Fumetti/Cartoni europei > W.i.t.c.h.
Segui la storia  |       
Autore: MaxT    10/07/2020    5 recensioni
Questo racconto è basato su Somewhere only we know di marianna1317, rielaborato e completato da MaxT con l'aiuto dell'autrice originale.
Anni dopo essere morto nel mondo da incubo all'interno di un libro magico, Cedric redivivo si presenta alla porta della donna che ancora lo ama, la guerriera Orube.
Al rifiuto di dare spiegazioni sulla sua resurrezione si creano sospetti e incomprensioni, mentre le storie dei due personaggi si intrecciano con le realtà dei loro mondi natii, e con esuli che vivono in incognito nella città di Heatherfield.
Combattuti tra l'affetto per Orube e il loro dovere, le Guardiane e i saggi di Kandrakar cercano risposta a una domanda: c'è ancora una minaccia nascosta nel Libro degli Elementi?
Genere: Fantasy, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cedric, Orube
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Riassunto dei capitoli precedenti

 

Tre anni dopo essere morto all'interno del mondo nel magico Libro degli Elementi Cedric, ferito ed esausto, si ripresenta a Villa Rudolph. Qui abita Orube, ancora innamorata di lui e tornata sulla Terra per riaprire la sua vecchia libreria.
La Saggia Yan Lin, informata, la incarica di chiedergli come ha potuto risorgere e uscire dal Libro degli Elementi, che Orube aveva riportato nello scantinato del Ye Olde Bookshop.
Il portale di Kandrakar viene spostato dallo scantinato al negozio di animali gestito da Matt Olsen.
Per un certo periodo Cedric e Orube convivono in modo apparentemente sereno gestendo la libreria e facendo vita ritirata, ma lui non risponde ad alcuna domanda sul suo ritorno.
Infine però si fa accompagnare nel seminterrato dove c'è ancora il Libro degli Elementi, ma davanti a questo ha una reazione che allarma Orube. All'ennesimo rifiuto di Cedric di dare spiegazioni, lei lo lascia, ma decide di non raccontare a Kandrakar l'episodio per non peggiorare la situazione del suo ex.
Nel frattempo, i contatti tra le Guardiane e Kandrakar sono resi difficoltosi dalla collocazione del portale nel negozio di animali, e loro decidono di chiedere a Orube di spostarlo a casa sua, non più frequentata da Cedric. Le W.I.T.C.H. cominciano anche a mettere in dubbio il racconto di Orube sulla rottura.
A Kandrakar il Saggio Endarno, di ritorno da una convalescenza, mette in questione con gli altri Saggi la condotta di Orube e sollecita a indagare attivamente su possibili minacce ancora contenute nel Libro degli Elementi. Su incarico di Kandrakar, Will entra di nascosto nella libreria di Cedric e vi nasconde cinque segnalibri rivelatori di attività magica.
Il giorno dopo, Orube deve ammettere con Will che ha mentito. Con lei va alla ricerca di una palestra di arti marziali dove lavorare come istruttrice, finché incontra, sotto le mentite spoglie del maestro Stan Luther, il capo guerriero Yarr che aveva conosciuto anni prima a Basiliade.
La sera si trova con Yarr, che le racconta di essere stato esiliato due anni prima perché aveva criticato la preminenza della casta dei Guerrieri e degli ideali guerreschi nella società di Basiliade. Era stato condannato a morte, ma l'Oracolo ha segretamente interceduto perché la pena fosse commutata in esilio.
Il fratello di Orube, Ipitlos, era tra i suoi seguaci ma sfuggì all'arresto.

Nel libro c'è tuttora lo spirito del defunto tiranno Phobos, che aveva assorbito energia magica dal portale di Kandrakar al quale era stato imprudentemente lasciato vicino da Orube.
Phobos aveva resuscitato Cedric per farsi aiutare a ricreare il suo corpo. Alla ritrosia di Cedric, lo spirito lo costrinse minacciandolo di nuocere a Orube, e facendogli indossare una magica veste nera. La prima missione di Cedric fu recuperare un'ampolla contenente lacrime di Phobos custodite in una cripta nel Metamondo; la seconda fu di procurarsi trecento bulbi di un particolare fiore, il kollatas, per trasformarli in altrettanti nuovi mormoranti.

