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Autore: Stillintoyou    03/07/2020    1 recensioni
{Fourquel di "Benvenuta nella radura"}
‹‹ Elicottero. C'è un elicottero in avvicinamento. ›› disse.
Non sapevo come caspio facesse a saperlo, ma provai ad ipotizzare che fosse per via della sua esperienza militare, o qualcosa del genere.
‹‹ È una cosa positiva o negativa? ››
‹‹ Positiva, forse. Se è quello che penso io, ovviamente ›› inclinò la testa, ma non aveva un'aria molto convinta ‹‹ l'Hae ››
‹‹ E sarebbe? ››
‹‹ L'associazione a cui il governo Coreano affidò il compito di testare quella medicina di cui vi ho parlato prima ››
‹‹ Praticamente la C.A.T.T.I.V.O. coreana ›› disse Newt, toccandosi il labbro inferiore in modo nervoso. Non gli faceva piacere l'idea di avere a che fare con un'altra associazione simile, e non faceva piacere nemmeno a me.
‹‹ Più simili all'Eden. A differenza della C.A.T.T.I.V.O., mandano degli elicotteri a controllare le zone come questa per vedere se ci sono sopravvissuti o intrusi almeno una volta alla settimana. E cosa non meno importante: non vedono di buon occhio la C.A.T.T.I.V.O. ››
‹‹ Cosa significa Hae? È un nome? ››
‹‹ Significa sole ››
Genere: Angst, Avventura, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Minho, Newt, Nuovo personaggio, Teresa, Thomas
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il tempo passava, le ricerche portavano i giusti risultati.

Ogni giorno eravamo sempre più vicini ad una soluzione reale. Magari non definitiva, ma quantomeno questo ci dava la speranza per un futuro più vivo.

I primi a sperimentare la cura reagivano in maniera perfetta, il vaccino non dava segni di negatività o reazioni sbagliate.

L'eden, intanto, aveva ristabilito una base.

Era passato ormai praticamente un anno.

Non era tutto completamente finito, ovviamente, ma piano piano anche quello stava nascendo.

Non eravamo più in corea, ma in un posto isolato in Inghilterra.

La città aveva una parte sotterranea ed una no, ma questa volta il rischio di attacchi era a zero.

La zona era perfettamente controllata e sicura, ed il “governo” aveva riconosciuto il progetto e l'associazione”, ma il progetto ufficiale, il metodo, non era stato svelato, così da evitare eventuali fughe d'informazione o tentativi di rubare tutto.

Questa volta, le cose erano diverse.

La realtà che stavamo vivendo, finalmente, era degna di essere vissuta.

Non era ovviamente tutto rose e fiori.

Gli alti e bassi, i litigi, le discussioni, lo stress era sempre presente, ma almeno sta volta sapevamo benissimo dove saremmo andati e dove avremmo sbattuto il muso.

Svegliarsi la mattina, adesso, era meno stressante, insomma.

Potersi svegliare in una casa tranquilla, in un letto comodo ed accanto al ragazzo che amo, almeno era una buona paga per tutto ciò che avevamo alle spalle.

Sì, avevamo di nuovo ripreso la convivenza, ormai.

La casa non era gigante, ma era accogliete.

E comunque non avevamo bisogno di enormi spazi per stare bene. Ci bastava, più che altro, restare un po' distanti dai laboratori nella quale lavoravamo, continuando le nostre ricerche ed i nostri esperimenti.

Infatti, i laboratori stavano nel sottosuolo.

“La città scientifica”, così la chiamavano, era situata prettamente giù. Molti degli scienziati stavano lì. E, sempre lì, si trovava anche “il cimitero dei martiri”. Non erano riusciti a recuperare tutti i corpi, per cui avevano costruito un enorme parete su cui poi, grazie a dei robottini, avevano inciso tutti i nomi delle persone che non erano riuscite a recuperare.

Per quanto Justin e gli altri non fossero d'accordo col “giocare ad essere Dio”, alcuni scienziati, sotto le direttive accurate di Nathan, avevano provato comunque una rianimazione, sostituendo organi importanti (tra cui il cuore) per riportare indietro alcuni radurai... come Alby.

A me, essendo il parente diretto di Chuck, hanno chiesto il consenso.

Avrei voluto provare e... onestamente, ci pensai per giorni interi.

Il mio rifiuto fu definitivo solo una volta visto che su Alby non aveva funzionato.

Era tutto un forse, d'altronde, essendo loro morti moltissimo tempo fa.

Per quanto ogni singola cosa era stata mantenuta intatta dalla tecnologia della C.A.T.T.I.V.O., era davvero un tentativo disperato.

Ma Justin aveva ragione: basta giocare ad essere Dio.

