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Autore: Teemo Omegasquad    07/07/2020    1 recensioni
Due esistenze collisero l'uno contro l'altro, dando vita a un evento storico che cambiò il mondo: la scoperta delle razze magiche.
Si pensò che si potesse coesistere insieme, all'inizio.
Portò a grandiose scoperte, ma purtroppo, anche disgrazie. Questo portò a crisi sparse a livello globale e continui conflitti, facendo capire che gli umani non erano più la razza dominante.
Per fortuna qualcuna non rimase ferma, muovendosi di conseguenza per porre fine a tutto ciò. I suoi ideali non si fermarono di fronte a nulla, appoggiata da persone a lei fidate.
Questo portò alla pace e fondazione di un ordine di cavalieri e paladini, votati a mantenere la tregua tra le razze, passando da testimone a testimone.
Però non tutti erano d'accordo su questo, trovandosi scomodi, pensando anche di essere nel giusto.
Questa storia racconta della nuova generazione e delle loro avventure e di quello a cui andranno incontro, lungo il loro cammino.
Genere: Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Capitolo 8: Iniziano i guai

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Leon portò Simon nella palestra della scuola di mattina, per una sessione di allenamenti, che avevano già iniziato da un po' di tempo

-Forza Simon! Vedi di muovere quelle gambine!- il castano lo stava spronando, con lui morente sul tapis roulant che anaspava aria.

-Ti prego...! Ba...basta...!- si afferrò ai manici ormai esausto.

-Che mollacione che sei!- rise fermando il macchinario e dandogli un asciugamano.

-è da più di una settimana che passiamo in palestra! Dammi un momento...!- vide la panchina come un'ancora di salvezza, avvinghiandoci addosso.

-Però i primi risultati si vedono no? Stai già meglio di prima.-

-Ma i tuoi ritmi non vanno bene per me! Ogni tanto ok, però ogni giorno muoio!- si mise l'asciugamano in faccia dopo essersi disteso.

Leon ridacchiò alla scena, per poi vedere Mikage all'entrata della palestra. Si alzò andando da lei, lasciandolo solo.
SImon sembrava assorbire l'aria da quanto era stanco, ma quando sollevò la testa intravide Daglas.
Dopo aver raccolto le ultime forze, si alzò per andare da lui, che stava tirando pugni a un sacco da boxe.
Stava tirando una serie di pugni, che sbalzavano il sacco continuamente e sfogando qualcosa, fino a buttarlo giù con un sinistro e distruggendolo in parte.
Quando vide la scena desistette dal parlare con lui in quel momento, quasi spaventandosi.

Continuava a tormentarlo quello che gli aveva detto Licra.
Trovava quella attesa snervante, ma non poteva fare altrimenti.

Nel pomeriggio Simon si era dato appuntamento con gli altri per studiare, portandosi dietro anche chi non voleva.

Mirai era timidamente nascosta, mentre vedeva Croel trascinarsi dietro Daglas, infastidito, insieme a Alkatar.

-Allora? Vai o no...?- Flowey e Will erano dietro di lei, che la fecero sbalzare dalla paura.

-N-non spaventatemi così...! E poi preferirei dirglielo in privato, ecco...!- provò a mettere il broncio, ma sembrava più tenera che determinata.

-Potresti non avere altre occasioni però.-

-Ha ragione, perciò vai!- la spinsero entrambi, fino a raggiungere il gruppo di amici.

Mirai arrossì più di prima, bloccandosi.

-Mirai, tutto bene...?- le chiese Tsuki timidamente, vicina a Okami.

Sembrava farfugliare qualcosa guardando Daglas, del tutto incomprensibile, ma poi Leon li raggiunse, che sembrava emanare una strana allegria.

-Ci ho iscritti a un incarico ragazzi! Così un poco di esperienza la facciamo, no?- Leon sorrise, come se quello che aveva fatto era la cosa più normale del mondo.

Ebbero svariati tipi di reazione, specialmente di sorpresa.

-Senza dircelo?! Perché l'hai fatto?- Simon non era d'accordo con quello che aveva fatto.

-Non mi andava di andare da solo. E poi così ci pagano e abbiamo pure una buona valutazione.-

-... potevi comunque dircelo prima di farlo!- approvava i motivi, ma almeno saperlo prima che lo avrebbe fatto.

-Hanno accettato solo me, Daglas e te. Okami e Tsuki hanno detto che non vanno bene e sceglieranno altri anche.- Okami si sentiva sollevato e al tempo stesso una sensazione di esclusione, con Tsuki che gli pattava la testa per consolarlo.

-Almeno ci dici di cosa si tratta...?-

-Dobbiamo trovare un criminale. Una specie di ruba-galline. Per questo stanno selezionando.- Leon sorrise.

-Ecco perché hanno rifiutato Okami e Tsuki. Non erano adatti.-

-Non dirlo come se fosse normale Simon...- il lupacchiotto si sentiva screditato dalla scuola stessa, ma poteva comprendere il motivo.

Daglas sospirò, per poi notare che Mirai era scomparsa, capendoci di meno rispetto a prima.
La ragazza era in un angolino del corridoio isolato, con Flowey e Will che provavano a incoraggiarla e a tirarle su il morale.
Sapete un piccolo cagnolino molto carino? Mirai era così in quel momento.

Dopo la bravata di Leon si erano messi in attesa e non si fece attendere molto.
Vennero chiamati quello stesso pomeriggio, nell'ufficio della preside.
Oltre ai tre "prescelti", ce ne furono altri, tra cui: Felynia, Mirai, Willirgham e Anastasia, una specie di balia per loro.
Mirai era nel panico totale, ma Will la superò in quanto si era messo nel cantone della stanza tutto cupo e spaventato, ripetendo tra se e se che andrà tutto bene.

Accanto a Iris c'era anche Dante, con le braccia incrociate.

-Sinceramente sono sorpresa. Non pensavo che qualcuno si sarebbe proposto per questo incarico. Lo avete letto prima almeno? Succede spesso che presi dall'entusiasmo fanno delle cavolate.-

-Non si preoccupi! Li ho informati di tutto io.- Leon la rassicurò.

-è fuori da svariati giorni e nessuno l'ha trovato e altamente pericoloso... per questo verrà con voi uno dei nostri fondatori.-

Alla parola pericoloso Simon e Daglas si girarono verso Leon, con un'espressione arrabbiata e infastidita, con lui che faceva spallucce.

-E se volessimo ritirarci...?- Croel provò a far uscire tutti da quella situazione.

-No. Una volta data la conferma non si può ritirare, perciò andrete comunque.- gli rispose Dante al posto di Iris, con freddezza come una lama.

