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Autore: Teemo Omegasquad    07/07/2020    1 recensioni
Due esistenze collisero l'uno contro l'altro, dando vita a un evento storico che cambiò il mondo: la scoperta delle razze magiche.
Si pensò che si potesse coesistere insieme, all'inizio.
Portò a grandiose scoperte, ma purtroppo, anche disgrazie. Questo portò a crisi sparse a livello globale e continui conflitti, facendo capire che gli umani non erano più la razza dominante.
Per fortuna qualcuna non rimase ferma, muovendosi di conseguenza per porre fine a tutto ciò. I suoi ideali non si fermarono di fronte a nulla, appoggiata da persone a lei fidate.
Questo portò alla pace e fondazione di un ordine di cavalieri e paladini, votati a mantenere la tregua tra le razze, passando da testimone a testimone.
Però non tutti erano d'accordo su questo, trovandosi scomodi, pensando anche di essere nel giusto.
Questa storia racconta della nuova generazione e delle loro avventure e di quello a cui andranno incontro, lungo il loro cammino.
Genere: Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Capitolo 6: primi giorni
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Avevano portato tutti quanti nella infermeria della scuola e molti di loro erano svenuti o privi di sensi, mentre i più fortunati avevano delle lesioni su tutto il corpo o bruciature.
Okami era stato bruciacchiato peggio di un pollo in un forno e i suoi vestiti rovinati e marroncini tipo pelle di pollo croccante.
Leon aveva i capelli che erano in una specie di stile afro e pompati a causa delle scosse, con qualche piccola bruciatura.
Daglas invece aveva solo ematomi addosso, ma erano ovunque e un occhio sembrava avercelo nero.
Tsuki non era presente.
Simon era disteso su un lettino, svenuto.

Riaprì lentamente gli occhi, riprendendosi pian piano.
Vide una distinta figura di un viso femminile sopra la sua faccia, con su un occhio una lente di ingrandimento, però... o ci vedeva male o quelli erano ben otto occhi?
I capelli erano bruni, raccolti all'indietro in un chignon.
I loro visi erano letteralmente vicini, quasi le punte dei loro nasi si toccavano e stava quasi per parlarle.

-Zitto e fermo. Ti sto medicando la ferita al naso.- con quell'avvertimento lo invitò a rimane, appunto, fermo, mentre si stava destreggiando con dei fili che erano attaccati alle sue dita, muovendole con grande maestria.

Durante il procedimento sentiva un leggerissimo pizzicorio al naso.
Quando finì il fastidio al naso scomparì.

-Nel giro di qualche ora sarai guarito e i fili scompariranno da soli. E non toccarlo! Altrimenti ritardi il processo e non guarisci!- gli diede un piccolo schiaffetto sulla mano quando tentò di toccarsi il punto medicato.

Quando si alzò trovò il motivo per cui quella ragazza aveva 8 occhi. Era una ragazza ragno.
Aveva 8 zampe sottili, ma dall'aspetto letale e un grosso addome, tutti quanti neri e indossava una divisa da infermiera.
Si vedeva che era ligia al suo lavoro, perché quando aveva appena finito con lui si mise già a lavorare al prossimo mal capitato morente e lì c'è ne erano circa una in condizioni peggiori delle sue.

-Come sta il nostro moribondo?- Leon, che era vicino di lettino con lui, quando vide rialzarsi lo salutò con la mano.

-L'acconciatura afro non ti dona proprio, lo sai?- indicò con un dito il suo nuovo look "elettrizzante"

-Colpa delle scosse troppo forti.- ridacchiò, grattandosi dietro la testa.

-Comunque... Dici che avremo passato l'esame...?-

-Non lo so Leon... abbiamo passato quello teorico, ma quello pratico ci hanno letteralmente massacrato.-

-Vedrete che siete passati invece.- Natalia apparve a bordo del letto vicino a Simon, quasi spaventandolo per l'improvvisata.

-La smetteresti di spaventarmi? Per favore?- le chiese Simon, che stava quasi per saltargli il cuore.

-Ovvio che no! è divertente. Non siete stati bocciati comunque. Avete raggiunto un buon punto con l'esame.- ridacchiò sorridendo.

Quelle parole erano come una manna dal cielo per loro.

-Comunque lo sapevo che ti avrei trovato in infermeria.-

-Natalia! Lo sai che non puoi rimanere qui e l'infermeria è chiusa per recuperare gli studenti.- la ragazza-ragno la riprese, mandandola via per via del fatto che era anche molto presa.

-Sì sì, va bene Adelie. Ci vediamo dopo Simon, ora devo fare un paio di cose per conto della scuola.- gli fece l'occhiolino, andandosene e scoprirono anche il nome della ragazza che la aveva cacciata.

-Ehi... chi è quella bella sventola? Hai fatto colpo per caso?- gli chiese Leon, curioso con un sorriso malizioso, mentre si sporgeva per vederle il suo lato B.

-A dir la verità ci siamo appena conosciuti e... da quando faccio colpo su una ragazza scusa?!- reagì in maniera un po' esagerata, come se quello che aveva detto Leon era impossibile per uno come lui.

Il primo a essere dimesso fu Daglas, che passò accanto a loro, ma gli dedicò del tempo, se non una veloce occhiata quando tentarono di salutarlo, mostrando la sua grande "simpatia".
I suoi ematomi stavano sta guarendo da sole.
Lungo il corridoio c'era ad aspettarlo la principessa dei demoni che stava sorridendo e lo stava raggiungendo.
Quando stava per parlargli la sorpassò senza esitare.
Sospirò, passandosi una mano tra i capelli.

-Devi sempre fare così, eh...?- disse tra se e se, guardando Daglas, abbozzando un triste sorriso.

Pian piano tutti quanti vennero dimesso nel giro di alcune ore per accertamenti medici e sanitari.
Gli studenti vennero messi in attesa, aspettando che esponessero i risultati e sapere chi fosse passato e meno.

**********

Era una attesa snervante, che non faceva altro che portare ansia nei loro animi.
Ognuno lo affrontava nella propria maniera, ad esempio per Leon si mise a camminare convulsivamente, Simon si era messo a mangiare e tentava di rilassarsi sotto l'albero in cui aveva incontrato Natalia.
Okami, per sopportare l'ansia, si fece una passeggiata per la scuola.
Nel mentre, in un punto abbastanza appartato, vide due teppisti che stavano molestando un povero gattino indifeso, fra risate di puro e sadico divertimento.
Non sapeva cosa fare, non voleva finire nei guai a causa di due odioti, ma al tempo stesso non poteva lasciare quel povero felino alla loro mercè.

-E-ehi...! Voi due..!- la sua bocca si mosse da sola, attirando la loro attenzione.

Si paralizzò sul posto e quando si avvicinarono a lui  volle sprofondare per sfuggire da loro, ma lo presero mettendolo al muro.

-Cosa pensi di fare ragazzino?-

-Guarda! è letteralmente sbiancato!- gli tirò una guancia ridendo sotto i baffi.

-L-lasciate... stare quel gattino...!- parlò ancora da solo, tappandosi subito dopo la bocca.

-I ragazzini come te me li mangio a colazione!- quello più grosso gli diede un pugno nello stomaco, per poi lasciarlo cadere a terra e piegarsi in due dal dolore.

Dopo averlo punito tornarono al loro divertimento, però si accorsero che non c'era più, ne il felino ne il ragazzo che avevano appena dato una lezione.
Okami, prima se ne accorsero, era già scappato e grazie alla sua magia del vento aveva preso il povero gattino, ma venne subito scoperto e inseguito.
Quando lo presero erano quasi davanti all'ingresso della scuola, placcandolo e bloccandolo per terra.
Ci fu un mormorio generale, senza voler intervenire, ma alcuni andarono dentro l'edificio velocemente.

