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Autore: Teemo Omegasquad    07/07/2020    1 recensioni
Due esistenze collisero l'uno contro l'altro, dando vita a un evento storico che cambiò il mondo: la scoperta delle razze magiche.
Si pensò che si potesse coesistere insieme, all'inizio.
Portò a grandiose scoperte, ma purtroppo, anche disgrazie. Questo portò a crisi sparse a livello globale e continui conflitti, facendo capire che gli umani non erano più la razza dominante.
Per fortuna qualcuna non rimase ferma, muovendosi di conseguenza per porre fine a tutto ciò. I suoi ideali non si fermarono di fronte a nulla, appoggiata da persone a lei fidate.
Questo portò alla pace e fondazione di un ordine di cavalieri e paladini, votati a mantenere la tregua tra le razze, passando da testimone a testimone.
Però non tutti erano d'accordo su questo, trovandosi scomodi, pensando anche di essere nel giusto.
Questa storia racconta della nuova generazione e delle loro avventure e di quello a cui andranno incontro, lungo il loro cammino.
Genere: Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Capitolo 9: Spirito aureo
_______


Nella cittadella regnava il caos. I soldati della Convocazione stavano combattendo contro i civili, ma per fortuna non tutti.
Tentarono di salvare quelli rimasti.
Mentre facevano il loro lavoro, quello che sembrava una bambina, con un vestito grazioso e capelli a caschetto, si copriva il viso piangendo.
Dei soldati andarono da lei, mentre Siegfald guardava da lontano e dava gli ordini.
Quando le chiesero cosa succedeva lei indicò in una direzione, bofonchiando la parola "mamma".
Seguirono le sue indicazioni.
Di nascosto fece un sorrisetto malvagio, intravedendo una grossa pupilla.

-Signore! Abbiamo trovato questa bambina.- i soldati la portarono dal capitano, che li guardava straniti.

-Quale bambina idioti? Avete le allucinazioni?!-

Notarono solo ora che era sparita nel nulla. Stava camminando in un vicolo allegramente e canticchiando come una bambina, prende prese un telefono dalla tasca.

-Pronto Elasia? Sono Eurasia. Possiamo andarcene, abbiamo fatto il dovuto. Beh, perché no?- ghignò divertita.

I soldati vennero rimproverati aspramente.
Ad un tratto qualcosa colpì la testa di Siegfald, sporcandolo di nero. Alzò la testa infuriato, scoprendo che il colpevole era la scimmia di inchiostro di Daglas sopra un edificio. Gli fece anche delle pernacchie.
Più arrabbiato di prima, colpì la struttura buttandola giù. Lo scimmiotto lo prese ancora in giro, scappando via.

-Ti insegno io a lanciare le cose addosso la gente, stronza!- la inseguì subito, menando la mazza all'aria.

Dei soldati lo seguirono.
L'animale li condusse dagli Sfregiati in gabbia. Quando raggiunse il suo scopo si dissolse in una macchia nera a terra.
Si approntarono a liberarli immediatamente.

-Non ci sto capendo più nulla!-

*******

Il tuono colpì con violenza Elasia, subendolo per lo più per la sorpresa.

-Seconda fare, tuono di ritorno!- si girò veloce verso di lei, colpendola alla schiena una seconda volta.

Un secondo tuono le giunse addosso, colpendola nello stesso punto. Quegli attacchi la bloccarono per qualche secondo.
Thomas ne approfittò per andarle addosso per colpirla direttamente, prima di tornare normale. Anche se stava già subendo le ripercussioni sul fisico.
Stava per tirarle una ginocchiata, quando glielo bloccò con una mano.
Era girata verso di lui, mentre del fumo le usciva dalla bocca.

-Dovresti preservarla la tua giovinezza, Thomas. Usare tecniche così potenti... non ti giova.- gli carezzò il mento, mentre sorrideva con malizia.

Le afferrò la testa, assestandole il colpo dritto in faccia, ma sentì qualcosa di estremamente duro che lo fece indietreggiare di scatto.
Ritornò normale, sentendo un atroce dolore al ginocchio.
Notò che nel punto in cui la aveva colpita c'erano delle scaglie violacee e giallognole, risolvendo l'arcano. Elasia ghignò divertita.

-Oh, vero. Il corpo umano è davvero fragile rispetto a quello di un drago. Dico bene...?- lo prese in giro, godendosela.

-Brutta...!- fece uno scatto per avvicinarsi a lei.

Piantò le mani a terra usandole come leve, girando su se stesso con poderosi calci multipli.
La colpì in svariati punti, ma era come colpire un blocco di acciaio. Non la smuovevano nemmeno, tenendo sempre quel ghigno derisorio e superiore. Aveva formato una specie di armatura con le scaglie, proteggendola.

-Te lo tolgo quel sorrisetto!- deciso le mise la pianta del piede in faccia, mettendoci tutta la forza che aveva.

-Vedo che quelle tecniche di prima ti hanno "scaricato". Ora ti faccio vedere come si da un colpo.- sempre col sorrisetto, aveva bloccato il piede con una mano.

Alzò l'altra mano, allargando gli angoli della bocca in un sorrisetto maligno. Gli diede un pugno in faccia che lo lanciò lontano, fermato solo dal muro.

-Che...male...!- non ebbe il tempo di respirare che Elasia, prontamente, volle colpirlo ancora.

Thomas balzò in alto.

-Terzo kata, Spaccacielo!- distese una gamba in avanti cospargendolo di scariche, precipitandosi con il tallone a mo' di martello a gran velocità.

La colpì sulla testa con gran violenza, crepando anche il terreno sotto di lei. Le scariche la pervasero da cima a fondo, ma si vedeva che non erano forti come prima.
Lo prese per la caviglia, divertendosi a sbandielarlo di qua e di là, per poi gettarlo a terra.
Disperatamente la afferrò per il braccio, strattonandola verso di lui dandole una testata sulla fronte. Le piantò un piede nello stomaco gettandola all'indietro, per poi distanziarsi nella direzione opposta.
Quando mise i piedi a terra, sentì una gamba formicolare quasi perdendo l'equilibrio. Ansimò, sentendosi sempre più debole.

-Fai proprio tenerezza, lo sai? Sembri un cucciolo indifeso. Potrei adottarti, piccolo cucciolino!- le faceva quasi tenerezza nel vederlo in quelle condizioni.

-Mi dispiace, ma sarei una responsabilità troppo grande per una persona come te...!- tra gli ansimi ridacchiò, facendo poi un respiro profondo.

Si abbassò di colpo, precipitandosi di scatto da lei, piantandole di nuovo il piede nello stomaco. I quel singolo colpo fece ricorso alle sue ultime energie magiche, per rendere i fulmini più potenti, fulminandola.
Le scosse la pervasero di nuovo con più violenza. Del fumo le uscì dalla bocca.
Thomas cadde rovinosamente a terra. Perse la sensibilità alla gamba e dolore nell'altra, facendo una smorfia di dolore.

-Già meglio rispetto a prima, ma non basta. Hai sbagliato ad usare subito il turbo, non sei durato molto.- si chinò su di lui, ghignando, mentre si divertì a giocare coi suoi capelli.

Continuava a vederla con occhi determinati, non cambiando anche se era messo male.
Elasia, per qualche motivo, perse il suo ghigno.

-Ancora quello sguardo... proprio come il suo!- fece una smorfia di fastidio, mentre gli afferrò la testa per girargliela.

