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Autore: vanessie    03/07/2020    1 recensioni
La storia sviluppa alcuni personaggi di mia invenzione presentati nella fanfiction "Sunlight's Ray".
Una vicenda ricca d'amicizia, amore e problemi della vita quotidiana con cui ogni adolescente si trova a fare i conti...narrati da una prospettiva femminile e maschile. Non mancherà un pizzico di fantasy e un richiamo ai personaggi originali della Meyer!
Per avere una migliore visione delle cose sarebbe meglio aver letto Sunlight's Ray 1-2-3, in caso contrario potete comunque avventurarvi in Following a Star!
Genere: Fantasy, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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- Questa storia fa parte della serie 'Sunlight's ray'
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FOLLOWING A STAR

 

Capitolo 225

“Mi ami?”

 

 

POV Matt

Ultimo dell’anno a casa di Peter, eravamo lui, io, Tyler, Liv, Kate e altri cinque amici, due maschi e tre femmine. Peter aveva la patente visto che era un anno più grande di me, quindi andai con lui e Tyler a ritirare le pizze da asporto che avevamo ordinato, mentre Liv e Kate apparecchiarono la tavola, altri due ragazzi pensarono a sistemare la questione musica, infine le altre tre amiche aiutarono a mettere alcune decorazioni e a preparare degli stupidi cappellini e trombette che volevano utilizzare dopo la mezzanotte per fare foto e divertirci. Avevo preso l’impegno di restare a dormire da Katelyn, come ai vecchi tempi, per questo, andandola a prendere nel tardo pomeriggio per recarci a casa di Peter, lasciai uno zaino con le mie cose: un pigiama, qualcosa di comodo da indossare la mattina successiva, ciabatte, un cambio di calzini e boxer. Quella dormita insieme mi impensieriva un po’ per la questione eccitazione fisica, però in qualche modo avrei gestito la cosa. Rientrammo in casa di Peter con i cartoni delle pizze, controllammo i vari gusti per capire a chi distribuirle, poi quando tutti furono serviti ci sedemmo a mangiare. Oltre alle bibite analcoliche, sul tavolo c’erano anche delle bottiglie di birra. La maggiornanza di loro era maggiorenne e secondo le leggi irlandesi potevano bere tranquillamente, gli unici minorenni eravamo io e due ragazze, amiche di Peter, che avevo conosciuto quella sera. Ovviamente bevemmo lo stesso, non c’era nessun adulto a controllare ed eravamo in una casa privata, dove nessuno ci avrebbe visti. In realtà un po’ di birra ogni tanto durante una cena, me la faceva bere anche mio padre, certo non una bottiglia, ma lasciai perdere i particolari. Ero seduto vicino a Peter e Tyler, al tavolo ci eravamo schierati ragazzi e ragazze, almeno potevamo parlare di argomenti interessanti e diversi, oltre che fare delle conversazioni tutti insieme. Finita la cena mettemmo la musica, sia come sottofondo sia come base per ballare, per chi volesse farlo.

 

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Delle tre amiche di Peter, una era abbastanza carina, aveva un bel viso, anche se a dirla tutta più che altro mi interessava la sua minigonna realmente cortissima. Era un po’ da depravato quel pensiero, ma utimamente faticavo a controllare i miei istinti. I ragazzi presero alcune bottiglie di alcolici che avevano acquistato nei giorni precedenti, disponendole sul tavolino del salotto con dei bicchieri. Prepararono degli shot, offrendomene uno. Lo bevvi tutto d’un fiato, come era tradizione fare. Era abbastanza forte, ora non era la prima volta che bevevo, lo avevo già fatto senza che i miei genitori lo sapessero. Mi intrattenni a parlare con gli altri due ragazzi, mentre le nostre amiche si erano messe a ballare. Liv e Katelyn lo facevano in coppia, come se fossero in una sala da ballo per eseguire un passo a due. Le osservavo mentre chiacchieravo e mi facevano sorridere perché andavano completamente fuori tempo, ridevano come matte e talvolta facevano delle mosse ridicole. Tyler mi porse poco dopo un secondo shot, lo bevvi ma era super alcolico. Kate venne a sedersi al mio fianco, sul divano. Le sorrisi voltandomi verso di lei “Non dovresti farlo Matt” disse togliendomi di mano il bicchierino vuoto, per riporlo sul tavolo di fronte “È l’ultimo dell’anno” mi giustificai.

