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Autore: Myriru    06/07/2020    5 recensioni
“Sono stata al fianco del signor Oscar lungo tutta la durata della sua malattia, sono stata l’unica persona di cui si è fidata e l’unica alla quale ha confidato i suoi segreti e le sue paure.
Posso dire di essere una delle poche persone che la conosce davvero, e mi ritengo molto fortunata.
Il mio nome è… Celine Gautier”
Genere: Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Marron Glacé, Nuovo Personaggio, Oscar François de Jarjayes
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
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«Come sta? »
Chiese Celine entrando nella stanza di Oscar per accertarsi delle sue condizioni. Aveva trovato Oscar addormentata, avvolta nelle lenzuola fresche e con le guance rosate, vegliata da André, seduto sulla poltrona accanto al letto, mentre le stringeva la mano e la guardava dolcemente.
«Ora sta bene, prima ha tossito ed è uscito un po’ sangue »
«È un buon segno »
Celine si avvicinò ad André e poggiò le mani sulle sue spalle, guardando il viso della donna.
«Hai fame? Vuoi che ti porti qualcosa da mangiare? »
«No, non ho fame, grazie »
«Non puoi restare a digiuno, lo sai? Se resto io al suo fianco mi prometti che vai a mangiare e riposare un po’? »
Lui annuì e alzò il capo verso di lei sorridendo appena.
«Oggi è il giorno delle promesse di André Grandier a quanto pare »
Celine aggrottò la fronte, senza capire il significato di quella frase.
«Non capisco… »
«Nulla, è una sciocchezza »
André chinò di nuovo il capo e nascose il viso dietro la mano, sospirando amaramente.
“Non deve essere facile, la donna che ama è in pericolo di vita e lui non può fare nulla per evitarlo. La ama così tanto da mettere da parte i suoi bisogni per stare al suo fianco. L’amore…”
«Oscar me l’ha detto… »
«Cosa? »
Chiese lei sedendosi dall’altra parte del letto. Allungò la mano sulla sua fronte e la scoprì tiepida.
«Che lei sapeva già di essere malata e che tu… l’hai aiutata a mantenere il segreto »
Celine abbassò il capo.
«Tu… non hai la più pallida idea di quante volte io abbia voluto dirti la verità sulla sua salute e sui suoi sentimenti per te»
«E io… ti sono grato per essere stata al suo fianco e per averla aiutata »
«Quindi non sei arrabbiato con me? »
«No, perché dovrei esserlo? Sono arrabbiato con il mondo e con Dio. Cos’avrà mai fatto Oscar per meritare tutto questo dolore secondo Dio? Perché lei deve soffrire così tanto? Perché Dio vuole portarla via da me? Ho sempre avuto dubbi riguardo la mia religione, in parte dovuti anche per l’incidente all’occhio e alla perdita dei miei genitori, ma ora… non credo che quel Dio che le Chiese lodano e amano sia davvero così buono e misericordioso, che punisca i cattivi e che apra le porte del cielo ai buoni 1 »
«Capisco… »
Oscar si girò nel letto, lamentandosi nel sonno, Celine si alzò e si avviò verso il balcone, tirando completamente le tende. André accarezzò il viso della donna ma lei non sembrò calmarsi e annaspava.
«A-A… »
Oscar si svegliò di soprassalto, tremando come una foglia. Fece pressione sulle braccia per alzarsi e riuscì, con non poca fatica a sedersi sul letto.
«Oscar, come ti senti? »
Chiese Celine allarmata dal comportamento strano della donna. Oscar si passò una mano tra i capelli, André prese una mano tra le sue e le accarezzò con il pollice la pelle chiara.
«Va tutto bene? »
Le aveva sussurrato preoccupato, cercando il suo sguardo e lei annuì.
«Io… sto bene. Ho solo  bisogno di alzarmi un po’. Ho… solo fatto un brutto sogno »
André si alzò dalla poltrona e la spostò dietro di sé, facendo spazio ad Oscar per muoversi meglio. Lei si aggrappò al suo braccio e si alzò lentamente, ma quando finalmente fu in piedi Oscar aveva l’affanno come se avesse fatto uno sforzo enorme. André le accarezzò il viso e lei poggiò la guancia sul suo petto, aveva gli occhi umidi, forse stava trattenendo le lacrime di dolore.
«Voglio andare fuori… voglio respirare un po’ di aria fresca »
Aveva sussurrato guardando Celine e la ragazza sorrise dolcemente.
