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Autore: Musical    05/07/2020    3 recensioni
Un demone millenario con così tante domande in testa, così curioso, così desideroso di soddisfare la sua sete di conoscenza, ma senza qualcuno che possa rispondere ai suoi mille quesiti, perché un demone non può chiedersi come sia fatto Dio, o perché il mondo sia così, o come ci si senta ad essere amato... Un demone non può ribellarsi.
Un prete con così tanti desideri, così tanta voglia di ribellarsi ad un mondo che gli è stretto, dover sottostare agli ordini delle schiere celesti, eppure non può far nulla... Imprigionato in quella gabbia di vetro, Aziraphale deve stare in silenzio e sopportare, perché è questo che un umano fa, è questo quello che Gabriel e gli altri s'aspettano da lui, e lui non può ribellarsi.
~
Inferno e Paradiso sono in guerra da millenni, ma è proprio nei momenti peggiori che può nascere l'inaspettato. E tu, per cosa sei disposto a combattere?
[demon/priest AU, Crowley cambierà sesso di tanto in tanto]
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: AU | Avvertimenti: Gender Bender
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Sono trascorse un paio di settimane, e Crowley è intento ad incontrare una giornalista famosa, tanto sulla Terra quanto all'Inferno, per lo stesso, identico motivo: ogni volta che arrivava la notizia di un nuovo scontro militare, il suo nome appariva sempre sotto la dicitura "Inviata speciale", Scarlett Zuigiber, come se avesse dedicato la sua intera vita alla guerra. Per gli umani risultava quasi un'eroina, di quelle che non temevano il pericolo, una persona d'ammirare; per i capi alti dell'Inferno, invece, risultava una risorsa, per cosa esattamente Crowley non lo sapeva, ma in tutta franchezza non voleva entrare in faccende troppo serie, preferiva essere a conoscenza dello stretto necessario.
Il demone parcheggia la Bentley e, prima di dirigersi verso un bar, scruta la zona per verificare che fosse libera; una volta appurato ciò, fa tintinnare il campanello dell'entrata e nota, seduta ad un tavolo circolare, una donna dalla folta chioma rossa raccolta in una coda alta, una maglietta a righe nere e rosse senza maniche, jeans attillati e delle scarpe rosse; la donna si volta per sorridergli, come un felino sorride al topo, ma il demone non si lascia influenzare e si avvicina al tavolo della donna, che non gli stacca gli occhi freddi e verdi.
"Il Signor Anthony J. Crowley, presumo," lo saluta con un perfetto sorriso, bianco e affilato, continuando a girare la cannuccia di un frappè precedentemente ordinato.
"Presume bene, Signorina Zuigiber."
"Chiamami Scarlett, Signorina Zuigiber mi fa sentire troppo vecchia. Desideri qualcosa da bere o da mangiare?"
"Sto a posto così," accavvalla una gamba.
La donna abbassa lo sguardo e continua a sorridere, "Direi che sarebbe il cliente perfetto per un mio amico, credo che lo conosca bene, il Dottor Raven Sable."
"Mai sentito nominare, vogliamo procedere?"
L'incontro prevede uno scambio di informazioni, sotto forma di due cartelline, tutto quello che Crowley sa è che l'Inferno offre alla donna informazioni importanti e lei, in cambio, consegna nomi di persone importanti, coi quali l'Inferno avrebbe stretto affari prima o poi; mentre Scarlett osserva famelica l'inizio dei documenti, Crowley la osserva attentamente, se non fosse stato certo di non avvertire alcuna aura demoniaca, eccetto la propria, Crowley sarebbe convinto di trovarsi davanti un altro demone.
"Direi che non c'è altro," tenta di terminare l'incontro Crowley, e Scarlett non si dispiace di questo.
"Direi di no," appura infatti, mangiucchiando la cannuccia con fare sensuale, "Non vuole rimanere a godersi lo spettacolo che avverrà tra poco?"
Ovunque andasse questa donna, si scatenava qualcosa di grosso, sparatorie, guerre, omicidi e quant'altro, non è prudente starle accanto, neanche per uno come Crowley.
"Preferirei di no," si alza dalla sedia tenendo ben stretta la cartellina che deve consegnare ai suoi capi, "Ci sarebbe un lavoraccio da fare, milioni e milioni di documenti da firmare, per non parlare della lunga burocrazia per riavere un nuovo corpo."
La donna allarga il sorriso, "Mi dimentico sempre come funzionano le cose là sotto. È stato un piacere fare affari con te."
"Vorrei poter dire la stessa cosa."