 

giphy

 

“Sei minorenne” bisbigliò “Da domani entriamo nel nuovo anno e non lo sarò più” “Invece sì, diciotto anni li compi ad ottobre, non a gennaio” “Cos’è? Devi controllarmi?” replicai “No, lo dico solo per il tuo bene, non voglio che esageri. Quando si beve più del dovuto si dicono o si fanno delle cose stupide” “Siamo in una casa privata, non in un locale pubblico, cosa potrei mai fare?” le domandai “Non c’entra dove siamo” rispose facendomi una carezza sulla schiena “Sei un ragazzo intelligente e non mi va che per divertirti tu faccia cose strane che non ti appartegono” precisò. Restammo occhi negli occhi “Non sono ubriaco, non mi gira neppure la testa” ribattei “Adesso no, ma se continui a bere shot prima o poi succederà” “Anche tu hai bevuto” ribattei.

 

giphy

 

Mi fece una carezza sul viso ed io persi completamente la voglia di portare avanti quella conversazione. Abbozzai un sorriso che ricambiò, rimasi perso nel suo sguardo mentre le sue dita mi sfioravano il volto in altre direzioni. “Non ho detto queste cose per controllarti, le ho dette perché tengo a te” bisbigliò “Io…volevo solo festeggiare” sussurrai addolcendo il tono “Lo so, ma mi fa preoccupare vederti bere tanto. Non si tratta di una birra, sono superalcolici e li stai mischiando” proseguì sottovoce “Non volevo che ti preoccupassi” “Quindi pensi…di poter smettere fino al brindisi di mezzanotte?” mi chiese. Annuii rapito dalle mie emozioni prepotenti “Sì” “Perché non lasci stare tutto e vieni con me?” propose alzandosi e prendendomi la mano per invitarmi a seguirla. Mollai la conversazione con gli amici e la seguii, in quell’istante del resto del mondo non mi interessava nulla. Ci fermammo vicini all’ingresso della cucina, un po’ in disparte.    

Poggiò le braccia intorno alle mie spalle “Invitami a ballare almeno” suggerì, misi le mani sui suoi fianchi e ballammo alcune canzoni, come fossero un lento. “Questo look elegante che avete scelto è così carino” affermò alludendo al fatto che con gli altri ragazzi avessimo deciso di vestirci non molto, bensì super eleganti con un completo di giacca e pantaloni e una camicia. “Anche il tuo è un vestito elegante, mi piace” dichiarai “Oh a te piace di più quello della ragazza in minigonna, l’ho notato sai?” ribattè ridendo “Non è vero” “Oh sì che lo è. Dovresti guardarle meno le cosce, te lo dico perché se ne accorgerà, anzi forse lo ha già capito” “E tu invece? Oltre che con Liv sei stata tutto il tempo a ridere con Peter” la sfidai “Peter è un amico da tanti anni, nessuno dei due ci sta provando” “Uhm sei sicura?” insistei “Certo” rispose. Eravamo così vicini in quel lento, non feci niente perché sapevo che non avrebbe gradito un bacio, ma sinceramente della minigonna di quella tipa non me ne fregava nulla, per me Katelyn restava comunque l’unica cosa bella che desideravo. Ci richiamarono per fare delle foto della serata, in realtà le feci quasi tutte io perché la fotografia era una delle mie passioni, dopo lo sport e…ultimamente anche dopo il genere femminile. Passai il turno a Liv perché volevo anch’io qualche scatto con gli amici e con Katelyn.