Simon stava urlando internamente, per il guaio in cui era stato messo e il suo intento omicida verso qualcuno stava crescendo esponenzialmente.

-è stato deciso anche una collaborazione con Alcalia e la sua scuola per questo lavoro. Siccome ci forniscono le attrezzature vi daranno l'equipaggiamento adatto alle vostre capacità e in base agli allenamenti che state facendo ultimamente. Vi chiameremo noi quando verranno, potete andare.- Iris li congedò dal suo ufficio, lasciandoli andare.

Una volta fuori ci fu un silenzio tombale tra di loro e ad untratto Croel afferrò al volo col braccio il collo di Leon, arrabbiato.

-Cosa diavolo ti salta in mente senza dirci letteralmente nulla?! Ora dobbiamo fare questa cosa pericolosa!- gli stava facendo il cazziatone.

-P-piano Simon!-

-Ormai è inutile pensarci. Vedrete che ce la caveremo!- Anastasia li separò, sorridendo.

Aveva ragione infatti. Era inutile pensarci, ma erano sorpresi per una cosa.
Ovvero la collaborazione con Alcalia, la città della tecnologia e della scienza, che tra l'altro aveva dato il suo contributo per portare la pace, divenendo un simbolo insieme agli altri.

Attesero il giorno dopo, per poi venire convocati.
Iris fece accogliere nell'ufficio le persone che stavano aspettando.
Erano tre giovani studenti, due ragazzi e una ragazza.
Quello davanti a tutti era un ragazzo dai capelli biondo e corti sui 17 anni, con gli occhi coperti da degli occhialoni tecnologici munito di lenti, indossando un camice bianco con sul petto uno stemma al cui interno c'era un insieme di ingranaggi che giravano, pantaloni e scarpe nere, facendo intuire che era la loro divisa scolastica. Più uno zaino meccanico in spalla.
Il secondo ragazzo aveva gli occhi viola e i capelli grigi e a differenza del suo compagno che sembrava sprizzare euforia, lui era più sullo scazzato, come se fosse stato trascinato, con la stessa uniforme.
L'ultima era una ragazza assasi carina e dal sorriso sembrava anche essere dolce. Aveva i capelli mori, raccolti in una coda di cavallo e occhi tendenti al verde, con una gonna al posto dei pantaloni.

-Piacere a tutti! Io sono Elias, mentre quello scazzato è Renji, il nostro assistente! Spero che riusciremo a collaborare bene!- si era messo in una strana posa, tenendo le gambe divaricate.

-La pianti di fare quelle pose strane...? Metti a disagio le persone così. Tsk.- Renji lo colpì sulla testa col filo della mano.

-Perdonateli. Non sembra, ma sono pappa e ciccia. Io sono Nara.-

-Loro saranno i vostri supporti tecnici. Con voi verrà Thomas, vi sta già aspettando all'ingresso. Fate del vostro meglio.- Iris sorrise.

-Venite con noi, abbiamo le vostre attrezzature sul nostro mezzo. Ve li mostreremo durante il viaggio.- disse Nara.

-Le avete preparate in un solo giorno?!- Simon era stupito del lavoro che avevano fatto.

-Certo! Ci siamo impegnati, anche grazie all'aiuto del preside! Prego, seguiteci che vi sorprenderemo!- Elias si mise di fianco alla porta, facendo strada come se fosse un cartone di un poliziotto che da indicazioni.

-Non bisogna fare tutta sta scena...- Renji sbuffò infastidito, mentre tutti quanti si avviarono, lasciando l'ufficio.

Iris sospirò, massaggiandosi il collo.
Si distese sulla poltrona, guardando il soffitto.

-Dici che avremmo fatto bene...?- si girò verso Dante, chiedendogli ansiosa.

-Lo sai che sembri una mamma ansiosa così?-

-Uff, lo so... solo che...non so... dici che mi preoccupo troppo?-

-Sì, esagerando anche. Rilassati, sono in buone mani.- si avvicinò a lei, carezzandole il viso.

-Hai ragione.- ridacchiò, godendosi quella carezza.

I "prescelti" si misero subito in viaggio verso la loro metà.
Quello stesso pomeriggio Shauna portò con se in un luogo isolato della scuola Licra.
La discussione si accese subito.

-Quando avrai intenzione di smetterla?- teneva le braccia incrociate, infastidita.

-Non saprei, ultimamente mi annoio e non ho altro di meglio da fare. Perciò mi diverto così.- le fece la lingua, scherzosa.

-A rovinare la gente?! Te l'ho detto, sta lontano da mio fratello e qualsiasi intenzione che hai per lui!- le puntò contro il dito con fare minaccioso.

-Altrimenti?- sollevò un sopracciglio, sorridendo beffarda.

Shauna prese per il collo Licra, sbattendola contro il muro con forza, spaccandolo.

-Ti basta come avvertimento?!- emanava un'aura negativa, con uno sguardo di rabbia, stringendo la presa quasi soffocandola.

-Ahahah, come sei tenera Shauna, a voler difendere il piccolo bastardello...- le afferrò il polso con una forza non sua, mentre cominciava ad emanare anche lei un'aura, ma da tre colori.

-C-come fai a...?!- ne riconobbe subito due, rimanendo impietrita, ma la terza le era del tutto sconosciuta.

Le assestò un pugno secco nello stomaco, che se la staccò di dosso con estrema facilità.
Shauna ritrovò la schiena a conoscere il muro dall'altro lato.
Rimase sbigottita di fronte a quella forza mostruosa, rimanendo in piedi.
Licra scrocchiò le dita della mano, sorridendo con soddisfazione.

-Sorpresa piccola Lagala?-

-Non... CHIAMARMI COSì!!- dopo averlo urlato scatena un forte spostamento d'aria, arrabbiandosi più di prima.

Si tolse i tacchi e dagli occhi uscirono delle fiamme ardenti, mentre sugli avambracci si formarono delle spaccature rocciose, che le crepe si propagarono lungo il braccio, da cui fuoriuscì del magma, l'energia più pura della terra.

-IRA DI GAIA!- battè i pugni per terra spaccando il terreno sotto di lei.

Licra si sollevò leggermente da terra, beffarda e pronta a combattere, mentre Shauna le corse addosso con furia.



******
Sono in viaggio in treno, in un vagone a loro adibito, diviso in spogliatoi per i gadget creati appositivamente per loro e per cambiarsi.
Nara cominciò a esporre alle ragazze i loro equipaggiamenti.

-Abbiamo qualcosa per tutte. Per te Mirai, basandoci sui tuoi dati, abbiamo pensato a uno strumento che ti permetesse di usare al massimo la tua abilità.- le porse una scatolina metallica.

