motivo per dare fiducia a quello che gli veniva detto, dopo tutto; Lamù avrebbe potuto benissimo esistere e poteva essere semplicemente la sua immaginazione a dirgli il contrario.

Ataru si rabbuiò e tornò a fissare il precipizio di rocce frastagliate. C'era rimasto poco da fare ormai, eccetto l'unica cosa  che lui avesse in potere di fare; sapeva che sarebbe stato l'unico modo con cui avrebbe potuto scoprire la verità su Lamù. E se avesse scoperto che lei non fosse stata reale, la morte sarebbe stata un destino molto più luminoso, piuttosto che non solo vivere una vita senza Lamù, ma vivere una vita sapendo che tutti i ricordi che lui avesse mai avuto di lei erano, in realtà, solo illusioni. Inoltre, era l'unico modo che gli venisse in mente.

Sollevando di nuovo il capo, Ataru tornò a fissare l'illustre ombra davanti a lui, poi scosse la testa con risolutezza e distolse lo sguardo dall'immagine così che i suoi occhi puntassero dritti davanti a sè. Poi Ataru fece un passo indietro, fece un profondo respiro e, con il terrore che gli attanagliava lo stomaco e una breve rincorsa, saltò dal margine verso il vuoto del precipizio.

TORNA DA ME...TESORUCCIO.

Episodio Uno: L'Ultima Chiamata, Sottotitolo: (Verità, prima parte: il problema di non sapere)

Il Carnevale Estivo di Tomobiki, Parte Prima (Il primo passo verso...)

"Coraggio Tesoruccio!" Lamù chiamò Ataru mentre quest'ultimo sbadigliò, passando i pochi metri dell'entrata della fiera annuale del Carnevale Estivo di Tomobiki. Lamù,con un sorriso eccitato sul viso e la luce del sole del mattino che le luccicava splendente sulle guance, velocemente volò dal ragazzo e gli prese il braccio, tirandolo gentilmente. "Tesoruccio!"
"Sto andando più veloce che posso," brontolò Ataru, dopo chiese,
"Devi proprio tirarmi il braccio in questo modo?"
Lamù corrucciò leggermente il viso mentre i suoi piedi toccarono terra, tuttavia il suo braccio rimase attorno a quello di Ataru. "Tesoruccio, non sei contento neanche un po'? Siamo qui per divertirci!"
"See, see..." rispose Ataru con poco entusiasmo. "Ma non vuol dire che tu debba rimanermi appiccicata tutto il tempo..."
"Ma stiamo andando ad un appuntamento, Tesoruccio!" insistette Lamù, sorridendo di nuovo e portando il braccio di Ataru vicino a sè.
"Appuntamento?!" domandò Ataru in panico mentre cercò di strappare il braccio dalla presa di lei."Chi ha mai parlato di appuntamenti?! Questa è solo un'uscita tra amici!"
Con un lampo di furore negli occhi, Lamù strillò "TESORUCCIO!" mentre piccoli lampi cominciarono a fluire dal suo corpo, facendo in modo che la gente che affollava la strada si fermasse a osservare la coppia che bisticciava con sguardi preoccupati.
Fortunatamente per Ataru, prima che avesse la possibilità di dire qualcosa di troppo stupido che avrebbe inevitabilmente avuto come conseguenza un elettroshock da parte di Lamù, Shinobu e Shutaro arrivarono, lui teneva in mano un vassoio con tre  grandi coni gelato alla ciliegia. Lamù immediatamente sorrise e liberò Ataru dalla sua stretta, volando verso i coni colorati con splendenti occhi fanciulleschi, lui la seguì con riluttanza.
Ataru però corrugò la fronte in confusione non appena vide il vassoio e contò i coni gelato.
"Ehi Mendo, ce ne sono solo tre qui. Tu non ne vuoi?"
Shutaro socchiuse gli occhi e diede ad Ataru un'occhiata di aperto disprezzo prima di sottrarre bruscamente il vassoio dalla portata dell'altro. "Chi ha mai detto che avrei offerto a TE qualcosa?"
Ad Ataru cadde la mascella ma Lamù offrì gentilmente, "Non ti preoccupare Tesoruccio, puoi averne un po' del mio." il ragazzo comunque la ignorò, avendo già iniziato ad apostrofare Shutaro in protesta, ma quest'ultimo si era ormai già rivolto alle due ragazze con il suo sorriso smagliante. "Prego, Lamù," le offrì per primo."Serviti pure."
Una vena si gonfiò sulla tempia di Shinobu mentre strinse i denti e osservò Lamù che ridendo allegramente prendeva un cono gelato dal vassoio con un dolce ed energetico "Grazie," notando seccata che il ragazzo con cui avrebbe dovuto avere un appuntamento aveva offerto per primo a Lamù piuttosto che a lei.
