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Autore: NargilliRosa    04/07/2020    3 recensioni
What if? comedy musical durante il IV anno (alternativo)
“È un incarico molto delicato e importante. Chi di voi se la sente?”
“Ehm, ehm”.
Il Ministro della Magia sorrise. Sì, Dolores Umbridge era proprio la persona adatta per ricoprire quel ruolo.

[Dolastor, Druna, Nensy, accenni Piton/Minerva]
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Alastor Moody, Dolores Umbridge, Draco Malfoy, Luna Lovegood, Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Luna, Minerva/Severus
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Le prime lezioni di teatro risultarono pesanti e noiose quasi quanto quelle di storia della magia: nessuna improvvisazione era prevista e le ore scorrevano nell’acquisire passivamente tecniche che gli studenti non avrebbero mai messo in pratica.

“Scusi professoressa, ma non dovremmo esercitarci?”

Dolores interruppe la sua spiegazione delle opere teatrali del mago italiano Pirandello per scoccare un’occhiataccia al ragazzo che aveva appena parlato.

“Deve alzare la mano per richiedere la parola, signor Potter! Ad ogni modo, nei libri di testo ci sono tutte le informazioni sufficienti per superare gli esami...”

“Ma come faremo a prepararci per il musical?”

“La preparazione per il musical avverrà in altre giornate e non è destinata a tutti. Cercare di preparare tutti voi a diventare artisti sarebbe solo un vano dispendio di energie... Anche se qualcosa mi dice che sarà ehm... Dispendioso insegnare a lei vista la sua insolenza. Si ricordi che io non l'ho mai voluta nello spettacolo e che questo privilegio può essere revocato in ogni momento...”

“Ma io veramente non volevo–”

“Basta così Potter!” strillò Dolores con un lampo di irritazione negli occhi, per poi tornare a sorridere. “Basta così” ripeté poi con un tono calmo, prima di riprendere la lezione.

Quando l'ora finalmente finì, Ron raccolse in fretta le sue cose senza degnare di uno sguardo i suoi migliori amici: un atteggiamento passivo aggressivo che il rosso aveva tenuto fin dall'annuncio del calice rosa.

“Ron, aspetta!” lo chiamò Hermione rincorrendolo nel corridoio, seguita a ruota da Harry.

“Perché dovrei aspettarvi, eh? Perché ora siete due divi del teatro e i divi si fanno attendere?”

Gli altri due lo guardarono perplessi.

“Ma che stai dicendo?”

“Dico che ero l'unico a voler davvero far parte di quel musical e invece voi mi avete soffiato il posto da sotto al naso! Begli amici!”

“Ma Ron, io neanche volevo partecipare! Non ho fatto nessuna audizione e non ho messo il mio nome nel calice rosa!”

“E tu ti aspetti che io ci creda?” ribatté Weasley con espressione autenticamente furiosa e ancor di più delusa. “Volevo diventare attore, non chiedevo tanto, avrei venduto uno dei miei fratelli pur di fare Jean Valjean!”

In quel momento uno dei suoi fratelli effettivamente gli passò accanto in mezzo al viavai degli studenti che si spostavano per cambiare aula.

“Spero non starai pensando a me o Ginny - noi un posto nel musical lo abbiamo, ma ti vogliamo bene lo stesso anche se sei mediocre fratellino!”

Fred si allontanò ridacchiando, lasciandosi dietro il Miseriaccia del fratello minore.

 

L’umore di Ron non migliorò né quella sera né il giorno dopo, anzi peggiorò quando a colazione due gufi raggiunsero Harry e Hermione consegnando loro l’orario della prima prova ufficiale degli attori selezionati dal calice.

Harry, di malumore a sua volta ma per motivi opposti, decise che era troppo stanco per cercare di farlo ragionare e si diresse direttamente a lezione di Pozioni – avrebbe voluto sperare in una mattinata tranquilla, dato che la lezione extracurricolare del pomeriggio non prometteva nulla di buono, ma tre anni con Piton come insegnante gli suggerivano l’improbabilità del pensiero.