-Ora ti insegno io a farti gli affaracci tuoi!- alzò il pugno per colpirlo in faccia, mentre l'altro lo teneva fermo per i polsi.

-Che mi dici di insegnarlo prima a me?- Iris lo bloccò prendendolo per il polso, guardandolo dall'alto in basso con rabbia e lo sollevò da sopra il giovane lupo, seguito da Dante

-Oh dio, la preside!-

-Per fortuna che mi hanno avvisato in tempo... siete espulsi entrambi con azione immediata.- lo lasciò con disprezzo, allontanandoli entrambi.

-Cosa?! Ma lo sa chi siamo?!-

-Puoi benissimo baciarmi il culo! Ora andate a prendere le vostre robe e anddatevene subito! Dante, li lascio a te.- incrociò le braccia, mentre il dragone le passò davanti, prendendo per la collottola i due ragazzi e portandoseli via.

-G-grazie preside Iris, volevo solo...io... ho sbagliato a intervenire, solo che non tolleravo che...!- in quel momento si sentiva impotente e le parole gli stavano morendo in gola.

-Non preoccuparti Okami, anche se ti eri cacciato in un bel guaio. Ma sai una cosa? Ogni errori sono esperienze di vita che ti aiuteranno a crescere. Forza, portalo alla Pet Therapy.- Lo aiutò ad alzarsi, posandogli il gattino tra le braccia e sorridendogli per dargli il buon umore.

Gli indicò dove stava la Pet Therapy.
Grazie alle indicazioni raggiunse una zona dell'istituto che sembrava più un enorme giardino, che una parte della struttura scolastica.
Confinava con il giardino orientale e le dimensioni erano pressoche le stesse.
C'erano vari tipi di recinti, con al loro interno diversi tipi di animali, tra cui cani, gatti e conigli. Tutti per lo più animali pucciosi e coccolosi, ma non li lasciavano girovagare liberi per la scuola, avrebbero corso il rischio di perdersi o addirittura rimetterci la pelle. Per loro fortuna lo spazio a loro adibito erano molto grande.

Okami vide una ragazza, seudta per terra, che stava accarezzando dei conigli, che le era spaventosamente familiare, con accanto a lei una specie di grosso peluche che stava... in piedi?
Si avvicinò a lei lentamente.

-Tsuki...?- le chiese dolcemente.

-IK!- la piccola Tsuki quasì saltò sul posto, spaventando anche il coniglio che stava coccolando.

-Oh dio! Scusami Tsuki! Non volevo spaventarti!- era dispiaciuto il lupacchiotto, non voleva assolutamente spaventarla e provò a calmarla.

-Oh, s-sei tu Okami... cosa ci fai qui...?- gli chiese timidamente, mentre tentava di prendere qualcosa dallo zaino.

-Beh, sono agitato per i risultati e quando ho saputo di questa Pet Therapy... ho voluto approfittarne. Te invece...?- si sedette anche lui per terra, davanti a lei, mentre i conigli scappavano da lui.

-E-ecco, bado agli animali... quando posso...- gli rispose chinando il capo, mentre le cadeva dalle mani l'astuccio, mugolando infastidita.

-E fai da sola?-

-S-sì, ogni tanto mi aiutano Lignas e Thomas, ma siccome sono dei professori vengono raramente e sono sempre sola... e non riesco nemmeno a rimanere quando viene qualcuno... mi viene paura...- lei odiava quel suo lato da fifona, ma era più forte di lei ed era inevitabile assecondare tale paura.

-Se vuoi... posso venire io ad aiutarti qui. Avrò bisogno di qualcosa per rilassarmi, per via anche di altre questioni importanti...- sembrò incupirsi verso il pezzo finale della frase.

-D-davvero...?! Mi servirebbero delle braccia in più e robuste anche... s-se lo farai per davvero te ne sarò riconoscente...!-

-Non c'è bisogno di ricambiare. Lo faccio volentieri.- le sorrise, porgendole il gattino.

Ne approfittò per mostrargli l'intera zona, trovando piacere nella sua presenza.

*****

-Mmmmh, dove sono...?- la leonessa era ancora in infermeria, distesa sul letto, mentre si tastava la testa dolorante.

-Sei in infermeria mia cara... Felynia giusto? Faresti meglio a stare ancora lì a dormire. Ti ho ridotta piuttosto male.- Scarlett guardò la sua cartellina medica, posandola sulla propria scrivania.

-Non ho bisogno di riposare. Posso benissimo andare.- fa per alzarsi dal letto, ignorando le proprie ferite.

-Sta a cuccia gattina! Sono io il medico qua, perciò te ne starai a letto ancora un po'!- rabbiosa. l'elfa gettò Felynia sul letto con una spinta, tentando di obbligarla a rimanere qui.

-Non mi servono le tue cure.- le ringhiò contro per provare a intimorirla.

-Senti ciccia! Con questo tuo atteggiamento mi stai decisamente sulle palle! Qua sono io a decidere se puoi andare o no e di persone come te ne ho conosciute molte, che mostrate semplicemente una maschera per nascondere ciò che avete dentro!-

La leonessa rimase di stucco, zittendosi e facendo come diceva Scarlett, ovvero rimanere a letto. La aveva descritta in maniera davvero proverbiale.
Le pattò la testa come premio.

-Ehi! Non sono un gatto!- controbattè infastidita, sentendosi offesa.

-Ah, davvero?- Scarlett tirò fuori un bastoncino con attaccato un piccolo piumino, mostrandoglielo e agitandolo.

-Non penserai sul serio che funzioni...?- Felynia lo fissò con insistenza, senza staccargli gli occhi di dosso.

Tentò di prenderlo con le mani più e più volte per istinto e quando vide l'elfa ridere, prendendola in giro, realizzò ciò che era successo.

-Ma io ti ammazzo stronza!-

-Fai pure, tanto sono immortale.- sorrise, sbeffeggiandola.

-...- rimase in silenzio, capendo di essere stata fregata.

*****

-Daglas, per favore...!- la principessa dei demoni aveva seguito Daglas, fermandolo prendendolo per un braccio.

-Cosa c'è...?- non si girò nemmeno per guardarla.

-Per favore, guardami...- abbassò la testa, mostrando la propria tristezza.

Si girò lentamente verso di lei, era poco più alto di lei di pochi centimetri, circa un paio se non di meno.

-Sai come sono fatta, mi sono sempre preoccupata per te e ho sempre voluto assicurarmi che stessi bene... sopratutto dopo quello che è successo tempo fa...- strinse la mano a pugno.

-Volevo che venissi qui perché possono aiutarti e non ho fatto alcun trattamento di favoritismo o raccomandazione, però... però...- non riesce a finire la frase, trattenendo le lacrime dopo quell'atteso riconciungimento.

-Vieni qui...- sospirò, abbracciandola lentamente.

-è strano vederti fare gesti del genere lo sai...?- ridacchiò mentre una lacrima le rigava una guancia.

-E te ti preoccupi troppo Shauna...-

-Sono pur sempre la tua sorellona no...? Sotto sotto sai essere dolce.- ricambiò l'abbraccio, stringendolo a se ocme se non volesse lasciarlo andare.

Non lo dava a vedere, ma il ragazzo era felice di rivedere la propria sorella che stava bene.
I due fratelli sciolsero l'abbraccio, mentre Shauna si asciugò la lacrima sorridendo.

-Sei cresciuto molto dall'ultima volta che ci siamo visti eh...?-

-E sono anche diventato più alto di te sai...?-

-Oh dio! è vero!-

Risero un poco, stando insieme prima che annunciassero i risultati.

******
Leon, dopo aver lasciato l'infermeria, era fuori dall'ingresso della scuola per prendere una boccata d'aria, guardando sulla posizione sopraelevata il panorama che esso poteva offrire.