 

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“Guarda come sono carine le vostre foto” sentii dire da Liv quando si mise con Kate a riguardare i nostri scatti. Origliai la conversazione senza farmi beccare, mentre gli amici riproposero di fare qualche gioco in attesa della mezzanotte, giochi nei quali barare clamorosamente com’era successo al mio compleanno, quando avevo baciato Kate. Partecipai alla decisione restando con l’orecchio teso verso Liv. “Prima quando ballavate quel lento eravate così dolci” disse con tono di voce basso, Kate sorrise “Perché non lasci stare le tue idee e gli dici che lo ami?” le domandò riferendosi a me “No, non è quello che voglio” “Non sei mai così con gli altri ragazzi, non ti perdi mai nei loro sguardi, non sei mai tanto sorridente e sognante come fai con lui” insistè Liv “È il mio migliore amico” “Non ti preoccupi se vedi bere gli altri ragazzi, perché con lui sì?” “Shhhh piantala, non è la sede adatta per parlarne” la zittì Kate.

Ci radunammo intorno alla tavola del soggiorno, ormai sparecchiata, ci restavano solo i bicchieri, le bibite analcoliche e qualche alcolico. Memore dell’esperienza del mio compleanno, in cui avevo truccato il gioco di obbligo o verità per baciare Katelyn, stavolta non avevo chiesto nulla agli amici, ricordavo ancora quell’imbarazzo che avevamo avuto, quel chiarimento in camera mia il giorno successivo e poi mi era sinceramente dispiaciuto metterla tanto a disagio. Giocammo sempre estraendo a sorte il nome di chi doveva subire la punizione.

 

giphy

 

Tra i vari obblighi che subii nei miei tre turni, ci fu la prima volta buttare giù uno shot, la seconda mi venne assagnato di fare 15 flessioni, ora aspettavo che Liv mi dicesse quale sarebbe stato il mio terzo obbligo. Avevamo detto che dopo quello avremo smesso perché la mezzanotte era vicina. “Uhm…sono un po’indecisa…” tamburellava Liv con il dito sul tavolo “Direi che potresti dare un bacio molto appassionato a…” alzai le sopracciglia perché da Liv non mi aspettavo quel genere di punizione, sia perché era una ragazza, sia perché era una tipa seria e rispettosa “…a Katelyn!” esclamò “Liv” affermò sbigottita Kate girandosi verso la sua migliore amica “Sei impazzita?” le domandò “È una punizione, non puoi tirarti indietro” rispose Liv “Perché a me?” le chiese “Perché voglio così” sentenziò Liv senza darle possibilità di replica. “Va bene” dissi alzandomi in piedi per raggiungere Kate “Un bacio molto appassionato, per cinque minuti” precisò Liv “Cinque?” ripetei “Sì” “Sono tanti” risposi “Lo so, ho detto molto appassionato infatti” “Possiamo almeno spostarci sul divano e non farlo qui davanti agli occhi di chiunque?” proposi “D’accordo, mettetevi pure comodi, ma dobbiamo vedervi, altrimenti potreste anche barare” suggerì lei. Annuii, Kate si alzò in piedi “Non ho parole” affermò rivolgendosi alla sua amica. Ci sedemmo sul diavano, gli altri ci guardavano, ma almeno eravamo un tantino più lontani e in disparte. Tolsi la giacca perché già sudavo freddo all’idea, figuriamoci nel farlo davvero, nell’inseguire la sua lingua per cinque lunghi minuti. Mi posizionai di spalle al resto dei presenti, potevano vederci ma solo da dietro. Ci avvicinammo, guardandoci negli occhi, toccai la punta del suo naso con il mio, dischiuse le labbra e lo stesso feci io. Esitai qualche secondo perché era bello sentire il cuore prendere la rincorsa, era eccitante. Le labbra aderirono le une alle altre, le nostre lingue si rincorsero subito, stavolta era meno imbarazzante della scorsa, c’era meno impaccio. La assaporavo a lungo, poi una brevissima pausa di qualche secondo in cui riaprivo gli occhi, immergendomi nei suoi, di nuovo una lunga fase di baci profondi e intensi e così via a ripetersi. I cinque minuti sembravano lunghissimi, ma baciandola non furono tanto lunghi come credevo. Certo la mandibola non aveva mai riposo, se non per pochissimi secondi, per cui oltre che emozionante, eccitante e da brividi sulla pelle, stava diventando anche leggermente intormentita la cosa. Poggiai una mano sulla sua nuca, con l’altra, nascosta alla vista degli amici, assecondai la sua, venuta a intrecciare le dita alle mie. L’ultimo minuto lo passammo a baciarci ad occhi aperti, magari mi sbagliavo, ma nelle sue iridi non leggevo fastidio o grandissimo imbarazzo, leggevo che le sue emozioni fossero molto simili alle mie. “Tempo scaduto” disse Liv, ci staccammo, restando sul divano “Mancano ancora dieci minuti alla mezzanotte” ci informò Peter. Sul labiale di Liv, diretto a Kate che riuscii a vedere all’ultimo secondo, oltre ad un sorriso lessi “Wow dovresti ringraziarmi” ma feci finta di niente.