-Una...scatolina...?- lo guardò incredula.

-Non è una semplice scatolina.- premendo un pulsante si aprì all'improvviso.

Si rivelò essere una tastiera ricurva tecnologicamente avanzata che fluttuava.
Mirai rimase stupefatta e i suoi occhi brillavano dallo stupore di fronte a cotanta bellezza.

-M-ma è l'ultimo modello GraX200!! Come hai fatto ad averlo?!- sembrava felice come una bambina in un negozio di dolciumi.

-Non è un modello normale. è stato appositivamente modificato per te. è un prototipo da battaglia. Col tuo aiuto lo perfezioneremo e potrai avere il primo modello, se ci aiuterai a darci un tuo parere su possibili malfunzionamenti e simili.-

-Sì sì sì! Lo faccio volentieri!- entusiasta saltellò peggio di un coniglietto.

-Va bene va bene. Dispone anche di un memorizzatore. Se te nel caso non riuscissi più a suonare perché sei troppo stanca, basta che tieni premuto uno di questi pulsanti di riferimenti della musica e partirà. Ma devi essere connessa allo strumento per farlo funzionare. Ti lascio divertirti, mentre penso alle tue compagne.- ridacchiò nel vederla così divertita.

Mirai si mise subito a provarla, collegandoci le cuffie e iniziando subito a provarlo.
Sembrava essere in paradiso da quanto era entusiasta di avere quello strumento tra le mani, creato apposta per lei.

-Mentre per te.- diede alla ragazza-lucertola dei guanti blu.

-Cosa sono questi?- Anastasia guardò i guanti senza dita che le aveva dato.

-Sono guanti Tech, tessuti in stoffa di Circazza, per garantire un miglior scorrimento della magia.- Nara le rispose, mentre glie li metteva.

-Non è mica quel coso che assomiglia a una grossa pecora, tutto blu, con un occhio solo e due piccole zanne taglienti che vive nelle terre orientali?- chiese curiosa.

-Esatto. Siccome gli abitanti di quelle terre si avvicinano di più al concetto di magia stessa, è il materiale perfetto da fornire per i vostri gadget ed è anche resistente. Anche i corpetti sono intessuti dello stesso materiale.-

Anastasia provò a sentire come erano i guanti. Prima di tutto molto comodi, era una bella sensazione, sembrando quasi come se non li avesse.
Poi sentì la magia scorrere più poderosa nelle sue mani, come un fiume in piena. Era eccitata nel provarli, così battè i pugni con forza l'uno contro l'altro, creando una potente onda d'urto che quasi sbalzò il mezzo su cui erano, facendo perdere l'equilibrio a tutti.

-Che figata!- le brillarono gli occhi, presa dall'emozione.

-T-ti prego, attenta ad usarli! Possono essere pericolosi se ti lasci troppo andare!- Nara glielo spiegò, dopo averli quasi fatti capottare.

-Ihih, ricevuto!-

-Oh dio... comunque ecco a voi i corpetti.- si rialzò dando l'indumento a Felynia e Mirai.

-Non me ne faccio di niente, specialmente se lo ha fatto un umano.- la leonessa lo gettò a terra con disprezzo, rifiutando il suo aiuto.

-Ma ti garantisce una prestazione migliore e...!- provò a spiegarle che prenderlo era la soluzione migliore per lei.

-Bla bla bla... tutte chiacchiere. Svegliatemi quando arriviamo.- si mise in un angolino a dormire.

-Simpatica proprio...- Nara sbuffò, infastidita.

-S-senti, sul mio vestito questo stonerebbe molto. Non ci sono altre alternative...?- Mirai le chiese timidamente un'alternativa.

-Non preoccuparti,  puoi metterlo anche sotto il vestito, non per forza sopra. è pensato anche per essere messo ovunque. Se vuoi ti do una mano.-

-N-no! Faccio da sola...! Grazie.- prese l'indumento, andando in bagno per cambiarsi.

Anastasia invece lo tenne sopra la maglietta senza problemi.

-Non copre tutto. Sicura che funzioni?- chiese, guardando che la copriva dalla vita fino al collo

-Sì. è molto simile al modello maschile. è fatto così per proteggere gli organi vitali, ma ha un limite di sopportazione. Tipo se lo si colpisce nella stessa zona si indebolisce...-

Intanto, dalla parte dei ragazzi.

-...e inoltre se viene sottoposto a massice dosi di energia magica si strappa facilmente, ma se gli date il tempo di riprendersi torna normale!- Elias spiegò con grande entusiasmo, fiero.

-Non ce bisogno di tutto questo entusiasmo Elias...sono solo gadget.- Renji, scazzato, provò a calmarlo e a fermarlo, in quanto sembrava una specie di bomba.

-Scherzi?! Abbiamo lavorato sodo per costruirli! Piuttosto come fai ad essere calmo tu?!- si girò di scatto verso l'amico, sorpreso.

-Sono davvero fantastici, pratici e comodi! Sembra non averlo addosso!- Simon sembrò esser stato contagiato da Elias.

-Vero?! Sono anche molto elastici! Aderiscono bene alla pelle! E ho pure questi per te. Sono dei prototipi in fase di sperimentazione.- gli diede due impugnature.

-Ehm...- guardò interrogativo su cosa doveva farci.

-Incanalaci la tua energia dentro e vedrai!-

Simon fece un respiro profondo, concentrandosi, e le impugnature si trasformare in armi. Nella mano destra una spada, precisamente una specie di gladio romano in cui nella lama si potevano intravedere delle stelle, e nella sinistra una egida dal design molto semplice, con solamente due costellazioni sopra, l'orsa maggiore e minore.
I suoi occhi si illuminarono per lo stupore.
Si complimentò con Elias, condividendo la stessa gioia nel vederle.
Solo Daglas trovò la scena alquanto strana e da nerd.
Renji si girò verso di lui di colpo, dando anche a lui una impugnatura, ma lunga il doppio.

-Siccome avevamo poco o nulla su come combatti, abbiamo deciso di fornirti questo prototipo. Magari ti ci trovi bene. Il modo per farlo funzionare è lo stesso principio che ha spiegato Elias.- gli spiegò, indicando il proprio amico dietro di sè.

Il mezzo demone strinse l'oggetto con entrambe le mani e l'inchiostro ci si inserì dentro, formando una flamberga a due mani nera e gocciolante.

-Mh, potrei provare...- guardò la lama, scorgendo qualcosa di strano per un attimo.

-Appena avrete finito diteci tutto tramite il modulo, etc, etc... le solite cose insomma.-

Elias poi si concentrò su Willirgam e Leon, ma non avevano nulla per loro, siccome le loro abilità si basavano su ben altro o hanno una versatilità troppo alta per poter dare un gadget preciso. Gli fornirono solamente i corpetti.