Era tentata di staccargliela, dettato dall'istinto di drago, anche se era artificiale. L'altro braccio cambiò forma, assumendo una forma più grottesca e grande, ricoperta di scaglie.
Ad un tratto si sentì un squillo e mollò la presa, tirando fuori un telefono posandolo all'orecchio.
Thomas non potè sentire cosa le stavano dicendo, ma riacquistò il sorrisetto. Si girò per un momento verso di lui, facendo tornare l'arto normale.

-Voglio rovinargli di più la festa. Sei d'accordo...?- mise l'apparecchio in tasca, chinandosi di nuovo.

Tirò fuori un foglietto e una chiave, mettendoglielo in tasca.

-Segui le indicazioni. Troverai una persona che conosci. Ci rivedremo piccolo Thomas.- lo salutò con la mano, andandosene trasformandosi in drago.

Provò a rialzarsi, zoppicando. Si appoggiò al muro, recuperando fiato e tirando fuori il pezzo di carta.
Era una specie di mappa da quel che sembrava. Una persona che conosce? Fece un respiro profondo, avviandosi.
Lo condussero nelle segrete. C'era anche un numero sul foglietto, cercando quello corrispondente.
Giunse davanti a una cella, intravedendo una figura femminile ricoperta da catene di vario tipo. Aveva la testa chinata , con i capellli bianco-argento che le cascavano fino a terra con delle piccole corna ricurve ai lati della testa, ma si poteva intravedere una parte del viso.
La guardò meglio, per poi allarmarsi e affrettarsi ad aprire la cella, liberandola dalle catene.

*****

-D-daglas, chi è lei...? L-la conosci...?- chiese Mirai, con la voce tremante.

Daglas prese l'impugnatura, sguainando lo spadone nero.

-Vedo che il bastardino è armato. Ma saprai usare quel stuzzicadente?- ghignò divertita, vedendo la scena.

Mirai cominciò a preoccuparsi seriamente, tenendo in mano la scatolina della pianola, tremolante.
Willirgham invece tremava dalla paura e capì che la situazione sarebbe peggiorata in pochissimo tempo.

-è... mia zia. Mirai, Will... andatevene. Lei vuole solo me.- disse con fermezza, dando la schiena ad entrambi.

-M-ma non possiamo lasciarti solo...!-

Daglas schioccò le dita, facendo apparire dei grossi cani che presero i due, portandoli via.

-Nessuno deve mettersi in mezzo a uno scontro tra due demoni, anche se tu... non saprei definirti tale a causa della tua natura umana.- lo guardò dall'alto in basso, facendo una smorfia di disgusto.

-Vuoi ancora parlare...?- le chiese con freddezza, puntandole contro lo spadone, con sguardo tagliente.

-Hai ragione. Vediamo se sai davvero davvero usare quell'arma.- allungò le braccia ai lati, con un ghignò perverso.

Cominciarono a fare uno strano rumore di carne dilaniata e ossa spezzate, facendo uscire altre due braccia per lato, arrivando a un totale di sei.
Gocciolavano uno strano sangue rosso, misto al nero.
Con uno scatto si avvicinò velocemente a lui.Se ne accorse troppo tardi, provando a reagire colpendola con lo spadone.
Con due mani afferrò la lama, bloccandola. Col lato sinistro lo colpì in tre punti differenti: viso, pancia e gamba destra.
Per la potenza messa lo lanciò via, disarmandolo, e lasciandosi dietro una scia di inchiostro. L'impugnatura perse potere, facendo sparire la lama, e cadde a terra. Daglas, invece, finì contro una libreria, subendo addosso una cascata di libri.

-Ricorrere a oggetti umani del genere...?- prese l'elsa con due dita, esaminandolo come se fosse spazzatura o qualcosa di viscido e sporco.

-E questo ti piace...?!- quando uscì dalla catasta di carta, alzò la mano con un colpo secco, tenendo in mano quello che assomigliava a un piccolo manico nero.

Rapidamente si alzò quello che sembrava essere una corda, per poi rivelarsi essere una frusta che con colpo deciso le prese il viso, aprendole una piccola ferita sulla guancia.
Prese al volo il capo della frusta, tirandolo verso di lei all'improvviso.
Daglas non ebbe il tempo di reagire, che venne trascinato a forza. Provò a lasciarsi andare all'ultimo, ma lei fu più veloce, assestandogli un doppio pugno nello stomaco. Accusò fortemente quel colpo, mancandogli il fiato.

-L-lasciatemi...!- Mirai stava provando a liberarsi dalla presa del cagnone.

Ad un tratto i due grossi cani scomparvero in una grossa chiazza nera, guaendo sofferenti, esalando l'ultimo respiro.

-Cosa è successo?- chiese Will preoccupato, intuendo cosa potrebbe aver causato la cosa.

-D-daglas...! Ha bisogno del nostro aiuto...!-

-Non vorrai tornare indietro, vero?! Quella è un mostro...! Non hai paura?!- la paura stava controllando la bocca del ragazzo, tentando di far desistere la ragazza.

-...sì, ho tremendamente paura..! Ma... non sarebbe giusto lasciarlo da solo...!- dopo quelle parole infuse di coraggio, ritornò indietro, sfoderando la pianola tecnologica pronta per essere usata.

Will stava per andarsene, ma quelle parole avevano colpito dritte al punto. Per qualche secondo esito, per poi girarsi e seguirla. Stava maledendo se stesso, continuando a ripetersi che non andrà a finire bene.

Daglas era disteso a terra, ansimante. Tutto intorno alla stanza era sporco di grossi schizzi di inchiostro. Era ridotto male.
La donna-demone teneva il piede sopra la sua testa.

-Perché sei qui...?!- tentò di alzare lo sguardo verso di lei.

-Ero venuta a discutere di affari con la persona con cui quel Ciar lavora. Ma alla fine ho trovato di meglio. Ti porterò con me, così avrò le grazie di mio fratello!- sghignazzò divertita, mentre premeva.

-Sempre ossessionata da mio padre...! Ora però... vediamo se ridi ancora.- mosse una mano, per poi chiuderla a pugno.

Le chiazze nere cominciarono ad allungarsi lentamente, per poi agire veloci e di scatto, trafiggendola in svariati punti. Quelle ferite potevano essere mortali per un umano, ma per un demone erano solo brutte ferite.

-D-dannato bastardello...!- tossì sangue, perdendo l'equilibrio.

Sigraph rotolò di lato, afferrando l'impugnatura creando lo spadone.
La prese con entrambe le mani, per tenerla saldamente. Con decisione la colpì in pieno, procurandole un profondo taglio sul busto, arrivando fino al viso.
Sentì che qualcosa teneva bloccata la lama. Alzando la testa potè notare che, quando era arrivato al suo viso, la aveva bloccata con la bocca, spezzandola in svariati pezzi.
Per un secondo barcollò per quella azione. Strinse il manico, iniziando a menare fendenti, ma a causa della lama spezzata il raggio d'azione era limitato.
Le andò addosso prendendola per la vita, infilandole lo stomaco. Sputò un rivolo di sangue, per poi afferrarlo per i polsi e i capelli, colpendolo ripetutamente alla faccia e al ventre.
Lo prese per il collo, sollevandolo.

-Tsk... fai pena. Sai solo menare colpi a caso.- cominciò a stringere lentamente la presa, con lo scopo di fargli perdere i sensi.

Ad un tratto sentì il suono di una tastiera, iniziando a barcollare e la sua vista iniziò a offuscarsi. Lasciò cadere Daglas a terra, dolorante.
Stava sentendo il suono di un pianoforte e girò lo sguardo verso Mirai tenendo il capo abbassato, digrignando i denti.
La ragazza sbalzò per la paura quando la inquadrò, fermandosi dal suonare. Will si nascose dietro di lei, era più impaurito di lei.