«Ma certo Oscar, non ti devi preoccupare. Io e André ti aiuteremo »
Oscar sorrise, stringendo la vestaglia che ancora indossava, guardando prima Celine poi André, sussurrando un flebile grazie.
André la sorresse per tutto il tragitto, aiutandola soprattutto a scendere le scale e lei si aggrappava e abbandonava a lui, completamente, beandosi del suo contatto così vicino facendolo passare, davanti gli altri, come un’eccessiva stanchezza e debolezza.
Celine sorrise appena guardandoli, qualche passo indietro, e li seguì fino al giardino sul retro del palazzo, Oscar si sedette sul bordo della fontana e portò una mano al petto, aveva di nuovo l’affanno.
«Sono felice… di essere uscita fuori. Ne avevo bisogno… »
Celine si sedette al suo fianco, stringendo le mani di lei tra le sue e le sorrise.
«Celine io… non ti ringrazierò mai abbastanza per quello che hai fatto per me in tutti questi mesi »
«Non devi farlo, non ce n’è bisogno. L’ho fatto con piacere e per aiutare un’amica »
La ragazza sorrise calcando la parola amica e il cuore di Oscar sembrò sciogliersi dalla commozione. Tossì, macchiando la mano di sangue puro e mosse il capo, guardando un punto impreciso del giardino.
“È il fantasma di sé stessa, non la riconosco più. Dov’è la Oscar che ho conosciuto quando ho messo piede in questo palazzo? Dov’è quella donna forte e determinata dei racconti di André? Si è lasciata andare… le manca il respiro anche senza fare nulla”
«Oscar…? »
André si inginocchiò davanti a lei e la guardò, destandola dai suoi pensieri; Oscar si voltò verso di lui e gli sorrise appena, con mano tremante gli accarezzò il viso dolcemente. Celine li osservò discretamente e la notò la tristezza del suo sguardo.
«Non mi sento molto bene »
«Ti riportiamo dentro,  va bene? »
Oscar annuì lentamente, lui la prese in braccio per evitarle la fatica del ritorno e rientrarono nella villa, sotto lo sguardo vigile del generale che, da lontano, li aveva osservati per tutto il tempo.
 
«André… »
Celine posò un panno umido sulla fronte della donna, aveva di nuovo la solita febbre. Oscar si dimenava senza pace nel letto, scossa da fremiti e tosse, e Celine e André si sentivano impotenti di fronte a lei.
«Oscar… Oscar!? »
Delirava, piangeva, respirava a fatica.  
«Chiamate il medico! Chiamatelo immediatamente! »
Aveva urlato Celine uscendo nel corridoio spaventata, ritornando poi al fianco della donna. Oscar si agitava nel sonno, mormorava qualche parola confusa e alcune volte sembrava smettere di respirare, ma solo per alcuni secondi. La governante e i padroni erano accorsi nella stanza di Oscar spaventati e madame quasi svenne quando vide la figlia tossire violentemente, macchiando le lenzuola bianche.
«Oscar? Oscar mi senti? Sono tuo padre! Resisti! Il medico sta arrivando, ti salveremo, mi senti? Oscar?! »
Il generale si era avvicinato subito alla figlia, accarezzandole la fronte, seguito dalla consorte.
«Bambina mia… bambina mia… »
Ripeteva la donna tra le lacrime mentre le stringeva la mano.
«Non mi lasciare… ti prego bambina mia non mi lasciare »
«Oh… »
Oscar aveva girato appena il capo verso i genitori, cercando il volto della madre. Celine cercò di riordinare le idee, cosa diavolo era successo tutto ad un tratto?
«Dove diavolo è quel dannato medico?! »
Sbraitò il generale e Sophie, insieme ad un piccolo gruppo di cameriere, sbucò dalla porta.
«Il vostro attendente, Jérôme , è partito pochi minuti fa, sarà qui a momenti! »
Ed effettivamente, dopo una manciata di minuti il dottore arrivò, questa volta solo e visitò rapidamente Oscar, controllando la sua temperatura corporea e il suo battito. Non disse nulla durante tutta la durata della visita che per Celine sembrò durare un’eternità.
La donna tossì di nuovo, coprendo a malapena la bocca con la mano, e il dottore sospirò, premendo il pollice per l’ennesima volta sul suo polso.
«Allora dottore? Vi prego dite qualcosa! »
Esclamò il generale avvicinandosi al medico, tremando. L’uomo si girò verso di lui afflitto e sospirò amaramente.