Tuttavia, appena Shutaro si voltò verso di lei con il suo affascinante sorriso ed un educato "Shinobu," la rabbia della ragazza svanì e gli regalò il suo sorriso più smagliante, che improvvisamente s preoccupò non fosse neanche lontanamente paragonabile al più effimero sorriso di Lamù.
A questo pensiero il sorriso di Shinobu diminuì leggermente.
"Grazie Shutaro," rispose Shinobu con le guance rosate.
Shutaro, mantenendo ancora il  galante sorriso, ripose "Non c'è di che, Shin-Ehi!" Shutaro fu interrotto da Ataru, il quale rapidamente afferrò il cono rimanente dal vassoio e gli diede un gran morso completo di risatina beffarda. Un ringhio sordo si levò dalle labbra di Shutaro che, scaraventando il vassoio vuoto a terra, strinse un pugno, serrando l'altro attorno all'impugnatura della sua katana ancora infoderata, e gridò "MOROBOSHI!"
"Diamine, Mendo, non essere così anale riguardo ad ogni cosa," obbiettò Ataru con non curanza, dando un altro morso al gelato. "Come se non potessi comprartene un altro, comunque."
Gli occhi di Shutaro fiammeggiarono di rabbia. "Anale?!" domandò, atterrito dall'insulto, e finalmente estrasse la katana dal suo fodero. Shutaro stava per fare la sua mossa quando Lamù esclamò emozionata:
"Andiamo su quello!"
I tre umani si voltarono per vedere cosa stesse indicando la Oni; si trattava di un grande carosello con tanto di unicorni colorati, luci, allegra melodia e bambini che ridevano gioiosamente mentre la struttura ruotava gentilmente e le cavalcature ondeggiavano su e giù. Appena i tre la videro, comunque, i loro sguardi si fecero perplessi.
"Non pensi che siamo un po' troppo grandi per andare sul carosello?" chiese Shinobu e Shutaro parve essere d'accordo, anche se non osò dire niente contro la proposta di Lamù.
"Lo siamo?" domandò Lamù  innocentemente, poi guardò Ataru. "Tesoruccio?"
"Non possiamo andare su una di quelle giostre che girano veloci invece? chiese Ataru in risposta.
"Beh, questo qui gira..." commentò Lamù mentre guardava il carosello, ascoltando la melodia da carillon che proveniva da esso con un sorriso malinconico.
"Non come quello là, però," Ataru replicò con un sorriso malizioso, indicando un grosso ottovolante a pochi metri dal carosello dorato.
"Oh, no; quello no," si oppose Shinobu incrociando le braccia. "Lo sai che quell'arnese è fatto apposta per far star male la gente."
"Shinobu ha assolutamente ragione," concordò Shutaro, ma aggrottando le sopracciglia e aggiunse, "Anche se penso che  si possa dire lo stesso di tutti gli ottovolanti..."
"Oh, andiamo!" esclamò Ataru. Subito dopo ridacchiò beffardo e arcuò un sopracciglio. "Non avrai mica paura, vero Mendo?"
Shutaro lo fulminò con lo sguardo, punto nell'orgoglio, ed esclamò oltraggiato, "Assolutamente no!" Afferrando la mano di Shinobu, ordinò agli altri tre "Andiamo!" e iniziò a dirigersi verso l'ottovolante.
"Ehi, aspetta un secondo! Io non ci voglio andare!" protestò invano Shinobu, infatti Shutaro era già così mortalmente deciso ad andare sull'ottovolante che a malapena udì le sue obiezioni, Ataru riprese a sghignazzare.
Subito dopo guardò Lamù e le disse "Coraggio, Lamù, andiamo anche noi," seguendo poi gli altri due in direzione dell'ottovolante.
Lamù, leggermente abbattuta, continuò a tenere lo sguardo nostalgicamente fisso sul carosello. "Ma...il carosello..." mormorò, ma non vi era più nessuno attorno a lei, Ataru era già corso via.
Ancora corrucciata Lamù fece un sospiro, dopo di che con riluttanza sollevò i piedi da terra e si alzò in volo per raggiungere gli altri.

Una volta finito il giro, i quattro in qualche modo cercarono di trascinarsi fuori dai loro sedili, non senza qualche gemito nauseato, come del resto tutti gli altri che scesero con loro. La faccia di Ataru era di un pallido verdognolo mentre barcollò fuori dall'uscita appoggiandosi pesantemente con la schiena contro la ringhiera, "Mi sento male," mugugnò prima di piazzarsi una mano sulla bocca per impedirsi di vomitare. Shutaro, tenendosi lo stomaco, si sforzò di camminare diritto, dopo pochi passi tuttavia, barcollò anche lui e con la mano libera fu costretto ad aggrapparsi alla ringhiera dove già era appoggiato Ataru per mantenere l'equilibrio. Shinobu, con entrambe le mani sullo stomaco ed il viso mortalmente pallido, si sedette pesantemente su una panchina vicino all'uscita dell'ottovolante, rimbrottando "Ve l'avevo detto che questo coso ci avrebbe fatto solo star male..." persino Lamù aveva un'aria intontita e confusa mentre fluttuò instabilmente fuori dall'uscita, leggermente curvata in avanti, con una mano si reggeva lo stomaco e con l'altra la fronte.