-Per voi purtroppo non sapevamo che fare. Ci siamo limitati solo per gli indumenti, anche se mi sarebbe piaciuto fare di più!-

Mentre Renji tentava di calmare Elias, in preda a uno dei suoi soliti sbalzi, Simon andò da Thomas.

-Senta, prof...-

-Dammi pure del tu, siamo pure quasi coetanei. Dimmi pure.- era disteso comodo comodo su una poltrona, girando la testa verso di lui.

-Come si potrebbe avere un controllo maggiore della propria abilità?-

-Che è sta domanda? Sei appena agli inizi e già hai ste paranoie? Direi credendo in se stessi e nel potere dell'aimicizia?-

-Senti, risparmiami sti clichè da anime/manga, che spero vivamente che nemmeno l'autore li usì, altrimenti svacca tutto.-

-Scherzo scherzo. Dipende dai casi. è possibile tramite la pratica e studiando la propria abilità. Ti devi dar da fare. Studia tanto e sperimenta.-

Trovò quella risposta più sensata rispetto alla precedente che gli aveva dato. Il materiale lo aveva trovato, ora doveva soltanto sperimentare.
Ci misero un paio di ore ad arrivare nella cittadina di Terhs. Elias, Renji e Nara non potevano andare oltre, con l'obbligo di tornare indietro, in quanto non avevano le competenze di venire con loro. Gli ricordarono di non mettere in bella mostra le impugnature, altrimenti ciaone alla missione.
Notarono diversi soldati della Convocazione in giro, con un simbolo che raffigura un orso sulla uniforme.
Intuirono che la situazione già non era delle più rosee, ma al tempo stesso normale.
Si diedero un punto di raccolta per quando tornare, dopo aver cercato le informazioni o investigato per trovare sto cristo di criminale, improvvisandosi dei detective.
Si divisero in 3 gruppi, ma Felynia e Daglas si divisero dagli altri. La leonessa odiava stare in gruppo con altre razze, figuriamoci con degli umani. Il mezzo-sangue, invece, per far da solo.
Un gruppo andò alla caserma, per chiedere di più al riguardo della missione, ma ottennero un bel niente, siccome nessuno aveva mandato da lì nulla. Trovarono la cosa molto sospetta.
Un paio di ore dopo ritornarono al punto prestabilito, ma con 0 informazioni e riferendo quello che gli avevano detto alla caserma.

Non capivano cosa stava a significare quel dato. Chi può essere stato?
Non potevano nemmeno tornare indietro. Thomas propose, come ultimo tentativo, di andare da una specie di veggente, per poi fermarsi e consultare la Convocazione e la preside.
Riferì che comunicava con gli spiriti. E chi era il più impicciato con gli spiriti del gruppo, per via del suo legame con la natura? E perché proprio Simon?
Mandarono lui infatti, anche se riteneva tale gesto poca voglia di andarci loro.
Quando varcò l'ingresso della dimora, notò due grossi gorilla davanti a una porta, sentendosi un pochino a disagio.
Lo fecero entrare, in quello che sembrava più lo studio di un medium, ma aveva un po' di tutto e di più.
Si accomodò sulla sedia, mentre la poltrona si girò, rivelando Ciar.

-Benvenuto! è nuovo vedo. Cosa può fare per voi Ciar, il grande?-

-Sto cercando... una persona. Siccome non sono riuscito a trovare niente, ho voluto venire qua da lei.-

-La aiuterò volentieri! Prima però deve pagare... pure io devo pur mangiare.- gli porse un foglietto col prezzo, di cui metà ora e la metà dopo.

Quasi saltò vedendo il prezzo salato. Pagò la prima metà, ma si ritrovava senza soldi, ingegnandosi per il dopo, pensando già a come farla pagare agli altri.

-Gli spiriti di questa città la aiuteranno. Ora mi metterò in comunicazione con loro...- posò le mani sul tavolo, abbassando la testa e chiudendo gli occhi.

Ad un tratto la luce si spense e degli spiriti apparirono dal nulla, con tanto di ululati venendo quasi confusi per fantasmi.
Girarono nella stanza, posandosi poi vicini a Ciar.
 
Simon li osservò, strizzando gli occhi per vedere meglio qualcosa.

-...perché ricorre a trucchi del genere...?-

-Prego? Questi sono gli spiriti con cui ho il privilegio di comunicare, facendomi riferire i messaggi per i loro ca...-

-Pensa forse che con le parole può ingannarmi?- diventò serio, con una punta di fastidio.

Riaprì gli occhi all'improvviso, capendo che non poteva abbindolarlo così facilmente.
Grazie al suo legame con la natura, riesce a percepire la presenza degli spiriti e dei residui di magia che possiedono, anche se debolmente.
Si guardano a vicenda, l'atmosfera si fece tesa.
Simon, lentamente, prese in mano l'impugnatura dell'egida, pronta da sfoderare in qualsiasi momento.
Ciar mise la mano dietro la poltrona senza farsi vedere da lui, afferrando qualcosa.
Sembrava una tipica situazione western, il più veloce vinceva.
Erano pochi secondi, ma sembravano una eternità.
Entrambi estrassero le proprie armi, ma il finto medium fu più veloce di lui tirando fuori una strana pistola, riuscendo soltanto ad usare lo scudo come difesa. Quando premette il grilletto scatenò un'esplosione che frantumò l'egida, sbalzando fuori Simon dal suo studio, dove stavano gli altri.
Si misero subito in allarme vedendo la scena.

-Cosa è successo?!- Leon si precipitò soccorrendolo.

-è lui! è lui la persona che dobbiamo prendere!- Simon lo urlò, indicandolo che esce dalle macerie.

Ciar si mise a correre più forte che poteva, tirando fuori un telefono.

-Mi hanno scoperto! Venite a prendermi, presto!-

Simon prese l'elsa della spada materializzandola e la lanciò contro di lui, infilzandogli il mantello a terra e quasi sfiorandogli una gamba.
Si lanciò su di lui, ma qualcuno si sovrappose, dandogli un colpo di tacco nella pancia, che li scagliò contro gli altri, di nuovo.
Era una donna sulla trentina, con un vestito che lasciava poco all'immmaginazione: una gonna con due spacci ai lati, lunga fino alle ginocchia, una giacca che la copriva dalle spalle fino a mezzo busto e maniche corte, con lunghi guanti fino al gomito e stivali con tacchi.
Aveva anche dei lunghi capelli purpurei e occhi color marrone, con un elegante rossetto rosso scuro sulle labbra brillante.
Thomas si bloccò nel vederla, rendendosi conto di chi aveva di fronte, e interviene sfruttando i propri fulmini, assestandole un calcio in viso con una agile e rapida acrobazia acrobazia.
Ma si rese conto che glielo aveva bloccato con una mano.

