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Autore: Dira_    14/08/2009    13 recensioni
La guerra è ormai finita, Harry è un auror e sta per avere il suo secondo bambino.
Degli strani sogni e la misteriosa comparsa di un neonato decisamente particolare turbano la sua pace, tornando a scuotere la famiglia Potter sedici anni dopo, quando Tom, il bambino-che-è-stato-salvato, scoprirà che Hogwarts non solo nasconde misteri, venduti come leggende, ma anche il suo oscuro passato...
La nuova generazione dovrà affrontare misteri, intrighi, nuove amicizie e infine, l'amore.
“Essere amati ci protegge. È una cosa che ci resta dentro, nella pelle.”
Può davvero l’amore cambiare le carte che il destino ha messo in tavola?
[Next Generation]
Genere: Azione, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Albus Severus Potter, James Sirius Potter, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Doppelgaenger's Saga' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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@Miriam Malfoy: Mi fa piacere che Thomas ti piaccia ^^ E' l'unico personaggio, come si può dire, originale, quindi ovviamente è quello su cui ho più dubbi, assieme ad Albus, che è praticamente il co-protagonista. Mi spiace che Al non riscontri il tuo gusto, purtroppo era il ragazzino che assomigliava di più all'idea che mi ero fatta di Albie. U_U' E sì, Scorpius è capitano della squadra di Quidditch, ma non solo, ma ti lascio la sorpresa. Penso che il povero Draco non se ne farà mai una ragione... E non parlarmi di Draco e i suoi pochi capelli. Non perdonerò mai la Row per averlo ridotto ad uno stempiato di mezza età! (senza contare che suo padre NON ha perso i capelli. Cheddiav...). Comunque, i Malfoy avranno un ruolo importante in questa fic, giusto per dirtelo. Continua a seguirmi e recensirmi, grazie!



******



Capitolo II

“On the Train”
 



 
 
 
 
 
 
Train set and match spied under the blind
Shiny and contoured the railway winds
The hiss of the train at the railway head
Always the summers are slipping away
(Trains, Porcupine Tree)
 
 
 
Albus Severus Potter contemplava la sua spilla da prefetto, seduto su una sporgenza del carrello bagagli alla stazione di King’s Cross, binario-inesistente-nove-e-tre-quarti.
Era lucida e vi era raffigurato un poderoso serpente verde brillante.

Era diventato un prefetto.
Roba da non credersi.
I suoi genitori l’avevano festeggiato tutto il giorno prima, mentre lui tentava di stamparsi in faccia un’espressione entusiasta. Adesso erano al lavoro, e poteva smetterla di sorridere come un idiota.

Era strano: era pur sempre il primo anno che non li accompagnavano alla stazione.
Ma ormai Hugo e Lils hanno quattordici anni e James ha la licenza per guidare la vecchia Ford del nonno… ¹
Rose accanto a lui, come sempre, gli rivolse un sorriso.
“Forse hai ragione. Forse sarà un grande anno.” Ridacchiò. Aveva ricevuto la spilla il giorno prima, come lui, via gufo. Ne era stata contenta, lei.

“Oh, dai, cos’è quella faccia? È un onore, sai!”
Al sbuffò appena. “Più che altro secondo me è una gran rogna. E poi non me ne importa nulla di diventare prefetto! Già faccio fatica ad essere un semplice studente, a volte.”
La ragazza gli arruffò i capelli affettuosamente. “Non vederla così…”
Non riusciva a vederla diversamente. Lui era un tipo tranquillo. Aveva buoni voti a scuola, una certa abilità che lo inorgogliva in pozioni, ma era tutto lì.