"Non so perchè abbiamo dato retta a Moroboshi," aggiunse acidamente Shutaro al rimprovero di Shinobu.
Facendogli una smorfia, Ataru iniziò, "Ehi! Ma non eri tu quello che-" si fermò di colpo, la sua faccia divenne ancora più verde e sbattè entrambe le mani sulla bocca. Però non fu sufficiente, il ragazzo sussultò e si girò di scatto, vomitando oltre la ringhiera. Shutaro, che gli stava di fianco, immediatamente balzò via disgustato e arrancò vicino a Shinobu sedendosi con lei mentre questa, raccapricciata, impallidì ancora di più udendo il  rumore di Ataru che vomitava.
"Tesoruccio! Ti senti bene?" domandò preoccupata Lamù volandogli accanto, non sembrò più essere affetta da alcun malore, ora che sapeva che il suo tesoruccio stava veramente male.
Intanto, Shinobu si lamentò, "Non ci posso credere. Siamo qui da meno di un'ora e ci sentiamo già troppo male per fare qualsiasi altra cosa. Non sono neanche ancora le undici!" Shutaro aggrottò le sopracciglia, ma non disse niente.
Finalmente Ataru, grazie all'aiuto di Lamù, si sollevò dalla ringhiera e riprese l'equilibrio, la sua pelle tornò finalmente di un colore normale. Poi fece un lieve ghigno ed esclamò, "Bene, mi sento meglio! Che ne dite ragazzi, vi và di andare a mangiare qualcosa?" sia Shutaro che Shinobu gemettero forte in disgusto e anche Lamù impallidì nuovamente al solo pensiero. Ataru rise e aggiunse, "O forse c'è una di quelle belle case dei fantasmi qui..."
"Noi NON andremo in una casa dei fantasmi," disse Shutaro alzando il mento con risolutezza e incrociando severamente le braccia. Entrambe le ragazze furono lievemente deluse, ma pensarono fosse meglio non discutere del delicato argomento. Ataru, però, non lo pensava.
"Ma le case dei fantasmi sono divertenti Mendo," persistette Ataru con un ghigno malizioso. "Certo, sono un po' buie e stret-"
"MOROBOSHI," lo interruppe Mendo alzandosi in piedi con un ringhio ferocemente frustrato, già pronto a perdere la pazienza.
"Che ne dite di quello?" Shinobu si affrettò a domandare, indicando un largo tendone a pochi metri davanti a loro, sul cartello vi era scritto "Madame Wazuka Nozomi Suzambo III, Premonitrice di Mestiere."
"Vuoi dire...farci predire il futuro?" domandò Shutaro dubbioso mentre adocchiava il tendone.
"Certo; perchè no?" fece Shinobu. "Potrebbe essere divertente." E Lamù annuì, d'accordo con lei.
"Sarà di sicuro una fregatura," rimarcò tuttavia Ataru e dallo sguardo scettico che aveva negli occhi, Shutaro sembrò essere d'accordo.
" Non che debba pagare io, comunque..." Fu allora che i supplichevoli occhi di Lamù e Shinobu incontrarono quelli ancora scettici di Shutaro.
Questi, sapendo che entrambe le ragazze lo stavano fissando speranzose, incrociò le braccia e sospirò. "Beh...immagino che dovremo vedere quanto costa, prima..."
Lamù e Shinobu sorrisero eccitate.

Il Carnevale Estivo di Tomobiki, Parte Seconda (La Premonitrice di Mestiere)

"Mi scusi? C'è nessuno?" Lamù chiese per prima appena i quattro raggiunsero il casuale tendone con cipigli incuriositi.
"Forse Madame Suzambo non è qui al momento?" suggerì Shinobu.
"Forse," rispose asciutto Shutaro, sempre più sospettoso della validità di questa presunta "Premonitrice di Mestiere."
