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Autore: Izzyguns    03/07/2020    0 recensioni
William e Jeffrey in Indiana, tra scuola, problemi familiari e cani, tutto dal punto di vista di Will! Si inizia dal 1978, quando hanno 16 anni, e si conclude nel 1988.
*dal primo capitolo*
Aprii lentamente gli occhi. Dai buchi della tapparella entravano degli spiragli di luce, uno di questi illuminava leggermente la sveglia.
-Fantastico... anche oggi mi sono svegliato tardi...- dissi, guardando l’ orologio accanto al mio letto.
Mi alzai e quasi non caddi faccia avanti sul pavimento per quanto ero stordito.
Uscii dalla mia camera con ancora gli occhi chiusi dal sonno.
Bene, stava per cominciare la routine mattutina. Ogni santa mattina era sempre la stessa cosa, anche se di santo nelle mattine di casa nostra c’ era poco e niente a dirla tutta. (da qui il titolo "Every Holy Morning")
Genere: Comico, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Axl Rose, Izzy Stradlin
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta, Tematiche delicate
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- Questa storia fa parte della serie 'Wiliam and Jeffrey'
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DAL PUNTO DI VISTA DI WILLIAM

-Come pensavi di chiamarla, la canzone?- chiesi
-Mmh... You are crazy!-
-Cosa centra ora?-
-Idiotaa! Non dicevo a te!- rispose Jeff, portandosi una mano sulla fronte -Ho risposto alla tua domanda! Hai appena cantato il testo! Il ritornello dice "you' re crazy... crazy!", quindi la canzone si chiama così!-
-Ma stavo scherzando, Jeff! Come sei noioso...- no, non stavo scherzando... ma avevo una reputazione! Mandare tutto all' aria così, per una figura (diciamocelo, aveva ragione... la avevo appena cantata!) di merda con il mio migliore amico, non mi sembrava certo il caso!
Provammo e riprovammo quella canzone un’ infinità di volte, finché non venne perfetta. Suonammo altri brani, cover e nostri. Quando ti diverti, il tempo passa velocemente, no? Beh, il tempo passò TROPPO velocemente! Era praticamente ora di cena quindi mi decisi a tornare a casa.
-Ci vai domani a scuola o la salti?- mi chiese Jeff mentre raccoglievo il mio zaino da terra e me lo mettevo in spalla
-No, tanto che ci vado a fare... tu?-
-Nemmeno io...-
-Allora ci vediamo domani da qualche parte! Ora vado che sono in mega ritardo, oggi dovevo anche andare in chiesa, quindi diciamo che sono fottuto-
-Ok amico, a domani!-
Uscii dalla casa e aspettai che Jeffrey chiudesse la porta per andarmene.
Stavo congelando. Faceva un freddo boia e io avevo solo dei jeans strappati da me (eh già, dovevo strapparli da solo con rasoio e forbici), una maglietta a maniche corte, uno stupido giubbino jeans e delle scarpe da ginnastica.
Affrettai il passo e arrivai a casa. Aprii velocemente la porta e...
-Ma guarda chi è tornato! E hai anche saltato la chiesa!- disse Stephen con un tono beffardo nei miei confronti.
Appoggiò la forchetta sul piatto e mi guardò.
Stavano cenando. Amy si girò di scatto e mi guardò mordendosi il labbro inferiore.
-Eh già, sono tornato! Chiedi scusa a Dio da parte mia allora, la prossima volta.- dissi. Quanto ero strafottente!
Mi piaceva stuzzicare Stephen, mi piaceva guardarlo mentre lo prendevo per il culo e si incazzava.
Datemi pure del pazzo, ma rispondergli male era uno dei miei modi per scaricarmi, dopo la musica ovviamente.
Come avevo programmato, il mio patrigno mi guardò malissimo e mia madre e mia sorella tornarono subito a guardare il piatto e a mangiare. Stephen si alzò e mi venne davanti.
Eravamo faccia a faccia.
-Rispondimi così un’ altra volta e te ne faccio pentire...-
Sorrisi -Beh, allora fammi un’ altra domanda, così posso risponderti- Sberla tra tre, due, uno... dolore alla guancia, bruciava.
Caddi a terra per quanta forza aveva messo in quello schiaffo, massaggiandomi il viso.
Mi alzai e andai in camera mia, sbattendo talmente tanto forte la porta che pensai si stesse per staccare, ma non me ne fregava nulla. Più sbattevo forte la porta e più mi rilassavo, ma non l’ avrei mai sbattuta abbastanza...
Lanciai lo zaino chissà dove e mi stesi sul letto.
Ancora sdraiato, aprii il cassetto del comodino e presi il pacchetto di sigarette che tenevo nascosto lì e l’ accendino nero che avevo rubato qualche mese prima insieme a Jeffrey. Mi portai una Lucky Strike alla bocca e la accessi.
Ero a meno di metà sigaretta, quando sentii la porta aprirsi. In meno di un secondo soffiai il fumo, lanciai la sigaretta dietro al letto e la spensi, schiacciandola. La porta si aprì ed entrò in camera mia sorella...
-Cazzo, Amy! Mi hai fatto sprecare una Luckies ancora a metà!- dissi, sbuffando
-Oh, scusa... comunque qui c’ è puzza di fumo mista ad altro... apro la finestra- richiuse la porta e andò ad aprire la finestra.
Sospirai, ancora un po’ arrabbiato per la sigaretta, e mi tirai a sedere.
-Posso chiederti perché sei in camera mia?-
-Beh... volevo stare un po’ con mio fratello!- mi rispose lei sorridendo
-Ah... certo che avresti anche potuto bussare...-
-Scusa...-
-Fa niente... ah! Jeff ti risaluta.-
Mi sorrise, si sedette vicino a me e appoggiò la testa sulla mia spalla. Ero davvero stanco... senza accorgermene mi addormentai. Ci addormentammo.
  
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