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Autore: RLandH    03/07/2020    4 recensioni
-Si con i titoli faccio schifo -
Raccolte di fanfiction per l'iniziativa proposta da CampMezzosangue dei "100AU"
(Non sono certa di riuscire a scrivere tutte e cento le storie, ma tentar non nuoce)
#32(Frank/Hazel)
#81 (Leo/Calypso)
#87 (Luke/Thalia)
#10(Jason/Piper)
#100 (Nico/Will)
#18 (Travis/Katie)
#11 (Chris/Clarisse)
#42(Reyna/Annabeth)
#5 (Leo/Khione)
#23 (Percy/Annabeth)
#34 (Percy/Reyna)
#33(Luke!Centric)
#28(Leo/Echo)
#90(Michael/Clarisse)
#98(Percy/Rachel)
#19(Jason&Leo)
#65 (Annbeth/Luke!Past)
#77 (Calypso/Lester)
#39 (Harry Potter!AU) (Charlie/Silena)
#15 (Nico/Will)
#38 (Annabeth/PercyPercy/Calypso)
#17 (Percy/Calypso)
#70 Quella spogliarellista ha un aspetto familiare OMG sei tu!AU (Nico&Reyna)
#2 Mi sono infiltrato in casa tua alle due di notte perché ero ubriaco e pensavo fossa casa mia!AU(Leo/Calypso)
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: I sette della Profezia, Quasi tutti
Note: AU, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Titolo(Storia):   I Cento Mo(n)di
Titolo Capitolo:   Galeotta fu la chiave – o la sbronza o forse il trauma cranico
Prompt: #2 Mi sono infiltrato in casa tua alle due di notte perché ero ubriaco e pensavo fossa casa mia!AU
Personaggi:  Leo Valdez, Calypso, Will Solace, Magnus Chase (da MC&TGOA), TJ (da MC&TGOA) (Citati: Jason Grace, Lester Papadopulos, Frank Zhang, Hazel Levesquez, Thalia Grace, Reyna Arellano, Annabeth Chase, Percy Jackson).
Paring:  Caleo, perlypso!minor!past (minor: Percabeth, Frazel)
Rating:  Giallo intenso
Warning:  Modern!AU,
 Beta: Nessuna
Note:  Ma che è sta cosa? Ah, bo, ma finalmente è una cosa shipposa come si deve. Allora questa one-shot rientra nello stesso universo in cui Jason e Leo sono coinquilini e Calypso è la loro vicina (Leo spia la cronologia di Calypso, Khione chiede a Leo di sposarlo & Jason becca Leo a guardare i porno) questa è la più ‘posteriore’ temporalmente delle ff.
Per il titolo mi sono rifatta letteralmente al titolo della prima ff Calypso-Leo.
Visto che questo universo, in questa raccolta, sta prendendo sempre più piede sto pensando di creare una raccolta a parte su Leo e Calypso, dove (ri)pubblicare queste one-shot e magari altre con altri prompt, fatemi sapere se questa idea potrebbe intrigarvi.
Un bacio
RLandH
PS- Vorrei ringraziare fenris e cabin13 per le recensioni <3

 