"Chi c'è lì?" una voce femminile parlò all'improvviso mentre una donna balzò fuori da dietro il tendone, stava facendo qualcosa di strano accucciata a terra, ma i quattro non seppero dire esattamente cosa. Furono, tuttavia, terrorizzati dall'improvvisa apparizione di questa donna con crespi e cespugliosi capelli rossi, enormi occhiali rotondi, lunghe vesti di un grigio smorto e un'espressione perplessa ed esaurita in volto. Non appena vide il quartetto, la donna, che avrà avuto appena un anno o due più di loro, sorrise ed esclamò, "Oh! clienti!" Poi però aggrottò la fronte ed iniziò a parlare da sola. "Cavolo; avrei dovuto premonire che sarebbe arrivato qualcuno. C'è qualcosa che non va oggi. Qualche IDIOTA probabilmente ha incasinato QUALCOSA; già, dev'essere così! che siano le stelle? Mmmh...no, sembrano essere tutte al loro posto. Sicuramente non è la sfera di cristallo; lo sanno tutti che non serve a niente." fece una risata a quel pensiero. "Forse potr-"
"Ehm, mi scusi?" Shinobu la interruppe mitemente.
"Uh?" la donna tornò a fissare i ragazzi. Poi battè le mani e disse, "Oh, giusto! Mi ero quasi dimenticata!" rise un po' nervosamente mentre i quattro si scambiarono un'occhiata dubbiosa. "Bene, entrate!" li invitò ad entrare nella tenda dove si intravedeva un tavolo rotondo con cinque sedie e una sfera di cristallo al centro di esso. Il quartetto la seguì cautamente all'interno. "Permettetemi di presentarmi," incominciò lei appena prese posto dietro la Sfera di Cristallo, "Io sono Wazuka Nozomi Suzambo Terza, premonitrice - di mestiere."
"Quindi...ce ne erano altre due prima di lei? domandò Ataru, facendo un passo verso il tavolo.
"Tecnicamente," rispose Wazuka. "Una era una maestra; l'altra un'assistente di volo. Devo confessarvi che io sono l'unica premonitrice della mia famiglia."
"Che bello," disse Lamù con un sorriso incerto, non essendo ben sicura di cos'altro dire.
"Mah, che posso dire...? E' un dono!" Wazuka fece una risata vanitosa mentre gli altri continuarono ad apparire perplessi. "Sedetevi! Sedetevi! esclamò lei. "Mettetevi comodi!"
"Mi sembra un po' fuori, se vuoi la mia," sussurrò Shutaro a Shinobu mentre si sedettero.
"Beh...tu cerca di essere carino..." Shinobu gli sussurrò di rimando.
"Un vero peccato che abbia un aspetto così strambo, se no..." borbottò Ataru, prendendo posto.
"Tesoruccio!" Lamù lo sgridò silenziosamente, sedendosi per ultima.
"Ora, però," iniziò Wazuka, il malefico scintillio dell'avidità le lampeggiò negli occhi mentre con un ghigno sfregò le mani assieme. "Discutiamo prima della questione del pagamento. Vi avverto, tuttavia, che l'equilibrio delle cose è un pochino...ahem...alterato questa mattina - qualche idiota avrà incasinato qualcosa da qualche parte - quindi le premonizioni potrebbero essere leggermente...er...frammentarie."
"Frammentarie?" domandò Lamù, ma Wazuka scosse la testa.
"Niente paura. Sono sicura che non sia troppo importante...voglio dire, SO che non è troppo importante...beh...più o meno. Attualmente non mi sembra molto una buona cosa ora che ci penso..."
"Mi dica solo quanto costa," la interruppe Shutaro spazientito.
"5,500 yen. A testa."
"CHE?" Domandò Shutaro con sdegno. "Ma è ridicolo!"
"Beh, STO per rivelarvi quello che accadrà nel vostro FUTURO," disputò Wazuka.
"Già - un futruro frammentario!"
Wazuka fece un sospiro esasperato, ma alla fine si arrese.
"VA BENE. Dato che voi quattro sembrate essere ad una sorta di doppio appuntamento, e sembrate essere così due belle coppie, facciamo...datemi 11,000 yen tutti insieme. E' la metà in fondo, no?"
Shutaro, non ancora soddisfatto, brontolò "E' sempre un furto, ma..." e riluttante consegnò gli yen a Wazuka.
"Che vuoi che ti dica? Il futuro è costoso," rimarcò malignamente Wazuka mentre contò ed intascò il denaro. Successivamente gli fece un ghigno. "Poi di che ti lamenti? Tu sei Shutaro Mendo, no? Figlio dell'uomo più ricco di tutto il Giappone, ho ragione?"
"Io-" Shutaro si bloccò e socchiuse gli occhi. "Come fa a saperlo?"
"Beh, io SONO una premonitrice; voglio sperare di esser capace di poter predire una cosa COSI' semplice."
"Visto?" sussurrò Shinobu. "Potrebbe valerne davvero la pena."
"Parlando di nomi, presumo di dover presentare anche il resto di voi altri," disse Wazuka. "Vediamo...Shinobu Miyake, Ataru Moroboshi, e...mmmh...Lamù? Le premonizioni su esseri di altri pianeti sono un po' ingannevoli, soprattutto con le attuali condizioni della corrente premonitiva, ma sono quasi certa che sia Lamù."
Lamù annuì sorridendo. "Si, è giusto."
