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Autore: Crudelia 2_0    01/07/2020    8 recensioni
«Ginny» iniziò tormentandosi le mani e senza avere il coraggio di guardare l’amica «non metterò quell’abito, è troppo piccolo».
«Ma che dici, Hermione? Abbiamo la stessa taglia» Ginny la guardava con le sopracciglia corrugate, uno strano presentimento aveva iniziato a farsi strada nella sua mente.
«C’è un motivo se ho scelto di non frequentare Hogwarts il prossimo anno e dare soltanto gli esami».
«Lo so. Non mi hai ancora voluto dire di cosa si tratta, ma so che c’è un motivo» sussurrò Ginny. All’improvviso sostenere quella conversazione ad alta voce era diventato troppo difficile.
«A villa Malfoy, dopo che Bellatrix aveva finito con me, mi ha dato in mano a Greyback » disse Hermione con tono incolore.
«Sì» rispose Ginny con la bocca asciutta. Incrociò lo sguardo dell’amica e sentì gli occhi riempirsi di lacrime: non aveva finito, ma già aveva capito.
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Hermione Granger, Nuovo personaggio, Severus Piton | Coppie: Hermione/Severus
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Da Epilogo alternativo
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Epilogo - Natale
 
 
 
Hermione si svegliò lentamente e con la piacevole sensazione di aver riposato a lungo e al caldo. Tenne gli occhi chiusi per un po', godendosi il silenzio che giungeva dalla strada. Era un silenzio sonnacchioso, allegro, nato dalla neve che era caduta la sera prima.
Ripensarci ampliò il suo sorriso, e quasi per abitudine allungò le braccia verso il lato opposto del letto. Trovandolo freddo ricordò di essere sola.
Capitava ormai così di rado che se ne stupiva: Severus si fermava spesso a dormire con lei, un'abitudine che non aveva sconvolto Kathleen e che era diventata sempre più frequente.
Quella mattina però, la mattina di Natale, Severus aveva voluto lasciarle sole.
È giusto così, aveva detto, ma Hermione sospettava si trattasse di un altro momento in cui lui credeva di essere di troppo. Non aveva insistito, preferendo invitarlo comunque per quella mattina.
Insieme, dopo, sarebbero andati alla Tana per il pranzo.
Stirò le braccia in alto, cercando di convincersi a lasciare le calde coperte, ma prima che arrivasse a tale decisione qualcosa che sembrava possedere la forza di un tornado investì il suo letto.
«Mamma, è Natale! Svegliati!»
Kathleen gridò senza considerare che Hermione sarebbe potuta essere ancora addormentata, e si gettò su di lei con tutto il peso.
«Ci sono i regali, mamma, li ho visti!»
Due occhi neri e luminosi, contornati da capelli spettinati in ogni direzione, invasero il suo campo visivo. Kathleen aveva l'espressione allegra e furbetta che non presagiva mai nulla di buono.
«Buongiorno, amore» biascicò Hermione lentamente, con una carezza sulla sommità del suo capo.
«Su, su, andiamo!» gridò Kathleen già nell'altra stanza.
Hermione raccolse la vestaglia con un lieve sorriso agli angoli della bocca, pensando che ora, forse, capiva perché Severus avesse scelto di non essere presente quella mattina. Aveva imparato a conoscere ciò che amava l'uomo al mattino, e non erano cose adatte ad una bambina.
Quando raggiunse il salotto trovò Kathleen impaziente a saltellare da un piede all'altro davanti l'albero di Natale, le luci a brillare riflesse nei suoi occhi.
«Possiamo aprirli, mamma?»
Hermione sorrise al tono quasi supplichevole della bambina, si sedette accanto a lei e iniziarono a scartare i pacchetti.
 