 

 

 

Capitolo 12

Il ladro di magia

 

In un pomeriggio di fine ottobre, Cedric è intento a trovare una collocazione consona in vetrina ad alcune novità editoriali appena estratte da uno scatolone, cinte da vistose fascette pubblicitarie riportanti estratti di recensioni entusiastiche. 'Spiriti dal passato: l'eredità della civiltà megalitica', legge sulla copertina. Come potrebbe trovare una disposizione evocativa per un titolo del genere?

Il suono argentino della campanella sopra l'ingresso lo fa voltare.
“Buongiooorno!”, cinguetta una cliente entrando nel negozio.
Cedric reprime un moto d'irritazione: è sempre quella ragazzotta ossigenata, boccolosa e invadente dalla cantilena insopportabile, con un rossetto che sembra un segnale stradale.
“Vedo che sono arrivate delle novità”, dice lei chinandosi a curiosare il libro nelle mani di Cedric. “Posso guardarle un attimino?” .
“Prego”. Cedric le porge il volumetto con tutto l'educazione che gli è possibile, evitando di far vagare lo sguardo sul panorama prosperoso visibile dalla scollatura della signorina chinata, poi ne prende un altro uguale dalla piccola pila dei nuovi arrivi sul bancone e torna ad armeggiare con la disposizione nella vetrina.
La cliente, finito di scorrere la retrocopertina, comincia a sfogliare l'interno. “Lei ha già letto qualcosa di quest'autrice?”, gli chiede continuando a voltare indecisa le prime pagine.
“Solo qualche recensione”, risponde sbrigativo.
La cliente annuisce, scrollando il capo adorno di boccoloni ossigenati. “Ed erano recensioni positive?”.
“Abbastanza da spingermi a ordinare qualche copia”, risponde lui evasivo. “Se vuole scorrere qualche pagina, faccia pure”. Si sposta lungo la vetrina, sovrapponendo alcune copie come dolmen sul lato più lontano dall'ingresso e dalla troppo estroversa visitatrice. Di solito a lui piace parlare di libri, ma questa qui gli ha dato l'idea di essere più interessata al venditore che all'articolo. Non è l'unica cliente mossa dagli ormoni tra quelle che ronzano attorno al suo negozio, ma questa le batte tutte per la sua goffa intraprendenza. D'altronde lui non può neanche rovinarsi la piazza mostrandosi infastidito: ormai questa libreria è il suo solo mezzo di sostentamento.
Lei si guarda attorno. “E' un po' di tempo che non vedo la sua collega, Va tutto bene?”.
Cedric continua a voltarle le spalle per celare la sua crescente irritazione. “Credo di sì”, risponde sbrigativo. Stringe i denti, sempre dandole le spalle intento a sistemare il suo piccolo semicerchio di dolmen librari. Non le dirà certo che, tra tutte le clienti ronzanti, lei era la più detestata da Orube.
“Sa”, prosegue lei, “stavo cercando un libro per un regalo di compleanno di un'amica. E' appassionata di libri ed ha interessi mooolto particolari, ma cercare qualcosa nel suo campo che non abbia già è un impresa, mi creda, disperaaata”.
“Qualche volta la scelta giusta è fare una scelta sbagliata”, sentenzia Cedric senza guardarla. 'Se questa qui spera di coinvolgermi con gli interessi librari delle sue amiche strambe, è fuori strada'.
Lei guarda indecisa il libro che tiene in mano, poi la schiena di Cedric, poi nuovamente il libro. “Ci penserò sopra”. Glielo porge indietro, ma lui non se ne accorge, intento a risistemare qualcosa sul lato opposto della vetrina, e si limita a rispondere: “Come vuole. Lo appoggi pure sul bancone”.
La cliente esce cinguettando un saluto, ricambiato da un doveroso “Arrivederci” che si sfuma in un sospiro di sollievo.