-F-fermati...! è pur sempre tuo nipote...!S-sei un mostro...?!- raccolse quel poco di coraggio che aveva, sudando freddo e con agitazione.

-Ragazzina...- girò lentamente la testa verso di lei, mentre il suo viso stava mutando.

Il viso si allungò facendo appuntire il mento. I denti si allungarono assumendo una forma più spietata e affilata e la metà superiore della faccia venne ricoperta dall'energia negativa formando una specie di visiera, su cui apparirono una miriade di occhi che continuavano a muoversi.
Le corna si contorsero di più. Solamente la testa aveva assunto una forma aberrante e grottesca.

-Sai com'è un vero mostro?!- tutti i bulbi si puntarono su Mirai, rimpicciolendo le pupille in segno di pazzia. La voce era alterata, come se non appartenesse a quel mondo.

Era qualcosa di disturbante vedere tutti quegli occhi puntati su di lei.
La paura le strinse il cuore, bloccandole corpo e respiro.
Daglas si rialzò afferrandola per le corna, avendo modo di avere controllo di lei in parte.
Le assestò una ginocchiata in pieno viso, o quello che era, spezzandole le corna, piegandola per il dolore a causa del colpo.
Lo afferrò per il collo, sollevandolo da terra, stringendo pian piano.

-Sporco essere! Ti ridurrò in fin di vita!- si concentrò su di lui, arrabbiata.

-Prima... devi farlo!- li fece girare nelle mani, trafiggendole il viso con violenza.

Lo lasciò andare per il dolore, facendo un urlo straziante e alieno, sanguinando copiosamente.
Le dita di Mirai ballarono sui tasti, intonando una melodia che aiutò la guarigione di Daglas.
Will si avvicinò a lui.

-Scusami, ma farà un po' schifo...!- una sostanza viscosa uscì dalle sue mani, che posò su alcune ferite.

Queste cominciarono a guarire, ma, purtroppo, avevano sottovalutato il loro nemico.
Con scatto fulmineo la donna-demone afferrò Will per la testa, facendogliela scontrare contro la parete, spaccandola.
A causa dell'impatto fece sbalzare poco più avanti Daglas, notando che il ragazzo aveva perso i sensi per il colpo.
Subito dopo si girò verso Mirai, andandole addosso.
Sigraph, allarmandosi di colpo, creò delle catene che lanciò contro di lei.
Rondo, presa dal panico, cominciò a intonare qualcosa mentre quel mostro si avvicinò a lei.
Alzò la mano per colpirla, ma proprio in quel momento le catene la bloccarono e potè notare che la musicista era poco più in là. Era convinta di averla colpita.

-C-confondi sensi...!- era riuscita a disorientarla, salvandosi la vita.

La donna ringhiò infastidita e con uno strattone si trascinò Daglas verso di lei, afferrandolo per il collo.
Sigraph ne approfittò, ancorandosi con le mani al suo polso e rompendole il braccio. Una volta liberò la prese per la vita lanciandola via e si mise vicino a Mirai.

-C-cosa facciamo con Will...?- ora che la situazione si era calmata si preoccupò del compagno, vedendo come era messo.

-è vivo, ma privo di sensi. Dobbiamo prima sistemare lei.- non distolse gli occhi dalla sua parente, rimanendo in guardia.

Iniziò a fare un piccolo e flebile lamento, che mentre man mano che si stava alzando come uno zombie si faceva più forte.
Quel lamentò, di colpo, si tramutò in un grido scagliando di colpo due fendenti veloci di energia negativa contro Mirai.
Chiuse gli occhi per la paura, alzando le braccia come scudo, ma sentì che qualcos'altro aveva subito quell'attacco.
Daglas si era messo in mezzo, con un'espressione di dolore. Sulla sua schiena si era formata una grossa X bruciante, con delle piccole fiammelle nere che ancora ardevano.

-D-daglas...!- spalancò gli occhi preoccupata.

-Che inutili sentimenti umani. La nostra stirpe demoniaca dovrebbe portare il disastro nel mondo! Ma tu decidi di voler fare l'eroe! Mi fai schifo!- con un calciò lo colpì alla testa buttandolo a terra.

Mirai si spaventò per il colpo, cadendo all'indietro a terra sul sedere. Era di nuovo paralizzata dalla paura.

-Sinceramente non lo capisco... specialmente la tua esistenza. Mi domando perché ha voluto propagare la nostra stirpe con un'umana! Avrei voluto tanto ucciderla io, prima che scomparisse!- ritornò normale, mentre digrignava i denti per la rabbia.

Daglas sgranò gli occhi di colpo, nel sentire una notizia simile.
Lo afferrò per il corno, sollevandolo da terra. Il ragazzo fece una smorfia di dolore, sentendo il modo in cui lo teneva su.

-Ora pensò che mi divertirò! Urla puttana! Urla per il mio piacere!- prese un pezzo di legno ben appuntito, infilzandoglielo nell gamba.

Mugolò forte per il dolore, ma non le diede quella gioia.
Infastidita continuò a far entrare e uscire la punta nello stesso punto, rigirandolo anche, pur di farlo soffrire.
Ad un tratto le forze le mancarono e i sensi cominciarono a lasciar a desiderare, proprio nello stesso momento in cui era iniziata una melodia.

-Ancora tu, dannata umana...!- infastidita, le lanciò con forza il paletto che usava per torturarlo.

Per istinto di sopravvivenza, Mirai alzò la pianola per difendersi in qualche modo, chiudendo gli occhi.
Sentì un dolore allo stomaco, sentendo qualcosa risalirle in gola.
Quando li riaprì potè vedere la punta che la aveva trafitta la pancia e tossì un rivolo di sangue. La tastiera che aveva usato come scudo era stato epentrato facilmente da esso.
Cadde sulle ginocchia, sostenendosi allo strumento danneggiato. Faceva fatica a respirare, senza estrarre il pezzo di legno.

-Sistemata... ora...- tornò a concentrarsi su di lui, ghignando.

All'improvviso la afferrò per il collo, piantandole le dita nelle sue carni, pronto a spappolarglielo. Sputava sangue da quanto stava stringendo forte.
Il suo volto era contorto da una rabbia primordiale, ferina, tutta rivolta verso di lei.
L'intero corpo di Daglas emanava energia negativa, di cui la mano sinistra ne era impregnata.
Il corpo della donna potè sentire su di lei la paura della morte. Nella sua aura nera potè intravedere un sorriso maligno e distinguere delle corna.
Con un singolo e potente colpo la colpì in piena faccia, schiantandola contro il muro e alzando un bel polverone. Quel pugno fu così potente da staccarle il braccio che lo teneva su, cadendo a terra come un sacco di patate.
Ma, per qualche motivo, si sentì spossato, come se le sue energie venissero risucchiate via da qualcos'altro, tornando normale.

-Ora capisco perché...! Per il potenziale evolutivo, possiedi qualcosa di cui non ti rendi nemmeno conto! Adesso che è tutto chiaro... ti porto da lui!- uscì subito dal polverone, con metà faccia liquefatta, si poteva vedere persino il teschio.

Gli saltò addosso, allungando un braccio, ma qualcos'altro glielo staccò, facendola indietreggiare e urlare dal dolore.

-Xolodal, la tua ossessione per tuo fratello è qualcosa di malato...- Xidra teneva il suo braccio staccato, mettendosi in mezzo tra lei e Daglas.