-Sinceramente pensavo fosse più difficile questo esame.- ghignò tra se e se, mentre si guardava intorno da quella altezza.

-Non pensi di essere troppo sicuro di te?- una voce femminile fredda e tagliente come una lama si sentì da dietro di lui.

-E te non pensi di essere troppo seria a volte?- si girò di colpò, guardandola la ragazza davanti a lui.

Indossava una specie di divisa scolastica con la camicia bianca, con tanto di mini-gonna blu.
Aveva una lunga chioma nera  che si intonava con la sua espressione di pura freddezza, con occhi blu che richiamavano la notte e pelle pallida, facendola sembrare una candida guerriera.

-Vedo che non sei cambiato per nulla...-

Si guardavano dritti negli occhi per alcuni secondi, come se stessero tentando di guardarsi dentro l'anima.

-Benvenuto Leon.- la ragazza gli sorrise, felice di vederlo lì con lei.

-Grazie mille, Mikage.- lui ricambiò, abbozzando un sorriso felice di vederla, come se si conoscessero da molto tempo.


Natalia si stava dirigendo verso i dormitori femminili, insieme ad Anastasia, dopo aver fatto vista a Simon in infermeria.

-Forza Anastasia, dobbiamo andare. Abbiamo già un piccolo compito da fare per conto di Melia.- si stava trascinando dietro la ragazza-lucertola.

-Uffa! Dobbiamo proprio andarci? Potrebbe chiedere a chiunque altro!- si lamentò come una bambina svogliata.

-No! Si tratta di un ingrediente particolare e mi ha pure promesso una bella bistecca con la mia salsa piccante preferita! E anche i piatti preferiti di tutte noi.- le disse la loro ricompensa e a sentirla si rimise subito in piedi.

-Allora muoviamo il culo e andiamo a prenderle ciò che ha chiesto!- era motivata più che mai, scrocchiandosi le braccia, pronta ad andare.

Ad un tratto qualcuno si mise in mezzo alla loro strada, che fece sbuffare e roteare gli occhi a Natalia.
Era un orco, circa sui due metri, zanne e, ovviamente, pelle verde e di bell'aspetto anche, con qualche chilo di muscoli.
Capelli neri legati dietro in una coda che aderiva alla schiena, occhi marroni che richiamavano le rocce. Indossava una giacchetta di jeans e una maglietta bianca dalle maniche strappate per mettere in mostra i muscoli delle braccia e pantaloni di pelle nera, con scarpe che sembravano borchiate.
Era appoggiato al muro, guardandola con fare malizioso.

-Ehi Nata. Che ne dici di uscire dopo le lezioni?- dalla sua incapacità si poteva palesemente capire che stava flirtando con lei e questo le dava ancora più fastidio.

-Wow, non credevo che gli orchi sapessero fare frasi di senso compiuto.- lingua tagliente e velenosa, rispondedogli con una freddezza tale da far sembrare l'era glaciale una brezza estiva.

-Cosa?! Come ti permetti?!- passò subito ad essere aggressivo, ma senza che se ne accorgesse gli era già passato davanti, ignorandolo del tutto.

-Greg, fai meglio a lasciarla stare. Sei un vero incapace nel provarci con le ragazze. Continua pure ad allenare i muscoli e non il cervello.- ci si mise pure Anastasia ad essere velenosa, mettendo ancora più in evidenza quanto la sua stupidità.

Ribollì di rabbia, stringendo i pugni infastidito, per poi saltare addosso alla ragazza-lucertola.
Anastasia, con grande abilità marziale, lo prese per il polso del braccio con cui la aveva attaccata, anticipandolo, per poi piantargli l'altra mano nello stomaco, lanciandolo verso Natalia.
Greyson sguainò una strana matita metallica, con al centro una piccolissima sfera di vetro con all'interno quel che sembrava essere una runa, disegnando con estrema velocità una enorme mano che schiantò l'orco a terra con violenza.
Lo guardò con uno sguardo freddo e spietato, per poi andarsene con la sua compagna, lasciando Greg al suo nuovo lavoro da zerbino.

Verso il tardo pomeriggio di quello stesso giorno i nuovi studenti vennero convocati nell'aula magna.
C'era un costante brusio tra di loro, tra scambi di interesse e chiacchiericcio.
La preside e il suo vice erano davanti a loro, con lì vicino Thomas davanti a un tavolo con sopra una sorta di contenitore con all'interno delle chiavi.

-Vi ringrazio per essere qui! Finalmente abbiamo i risultati, per voi attesissimi, dell'esame di ammissione e quando vi chiamiamo fatevi avanti e riceverete le chiavi della vostra stanza in dormitorio! Ora procedi pure Dante.- gli passò la parola, facendo un passo indietro.

Dante cominciò a pronunciare i nomi, invitandoli a venire a prendere le loro chiavi.
Erano attimi di pura ansia e agitazione.
Alcuni stavano incrociando le dita delle mani, altri quelli dei piedi.
Simon venne chiamato, tirando un sospiro di sollievo e l'anima voleva quasi abbandonarlo con tanto di dito medio. Sembrava una specie di cadavere ambulante quando venne a sapere della notizia della buona riuscita.
Okami e Tsuki vennero chiamati, entrambi gioirono quasi abbracciandosi, ma si fermarono sul nascere per l'imbarazzo del momento.
Leon venne chiamato, sorrise soddisfatto ghignando, come se sapesse fin dal principio che sarebbe passato.
Daglas venne chiamato, a differenza degli altri non ebbe nessuna reazione, se non un leggero mugoliò.

Qualcuna, fuori dall'aula, stava osservando e ascoltando il tutto, sorridendo.

-Da ora in poi non sarà facile fratellino... preparati, perché non avranno pietà.- Shauna stava guardando Daglas da lontano, per poi andarsene.

-Ma tu guarda. La principessa dei demoni che fa la sorella maggiore premurosa, per giunta con un meticcio!- una voce femminile, per la principessa assillante e fastidiosa, si fece sentire dietro di lei, facendole assumere un'espressione di fastidio.

-Non hai di meglio da fare Ligra? E non chiamare mio fratello in quel modo.- non si girò nemmeno per parlarle da quanto la trovava fastidiosa.

Era una ragazza-demone, grande quanto lei, con la pelle nera dalla tonalità leggermente chiara, sembrando tendente al grigio.
Le corna erano ricurve all'indietro, con sfarzosi capelli lunghi tinti di rosso, con piccolissime ciocche bianche.
La sclera degli occhi erano più oscuri della sua pelle, mentre le iridi erano sul verde.
Intorno al collo aveva una specie di pelliccia, attaccata alla bianca e vistosa giacchetta, sopra a un top che lasciava parecchio all'immaginazione e una mini-gonna di pelle sbriluccicante e tacchi a spillo di circa 5 cm.
Era accompagnata da due gorilla, con più o meno lo stesso abbigliamento di Greg, ed erano due troll.

-Perché non dovrei? è quello che è no? E poi è carne fresca, ci potrei fare su un bel pensierino su di lui. Non sembra per nulla male.- gli diede uno sguardo da lontano, leccandosi con fare malizioso le labbra, pronto a mangiarlo con gli occhi.

In quel istante Shauna la prese per il collo con una mano, sbattendola contro un muro e sollevandola da terra facendola strisciare sulla parete.
Le guardie del corpo stavano per intervenire, ma l'aura negativa di pura rabbia che emanava li faceva desistere da ciò che volevano fare.

-Ascoltami brutta puttana ciuccia cazzi! Non osare o permettere di toccarlo in alcun modo mio fratello, chiaro?! Se solo ti avvicinerai a lui o ci parlerai ti giuro che ti lascerò altre cicatrici talmente gravi e grandi che non potrai nemmeno nasconderle con quella tua pacchiana giacchetta del cazzo!- strinse sempre di più la presa, fino a quasi soffocarla, riservandole uno sguardo iniettato di ira.

