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Autore: Teemo Omegasquad    07/07/2020    1 recensioni
Due esistenze collisero l'uno contro l'altro, dando vita a un evento storico che cambiò il mondo: la scoperta delle razze magiche.
Si pensò che si potesse coesistere insieme, all'inizio.
Portò a grandiose scoperte, ma purtroppo, anche disgrazie. Questo portò a crisi sparse a livello globale e continui conflitti, facendo capire che gli umani non erano più la razza dominante.
Per fortuna qualcuna non rimase ferma, muovendosi di conseguenza per porre fine a tutto ciò. I suoi ideali non si fermarono di fronte a nulla, appoggiata da persone a lei fidate.
Questo portò alla pace e fondazione di un ordine di cavalieri e paladini, votati a mantenere la tregua tra le razze, passando da testimone a testimone.
Però non tutti erano d'accordo su questo, trovandosi scomodi, pensando anche di essere nel giusto.
Questa storia racconta della nuova generazione e delle loro avventure e di quello a cui andranno incontro, lungo il loro cammino.
Genere: Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Capitolo 7: Guai a Icatiel e non un bel weekend
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Mirai seguì le indicazioni del suo programma scolastico, raggiungendo l'aula dedicata alla categoria supporto.
Ma quando vi entrò capì che non era molto popolare, in quanto sembravano essere una decina a occhio e croce.
Tra loro spiccavano due persone in particolare: un ragazzo-pesce dalla pelle azzurra, i capelli erano dei piccoli tentacoli che si tenevano insieme annodati da soli, con gli occhi rossi, sembrando anche privo di bocca e indossava una semplice giacchetta nera che lasciava in mostra il bel fisico che aveva e pantaloni marroncini. L'altra era una ragazza, una ninfa della natura precisamente, con lunghi capelli che erano fili d'erba raccolti dietro e occhi marroni, con indosso indumenti in corteccia, come un corsetto e dei pantaloncini, mentre dai piedi fino al ginocchio e dagli avambracci fino alle mani erano coperti dal medesimo materiale dei vestiti.
Sembrava essere l'unica umana presente, mentre il resto era molto variegato.
Quando entrò tutti si girarono verso di lei, scatenando una reazione di imbarazzo, sentendosi in difficoltà.

-Benvenuta. Spero che sei qui per il corso e non perché hai sbagliato classe.- Adelie, con dei vestiti degni di una insegnante, ridacchiò vedendola entrare.

-S-sì! S-sono qui per il corso. S-sono Mirai Rondo...!- a causa dell'agitazione balbettò in modo compulsivo, tenendo gli occhi puntati verso il basso.

-Bene, allora prego. Siediti dove vuoi. Adesso iniziamo.- le sorrise, sistemando le carte.

-Mi scusi, ma non doveva esserci la maestra Scarlett?- la ninfa alzò subito la mano, parlando con voce calma.

-Sì, ma non è ancora tornata, quindi la sostituisco io al momento. Forza, ai propri posti.- pose la cartella sulla cattedra.

Mirai si affrettò a trovare posto, ma decise di mettersi non troppo vicino alla ragazza, siccome quando la sentì parlare si sentiva più tranquilla.

-Non avere timore Mirai. Mi chiamo Flowey.- quando la vide la invitò a mettersi volentieri più vicina a lei.

Passato l'imbarazzo iniziale, potè concentrarsi sulla lezione.
Vennero spiegati i principi sul proteggere e sulla magia curativa, mostrando che possono esisterne molte forme.
Quando la lezione finì Adelie si sentì più sollevata, temeva che a causa del nervosismo non sarebbe riuscita a parlare, anche se alcune cose poteva benissimo approfondirle meglio.
Mirai, quando si alzò dal proprio posto, le cadde sbadatamente un libro.
Stava per raccoglierlo, ma il ragazzo-pesce lo prese per lei, porgendoglielo che indossava un guanto.

-G-grazie, ma prima non lo avevi il...?-

-Perché ho le mani viscide. Non volevo sporcarti il libro.- parlò, ma non si capiva da dove veniva la sua voce.

Vedendo la sua confusione le indicò sotto il mento e quando alzò il viso verso l'alto si potè vedere la bocca e sembrò aprirsi come se non avesse l'osso del collo.
Questo la spaventò quasi facendola saltare, riparandosi dietro Flowey che ridacchiò dolcemente.

-Oh! Mi dispiace Mirai! Non volevo spaventarti!- si allarmò facilmente tentando di calmarla preoccupato, rimettendo la testa al proprio posto.

-S-scusatemi, m-ma devo fare una cosa... Scusatemi...!- se la svignò velocemente, lasciandoli soli.

Non capirono bene come mai si era dileguata così facilmente, straniti. Si chiesero anche se fuggire via velocemente sia una sua abilità innata.