-Xidra?! Fatti da parte subito!- rigenerò il braccio, ma per qualche motivo non ci riuscì per il viso.

-No. Vai via, non voglio ucciderti. Non lasciarmi altra scelta...- la addolorava il pensare di doverla uccidere.

-MAI!- fece un verso animalesco, saltandole addosso.

Menava colpi a destra e a manca, continuando a schivare. Tentava anche di dissuaderla a continuare, prima di dover ricorrere all'estrema scelta.

-Ti sei rammollita! Sei non fosse stata per quella sgualdrina saresti qua con me!-

Quelle parole le diedero fastidio, prendendo la sua scelta.

-Ragazzina, chiudi gli occhi. Scusami, amica mia...- si rivolse a Mirai, trafiggendo l'addome di Xolodal con una mano, bloccandola.

Lei fece come dice.
Xidra scatenò una tempesta di energia negativa dentro il suo corpo, facendola implodere dall'interno. Si sciolse velocemente, lasciando solo le ossa.
Nello stesso momento uscì dal buco nel pavimento quello che sembrava essere una donna molto magra, ricoperta del tutto da bende, con delle corna e quello che sembrava essere un becco di ossa che le copriva testa e volto.

-Qela, occupati subito di loro. Hanno bisogno del primo soccorso. Io devo andare avanti.- si alzò, lasciandoli alle cure della tipa bendata, per poi andarsene.

-Subito capitano.- le bende si mossero da sole, raccogliendoli.

Ricoprirono le ferite di Daglas, raccolsero Will e fecero in modo di mantenere le funzioni vitali di Mirai stabili. Li prese tutti e tre, portandoli via con se.
Sigraph potè dare uno sguardo a Xidra, poi verso Rondo. Era sofferente, ma per fortuna ancora viva. Perse subito dopo i sensi, chiudendo gli occhi.

*******

Leon e Jack stavano combattendo nel corridoio, fino a giungere in quello che sembrava una sorta di laboratorio, con svariate attrezzature che sembravano costose.
C'erano anche delle gabbie con dentro quello che sembravano dei bambini e adulti di svariate razze, trattate come bestie.

Squallearth li guardò un po' sconvolto, ma non poteva soffermarsi troppo per via dell'avversario che aveva davanti.

-Certo che hai la pellaccia dura!-

-Levati di mezzo! Devo raggiungere quel ragazzo!- disse infastidito dalla sua presenza.

-Cos'è questa fissazione per Simon? Ti sei innamorato a prima vista per caso?- lo prese in giro, simulando con le labbra quelli che sembravano dei baci.

-Non sono cose che ti riguardano!- gli lanciò contro delle lame circolari di carta.

Con la propria arma riuscì a deviarne una, mentre l'altra gli sfiorò il viso, facendogli un piccolo taglio sulla guancia, lasciando colare una piccola goccia rossa.

-Prendi un po' troppo alla lettera "tagliente come la carta" vedo!- impugnò al contrario la lama, andandogli addosso.

Gli lanciò contro l'arma subito dopo, facendolo tornare alla sua forma originaria, ovvero una pietra leggermente tagliente.
Sembrava un gesto disperato, frantumandolo facilmente colpendolo col braccio sinistro, ma ebbe una spiacevole sorpresa.
Leon si era portato sul lato sinistro avvicinandosi a lui, e al tempo stesso aveva caricato della magia del vento nella mano destra.

-Replica: Vento di burrasca!- ghignò divertito, colpendolo in pieno petto, scatenando un vero e proprio tornado che lo fece volare via.

Grazie a un pezzo di carta recuperato da prima creò un rampino, ancorandolo al pavimento, ma ciò non lo salvò, sbattendolo con violenza contro la parete.
Tornò a terra abilmente, avendo qualche problema a respirare a causa del dolore alla schiena.

-Magia di imitazione... l'ho sempre odiata...!- digrignò i denti, guardandolo con rabbia.

-Beh, se ci vedremo ancora ti ci dovrai abituare!-

-Parli troppo!- recuperò la fune di carta, tramutandola in una lunga falce che stava andando contro Leon.

Quando toccò il terreno con una mano questo diventò più malleabile, afferrandolo. Quando lo lanciò contro Jack la punta assunse una forma affilata, che lo colpì in pieno viso procurandogli un bel taglio sgorgante.
Gli fece gettare la testa all'indietro per quell'attacco improvviso, inarcando leggermente la testa.
Ad un tratto lo afferro per la maglietta, dandogli una testata dritta in fronte, facendolo barcollare.
Jack creò dei tirapugni, iniziando a dargli dei pugni in svariati punti.
Ogni colpo assestavo gli faceva male come se fosse fatto di ferro. Provò a bloccarne alcuni, ma fece fatica nel reggere la sua velocità.
Si abbassò di colpo, falciandogli le gambe e facendolo cadere.
Nello stesso momento in cui stava per cadere gli saltò addosso, creando un forcone con la carta. Era sopra di lui e la finestra di reazione era pressochè minima.
Ebbe un'idea, ma gli sarebbe costato. Si lasciò infilzare la spalla con quel utensile rudimentale, schizzando qualche goccia di sangue e smorfia di dolore.

-Preso...!- Leon, sopportando il dolore, gli afferrò saldamente gli avambracci senza più lasciarlo andare, mentre delle scosse gli pervasero una gamba.

-Replica: via del tuono!- gli assestò una forte ginocchiata nello stomaco, colpendolo con anche delle scariche elettriche.

Il forcone perse forma, tornando a essere un pezzo di carta e ne approfittò per staccarselo di dosso, lanciandolo contro una scrivania.
Approfittò che era ancora intontito dalle scariche, modellando il terreno soto di lui bloccandolo.
Si strappò un pezzo di maglietta, usandola come fasciatura per la ferita alla spalla. Mentre si stava per sedere accarezzò il terreno sotto di lui.

-Ora dimmi... cosa ci fai di bello qui?- gli chiese scherzosamente.

-Perché uno come te dovrebbe chiedermelo...?- ad un tratto si poterono sentire dei piccolissimi botti provenire dalla gabbia di terra.

Iniziò a creparsi facilmente e con la sola forza bruta la sgretolò, rialzandosi. Dei pezzettini di carta volarono via in frantumi.

-Ma che sei? Terminator?! Nemmeno un attimo di riposo!- si alzò di scatto pure Leon allontanandosi, ma stavolta ghignò.

-Vediamo se questo ti piace! Replica: furia della terra!- a quelle parole il pavimento sotto di loro cominciò a tremare, ammorbidendosi.

I piedi di Jack sprofondarono, bloccandolo ancora.
Da terra si innalzarono una miriade di pugni di pietra, andandosi a scontrare contro di lui con grande furia.
In un gesto disperato creò degli scudi, ma non furono sufficienti in quanto lo colpirono ripetutamente senza sosta. Lo conciarono per le feste.
Con uno scatto si avvicinò spaventosamente a lui, mentre una luce blu avvolgeva la sua mano destra.

-Replica: Stellar Storm!- pinatò per bene i piedi per terra, assestandogli un colpo nello stomaco.

Ci mise tutte le energie per renderlo il più potente possibile e infatti lo fece volar via, sfondando anche la parete dietro di lui.
Leon ansimò per la fatica, cadendo rovinosamente col sedere per terra e appoggiandosi con le mani.

-Ho... bisogno di una bibita energetica cavolo...! Sono sfinito...!- tra gli ansimi di fatica, ridacchiò, buttando la testa all'indietro.