Erano ormai circondate da mucchi di carta colorata quando suonò il campanello.
«Dev'essere Severus, perché non vai a vestirti?» disse Hermione alzandosi, il suggerimento che assomigliava più ad un ordine.
«Ma anche tu sei in pigiama» provò a protestare Kathleen, ma uno sguardo di Hermione la dissuase dall'insistere.
Aprì la porta con un senso di vaga anticipazione alla bocca dello stomaco, anche se l'aveva visto il pomeriggio prima.
Incontrò gli occhi e si sentì invadere da un calore già diventato familiare, ma ogni volta inaspettato. Severus le stava davanti interamente vestito di nero, con una scatola colorata tra le mani, ed Hermione percepì quel calore allargarsi tanto da iniziare a scorrere tra le vene, raggiungendo ogni angolo di lei.
Percepì il sorriso farsi indulgente, un bonario rimprovero, ma gli occhi gridavano tutto il suo amore.
«Avevamo detto niente regali» lo salutò, scostandosi per farlo passare.
«L'avevi detto tu, non io» Severus rispose facendo un passo in avanti, soffiandole sulle labbra tutta la sua petulante puntigliosità.
Hermione avrebbe voluto alzare gli occhi al cielo, ma dita calde si strinsero attorno al suo mento e le labbra furono catturate in un bacio.
I baci di Severus non erano mai dolci, possedevano una languida morbidezza che aveva il potere di accendere il lei il desiderio al minimo tocco. Si sentì accarezzare dalle sue labbra e dalla sua lingua, che le sfiorò il palato senza chiedere permessi, ma conservando una delicatezza tale che avrebbe potuto ottenere qualsiasi cosa.
Hermione quasi gemette prima che lui si staccasse leggermente, rimanendo alla distanza di un battito cardiaco.
«Buon Natale» le sussurrò con voce roca, che la fece rabbrividire.
«Buon Natale» si sforzò di rispondere. Deglutì a vuoto, ma la voce le uscì più acuta di quanto avrebbe voluto. Si era riproposta di apparire naturale, ma seppe dal ghigno che Severus aveva sulla labbra di aver fallito.
Sentì le guance scaldarsi: ancora dopo tutti quei mesi baciare Severus le faceva quell'effetto.
Si schiarì la voce. «Vado a cambiarmi. Mi aspetti?»
«Preferirei venire con te, ma starò buono»
Hermione capì dopo due passi il sottotesto di quella frase. Tornò indietro per colpirlo su un fianco, le guance che scottavano e un sorriso sulle labbra.
 
 
 