Wazuka fece un sospiro di sollievo "Oh, bene. Ora, lasciatemi scrutare nella mia sfera di cristallo..."
"Pensavo avesse detto che la sfera di cristallo non servisse a niente," commentò Ataru con un sorrisetto e Wazuka sogghignò.
"Mi stai INTERROMPENDO!" gli gridò e tutti e quattro fecero silenzio. "Bene!" espirando, si passò le mani tra i capelli e continuò, "Ora, come stavo DICENDO prima di essere BRUTALMENTE interrotta, vedo che voi quattro siete ad un doppio appuntamento - non ufficialmente però. Sembra infatti che due di voi pensino che sia un appuntamento e gli altri due no..."
"Beh, mi sembra ovvio quali siano i due che NON lo pensano," ribollì Shinobu fissando i due ragazzi con disgusto, così come fece Lamù.
"Silenzio!" sbottò seccata Wazuka e Shinobu si ritirò al suo posto. Calmatasi, la premonitrice proseguì, "Comunque, per comodità, chiamiamolo doppio appuntamento. Dunque, voi quattro siete tutti buoni amici, o almeno così sembrerebbe...Lamù è un'aliena, e voi tre siete tutti studenti del liceo Tomobiki...che Lamù ora frequenta per restare accanto al suo 'tesoruccio' che sarebbe quell'idiota lì - no, non l'idiota ricco, l'altro idiota, per essere chiari, tuttavia suppongo che voi tutto questo lo sappiate già."
Shutaro, sentendosi insultato, reclamò, " Cosa vorreste dire con-"
"Ho detto SILENZIO" abbaiò Wazuka. "E' già abbastanza difficile senza che voi continuiate ad INTERROMPERE tutto il tempo!" ci fu un lungo momento di silenzio prima che Wazuka fece un profondo respiro e decise di proseguire. "Dunque...yadda, yadda, yadda...okay, ora le cose piacevoli! Tu!" Puntò il dito verso Shinobu e lei quasi balzò fuori dalla sedia, le guance le divennero color rosa acceso.
"Si...?" chiese con cautela.
"Tu sei...molto forte...fisicamente. Mentalmente...mentalmente...tu sei...debole?" Wazuka si chiese ad alta voce. "Si! E' così! Sei debole!" sembrò che Wazuka avesse dovuto arrancare per arrivare a questa conclusione e Shinobu si accigliò, sentendosi improvvisamente a disagio. Wazuka aggiunse allora con un sorriso imbarazzato, "Sarei...ehm...più specifica, ma...uh...le premonizioni che vedo sono piuttosto confuse in questo momento..."
"No...penso...che vada bene..." rispose Shinobu cercando di sorriderle, ma invece corrucciò la fronte.
"E tu!" indicò ora Lamù. "Tu...uhm...c'è qualcosa che...aspetta! Penso di vedere qualcosa! Cerca di non...danzare...troppo."
"Danzare troppo?" domandò Lamù incrociando le braccia in lieve scetticismo. "Che razza di premonizione è?"
"Ehi, non incolpate me per i vostri insulsi futuri; non sono certo io quella che li sceglie, sappiatelo."
"Insulsi?!" esclamò Lamù, sbattendo le mani sul tavolo.
"Vi sto solo dicendo le cose come stanno," insistette Wazuka "E il tuo futuro dice qualcosa riguardo  il non danzare troppo. Potrebbe portare a delle conseguenze di...qualcosa...è come se quel qualcosa ora mancasse dalla premonizione, tuttavia...è un importante qualcosa...credo..." Wazuka, frustrata, sospirò e fece una smorfia, "Comunque, il punto è non danzare troppo, okay?"
Anche Lamù sospirò  tornando ad appoggiarsi allo schienale della sedia,  portandosi un dito sul mento con aria pensierosa. "Suppongo che potrebbe essere una metafora per indicare qualche altra cosa...che ne pensi, Tesoruccio?"
Ataru diede un'alzata di spalle. "Come ho già detto prima, penso che sia tutta una gran fregatura," e Shutaro incrociò le braccia sbuffando in segno scherno, irritato dall'idea di esser probabilmente caduto vittima di una frode.
"NON è una fregatura!" si difese Wazuka con occhi rabbiosi. "Vi avevo avvertito che era FRAMMENTARIO!"
I quattro rimpicciolirono al suono della terribile voce della furibonda Wazuka. "TU!" la premonitrice ora indicò con foga Ataru, ancora ribollendo e con occhi ridotti a fessure dietro i suoi occhiali.
"Vedo molte, molte prove da superare...MOLTE! E...un...pesce." lei aggrottò leggermente le sopracciglia e Ataru incrociò le braccia scocciato.
"Un pesce?"
"Si,"
"Che idiozia."