-P-pensi di fare come vuoi solo perché appartieni a una stirpe demoniaca superiore...?!- Ligra provò a controbattere, ma ciò che ottenne fu solo avere meno ossigeno di prima.

-Mi domando come ho potuto essere tua amica tempo fa. Vattene e non osare farti vedere ai miei occhi o avvicinarti a lui. Siamo intesi...?- quando disse di sì con la testa la lasciò andare cadere come un sacco di patate, mandandola via.

Lei, spaventata, se ne andò di corsa, legandosi al dito quel fatto, programmando un modo per vendicarsi.
Gli studenti uscirono, esastiasi per essere riusciti a passare, non tutti però. Altri invece furono stati respinti, anche se erano molto vicini dal essere promossi.
Nel piccolo gruppetto si stavano complimentando tra di loro, di cui uno in particolare stava tentando di tornare in vita.

-Dio mio! Non sarei riuscito a reggere ancora un po' l'ansia!- Simon stava respirando in un sacchetto di carta per riprendere a respirare normalmente e per calmarsi, mentre stava stringendo in una mano un piccolo peluche anti-stress datogli da Tsuki.

-Ci hanno appena dato la conferma e te sei ancora agitato? Ora abbiamo pure le chiavi della nostra stanza al dormitorio! Shishishi!- Leon si stava girando su un dito le sue chiavi, ghignando con un bel sorriso.

-Dai Simon, respira lentamente e con calma.- Okami lo stava aiutando, dandogli pian piano delle istruzioni.

-Stai meglio ora...?- gli chiese Tsuki, con una dolcezza da far venire il diabete.

-Sì, grazie ancora Tsuki.- non era più in iper-ventilazione, ridando alla ragazza il piccolo peluche che, una volta lasciato andare, lo stava mandando a quel paese con le braccia tentando anche di fargli un dito medio.

-Se fai così solo per una promozione, chissà che ti succede se ti arriva una brutta notizia...- disse Daglas, dopo aver visto come aveva reagito il suo compagno di scuola, con aria severa.

-Beh, diciamo che mi agito facilmente e poi complimenti anche a te, hai avuto un bel punteggio!- Simon si congratulò con lui, come se lo stesse ammirando.

-Ora però rispondi alla domanda che ti ho fatto prima. Come facevi a vedere dove era il nucleo...?- quella domanda fece tornare in mente anche a loro quella facenda.

-Oh, giusto. Ora vi Spiego, però prima andiamo in un posto più comodo. Vorrei sedermi e so dove andare.- Croel fece segno a tutti di seguirlo.

Li portò al giardino in stile orientale, sotto all'albero ritorto.
Fu anche l'unico a togliersi le scarpe e i calzini, camminando a piedi nudi.
Quando si sedettero iniziò a spiegargli tutto.
Ovvero che era nato nelle terre orientali dell'est, la terra degli sciamani e che fin dalla nascita possedeva una specie di legame con la natura e con gli spiriti, permettendogli di "vedere" e "sentire" i flussi della magia, sia negli oggetti, che nelle persone.
Disse anche che però non era completa e pure poco sviluppata per via della sua natura umana, siccome solamente le creature magiche potevano averla completa.
Si sapeva che da chi veniva da quelle terre possedeva delle particolari abilità non acquisibili normalmente, ma che era un umano ad averla era davvero sorprendente.

-Quindi... sei in grado di vedere l'energia magica e di sentirla, ma in modo molto sfocato e non tutte quante come se fossi miope...?- chiese Okami per avere qualche chiarimento in più.

-Sì, non riesco a "vedere" tutto e lo percepisco debolmente anche.-

-Però è strano che un umano possieda tale abilità. Sicuro di essere nato lì? Non hai nemmeno i tratti orientali.- parlò Leon, dubbioso delle sue parole.

-Lo so io il motivo penso. La terra degli sciamani è un luogo molto riservato e non fanno entrare nessuno nelle loro terre. E poi le loro terre sono sature di energia magica della natura e i nascituri possono acquisire abilità particolare siccome sono come delle lavagnette vuote e al tempo stesso delle spugne. Come ad esempio la "vista" di Simon e questo dimostra anche che è nato lì.- Tsuki difese Simon, dandogli ragione.

-In effetti sì, hai ragione.- Squallearth si spinse all'indietro, distendendosi sul prato, sospirando.

-Posso dire di essere particolare forse...?- Simon fece spallucce, ridacchiando.

-Quindi tuo padre era uno sciamano...?- a quel punto intervenne Daglas, seduto a gambe incrociate, poggiando la testa su una mano.

-Non lo so. Non ho mai conosciuto mio padre. Ipotizzo che sia morto in guerra.-

-Oh, mi dispiace Simon.- Itsupiki si sentì in dovere di dirlo a sentire tale cosa.

-Non preoccuparti Okami, ci ho messo una pietra sopra ormai.- sorrise all'amico per non farlo preoccupare troppo.

Ridendo e scherzando si era fatta un'ora alquanto tarda e decisero di ritirarsi nelle loro stanze.
Dovettero fare la stessa strada in quanto, per lo meno i ragazzi, erano nello stesso dormitorio, all'incirca al primo piano.
Si divisero da Tsuki, ma era poco distante.
Quando si avviarono videro che le loro stanze erano l'una accanto all'altra, come dei giovani vicini di casa, tranne per Leon che era situato in un'altroa ala di un'altro piano, salutandosi a vicenda.
Rimasero solamente Simon e Daglas.

-Senti Daglas, non ho potuto fare a meno di notare una cosa di te.- quando gli disse questo rimase del tutto immobile e fermo.

-...ovvero...?-

-Come se volessi stare sempre da solo. Fidati, non è una buona idea stare sempre da solo. Ne patisci solamente e basta. Se vuoi parlarne noi ci siamo.- per qualche motivo sembrava essere comprensivo verso di lui, guardandolo con fare preoccupato, ma calmo.

-...ci penserò...- quale frase per lui sembrava come se avesse ammesso ciò che gli aveva detto, chiudendosi la porta dietro di se.

Simon sospirò, passandosi una mano tra i capelli.
Quando entrò vide che era una camera molto semplice, una vera e propria tela bianca pronta per essere dipinta, con vicino al letto le sue valigie.
Si lasciò cadere in avanti, finendo sopra il morbido giaciglio, facendo sprofondare il viso nel cuscino, mugolandoci dentro.
Okami stava sistemando i suoi effetti personali, stiracchiandosi verso a metà dell'opera, per poi andare ad aprire la finestra lasciando passare un poco di aria, che davav all'altra ala dell'edificio.
Stava scrutando il cielo stellato, ma quando abbassò lo sguardo notò che non era l'unico ad avere ancora la luce accesa, infatti intravide Tsuki, che era al suo stesso piano dell'ala femminile.
Entrambi si salutarono a vicenda, con tanto di sorriso, prima di andare a dormire.

Il mattino seguente ebbe inizio ufficialmente il primo giorno di scuola con tanto di sveglia rumorosa, dandogli il tormento.
Con un colpo di mano Simon la spense subito, ma da essa uscì una sorta di piede meccanico che lo fece saltare fuori dal letto, ritrovandosi con la faccia che bacia il pavimento.
Dopo quel brusco risveglio si domando come fosse possibile ciò, ma a causa del fatto che è tipo uno zombie lasciò stare subito la questione.
Una volta uscito si ricongiunse con gli altri, meno Daglas, dirigendosi in segreteria per scoprire la classe a cui erano stati assegnati.
Si ritrovarono nella stessa classe e videro il loro amico mezzo cornuto già seduto.
Sembrava una classe universitaria dall'aspetto, con una grande lavagna nera attaccata alla parete.
Ovviamente c'erano altri oltre a loro e si sedettero ai loro posti.