 

Draco si avviò, accompagnato da Pansy, alle prove di teatro con un ghigno divertito stampato sul volto. A giudicare dalla scenata in Sala Grande e dalle voci che lo avevano raggiunto su un loro alterco durante l’ora di lezione, avere la Umbridge e Potter nella stessa stanza gli avrebbe regalato non poche soddisfazioni e risate.

Le future umiliazioni dell’Idiota-Che-È-Sopravvissuto non erano tuttavia l’unico motivo per cui si sentiva soddisfatto. Draco godeva dello stare al centro dell’attenzione e aveva una certa familiarità con il teatro: l’aver ottenuto – in virtù delle sue innegabili qualità – la parte di Marius, protagonista accanto a Valjean e Javert, lo riempiva d’orgoglio. Gli erano arrivati commenti indispettiti sull’assegnazione del ruolo senza che sostenesse un provino, ma aveva subito compreso che si trattava soltanto di poveri invidiosi e non aveva infierito più di tanto. Raggiunse la Stanza delle Necessità e fu accolto da uno stridulo “Potter!”.

Che anno meraviglioso gli si prospettava.

 

“Ehm ehm”

A quel richiamo, che sarebbe stato normalmente ignorato, tutti i ragazzi si zittirono immediatamente e scattarono quasi sull'attenti. Non era infatti una lezione qualsiasi, ma l'inizio delle prove speciali del musical a cui avevano avuto accesso solo i fortunati prescelti dal calice rosa.

“Bene” commentò Dolores, un pochino sorpresa lei stessa della facilità con cui aveva richiamato l'attenzione. “Per prima cosa, miei cari ragazzi, vi invito a dimenticare tutto quello che ho detto a lezione. Il teatro è essenzialmente pratica, per cui non è minimamente importante conoscere le teorie precedenti ma solo buttarsi e improvvisare, sentendo l'emozione che nasce dal vostro... Piccolo... Tenero cuore”.

“Ma professoressa...”

“La mano Potter, devi alzare la mano, quante volte devo dirlo?”

Harry si lanciò un'occhiata intorno, poi si arrese all'idea di alzare la mano nonostante l’esiguo numero di persone presenti.

“Dicevo, a lezione ci ha detto esattamente il contrario. E io appunto le ho chiesto come avremmo fatto ad affrontare il mondo del teatro quindi...”

“Lei ha già parlato e io le ho già risposto!” strillò la professoressa. “Ogni corso ha le sue regole e io pretendo ordine! Un ordine che lei sta minando da troppo tempo... Mi chiedo se non sia il caso davvero di rimuoverla dato che...”

Prima che potesse finire la frase, il coordinatore dell'attività alzò la mano in alto in modo volutamente canzonatorio, tentando anche una parodia della finta tossettina della professoressa.

“Scusi se la interrompo, ma Potter non si schioda proprio dal suo posto, casomai è quel raccomandato del signor Malfoy che non dovrebbe essere qui!”

Tra gli studenti le risatine sovrastarono le proteste sdegnate di Draco e della sua amica Pansy.

“Il signor Malfoy non è un raccomandato, solo caldamente consigliato” ribatté Dolores, con una leggera indecisione nella voce. “E comunque, in merito alla sua voce, il signor Malfoy ha perlomeno un pregio: sa quando non usarla. Il signor Potter non sa proprio quando stare zitto!”

“Neanche lei...” borbottò Moody.

Dolores lo fulminò con lo sguardo e strinse le mani a pugno, segno che si stava irritando davvero.

“Se mi contraddirà un'altra volta sarò costretta a cacciare via anche lei, oltre a Potter ben inteso, altrimenti...”

Moody scattò avanti e, con un’agilità del tutto imprevista data la gamba di legno, si parò esattamente di fronte alla professoressa facendola trasalire.

“Altrimenti cosa, bamboluccia rosa?”

Dolores strinse le labbra e apparve per un attimo stupita da quella vicinanza inattesa.

“Beh, in c-caso...” iniziò balbettando leggermente per poi riprendere la sua consueta spavalderia, “beh, lo vedrà ehm direttamente sulle barricate cosa potrei farle!”