"Beh, non posso farci niente se il tuo futuro è un'idiozia, non ti pare?!" tuonò furiosa Wazuka, dopodichè inspirò profondamente e, dopo aver trattenuto l'aria per un lungo attimo, espirò sonoramente. "E per quanto riguarda te!" i suoi occhi ora fissi su Shutaro. "Tu sei un idiota!"
"Mi scusi?" esclamò Shutaro in shock, ovviamente insultato mentre Ataru iniziò a ridacchiare. Shutaro lo incenerì con lo sguardo "Sta' zitto Moroboshi!" ma questo fece solo ridere Ataru più forte.
"Hai capito bene!" esclamò Wazuka "Cretino! Idiota! Stupido! Ritardato! Devo andare avanti?"
"NO!" esclamò Shutaro mortalmente offeso, ma Wazuka lo ignorò e continuò lo stesso.
"Imbecille! Ignorante! Stupido!Stupido!Stupido!"
Shutaro strinse gli occhi, si alzò in piedi e sbattè forte le mani sul tavolo.
"Come osa-"
"Insultare un membro della oh-così-prestigiosa famiglia Mendo?" Si, abbiamo già stabilito chi sei! Ma questo non cambia il fatto che tu sia un patetico cretino! Patetico e stupido! Stupido! Stupido! Stupido!"
"Bene, sentiamo, e perchè mai sarei così stupido, mmh? la interrogò Shutaro di rimando.
"Io..." Wazuka tenne in sospeso quell' "Io" per un bel po'. Poi continuò: "...non lo so." Shutaro sospirò esasperato e ricadde sulla sua sedia."L'intera faccenda risulta un po' confusa anche a me...ma aspettate!" Si eccitò Wazuka, serrando le palpebre e portandosi una mano alla fronte. Lamù, Ataru, Shinobu e Shutaro si sporsero impazientemente in avanti, ansiosi di scoprire cosa avrebbe detto loro l'improvvisa premonizione.
"State attenti agli...uomini." i quattro corrugarono la fronte così come Wazuka.
"Agli uomini?" chiese Shinobu "Tutti?"
"Uh..." Wazuka esitò.
"Ma è ridicolo!" dichiarò Shutaro. "Dovremo evitare metà della popolazione terrestre incluso me stesso!" Poi, notando Ataru, aggiunse con un borbottio, "Oh, e Moroboshi..."
"Beh...di solito questo genere di premonizioni sono più dettagliate, come...uomini con capelli biondi o...uomini con grandi cicatrici sulla fronte...o, beh, quant'altro. Ma, ahimè, vi è un pezzo mancante per ogni premonizione, dato che vi è un pezzo mancante nell'equilibrio."
"Mmh?" indagò Lamù.
"Oh...non conosco bene neanch'io l'intera faccenda. VORREI, capite, ma allora immagino non ci sarebbe una faccenda da cui iniziare!" Poi Wazuka rise, una sonora risata forzata, mentre Shinobu tentennò, Lamù aggrottò le sopracciglia, Shutaro disincrociò le braccia, già incrociate da prima, e Ataru roteò gli occhi. "VEDETE," continuò Wazuka, sporgendosi in avanti con uno sguardo imperativo negli occhi, "Qualche IDIOTA ha deciso di incasinare QUALCOSA nell'equilibrio...almeno,  penso sia nell'equilibrio. Forse nel fato...o, beh, non lo so per certo. Sto solo tirando a indovinare, considerando che oggi sembra proprio esserci qualcosa che non va. Comunque a causa di questo IDIOTA, chiunque sia,che si tratti di un lui o di una lei, che ha deciso di fare casini con il fato, IO ora sono qui a premonire solo pezzi di futuri frammentari...mmmh...mi chiedo dove siano andati a finire i pezzi mancanti..." Poi squadrò sospettosamnente Shutaro. "TU non ne sai niente di questa storia, vero?"
"Io? E perchè diavolo dovrei saperne qualcosa?" sbottò Shutaro.
"Beh, la tua premonizione dice che tu SEI stupido, e incasinare l'equilibrio del tempo e del fato è INCREDIBILMENTE stupido..."
"Io non ho fatto un bel niente!" tuonò Shutaro in propria difesa.
"No, Shutaro non lo farebbe mai," intervenne Shinobu "Non saprebbe neanche come farla una cosa del genere. Inoltre, lei ha detto che le premonizioni sono molto confuse in questo momento...forse sono semplicemente sbagliate."
"Sbagliate?" Wazuka rimase scioccata da quella parola. "SBAGLIATE?!" Come può il FUTURO essere sbagliato? Sarebbe come dire che le STELLE siano sbagliate mentre non lo sono MAI! Potrebbero mancarne dei pezzi; ma i frammenti che rimangono SONO giusti! Ve lo posso assicurare!"
"Tutto ciò è ridicolo!" proclamò Shutaro alzandosi in piedi e afferrando la mano di Shinobu. "Andiamocene!"