Entrarono in classe Lignas e Mikage, che si misero vicino alla cattedra.

-Do il benvenuto a tutti voi e complimenti per aver passato l'esame. Io sono Mikage Kurohika, presidentessa del comitato studentesco. Se avete problemi con qualcuno o svariate problematiche rivolgetevi a me, cercherò di aiutarvi il più possibile per rendervi piacevole la permanenza qui. E spero che possiamo anche andare d'accordo.- Mikage, nonostante la sua espressione fredda, sembrava molto rassicurante e ligia al suo ruolo di presidentessa.

-Spero vivamente però... che siate qui per un motivo valido e giusto, perché altrimenti fareste meglio ad andarvene, in quanto questo posto non fa per voi. Noi saremo coloro che proteggeranno il paese e il suo popolo e per questo dobbiamo essere pronti a qualsiasi cosa per farlo. E sopratutto...- nel mentre della frase venne interrotta dall'apertura improvvisa della classe.

Entrò in ritardo un giovane tritone, si poteva capire per via delle orecchie che sembravano delle pinne e le squame in alcuni punti del viso.
Aveva dei capelli mori corti, quasi rasati, e occhi marroncini che non stavano mai fermi, come se stessero guardando parecchie cose simultaneamente.
Indossava dei pantaloncini stile bermuda, scarponcini impermeabili e una maglietta a maniche corte.

-Scusate il ritardo, però ho avuto da fare con... un impegno davvero bellissima.- sorrise solare, come se quel ritardo fosse una cosa di poco conto, mettendosi nel primo posto che era libero vicino a lui.

-... come dicevo, ci vuole serietà. Non come lui che ha fatto appena ritardo al primo giorno di scuola, spero che non continuerai. Con questo è tutto.- un discorso breve, ma che andava dritto al punto.

-Ti ringrazio Mikage. Ragazzi, anche se è il primo giorno non vuol dire che non faremo nulla. Il programma scolastico inizia già da oggi. Forza, iniziamo.- Lignas, sempre severo con tutti non ebbe pietà di loro.

La maggior parte fecero versi di lamenti e sospiri esasperati, ma quando li guardò con un'occhiataccia dura si ricomposero subito.
Furono ore ben dure di storia antica, rese alquanto dure e pesanti dal modo di insegnare dell'elfo.
E ora spero vivamente che non mi massacri di botte ora.

Si susseguirono poi lingue antiche e storia della magia, ma finalmente giunse l'agognato pranzo.
Si sentivano distrutti, o meglio solamente Simon e Leon lo sembravano rispetto agli altri.
Sembravano dei morti viventi a cui la noia gli aveva strappato via la noia, ma erano semplicemente esagerati.

Quando si misero in fila notarono che dopo svariati minuti la fila non si muoveva, qualcosa la stava bloccando.
Si sporsero e videro qualcuno che gesticolava con le mani con la cuoca.
Simon si sporse leggermente per vedere cosa stesse succedendo e vide un ragazzo all'incirca della sua stessa età.
La pelle e i capelli, che sembravano fatti di neve, erano bianchi e sembrava indossare una mascherina nera che gli copriva la bocca.
Stava provando a comunicare con Melia, ma senza successo, se non nel farla irritare.
Indossava una maglietta a maniche corte arancione, con appeso alla cinta una specie di porta libri sul fianco, con dei pantaloni tendenti al verde sporco e semplici scarpe bianche con delle strisce nere sui lati.

-Senti, non mi piacciono gli scherzi e faresti meglio a parlare, invece di gesticolare di continuo con le mani!-

Il ragazzo, in difficoltà, provò a calmarla, continuando a comunicare con le mani.

-Ti avverto sai?!- Melia ormai stava perdendo le staffe.

-Scusatemi, ma vorrebbe del salmone affumicato.- Okami si mise in mezzo, ponendo finalmente fine a quel teatrino che di lì a breve si sarebbe trasformata in un bagno di sangue.

-Capisci quello che dice?- rimase sorpresa.

-Conosco alcune lingue, tra cui quello dei muti. Dico bene?- si rivolse al ragazzo pallido, che lo stava guardando come se fosse il suo salvatore.

Dopo aver finalmente risolto la questione la fila pote smaltirsi senza problemi.
Quando Okami si avvicinò agli altri, anche l'albino lo seguì e si presentò agli altri.
Il giovane lupo gli fece da interprete, dicendo che si chiama Elgar e che viene dalla landa polare.

-Beh, piacere Elgar. Vuoi unirti a noi? Insieme si sta meglio.- Simon lo invitò a mangiare con loro e lui ne fu subito felice.

Mentre stavano cercando posto Croel notò che anche Daglas stava cercando un posto e quando i loro sguardi si incrociarono provò a svignarsela.
Si mise in mezzo alla sua strada Melia, che lo guardava con sguardo truce.

-Dove pensi di andare? Qui nessuno mangia da solo! Perciò o ti siedi con qualcuno o te la vedi con me.- fu molto convincente, mentre stava facendo girare il mestolo tra le dita.

Nel mentre l'attenzione del piccolo gruppetto fu chiamato da Natalia, che gli faceva segno di venire al suo tavolo, insieme ad Anastasia.

-Ci hai tenuto il posto per caso?- si sedettero finalmente, mentre Simon sorrise lievemente rivolgendosi a Nata.

-Mi piace mangiare in compagnia. Vi presento Anastasia.- ricambiò il sorriso con piacere, mentre faceva le presentazioni.

Tutti quanti fecero lo stesso.

-è un problema se posso sedermi qui...?- Daglas si avvicinò a loro.

-Uh? E come mai? Non ti piace stare da solo come un cane?- Leon fu diretto e tagliente.

-Più che altro siete gli unici che conosco... e poi quella lì non vuole lasciarmi stare.- indicò dietro di se la cuoca che lo stava guardando con aria minacciosa.

Lo lasciarono sedersi con loro.
Era un tavolo molto grande. Tsuki e Okami erano seduti vicini, con accanto a loro Leon, Simon e Daglas e Elgar si era messo vicino ad Anastasia.
Iniziarono a parlare del più e del meno, mentre alcuni stavano sempre in silenzio.

-Ehi Sim, ti andrebbe di provare? è molto buono.- Natalia tagliò un pezzo dalla sua bistecca con sopra una strana salsa rossa, porgendogliela.

-Cosa è questo soprannome...? E poi quella salsa?- era molto titubante nel accettare.

-Non te lo dico. Scoprilo.- gli fece l'occhiolino, facendogli anche una piccola lingua divertita.

Dubbioso provò a stare al gioco mangiando il piccolo pezzo offertogli.
Provò a tastarlo appieno, ma ad un tratto qualcosa cominciò a pizzicargli in bocca fino a divampare in una bomba di calore magmatico, diventando rosso e facendogli uscire il fuoco dalla bocca e gli occhi dalle orbite.
A tutti quanti gli sfuggirono una risata, alcuni provarono anche a trattenersi.
Natalia, invece, rise divertita.

-Dio mio! Non hai mai mangiato piccante?- provò a calmarsi, quasi lacrimando dalle troppe risate.

-Ma che è?! Magma incandescente?!- Croel cercò l'acqua quasi disperato, per trovare sollievo dalle fiamme che si stavano scatenando nella sua cavità orale.

-No, ma bensì "ira dei draghi", una salsa piccante che adoro per la sua piccantezza! Mi fa andare all'altro mondo!-

-Sì! Uccidendoti però!-

-Per chi non avesse mai mangiato piccante come te... fragilino.- ridacchiò ancora.

