UMORI D’UN GIORNO DI LUGLIO
Mi sono rivoltato
nei miei purulenti umori;
nel caldo di un giorno
d’inizio luglio,
come morire;
poi, risorgere,
ma gradualmente,
come fossi
pezzi di una vita frantumata,
un coccio a terra
riverso dal forte vento;
le campane di Sant’Andrea
a scandire le ore del dolore;
l’alta torre di Mercuriale
a far ombra al primo momento
ove il dolore lascia spazio
a un solo barlume di lucidità.
Ho raccolto i pezzi del mio animo,
ora raccolgo i pezzi del mio corpo;
li curo come parte di me,
con essi ne soffro e condivido.
Anche quando di te,
ormai, solo il silenzio eterno è
rimasto,
i tuoi sorrisi distanti
rivolti a tutti,
rivolti ai muri
pur di trarne profitto.
Ohi! Povero me,
mi risolleverò?
Sulle ginocchia mi sono piegato,
le mani callose sbucciate
a chiedere aiuto.
Adesso che ho provato
tutto il dolore in ogni sua forma,
potrò essere Uomo?
Quante prove ancora mi attendono?
Dentro me
il castello resiste,
ma adesso le mie guardie s’annoiano;
hanno bisogno di un po’ d’aria nuova.
Di nuovi nemici, forse?
Stupidi soldati di guardia,
che vi fingete impavidi
eppure tremate
se all’orizzonte scorgete anche solo
una parvenza d’un’ombra…
vorrei vedervi di nuovo assediati,
ma non è il momento
e nemmeno me lo auguro;
lascio alle spalle ogni sogno
e m’incammino piano,
gli scalini del mio castello sono
tanti
quanti queste speranze avvizzite
sotto un rovente sole estivo;
un’invocazione, infine, s’innalza;
cuor mio, torna a battere
prima che giunga l’autunno,
incendia questa estate,
prima che il freddo la fermi.
NOTA DELL’AUTORE
Con immenso ritardo, lo so. Purtroppo è stato un momento un
po’ delicato, soprattutto dal punto di vista fisico, che mi accingo a superare
a piccoli passi.
Vi ringrazio per essere ancora qui ^^