Ogni giorno il cimitero era pieno di via vai di ex radurai che andavano a trovare i compagni defunti. I fiori di fronte alle loro tombe erano sempre perfettamente sani, intatti, profumati, ed il posto era verde e ben curato. Sembrava di stare in paradiso, e forse era proprio quello ciò che si immaginavano. Quel posto, quella città sotterranea, rappresentava ciò che tutti noi speravamo di trovare al di fuori delle mura di quell'inferno.

Newt faceva fatica ad entrare nel cimitero, ma si sforzava.

D'altronde, per lui, era difficile andare a trovare le loro tombe.

Di tutti i radurai della , praticamente, solo Io, Minho, Teresa, Frypan e Thomas eravamo ancora in vita. Tutti gli altri erano lì dentro.

Era difficile accettare una realtà simile, e spesso sentiva il peso delle loro vite sulle spalle.

Per quanto sentisse la mancanza anche di Alby, per esempio, ciò che a quanto pare gli faceva più male era il vedere la tomba di Chuck.

Sapevo quanto si sentisse in colpa per lui, essendo il più piccolo di quel posto. Ne sentiva letteralmente il peso della morte, al punto che, da quando avevano portato il corpo, per un paio di notti era rimasto in piedi a pensarci e ripensarci, ed il gli avevo fatto compagnia. Certo, poi l'indomani eravamo due stracci, ma almeno lui si era sfogato, raccontandomi cose di cui io non ne sapevo nulla.

La prima volta che Chuck aveva messo piede nella radura, cosa era successo dopo che ero andata via, il modo in cui, una volta, aveva tirato una testata a Gally e questo, per ripicca, aveva cominciato ad inseguirlo con una trave di legno.

Piccole cose che, anche se facevano male, almeno gli stampavano un sorriso sulle labbra.

Anche Thomas e Teresa erano stati male per Chuck, ma il loro modo di soffrire era un altro.

Thomas, comunque, non lo conosceva come Newt e Minho.

Minho ed Eva visitavano spessissimo il cimitero.

Del secondo labirinto, però, i martiri erano aumentati solo dopo la distruzione dell'Eden. Di loro, nel nuovo Eden, avevamo incontrato solo Harriet e Sonya, ma da quanto avevamo capito, oltre loro del gruppo B erano rimaste altre sei ragazze compresa Eva.

Le cicatrici lasciate dal nostro passato sarebbero state indelebili, e col passare del tempo, oltretutto, le cicatrici aumentavano.

Col tempo, tutti noi avevamo cominciato a ricordare molte cose molto più dettagliate.

Il tempo passato a studiare certe cose... o i nostri genitori e fratelli.

Newt e Sonya avevano letteralmente scoperto dall'oggi al domani di essere fratelli, ma, nonostante tutto, non sembravano intenzionati a mantenere un rapporto simile, forse per via di tutto il tempo trascorsi separati. Oltre questo, Newt diceva di non ricordare altro. Né i suoi genitori né il suo vero nome, e nonostante tutto, non sembrava minimamente interessato alla cosa. Ormai il passato era passato, ed anche se avesse ricordato il suo vero nome, ormai, per lui, il suo nome era semplicemente Newt. A detta sua, il suo vecchio io, era morto insieme a ciò che si era lasciato alle spalle una volta entrato nella radura. E con questo, sicuramente, intendeva anche Sonya.

Anche Huan visitava il cimitero... insieme ad Harriet. I due avevano cominciato a frequentarsi, nonostante, apparentemente, fossero di carattere completamente diverso.

Lo stesso, comunque, valeva per Justin.

Ricordava molte più cose di me, a quanto pare, ma a differenza di Newt e Sonya, non riusciva ad andare così facilmente avanti.

Nonostante il dolore per la perdita di George e i sensi di colpa per le sue pessime decisioni, comunque, era riuscito ad intraprendere una relazione con Nathan.

Niente di ufficializzato dai due, ma era abbastanza palese.

 

Non avremmo mai dimenticato, comunque, tutto ciò che avevamo affrontato per arrivare a dove siamo arrivati ora. Dal labirinto fino ad adesso.

Non avremmo mai dimenticato chi ci ha aiutato di più, e fatto da padre e consigliere: Jorge.

Mancava a tutti noi ogni singolo giorno, con la sua allegria ed i suoi consigli.

Era anche merito suo se eravamo tutti vivi.

E sicuramente sarebbe stato orgoglioso di noi.

Tutto il percorso che abbiamo fatto per arrivare alle porte per un futuro migliore, per arrivare alle persone migliori che siamo diventati.

Eravamo dei bambini a cui sono stati tolti i giochi e sostituiti con strumenti per creare macchine della morte.

Eravamo ragazzi a cui è stata tolta la possibilità di un'adolescenza normale.

Ma siamo giovani adulti che possono mirare ad un futuro dove altri bambini e ragazzi possono godersi ciò che a noi è stato tolto.

Noi siamo il futuro.

  
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