Completata la sua composizione in vetrina, Cedric torna pensoso verso il bancone. Questa cliente è riuscita a metterlo proprio di cattivo umore. Chiedergli di Orube... Sono tre settimane che lei lo ha lasciato, e ormai le sue speranze che cambi idea spontaneamente sono ridotte al lumicino.
Il compleanno di un'amica... A chi importa delle sue amiche? Cedric non riesce a mettere a tacere la sua preoccupazione per un altro compleanno: tra pochi giorni, il trenta ottobre, Elyon verrà a Heatherfield a festeggiarlo con le sue amiche streghe; allora quasi sicuramente verrà a sapere della sua inspiegata ricomparsa in una tempestosa notte di agosto, ferito, esausto e paludato in una assurda veste nera. Ci metterà poco a ricollegare tutto ciò con gli avvenimenti di quest'estate a Meridian. Inspira a fondo, ansioso. Il suo breve periodo di quasi libertà potrebbe finire da un giorno all'altro.
Dall'esterno, la luce cala improvvisamente. Cedric si accosta alla porta vetrata per osservare il cielo: un grigio fronte nuvoloso sta lentamente divorando l'azzurro. E' solo novembre che si avvicina, o è un presagio sinistro sul suo destino?
'Spiriti dal passato', era il titolo del libro. Ci sarebbe mancato solo che quella rompiscatole non gli chiedesse se ci fossero gli spiriti anche nel suo bel negozio antico. Fa un sorriso storto, mentre una fantasia balzana prende forma nella sua immaginazione. 'Signorina, ora che ci penso, credo di avere il regalo ideale per la sua amica. E' un libro antico e misterioso. Non vorrebbe andare a prenderselo in cantina?'.
Il breve sorriso storto si spegne mentre lancia un'occhiata d'odio verso la porta serrata dello scantinato, l'orizzonte degli eventi dell'inferno che vorrebbe tornare a risucchiarlo.

 

Nuovamente al cospetto di Phobos, Cedric estrasse dalla tasca dimensionale tutte le piantine recuperate nella palude, allineandole in file ordinate sul terreno fuori dalla grotta.
Gli occhi incorporei dello spirito le osservarono con attenzione e disappunto.
Queste piantine sono parecchio sciupate, Cedric. Ora piantale al margine del bosco. Hanno bisogno di qualche cura al più presto per riprendersi, e non basterà un po' d'acqua di sorgente”.

Cedric si mise d'impegno, ma impiegò molto tempo per eseguire la volontà dello spirito, scavando prudentemente con la zappetta rotta, memore delle allucinazioni che la linfa dei tuberi poteva causare venendo a contatto con ferite aperte.
Ebbe l'impressione di averci messo l'equivalente di tre giorni di lavoro, ma il sole non calò mai a concedergli riposo, se non quando lui ebbe interrato l'ultima piantina.

All'alba del giorno successivo, Cedric si rimise in piedi, stanco e dolorante; constatò con sorpresa che tutte le ferite alle sue mani erano perfettamente guarite.
Dall'alto, lo spirito gli parlò: “Cedric, la tua prossima missione sarà a Meridian. Lì, il tuo compito sarà di procurarsi al più presto un po' di acqua magica. Credo che nella capitale sia ripresa la distribuzione di fialette dalla fonte magica alla gente. Che spreco... una risorsa che permetterebbe grandi progetti, dispersa ed entropizzata per compiacere il popolino che ne fa commercio, la usa per farsi curare gli acciacchi o altre banali necessità quotidiane... Purtroppo mia madre era troppo sensibile all'opinione degli altri, e si comprava la loro benevolenza così. Immagino che Elyon sarà uguale”.
Non lo so”, rispose Cedric, “Durante il viaggio ho raccolto delle informazioni frammentarie e contraddittorie di una lotta di potere con una certa Vera. Comunque risulta che oggi Elyon sia saldamente...”.
Lo so, ho captato tutte le memorie del tuo viaggio. Non c'è molto da fare qui, così l'ho seguito in diretta. Sarebbe interessante saperne di più, ma non esporti chiedendo troppo finché non avrai recuperato tutta l'acqua magica che serve per i miei progetti. Siccome ho bisogno di una certa quantità al più presto, tu sceglierai dei bersagli facili: dovrai rubare le scorte del prezioso liquido da casa di alcuni comuni cittadini. Scegli le tue vittime tra persone relativamente giovani e benestanti: gente che tesaurizza questa risorsa per quando sarà vecchia, anziché usarla subito o venderla per denaro”.

