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Autore: keli    14/08/2009    3 recensioni
Edward è morto. Non c'è più, ma stranamente non provo dolore. Jacob è quasi morto per proteggere me, ed è solo unicamente colpa mia. Mi sento morire, e non capisco perchè. Forse perchè il mio sole sta per spegnersi lasciandomi sola in un buio senza speranze, che io non voglio.
Genere: Romantico, Triste, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Isabella Swan, Jacob Black
Note: OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Mi scuso per il terribile ritardo ma il capitolo non ne voleva sapere di venire fuori xD Ma ora le idee sono tornate e aggiornerò regolarmente (entro i limiti del possibile xD) giuri giuretta!Baci a tutti ^.-



Lei sorride, so che lo sta facendo, anche se non capisco come, e mi prende una mano con la sua piccola e delicata, sembra euforica.
“Andiamo a Portangeles!”
Alzo di scatto gli occhi, facendola sobbalzare. Cosa…cos’ha detto?Vi prego…vi prego non può essere vero. Mi sforzo di fare un sorriso poco convinto
“Emm…puoi ripetere?”
Lei allarga il sorriso, sorniona. Una vampira che non sente è come un cane che non scava buche. Ok forse non è il paragone migliore, ma il mio supercervello sta perdendo colpi, quindi è l’unica cosa che riesco a elaborare.
“Certo, ho detto che oggi, io e te, andremo a Portangeles!”
Ma dove lo trova tutto questo entusiasmo?Sono anni che sa che io e lo shopping sfrenato non andiamo d’accordo. Poi ho un colpo di genio. La sua Porche Giallo Canarino è da un po’ che non si sente rombare in giro…non mi dire che vuole utilizzare questa scusa per guidarla un po’!Sarò anche una vampira, ma l’alta velocità che non sia dovuta alle mie gambe proprio non la reggo. Osservo di sottecchi il suo sorriso tramutarsi in un espressione da cucciolo smarrito, e i suoi occhioni ambrati farsi languidi. Che tu sia mille volte dannata, Alice Cullen!
“Ma…ma…”
“Ok!Prendi la borsa è andiamo!”
Questo è un affronto bello e buono, sono indignata
“Non ti ho detto di si…”
“Ma lo farai tra, tre..due…”
“Ahh ok ok!”
Tanto vince sempre lei. Con le sue maledette predizioni sa come rigirarmi come e quando vuole. Sbuffo, mentre si fionda a sbaciucchiare il suo Jasper, e poi torna, trascinandomi per un braccio fino al garage. Mi sono sempre chiesta dove nasconde tutta questa forza nel suo corpo da folletto. Bah.
Come previsto (credo che tra un po’ potrò benissimo dichiararmi “veggente” pure io) si catapulta nella sua adorata macchina, aspettando che faccia lo stesso con un sorriso che le arriva alle orecchie.
Odiosa, semplicemente odiosa.
“Almeno possiamo andare a velocità normale?”
Lei mi guarda sogghignando, sul viso un espressione di finto stupore
“ E quale sarebbe la velocità normale Bella?”
La guardo roteando gli occhi. L’ho già detto? Si, beh fa lo stesso: Odio Alice Cullen!
Entro nella parte del passeggero, sprofondando nel sedile di pelle bianco, senza pensare minimamente di allacciare la cintura. Non è ho bisogno, anche se il primo impulso sarebbe quello visto e considerato che mia sorella è convinta di partecipare a una gara di formula uno ogni volta che mette piede (ooops, auto) in strada.
In nemmeno cinque minuti siamo già in strada, sotto il cielo nuvoloso di Forks (se c’è un Dio, benedica il tempo schifoso che c’è ogni singolo giorno qui). Alice canticchia allegra sotto le note di una canzone di Madonna, con il suo solito tono deliziosamente scampanellante che ora mi da alla testa. Credo di impazzire. Un vampiro può avere mal di testa?
“ Alice ti prego eviteresti… ?”
Lei si volta, guardandomi con il suo solito sorriso che si è fatto accondiscendente, senza guardare la strada, e evitando per miracolo di schiantarsi contro un Tir davanti all’auto, il cui conducente ora ci strombazza dietro riempiendoci di epiteti non poco carini. “Figlie di una vecchia gallina pazza?! Questa non l’avevo mai sentita “
Ridacchia tranquillamente lei, come se non avessimo rischiato di distruggere un mezzo pesante e il suo strambo conducente.
La guardo truce, affondando le unghie nel sedile di pelle per il nervosismo e provocandole un lamento da animale ferito.
“Oh taci. “
Ribatto infastidita, voltando il viso e guardando la strada che sfreccia veloce dal finestrino, riuscendo però a distinguere ogni pietra, ogni singolo filo d’erba che dondola sulla carreggiata.
Se fossi ancora umana direi che sono lì lì per rimettere l’anima.
Rimango silente, appoggiando il viso contro il vetro e non sentendo minimamente il cambio di temperatura, oh che bello. Sospiro impercettibilmente, ma all’orecchio supersensibile della mia pazza sorellina questo non sfugge. Mi guarda con la coda nell’occhio, sta volta senza staccare lo sguardo dalla strada per evitare un altro quasi incidente.
“ Bella… “
“ Alice secondo te Carlisle mi odia?”
Butto lì, parlando contro il vetro con un tono che rasenta quasi il patetico. Sembro una bambina piagnucolona che si dispera perché ha combinato un pasticcio e il padre l’ha rimproverata. Peccato che mio padre (quello che ho imparato a considerare come un padre) davanti ai miei guai resti muto, e si tenga tutto dentro, soffrendo in silenzio dei miei sbagli.
La vampira al mio fianco mi guarda con dolcezza, andando più piano probabilmente per farmi un favore.
“Oh tesoro, Carlisle non ti odia affatto! “
“Allora perché, perché usa sempre quel tono accondiscendente con me? Perché non mi urla contro che sono solo una povera idiota, e che è tutta colpa mia?! “
“Bel-“
“No Alice! Sono stufa della solita solfa: Bella è brava, Bella è buona, Bella non c’èntra niente è solo la vittima della storia! Beh sentimi bene, io non sono la vittima, non lo sono per nulla! “
Prendo un respiro profondo, anche se questo non mi serve a nulla, cercandomi però di calmare con l’odore di pelle dell’auto.
“ Sono stufa capisci? Stufa di vederlo lì, seduto, a distruggersi nel dolore giorno dopo giorno! Sta invecchiando Alice! Malgrado non vogliate ammetterlo è così! Non è più il dottore gentile e premuroso che ho conosciuto ed è… è tutta colpa mia… “
Balbetto, scoppiando in singhiozzi silenziosi che non possono venir accompagnati da lacrime. Porto le mani al viso nascondendo gli occhi liquidi che non vedranno mai più nient’altro che un pianto evanescente come la mia pelle. Alice rimane in silenzio, continuando a guidare. Sa che non c’è nulla da fare.
“Io… “
Tenta, parlando piano. Io scrollo il capo, bloccandola, portando una mano alla maniglia della portiera.
“N-no… Mi dispiace Alice, andremo a Port Angeles un'altra volta… “
Sussurro, spalancando la portiera e balzando fuori, dandole un leggero calcio per richiuderla, capitolando a terra senza farmi niente. Vedo l’auto fermarsi solo dopo qualche metro, ma inizio a correre verso la foresta, veloce sempre più veloce. Sento Alice che tenta di richiamarmi in dietro, ferma sul ciglio della strada, ma non mi volto.
Non posso continuare così, non posso né voglio.
  
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