“Professoressa” intervenne Pansy alzando la mano, “potremmo iniziare subito? Forse il professore si convincerà dell’abilità di Draco, ascoltandolo!”

Moody roteò l’occhio artificiale. “Parkinson, hai mai sentito Malfoy cantare?”

La ragazza avvampò. “N-no, ma sono certa che è bravissimo!”

“Naturalmente lo sono” dichiarò il diretto interessato, muovendo un passo in avanti. “Ho studiato musica fin da quando ero piccolo, con precettori di altissimo livello. Diversamente da Potter”.

“Ecco, ben detto!” esclamò la Umbridge riprendendosi. “Inizieremo ehm ehm con degli esercizi per schiarirsi la gola. Dividetevi in tre gruppi – con ordine! –, sono certa che Draco saprà mostrare ai suoi compagni come fare. Lei crede di esserne in grado?” domandò, scrutando scettica Alastor.

“Naturalmente” replicò questo con uno sbuffo. “Ma pensavo fosse importante che i ragazzi seguissero il loro piccolo, tenero cuore” aggiunse con un ghigno provocatorio.

“Non testi oltre la mia pazienza, Moody”.

Dolores si voltò verso il gruppo per riprendere il filo del discorso ma sobbalzò sul posto quando si ritrovò davanti una figura inaspettata con gli occhi spalancati e i capelli chiarissimi.

“Anche voi fate parte del gruppo, non è forse così?” constatò semplicemente Luna con voce sognante. “Visto che siete solo in due e gli altri gruppi sono già formati, posso fare gli esercizi insieme a voi professori! Del resto, dovrò interpretare la figlia del professor Moody, quindi sarebbe importante cominciare a cantare insieme!”

Fu Moody il primo a riprendersi e a ridacchiare con ironia, forse pensando che la logica non era così sbagliata in fondo: lui aveva un occhio pazzo e gli era stata assegnata come finta figlia una pazza.

“Signorina Lovegood, non farò nessun esercizio vocale di preparazione in quanto non ne ho bisogno” rispose la professoressa, cominciando nel frattempo a scrutare i gruppi che si erano formati. “Ecco, in realtà i gruppi sono sproporzionati: si metta insieme al signor Malfoy e alla signorina Parkinson e... Per Salazar, siete in troppi qui: vediamo, Paciock vieni qui... Tu ti unirai a Malfoy, Parkinson e Lovegood”.

Quando finalmente i tre gruppi furono in egual numero, la professoressa creò con la bacchetta tre flussi di magia a forma di gomitolo e ne posizionò uno al centro di ogni gruppo.

“Cominciate a cantare – semplici vocalizzi per il momento andranno bene. Cercate di rispettare ordini precisi e di non accavallarvi per piacere. Se la magia rimane di colore rosa significa che va tutto bene, se diventa invece nera significa che state stonando. Ehm spero per voi che questo non succeda”.

Una volta assegnato il compito, si sedette su una sedia e si mise ad osservare con un sorriso – molto precario – la situazione, pronta a intervenire in qualsiasi momento.

 

“Com’è andata?” domandò Zabini ai due compagni, quando finalmente lo raggiunsero al tavolo Serpeverde. La cena era già iniziata da almeno mezz’ora, ma Draco e Pansy non erano gli unici ritardatari: insieme a loro si riversò in Sala Grande pressoché l’intero gruppo di attori scelti, Dolores Umbridge e Alastor Moody inclusi.

“Male” sputò Pansy, sedendoglisi accanto.

Blaise sussultò, sentendo la sua voce roca. Inarcò un sopracciglio. “Avete cantato tutto il pomeriggio o cosa? E perché sembri avercela con Malfoy?”

Draco scrollò le spalle indifferente. Si versò del succo di zucca e lo bevve quasi d’un sorso, tornando subito a riempire il bicchiere. Qualcosa suggerì a Blaise che Pansy non fosse l’unica a corto di voce.

La ragazza sbuffò drammaticamente, accigliandosi. “Avresti dovuto vederlo! Tutto il tempo a fissare Lunatica, è stata una cosa francamente ridicola”.