A volte sognava di non essere un Potter. Poi se ne vergognava ferocemente, perché amava la sua famiglia… ma non la viveva come Jamie.
Si alzò in piedi, cercando con lo sguardo tra la folla la sorella, che si era attardata a parlare con Roxanne vicino alla colonna d’entrata. Le vide. Non che fosse difficile.
Roxanne Weasley svettava nel suo metro e ottanta, con una carnagione caramello denso e profondi occhi azzurri. Era bella. E non se ne curava.
L’unico amore che poteva concepire e tollerare era quello per il Quidditch. Era una cercatrice, come lui, ma per Corvonero. Si vociferava che, essendo all’ultimo anno, le Holyheads Harpies l’avessero già contattata per giocare come riserva non appena si fosse diplomata.
Lily invece era minuta, graziosa, e trovare il Quidditch uno sport violento e poco divertente. Nonostante questo erano legatissime. Nessuna passione in comune, eppure erano l’una la confidente dell’altra. Infatti Lily aveva passato l’estate a Londra, dagli zii George e Angelina.
Alla fine quest’estate è stata all’insegna di Jamie e dei Lorcan. Che meraviglia.

Le vide salire sul vagone, e fece un cenno alla sorella, che ricambiò, sillabando muta ‘ci vediamo dopo’.
Jamie l’avrebbe inseguita per assicurarsi che Rox non la facesse avvicinare troppo ai ragazzi, ma a lui non importava. Non era più una bambina, e poi era spaventosa quando pensava di essere controllata.
Sfregò appena la spilla sulla felpa. Mentre la stava pulendo dalle sue dita maldestre, un ragazzo con un voluminoso baule gli diede una gomitata, facendola cadere.
“Dannazione!” sbottò preoccupato, vedendola sparire trai piedi concitati delle persone sulla banchina. Si chinò cercandola con lo sguardo.

Ci mancava solo questa… vediamo davvero se la perdo ancor prima di averla messa!
Prima che potesse afferrarla – era finita sotto un carrello dei bagagli – una mano forte ma pallida gliela porse. Alzò lo sguardo per incontrare iride grige metallo, inconfondibili.
Scorpius Hyperion Malfoy.
“Potter…”
“Malfoy!” sbottò alzandosi di scatto. Si spazzolò le mani sui pantaloni, sorridendo nervoso.
Non ce l’aveva con Malfoy. Gli era abbastanza indifferente, ma il fatto che fosse più alto di lui di almeno venti centimetri, e avesse sempre quell’aria beffarda stampata in faccia…

Beh, lo metteva a disagio. Almeno Jamie era suo fratello, e poteva accapigliarcisi.
“Questa credo sia tua.” Gli sorrise ironico. “Sta’ più attento. Tendono a consegnarne una sola all’anno.”
Al se la riprese, infilandosela velocemente in tasca. “Ah, già… uhm, beh, grazie.”

Rose che li guardava dal carrello bagagli sospirò appena, segnalando la sua presenza.
“Weasley.”
“Malfoy.”
Si fronteggiarono. Malfoy con le mani abbandonate nelle tasche, Rose con le braccia conserte.

Lui e Rose…
Beh, era difficile definire il loro rapporto, se di rapporto si trattava.
Erano entrambi Grifondoro, prima di tutto.
Scorpius allo smistamento, con un certo sgomento da parte di tutti, era stato assegnato proprio alla casata dei grifoni.
Un Malfoy.
Probabilmente non è mai successo nelle duemila generazioni della sua famiglia.
A suo padre sarà venuta una sincope.
E poi erano rivali, scolasticamente parlando. La cugina deteneva anche delle statistiche sui rispettivi rendimenti. Da pazzi.   
Si stuzzicavano con frecciatine durante le lezioni, e mentre il ragazzo le rinfacciava la sua scarsa abitudine alla socialità, Rose ribatteva sciorinando la sua pessima attitudine a farsi degli amici maschi. E così via.
“Dopo cinque anni dovresti averlo imparato, il mio nome, Weasley.”
La ragazza fece una smorfia, come se avesse sentito un suono fastidioso. “Tendo a rimuoverlo. Comunque lo stesso dovrebbe valere per te..”
Weasley trovo che ti si addica di più.” Replicò il biondo. “Come hai passato quest’estate?”
“Esattamente come la immagini tu. Tremendamente povera di divertimenti e di classe.”