Gli amici si alzarono da tavola, qualcuno disse che andava in bagno, qualcuno bevve dell’acqua, qualcun altro si mise a parlare. Voltai la testa verso Kate, mi osservava mentre le nostre dita erano ancora incrociate. Accennò un sorriso, lo ricambiai. Si avvicinò poggiando la fronte sulla mia. Quell’occhi negli occhi era…decisamente troppo per i miei istinti. Assaporai ancora le sue labbra, stavolta non per obbligo ma per volontà. Lo feci sebbene temessi di ricevere un ceffone, che non arrivò. Fu un bacio dolce e tenero di media durata. Alzai le palpebre quando staccò la bocca, le richiusi quando capii che entrambi ne volessimo ancora.

 

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Stavolta fu più lungo e approfondito, sentivo le frasi degli altri in sottofondo, come se per me non avessero alcuna importanza. Talvolta captavo qualche parola qua e là, tipo il mio nome o il suo, capendo che parlassero di quei baci che ci stavamo dando. “È quasi mezzanotte” sentii dire più forte dalla voce di Tyler. Abbandonai a malincuore quel momento in cui Katelyn mi aveva permesso di avere tutto quel contatto, senza che ne fosse obbligata. Andammo vicini alla televisione con il resto del gruppo per fare il conto alla rovescia, Peter stappò la bottiglia per il cincin, ne versò un po’ in ogni calice e facemmo il brindisi al nuovo anno. Finito il giro di auguri, persi totalmente di vista Kate, la cercai con lo sguardo ma nella stanza non c’era, così come non c’era Liv. “Ammazza che culo! Anche senza truccare il gioco hai avuto la possibilità di baciarla di nuovo” mi disse Peter “Sì” “Cinque minuti decisamente intensi…eravamo così” aggiunse Tyler aprendo la bocca “E comunque voleva che la baciassi anche dopo i cinque minuti, era proprio evidente” sottolineò Peter “Possiamo cambiare discorso? È imbarazzante” li supplicai. Mi accontentarono, parlammo con gli altri invitati, poi più tardi Liv e Kate tornarono in soggiorno. La osservai per capire il suo stato d’animo, sembrava tranquilla. Visto che era capodanno il suo orario di rientro a casa era slittato alle due. La lasciai libera senza starle addosso, magari adesso era meglio restare un tantino separati.