Cedric ripartì, dopo aver assunto un nuovo, anonimo aspetto illusorio: cambiando frequentemente il modo in cui appariva alla gente, avrebbe reso impossibile qualunque indagine sul suo conto.
Percorse ancora i sotterranei fin alla periferia sud della città, dove il pendio su cui sorgeva, alla base dell'altopiano settentrionale, si congiungeva con la fertile pianura.

Prima di avventurarsi nel centro città, forse ben sorvegliato, Cedric preferì raccogliere qualche informazione in una taverna di periferia. Si sedette a un tavolo con un gruppo di avventori, si presentò come uno che proveniva da un'altra città per cercare lavoro come scrivano, e offrì un giro di bevande. Disse che gli erano giunte voci di grandi rivolgimenti nel passato recente.
Gli avventori gli raccontarono che era stato realmente un anno di incertezza.
Sembra che fosse iniziato con un tentativo di assassinare la regina; subito dopo lei aveva cominciato a isolarsi e le Guardiane di Kandrakar erano venute per proteggerla, ma poi queste erano diventate sempre più odiose.
A un certo punto, in cielo erano comparse delle grandi aquile che sorvolavano la città e osservavano ogni cosa.
Molti mesi dopo, una rivolta capeggiata da una certa principessa Vera aveva scacciato le Guardiane ed Elyon, ma queste avevano minacciato di...
Un altro avventore interruppe il primo dicendo che ciò che stava raccontando era solo un teatrino, la verità era ben diversa. I due iniziarono a litigare coinvolgendo gli altri, allora Cedric interruppe offrendo un altro giro di bevande e cambiando argomento.
La sua domanda successiva fu se erano riprese le distribuzioni di acqua magica ai cittadini.
Gli risposero di sì, guardandolo con un po' di sospetto.
Un uomo che ascoltava a un tavolo vicino gli disse di non illudersi, perché per acquisire questo diritto ci volevano vent'anni di residenza in città e l'approvazione delle autorità cittadine.
Un altro aggiunse che il diritto poteva anche essere concesso per meriti particolari.
Dalla discussione emerse che sempre più persone da fuori avrebbero voluto trasferirsi a Meridian per ottenere questo privilegio tradizionale, ma la capacità delle fonti erano limitate.
Qualcuno disse che si parlava di riformare la distribuzione, diminuendo le dosi, perché questo fattore ostacolava la crescita della città.
Altri si innervosirono: non gli importava nulla che la città crescesse, se loro dovevano stare peggio per questo.
Un altro con l'aria di chi la sapeva lunga opinò che prima o poi le autorità avrebbero preso ad annacquare le dosi senza dire niente.

Congedatosi dagli avventori, Cedric rifletté: che follia era successa nella sua città? Perché era impossibile sentirne un racconto coerente?
Guardò in alto, verso il palazzo ben visibile dalla via, costruito sopra la scarpata che circondava la città sui lati nord e ovest. Le cinque altissime torri, tutte diverse tra loro, erano ben visibili dal centro, mentre la parte bassa che le collegava, il cosiddetto anello pentagonale, era completamente nascosto dagli alberi del giardino. Di una sesta torre più bassa, a nord, si vedeva appena il tetto.
Pensieroso, si diresse verso uno dei centri di distribuzione, un basso edificio circolare di pietra sormontato da un tetto conico ai piedi della scarpata a nordest. Osservò la fila di persone che si estendeva fin fuori, sorvegliata da due guardie civiche dalla divisa verdazzurra e la cuffia cremisi. La fila procedeva regolarmente, e ogni pochi secondi qualche cittadino o cittadina usciva tenendo tra le mani la sua preziosa fiala di vetro riempita di liquido verdino e fosforescente.
Per non creare sospetti Cedric proseguì il giro della città, osservando le architetture che ricordava bene. I gravi danni causati alla città dalle Sentinelle Oscure durante la rivolta finale contro Phobos sembravano già completamente riparati.
Il cielo era terso, un indicatore importante dello stato d'animo di Elyon; anche la regina precedente, Adariel, riusciva a influenzare il tempo. Per contro, Cedric non poté fare a meno di pensare a come il cielo di Meridian fosse regolarmente plumbeo durante la reggenza di Phobos. La città ora era visibilmente più vivace e serena di quei lunghi anni ai quali aveva contribuito.
Si giustificò con sé stesso: allora non c'era stata alternativa a Phobos e, dovendo vivere sotto una tirannia, era stato meglio tenere la spada per il manico piuttosto che averla puntata alla gola.
Ma ora cosa stava facendo? Stava contribuendo a far rivivere quei tempi cupi, non avrebbe dovuto piuttosto...
D'improvviso la veste riprese a bruciargli la schiena.
Qualche passante si accorse della sua smorfia di dolore e gli chiese se si sentiva bene; Cedric si giustificò dicendo che si trattava solo di una vecchia frattura che a volte si faceva ricordare provocandogli fitte improvvise.
Quando Cedric si rassegnò al non poter scegliere, il dolore si attenuò senza sparire completamente.
Individuò un piccolo colorificio, ove acquistò dei pigmenti in polvere color verde lyme e un paio di bottigliette; poi tornò in periferia e scelse una locanda per passare la notte.