Draco tossicchiò. “Ti ho detto di finirla con le sciocchezze, Parkinson” disse lapidario. La sua voce era quasi normale, notò Zabini. “Dovremo duettare, volevo capire se fosse alla mia altezza. Tutto qui”.

Un ghigno malandrino si fece strada sul volto di Blaise. Malfoy interessato a Lovegood? Suonava interessante. C’era del potenziale per prenderlo in giro a vita. “E allora, lo è?” chiese con finta nonchalance. Pansy, fumante di rabbia, si era gettata sull’arrosto dopo aver borbottato un paio di commenti cattivi ai danni della biondina di Corvonero.

“Non canta male” replicò Malfoy, dopo un attimo di riflessione. Poi ghignò malevolo. “Sicuramente meglio di Potter, avresti dovuto vedere la faccia della Umbridge nel vedere il suo gomitolo rosa annerirsi. Esilarante”.

“Per poco quello scemo di Paciock non faceva annerire il nostro, di gomitolo” rimarcò Pansy, lanciando un’occhiata torva al Grifondoro dall’altra parte della Sala. “Perché è stato scelto, comunque? Non so se sia più ridicolo dover cantare con lui o con Lovegood”.

“Piantala, Parkinson, Malfoy ha detto che è brava”.

Il calcio che gli arrivò sotto al tavolo in tutta risposta riuscì soltanto ad acuire il suo ghigno.

“Chissà, magari Eponine soccomberà al fascino di Enjolras lasciando lo sciocco Marius alla sua Cosette”.

 

Anche tra i Grifondoro l'inizio delle lezioni teatrali era l'argomento principale e – complice la presenza di Harry Potter nel gruppetto dei Prescelti – alla conversazione sembrava voler partecipare l'intera tavolata.

“È stato bellissimo, non c'è che dire!” esclamò Hermione, controbilanciando la tenue reazione di Harry. “E smettila di fare il modesto, se il calice rosa ti ha scelto ci dev'essere una ragione!”

L'unico in disparte scelse proprio quel momento per sbuffare.

“Certo, lui è il Prescelto, solo io sono l'unico a non essere preso! E mica è giusto, già sei famoso di tuo, potevi lasciare un po' di spazio anche a me. E tu, Hermione, non sei meglio di lui. Begli amici!”

Ginny roteò gli occhi al cielo e si allontanò dal fratello per non sentire la sua ennesima lamentela. Si sedette invece accanto a Neville e solo in quel momento sembrò ricordarsi che in effetti mentre lei cantava insieme a Hermione, Harry e Fred, lui era stato costretto a unirsi al gruppo di Malfoy.

“Come è andata con le serpi?”

Neville alzò lo sguardo dal suo piatto e quasi sobbalzò nel sentirsi rivolgere inaspettatamente la parola.

“Oh, bene, molto bene!” esclamò poi in gran fretta.

La ragazza sollevò un sopracciglio e gli scoccò un'occhiata perplessa.

“In che senso tutto bene? Sei finito con quell'idiota di Malfoy, la stronza della Parkinson e Lunatica Lovegood!”

“Beh, ecco, ehm... Non è andata male... Lei non è così male” si ritrovò a dire quasi senza rendersene conto.

Ginny era ancora sospettosa ma sulle labbra si aprì un sorriso – il sorriso di chi crede di aver capito tutto e invece non ha capito niente.

“Lei? Ti riferisci a Luna? È strana ma posso capirlo... È carina in fondo. Non c'è nulla di male se ti piace e...”

Ginny continuò a parlare, ma Neville smise di ascoltarla cercando di non scoccare un'occhiata al tavolo dei Serpeverde. Solo allora si rese conto di essersi preso in modo del tutto imprevisto un'assurda cotta per Pansy Parkinson.






NdA
Promettiamo solennemente che nessun Harry è stato maltrattato durante la stesura di questo capitolo! Forse.
Le lezioni di teatro sono finalmente iniziate, come vi sono sembrate? Ve le aspettavate così o avevate in mente qualcosa di diverso?
Fateci sapere!
Un saluto,
Nargilli Rosa
   
 
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