"Ma, Shutaro-" protestò Shinobu, ma fu trascinata fuori dalla sedia.
"Benissimo!" sbraitò Wazuka in esasperazione. "In ogni caso non avresti certo avuto la capacità di esplorare qualcosa di così vasto e potente!" Shutaro semplicemente le ringhiò con ferocia e trascinò Shinobu verso l'uscita, tirandola per il braccio.
"Forse dovremmo andare anche noi, Tesoruccio," sussurrò Lamù, tenendo d'occhio preoccupatamente la rabbiosa Wazuka. Ataru annuì e i due si alzarono per dirigersi anche loro verso l'uscita, Shutaro e Shinobu avevano ormai già lasciato il tendone. "Ehm...arrivederci, signorina Wazuka!" chiamò Lamù in direzione della premonitrice mentre se ne andarono. "E' stato un piacere conoscerla...credo..."
Quando Lamù e Ataru furono fuori dal tendone, poterono subito udire Shutaro lamentarsi animatamente con Shinobu, entrambi in piedi in mezzo alla stradina e a pochi metri dal tendone, Shutaro non potè evitare di arrabbiarsi. "Che spreco di tempo e denaro!"
"Non era così male," tentò Shinobu.
"Io continuo a dire che era una pazza," puntualizzò piattamente Shutaro.
"Beh...è stata abbastanza garbata, credo," rispose Shinobu "Eccetto quando ti ha dato dell'idiota; quello non è stato molto educato."
"Umpf!" Shutaro incrociò le braccia stizzito,ancora chiaramente offeso dall'accaduto. "Era una totale mentecatta - futuri frammentari..."
"Beh, spesso se ne vedono anche di più strane, qui a Tomobiki" ricordò graziosamente Lamù, quando lei ed Ataru li raggiunsero.
"Oh, Lamù; non ti avevo vista," Shutaro disse appena la notò. "Ma suppongo tu abbia ragione, accadono anche cose più strane."
"Sfortunatamente," brontolò Shinobu in tono amaro. "Speriamo che almeno oggi vada tutto normalmente..."
"Mmh," Ataru casualmente cambiò discorso rabbrividendo. "Certo che improvvisamente fa un gran freddo."

Un Rifacimento del Carnevale Estivo di Tomobiki, Parte Terza

La neve cadde gentilmente sul carnevale estivo, accumulandosi al suolo fino a formare uno strato di qualche centimetro. "Adoro le nevicate estive!" dichiarò Lamù con una risatina eccitata mentre si alzò in volo e piroettò a mezz'aria, i fiocchi di neve la circondarono come polvere di diamanti.
"Devo confessare che sono i miei preferiti, Lamù," concordò Shutaro sorridendo, vedendo la neve scendere.
Shinobu annuì, ridendo anche lei mentre osservava i fiocchi cadere. "Quelle che vengono a Luglio sono sempre le migliori." Una palla di neve la colpì da dietro. "Ouch!" guaì lei, massaggiandosi dietro la spalla.
Subito dopo un'altra arrivò a Shutaro, colpendolo sulla nuca, e il suono della risate di Ataru si levò a sovrastare la musica del carnevale. Shutaro si voltò di scatto con un'espressione adirata. "Moroboshi!"berciò in direzione dello sghignazzante Ataru, che nel frattempo cadde in ginocchio a forza di ridere. Con un ringhio, Shutaro raccolse rapidamente un mucchietto di neve a mani nude, stranamente non gli sembrò per niente fredda, e, dopo averla compressa in una palla, socchiuse gli occhi e la tirò ad Ataru.
"Ehi!" esclamò quest'ultimo quando la palla di neve lo colpì in fronte, socchiudendo anche lui gli occhi, Ataru iniziò una battaglia di palle di neve contro Shutaro.
Shinobu sospirò, scuotendo la testa mentre i due si lanciarono palle di neve l'un l'altro, e commentò a bassa voce, "Perchè i ragazzi devono essere sempre così immaturi...? Almeno potrebbero evitare di farlo in pubblico..." Subito dopo però, vide che anche le altre persone presenti ora al carnevale estivo correvano intorno a lei, ridendo e tirandosi palle di neve, così si limitò a sospirare ancora.
"Beh, almeno si divertono..." commentò nuovamente, osservando Ataru e Shutaro che avevano già in qualche modo costruito due fortezze di ghiaccio di due metri e la cui guerra di palle di neve ora somigliava di più all'ultima battaglia delle Crociate Cristiane piuttosto che un semplice gioco infantile.
"Guardate! Da quella parte!" Lamù chiamò dal cielo, indicando alla sua destra. "Hanno la giostra con gli unicorni!" guardò poi in basso verso Shinobu, considerando Ataru e Shutaro troppo impegnati nella loro guerra per importargliene qualcosa.