Scorpius rise.
“Via, non darmi del classista. Non lo sono. Sono un Grifondoro.”
“Vogliamo tirare fuori il solito argomento sulla presunta poca lucidità decisionale del Cappello Parlante?” sorrise amabilmente. “Perché è quello che si dice, sai.”
Scorpius scrollò le spalle.

“Non do retta alle voci più di quanto non dia retta ad un vecchio straccio…”
Rose inarcò le sopracciglia.
“Ma non mi dire. Scorpius Malfoy scelse Grifondoro?”
Il ragazzo non rispose, limitandosi a guardarla sorridendo. Cosa che Al, sapeva bene, la mandava letteralmente fuori dai gangheri.

“Cosa vuoi Malfoy? Papà oggi non ti ha accompagnato e sentivi il bisogno di scambiare qualche parola con qualcuno che non fosse un’ochetta adorante?”
Scorpius ignorò la frecciatina. “Aveva da fare. Sono venuto da solo, con un elfo domestico. Dovrebbe star sistemando adesso le mie valige.” Sorrise urbanamente. “E comunque, volevo solo congratularmi con Albus per la nomina a prefetto… e anche con te, naturalmente.”

Rose lo guardò presa in contropiede. Era chiaro non se l’aspettasse. Dopotutto erano rivali.
Comunque… spero che ci metteranno assieme, durante le ronde. Adoro la tua pungente ironia, specialmente la sera. È come un buon bicchiere di whiskey incendiario”
Rose sgranò gli occhi. “Vuoi dire che tu…” le si bloccò il fiato in gola quando gli vide comparire tra le dita, come un vecchio gioco di prestigio – probabile l’avesse materializzata – la spilla da prefetto di Grifondoro.

“… Congratulazioni?” tentò Al prima di essere fulminato dalla cugina. Tacque, saggiamente.
“Come hanno potuto fare te prefetto?”
“Per lo stesso motivo per cui hanno pensato a te, Rosey-Posey.” La vezzeggiò, rischiando quasi una fattura dallo sguardo incenerente che gli rivolse.

“Chiamami ancora in quel modo e giuro che quella spilla dovranno estrartela da posti che non avresti neanche creduto di avere.” Sibilò.
L’altro le servì un sogghigno deliziato. “Ci divertiremo, ne sono certo.” Vedendo arrivare James però pensò bene di battere in ritirata. Ci sarebbe stato comunque tempo per inagurare il nuovo anno scolastico con il maggiore dei Potter. Fece un lieve inchino.
“A presto Weasley…” E scomparve fluidamente tra la folla.
“Io lo ammazzo.” Esalò Rose serrando i pugni. “L’hanno fatto Prefetto! Quel dannato… quel dannato…”
“… Malfoy.” Mormorò dolente James, dandole una pacchetta sulla spalla. “Hai saputo, eh Rosie? A me l’ha detto Bob Jordan.”
“Come hanno potuto!” esplose voltandosi inferocita verso i due cugini.
Al fece un passo indietro, e James si maledì per non averlo fatto.

“Quell’idiota non ha i requisiti per diventare prefetto!”
“… Perché io sì, eh…” sospirò Al.

James sbuffò. “Smettila di fare il coniglietto tremolante, Al. Sei in gamba, per questo Vitious ha appoggiato la tua candidatura.” Poi si voltò verso Rose. “Ma che voleva Malfoy da te?”
“Bullarsi, come al solito, di riuscire a copiarmi in tutto.” Replicò salace.