Il giorno dopo, Crowley viene a sapere dalla televisione che vicino al locale s'è scatenato uno scontro tra dei manifestanti e le forze dell'ordine, ma il demone gli dedica poca attenzione, ha un altro lavoro da svolgere.


La rabbia è un sentimento divertente da generare negli umani, per questo si trova nella centrale di controllo della metropolitana ed inizia a maneggiare con la tecnologia, pigiando qualche tasto qua e là, spostando diverse leve, facendo passare la metro 4 sulla linea 9, regalando la fermata della 6 alle 3, regalando ai viaggiatori un piccolo tour delle fermate, regalando agli esseri umani qualche attimo di smarrimento, rabbia, ansia, è sempre stato un demone generoso.
"Cosa sta facendo qui, Signorina?"
Crowley si volta verso la guardia, inumidendosi le labbra che per l'occasione sono messe in evidenza da un bel rossetto scuro, "Controllo qualità, qui è tutto a posto."
Detto ciò, dopo aver controllato un'ultima volta del lavoro perfetto che ha fatto, Crowley s'allontana per dirigersi verso l'uscita dell'edificio, ma le porte sono bloccate, costringendola a rimanere lì chiusa insieme agli altri umani.
"Cos'è successo?"
"Qualche balordo ha combinato un casino col reparto tecnologia, dobbiamo capire qual è il problema prima di poter riaprire le porte."
"Chiamate Newt Pulsifer."
E il demone alza gli occhi al cielo, sbuffando afflitta quando va via completamente la corrente elettrica, mai una volta che le va bene questo tipo di scherzi.