Shinobu increspò le sopracciglia in un broncio. "Non pensi anche tu che siamo un po' troppo grandi per cavalcare gli unicorni, Lamù?" domandò lei. "Non vanno neanche lontanamente veloci come le giostre a forma di pesce."
"Pesce?" chiese Ataru, facendo capolino con la testa da dietro la sua fortezza, guardando verso Shinobu con speranzosa curiosità. "Ci sono giostre a forma di pesce qui?"
"No; ma a volte le hanno durante il carnevale invernale," rispose Shinobu.
"Oh," replicò Ataru con un tono deluso. "Che peccato, avevo sempre desiderato cavalcarne uno." Quindi ritornò alla sua guerra di palle di neve con Shutaro.
"Ma Tesoruccio, non vuoi cavalcare uno degli unicorni?" gli chiese Lamù con occhi disperati, unendo le mani assieme per pregarlo. "Sono così belli, e hanno anche le corna, proprio come me."
"Oh, Lamù, ma gli unicorni sono così noiosi...e poi non vedi che sono impegnato!" Ataru procedette allora a ritirarsi dietro la sua fortezza per schivare una palla di neve di Shutaro, rispondendo poi al fuoco lui stesso.
"Uomini!" esclamò Shinobu sbuffando stizzita guardando i due ragazzi,, incrociando le braccia e volgendo lo sguardo altrove.
Intanto Lamù, delusa, protestò debolmente. "Ma, Tesoruccio!" corrucciò il viso, mordendosi il labbro inferiore, e si rivolse a Shutaro. "Shutaro, vuoi venire a cavalcare uno degli unicorni?"
"Sarò da te tra un attimo, Lamù..." Shutaro le rispose frettolosamente, troppo preso dalla sua battaglia di neve per aver realmente sentito cosa lei gli avesse chiesto.
"Ehi, guardate, vendono bocce di cristallo laggiù," Shinobu indicò all'improvviso, ed entrambi i ragazzi saltarono eccitati fuori dalle loro postazioni, interrompendo di colpo la loro guerra.
"Davvero? Dove?" Ataru chiese ansiosamente.
"Là, guarda," ripetè Shinobu indicando di nuovo la bancarella che esponeva le bocce di cristallo.
"Ooh!" acclamò gioiosamente Lamù fluttuando vicino agli altri tre, scordandosi per un momento degli unicorni, e posando i piedi sulla neve. "Ho sentito dire che se si pianta una boccia di cristallo nella neve, ne cresce fuori qualcosa. Tesoruccio, ti ricordi per caso cosa?"
Ataru scosse la testa "Non riesco a ricordare."
"Neanch'io."
"Beh, c'è solo un modo per scoprirlo," dichiarò risolutamente Shutaro e s'incamminò verso la bancarella. "Vorrei acquistare una boccia di cristallo, per favore."
"Sarebbero 10,000 yen, signore" gli rispose l'uomo della bancarella. Shutaro annuì, raccolse un po' di neve e la depose sul bancone. "No, no, buon signore! E' troppo generoso da parte vostra!"
"Insisto che lei l'accetti tutta," rispose Shutaro con un sorriso prima di prendere la boccia di cristallo dall'uomo e poi tornare da Ataru, Lamù e Shinobu.
"Non avresti dovuto spendere così tanto, Shutaro" gli disse Shinobu con rammarico, ma Shutaro le fece un semplice sorriso. "Non è niente in confronto al prezzo della tua felicità e di quella di Lamù" rispose mentre lasciò cadere la boccia di cristallo nella neve. "Ora vediamo..."
Tutti e quattro si chinarono mentre Shutaro ricoprì con la neve la palla di cristallo finchè non ne fu completamente nascosta. Poi rimasero tutti e quattro inginocchiati lì, aspettando ansiosamente di vedere cosa sarebbe cresciuto. Dopo pochi secondi la neve si sollevò ed un largo alberello di ciliegio, alto circa un metro, esplose fuori dal terreno. Ad ogni modo, i quattro caddero indietro nella neve con espressioni deluse.
"Tutto qui?" domandò una disincantata Lamù.
"Gli alberi di ciliegio sono così comuni..." aggiunse Shutaro, ugualmente abbattuto.
"Forse non era di vero cristallo," ipotizzò Shinobu. "Ho sentito che dalle bocce di cristallo finto a volte vengano fuori alberi di ciliegio."
"Dici davvero?" le chiese Lamù e Shinobu annuì.
"Un vero peccato che non sapessimo che fosse finto."
"Beh, non sappiamo ancora per certo se lo fosse stato," le disse Shinobu rabbuiandosi ancora di più.
"Ma allora cosa cresce dalle bocce di cristallo vero?" ponderò Ataru, e tutti e quattro abbassarono i loro occhi demoralizzati, nessuno di loro conosceva la risposta.

  
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