-Ma prima... meglio fare qualcosa per queste cavie e trovare un modo per avvertire i soldati di tutto ciò.- fece un verso svogliato a causa della stanchezza e usò uno dei tavoli del laboratorio per rialzarsi.

******

-EUGENIE?!- Anastasia urlò sorpresa, quando si tolse i cappuccio.

-Esatto! Hai indovinato!- Eugenie sparò in aria dei coriandoli, ghignando.

-Lo conosci...? Quel...coso...?- Felynia fece un'espressione stranita, vedendo il modo in cui era messo e disegnato.

-Sì, ma tempo fa non era così...!-

-Oooora, ho del lavoro da fare. Potreste lasciarmi in pace, ragazze?-

-Cosa ti è successo?! Perché hai fatto la Simbiosi?- la lucertola provò a parlarci, per capire meglio.

-Sono stato aiutato da qualcuno a cui piace farsi chiamare in modo buffo! E mi ha accolto con lui, in cambio di servirlo! è stato gentile, no?- mentre parava piroettava come una ballerina su se stesso, per poi fermarsi e fare un'espressione dolciosa con sorriso.

-Dimmi come si chiama...!-

-Mmmh, no.- tirò fuori la lingua.

Ad un tratto gli arrivò addosso una fiammata, facendolo balzare via.

-Smettila di dar fiato alla bocca, lucertola- Felynia la riportò alla realtà con freddezza, con la mano infiammata.

Fece fatica a crederci, ma vedendo il modo in cui si comportava aveva qualcosa che non andava.
Eugenie gli indicò con un dito di guardare sotto di loro, facendo notare che c'erano delle piccole bombe con le gambe piazzate sotto di loro.
Tentarono di reagire, ma esplosero prima che potessero far qualcosa, alzando una grossa nuvola di polvere.

-Beh, sarà per un'altra volta.- balzò verso l'uscita allegro.

Dal nuvolone uscì Anastasia con le braccia aperte, ferita dalle esplosioni, ma non fatalmente. Gli saltò addosso stringendolo tra le sue braccia per non lasciarlo andare.

-Eugenie! Te non te ne andrai!-

-Che accollo che sei però!- si allungò in pieno stile cartone, sgusciando via da lei.

Quando toccò terra venne investito da una tempesta di fuoco.

-Sei troppo tenera.- la leonessa aprì un varco in quel incendio, colpendo con ferocia il ragazzo.

Vedendolo inerme a terra pensarono che era già finita, ma si trasformò in un tronco incenerito.

-Basta con queste citazioni per la miseria!- urlò arrabbiata e infastidita.

Il pezzo di legno si aprì in due, tirando fuori una pistola. Premette subito il grilletto, ma invece del proiettile uscì un grosso guantone rosso che la colpì nello stomaco con forza.
Eugenie riapparì alle sue spalle con un enorme martellone.
Anastasia, stufa di assistere, si mise in mezzo e grazie ai guanti riuscì a frantumare l'oggetto in mille pezzi.

-Ora basta Eugenie!- procedette subito dopo a colpirlo in faccia.

Con la forza messa in quel colpo lo fece schiantare contro un muro.
Eugenie cadde a pezzi, letteralmente, per poi ricomporsi subito dopo.
Non gli diede modo di respirare fiondandosi su di lui, assestandogli un pugno nello stomaco, che lo lanciò in aria.

-Farò le cose a modo mio! Ti darò così tanti pugni da farti tornare in te!- congiunse le mani, per poi colpirlo ferocemente.

Quando impattò col pavimento creò una piccola voragine sotto di lui.
Sfruttando la gravità gli andò addosso, scatenando un'altro polverone. Sentì del dolore ad un fianco, notando che un lungo punteruolo la aveva trafitta.
Guardò in basso e Eugenie aveva curvato il corpo per schivarla. Aveva in mano altri punteruoli, pronto a trafiggerla ancora col sorrisetto in volto.
Felynia intervenì, facendo conoscere il suo piede infuocato alla sua faccia, staccandola da Anastasia.

-Volevi rimanere ferma a farti bucherellare?- la guardò appena con la coda dell'occhio.

-No. Ho solo esitato. Forza!- si tolse l'oggetto accuminato dal fianco, stringendo i muscoli, mettendo le braccia all'indietro per dar ancora battaglia.

Felynia fu la prima a lanciarsi, scatenandogli addosso due leonesse di fuoco. La lucertola provò a fermarla, in quanto non sanno ancora della sua reale pericolosità.
Lui tirò fuori un estintore, estinguendone la forza e presenza, ma alzando una bella schiuma bianca.
Anastasia ne approfittò passandoci attraverso. Era pronta ad attaccarlo, ma Eugenie la fece passare attraverso un mantello e quando ne uscì era incatenata cadendo rumorosamente a terra.

-Sei la più pericolosa te, meglio bloccarti subito!- si mise a saltare come una molla, colpendole la schiena con le gambe.

-E io invece?!- ripartì alla carica, infastidita.

-Te sei solo una gattina troppo cresciuta.- ghignò saltelando all'indietro per distanziarsi da lei.

Piantò i piedi a terra, muovendo velocemente le mani, aprendone una. Le fiamme obbedirono a quei movimenti, circondando il cartone vivente. Le lingue di fuoco diventarono delle grosse zanne, formando una bocca di una leonessa.
Chiuse con forza la mano, facendolo inghiottire in un sol boccone. Si strinse in una piccola sfera infuocata per sopprimerlo.
Invece cominciò a deformarsi e ingrandirsi. Esplose in una nuvola di vapore e sbucò un mazzo di fiori, con su scritto un biglietto "avrai più fortuna a prossima volta".

-Vieni subito fuori!- con un colpo di zanne di fuoco dilaniò il bouquet.

Da un fuori saltò fuori Eugenie, che le baciò la punta del naso, facendola solo infuriare di più sentendosi presa in giro.
Schivò un suo colpo, facendosi da parte mentre si formò un'ombra sopra Felynia. Alzò la testa, notando che erano delle piccole sfere.
Caddero velocemente e non appena erano vicine a lei esplosero in una grande e grossa schiuma, inondandola.  Sentì qualcosa annodarsi intorno alle sue caviglie e polsi, facendola cadere a terra.
Provò ad usare le sue fiamme, ma vennero subito estinte non appena le emise senza capirci il perché.

-è schiuma estingui-fiamme! Cosi starai buona un momento!- ad un tratto si sentì una specie di suoneria.

Prese dalla tasca quello che sembrava un cerca persone, guardandolo.

-A quanto pare devo andare! è stato bello giocare con voi!- fece una piroetta, finendo in una posa scenica.

-Non vai da nessuna parte...!- Felynia era riuscita a ritornare in piedi, con un'espressione rabbiosa.

-Ok, facciamo i seri.- Eugenie fece un'espressione serie e determinata, passandole accanto.

La leonessa si girò verso di lui, sorpresa. Quando schioccò le dita venne colpita in più punti con forza. Cadde a terra priva di sensi.
Anastasia si volse verso il ragazzo, facendo un'espressione di frustrazione.

-Ciao ciao!- ritornò giocoso, andandosene.

La lucertola gridò a squarciagola. Sembrava un grido di disperazione, ma in realtà veniva da dentro di lei, nella sua impotenza.

********

Simon inseguì Ciar dentro l'edificio, notando che sembrava una fighetta da come urlava.
Lo perse un attimo di vista in un grande balcone esterno. In parte era già devastato dal casino generale. Si fermò sull'ingresso riprendendo fiato, impedendo anche altre vie di fuga.
Si era nascosto tra le macerie, ansimando e nel panico.
Prese il telefono dalla tasca, chiamando Elasia.