Galeotta fu la chiave – o la sbronza o forse il trauma cranico

Mi raccomando, Leonidas, non farmene pentire.”
Aveva detto così, Calypso? Si, aveva detto così.
E Leo era stato prontissimo a risponderle che non sarebbe mai successo. Mai.
Avevano decisamente sopravvalutato la questione. Entrambi.
“Bene, Leo, ora sei come nuovo” aveva detto Will Solance dandoli una sonora pacca sulla spalla, aveva un sorriso tranquillo, che però era sciamato appena era tornato a fare l’apina laboriosa per il pronto-soccorso. Avevano ricucito e bendato la sua testa.
“Mi dispiace” aveva serpeggiato Calypso, seduta sulla sedia accanto a lui.
“Perché? Sono sotto antidolorifici, sto passando probabilmente il momento più bello della mia vita” aveva detto. Ed era anche onesto.
L’ubriachezza era completamente passata, ma almeno da un paio d’ore, aveva vomitato via tutto l’alchool, grazie al trauma cranico più che la sbronza.
“Ed avrò una nuova cicatrice figa” aveva provato a sdrammatizzare. Calypso però non sembrava per nulla rincuorata, mentre torturava l’orlo del suo cappotto, che non si era ancora tolta, per non rivelare la vestaglia, giro-chiappa, crema a fiori, che indossava sotto – e che Leo avrebbe conservato nelle profondità del suo cuore.
“Ho parlato con la polizia” aveva detto Calypso, “Ma credo vorranno parlare anche con te” aveva aggiunto.
“Chi sa che cosa pensano” aveva valutato Leo, mentre scivolava via dal lettino dove Will lo aveva fatto sistemare, una volta, usciti dalla sala d’aspetto.
“Ah boh, lite domestica credo” aveva borbottato Calypso, “Nah” aveva risposto Leo, “Più che io sia uno stalker pazzo assalitore” aveva aggiunto.
Calypso aveva sollevato un sopracciglio, “Nessuno sano di mente crederebbe che uno come me, esca con una come te” aveva spiegato Leo.
“Scusami?” aveva domandato Calypso, sembrava leggermente offesa ed indignata, onestamente Leo non capiva perché, pensava si sarebbe indignata più per l’ipotesi contraria. “Guardati Raggio di Sole: sei intelligente, bella e risoluta; io sono un caso umano” aveva risposto Leo.
Calypso aveva gonfiato le guance, “Ma cosa vai farneticando” aveva detto Calypso, ancora più offesa, “Non sei un caso umano: sei spigliato, divertente e certamente geniale, Leonidas” aveva stabilito Calypso.
Leo era quasi ammirato.
“Qualsiasi ragazza sarebbe fortunata ad uscire con te” aveva aggiunto con più vigore.
Leo aveva riso con un po’ di amarezza, “Qualsiasi tranne te” aveva detto Leo.

 

“No sul serio, puoi ripetere?” aveva domandato l’agente Chase, era il cugino di Annabeth, le somigliava abbastanza, stessi occhi grigi, solo che era una versione più appuntita e smunta.
“Ieri sera sono andato alla festa d’Addio di Reyna e Thalia” aveva ricominciato Leo, “Hai presente no? Potrebbero piegarti ambedue come un fuscello” aveva continuato, ma l’agente Chase aveva annuito.
“Si, Annabeth e Thalia sono amiche tipo da tutta la vita” aveva risposto l’agente Chase, mentre al suo fianco, il suo collega ridacchiava, chi sa cosa c’era di così divertente in quella scena.
“Bene, abbiamo bevuto tanto” aveva spiegato Leo, “Dovevo tornare con i miei coinquilini, ma Lester lo abbiamo perso di vista a metà serata, è la persona più sfigata che conosco, quindi giuro, non so dove sia finito” aveva spiegato Leo, cercando di ricordare il filo del discorso.
“E Jason neanche …” aveva aggiunto, aveva fatto una pausa.
Cosa era successo, poi?
Il collega dell’agente Magnus Chase, TJ, aveva voltato il capo verso Calypso e le aveva chiesto della festa, “No, io … non sono stata invitata” aveva risposto poi, tetra.
Leo le aveva lanciato uno sguardo confuso, era dalla conversazione in pronto-soccorso che Calypso si era fatta lugubre, “Non è che esci proprio con noi” aveva detto evasivo Leo.
Nel senso, lui adorava Calypso, anzi lui l’amava proprio.
Però oltre lui, Jason ed il loro occasionale terzo coinquilino, non è che lei fosse divenuta parte integrante del loro ‘gruppo’ – se poi potevano esser definiti tali – era venuta a qualche festa quando era stato Leo ad organizzarlo ed era andata a letto con Percy in una di queste (durante una pausa con Annabeth).
Leo cercava di ignorare quell’evento.
Calypso gli aveva tirato una gomitata.
“Può andare avanti?” aveva ripreso l’agente Chase, “Si, be, mi ha riportato a casa Frank Zang, Koda fratello orso, in macchina. Lui ed Hazel, la sua morosa, mi hanno lasciato sotto al portone. Non nel pieno delle mie facoltà sono riuscito a tornare al mio piano, solo che ho sbagliato porta, invece dell’interno ventisette sono andato nell’interno ventisei” aveva ripreso Leo.
“Come è entrato?” aveva chiesto TJ, “Aveva le chiavi” aveva risposto Calypso.  “Si, ho provato un po’ tutte quelle del mazzo, casa mia, l’officina, casa di mio padre, casa di Percy, casa di Calypso” aveva aggiunto Leo, gratuitamente.
“Una volta mi sono chiusa fuori di casa, così ho fatto una copia extra per lui, per evitare di dover chiamare i vigili del fuoco di nuovo” aveva spiegato Calypso, frettolosamente, per dover giustificare come una ragazza come lei avesse dato le chiavi ad uno come lui, caso mai qualcuno, erroneamente, pensasse che avessero una relazione e per questo Leo posedesse le chiavi.
“Quindi è entrato nell’appartamento sbagliato” aveva valutato TJ, “Si, ho fatto un casino pazzesco e Calypso si è preoccupata fosse un balordo” aveva risposto Leo, “E gli ho spaccato la lampada in testa” aveva rivelato la ragazza, cotta di imbarazzo.
“Vuole sporgere denuncia?” aveva chiesto ancora Magnus Chase, a disagio, “No!” aveva risposto schietta Calypso, “Come ho detto prima anche al suo capo” aveva aggiunto.
“Si, Leif è un po’ duro d’orecchi” aveva scherzato TJ, “Ci obbliga a chiederlo di nuovo” si era giustificato l’agente Chase, “Lei?” aveva chiesto poi a Leo, “No?” aveva replicato lui.
“Perfetto firmate e passa la paura” aveva aggiunto Magnus Chase, rianimato, “Così possiamo andare a mangiare dei falafel” aveva sogghignato, allungando verso di loro il verbale che TJ aveva scritto[1].
“Sono le sette del mattino” aveva valutato Calypso, “Non esiste un orario in cui non vadano bene” aveva replicato Magnus. Inoppugnabile.