********

Una volta recuperati i due sfortunati battuti da Thomas, si potè riprendere la lezione.
Consisteva in semplici esercizi fisici come riscaldamento, per poi iniziare a maneggiare le proprie abilità magiche

Alkatar, in quel momento, volle mettere in mostra in mostra le sue abilità di manipolazione dell'acqua, facendo scena.
Fece delle coregrafie creando colonne acquatiche e sfruttando le sue abilità da nuotatore, ottenendo l'attenzione di tutti. Il professore vide che non era per nulla male nel controllo della magia, ma aveva ancora dei difetti, perché le forme d'acqua erano molto imperfetti guastando il tutto.
Tutti rimasero a bocca aperta e lui sfoggiava la sua espressione migliore da seduttore, facendo l'occhiolino a una certa leonessa.
Felynia stava rabbrividendo dal disgusto e ribrezzo, accorgendosi che quel flirt era diretto a lei.
Fece fatica a rimanere a vedere, poggiando una mano sugli occhi, senza voler guardare.

-Dio, se continuo a guardare vomito!-

-Tsk, che esibizionista.- disse stizzito Daglas vedendolo.

Con una piroetta ritornò a terra, e grazie alla sua abilità magica del'acqua, riuscì a porgere una rosa a ogni ragazza, finendo poi di persona davanti a Felynia, ma purtroppo lo stava guardando malissimo.
Lo prese per il collo, facendo quasi diventare rovente la mano, e facendo evaporare tutta la scena che aveva creato.

-Non ti azzardare piccolo pesce, altrimenti ce il rischio che oggi avrò tritone arrosto per pranzo!- lo stava quasi strozzando.

-E non pensare che un essere come te possa avere delle possibilità con una leonessa!- lo gettò a terra con disgusto.

Stava quasi per calpestarlo, ma Thomas arrivò in tempo a fermare il tutto.
La felina fece un'espressione di fastidio, allontanandosi e mettendosi sulla panchina con le gambe accavallate.

La giornata passò in fretta dopo quell'evento.
Verso sera Mikage uscì dalla sala riunioni, con in mano dei fogli, e lì fuori Leon lo stava aspettando.

-Ehi Mikage.- la salutò col sorriso in faccia, appoggiato al muro con la spalla.

-Ciao Leon...- lo salutò alla veloce, quasi passandogli oltre.

-Non ci vediamo da un po' e mi liquidi così?- la prese per il polso trascinandosela vicina.

Lei non oppose alcuna resistenza, anzi sperava che lo avrebbe fatto, abbozzando un sorriso.

-Mi dedicherebbe un po' del suo tempo... presidentessa...?- sfoderò un sorriso malizioso, mentre le carezzava il mento.

-Vediamo...- con un colpo di polso si liberò.

Lui non volle lasciarla andare così facilmente, prendendola per l'avambraccio e mettendole una mano sulla vita.
Con la mano destra gli attraversò il braccio per il lungo riuscendo a separarlo da lei, mentre il sinistro lo appoggiò sulla spalla, allontanandosi un poco.
Si avvicinò di colpo facendo aderire i loro corpi l'uno contro l'altro, cingendole la vita con il braccio sinistro, mettendola contro il muro, dimostrando la sua carica passionale.

Mikage arrossì in quella posizione, ma non distolse lo sguardo dai suoi occhi poggiando la testa e la mano sul suo petto.

-Mi sei mancato Leon...- lo disse con voce flebile, ma calma e dolce.

-Sono qui ora.- le sorrise sollevandole il mento con un dito, per poi baciarla e stringerla a se, come se avesse paura che potrebbero portargliela via.

Mirai, che in quel momento aveva un pessimo tempismo, si nascose subito arrossendo dopo averli visti baciarsi, accelerando il passo dall'altra parte.
In mezzo alle persone potè vedere Daglas in lontananza. Voleva ringraziarlo per quello che aveva fatto prima, quando la aveva difesa da Felynia.
Fece un profondo respiro, per poi andare, pensando che un grazie glielo doveva.

Si avvicinò timidamente a lui, senza accorgersi che stava parlando con Shauna.
Gli prese un lembo della giacca tra le dita.

-Mh? Cosa c'è...?- si girò appena subito dopo, guardandola.

-E-ecco, volevo ringraziarti per avermi difeso prima.- tenne timidamente la testa abbassata mentre lo diceva.

-Non mi era sembrato giusto che se la prendesse con te. Per questo sono intervenuto.-

-I-io... Oh, s-scusate se vi ho disturbato...- non appena vide Shauna si blocca girandosi subito, andando via.

-Abbiamo fatto colpo per caso?- lo guardò sorniona, inclinandosi per vedere Mirai mentre se ne andava.

-Non sei divertente Shauna. Non sarebbe nemmeno possibile.- la guardò male, come se pensasse che ciò sia impossibile. La guardò prima che sparì.