Nella solitudine della sua camera, diluì parte dei pigmenti in acqua, fino a farla grossolanamente assomigliare all'acqua magica. Il suo intruglio non era fosforescente come il prezioso liquido, il che si notava soprattutto di notte, ma comunque poteva aiutare.
Il piano di Cedric era di penetrare in qualche casa vuota in assenza dei proprietari, aiutato dall'invisibilità permessa dalle pulsazioni teleipnotiche generate dalla sua veste, per poi individuare le scorte nascoste utilizzando una bacchetta da rabdomante, versare il prezioso liquido nella sua bottiglia vuota e sostituirlo nel flacone della sua vittima con il suo intruglio, sperando che aiutasse a far passare il furto inosservato il più a lungo possibile.
Ormai il sole stava calando, e l'ombra della scarpata a ovest stava avanzando sul centro città.
Cedric decise di riposarsi per quella notte, anche per far dimenticare un po' quel forestiero arrivato in città per far domande sull'acqua magica.

Il giorno successivo pagò e lasciò l'albergo di buon'ora.
Impiegò la mattinata per un giro di ricognizione nei quartieri benestanti, perlopiù collocati tra Piazza Due Lune e Piazza Sottocastello, cercando di farsi un'idea dell'età degli abitanti di ciascuna.
Nel tardo pomeriggio si diresse verso la periferia, come per uscire dalla città, poi rientrò nel sotterraneo e mutò il suo aspetto; seppure per sventura lo avessero visto, non lo avrebbero ricollegato all'avventore forestiero della locanda.
Come ulteriore precauzione, nuove pulsazioni teleipnotiche avrebbero impedito a chiunque di prendere coscienza della sua presenza, anche se lo avessero visto. Di fatto, era invisibile da vicino.

Si trattenne nell'immenso sotterraneo finché la città fu immersa nel buio e ogni vocio fu sparito dalle strade, quindi uscì, gli occhi già ben adattati all'oscurità.
Si diresse verso la più vicina delle case che aveva scelto. Origliò alla porta e sbirciò nelle finestre, fino ad essere sicuro che nessun abitante fosse alzato; quindi fece aprire il chiavistello con la telecinesi. Il debole rumore metallico lo fece raggelare, e ascoltò nuovamente, ma dall'interno non venne alcun segno di allarme.
Si aiutò con la debole fosforescenza emessa dalla fibbia, e cercò di percepire i campi energetici creati dalle riserve di acqua magica con una bacchetta da rabdomante.
Dopo qualche minuto di ricerca infruttuosa, dovette concludere che al piano terra non c'era alcuna riserva; decide quindi di salire le scale.
Si mosse lentissimo, cercando di evitare gli scricchiolii, ma con scale e solai di legno questi risuonavano nitidamente nel silenzio della casa addormentata.
Una volta che iniziò a cercare negli armadi in fondo al corridoio, sentì qualche sussurro provenire da una stanza, e lo scricchiolio del pavimento causato da una persona che si alzava.
Quando l'uomo uscì dalla camera con una candela accesa e un bastone, però, non fu in grado di vedere il ladro, protetto dalle pulsazioni teleipnotiche.
Quando fu a portata di braccio, Cedric gli puntò un dito sulla fronte, e subito l'espressione tesa dell'uomo sfumò in un'indifferenza vuota, si voltò e ritornò in camera lentamente.
Cedric lo seguì, facendo la stessa cosa anche alla padrona di casa che sbirciava da dentro la camera: non poteva rischiare che al mattino restasse loro alcun ricordo dell'avvenuto.
Facendo così aveva potuto anche leggere nella mente dei due, e andò a colpo sicuro a cercare il loro tesoro di acqua magica nascosto in soffitta, nel doppio fondo di una cassapanca.