-Ciao piccolo Thomas. Ti trovo bene.- gli sorrise, mantenendo uno sguardo serio.

-Elasia!!!- il giovane professore strinse di denti, lasciando guidare i propri attacchi dalla rabbia.

Dei soldati arrivarono dopo aver sentito il trambusto.

-Presto! Chiamate il capitano!-

Ciar si fece prendere dal panico, vedendo delle persone dietro di se.

-Mia gente! Queste persone vogliono portarmi via! Aiutatemi, vi prego! Ho bisogno di voi!- fece appello agli abitanti della cittadina indicando il gruppo di Simon, sfruttando la loro fede che avevano nel loro "guaritore".

Ciò riuscì nella sua impresa.
Vennero ad aiutarlo, nello stesso momento in cui arrivarono i soldati. La situazione stava precipitando molto velocemente.
La situazione stava precipitando velocemente. Erano bloccati da più lati.
Elasia alzò in aria una gamba, guardando negli occhi Thomas.

-O me...o loro piccolo Thomas.- sbattè con forza il piede schiantandolo e facendo tremare tutto quanto intorno a se, spaccando il terreno sotto di loro.

Li fece volare per un attimo, per poi farli sprofondare sotto terra.
Thomas voleva andarle dietro, ma aveva delle responsabilità come professore e, con fastidio, andò ad aiutarli, finendo sotterrato insieme a loro.
Subito dopo riaprirono gli occhi, vedendo che erano finiti in una specie di labirinto di gallerie sotterranee.

-Magnifico! Ora siamo in una specie di... città sotterranea?- Leon si pulì dalla terra che gli era finito addosso.

Tutti quanti si diedero un controllo per assicurarsi che erano illesi e nulla si era rotto.
Thomas era riuscito a proteggerli dalla maggior parte dei detriti, ma a discapito delle scarpe e dei piedi.
La parte superiore era danneggiata, decidendo di toglierseli, ma la pelle invece era molto arrossata.

-Cazzo...! Non ho mai frantumato dei massi prima d'ora...!- strinse tra le mani i piedi, massaggiandoseli per far passare il dolore in qualche modo.

-Professore, conosce quella donna, vero?- Simon gli chiese ciò, sapendo già la risposta.

-Sì, per una questione di molto tempo fa.-

-Che cosa facciamo ora?-

-Sarebbe meglio che voi tornaste a scuola. Sta diventando troppo pericoloso, specialmente se qua si trova pure la Convocazione. E sopratutto lei...-

-Il mio primo pensiero sarebbe di ritirarsi, Ma non ho intenzione di farla passare liscia a quel Ciar! Perciò lasci che la aiutamo professore! Riusciremo ad aiutare anche i soldati!-

-Sono d'accordo con Simon! Non voglio andarmene come un vigliacco! Siete d'accordo anche voi?!- Leon si fece avanti girandosi verso gli altri, mentre in un angolino Will rimase in silenzio, siccome era il primo a volersene andare.

Thomas sorrise per un attimo. Tutti quanti erano d'accordo con lui, eccetto qualcuno.

-Fermi fermi fermi. A me non frega niente di tutto ciò. Che cosa ci guadagno a rimanere?- Felynia volle pensare al proprio tornaconto.

Non aveva alcun obbligo di rimanere lì, siccome Thomas aveva dato la possibilità di tornare indietro. Se fosse rimasta almeno vorrebbe guadagnarci qualcosa.

-Preferisci pensare a te stessa?!-

-Zitto, sto parlando con lui. La proposta che mi farà dovrà essere convincente.- indicò Thomas, ignorando con gli occhi Leon, senza nemmeno dargli del professore.

Dovette ricorrere alle sue migliori abilità per convincerla.

-Avrai dei crediti extra e poi abbiamo bisogno di te e della tua abilità. La tua presenza è necessaria.- aveva capito come prenderla.

-Si vede che senza una leonessa non potete far nulla. Rimarrò ad aiutarvi, ma farò come meglio credo.- grazie alla sua agilità risalì nel buco creatosi prima, dividendosi dal gruppo.

La stavano odiando.
Thomas sperò che col tempo sarebbe cambiata.

-Dio che odiosa...!- Simon sbuffò infastidito, urtando i suoi nervi.

-Non ci badare. Sarà peggio per lei.-

-E-e poi magari cambierà col tempo... no...?- disse Mirai.

-Sì, forse hai ragione Mirai... te cosa vuoi fare Daglas?- sospirò, per poi cercare qualcosa tra le macerie.

-Il prof ha detto di tornare a scuola... non sarebbe meglio fare così?- Daglas espresse un pensiero logico.

-M-ma così quel tipo la farà franca...! Non possiamo lasciare che succeda...!- gli parlò per provare a convincerlo a rimanere, sembrando solo dolciotta e pucciosa.

Daglas la fissò per qualche secondo, per poi distogliere lo sguardo, ma sembrava che fosse anche per qualcos'altro.

-...va bene, rimango.- sospirò.

Mirai sorrise, contenta di essere riuscita a convincerlo.

-Io inseguo quella gatta. Penserò io a lei! Vedete di non farvi ammazzare primini!- fece l'occhiolino a tutti, andando dietro a Felynia.

-Ragazzi, organizzatevi, vi do libertà totale. Io ho un vecchio conto in sospeso da regolare!- si tolse le scarpe buttandole via, per poi addentrarsi in quei cunicoli.

Sembrava avesse un'espressione di rabbia in viso, ma si intravide solo per un istante.
Erano rimasti solo in 5.
Decisero di viaggiare in gruppo anche loro in quel mondo sotterraneo. Valutarono che sopra era troppo pericoloso e che magari potevano sfruttare il fattore sorpresa.
In quelle strade più andavano avanti e più la luce del giorno scompariva.
Trovarono varie sale lungo il percorso.
Ad un tratto Simon e Leon notarono che Daglas era indietro di qualche passo.

-Daglas, che succede? Hai forse paura?- Leon lo prese in giro, ghignando.

-Aspetta, ci siamo persi qualcuno o sbaglio?!- Corel sbalzò per lo spavento vedendo che mancavano due membri.

-No, i bambini sono dietro di me...- indicò col pollice dietro di se.

Mirai e Willirgham erano dietro di lui, paurosi, usandolo come una specie di scudo. Si tenevano a una manica del suo indumento come piccoli bimbi persi.
Ad un tratto degli shuriken di carta sfiorarono la testa di Simon e Leon, per fortuna, lo aveva spostato in tempo.