Scosse la testa sospirando arrendevole. Aveva un presentimento su loro due, ma volle lasciare la questione al tempo, che era capace di tutto.

******

Il fine settimana giunse in fretta. Si erano dati da fare e finalemente un po' di meritato riposo, nonostante fosse solo l'inizio.
Era domenica e Simon si sentiva parecchio annoiato, perciò decise di approfittarne per andare a Icatiel. Non aveva mai avuto occasioni di vederla e ora era lì vicino.
Provò a invitare qualcuno che lo accompagnasse, ma tutti quanti dissero di no e Leon non gli rispose nemmeno al telefono.

Volle tentare di invitare Natalia, ma dovette andare al dormitorio di queli del secondo anno.
Infatti, non appena entrò nell'atrio, si sentì subito un pesce fuor d'acqua in confronto agli altri.

-Ehi, abbiamo qualcuno che si è perso!- Greg lo sollevò prendendolo per la testa, scherzandoci su.

-Ehm, sì. Sapreste dirmi dove è Natalia...?-

-Perché uno come te vorrebbe saperlo...?- l'orco si fece subito serio, guardandolo con ben poco piacere.

-E perché mai dovrei dire i miei affari a un completo sconosciuto come te? Anche se sarebbe difficile che tu possa capirlo in quanto sembri grosso, ma con poco cervello. Eeeeee l'ho detto ad alta voce, vero?- il suo orribile vizio aveva colpito, facendo arrabbiare il bestione verde che lo teneva, con un'espressione consapevole di quello che potrebbe accadere.

Strinse la presa alla testa per ripicca, con lo scopo di frantumargli il cranio. Tutti intorno a loro incitarono la cosa per puro divertimento.
Ad un tratto ogni cosa si fermò subito dopo, quando Natalia fece la sua comparsa, mostrando che era una ragazza con cui era meglio non scherzare.
Greg lo lasciò andare, ricordandosi cosa gli aveva fatto il giorno prima.

-Sim! Cosa ci fai qui?- tutta sorridente andò da lui.

-Volevo chiederti una cosa, ma sto coso verde mi ha fermato prima.-

-COSO VERDE A CHI?!-

-Vieni, andiamo fuori che così non ci disturberanno.- lo portò fuori con se.

L'orco stava per seguirli, ma Anastasia si mise in mezzo facendogli segno di no con il dito, come avvertimento.

-Nata, ti andrebbe di andare in città? Devo fare una cosa.-

-Perché vorresti andarci?-

-Volevo andare alla biblioteca della Sapienza per cercare un libro.-

-Mmmmh, non mi va tanto Sim.-

-Sigh, va bene...- sospirò rassegnato di andare da solo.

-Sarà per un'altra volta.- gli sorrise.

-Ti pesa proprio il culo, eh?- subito dopo Simon si tappò la bocca, accorgendosi di ciò che aveva detto, allarmandosi e impaurito per la reazione di Natalia.

-Prego?- si girò di colpo verso di lui.

-Scusa! Mi è scappato! Non volevo!- fece di tutto per non farla impazzire dalla rabbia, scusandosi.

-Beh, puoi farti perdonare... dammi un bacio.- gli sorrise angelica, ma sembrava trattenere qualcosa.

-...prego...?- la sua espressione era tra il sorpreso e malfidente, in quanto non ci credeva nemmeno.

-Sì, hai capito bene. Qua sulle labbra.- poggiò l'indice sulle proprie labbra, indicandogli dove doveva baciarla.

-Ci conosciamo da poco e già vuoi una cosa del genere?-

-Per caso hai paura di un piccolo bacio innocente?-

-Va bene, va bene.- sospirò, pensando che non sarebbe stato male se la avesse baciata.

-Chiudi gli occhi.-

Fece come diceva, preparandosi a baciarla.
Natalia, però, mise in mezzo un libro, facendogli baciare la copertina.

-Ma...! Nata!- era sgradevolmente infastidito.

-Ma dai. Non si può nemmeno scherzare tra amici? Ti sei offeso?- tra una parola e l'altra rise un poco.

Se la prese girandosi e dandole le spalle.
Ma per sua sorpresa lo prese per un braccio baciandogli la guancia.

-Ci vediamo più tardi Sim.- sorrise andandosene canticchiando.

Si carezzò la guancia, sentendo la rabbia sparire del tutto.
Aveva trovato quel momento assai piacevole, sopratutto perché lo aveva baciato sulla guancia una bella ragazza. Non gli era dispiaciuto per nulla.

Prese il primo treno per Icatiel, ma era infastidito del fatto che andava da solo, però probabilmente non avrebbe avuto altre occasioni per andarci.
Quando arrivò alla grande città rimase del tutto basito per quanta gente c'era in un singolo luogo, sentendosi spiazzato.
In confronto a quel luogo, dove viveva prima era una minuscola briciola.
Mentre andava tentò di districarsi tra la gente in quanto non era familiare di quel luogo.