Quella notte Cedric ripeté il colpo con modalità simili anche in altre sei case, e solo in una di queste non trovò nulla di quello che cercava.
Prima delle luci dell'alba decise di tornare da Phobos: la notte era stata fruttuosa, e non era il caso di mettere ancora alla prova la sua fortuna.

 

Note sul cap.12

La breve parte al presente torna a focalizzare l'attenzione sulla situazione di Cedric, che invero non è cambiata molto rispetto al capitolo 5 in cui, solo una settimana prima, Will gli ha riportato la scatola con i suoi effetti personali.
La parte principale di questo capitolo descrive in retrospettiva la terza missione di Cedric, e inizia pochi giorni dopo la conclusione della sua missione nella palude, nel tardo luglio.
Nessuna delle due parti contiene grossi colpi di scena, ma sono preparatorie per i capitoli successivi.
Personalmente ho trovato interessante ambientare la missione a Meridian, circa due mesi dopo il finale di Profezie con il ritorno sul trono di Elyon, quindi nella prima metà di agosto 2005.
Gli avvenimenti di Profezie sono nuovamente rievocati, ancora in modo confuso e contraddittorio; questo è insito nella storia originale, in cui i diversi personaggi hanno dato intenzionalmente immagini pubbliche contrastanti e parziali di quanto stava avvenendo.

 

 

La cronologia di W.I.T.C.H. parte 12

Ho già scritto che il fascicolo n.63, collocabile nel novembre 2002, è l'ultimo di cui ho tenuto conto nella continuità della mia interpretazione della saga, in quanto i successivi diventano troppo frammentari e incoerenti.
Con la mia fanfiction Profezie racconto una storia che ha inizio attorno a marzo 2003, quando Elyon, sviluppando le sue capacità magiche, acquisisce la capacità di teletrasportarsi da Meridian a Heatherfield attraverso il portale naturale tra i due mondi che fluttua sopra l'Atlantico.
Dietro all'apparente spensieratezza, Elyon è angosciata da una profezia fatta da sé stessa, che prevede che lei stessa e le Guardiane, o almeno qualcuno con il loro aspetto, instaurerà una tirannia a Meridian.
Uno o due mesi dopo, Elyon sembra avere un qualche piano: con l'aiuto di Vera, un suo clone fatto con la magia, rintraccia le Gocce Astrali a Midgale; dopodiché Vera e le Gocce costituiscono un gruppo nominalmente votato allo sviluppo di Meridian.
Nell'autunno, Vera e le gocce improvvisamente assumono l'aspetto di Elyon e delle Guardiane, si impossessano del Cuore di Kandrakar e si trasferiscono a Meridian dove assumono il potere; al tempo stesso Elyon si trasferisce a Heatherfield, sostenendo che una sua stessa profezia infallibile prevede che la tirannia durerà un anno, che a Meridian dura diciotto mesi, e che è inutile tentare alcunché prima di quella data perché è destinato al fallimento.
Non racconterò di più di quello che succede in questo periodo e soprattutto del perché; però va rimarcato che la storia è stata costruita per sconvolgere le tradizionali categorie di buoni e cattivi.
La storia finisce col ritorno al potere di Elyon alla data stabilita, nel maggio 2005; dura quindi due anni terrestri, e finisce circa tre mesi prima dell'episodio iniziale di Ritorni.

 

  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni europei > W.i.t.c.h. / Vai alla pagina dell'autore: MaxT