James sbuffò simpatetico. “Allora, che ti dicevo? Non senti un orrendo bruciore di stomaco all’idea che debba condividere con te la carica? Ecco. Io mi sento precisamente così.”
Rose si morse un labbro. Quando James aveva ragione – raramente, ma accadeva – aveva ragione.
“Non voglio pensarci, davvero.” Borbottò. “Dov’è Hugo?”
“Già dentro. Mi sono assicurato che salisse invece che tentare di capire il funzionamento dei vagoni. Sta peggiorando Rosie…”
La ragazza scrollò le spalle. “Finchè non tenta di montare un impianto elettrico in casa va tutto bene. E poi a Hogwarts non funziona la tecnologia babbana. Si disintossicherà.”

“O troverà il modo di farla funzionare.” Replicò James, passandosi una mano trai capelli e sorridendo a Roberta Fitz-Patrick, una tassorosso del quarto anno che ridacchiò seguita da una comitiva di par sue. Per lui era come un tic dispensare sorrisi affascinanti. 
“Beh, io salgo!”
Rose e Al si guardarono, facendo un sorrisetto. Sapevano che Teddy avrebbe fatto il viaggio con loro, aveva un mandato un gufo per avvertirli. Ma l’avevano nascosto a James.
“Certo, certo. Vai, io aspetto Tom.” Replicò il fratello, con un cenno.
“Io ti raggiungo tra poco.”
James li guardò perplesso, ma senza intuire. “Vabbeh, però sbrigatevi, che sta per partire. Se vi lascio sui binari ma’ mi ammazza.” Fece levitare il proprio baule con un colpo di bacchetta. “Alla solita cabina, mi raccomando!” urlò loro dietro seguendo il baule fluttuante.  

“Te la immagini la sua faccia quando vedrà Teddy?” rise Al quando si fu allontanato.
La cugina ridacchiò.
“Oh sì… Prima sarà contento di vederlo, poi gli salirà il panico quando realizzerà che le lezioni di DADA non saranno più il suo campo giochi personale.” Rose si guardò attorno. “Aspetti davvero Tom?”
La guardò confuso. “Certo che lo aspetto!”
“Sì, ma è in ritardo.”
“Probabilmente perché gli hanno fatto fare ritardo. Sua madre è così apprensiva. Neanche dovesse partire in guerra o non so che…” borbottò.
Si erano visti a Diagon Alley qualche giorno prima, ma in mezzo alla confusione di cugini e amici erano a malapena riusciti a parlarsi. Thomas poi era continuamente tormentato da Lily, che pareva trovare estremamente divertente la sua riluttanza a darle udienza.

“Vuoi che aspetti con te?”
Al scosse la testa. “Manca poco alla partenza, lascia perdere… vai dentro, io gli ho dato appuntamento qui.”
Rose lo guardò: a volte Al sembrava votato a Thomas. Gli voleva bene, su questo non c’era alcun dubbio, e Thomas ne voleva a lui.  

Però il loro rapporto non era fraterno, né amichevole come quello che intercorreva tra lei ed Al.
Era più…
… una dipendenza.
Si sentì ridicola quando lo pensò: Albus non era dipendente da Thomas. Gli era solo molto affezionato. Lo stimava, anche. Tutto qui.
 
Al sorrise, vedendo arrivare Thomas con la consueta flemma una manciata di minuti dopo. Poteva capire perché le ragazze perdessero la testa per lui, anche solo indossando un’anonima polo nera e un paio di jeans chiari come quel giorno. Oggettivamente Thomas era bello e naturalmente elegante, tratto che lo distingueva dal resto della famiglia Dursley.
Avrebbe voluto avere un briciolo di quello che aveva Tom, se non riusciva – e non ci teneva neanche – ad essere uno spigliato belloccio come Jamie.
“Mi raccomando, fa’ con calma… altrimenti rischiamo di prenderlo, questo treno!” gli sogghignò, dandogli una lieve pacca sul petto.
Tom sospirò. “Mia madre ha voluto controllare che avessi preso un quantitativo sufficiente di maglioni per tappezzare tutta la sala comune.”