-Dove pensate di andare?- si sentiva una voce maschile.

Era un ragazzo sui 25 anni, capelli disordinati e gli occhi del medesimo colore di Simon.
Aveva una mantella blu strappata a coprirgli una spalla e mezzo busto, quel che sembrava una specie di maglioncino blu scuro senza maniche e una sciarpa che lo avvolge attorno al collo, che gli tiene coperto anche il mento. I pantaloni erano sul nero pece e gli stivali, che gli arrivano quasi al ginocchio, sembravano quelli di un cacciatore e guanti senza dita.
Li guardava con fare giudizioso, come se li stesse analizzando con gli occhi.

-Aspetta... perché avete gli occhi e i capelli del medesimo colore?! Mica sarà tuo fratello!- Leon si accorse della incredibile somiglianza dei loro colori.

-Infatti... ho delle domande da farti. Riconosci questo?- il ragazzo lo tirò mostrandolo del tutto.

Trovò strana quella domanda e guardòla mantella, ma non gli diceva nulla.

-Non ho mai visto quella cosa e nemmeno lei! Cosa vuoi da noi?- Simon rimase guardingo, la prima impressione che lei aveva dato non era stato delle migliori.

-Capisco. Vorrà dire che parleremo noi due...- rimise apposto la mantella, sistemandola.


Tirò fuori un foglietto di carta, che si trasformò in uno stocco. Aveva un fare serioso.
Si precipitò su di lui, ma qualcosa tagliò la sua arma di netto. Infatti Leon si era messo in mezzo, tenendo in mano quello che sembrava una lama fatta di roccia.

-No no! Non credere di fare come vuoi tu! Voi andate avanti, a lei ci penso io!- Squallearth ghignò divertito, mentre faceva girare l'arma tra le dita della mano.

-Sta attento, mi raccomando!- fecero come disse, andandosene e proseguendo.

-Levati. Ora!- sembrava aver perso la calma di prima, spazientendosi.

Leon lo prese per il drappo, riportandolo indietro e lanciandolo a terra, ma con un gesto della mano ritornò in piedi.

-Come osi tirare la mia mantella?!- si infuriò per quello che Leon aveva fatto.

-Perdiamo facilmente la pazienza vedo!- ghignò, sorridendo.

-Ti toglierò quel sorrisetto dalla faccia!- si sentì infastidito da quel suo sorriso, guardandolo in cagnesco.

-Viecce!-

***********

Quando Felynia uscì in superficie vide che le strade erano già occupate da amabili discussioni a suon di armi.
Decise di salire sui tetti per andare avanti, riuscendo ad aggirare il problema.
Anastasia la seguì a ruota, avendo solo qualche piccolo problemino.
La leonessa intravide Ciar andare verso l'edificio centrale, decidendo di andarci anche lei per precederlo.
Si intrufolò tramite una finestra che era a portata.
Entrò in una stanza che sembrava un salone, con intorno al perimetro delle colonne.

Ad un tratto qualcosa rotolò sotto i suoi piedi. Quando la vide notò che era una bomba che stava per esplodere e incrociò subito le braccia per avere qualche speranza.
La piccola bomba, invece di esplodere, si aprì tirando fuori una bandierina con su scritto "boom".
Era uno scherzo o cosa? Si avvicinò, trovandolo davvero patetico.
All'improvviso il bastoncino si aprì, facendo uscire un guantone da pugile che la colpì in pieno viso. Quello era vero al 100%.

-Chi è il simpatico fautore di questo scherzetto patetico?!- se la prese, urlando con rabbia.

Uscì allo scoperto quello che sembrava un ragazzo dalla statura, in quanto era ammantato da quello che sembrava un mantello.
Gli saltò subito addosso con intenzioni poco amichevoli, infiammando gli artigli.
Proprio quando stava per colpirlo, tirò fuori una padella all'ultimo che ebbe il piacere di fare conoscenza della faccia di Felynia. Cadde a terra.
Si arrabbiò ancora di più, si sentiva presa in giro. Sentì tra le mani qualcosa e quando guardò vide che era un candelotto di dinamite, con su scritto "acme".
Esplose subito in una nuvola nera. Si ritrovò tutta sporca, in pieno stile cartone.

All'improvviso arrivò Anastasia, che si mise al suo fianco, con i pugni alzati.

-Tutto bene?? Sono venuta ad aiutarti!- il suo arrivo fece allontanare di scatto il mantellato.

-Non ho bisogno del tuo aiuto!- Felynia ringhiò contro Anastasia, rialzandosi in piedi. Non la voleva con lei.

-Ma se le stavi prendendo di santa ragione! Lascia che ti aiuti!-

-Una leonessa non ha bisogno di una inutile lucertola! Tornatene a prendere il sole e scappare!- la prese per il colletto della maglietta dandole un pugno, per poi sbatterla a terra con una spinta.

-Non ho bisogno di nessuno!- la leonessa si rigirò verso il proprio nemico mantellato, dandogli completa attenzione.

Anastasia cadde a terra sul sedere. Stava ribollendo dalla rabbia per il suo comportamento odioso e insopportabile.
Se la legò al dito, ma non volle aspettare di farle la sorpresa.
Si rimise in piedi, per poi afferrarla per una spalla girandola verso di se, pronta a darle un pugno.

-Felynia! Stringi i denti!- le assestò un destro decisamente forte, da farla quasi volare e atterrare di schiena.

Il loro avversario non ci stava capendo nulla.
Felynia stava per reagire, ma la lucertola la anticipò mettendosi sopra di lei a cavalcioni, prendendola per la maglietta.

-Brutta tro...!-

-Zitta e ascolta stronza! Me ne sbatto del tuo cazzo di orgoglio e mi ci pulisco il culo! Pensi di essere la migliore, ma non lo sei! Ci sono mille mila persone più forti di te! E se sei finita a terra dopo quel pugno non sei migliore nemmeno di me!- si sfogò, continundo a guardarla in malo modo, facendole capire che non deve scherzare con lei.

-Sei un grosso palo in culo con questo tuo atteggiamento e farai meglio a cambiare! Altrimenti ci penserò io a suon di pugni!-

Di fronte a tanta rabbia, e veleno che le aveva sputato in faccia con quelle parole, si ammutolì senza sapere cosa dire, ma solo una gran voglia di picchiarla, in quanto si riteneva superiore a lei.
Si tolse da sopra di lei, rivolgendosi poi verso il nemico, scrocchiandosi le nocche.

-Sappi che non finisce qui...!- Felynia digrignò i denti, non mandando giù quello che le aveva detto.