Il gelo scese nella stanza.
Tutti aspettarono in silenzio le parole del medico.
«Vostra figlia respira a fatica, ha la febbre alta e il suo cuore è sempre più debole. Mi dispiace »
Furono le sue ultime parole.
André, che per tutto il tempo non aveva detto nulla al fianco della sua amata, alzò il viso verso il medico trattenendo le lacrime.
«Dottore…  davvero non»
Aveva iniziato ma la voce sottile e debole di Oscar che lo chiamava l’aveva catturato e tornò a voltarsi verso di lei, stringendole la mano, dimenticandosi di tutto e di tutti.
Lei lo stava cercando, lei voleva stare con lui.
«Dimmi Oscar, sono qui »
«N-Noi… ci sposiamo… vero? »
André sorrise, senza trattenere le lacrime e poggiò la fronte sulla sua. Parlavano a bassa voce, ma il silenzio che regnava nella stanza permetteva a tutti di sentire le loro parole, disturbate solo dai singhiozzi della governante e da madame.
«Certo che ci sposiamo, Oscar. È la cosa che più desidero al mondo »
«Sì… »
Celine li osservò commossa, Oscar voleva sposarlo, voleva essere sua moglie e questo… era il suo unico desiderio e André acconsentiva, incurante della presenza del generale e di tutti quanti. Erano solo loro due.
«Perché… stai… piangendo? »
Madame Jarjayes si era aggrappata al marito, piangendo sul suo petto, mentre lo sguardo dell’uomo non si allontanava da loro. Era incredulo il generale? Davvero credeva che Oscar non amasse André? Che loro due non si sarebbero sposati alla fine? Pensò Celine.
«Non è nulla Oscar »
«Sto morendo? »
«Ma cosa stai dicendo? Non morirai…! Non morirai »
André le baciò il dorso della mano e le accarezzò la fronte, Oscar socchiuse gli occhi presa da uno spasmo e sorrise.
«È vero… è troppo presto… noi dobbiamo sposarci in… una piccola chiesa… e sarà una semplice cerimonia »
Aggiunse posando la guancia calda sul cuscino fresco in direzione dei genitori. Piccole lacrime le bagnarono il viso.
«Certo, come vuoi tu Oscar »
Disse il generale stringendo i pugni, voltandosi poi verso André che lo guardava sorpreso. Oscar tornò a guardare il suo uomo e chiuse gli occhi, pallida.
«Ti amo André »
Aveva detto infine Oscar lasciando la mano di André, sorridendogli serena.
«Oscar… »
André la scosse, prese il suo viso tra le mani ma lei non apriva gli occhi. Il medico si avvicinò rapido alla donna e prese il suo polso, scuotendo poi il capo. Il battito non c’era.
«Oscar… Ti prego… »
Aveva detto in un lamento, André sollevò il suo corpo  la strinse a sé, piangendo, cercando ancora il calore del suo corpo. Celine si portò una mano alla bocca per non urlare, gli occhi erano pieni di lacrime e il cuore le martellava violentemente in petto. Non sentì più nulla, solo un dolore acuto al cuore. Le urla di madame Jarjayes invece riempirono la villa.  
 
 
1= “Durante la rivoluzione francese la Chiesa cattolica romana perse gradualmente la maggior parte del suo potere ed influenza; la Costituzione civile del clero promulgata nel 1790 mise tutti i beni ecclesiastici sotto il controllo statale. Mentre il clero fu perseguitato, innanzitutto a Parigi ed in altri comuni (tramite il Rappresentante in missione), alle nuove religioni e filosofie (ad esempio i Culti della Ragione e dell'Essere Supremo) venne permesso di competere con la teologia dei "preti" [Fonte: Wikipedia]”.
Ho associato questo evento anche ad una perdita a livello spirituale, non dimentichiamo che siamo durante il periodo illuministico! Durante la rivoluzione francese, più precisamente nel terrore, le chiese venivano bruciate, derubate o convertite in “tempi della ragione” (come per esempio la cattedrale di Notre Dame)
 
Note d’autrice:
Questo è stato un capitolo molto difficile da scrivere per me. Vi prego di non criticarmi per il finale scelto.
Sono sicura che molti di voi saranno delusi da questo finale ma questi faceva parte fin da subito di “Celine”.
Questo, però, non è l’ultimo capitolo.
Alla prossima <3
   
 
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