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Autore: GReina    10/07/2020    2 recensioni
[Jily + accenni di Romione; Timetravel, Maraunders' Era]
Harry, Ron ed Hermione si ritrovano "come per magia" nel 1976 davanti a quattro molto scettici Malandrini e Lily i quali stentano a fidarsi di tre ragazzi sconosciuti che sono riusciti ad aggirare tutte le protezioni di Hogwarts arrivando non visti nella Sala Comune Grifondoro.
Genere: Azione, Guerra, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Potter, I Malandrini, Il trio protagonista, Lily Evans, Severus Piton | Coppie: Harry/Ginny, James/Lily, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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Harry era come lui. James non fece che pensare a questo mentre si addentrava una seconda volta nella foresta, tornava in forma umana, faceva apparire dei vestiti e poi tornava verso il Castello. Harry Dursley era un ragazzo sulle cui spalle era poggiato un peso troppo grande per la propria giovane età. Si fingeva forte, ma in realtà aveva paura.
Quella sera a cena e poi per tutto il giorno successivo prese ad osservarlo. Era dai primi giorni di scuola che non lo studiava così attentamente, gli diede più di un’occasione per confidarsi, ma lui non la colse mai.
Non erano previsti allenamenti di Quidditch, quel giorno. L’indomani avrebbero avuto la loro prima partita ufficiale e James non voleva affaticare la squadra, ed anche l’allenamento nella Foresta – per la stessa ragione – quel pomeriggio fu piuttosto leggero. Tra le risate e gli incantesimi, James continuava a scrutare Harry: il mago si impegnava assiduamente, migliorandosi giorno dopo giorno. Sapendo cosa gli passava per la testa era chiaro che lavorasse più che poteva per migliorare quanto possibile gli incantesimi sui quali si esercitavano. Guardandolo, James ricordò l’esatto momento in cui, il giorno prima, l’animago aveva finalmente dato una spiegazione a tutti gli atteggiamenti sospetti di Harry e tutto a un tratto fu come guardarsi allo specchio, e non solo per la strabiliante somiglianza: Harry era sospettoso come lo era James, faceva fatica a fidarsi ed era in collera con il mondo, terribilmente arrabbiato per le circostanze senza che potesse fare nulla per cambiarle.
Gli aveva detto di essere il protagonista di una Profezia che riguardava anche Voldemort, sicuramente quello era un argomento che James avrebbe approfondito, ma per il momento decise di concentrarsi sulla parte in cui il ragazzo gli aveva rivelato di non essere pronto; che uno qualsiasi di loro sarebbe stato più adatto di lui. Harry sapeva bene che prima o poi avrebbe dovuto fare la differenza, ma al livello attuale era convinto che avrebbe fallito peggiorando solo le cose.
Da quel giorno, decise, James si sarebbe impegnato di più con lui, rendendolo imbattibile e sicuro di sé. Che poi la Profezia fosse vera o no poco importava: Harry Dursley era un nemico di Voldemort ed un membro dell’Ordine e adesso aveva bisogno di lui.
***
La mattina della partita Harry si svegliò con facilità estrema. Era sempre carico di adrenalina prima di un incontro, ovviamente se al primo anno l'ansia lo divorava, questa ormai era del tutto svanita. In realtà la colazione che precedeva la partita lo metteva sempre di buon umore.
Si sedettero al tavolo dei Grifondoro e, come al solito, l'unica differenza era rappresentata dal fatto che Harry, Ron, James e Sirius stessero indossando le divise da Quidditch invece della classica tunica. Come sempre Ron riempì il proprio piatto di uova e salsicce, mentre Harry si limitò al succo di zucca e pane tostato: voleva tenersi leggero prima della partita. James doveva aver pensato la stessa cosa, bevve il succo tutto d'un sorso e addentò in fretta il pane.
"Va bene!" esclamò suo padre ad appena due o tre minuti da quando si erano seduti "Io e Susie andiamo a prepararci" Ron aggrottò le sopracciglia
"Chi è Su-"
"Non glielo chiedere!" tentò troppo tardi di interromperlo Remus
"Vedi," rispose affranto Sirius "il nostro James ha un grave disturbo mentale" disse dando una pacca sulla spalla dell'amico "che lo ha portato a dare un nome al suo manico di scopa." James spalancò la bocca indignato
"Susie non è solo un manico di scopa!" affermò risentito "Lei è la mia signora, la mia partner! Siamo fatti l'uno per l'altra ed è per questo che lei non permette a nessuno tranne me di toccarla!"