Uscendo si ritrovò davanti più gente di prima, finendoci investito e trascinato contro la sua stessa volontà, non essendoci per nulla abituato.
Fece di tutto per districarsi, riuscendo poi a "salvarsi" da quella massa, appoggiandosi di schiena a un muro.
Quando abbassò la testa notò una scia di sangue che si addentrò in un vicolo. Quasi sobbalzò, mettendosi in allarme.
Osservandola con attenzione era ancora fresca, ma quello che più lo lasciava sconvolto era che nessuno sembrava averlo notato. Totale indifferenza.
Mentre lui volle andare fino in fondo alla questione.

Andò con molta cautela, ma aveva anche osservato che, se quel luogo fosse stato pericoloso, nessuno aveva provato a fermarlo o avvertirlo.
Andando più avanti cominciò a sentire dei rumori, rumori di qualcuno che vieniva picchiato.
Si affrettò, nascondendosi dietro un cassonetto e quello che vedeva non era un bello spettacolo.
Un uomo sulla mezza età, probabilmente un negoziante, era ricoperto di lividi e sangue, che veniva picchiato da quello che sembrava una bambina.
Aveva un vestitino grazioso sul color rosa con maniche lunghe, calze nere che le arrivavano fino al ginocchio e delle scarpette nere. Aveva dei capelli mori a caschetto.
La forza di quei colpi non sembravano, però, quelli di una bambina e l'uomo implorava pietà.

In quel momento si sentiva paralizzato. Non aveva fatto esperienze del genere, ma non poteva di certo rimanere ad assistere.
Provò a elaborare un piano alla svelta, anche il più banale, prendendo dei sassolini per terra con l'intenzione di usarli come diversivo.
Ad un tratto i colpi cessarono finendo nel silenzio. Ma, per qualche motivo, sentiva che non era un buon segno.

-A quanto pare abbiamo un nuovo compagno di giochi... e dall'odore sembra anche giovane. Molto meglio. Forza, vieni fuori e fatti dare una bella occhiata, che se mi piaci lo lascio andare.- ridacchiò divertita, mentre teneva il piede sulla testa dell'uomo.

-T-ti prego! Chiunque sei aiutami...!- il negoziante fece un disperato tentativo, ma venne subito zittito facendo più pressione col piede.

-Ferma ferma! Esco, ma lascialo andare!- uscì subito allo scoperto, tenendo ben nascosto nella mano il sasso, tenendo gli occhi su di lei.

-Lo sai che sei carino? Sarai un'ottima bambola.- alzò lentamente lo sguardo rivelando un unico e grosso occhio verde, che lo stava fissando con un insano sorriso in viso.

Si sentiva a disagio con quel grosso bulbo a fissarlo, ma stava aspettando una piccola apertura per la sua occasione.

-Ho fatto come dici. Ora lascialo.-

-Chi? Questa bambola malconcia? Non mi diverte più e ha fatto quello che doveva per me e papà, perciò sì... Ma prima...- mantenne il sorriso, girando la testa verso la sua vittima.

Simon non capì quella frase, ma quando il vecchio iniziò a lamentarsi mentre vedeva il viso schiacciarsi ne colse il senso.

-Fermati!- approfittò del momento per mirare al suo occhio e lanciarle il sasso.

Per sua nefasta sorpresa lo prese al volo, facendo segno di no col dito.

-Non. Si. Fa. Ora ho voglia di ucciderlo. E sarà per colpa tua e della tua malcomprensione.- gli spiaccicò la testa contro il muro in una grossa chiazza di sangue insieme alle cervella.

Rimase spiazzato e scioccato ad assistere in prima persona alla scena della morte di qualcuno, senza poter far nulla.
Ora, con in mente la visione della sua morte imminente, cominciò ad ansimare pesantemente.

-Non preoccuparti, non farai la sua stessa fine... al momento almeno. Sei troppo carino.- con la scarpa sporca si lanciò su di lui con uno scatto.

Quando realizzò che si era avvicinata a lui era già troppo tardi, assestandogli tra la spalla e il collo un calcio che lo fece schiantare contro il muro di fianco, alzando un po' di polvere.
La bambina si massaggiò l'arto, stranita.

-Che strano. Mi è sembrato di colpire qualcosa di molto duro.-

Sfruttando la polvere per l'effetto sorpresa, si rialzò nonostante il dolore, anche se era molto piccolo in confronto a quello che gli ha fatto provare Dante.
Stava per dargli un pugno in faccia, ma quando la colpì si sentì la mano frantumarsi, vedendo che nel punto che aveva colpito era diventato di pietra.

-Sorpresa!- giocosamente gli sorrise con delle scintille carine, prendendolo per la maglietta e lanciarlo contro un cassonetto.