 

“Erano stati i falafel migliori del mondo” aveva esclamato Leo, “Anche se preferisco del kebab” aveva ammesso onesto.
Erano ormai le dieci del mattino, l’antidolorifico aveva cominciato a scemare e Leo voleva solo andare a dormire, invece era con Calypso, quel sabato mattina, sulle scale antincendio del suo appartamento – si raggiungevano dalla porta del bagno dell’interno ventisette.
Quando erano rientrati quatti, Leo aveva sentito il ronfare mai troppo caotico di Jason nel suo letto, di rimando di Lester nessuna notizia.
“Non mangio mai roba di cui non sono sicura al duecento per cento da dove provengano, però devo ammettere che si, l’agente Chase, sa il fatto suo” aveva ridacchiato. Indossava ancora la camicetta da notte a fiori, con sopra il cappottino.
“Devo proprio andare a dormire” aveva valutato Leo, rovesciando la testa all’indietro, per toccare con il capo il muro alle sue spalle.
Aveva superato le ventiquattro ore sveglio. Ore adrenaliniche, ma sempre più di ventiquattro.
“Scusa per il vaso” aveva detto Calypso, alzandosi in piedi, indossava un paio di ballerine nere lucide, le stavano bene anche se Drew Tanaka diceva che quelle scarpe non stavano bene a nessuno.
“Mi dispiace di essere entrato per sbaglio in casa tua, raggio di sole” aveva scherzato Leo, “Alla fine sono riuscito a fartene pentire” aveva borbottato lui, “Deve essere una specie di talento il mio” aveva aggiunto.
Calypso lo aveva guardato, si era genuflessa di nuovo, per essere alla stessa altezza, aveva posato una mano sulla sua guancia, “Potrei non essere sempre stata gentile, all’inizio della nostra conoscenza, Leo” aveva cominciato a parlare.
Non lo chiamava mai in quella maniera, sempre Leonidas o Valdez.
“Ma sei un ragazzo brillante, vivace e pieno d’amore” aveva ripreso la ragazza, “E non capisco cosa uno come te, possa trovare in una persona così … così me, in una come me” aveva aggiunto.
“Non ha molto senso” aveva provato Leo, “Forse sono ancora ottobrata dall’antidolorifico” aveva provato, ma ogni cosa si era acquietata quando Calypso lo aveva baciato.



[1] Non ho idea di come funzionino le cose, ho solo immaginato visto la bizzare dinamica che la polizia sia stata chiamata, comunque anche il verbale è stata una formalità e scritto a mano, perché: TRAMA.

   
 
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