Stavo ascoltando il racconto di una delle amiche di Peter insieme a Tyler, parlava di un episodio accadutole a scuola con una prof che in quel periodo dell’anno avevo al corso di fisica. Ascoltavo attentamente perché ero interessato all’argomento dato che quella era pure la mia insegnante. Mi sentii toccare il braccio “Devo tornare a casa” disse Kate “Sì, andiamo” risposi. Salutammo tutti e ci avviammo a piedi. Il tragitto fu abbastanza imbarazzante seppur breve. “La festa è stata bella, vero?” domandò “Sì” “I miei genitori sono con alcuni amici, li salutiamo e andiamo in camera” “D’accordo” risposi. Entrammo in casa sua “Ciao ragazzi, buon anno” ci salutò Ben, ricambiammo gli auguri “La festa è stata divertente?” domandò Holly “Sì, molto” affermai “Ehm noi andiamo a dormire, notte” disse Katelyn spingendomi verso la sua stanza. Chiuse la porta alle sue spalle “Se vuoi resta pure qui a metterti il pigiama, io uso la stanza dei miei” “Aspetta Kate, possiamo parlare prima?” “Lo faremo dopo, cambiati pure e usa il bagno in fondo al corridoio, tanto io andrò in quello interno alla camera di mamma e papà” mi indicò.

Quando ormai ero già andato in bagno ed ero in pigiama da un pezzo, seduto sul letto di Katelyn, lei rientrò. Era senza trucco e in pigiama, aveva sciolto i capelli e si mise al mio fianco. “Volevo…capire come hai preso la storia del bacio” esordii “Non pensavo che Liv lo mettesse come obbligo, tolto questo…se devo essere sincera il bacio è stato…perfetto” “Non è che come la scorsa volta poi sei diversa o imbarazzata, giusto?” mi informai, perché preferivo chiarire subito “No” rispose “D’accordo” affermai. Quando si sdraiò sotto al piumone, mi sdraiai a mia volta restando su un fianco per continuare a guardarla. Mi accarezzò il viso, abbozzai un flebile sorriso “Ti piacerebbe…baciarci ancora?” sussurrò, annuii, lei si avvicinò “Vieni qui allora” disse restando sollevata su un gomito. Cominciammo a baciarci e lo facemmo per interminabili minuti, staccandoci solo ogni tanto per riprendere fiato e per guardarci a pochi centimetri di distanza. La buttai giù, stringendola in un abbraccio nel quale riprendemmo a baciarci in modo sempre più coinvolgente. “È solo per stasera ok?” bisbigliò “Perché stasera sì?” “Perché ormai ci siamo baciati e non ha senso resistere” “E perché le altre sere no?” domandai “Perché te ne vai in America e non voglio soffrire, voglio pensare che il mio migliore amico abita lontano e già questo mi farà male, non posso mettere in campo altri sentimenti” spiegò. Le nostre labbra ricominciarono a bramarsi nella penombra della sua camera, illuminta solo dalla lampada del comodino. C’era silenzio, solo il suono bagnato dei nostri baci che si susseguivano e le voci lontane di Holly e Ben e di una loro coppia di amici che provenivano dal soggiorno. Di pomiciate me ne ero fatte tante, ma quella era diversa, era speciale.