-Che ne pensi di prenderti le tue responsabilità per averlo ucciso? Se non avessi lanciato il sasso... non sarebbe morto. Ora vieni con me. Ci divertiremo molto!- gli porse la mano gentilmente, sorridendo gioiosa.

-...pensi che ci caschi...?- ansimò per il colpo.

-Mh?- piegò la testa di lato.

-Stai provando... a farmi una specie di ricatto o terrorismo psicologico... per convincermi a venire con te... Beh, non funziona!- la puntò con lo sguardo infastidito dal suo comportamento.

-Come hai fatto a capirlo?! Ora come faccio a portarti via con me?! Sei troppo carino per farti lasciare andare!- si mise a fare i capricci in un miscuglio di rabbia e tristezza infantile.

Simon provò a cercare qualcosa, qualsiasi cosa, che lo aiutasse ad uscire da quella situazione.
Ad un tratto la bambina si bloccò, girando verso di lui in modo inquietante.

-Non azzardarti a rovistrare nella spazzatura... già puzzi così! E ho deciso... ti ridurrò in fin di vita e poi ti porterò via con me!- si scagliò addosso a lui sorridendo maligna.

Preso dalla paura agì per puro istinto di sopravvivenza, colpendola con due piccole stelle quando era vicino a lui, scatenando una piccola esplosione.
Si alzò di fretta sopportando il dolore, lanciandole anche un sacchetto della spazzatura, per poi correre via.

-Ora così puzzerò dannato tipo carino!- distrusse il sacco per poi gettarsi al suo inseguimento.

Uscì dal vicolo e per sua sfortuna, o fortuna di lui, lo perse in mezzo alla grossa folla di gente.
Pestò i piedi a terra arrabbiata, in quanto era impossibile passare.

-Non preoccuparti mia bella bambola. Questo mio occhietto ha memorizzato il tuo viso e il mio nasino il tuo odore. Prima o poi sarai mio.- quando si calmò sorrise lentamente divertita, aprendo la sua caccia personale.

Simon, per fuggire, si era lasciato trasportare dalla massa di persone, riuscendo ad allontanarsi abbastanza e valutando di tornare subito all'accademia.
Raggiunse la stazione, trovando un momento di pace dalla frenesia e tirando un sospiro di sollievo.

Come prima visita alla capitale poteva andare meglio di come aveva immaginato. Era ormai pomeriggio e si ritrovò quasi messo peggio di prima e un po' sporco.
Decise di andare a darsi una pulita, siccome stavano lontani da lui a causa del suo incontro con la spazzatura.

Simon si stava facendo una doccia nei bagni del dormitorio, ripensando ancora all'esperienza appena fatta.
Continuava a perseguitarlo, vedere una persona morire davanti ai propri occhi. Sapeva che non era un gran bello spettacolo, ma viverlo di persona era tutto un'altra cosa.
Alzò il viso ritrovandosi il getto in faccia, levando il ciuffo sul suo occhio destro, tenendoli chiusi entrambi.
Sperava tanto che quei pensieri si lavassero via insieme allo sporco, ma non successe. Il modo di fare di quella bambina lo terrorizzava. Sembrava piccola, ma il modo in cui agiva gli fece credere l'incontrario.
Lì riaprì, rivelando che l'occhio destro era di un bel azzurro cielo con all'interno il simbolo di una stella.

Ad un tratto qualcuno gli diede una forte pacca sulla schiena, spaventandolo.

-Oh dio! Chi è?!-

-Sono Leon, sta calmo!- vedendo la sua reazione si mise a ridere divertito. Aveva intorno alla vita solo un asciugamano.

-Oh, ciao Leon...-

-Che ti affligge?- iniziò a darsi una lavata nel piatto accanto.

-è successo una cosa in cui non sono riuscito a fare nulla...- abbassò il capo, appoggiando una mano contro la parete della doccia.

-Se non potevi fare nulla che colpa te ne fai? Mettiti l'anima in pace, altrimenti questo pensiero potrebbe solo tormentarti. Fatti forza.- gli diede un piccolo pugno sulla spalla, sorridendo per incoraggiarlo.

-Sì, forse hai ragione...- fece un profondo sospiro, per poi schiaffeggiarsi il viso con entrambe le mani.

Lo osservò per un attimo, notando di sfuggito il colore dell'altro occhio, tentando di guardarlo meglio. Poi si sofferma sul suo fisico.

-Sai una cosa? Faresti bene ad andare in palestra. Magari con qualche chilo di muscoli in più fai colpo con le ragazze. Sembri uno stecco. Guarda che muscoli! E poi forse cambiare look, il ciuffo sull'occhio non penso vada ancora di moda.- tende un braccio mostrando i muscoli che ha.