Al rise, poi infilò la mano in una tasca, mostrandogli il badge. “Guarda qua. Riesci ad immaginarlo? Vitius quest’anno ha esagerato con l’aquavite al consiglio scolastico!”
L’altro ragazzo inarcò le sopracciglia. “Prefetto.” Disse.
“Prefetto Al Potter a rapporto, già.” Sbuffò. “Dimmi condoglianze.”
Thomas sorrise inaspettatamente. Pensava che ne sarebbe stato un po’ geloso. Era dannatamente competitivo, persino con lui.

Poi capì.
“Anche…?”
“Proprio così. Prefetto Potter…”
“…  e Prefetto Dursley!” Rise Al, dandogli una pacca sulla spalla. “E’ fantastico! Tom, sei un prefetto anche tu!”

“Non l’avevo notato.” Ironizzò. La locomotiva lanciò un lungo fischio, avvertendo i ritardatari dell’imminente partenza.
“Meglio se saliamo in carrozza, prefetto Potter.”
Al scosse la testa. “Sai, non mi ci trovo affatto con ‘sto titolo.”

“Perché?”
“Non lo trovo… boh, roba che mi compete.”
“Sciocchezze. Sarai l’unico Serpeverde sufficientemente onesto a non togliere i punti alle altre Case per una mera questione di principio. Sarai un livellatore del trend comune.”

“… Tradotto in linguaggio non fine ottocento?” lo prese in giro.
“Sei adatto per questo ruolo, Al. Falla finita.” Tradusse diligentemente. Il cugino gli rivolse uno dei suoi sorrisi radiosi. Non c’era altro modo per descriverli. Era come un incantesimo di lumos maxima magistralmente eseguito.
Non lasciavano ombre.
“Sarà un grande anno, lo sai?” ripetè a suo beneficio.
Thomas gli strinse una spalla con una mano, gentilmente. Era un loro gesto. L’unico intimo che concedesse ad uno dei membri della sua famiglia. Ad un essere umano in generale, a dirla tutta.

“Sì, lo penso anche io.”
 
 
****
 
 
 
Espresso per Hogwarts, Lowlands, Scozia.
 
 
James era al centro perfetto del suo mondo.
Seduto nel vagone dei Grifondoro, in viaggio verso Hogwarts per il suo Settimo anno, con i gemelli Scamandro che giocavano a Sparaschiocco nel sedile davanti.

Anche se, a dirla tutta, al momento si stava un po’ annoiando.
“Ehy, Lor…” si rivolse al gemello che quel giorno avrebbe parlato. “Vado a farmi un giro nel corridoio. Se passa il carrello cosa vi prendo?”
“Api frizzole.” Mugugnò concentrato sul gioco. L’altro annuì con un cenno distratto. “Porco Nargillo, Lys! Questa mossa non è valida!”
James si richiuse dietro la porta che Lorcan ancora roboava insulti strampalati.

Fischiettò un nuovo successo della WWN² che gli aveva fatto compagnia tutta l’estate, ravviandosi i capelli.
Sorrise svogliato ad un paio di ragazze e si scambiò pacche maschie con alcuni compagni.
Le facce erano sempre le solite. Pure i primini, volti freschi, sembravano assomigliarsi tutti.

Ti stai annoiando Jamie Potter?
Il fatto era che lui lì era il Re. Certo, Malfoy era un Prefetto ed era il Capitano della squadra di Quidditch, ma era un Malfoy. Oltre ad un certo livello di popolarità non sarebbe mai arrivato.
Le colpe dei padri…
Era un dato di fatto. Come era un dato di fatto che i meriti di suo padre ricadessero con naturalezza su di lui. E gli stava bene. Sapeva che non li avrebbe disattesi.
Era un vincente. Era un Re.
… e a volte anche i Re si annoiavano.
Si affacciò svogliato ad una delle cabine vuote, per vedere se nascondevano qualche tresca che si sarebbe divertito a commentare con i gemelli.
Sgranò gli occhi, sentendo la mascella allentarsi.
Probabilmente in quel momento aveva una faccia ben poco regale.
“Teddy!” urlò.
Il giovane uomo, preso nella lettura della Gazzetta, alzò gli occhi, ora azzurri. Sorrise.
“Jamie, ehi.” Gli fece cenno di entrare. James aprì la porta, scaraventandosi dentro.
“Che cavolo ci fai qui?” sbottò irruento.
Ted non sembrò adombrarsi dei modi rudi del ragazzo. Continuava a sorridere. A ben vederlo aveva un’aria divertita. A suo agio. Come se fosse normale la sua presenza .