Per un demone come Crowley, la vita sulla Terra non è beatamente disgustosa, ha i suoi lati positivi, come la possibilità di poter leccare i muri senza nessuno che grida di non farlo, oppure la tecnologia, gran bell'invenzione umana, una delle migliori. Non gli dispiacciono gli umani, certe volte è divertente averci a che fare, però sapere che deve generare con loro dei servitori per una prossima guerra con il Paradiso non lo trova allettante, per diversi motivi. Eppure l'Inferno non sente mai ragioni, e ogni volta sul suo rendimento c'è scritto "Si rifiuta di accoppiarsi", uno non può scegliere di evitare certi obblighi?
Il demone si trova in un locale per fare diversi contratti con qualsiasi essere umano sia disposto a vendere la propria anima, deve in qualche modo sopperire alla sua mancanza d'interesse nel procreare. Crowley porta dietro l'orecchio una ciocca dei suoi capelli rossi e s'avvicina ad un uomo che osserva come ipnotizzato due ragazze che si baciano a qualche divanetto di distanza da lui; l'uomo sospira e si scola un bicchiere.
"Quanto vorrei poterle osservare mentre fanno sesso, farei qualunque cosa. Anche tu, amico?," si rivolge a Crowley.
Crowley osserva nuovamente quelle due ragazze, alzando un sopracciglio domandandosi cosa ci trovassero certe persone nello spiare simili attività, ma un contratto è pur sempre un contratto, e quell'uomo ha detto le parole chiave.
"Qualunque cosa?"
"Qualunque cosa," gli conferma, senza staccare gli occhi da quella scena.
"Anche vendere la tua anima?"
L'uomo lo guarda esterrefatto, come se gli avesse chiesto qualcosa d'improponibile, ma poi comincia a ridere, "Chi sei, il diavolo?"
"Direi uno che ti può aiutare, quindi?"
"Come se davvero potessi rendere la cosa reale."
"Non reale, solo darti una possibilità," gli s'avvicina sinuoso, posandogli un foglio sul bancone.
"Cos'è?"
"Il documento dell'albergo dove quelle due ragazze hanno preso una stanza, basta che firmi e la stanza sarà anche tua."
"È legale?"
"E guardare due sconosciute baciarsi?"
L'uomo ingoia, intimorito dall'individuo che lo fissa dietro un paio di occhiali scuri, "Va bene," gli dice alla fine con un filo di voce.
Crowley sorride soddisfatto e fa comparire una penna per offrirla all'uomo, "Goditi lo spettacolo," gli augura prima di dirigersi verso la porta d'uscita, ma la sua fuga viene bloccata da una figura femminile che indossa un elegante completo beige.
"Desidera qualcosa?," le domanda.
"Tu dovresti essere Crawly."
Crowley, il demone la corregge mentalmente, ma ha altro a cui pensare, avvertendo l'aura angelica della persona davanti a lui.
"Con chi ho il piacere di parlare?," le chiede per prendere tempo.
"Uriel."
Un angelo, quindi, constata il demone.
Solitamente, quando ci s'imbatte con un angelo, le scelte sono due, combattere o scappare; nel caso specifico di Crowley, che si trova in un locale pieno di gente, combattere significherebbe sacrificare tutte quelle persone solo perché s'è imbattuto in un angelo, e non è che gli piaccia tanto uccidere delle persone, ma questo è un altro paio di maniche che nessuno, né gli angeli né i suoi colleghi infernali, devono sapere. L'unica soluzione, quindi, è quella di scappare.
Immediatamente, il demone schiocca le dita e si teletrasporta al primo posto che gli viene in mente, ossia un cimitero, non male, ha quel non so che di romantico, gotico, melodrammatico, considerando che potrebbe essere la sua fine definitiva, se quell'angelo lo seguisse (lo farà) e dovesse usare la spada di fuoco, o l'acqua santa, ed è molto probabile che lo farà. Peccato per la sua amata Bentley, è rimasta lì, tutta sola, davanti a quel locale, chi si prenderà cura di lei?
L'aria diventa per un secondo rarefatta, e dietro a Crowley appare l'angelo, pronto a farlo fuori.
"Non ne possiamo parlare come due normali esseri millenari?," chiede retorico, ben consapevole della risposta, e comincia ad evitare i colpi dell'angelo.
Uriel, infatti, sferra alcuni fendenti con la sua spada, colpendo il demone sul fianco destro e sulla spalla sinistra, ed è pronta a tagliargli il collo, ma fortunatamente Crowley si scosta all'ultimo momento e l'angelo taglia solo qualche capello. Le ferite gli fanno male, e Crowley avverte il suo corpo umano chiedere un momento di riposo per riprendersi dagli sforzi, per quanto sia magro non è abituato all'attività fisica e la capacità di fare dei miracoli demoniaci viene compromessa dalle ferite, quindi è costretto a correre usando le gambe. Crowley si trova in un vicolo cieco, si volta e davanti a lui c'è Uriel, pronta a finirlo.
Il demone è sfinito, madido di sudore, il fiato corto e i suoi occhi da serpente, scoperti a causa degli occhiali da sole persi durante la fuga, che trapelano paura, di scomparire per sempre, di non esistere più, di non poter mai ricevere risposte alle sue innumerevoli domande, di non poter mai sentire cosa significa essere amato.
"Preparati a morire, demone."
Ed è forse la paura che gli fa stringere i pugni, richiamando le Fiamme Infernali, pronto a scagliarle contro quell'angelo, ancora non è pronto a scomparire, quando una terza voce attira da lontano l'attenzione delle due creature ultraterrene.
"Chi c'è là?"
Uriel scompare immediatamente, desiderosa di non essere vista da un umano, mentre Crowley ritira il Fuoco e, con la vista annebbiata, cade a terra, le palpebre sono troppo pesanti per tenerle aperte. L'ultima cosa che nota è una figura bianca che gli s'avvicina, un caldo tocco sulla guancia e una voce dolce e gentile.
"Dio mio, cosa ti hanno fatto? Povera creatura."

   
 
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