-Cos'hanno i miei capelli che non va?! Mi piacciono così! E sulla palestra... hai ragione mi sa. Ne ho bisogno.-

-E direi! Basta un soffio per portarti via!- si mise a ridere, prendendolo in giro.

-Grazie. Ci penserò. Prima però passo alla biblioteca della scuola, potevo evitarmi di andare a Icatiel. Mi sono complicato la vita per nulla come al solito...- si deprime per un'altro suo vizio che reputa orribile.

Leon rise di risposta, tirandogli su il morale.

**************

Nella mensa Mirai era in un angolino a mangiare da sola, ma Flowey e il ragazzo-pesce la trovarono e si avvicinarono a lei, facendola quasi scappare.

-Mirai, come mai sei scappata via così?- le chiese Flowey tranquilla.

-E-ecco, dovevo dire una cosa a una p-persona, anche se non tutto...- solo lei sapeva di chi stava parlando, quasi arrossendo della cosa.

-Un tuo amico?-

-S-sì, a-anche se non penso c-che lo siamo.-

-Ehi...! Rieccoti qui. Non ho avuto il tempo di presentarmi, Mirai. Sono Willirgam.- le porse la mano che indossava un guanto e stava sorridendo, anche se era difficile capirlo siccome la bocca era sotto il mento.

-P-piacere.- era un po' titubante nel stringergli la mano, facendolo a malapena.

-Scusa se ti ho spaventata, ma il mio aspetto provoca le reazioni che hai avuto ieri.- era dispiaciuto di quello che era successo.

-N-no...! S-solo che è stata una sorpresa! Non volevo che ti offendessi...!- ascoltando quelle parole tirò un sospiro di sollievo.

Mirai si sentiva un po' felice dentro a essersi fatta degli amici, la faceva sentire rassicurata.
Flowey riprese il suo discorso di prima.

-Non hai detto tutto a questa persona, giusto...?-

-A-a un certo punto ho perso il coraggio...- abbassò il capo toccando le punte degli indici l'una contro l'altra.

-Non lasciare le cose in sospeso, non è mai una cosa buona farlo. Se vuoi possiamo aiutarti.- si offrì volontaria ad aiutarla.

-M-mi sareste di grande aiuto...! Ci tengo a dirgli una cosa!- quasi le brillavano gli occhi, sapendo che che la avrebbero aiutata e di avere nuovi amici.

******

Licra, trovando finalmente Daglas da solo, gli andò incontro, con passo e fare sensuale.

-Sei tu il fratellino di Shauna Sigraph, giusto?- Licra si avvicinò a lui, da sola.

-Mh...? Sì...e tu saresti...?- la seguì con lo sguardo per non perderla di vista, gli dava una sensazione di sfiducia e poco rassicurante.

-Ho sentito parlare di te, sai? Sopratutto per una cosa...- fece scivolare l'indice della mano sul suo petto fino alla spalla con fare malizioso, mettendo in mostra un bel po' di pelle.

Gli sussurrò qualcosa nell'orecchio, facendogli sgranare un poco gli occhi.
Non si fidava di lei già a prima vista, ma qualsiasi cosa gli abbia detto lo smosse.

-Come fai a...?!- era leggermente scosso, contenendosi, guardandola corrucciato e la prende per il colletto della giacca.

-Beh...- fece scivolare le mani sul suo braccio.

Si appoggiò a lui sulla schiena, quasi abbracciandolo da dietro. Lui provò a togliersela di dosso.
Gli soffiò nell'orecchio, ma notò di sfuggita Shauna, obbligandola subito alla ritirata.
Fece scivolare le mani lungo il suo braccio fino alla sua mano, lasciandogli un bigliettino col suo numero.

-Chiamami, sarò sempre disponibile per te... per qualsiasi cosa.- gli sussurrò sensuale all'orecchio, scomparendo.

Quando la sorella lo raggiunse volle assicurarsi che stesse bene.
Gli disse che doveva stare lontano da quella ragazza e quando le chiese di più rimase sul vago.

-Chi era...?-

-Una mia...vecchia conoscenza. Te stalle lontano, ci penso io a risolvere la cosa. Non preoccuparti e qualsiasi cosa ti abbia dato buttala.-

Daglas nascose il bigliettino prima che arrivò, in quanto voleva andare a fondo con la questione.
Licra era dietro il muro in fondo al corridoio, nascosta.

-L'amo è stato gettato con successo. Ti aspetto piccolo...- si leccò le labbra.

******

Okami volle approfittare di quel giorno libero per passarla tranquillo, decidendo di andare alla Pet Therapy a dare una mano a Tsuki.
Lungo la strada incontrò Elgar, con una borsa a tracolla, che stava andando, probabilmente, al dormitorio.
Gli andò incontro parlandogli con il linguaggio dei segni.
Voleva andare in camera, ma il giovane lupo lo convinse ad andare con lui alla Pet Therapy, dicendogli che non sarebbe stato male.