Avvertii il tocco della sua mano sul cavallo dei miei pantaloni “Kate che stai facendo?” sussurrai allarmato, sentendo che già ero su di giri di mio, ora che la sua mano si era poggiata lì ero fuori controllo. “Non lo so” rispose senza smettere di fissarmi “Ti consiglio di spostare la mano” “Pensi di essere innamorato di me?” mi chiese “Certo, ma che c’entra?” “Sai che per quella cosa non mi sento affatto pronta, inoltre non sei il mio ragazzo e non lo posso proprio fare senza una storia d’amore…ma…io…credo di…amarti” affermò. Sollevai le sopracciglia per capire dove volesse andare a parare, non voleva fare l’amore ma cosa voleva? “Hai appena detto che mi vuoi come amico” precisai “Lo so, ma oltre a volerti come amico, posso…anche avere dei sentimenti, giusto?” “Sì ma” “Abbiamo detto solo per stasera, domani sarai solo il mio migliore amico” mi interruppe. La sua mano non si era spostata dalla zona del mio pigiama sotto al quale portavo i boxer “Cosa vuoi fare? Inizio a non capirti” ammisi “Baciami” la assecondai infilando le dita tra i suoi capelli “Se mi insegni come si fa, posso farti le coccole” sussurrò “Non stai dicendo sul serio” replicai con un sorriso, perché avevo finalmente capito cosa ci facesse la sua mano proprio lì “Sì invece” “Kate quello non è un bacio che domani puoi fingere di scordare” “Per te è così brutto che io lo faccia?” “No…no, certo che no, però…” farfugliai “Non l’ho mai fatto a nessuno e non so farlo, altrimenti non te lo chiederei” “Guarda che non devi fare proprio niente, mi hai chiesto se sono innamorato prima. Sì io ti amo, ma non voglio che tu pensi di dover fare qualcosa del genere” chiarii “Infatti non lo faccio per te, lo faccio per me, perché sono innamorata” “Sei sicura di questa scelta?” chiesi, lei annuì. Tolsi i pantaloni del pigiama e i boxer, mi sdraiai, ero del tutto sconcertato dalla sua richiesta, ma anche talmente eccitato che…le diedi un bacio, lei restò con una mano sul mio petto, poggiandovi il mento per guardarmi negli occhi, mentre le feci capire come dovesse fare, aiutandola inizialmente tenendo la mano sulla sua. Non mi staccò gli occhi di dosso, baciandomi di tanto in tanto, mentre abbandonai completamente la presa dalla sua mano e dalla realtà. Dovevo aver sognato tutta quella storia, ero certo che tra poco mi sarei svegliato sudato ed eccitato per quel sogno nel quale Katelyn, la ragazza che amavo da ben quattro anni, mi stava regalando delle sensazioni meravigliose.

 

NOTE:

Buon pomeriggio ragazze, ultimo dell'anno con festa a casa di amici. Katelyn si preoccupa vedendo Matthew assecondare gli altri ragazzi nel bere alcolici, sebbene lui sia un anno più piccolo e ancora non possa farlo. Kate non vuole controllarlo, a lui ci tiene molto e vuole solo consigliargli di smetterla, perchè teme che possa ubriacarsi e fare qualche sciocchezza. Matt inizialmente tenta di replicare, ma si arrende quando lei gli fa capire che sta dicendo quelle cose solo perchè gli vuole bene. Durante la serata i due sono nuovamente "costretti" a baciarsi, ma stavolta non sembra che abbiano tutto quell'imbarazzo della precedente, Kate appare molto più coinvolta, tanto che quando l'obbligo finisce si baciano di nuovo e stavolta spontaneamente. Da menzionare il fatto che sia stata Liv, migliore amica di Kate, ad assegnare l'obbligo...probabilmente tra le due devono esserci state molte chiacchiere e confidenze. Tornati a casa di lei, dove Matthew aveva promesso di restare a dormire, Kate non riesce a distaccarsi, gli chiede di essere baciata e solo poco dopo ammette per la prima volta ad alta voce di provare dei sentimenti, tanto che, nel turbinio di emozioni adolescenziali miste ad ormoni su di giri, lei gli fa capire di volere qualcosa in più, sebbene sia molto imbarazzata.

Spero di non aver urtato la sensibilità di nessuno :D penso che si sia capito che questa cosa è accaduta non per motivi stupidi, quanto per amore. Inoltre Kate e Matt hanno 18 e 17 anni, penso sia naturale avere determinati istinti, davvero poco controllabili a quell'età. Alla prossima,

Vanessie

 

   
 
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