-Ehi! Dove sei?! Qua mi stanno attaccati al culo come le cozze allo scoglio! Sbrigati, ok?!- parlò a voce molto bassa, riattaccando quasi subito.

-Forza, prendiamo tempo. Si va in scena!- fece un sospiro profondo, uscendo dal suo nascondiglio.

Simon, quando lo vide, prese subito l'impugnatura, ma senza sfoderare la lama. Lo guardava guardingo.

-Finiamola subito.- sorrise appena, protraendo la mano verso di lui.

Ancor prima di reagire Croel si disintegrò lentamente, partendo dallo stomaco. Gli prese il panico.
La parte staccata stava per cadere a terra, lasciandosi dietro una scia di piccoli cocci. Era forse giunto il suo momento? Accaduto così in fretta.
All'improvviso delle mani presero in braccio i resti del mezzo busto.

-Non è il momento di disperare, ragazzo.- non riuscì a vedere quel misterioso qualcuno, ma sembrava avere una voce eterea.

-Ora dovrebbe essere sistemato.- Ciar si voltò, dandogli di spalle.

Per sua sorpresa sentì qualcuno avvicinarsi e si girò di scatto verso di esso, ritrovandosi un pugno in faccia che lo lanciò a terra.
Quando cadde rimase sorpreso nel vederlo libero.

-Come hai fatto a liberarti?! Ti... ti avevo disintegrato!- indietreggiò, strisciando per terra.

-Ho avuto fortuna!- estrasse la spada, gettandosi all'attacco.

Ora cominciò lui a disperarsi e alzò le mani di scatto. Il terreno sotto di lui sembrò modellarsi formando degli spuntoni accuminati, che si allungarono velocemente pericolosamente verso di lui.
All'ultimo riuscì a ritirarsi e per istinto menò un fendente colpendo uno degli spuntoni, ma sentì una stranissima sensazione nel momento della collisione.
Ciar sfruttò quell'occasione per rialzarsi, tentando di riprendere la calma.

-Perché ti spacci per qualcosa che non sei?- gli chiese calmo.

Fece per un'attimo un'espressione confusa, per poi cogliere la palla al balzo.

-Beh, è semplice illudere qualcuno facendogli vedere quello che vuole, con l'abilità giusta. Unendolo al profitto si fanno bei affari.- ghignò divertito.

-Dovresti vergognarti ad averlo fatto!- strinse il manico con forza, facendo una smorfia di rabbia.

-Non ho un'etica o della dignità. Mi ritengo politicamente scorretto.- sembrava pavoneggiarsi.

In uno scatto di rabbia Simon sguainò la lama magica, brillando di una luce blu, in cui all'interno si possono vedere delle stelle bianche.
Con quel gesto Ciar quasi sbalzò per lo spavento, notando qualcosa di familiare in quella energia magica.
Riprese il punto della situazione, elaborando una tattica. Era consapevole dei propri limiti e non voleva che quella spada lo colpisse.

-Dimmi... come hai scoperto il mio trucco...?- spostò un piede all'indietro, come se stesse preparando qualcosa.

-Gli spiriti emanano un tipo differente di energia. Arrenditi, così renderai tutto più semplice.-

-Pff, mica sono condannato!-

-Potresti essere denunciato per truffa e mi hai pure aggredito. Forse non andranno leggeri con te e forse ci sarà pure altro. Perciò arrenditi, ti conviene.- aveva tirato fuori un buon ragionamento.

-Aiuti i tuoi nemici? Vieni a prendermi.- rise in un primo momento.

Si lanciò alla carica contro di lui, portando la lama dietro di se.
Ciar mise la mano per terra e si creò una gigantesca spaccatura sotto Simon, con un fondo che sembrava senza fine.

"Forse ho capito quale sia la sua abilità. Se ho ragione... non mi succederà niente." pensò Croel.

Tutte le interazioni che ha avuto con quel truffatore erano strane, partendo dagli spiriti.
Anche quando lo aveva disintegrato non era vero e la sensazione di quando aveva colpito gli spuntoni non era normale.

Nonostante il crepaccio andò dritto, camminandoci sopra.
Ciar andò nel panico e tutto tornò normale.
Simon menò svariati fendenti magici, tentando di colpirlo. Lui li schivò tutti, facendo strani versetti di disperazione.
Mise le mani nella giacca, tirando fuori dei coltelli che gli lanciò contro, citando Dio Brando.
Croel si bloccò rimanendo fermo, mentre veniva trafitto innumerevoli volte, ma sorrise convinto.

-Avevo ragione. Non hai abilità multiple, ma crei illusioni! Proprio come questi coltelli! Anche se fanno male non possono ferirmi!- ghignò, vedendo che la sua teoria era giusta.

-Eppure stai sanguinando ugualmente.- Ciar ridacchiò.

Non capiva le sue parole, ma sentva qualcosa scorrere lungo la gamba. Abbassò lo sguardo, vedendo una macchia rossa sui pantaloni, precisamente sul polpaccio.
Lì per lì rimase un attimo confuso e quando lo estrasse dalla gamba si rese conto che era reale.

-Sorpreso, vero? Ora vediamo quale sarà quello reale e quello finto.- ne prese altri e comparvero dietro di lui dei cannoni.

Vedendo la situazione Simon attivò anche l'egida, iniziando a spostarsi.
Il truffatore fece un ghignò malefico, facendo fuoco contro il povero Croel.

-Le mie illusioni non potranno ferirti, ma possono sempre colpirti e farti male!-

Simon era in mezzo a un fuoco incrociato. Tentò di colpire i coltelli, alcuni sparirono, altri invece passarono attraverso, ma uno o due si conficcarono nelle sue carni.
Nello stesso momento una palla di cannone stava quasi per colpirlo, ma riuscì ad alzare lo scudo all'ultimo, accusandone lo stesso il colpo. Fece anche crepare in parte l'egida.
Quel colpo gli fece perdere l'equilibrio, sbilanciandolo.
Ciar approfittò di quel momento per andare all'attacco. Lo colpì con innumerevoli pugni, costringendolo sulla difensiva.

-Cosa pensi di fare catturandomi?! Vuoi forse sentirti un eroe?! Qualcuno?! O vuoi semplicemente sentirti utile o qualcosa che non sei, eh?! Le persone così sono davvero PATETICHE!!- con quelle parole lo stava chiaramente provocando.

Per qualche motivo quelle parole, per lui, furono molto taglienti e, in un gesto di rabbia, tentò di colpirlo con la spada tagliandolo a metà, ma quando lo vide sparire ricevette un pugno in faccia da un'altra angolazione. Questo gli fece perdere l'equilibrio.
Disattivò lo scudo, concentrando una grande quantità di energia nella spada. Piantò i piedi a terra, muovendo la lama verso di lui.
Il suo nemico fece lo stesso con la mano, facendo scontrare i due colpi. Causarono un'esplosione di luce che investì entrambi.
In quell'esplosione vide qualcosa, una specie di visione: sembrava una rigogliosa landa verde, con una bella città. Le persone che la abitavano sembravano degli esseri umani, con vestiti particolari simili a quelli elfici, mentre nei loro occhi brillavano dei segni unici per ogni persona. C'era anche un Ciar bambino.

Quando tornò alla realtà la sua vista era sfocata, anche a causa della forte fonte di luce a cui è stato esposto.