Sorpresero Tsuki, anche piacevolmente, mentre stava dando da mangiare ai conigli.
Mostrarono il tutto a Elgar e Okami intepretava.

-Guarda Elgar! Non è carino? Prendilo in braccio.- Okami gli mostrò un cucciolo di Labrador, invitandolo a prenderlo.

Elgar, non sapendo cosa fare, si sentiva in difficoltà, provando a rifiutare l'offerta facendo segno con le mani.
Itsupiki lo ignorò, mettendoglielo tra le mani e il cagnolino gli leccò una guancia, sciogliendogli il cuore per la dolcezza.
Osservarono la sua reazione, sorridendo dolcemente. Sembrava un bambino che aveva appena mangiato un gustoso cioccolatino.

******
Era quasi sera e Natalia andò da Simon, tenendo le braccia dietro la schiena.

-Andiamo in discoteca stasera, Sim!- gli disse sorridente.

-Perché no? Ci sta!- accettò volentieri l'invito.

-Conosco un bel posto in cui andare! Lo hanno aperto da poco!-

-Chiedo anche agli altri, magari così ci divertiamo di più.- prese il telefono, iniziando a messaggiare.

-Ah...ok...- sembrava infastidita quando incrociò le braccia ad aspettare, in quanto le sue intenzioni erano di andare solo loro due.

Si accorse per un attimo di quella punta di fastidio e fece finta che gli avevano detto di no o nemmeno risposto, ma era pessimo nel recitare.
Lei notò la cosa, apprezzando il gesto, facendo finta di nulla. Si diedero appuntamento tra mezz'ora all'ingresso della scuola.
Lui aveva una semplice camica grigia al posto della maglietta e senza foulard, mentre lei scarpe comode, pantaloncini di jeans con qualche piccolo strappo e una maglietta semplice nera a maniche corte.

Gli disse che era a Icatiel e tornarci lo stesso giorno in cui aveva avuto un brutto incontro non gli piaceva come idea, ma non era da solo stavolta.
Di sicuro era molto appariscente per via dei fari e della vetrata che cambiava spesso colore tra il viola e bianco a intermittenza, ma sembrava anche un posto in cui bisognava prenotare a prima vista.
La musica era molto alta persino da fuori e, dopo aver passato il buttafuori, entrarono. Simon venne quasi sbalzato via dal rumore della musica, anche perché non era abituato a volumi del genere.
In mezzo a tutta quella gente che ballava pensava che le sardine in scatola, in confronto a lui in quel momento, erano decisamente più comode! E più aggraziate di lui nel ballare.

Però vedeva che Natalia era brava rispetto a lui, riuscendo anche a stare bene in mezzo a quella moltitudine di gente.
Dopo un po' si districo per raggiungere il bancone e prendere un po' di respiro e spazio vitale.

-Ehi, tutto bene?- Natalia lo raggiunse, poggiando una mano sulla sua schiena.

-Sì... no, scusami, ma non sono per nulla abituato a un volume così alto e a stare peggio di una sardina. E ho appena scoperto che sono pessimo a ballare a quanto pare.- sbuffò, poggiando il gomito sul bancone e la testa sulla mano.

-Mmmh, ho un'idea! Aspetta qui!- scomparve in mezzo alla folla e sembrò andare dal Dj, sussurrandogli qualcosa nell'orecchio.

Ad un tratto la musica cambiò da musica elettronica a Livin' la Vida Loca. Il Dj annunciò che voleva vederli scatenarsi a ritmo di musica e solo per i più coraggiosi.
In mezzo alla pista Nata porse la mano a Simon per invitarlo a ballare con lei, sorridendo con audacia.
Mandò giù il bicchiere di Gin Tonic per darsi la carica e si unì a lei, prendendole la mano e ricambiando il sorriso.

-CHE SI APRANO LE DANZE! GLI ULTIMI A RIMANERE IN PIEDI VINCONO!- con quelle parole, iniziò una gara.

Croel provò a seguire i movimenti di Grayson, pian piano adattandosi, e il cuore gli batteva a mille.
Si scatenarono insieme su quella pista, quasi schiena contro schiena, guardandosi l'uno negli occhi dell'altro.
Riuscirono a essere l'ultima coppia in piedi e quando la canzone finì chiusero in bellezza: Natalia era addosso a Simon, che le cingeva la vita con un braccio e i loro visi fissarsi.
Erano sudati e ansimavano per la fatica appena fatta, ma erano ancora in piena adrenalina, che gli permetteva di rimanere in piedi, più lui che lei.
Lasciarono la discoteca.

-è stato fantastico! Se non fosse stato per te non sarei nemmeno sceso a ballare!- rise divertito.

-Visto che non sei male a ballare? Avevi solo bisogno di una piccola spinta.- ridacchiò, mettendo una mano sulla sua spalla.