Doveva avere davvero una faccia da cretino.
Ma Ted! Sull’espresso per Hogwarts! Diretto-solo-ad-Hogwarts!
“Beh, sto andando ad Hogwarts.” Disse infatti.
“E fin qui! Ma perché?”
Il ragazzo lo fissò perplesso. I capelli, lunghi fino alle spalle, da un colore castano chiaro sfumarono in lillà.

Ah, era perplesso. James da piccolo si divertiva ad indovinare i vari stati d’animo che Teddy simulava per lui, a seconda del colore dei capelli. Ma se era soprapensiero non riusciva a controllarli. Come adesso, appunto.
“Perché sto andando ad insegnare lì. Rose e Al non te l’hanno detto? Vi ho mandato un gufo l’altroieri.”
“Non mi hanno detto un cazzo!” si alzò in piedi. Si risedette. Ci riflettè un attimo. “Quegli stronzi!” concluse.
Teddy si mise a ridere. “Dio, Jamie, dovresti vedere la tua faccia!” gli fece cenno di accomodarsi accanto a lui, battendo una mano sul sedile. Il ragazzo sbuffò.
“Non sono più un bambino di tre anni.”

“Adesso ti stai comportando esattamente così. Dai, siediti.”
James si sedette.

“Però non mi hanno detto nulla davvero, porca puttana.” Mugugnò. “Davvero insegnerai?”
Teddy annuì. “Il preside Vitius mi ha convocato due mesi fa per propormi la cattedra. Era rimasta vacante.  Mi ha riempito di complimenti, non sapevo come uscirne senza sembrare un ingrato.” Rise. “Ma non sono stato sicuro fino all’ultimo.”
James si mordicchiò un labbro. Un dubbio atroce si fece spazio tra le sue sinapsi.

Per quanto ne sapeva, l’unica cattedra vacante…
“Cosa insegnerai?”
“Difesa contro le Arti Oscure.”
Appunto.
Fece una smorfia, ma fu attento a dissimularla. Almeno, pensò di esserlo stato.

Teddy inarcò infatti le sopracciglia sottili. Pure quelle, lillà.
“Qual è il problema?”
“Oh, no. Nessuno. È fantastico, Teddy!” sorrise, dandogli una gran pacca sulla spalla. Fortuna non fosse un fuscello come Al, o l’avrebbe steso a terra. Sopportò abbastanza bene la zampata.

“Jamie… La verità.” Chiese paziente. Chiedeva sempre, mai ordinava. Era un buon metodo con i ragazzi come James. Li disorientava.
Infatti James si morse di nuovo il labbro, tamburellando le dita contro le ginocchia.
“Aw, okay.” Sbuffò alla fine. “È solo che sono stato un po’ stronzo con l’ultimo professore…” Silenzio. “Un po’ tanto.”
“Lo so.” Vitius l’aveva edotto nel dettaglio. Anche troppo, per i suoi gusti. Gli sorrise. “Ma sono sicuro che con me non accadrà. Vuoi diventare un auror, no?”
“Sicuro!”
“Allora dovrai cominciare ad imparare…” lo fermò con un’occhiata ammonitrice “… imparare davvero intendo, una delle materie base.” 