-Aaaah! Gli occhi! Cosa mi hai fatto vedere?! Il tuo passato forse? E come hai fatto a connetterti a me?!- il suo nemico era a quattro zampe a terra, che si lamentava del dolore.

Quando si voltò verso di lui potè notare lo stesso simbolo che aveva visto prima, ovvero delle stelle stilizzate l'una sovvrapposta all'altra.

-C'è solo un motivo...!- si alzò andando pericolosamente verso di lui.

Simon tentò di recuperare il manico, ma quando lo prese si dissolse tra le sue dita, in cenere. Non aveva retto a quel quantitativo di energia.
Lo guardò bene negli occhi, notando la stella nel suo occhio destro.

-Ci avevo visto giusto! Hai rubato questa magia, ladro!- lo lanciò in aria e quando stava per tornare giù si preparò a colpirlo creando una gigantesca mano.

-Possiedo questo potere fin da quando sono nato!- Croel attivò lo scudo, con la speranza di proteggersi in qualche modo, ma quando lo colpì lo frantumò in mille pezzi, librandolo ancora più in alto.

"Devo finirlo in qualche modo...! Tutto o niente!" pensò a qualcosa per contrattaccare e porre fine a tutto.

Lo aveva ridotto male e aveva qualcuno di superiore a lui.
Approfittando del volo che gli aveva dato concentrò tutte le energie che gli erano rimaste nella mano destra, formando un gigantesco fuoco stellare magico.
Sfruttò la discesa per aumentare la forza d'impatto. Durante il percorso sentì la mano bruciare, come se la sua magia si stesse fondendo con essa.
Ciar stava per controbattere, ma vide una figura fiancheggiare il ragazzo, rimanendo sorpreso di ciò che vedeva.

-Finisce qui! STELLA CADENTE!- quelel parole lo riportarono alla realtà, permettendogli almeno di difendersi.

L'impatto fu molto forte, causando una gigantesca esplosione di magia e un grande rumore facendosi sentire fino all'altro capo del mondo. Alzarono anche un grosso polverone.
Simon si alzò, privo di forze e parecchio indebolito, ansimando pesantemente. Era riuscito a metterlo al tappeto e tra gli ansimi rideva un poco.
Guardò nel punto di impatto, ma era vuoto. Sbiancò di colpo, sentendo degli applausi.

-I miei complimenti. Hai sollevato un bel fuoco d'artificio.- CIar era lì, davanti a lui, appoggiato a un grosso masso.

-Davvero pensavi che ti avrei affrontato direttamente dopo quella esplosione di luce? No di certo!- si avvicinò lentamente verso di lui, con un sorrisetto stampato in volto.

Croel provò a reagire, ma a causa del forte indebolimento i suoi movimenti erano estremamente limitati e lo prese a pugni, buttandolo a terra.
Volle divertirsi con lui, sollevandolo da terra. Tramite l'illusione lo lanciò contro una parete, facendogli ancora più male.

-Volevi tanto fare l'eroe e ora guardati! Sei ridotto peggio di un giocattolo rotto! Oltre a essere patetico adesso non vali nemmeno la pena di essere usato come sacco da box! Sei solo da buttare!-

Tirò fuori un ultimo coltello dalla giacca, per poi gettarsi a pugnalarlo.
Ad un tratto il pugnale gli saltò dalla mano da un proiettile.

-Cosa è stato?!- guardò nella direzione in cui era arrivato il colpo.

Delle piume nere di corvo scesero lentamente.

-Ora è finita, ragazzo. Sei stato bravo.- Xidra raccolse quello che rimaneva di Simon.

Ciar si girò di colpo per menarle contro un colpo, ma un'altro sparo gli fece saltare la mano. Urlò per il dolore indietreggiando.

-Ottimo colpo Rox. Tienilo sotto tiro.- premette un dito sulla trasmittente che aveva nell'orecchio, ricevendo la risposta.

-Agli ordini capitano.- si sentì una voce maschile di risposta.

Il ragazzo corse nella direzione opposta, andando verso i limiti del balcone. Voleva gettarsi giù come ultima mossa?
Si sentirono delle risate che si avvicinavano sempre di più, finchè qualcosa non piombò davanti a lui. Era una grossa iena umanoide con degli occhialoni da motociclista a petto nudo, con solo dei pantaloni di pelle neri. Intorno a essi aveva una specie di mantellina di piume nere. Gli artigli erano di acciaio e intorno al busto due cinturoni.
Aveva anche una bella cresta rossa che andava lungo il collo.

-Ahahah! Dove pensi di andare piccoletto?! Ahahah!-

Vedendolo piombare si spaventò cambiando subito direzione, ma a sbarargli la strada era un grosso lupo mannaro grigio, ringhioso e pronto ad azzannarlo. Aveva la mantella di piume sulla spalla destra, indossando dei pantaloni e guanti borchiati tra il blu e il nero e sulla schiena aveva uno spadone seghettato.

-Non vai da nessuna parte!- gli ruggì contro, spaventandolo ancora di più.

L'ultima direzione libera era occupata dal fedele amico mantellato di Xidra e il cecchino sparò un colpo di avvertenza, fermandolo.

-Ciar, ti dichiaro in arresto per truffa e sperimentazione sulle razze!-

Non avendo vie di fuga Ciar si chinò a terra, tenendo su le braccia e la mano che gli rimaneva. Il lupo e la iena lo arrestarono e lo portarono via.

-Come ti chiami ragazzo?- si rivolse a Simon.

-Simon...- le rispose, respirando a fatica e con gli occhi socchiusi.

-Simon, hai fatto un ottimo lavoro. Rox, noi andiamo al campo per portare i feriti, raggiungici lì.-

Xidra e la sua squadra andarono al campo allestito per gestire il quantitativo di danni che si erano creati. Videro che la situazione si era calmata. I soldati stavano portando al sicuro i civili e imprigionarono le persone coinvolte.
Lo consegnò a Qela, che coprì le ferite con le sue bende. Sentì un piacevole sollievo.
Fu portato in una tenda e messo vicino ai suoi compagni, o meglio quelli che c'erano, ovvero Leon, Will, Anastasia, Felynia. Vide anche Thomas vicino a una ragazza che non aveva mai visto, era seduto vicino a lei.

-Ragazzi! State bene...?!- provò ad alzare il busto, ma sentì subito una fitta alla schiena.

-Yo! Sì, un po' malconci, ma sì. I tipi che abbiamo affrontato ce le hanno suonate di brutto...!- Leon ridacchiò, ancora un po' dolorante.

-Dove sono Daglas e Mirai...?- Simon si guardò in giro come poteva, non notando la loro presenza.

-Sono stati portati in ospedale. Le loro erano gravi e questo campo non ha le attrezzature necessarie per aiutarli.- gli rispose Will, disteso su un lato nel suo lettino.

-Te tutto bene Will...?-

-Mh...- dal tono di quella risposta si poteva sentire una nota di tristezza per via di quello che era successo prima.

Volse lo sguardo oltre e vide Felynia che aveva un'espressione di puro fastidio mentre sbriciolava un foglio con le mani, cercando un modo per sfogarsi e sembrava borbottare qualcosa dal movimento delle labbra.
Anastasia, invece, era rannichiata sul letto e si poteva notare il viso contorto dalla tristezza e dalla frustrazione.

-Sai dirmi chi è la ragazza-drago con il prof...?- volle chiedere a Leon, in quanto gli altri non erano nelle condizioni emotive per farlo.

-Non lo so, ma sembra conoscerla. Magari una sua ex o amica?- sorrise divertito, inarcando un sopracciglio.