-Beh, tutto grazie a te. Hai uno spirito che coinvolge le persone.- la guarda.

-So il fatto mio!-

-Non sapevo che eri così brava... penserai mai di dirmi altro di te?- Simon iniziò a scherzare.

-Dipende... e se avrò voglia. O se saprai convincermi.- si staccò da lui andando avanti, sorridendogli

-Ma la fai difficile così!-

-E chi l'ha detto che era facile?- si mise a ridere, contagiando anche lui.

*****

In una cittadina poco lontana da Icatiel...

-La ringrazio! Accetti questo mio salvatore!- la donna provò ad offrire dei soldi a una persona dall'aspetto di un ragazzo, che le stava tenendo le mani tra le sue.

I capelli rossicci erano raccolti all'indietro da un piccolo codino, che metteva in mostra la ampia fronte e gli occhi verdi, che sembravano brillare più del normale.
Aveva una camicia bianca, con sopra un gilet marroncino a tema radici, un papillon al collo e pantaloni neri e guanti neri che arrivavano a malapena al polso.

-La ringrazio molto. Se avrà bisogno di aiuto sono sempre qui.- le disse gentilmente, accettando la sua donazione.

Non appena lo lasciò da solo nel suo ufficio la sua espressione gentile diventò stizzita.
Si sedette sulla scrivania, acavallando le gambe, contando i soldi ridacchiando soddisfatto.

-Eheh, che idioti questi qui. Dei veri e propri polli.-

-Mentre tu ti reputi la volpe che le sbrana, vero?- apparve dietro di lui la bambina ciclope dello scorso capitolo, con la differenza che indossava una graziosa giacchetta viola.

-Ehi! Vuoi farmi prendere un colpo idiota?!- si spaventò rispondendo con rabbia, saltando giù dalla scrivania.

-Così mi insulti però! Non è carino!- si mise a picchietargli i pugni contro una sua spalla in maniera infantile.

-La pianti? Sto lavorando!- le rispose infastidito.

-Ovvero rubare soldi agli altri con delle truffe con la tua abilità?-

-Esatto! è una gran bella maniera di lavorare! Si fa poca fatica e si guadagna moltissimo! Basta dirgli quello che vogliono e sono felici!- si intasca i soldi ghignando.

-Che gran bastardo che sei.- sorrise come se quello che aveva detto era la cosa più normale di tutti.

-Comunque... per qual motivo sei qui?-

-Perché sono qui...? Ah sì! Da parte della tua amica. Dice "smettila di fare il cazzone e collabora di più, Ciar il vigliacco. Altrimenti diventerai superfluo e non necessario. Sei ancora vivo grazie a lui." Alquanto brutale e freddo.-

-Ancora quel soprannome? Solo perché li ho abbandonati quando ci hanno attaccato! Di certo non volevo ne morire ne ricorrere alla cristalizzazione per sopravvivere! Mille volte meglio così.- fece spallucce indifferente.

-Riferiscile che deve smetterla di fare così, altrimenti potrei diventare meno collaborativo e fare di testa mia.-

-Non fare ricatti ora bastardello. Loro non lo gradiscono per nulla.-

-Come se me ne fregasse! Sono troppo indispensabile per loro! Gli porto seguaci per la loro causa.-

-Ooooook! Vado e riferisco! Te attento a non pisciare fuori dalla tazza.- sorrise in maniera innocente.

-Vedrai che non succederà. Sono troppo bravo.- le diede la schiena, esponendo la sicurezza che aveva in sè, forse anche troppa.

Quando si girò non c'era nessuno.
Fece accomodare il suo prossimo paziente. Sorrise di nuovo gentilmente, accogliendolo con grande gioia.

-Benvenuto. Mi dica pure il suo problema.-

ANGOLO AUTORE(i capitolo 12 e 13 sono stati uniti)
Ho dei pessimi gusti musicali? Sì! Ho trovato la canzone appropriata e giusta per quel momento. Insultatemi pure ora.
Ci ho messo troppo a scriverlo, ma ho un sacco di cose da fare, che però in futuro potranno aiutarmi ad arricchire la storia con delle belle illustrazioni. Stay tuned!
Ho deciso di accelerare i tempi, ci sto mettendo davvero troppo e a ingranare troppo lentamente ^^". Ho voluto iniziare con un piccolo assaggio riguardo Daglas, in quanto la scena doveva essere leggermente diversa, ma ho voluto accelerare un po' e lo farò anche con gli altri. Devo solo trovare il modo giusto di farlo.
Tutto quanto dovrebbe iniziare col prossimo capitolo, ci sto ancora lavorando su e a disporre gli schemi e le scalette degli eventi. E spero di aver fatto bene questo capitolo. Alla prossima!
(non so ancora farei i titoli)
P.S. forse lo ricontrollo meglio più avanti.

 
   
 
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