James sospirò, abbandonandosi sul sedile. “E’ così palloso stare a scuola, Teddy. A te è sempre piaciuta. Per me è una tortura.” Incrociò i polsi significativamente. “Mi sembra di stare in prigione…” si sfogò lanciandogli un’occhiata afflitta.
Ted lo guardò con affetto: conosceva James da quando era nato, come tutti i Potter-Weasley del resto. Era un bravo ragazzo, ma diversamente da Albus e Lily aveva il sangue caldo. Era irruento, impulsivo, tutto azione, niente pensiero.
Capiva perché soffrisse a dover restare chiuso in un aula polverosa a sentire salmodiare un professore.
“Ma non tutte le lezioni saranno uguali, no? Ci sarà pure una materia che non detesti.”
“Beh, sì…” ammise imbronciandosi e passando un dito lungo il bracciale di pelle di Drago che portava al polso sinistro. Era un regalo dello zio Charlie, e ne andava matto.

“Mi piaceva Difesa, finchè c’era Torrent. Sicuro, a volte era dannatamente barboso, ma quando ci portava nella Foresta Proibita per le esecitazioni era figo.” Ci riflettè. “Anche Cura delle Creature Magiche è okay. Hagrid è in gamba.”
Teddy annuì, segretamente sollevato dalla risposta. Aveva visto giusto.
Già sarà dura tenere in riga due classi per ciascun anno. Ci mancherebbe solo dover temere che Jamie si annoi e cominci ad infastidire.
“Il programma sarà soprattutto pratico. Faremo molte esercitazioni e vi porterò delle creature magiche in classe. Ho già parlato col Preside, che si è detto d’accordo.” Notò con compiacimento il guizzo di attenzione negli occhi del ragazzo. “Niente noiose lezioni che cominciano con ‘aprire il libro a pagina’… okay? È una promessa.”
James sfoderò un gran sorriso, dandogli una pacca sulla spalla. “Non avresti mai potuto deludermi, Teddy. Grande.”

“A proposito di Teddy…”
James sbuffò.
“Ricevuto Capo. Alunno-e-professore. Niente Teddy.”
“James…” lo ammonì gentilmente. Il ragazzo roteò gli occhi.
“Okay Professor Lupin. Così va meglio?”
“Molto meglio.”
Si sorrisero. James giocherellò ancora un po’ con il braccialetto di pelle.

“Vic come sta? Non la sento da un po’. Adesso è in Francia, no?”
Sentì l’amico d’infanzia tendersi leggermente. Ma il color dei capelli rimase immutato.

Boh, magari è stata una mia impressione…
Non ci diede troppo peso. Doveva mancargli. Quando vivevano in Inghilterra erano praticamente in simbiosi.
Ed io che faccio fatica a sopportare una tipa per qualche minuto oltre il post-orgasmo…
“E’ a Parigi adesso. Sta seguendo dei seminari al Ministero.” Rispose evasivo. Non tanto normale pure quello, ma comprensibile.
Vic seguiva un sacco di corsi di formazione, seminari, conferenze. Voleva fare tutto, e non riusciva ad appassionarsi davvero a niente. Era così anche a Scuola, volubile e capricciosa.
Era un miracolo, commentava Rose, che avesse un rapporto stabile e duraturo con il mite Teddy.
Era amore, sospiravano le altre cugine.
Era un miracolo, sogghignavano lui e Rosie.
Grande Rosie.
Comunque…
“Dom e Louis invece? Lu è al primo anno, no?”
Teddy sorrise, ricordando con affetto i fratelli minori della fidanzata. Specialmente Louis. Era vivace e allegro, un vero terremoto. A volte gli ricordava Jamie.