Intanto una ragazza si avvicinò a loro.
Non era molto alta, sul metro e 65, dal fisico magro e poco seno, con un bagliore verde nei suoi occhi che ricordavano la giada, con lunghi capelli rossi come il rubino.
Indossava sugli occhi degli occhiali da vista rotondi, una felpa leggera dello stesso colore del mare dalle maniche corte, e un vestito color pastello chele arrivava alle ginocchia, con delle graziose scarpette.

-E-ecco....- era al loro tavolo, con il vassoio in mano, mentre provava a dire qualcosa e solo dall'espressione arrossata e timida era in difficoltà.

-Mh? Sì?- Natalia si rivolse a lei, guardandola.

-N-niente, s-scusate per il disturbo.- provò a girarsi, ma la ragazza al prese per un braccio, trascinandola nel posto libero davanti a Daglas.

-Ehi! Dove vai? Lo sai che mi sembri la cosa più tenera di questo mondo? Come ti chiami?- le pizzicò una guancia, tutta quanta impressionata dall'aura di pucciosità che emanava.

-M-mirai Rondo.- vdentro di se voleva a tutti i costi uscire da quella situazione a lei spiacevole, mentre si stava scatenando una tempesta di rosso sul suo viso.

-Mi vien voglia solo di spupazzarti di coccole! Stai pure qui con noi.- quando notò che si sentiva a disagio la lasciò andare, sorridendole per aiutarla a calmarsi.

-Comunque Daglas, so che anche te possiedi una magia di creazione come me giusto?-

-P-possedete la magia di creazione?! S-sono molto rare! M-me le fareste vedere per favore...?- Mirai rimase sorpresa, chiedendo con timidezza se potevano esaudire la sua richiesta.

Natalia tirò fuori la propria matita, disegnando una gatta dal pelo lungo, che si avvicinò a Simon, facendogli le fusa.
Daglas sospirò, creando un gatto di inchiostro, ma stava guardando altrove con menefreghismo.
Greyson spiegò che la loro magia poteva essere molto influenzabile dalle loro emozioni e dal loro carattere, cosa che permetteva di distinguerli tra loro con facilità.
La gatta si posò sulle gambe di Croel, appalottolandosi.

-Però, siccome creiamo degli esseri viventi, rispettano la loro natura e possono avere la tendenza di andare fuori dal nostro controllo. Come il gatto di Daglas, poco attento e menefreghista.-

-Tipo come sta facendo la tua gatta...?- chiese Sim a Nata.

-Forse.- poggiò il viso sulla mano, guardandolo col sorriso.

-P-però anche i più ostici possono cambiare no...? Basta un piccolo aiuto.- Mirai provò a porgere al gatto di inchiostro un piccolo pezzo di carne.

Ottenne la sua attenzione, facendo cadere il pezzo di carne sul tavolo mangiandoselo, per poi sfregare la testa contro la mano della ragazza.
Daglas rimase colpito a quella scena, guardandola e quando lei se ne accorse sembrava volersi nascondere dal suo sguardo nella felpa.

In infermeria, Adelie stava facendo delle analisi del sangue su Simon. Qualcosa la aveva attirata su di lui, ma era più che altro un'impressione.

-Maestra, ho rilevato dei picchi anomali di energia magica nei parametri di uno studente e...- entrò all'improvviso nell'ufficio di Scarlett, trovandola mentre si stava cambiando in maniera elegante e stava per mettersi una giacca.

-Perché si è vestita come un pinguino?-

-Perché sei qua a rompere le palle te invece? La cartella la controllerò quando torno. Appoggiala sulla mia scrivania.- si sistemò la giacca, tirando la cravatta per metterla a posto.

-Ma sono preoccupanti maestra...! Questi picchi non sono normali per nulla per un umano!- Adelie provò a convincerla a supervisionare la cartella che le aveva preparato, facendo sembrare la cosa preoccupante.

-Ho detto... che la controllo dopo. Mi raccomando, non esagerare e non rompere troppo, chiaro? Ci vediamo più tardi.- l'elfa abbozzò un piccolo sorriso, toccandole una spalla con una mano, defilandosi.

Adelie si girò verso di lei, notando che aveva pure dei tacchi poco alti, ma una cosa la fece rimanere di sasso e sorpresa.

-Non mi ha imprecato contro... cosa le prende?!- rimase letteralmente a bocca aperta, con gli occhi sgranati.

Scarlett prese il primo treno che portava a Icatiel, mentre osservava dal finestrino allontanarsi dalla scuola.
Sulla strada passò da un fioraio, prendendo un mazzo di Primule, dirigendosi verso l'ospedale.
Una volta passata in reception, andò in un camera.
C'era un unico letto e intorno a esso c'erano dottori e infermieri che, quando la videro arrivare, si fecero da parte.
Sul lettino c'era un elfo dai lunghi e pochi capelli bianchi, del tutto aderito a esso. Era molto vecchio e rinsecchito, la pelle sembrava quasi attaccata alle ossa.
Scarlett si sedette vicino, al suo fianco, sfoggiando un sorriso sincero, ma con un tono di tristezza. Cambiò i fiori che erano nel vaso sul comodino, sostituendoli con le primule.

-Chi è...?- l'elfo aprì lentamente gli occhi, che erano del tutto bianchi e privi di ogni nota di colore, facendo un lungo respiro.

-Sono Scarlett, fratello.- posò la mano sopra la sua, stando attenta a non stringergliela troppo.

-Scarlett... hai usato talmente tanto questo nome che ho dimenticato quello vero...- ridacchiò, strofinando le dita nella sua mano.

-Lo sai che non mi è mai piaciuto, ne quando ero la custode e nemmeno ora.- abbozzò un piccolo sorriso divertita.

-E dire che tempo fa... eri la custode dell'albero della vita... devota, ligia alle regole, religiosa... mettevi addirittura in riga i bambini indisciplinati...-

-Quello lo faccio tutt'ora a dir la verità, anche se in un'altra maniera.-

-Era la parte che ti faceva sentire più soddisfatta... e io che ti rimproveravo ogni volta che esageravi...- ridacchiò ancora, provando a sorridere ricordando quei momenti.

-è passato molto tempo da allora... più di 500 anni... ancor prima che la guerra iniziasse... avevano anche distrutto la nostra casa.- il sorriso di Scarlett scomparve, lasciando spazio alla tristezza diventando cupa.

-Sì... erano inarrestabili... mai visto un popolo del genere... se tu non avessi preso l'essenza dell'albero... chissà cosa sarebbe successo...- fece un profondo respiro per riprendere fiato.

-Ma se invece non lo avessi fatto... tutti voi sareste ancora vivi e ti avrei anche risparmiato questa lunga agonia nel lottare contro la morte solo per vegliare su di me fratello.- la voce dell'elfa diventò tremante, come le sue mani, tentando di calmarsi, e una lacrima le rigò una guancia.

-Però loro avrebbero avuto la vita eterna e avrebbero compiuto chissà quale strage con essa... è stato meglio così sorella mia e hai fatto bene ciò che hai fatto... non cruciarti troppo...- inclinò leggermente la testa verso di lei, alzando lentamente la mano asciugandole con fare paterno e rassicurante, sfoggiando per lei il suo miglior sorriso, facendole tornare in mente i tempi in cui era ancora giovane.

Tenne la mano sul suo viso, come se non volesse lasciarlo andare.

-Sei cresciuta bene sorella... ti ho guidato, istruita, cresciuta e protetta come meglio poteva nel limite delle mie possibilità... il mio compito è finito...-

-C-cosa?! Ti prego, non andare! Sei... sei tutto ciò che rimane della famiglia...!- si alzò all'improvviso in piedi, con un'espressione disperata e ricolma di lacrime.