«Per mee?» Kathleen sgranò gli occhi quando si vide porgere il pacco, e allungò le mani esitante.
«Dovresti fare in fretta, bambina, prima che salti fuori da solo» commentò Severus con una sfumatura divertita nella voce.
Quella frase fece sgranare ancor di più gli occhi a Kathleen e ricevere un'occhiata tra l'avvertimento e la preoccupazione da Hermione, ma l'unico risultato che ottennero fu un ampliarsi del suo sorriso beffardo.
Kathleen posò la scatola a terra e con pochi, rapido gesti sollevò il coperchio. Appena vide il contenuto aprì la bocca in un cerchio perfetto di stupore, senza emettere fiato o parola.
Hermione fece un passo in avanti per guardare e proprio in quel momento un muso peloso, con gli occhi socchiusi dal sonno, spuntò dalla scatola.
«Un gatto!» gridò Kathleen con un grosso sorriso e, senza ringraziare o degnare di un'altra occhiata gli adulti, prese il cucciolo tra le braccia e iniziò a parlargli fitto fitto sottovoce.
Hermione guardò la figlia con tenerezza prima di voltarsi verso l'uomo. Incrociò le braccia e lo guardò con quello che voleva essere uno sguardo severo, ma sapeva in partenza di aver fallito.
Severus le si avvicinò con un sorriso alle labbra che somigliava più ad un ghigno, e le circondò i fianchi con le braccia.
«Ti ho già detto che sei bellissima?» le sussurrò all'orecchio prima di scendere a postarle un bacio sul collo.
Hermione represse un sospiro. «Non ti farai perdonare con i complimenti»
Severus mugugnò qualcosa contro la sua pelle senza darle la possibilità di spostarsi, né ribattere altro.
«Ho un regalo anche per te» bisbigliò standole vicino.
«Avevamo-»
«Avevi» la interruppe, senza cattiveria ma con fermezza. Frugò in una tasca prima di tirarne fuori un piccolo oggetto avvolto da un fazzoletto rosso.
Hermione prese il regalo sfiorandogli le dita, grata della sua mano sul fianco a sorreggerla. Sentiva la gola secca, e un vago senso di colpa per non avergli fatto un regalo: per quanto lui ne dicesse, avevano davvero concordato insieme di non farsene.
Aprì la bocca per dire qualcosa, ma rimase con le labbra schiuse quando scoprì ciò che i lembi celavano.
«Una chiave?» chiese, o forse sospirò. Gli occhi avevano iniziato a pungere e in groppo in gola che assomigliava alla commozione a farle mancare il fiato. «È...»
«La chiave del mio appartamento, sì» finì Severus per lei, una particolare luce negli occhi.
Hermione avrebbe voluto rispondere con mille cose e rimanere in silenzio, baciarlo fino a fargli mancare l'aria e colpirlo perché far piangere una donna a Natale è il peggior crimine di cui macchiarsi. Rimase immobile a rigirarsi la chiave tra le mani, sapendo che quel regalo era simbolo della completa libertà di entrare nei suoi spazi, nella sua vita, in lui.
Si asciugò una lacrima con il palmo e alzò gli occhi su di lui. Tutte le parole si persero nel respiro tra la sua bocca e i suoi occhi, in cui Severus lesse tutto ciò che in quel momento lei non riusciva a dirgli.
E non le chiese altro. Strinse le braccia attorno al suo corpo e se lo premette contro, accarezzandole i capelli e il capo posato sul suo cuore.
Entrambi rimasero immobili, godendosi il momento. Dopo si sarebbero separati, dopo avrebbero dato un nome al nuovo arrivato, dopo sarebbero andati alla Tana e dopo ancora sarebbero tornati a casa ed Hermione si sarebbe presa il bacio che meritava.
Dopo, dopo quel giorno, dopo quei mesi, avrebbero vissuto la loro vita insieme, uniti come una famiglia.
Ma dopo. Per il momento, per entrambi, il mondo non era più grande che lo spazio necessario ad accogliere il corpo dell'altro.
E per tutta la loro vita insieme, quello spazio sarebbe bastato.
 
 
 
 
 
 
 



Ed eccoci arrivati a quest'epilogo, un po’ fuori stagione, che dire che sia arrivato in ritardo è fargli un complimento. Mea culpa, lo ammetto, ma scrivere la fine di questa storia mi rende felice e triste insieme, probabilmente per questo ho rimandato così a lungo.
Un piccolo appunto: so che il regalo di Severus a Kathleen può sembrare melenso e OOC, ma se ricordate si parlava di gatti già nel capitolo riguardante il compleanno di Harry. Una piccola precisazione, tutto qui!
Si sa che separarci dalle cose che amiamo è sempre difficile, ed è per questo che vi dico che non sarà l'ultima volta che vedrete Kathleen (perché diciamocelo, qualcuno crede veramente che resterà buona buona senza combinare nulla?). C'è già una one-shot mezza creata, ma non vi darò nessuna data di pubblicazione (che come abbiamo capito tutti non rispetterei mai, mannaggia a me!).
Prima di concludere con i dovuti ringraziamenti ancora una piccola notizia: ho già iniziato a scrivere una nuova long su questa ship, se non siete ancora stanchi di me potete già leggere il primo capitolo pubblicato sulla mia pagina.
Ed ora a voi. Sono grata più di quanto possa esprimere a questa storia per avermi fatto conoscere ognuno di voi, per il vostro affetto, le vostre parole e il vostro supporto costante senza il quale probabilmente questa storia sarebbe rimasta incompiuta e giunta alla fine solo nella mia mente.
Quindi un grazie a tutti voi, ancora.
 
Alla prossima e un grande abbraccio,
Crudelia

 
   
 
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