Fortunatamente non aveva la sua stessa attitudine a rischiare il collo.
“Già, e penso che resterà a Beaux-Batons. Invece Dom è ancora indecisa…” scrollò le spalle, fasciate in una giacca che doveva avere come minimo vent’anni.
Indossava sempre vestiti dimessi, Teddy. Eppure sua nonna era una Black, e per quanto rinnegata,non aveva problemi di soldi.  
Ma era semplicemente nel suo stile indossare una giacca un po’ lisa sui gomiti, una maglietta anonima e dei jeans da due soldi.
Teddy non si curava del suo aspetto, proprio non gli importava. Ironizzava sempre che con i capelli che aveva, qualsiasi cosa si fosse messo addosso, anche un costume da Orco, sarebbe passata in secondo piano.
Non aveva tutti i torti. Adesso erano arancioni zucca.
“Un zellino per i tuoi pensieri…” cantilenò con tono infantile. Teddy gli sorrise.
C’era la quiete in quel sorriso. La serenità. Era nato durante la guerra, eppure tutto il suo essere urlava ‘pace’.
“Stavo solo pensando che Hogwarts mi è mancata.”
Ed era vero. Le sue aule scure e polverose, i corridoi di pietra, le scale che cambiavano continuamente posizione, la Sala Grande

Persino Pix gli era mancato.
Chi lascia Hogwarts se la porta sempre nel cuore…
“Già. Mancherà anche a me quando me ne andrò, penso. Praticamente ci sono cresciuto dentro.” guardò l’orologio che aveva al polso. Era babbano, un regalo di nonno Arthur. “Credo di doverti lasciare solo soletto Teddy. Devo andare a cambiarmi e diventare un bravo Grifondoro a tutti gli effetti. Ce la farai a ricordarti la strada per le carrozze?”
“Ci proverò.” Scherzò. “Ci vediamo a scuola, Signor Potter.”
“A scuola, professor Lupin!” Confermò stizzandogli l’occhio. Teddy per un attimo pensò di fargli notare che doveva abituarsi a non usare una gestualità troppo familiare. 

Ma poi lasciò perdere. Farglielo notare non avrebbe avuto senso, Jamie non avrebbe capito, spontaneo in tutte le sue manifestazioni. Si sarebbe offeso, probabilmente.
Avremo tempo per affrontare anche questo discorso.
Una cosa per volta…
Abbandonò la testa sullo schienale del morbido sedile, guardando scorrere il paesaggio dal finestrino. Erano entrati nelle Lowlands(3), stimò.
Amava quei paesaggi rugginosi, tipicamente anglosassoni. Erano spogli, spigolosi, eppure dotati di selvaggia bellezza. In Provenza era tutto linee morbide e paesaggi gradevoli. Belli sì, ma non appartenevano alla sua infanzia.
‘Cheri, non è bellissimo qui? Rimaniamo qui per sempre, cheri…’

Chiuse gli occhi, imponendosi di non pensare.
 
 
Scars in the country, the summer and her
Always the summers are slipping away
Find me a way for making it stay…
 
 
 
 
 
 
****
 
 
 
Note:
1 – So che la prima gloriosa Ford Anglia è attualmente nella Foresta Proibita, ma mi è venuto da pensare che probabilmente Arhur ne abbia stregata un’altra. :P
2 – Witch Wireless Network, è la stazione radio principale del mondo magico.
3 – “Le Lowlands Scozzesi indicano l’area della Scozia (Regno Unito) non riconducibile alle Highlands.” (Da Wikipedia)
 
Commenti:
E siamo arrivati al secondo capitolo. Non so a quanti importi di questa storia, considerando le poche recensioni e le molte visite. Forse fa schifo. Boh. Comunque, ecco i nuovi arrivati.
Per Scorpius dopo aver spulciato vari forum e siti sul Potterverse, la mia scelta è caduta su Toby Hemingway. Non è una bellezza angelica, ma non volevo una bellezza angelica. È un Malfoy, e i Malfoy NON sono angeli. Manco caduti.
Per Ted ho scelto Taylor Kitsch. Oggettivamente, era un Teddy perfetto. I gemelli Lysander e Lorcan, invece… beh, li ho immaginati biondi e vagamente jocks, quindi chi meglio dei Brewer’s Twins?
Scorpius
Teddy
Gemelli Scamandro

  
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