Mugolò con disappunto.
Fuori dalla tenda sentirono qualcuno discutere aspramente e con rabbia. Simon, grazie alle bende, riuscì a rialzarsi in qualche modo, vedendo il capitano Siegfald litigare con un giovane uomo.
Indossava un lungo cappotto blu scuro aperto, finemente decorato con bottoni e rifiniture e guanti neri. Intorno alla vita si poteva vedere una cintura bianca avvolta due volte con le munizioni. Dietro alla schiena aveva un elaborato e sofisticato fucile da cecchino.
Aveva due orecchie da sciacallo, abbinati ai capelli neri e gli occhi tendenti al marrone.

-La smetta capitano! Queste persone potrebbero benissimo essere state traviate!-

-Sono colpevoli e li giudicherò io, qui e ora!- si voltò verso un gruppo di persone ammanettate e spaventate, erano quelle coinvolte dalle bugie di Ciar.

-Provaci e ti faccio saltare.- prese il fucile puntandogliela contro, tentando di fermarlo.

-Sta al tuo posto, cagnolino.-

L'aria si fece subito tesa. Lo sciacallo caricò il colpo, tenendo il dito sul grilletto.
Siegfald alzò la mazza, abbassandola pericolosamente verso di loro.
SImon si fece avanti, prendendo il manico dell'arma, fermandolo. Il capitano lo guardò con rabbia e fastidio.

-Levati...!-

-Sono stati ingannati da quel tipo...! Devono avere un giusto processo!-

Lo colpì con la mano buttandolo a terra, intento a colpirlo. Ma qualcun'altro lo fermò.
Si girò con rabbia dietro di lui, vedendo che era la donna demone.

-Il ragazzo ha ragione. Siegfald, se non vuoi andare incontro a dei problemi a causa del tuo carattere, posa l'arma.-

-Tsk, chi ti credi di essere?! Solo perché tu e quello scemo del Monkey King siete candidati come Maresciallo non vuol dire che potete fare come vi pare!- gettò la mazza a terra, andando faccia a faccia con Xidra, a pochi centimetri da lei.

-Sei qui per questo forse?! Per avere qualche punto in più??!?!-

-Sono venuta qui per una richiesta di rinforzi.- gli rispose calma e apatica, fissandolo negli occhi.

-Non c'è stata nessuna richiesta qua!-

Xidra fece quasi un'espressione di sorpresa e confusione, finchè non giunsero il lupo e la iena.
Accerchiarono il capitano, pronti a intervenire nel caso fosse successo qualcosa.

-Sei fortunata che abbia voluto lasciare la mia squadra alla capitale!- vedendo come si era messa la situazione se ne andò.

-Giù le armi e il fucile Rox.- fece segno di mettersi a riposo, riprendendo le loro mansioni.

Qela riportò Simon nella tenda, ammonendolo del fatto che si era mosso e che dovrebbe stare a riposo.
Leon ridacchiò, quasi prendendolo in giro.
Xidra entrò nella tenda, aggiornandoli.

-A quanto pare quel Ciar era coinvolto in qualcosa di grosso. Grazie a voi è venuto allo scoperto da solo, scatenando un vero putiferio. Aveva ingannato quasi tutta la popolazione della città.-

-A breve vi riporteremo all'accademia. Ho già informato Iris sulle vostre condizioni e sulla situazione. Qela vi terrà informati riguardo le condizioni dei ragazzi mandati in ospedale. La ragazza non è più in pericolo di vita Thomas. Ho anche informato Dante, ho potuto sentire una specie di nota di felicità nella sua voce.- li ringraziò col cuore.

-Bene, siamo tutti salvi! Abbiamo bisogno tutti di un bel periodo di riposo e... aspetta un momento.- a Thomas gli tornò in mente una cosa, che lo fece sudare freddo.

-Hai detto a Iris proprio tutto tutto?!- si piombò da lei e dall'espressione sembrava impanicato.

-Sì, ho dovuto farlo.-

Senza neanche parlare gli arrivò un messaggio sul telefono. Il cuore cominciò a battergli a mille. Lo prese dalla tasca con la mano tremante. Sul display vide che era di Iris e fece un verso di paura, spaventandosi a morte.
Il telefono quasi gli sfuggì dalle mani e quando lo aprì, c'erano scritte queste parole:

"Quando torni facciamo i conti riguardo i ragazzi, disgraziato!"

Sbiancò di colpo e cadde a terra, svenendo.
I suoi alunni si allarmarono vedendo la scena e gli infermieri lo presero, mettendolo su un lettino per farlo riprendere. Alcuni quasi ridero vedendo la scena.

********

Quando Ciar venne catturato lo portarono via in un furgone blindato e ammanettato con manette di Kerite, un metallo speciale in grado di inibire la magia e utilizzato dalle forze dell'ordine.
Stava facendo un lungo percorso fino al luogo della sua prigionia, ma qualcosa bloccò di colpo il veicolo, facendo un fragoroso rumore di qualcosa che si rompeva. Si sentirono anche urmori di carne tagliata e ossa frantumate.
Potè vedere del sangue colare dalla fessura che gli permetteva di parlare con i suoi conducenti. Da lì passò una sorta di gelatina.
Prese una forma femminile, che indossava una tuta nera e una maschera che le copriva il viso, ma a quanto pare la riconobbe ugulamente.

-Ciao mia cara Laja. Sei venuto a prendermi, vero? Perdonami se sono messo così, ma la Kerite mi indebolisce molto.- sorrise convinto, appoggiandosi bene contro la parete di metallo.

-Ciar... sono venuto qui per un'altro motivo. Il Burattinaio e il Generale ti reputano non più utile.- si sedette davanti a lui.

-Cosa...? CHe vuoi dire...? Sono utile eccome io! Vi ho fornito persone e materiale di sperimentazione!- perse il sorrisetto, parlando con fastidio e rabbia.

-Hai tirato troppo la corda e fatto come ti pare.- la donna si alzò in piedi e una mano cambiò forma, diventando una lama affilata.

-N-no! Aspetta Laja! Non farlo, ti prego!- si ritrasse impaurito e la implorò di risparmiarlo.

-Lo faccio per noi e i nostri fratelli. Addio, Ciar il vigliacco.- parlò con freddezza e fermezza.

-FERMATI TI PRE...!- la sua voce venne stroncata.

Aveva eseguito un taglio perfetto, tagliandogli il collo e il furgone.
La testa rotolò a terra, con un'espressione morta e priva di vita. La boia prese una trasmittente, segnalandolo alle forze dell'ordine la sua posizione. Poi sparì nel nulla, lasciando la scena del crimine senza lasciare tracce.

ANGOLO AUTORE
Sono lento? Sì, ma sono riuscito a fare un mega capitolo, anche per la lunghezza! Tutti quanti sono stati conciati male, chi più e chi meno. Per fortuna Mirai non è in pericolo di vita e si rimetterà, ma credo che Thomas non se la caverà tanto facilmente. E la ragazza che ha trovato... si saprà nel prossimo capitolo chi è!
Siamo venuti a sapere di cose grosse e strane, forse si sono messi in mezzo a qualcosa di più grande di loro e sembra che le cose si stiano facendo interessanti!
Perdonatemi se ci ho messo un bel po', ma volevo fare qualcosa di grosso! Ho anche risistemato tutti i capitoli unendo i più corti in uno solo o i capitoli divisi in più parti e tipo il mio cervello si è confuso 5 volte tra le varie numerazioni dei capitoli!
   
 
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