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Autore: JennyPotter99    04/07/2020    1 recensioni
SEQUEL DI "GOD OF DARKNESS"
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ora che avevano recuperato lo scettro, Thor poteva finalmente riportarlo ad Asgard, ma prima Tony aveva organizzato una festicciola d’addio.

Era stato il primo ad aver messo mano sullo scettro e aveva fatto una scoperta enorme: aveva chiamato Banner per condividerlo con lui.

-All’inizio JARVIS era solo un programma con la voce di uomo, ma adesso che l’ho sviluppato comanda tutto il mio sistema operativo.- disse Tony, mostrandogli JARVIS sul monitor: alla mente umana poteva sembrare un insieme di pixel di colore arancio.

–Questo è quello che c’è nello scettro.- continuò, facendogli vedere un’insieme di pixel di colore azzurro, ma molto più grande di JARVIS.

Anche Mia stava curiosando lì in giro.

-Sta pensando…- si accorse Bruce, riferendosi al contenuto dello scettro. –Intelligenza artificiale, è fantastico!-

-Sarebbe un’idea per Ultron, il pezzo mancante per crearlo, finalmente.- gli sussurrò Tony, come se la cosa fosse segreta.

-Chi è Ultron?- intervenne Mia.

Bruce annaspò senza sapere cosa dire, dopotutto era una cosa fra lui e Tony.

-A lei possiamo dirlo, ha un volto affidabile.- commentò Tony.

Mia sorrise per il complimento e diede un’occhiata ai monitor del computer.

-Dato che è finito lo S.H.I.E.L.D., prima o poi finiranno anche gli Avengers. E chi proteggerà la terra? Qualcosa che non è fatta di carne ed ossa: immaginati un robot con un’intelligenza artificiale, che non può essere sconfitto ed è autonomo.- spiegò Stark.

-E’ una buona idea, ovviamente fatta da te che sei un genio miliardario che vuole l’attenzione su di se.- continuò Mia, con un sorrisetto divertito.

-Direi che mi hai descritto a pieno.- le disse Tony baciandole la mano, come se l’ammirasse. –La festicciola d’addio sarà tra tre giorni, quindi ho 72 ore per inserire questa intelligenza artificiale nel progetto Ultron.-

Mentre pronunciava quelle parole, Mia lo studiò a fondo, guardandolo bene negli occhi. –Tu hai paura di qualcosa.-

In quel preciso istante, Tony si incupì e si arrabbiò del fatto che la Dea fosse riuscita a leggergli dentro.

Le afferrò il polso e la prese da una parte. –Ma mi hai guardato bene? Sono carne, solo carne, ci sono io dentro un’armatura di puro acciaio. Gli eroi sono finiti, la terra ha bisogno di qualcosa che la protegga in eterno.-

-Se la terra cadrà, sta pur certo che la vendicheremo. Non è per questo che ci chiamiamo così?- commentò Mia. –Cosa ti spaventa così tanto?-

-La Maximoff mi ha stregato.- mormorò, abbassando lo sguardo. –Faceva giochini della mente con me.-

-Cosa hai visto?- domandò lei.

-Mi ha mostrato tutto voi, morti. Io ero l’unico sopravvissuto.- rispose. –Da quando sono entrato attraverso quel portale, i miei sogni sono incubi, non riesco a dormire.-

Mia poggiò una mano sulla sua guancia, per cercare di tranquillizzarlo. –Ci siamo anche noi, non sei solo.- gli disse. –Fammi sapere se riesci nella tua impresa, sarei onorata di essere la prima a vederlo.-

 

I tre giorni passarono, ma purtroppo ne Tony, ne Bruce riuscirono a inserire l’intelligenza artificiale nel programma Ultron: non capivano cosa fosse andato storto.

Tutti si prepararono per la festa e invitarono i loro amici.

C’erano anche Sam Wilson e James Rhodes, il migliore amico di Tony.

C’era molto alcool nell’aria: Steve stava bevendo una birra con Sam quando vide arrivare nella stanza anche Mia.

Indossava uno splendido abito nero, aveva i capelli mossi da un lato e portava sulle labbra un rossetto rosso acceso.

Sam prese un bel respiro e si asciugò una gocciolina di sudore che gli cadeva dalla fronte. –Se non te la prendi tu, ci provo io.- gli disse.

Steve ridacchiò. –Non è il tuo tipo.- Le andò poi in contro. –Ci siamo vestiti eleganti stasera.- le disse.

-Credevo fosse una festa, me lo ha prestato Tony.-

-Siete amici adesso?-

Mia sapeva come stuzzicarlo. -Avverto un pizzico di gelosia.- continuò, per poi avvicinare le proprie labbra al suo orecchio.- Stia attento a non bere troppo Capitano.- gli sussurrò.

 

Ormai quasi tutti ubriachi, il gruppo dei Vendicatori si sfidarono a sollevare il martello di Thor.

-E’ tutta questione di calibrare la forza, è un trucco!- esclamò Clint.

-Perché non ci provate?- gli propose il Dio.

L’arciere si alzò e poggiò le mani sul martello postato sul tavolo: tentò di alzarlo, ma anche mettendoci tutta la forza possibile, non ci riuscì.

In quel momento, Tony si schiarì la voce. –Non mi tiro mai indietro davanti ad una sfida come questa.-

Tony prese un guanto della sua armatura e se lo mise al braccio, ma comunque non riuscì a sollevare il martello.

A quel punto, Mia sfidò anche Steve a provarci.

Il Soldato si tirò su le maniche della camicia e con due mani tentò di alzare il martello e l’arma si mosse appena.

In quei secondi in cui Thor vide l’oggetto muoversi, si spaventò a morte facendo una risatina isterica, ma nemmeno Steve riuscì a sollevarlo.

-E’ semplice: nessuno di voi ci riesce perché non siete degni!- esclamò Thor, sicuro di se.

Improvvisamente, si udì una voce roca dietro le loro spalle.

-Degno…- ripeteva.

Quando il gruppo si voltò, notarono pezzi di armatura rotti che erano stati uniti fra di loro: la cosa spaventosa è che l’armatura parlava come se avesse un cervello proprio.

-JARVIS, spegni tutto, deve esserci un virus nel sistema.- disse Tony, prendendo il cellulare dalla tasca.

Ma JARVIS sembrava non rispondere.

   
 
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