-Lo sai che non è possibile per me rimanere... nemmeno riportare in vita le persone... non esiste una magia in grado di farlo...-

-A-allora... f-fai buon viaggio... fratellone.- nonostante stia trattenendo le lacrime amare e le parole le stavano morendo in gola, trovò la forza di lasciarlo andare separandosi da lui.

-Mi raccomando... continua a preservare il segreto dell'albero... saluterò la famiglia anche per te sorellina...- chiuse lentamente gli occhi, aderendo del tutto sul lettino, esalando l'ultimo respiro, sorridendo alla morte.

La macchina del cardiogramma produsse un rumore singolo e continuo, disegnando una lunga liena dritta.
Scarlett si coprì gli occhi con una mano, mentre le lacrime le cadevano copiosamente passavano tra le dita.
Strine talmente tanto le tempie che sanguinarono, ma non era nulla in confronto al dolore che la stava lacerando dall'interno, un genere di dolore che la sua immortalità non poteva assolutamente guarire.
Singhiozzava ripetutamente, stringendo i denti e le palpebre, provando a chiudere quelle fontane.
Una volta riuscita a smettere stava per uscire, ma fissò il cardiogramma che frantumò con un singolo pugno, ritrovandosi la mano piena di schegge di vetro.
Quando uscì dalla camera era già guarita e informò i medici della morte del fratello.
Uscì dall'ospedale, guardando verso il cielo sereno, mentre altre lacrime le rigavano il viso con un'espressione di pura tristezza.

-A quanto pare sta piovendo...-

Scarlett non volle imboccare subito la strada verso l'accademia, cambiando direzione, decidendo che doveva fare alcune cose prima di ritornare.

Il giorno seguente iniziò presto la giornata lavorativa per alcuni. Era la mattina presto, circa le 5.
In uno dei campi di addestramento si poteva sentire un rumore di qualcosa che colpiva un oggetto.
Iris, in tuta, stava usando quello spazio.
Aveva iniziato con esercizi base. Stava colpendo dei fantocci metallici disseminati intorno a lei, con al centro un bersaglio, che provvedeva a colpire con precisione.
Con velocità li distrusse letteralmente, facendo un lieve respiro.
Aumentò la difficoltà facendo diventare i fantocci moventi, riprendendo a picchiarli, anche per testare la precisione.

All'improvviso qualcuno provò a colpirla e lei reagì girandosi di scatto mirando alla testa dell'individuo con il piede, riuscendo anche a schivare il suo colpo.
Quest'ultimo la bloccò prendendola per la caviglia, rivelandosi poi Dante.

-Come mai ti stai allenando al livello di quelli di prima? Ti stai forse rammollendo?- le chiese con freddezza, guardandola dritta in volto.

-Meglio ripassare cominciando dalle basi. Piuttosto che fai qui?- ricambiò le domande col sorriso.

-Più o meno per il tuo stesso motivo. Allenarmi prima che gli impianti vengano occupati dagli studenti.- le lasciò la caviglia, poggiando la giacca su una panchina rimanendo in canottiera.

-Oppure vuoi offrirmi un bello spettacolo?- ridacchiò, rimanendo a guardarlo.

-Quei fantocci non sono dei degni avversari mia cara.- mise un braccio dietro la schiena, facendole segno con l'altra mano di farsi avanti.

-Accetto il tuo invito con piacere.- sorrise divertita togliendosi la felpa della tuta, rimanendo in cannotta.

Poco lontano, Lignas e Thomas ebbero la stessa idea, sentendoli anche da fuori dal campetto.

-A quanto pare non siamo stati gli unici ad aver avuto la stessa idea...- l'umano sbuffò, scazzato e un po' assonnato.

-Si può usare un'altro.-

-Però era il più vicino e non mi va di andare a prendere un'altro paio di chiavi.- si lamentò come un bambino, sopratutto a causa del sonno.

-E poi perché hai trascinato me e non Calien scusa?-

-Non volevo svegliarlo.-

-Lui no, ma io sì...? Oppure lo hai fatto per parlarmi di qualcosa?- lo guardò in malo modo incrociando le braccia.

-Scusa?- si girò verso di lui, come se non capisse.

-Da quando è arrivato parlate e state spesso insieme... Dai, adesso ne parliamo amico mio.- Thomas gli mise il braccio intorno al collo, con un sorriso sornione, come se avesse capito qualcosa di particolare.

Ci misero molto ad allenarsi, arrivando a finire verso l'orario di inizio delle lezioni.
Iris era ormai sfinita e spossata, ansimando pesantemente e anaspando aria, seduta sulla panchina.
Dante le porse una bottiglia di acqua fresca poggiandogliela sulla guancia, facendola un poco ridacchiare.

-Prendila prima che cambi idea.-

-Grazie Dante...- prese la bottiglietta sospirando pensierosa.

-Forza, dimmi che succede.- si sedette vicino a lei.

-Stavo solo pensando... a quello che aveva fatto Amalia. Lei è stata la prima a muoversi per far qualcosa, per fermare tutto e guarda a cosa ha portato. A una pace che dura tutt'ora, riuscendo a far coesistere tutti quanti. E io cosa ho fatto? Solo una accademia. Mi sento davvero piccola in confronto a lei...- abbassò il capo, sentendsi come se non avesse fatto nulla di importante, stringendo la bottiglietta tra le mani.

-Non è vero Iris. Hai contribuito facendo la tua parte e guarda. Sei la preside di una delle più grandi accademie, nonchè simbolo di questa pace. Hai fatto molto.- le sollevò la testa carezzandole il mento.

-Grazie Dante.- sorrise sentendosi sollevata, appoggiandosi sul suo petto con fare spensierato.

-Che stai facendo...?- le chiese stranito.

-Sssssh, mi sto ricaricando...- lo disse soavemente, ridacchiando ogni tanto con goduria.

Simon, quel giorno, si alzò convinto di essersi alzato prima che la sveglia suonasse. Si sentiva fiero di se, ma quando guardò l'orario sgranò gli occhi per quello che vedeva. Ovvero che erano le 8:10.
Sbiancò di colpo impanicandosi, anche se il ritardo era lieve, alzandosi in fretta e furia.

I corridoi erano pieni di studenti, affolandoli per quanti erano.
Mirai stava cercando la propria classe, tentando di destreggiarsi in quella marea. Alcune persone la spintonarono senza averla vista, facendole cadere un libro.
Stava per raccoglierlo, ma una mano squamosa si protrasse per prima, raccogliendola per lei.

-Tutto bene? Se vuoi posso aiutarti.- quando alzò la testa notò che era il ragazzo tritone che aveva fatto tardi il giorno dei risultati.

-S-se potessi indicarmi la classe B-1...- abbassò lo sguardo.

-Prima mi presento. Sono Alkatar e sai che non ho potuto fare a meno di notare che i tuoi occhiali risaltano i tuoi verdi.- le alzò leggermente il mento con un dito, sorridendole dolcemente.

La ragazza esplose di un vistoso rosso e imbarazzo allo stato puro, sentendosi anche un po' a disagio.

-P-per favore, smettila...! V-vorrei soltanto sapere dove è la classe...!- si liberò dal suo flirt, riprendendosi il libro strappandoglielo dalle mani.

-In fondo a destra. Che ne pensi se stasera usci...eh?- quando si girò per darle le indicazioni se la era già data a gambe, rimanendoci un po' male.

Tutti quanti si affrettarono ad arrivare a lezione, specialmente i dormiglioni, in quanto sapevano chi era il loro professore.
Notarono che Croel non si era unito a loro in classe, domandandosi cosa possa essergli successo.

-Secondo te cosa gli sarà successo...?-  domandò Okami preoccupato, rivolgendosi a Tsuki.

-Magari avrà avuto un problema...- gli rispose rimanendogli vicina.

-Oppure non aveva voglia di alzarsi.- si intromise Daglas, mentre rimaneva poggiato al proprio posto e tenendo appoggiata la testa sulla mano annoiato.