-A scuola finiremo di picchiarci, ma ora abbiamo qualcosa di più importante a cui pensare!-

-Ooooh! Non ci si vede da un po' Anastasia!- finalmente parlò e la diretta interessata si bloccò di colpo.

Quella voce le era incredibilmente familiare.
Quando si tolse il cappuccio si potè intravedere il suo volto, ma non aveva fattezze umane, bensì cartoonesche.
Aveva dei corti capelli neri, con un piccolo ciuffo all'insù e un sorriso tondo a 32 denti, mentre ridacchiava.

-EUGENIE?!-

*********
Dopo essersi separati da Leon proseguirono.
Entrarono in quelle che sembravano essere delle segrete. Alcune erano vuote, ma una in particolare era piena, con persone imprigionate.
Non erano persone normali, bensì degli Sfregiati.
Gli Sfregiati sono incroci di razze incompatibili tra loro, causando nella prole mutazioni genetiche, tra cui, ad esempio, un braccio in più, orecchie e nasi deformati. Non erano per nulla visti bene agli occhi di molti, erano peggio di feccia solo per il loro aspetto aberrante.
Erano spaventati e incatenati, c'erano per lo più ragazzini e pochi adulti, presumibilmente i genitori.
Li videro e pensarono a un modo di aiutarli.
Simon provò ad aprire le sbarre, strattonandole con forza. Anche Will provò ad aiutarlo, ma invano.
Daglas trovò quella scena fastidiosa, iniziando ad andarsene.

-Ehi! Dove vai? Abbiamo il dovere di aiutarli!- Croel lo notò subito, riprendendolo.

-Non dovremmo nemmeno essere qui Simon...-

-Saranno spaventati. Bisogna aiutarli!-

-La finisci...? Sei irritante con questa tua bontà.- si girò verso di lui e il suo sguardo non trasmetteva di certo gioia.

-Sembra che tu voglia fare sempre la cosa giusta. Vuoi forse dimostrare qualcosa?- erano parole taglienti, ma che a quanto pare andavano dritte al punto.

Guardò la sua reazione, che sembrava essere in crisi nel rispondere.

-Come immaginavo...- riprese ad andare per la sua strada.

Mirai era rimasta a guardare dentro la cella e rimase allibita a quello che stava vedendo, non concependo il motivo per cui qualcuno farebbe una cosa del genere.

-D-dio mio... come possono esistere persone capaci di fare queste cose...?!- si mise una mano sulla bocca, tremando sconcertata.

Sentendo quelle parole si girò di nuovo guardandola.
Lei non era per nulla abituata a quel genere di mondo e da sola sarebbe stata mangiata subito.
Tentò di girarsi per lasciarlì lì, ma più ci pensava e più si bloccava e il cuore gli si stringeva.
Si avvicinò a lei, posandole una mano sulla spalla, per poi guardare attraverso le sbarre.
Quelle persone erano incatenate e spaventate e già il fatto che erano degli Sfregiati non li aveva aiutati.
Quella visione gli provocava rabbia dentro, specialmente perché gli erano riaffioriti dei ricordi che avrebbe voluto fare a meno.

-...va bene.- allungò la mano sinistra lasciando cadere una grossa goccia di inchiostro.

La macchia prese la forma di una scimmia, per poi avviarsi verso la voragine creata prima dalla donna.

-Andrà a cercare dei soldati e li porterà qui... ma il discorso con te non cambia Simon. Mostrare troppa bontà ti farà molto male un giorno...- sospirò, sorpassandolo.

Non gli piaceva il suo modo di pensare, ma fu sorpreso da quel gesto.
Proseguirono, riuscendo a trovare un'uscita.
Erano tornati nella superficie, sembrava essere sbucati da un balcone dell'edificio centrale. Avevano fatto parecchia strada. Videro che ci stava un casino unico in corso.
Soldati che stavano combattendo contro quelle che sembravano dei semplici civili. Non si riusciva a capire se era in corso una rivoluzione civile.
Simon potè vedere in lontananza Ciar, in compagnia della donna di prima, chiamata Elasia. Si stavano dirigendo verso l'edificio in cui stavano.

-Ragazzi, voi andate avanti. Ho una questione da risolvere...!- si sporse dal balcone, notando che non era molto alto per fortuna e non si sarebbe fatto male.

-D-dove vorresti andare...?- chiede Will, preoccupato.

-A inseguire quel ciarlatano! Ho un conto in sospeso con lui! Ragazzi...- li guardò.

-...state attenti.- saltò dal balcone.

Piantò la lama lungo il muro per evitare una caduta troppo forte.

-Meglio andare... statemi vicini.- guardò i due paurosi.

Mirai e Will annuirono, si erano già attaccati a lui.
Non fece neanche un passo che si bloccò subito, agitandosi.
Gli altri non capirono, ma lui stava sentendo qualcosa di pericoloso, talmente pericoloso che il suo istinto glielo stava urlando nelle orecchie.

-D-dobbiamo prendere subito un'altra strada...!- lo trascinò con se nella strada opposta.

Erano sempre più confusi, ma si preoccuparono nel vederlo così.
Il suo istinto continuava a pulsare, sentendo avvicinare sempre di più quella presenza.
Tentò di allontanarsi da essa, ma non sembrò esserci scappatoia.
Si rifugiarono in una grande stanza, che sembrava una biblioteca.
Daglas si appoggiò a un tavolo, tentando ci calmarsi.

-Daglas, cosa sta succedendo...?- gli chiese Mirai preoccupata, avvicinandosi lentamente.

Ad un tratto qualcosa sfondò il pavimento della stanza, alzando un grosso polverone.
Il ragazzo mise dietro di se i due.

-Preparatevi a combattere, abbiamo a che fare con un nemico grosso...-

Si intravide una figura femminile, stagliandosi dalla polvere.
La cosa che più balzò all'occhio erano le corna asimmetiche, storte, nodose e avvolte su loro stesse.
Possedeva una tuta organica liscia, quasi sembrando pelle, se non fosse per il fatto che fosse tendendo al rossiccio.
Sulle spalle aveva delle punte d'ossa. Aveva una mantellina intorno alla vita, i capelli erano bianchi e tirari all'indietro, lunghi fino alle scapole e gli occhi... lasciavano trasparire quale era la sua natura e le sue intenzioni, rossi come il sangue fresco.
Spalancò un occhio e socchiudendo l'altro, lasciando trasparire un pelo di follia.

-Ti ho trovato, piccolo meticcio!- puntò gli occhi subito su Daglas.

La riconobbe subito, capendo che avrebbe passato un brutto quarto d'ora.