-Io dico che ha fatto bene, non è posto per umani fragili.- Felynia fu diretta, esponendo il proprio pensiero, girando poi la testa verso Mirai come se fosse di troppo.

Indossava un top con sopra una felpa e pantaloncini che le arrivavano fino alle ginocchia.
Lei lo notò subito, sentendosi in imbarazzo e nscondendosi dietro un libro mentre si toccò la fronte con una mano.
Sigraph decise di intervenire, prendendo le sue difese.

-Stai esagerando con quello che stai dicendo. Questo luogo è fatto apposta per dimostrare la coesistenza tra più razze, nessuna esclusa.- la guardò infastidito.

-Non credevo che ammettessero pure i meticci... dovrebbero anche portare rispetto verso chi è puro sangue. E quando mi dimostrerai l'incontrario, avvisami.- a quelle parole si alzò dal proprio posto e di conseguenza anche lei.

Una picca di fuoco solare si impiantò in mezzo ai due litiganti, fermando il litigio che stava per iniziare a divampare.
Con lo sguardo li obbligò a sedersi, facendo capire che era meglio fermare la discussione lì.

Croel si fece largò tra la mole di persone in mezzo. Stava correndo a perdifiato con lo zaino, mentre guardava sul programma in quale classe aveva lezione.

-Mi dispiace prof, ho avuto problemi ad alzarmi!- Simon spalancò la porta col fiatone, ottenendo come sottofondo delle risatine appena percettibili.

-Beh, sei comunque arrivato in tempo. Adesso andiamo al campetto.- Thomas lo rassicurò, esortandolo a riprendere fiato.

Il giovane lupo e Tsuki gli chiesero se andava tutto bene preoccupati.
Uscirono dalla classe in quanto era l'ora delle esercitazioni pratiche, ma alcune persone andarono nella direzione opposta, tra cui Mirai.

-Mirai? Non vieni con noi...?- le chiese Okami, vedendo la ragazza andare in un'altra direzione.

-E-ecco, io faccio il corso per la sezione "supporto". F-faccio corsi e esami leggermente diversi dai vostri.- gli rispose timidamente, toccando i due indici tra loro.

-Allora... ci vediamo dopo.- la salutò, per poi ricongiungersi con Tsuki e Symon.

Daglas osservò la scena da lontano per un attimo, guardando Mirai e poi girarsi.  

Si diressero a uno dei campi da allenamento, in cui c'era Thomas ad aspettarli e stava preparando tutto il necessaria.
Quando lì vide arrivare, cambiati con la tuta da ginnastica, li accolse in maniera allegra, come se li accogliesse a una festa.
Dopo aver sistemato la questione giustifica, potè iniziare la lezione.

-Allora! Benvenuti a tutti ragazzi e al campo da allenamento! Spero che siate pronti e...!- partì subito con entusiasmo e col sorriso.

-Professore! Prima che inizi la lezione voglio prendermi la mia rivincita! E stavolta con un due contro 1!- Leon se la era legata al dito ormai, puntandolo con l'indice e il sorriso spavaldo.

-Che? Guarda che non ho il limitatore e poi non siamo all'esame.- Thomas provò a spiegargli che non era il caso.

-E potrebbe andare diversamente stavolta! Oppure ha paura?- lo schernì incrociando le braccia, guardandolo con sfida.

-Beh, come vuoi allora.- fece spallucce, accettando la sua sfida.

-Vieni Simon! Possiamo farcela!- prese Croel per il braccio trascinandoselo dietro, pronto a iniziare a lottare.

-Ma almeno lasciarmi dire qualcosa...?- Simon era contro a quella sua iniziativa, ma ormai era stato messo in mezzo.

Gli altri si fecero da parte per non venire coinvolti.
Leon stava per fare la prima mossa, ma il professore, grazie alla sua abilità, scomparve di fronte ai suoi occhi, lasciandolo del tutto basito.

-Vai del tuono, primo kata. Colpo tuonante.- non si mosse minimamente da quanto fu veloce.

Squallearth si ritrovò a baciare il terreno un secondo dopo, sprofondando col viso come uno struzzo, facendogli sentire la potenza di quel colpo.
Si mise le mani sui fianchi guardando gli altri, aspettando che l'altro si fece avanti.
Simon, dopo aver visto che fine aveva fatto il suo compagno, e la potenza del professore, non era tentato di farsi avanti.

-Beh, se non ti muovi faccio io allora!- Thomas ghignò avvicinandosi a lui ad alta velocità, di nuovo, al suo fianco.

Croel provò a reagire volgendo lo sguardo verso il prof.

-Stellar sto...!- stava per colpirlo con una tempesta stellare.

L'altro gli afferrò il polso facendo andare a vuoto l'attacco, per poi falciargli le gambe facendolo cadere a terra.
Stava per colpirlo col tallone, ma si fermò a pochi centrimetri al suo viso.

-Questo è quello che succede quando o siete arroganti o esitate. Chi è il prossimo?- Thomas sorrise divertito, guardando verso il gruppo di ragazzi.

-Potevano andare peggio questi primi giorni...- disse tra se e se, rassicurandosi da solo.



ANGOLO AUTORE(i capitoli 10 e 11 sono stati uniti in questo)
Natalia è poco figa mi dicono.
A sorpresa sono di nuovo qui! Però non lo reputo ben riuscito questo capitolo, perché ho avuto spesso la mente altrove per via degli esami e non appena li avrò finiti provvederò a rivedermelo per eventuali cambiamenti.
comunque capitolo molto leggero, che ci mostra come sarà la vita quotidiana della scuola da ora in poi, con la presentazione di altri nuovi personaggi(che provvederò a dargli il loro giusto spazio).
A quanto pare Shauna aveva fatto una amicizia sbagliata e ora teme che questa cosa si ripercuota sul fratello, provando a tenerla lontana da lui. Mi sorprendo dei cambiamenti che ha subito il personaggio di Shauna rispetto a come era prima.
Abbiamo pure un tritone alquanto spensierato se posso dire, ma lui ve lo presenterò per bene nei prossimi capitoli e sappiamo anche che le lezioni di Lignas uccidono dalla noia.
Ho voluto introdurre Elgar perché voglio sperimentare una nuova esperienza, ovvero fare un personaggio affetto da mutismo, insieme alle sue difficoltà di comunicazione ed equivoci. sarà interessante.
Ho voluto anche mostrare un piccolo pezzo del passato di Scarlett e sto lavorando a una storia a parte per lei per raccontare il suo passato prima dell'incontro con Dante.
E Mirai quanto è pucciosa?! Già la adoro io e a quanto pare ha attirato l'attenzione di Daglas pure.
Ringrazio Star per avermela lasciata usare.

Curiosità
- la forma delle corna dei demoni, di solito, rappresentano il carattere del loro possessore. Come ad esempio le corna Shauna, che sono lunghe e curve, rappresentano un carattere dolce e gentile.
- i mezzosangue sono differenti dai puro sangue, in quanto non possiedono tutte le capacità di uno puro. Ad esempio possono avere una longevità differente o che gli manca una determinata capacità fisica.
- La lingua dei draghi è una lingua molto difficile da imparare, se non impossibile, ma l'unica a esserci riuscita finora è stata Amalia che, per amore di Dante, l'ha imparata solamente per lui e per dire il suo cognome correttamente. Ci sta pure provando Iris a impararla per lo stesso motivo, ma con risultati scarsi.(una volta ha detto Drallarl invece di Drake, il cognome di Dante)
- I genitori di Calien, in realtà, vengono dalla storia mia di khr: unione dei cieli(il padre) e dalla storia di stardust94 Domino Arc(la madre) e stanno ufficialmente insieme anche in queste due storie.
   
 
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