***********

Thomas si perse in quei cunicoli, escogitando una soluzione, che magari gli sarebbe dovuto venire in mente prima.
Fece un profondo respiro, ricoprendo i piedi con la magia del fulmine.
Guardò sul soffitto, facendo un piccolo salto, per poi sfondarlo procurandosi un grande dolore e uscendo allo scoperto.
All'ultimo schivò una lancia, spaventandosi. Si nascose in un vicolo lì vicino.
Si concentrò, per poi seguire la traccia lasciata da Elasia.
Saltò da edificio a edificio, trovandola e notò che era in compagnia del tizio che aveva salvato, dirigendosi verso l'edificio centrale.
Corse a perdifiato caricando il colpo, per poi lanciarsi in un calcio volante.

Elasia sentì la sua presenza, ma se ne accorse all'ultimo, proteggendosi incrociando le braccia per parare quell'attacco.

-Cucù stronza!- fu così potente da spostare entrambi contro l'edificio sfondando i muri.

Provocarono un forte spostamento d'aria, facendo sbilanciare Ciar, che cadde a terra. Alzarono anche un grosso polverone.
Qualche minuto prima, Simon scese dal muro senza problemi, andando incontro al ciarlatano.
Ebbe qualche problema ad evitare i soldati e tutto il resto, ma riuscì nell'impresa.
Stava per raggiungerlo, ma in quello stesso momento arrivò Thomas che provocò lo spostamento d'aria, che arrivò anche a lui, facendolo cadere a terra.
Dopo che il polverone si diradò ebbe una visione migliore e impugnò la spada, attivandola.

-Ti ho trovato ciarlatano!- urlò con rabbia, guardandolo con disprezzo.

Ciar quasi sobbalzò per la paura, andando a rifugiarsi dentro l'edificio, correndo.
Simon lo inseguì.

Elasia e Thomas iniziarono ad avere una amabile discussione.
Dopo aver sfondato il muro iniziarono a darsi colpi senza indugio.
La donna sembrava però limitarsi a parare i colpi, mentre il ragazzo ci andava giù pesante.
Gli sembrava di colpire blocchi di acciaio e già aver frantumato massi prima non lo aiutava, in quanto gli aveva reso i piedi doloranti, ma resse il dolore.
Stava per colpirla ancora, ma alzò le braccia incrociate per difendersi.
All'ultimo cambiò gamba inforcandolo sopra i suoi arti, abbassandogliele. Per sferrare il secondo colpo usò le sue braccia come appoggio, dandole una ginocchiata in pieno viso potenziato dai fulmini.

Questo la fece indietreggiare, ma non le aveva recato alcun danno.
Gli fece segno di no con un dito.

-Dovresti sapere che ormai ho una pelle piuttosto dura. è impossibile che tu mi possa ferire.-

-Sì, da quando perdesti la tua umanità. Ma mi sembra di averti fatto male più di 10 anni fa, o sbaglio?- girò il coltello nella piaga, facendole ricordare quel momento.

-Non ero ancora completa all'epoca! Ma ora... però devo ammettere che col tempo sei diventato un bel ometto Thomas. Se non fosse successo quello che è successo... un pensierino su di te lo avrei fatto.- Elasia si leccò le labbra maliziosa, osservandolo il fisico che si era fatto.

Le rispose dandole un calcio in pieno volto, ma lei si chinò schivandolo.

-Ma rimane sempre un po' infantile vedo. Siccome sei diventato grande devi dimostrare maturità e saper essere tollerante.- quello che disse fu una grande ipocrisia.

-Osi parlarmi di maturità e tolleranza? PROPRIO TU?! Tu che hai ucciso la persona la persona che più ammiravo solamente con lo scopo di trasformarti?!- all'inizio parlò con calma, per poi urlare dando sfogo a una rabbia repressa da anni verso di lei.

-Ho incontrato un sacco di persone, perdonato e dimenticato, ma tu...- si sfilò l'elastico per capelli, sciogliendoli.

Thomas venne pervaso dalla magia del fulmine. Alcuni ciocche di capelli si drizzarono all'indietro prendendo la forma di un tuono, mentre due ciuffi si misero in avanti, prendendo anche loro quella forma.
Gli occhi divennero seri e taglienti, guardandola. Dall'occhio destro sembravano uscire delle scariche elettriche.
Alzò un ginocchio quasi fino al busto, girandolo di lato, mettendosi in una posa di lotta.
Sembrava che i capelli facessero da conduttori di elettricità per aumentarne la potenza.

-...NON TI PERDONERò MAI PER CIò CHE HAI FATTO!!!!!- ad un tratto l'aria si elettrificò, scatenando grosse scintille magiche che sfregiavano il pavimento sotto di se.

-Dovresti mostrare rispetto verso una tua superiore sai?-

Ad un tratto Thomas le passò avanti, lasciandosi dietro una scia elettrica, senza che lei se ne accorgesse.

-Me ne sbatto il cazzo.- Elasia girò la testa verso di lui, senza capire cosa avesse fatto.

-Via del dio del tuono, primo kata: tuono primordiale.-

La donna sentì all'improvviso un dolore atroce al petto, come se avessero provato a tagliarla a parte, seguito da un tuono che la attraversò nello stesso punto, folgorandola.

ANGOLO AUTORE(i capitoli 15 e 16 sono stati uniti in questo)
è stato un parto sì, perché certe scene mi bloccavano(tipo quella iniziale) costantemente e mi fermavo sempre.
Ora dovrebbero andar bene, ma non sono i meglio riusciti purtroppo, potevano venir meglio, ma attualmente è stato il massimo che potevo offrire. Mi dispiace, nel prossimo vedrò di rifarmi e riscattarmi!
E se tutto va bene forse potrò pure mettervi degli studi dei personaggi della storia. Col tempo aggiungerò qualche bella chicca.
Ora si sono messi in una bella situazione di me*** gli altri eh? Thomas rivede persino una sua vecchia conoscenza molto gradita., come avete potuto notare. Verranno introdotto alcune cose nuove in questo piccolo arco narrativo, che amplierà il mondo di Braveheart.
Stay tuned!

Curiosità
- l'abilità magica di Dante è qualcosa di unico al mondo, in quanto non esistono magie basate sulla materia oscura. Perciò nessuno sa di cosa è capace, in quanto la sua abilità è del tutto sconosciuta. anche se spesso gli è stato richiesto di poter essere studiato ha sempre rifiutato. dicendo che non è la cavia di nessuno.
- con bastardo si intende una persona nata da una unione illegittima. E Lagala è una specie di diminutivo e dispregiativo nel linguaggio dei demoni, usata più per prendere in giro e/o offendere.
   
 
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