"Lei?" rise Sirius
"Adesso vogliate scusarmi ma Susie ha bisogno di una lucidatina." si avviò verso l'uscita incrociandosi con un confuso Corvonero che aveva sentito l'ultima parte di conversazione.
"Di chi stava parlando?" chiese il ragazzo a Sirius
"Della sua ragazza." rispose tranquillo lui.
Poco dopo l'intera squadra Grifondoro si ritrovava negli spogliatoi, erano tutti già pronti, riuniti a cerchio attorno al loro Capitano. James reggeva in mano la sua Nimbus 1500, o meglio ‘la sua Susie’, ed effettivamente il manico splendeva per quanto era stato lucidato. Fortunatamente la McGranitt era riuscita a rimediare dei manici anche ad Harry e Ron, erano buone scope anche se non alla pari della Firebolt.
"Molto bene, ragazzi." iniziò a dire James "Il momento è arrivato, la prima partita della stagione." disse solenne "So benissimo quanto impegno ci avete messo. Ognuno di voi ha volato con me in tutte le condizioni, ogni volta che ve l'ho chiesto." Harry annuì commosso, per un Capitano parlare alla squadra prima della partita era un classico, ma James sembrava nato per quello: i suoi occhi bruciavano di passione mentre parlava, quasi più di quando volava o di quando combatteva. "Vi siete impegnati ed avete superato voi stessi! Comunque vada là fuori, siate consapevoli che avete fatto tutto ciò che era possibile fare. Quando entreremo in campo voglio che ognuno di voi abbia la piena consapevolezza di poter prendersi la vittoria." era molto incoraggiante, iniziava a capire da dove provenisse il desiderio di fare il professore "Non voglio vedervi divorati dall'ansia perché conosco le vostre capacità," continuò James "e adesso voglio solo che le dimostriate a tutti." sorrise e aggiunse "Andiamo ad insegnare a Corvonero chi comanda".
Harry stava per seguire il resto della squadra che si posizionava appena fuori dagli spogliatoi in attesa che l’arbitro li annunciasse, quando James lo richiamò
“Mi dispiace averci messo tanto, ma i miei genitori sono riusciti a mandarmela solo adesso.” da dentro un armadietto estrasse una Nimbus 1000 “Ti presento Teresa.” disse divertito “Era il manico che usavo fino a tre anni fa. Non sarà una Nimbus 1500, ma è veloce.” Harry sorrise raggiante mentre afferrava la scopa
“Grazie!” disse a suo padre, lui gli diede una pacca sulla spalla
“Non dirlo nemmeno. E ora andiamo!”.
I Grifondoro marciarono in campo estremamente carichi. Anche Ron – che aveva sospirato fino all'arrivo in spogliatoio – camminò spavaldo e a testa alta. Inforcarono le scope e si schierarono in cerchio attorno all'arbitrio. Harry si portò come previsto qualche metro sopra il resto della squadra mentre Ron dietro di lui prendeva posto agli anelli. Mentre l'arbitro faceva le solite raccomandazioni, Harry portò lo sguardo sul cercatore avversario ed il ragazzino, poco più giovane di lui, dai capelli biondi e ondulati gli parve familiare. Non appena il Corvonero gli sorrise ammiccante Harry soppresse una risata, lo aveva riconosciuto, era il giovane Allock.
Il fischio d'inizio seguì subito dopo, la Pluffa fu lanciata in aria e i bolidi liberati. James agguantò la Pluffa con una velocità inaudita, simile più a quella di un cercatore che di un cacciatore. Come suo solito, Harry se la prese comoda: osservò la partita mentre teneva d'occhio i lampi di luce dorata che gli indicavano la presenza del Boccino che già saettava per il campo.
In pochi secondi James, con il possesso palla, si era portato in quota, oltre gli anelli, aveva compiuto un veloce semicerchio verso la metà campo avversaria senza mai smettere di tenere d'occhio i compagni di squadra. Aveva creduto che suo padre volesse segnare, invece, aveva attratto l'attenzione su di sé mentre un altro cacciatore si avvicinava agli anelli dalla parte opposta. Almeno una ventina di metri separavano i due Grifondoro, ma James riuscì nel passaggio imprimendo maggiore potenza alla Pluffa con una capriola in sella alla scopa effettuata tra l'altro con entrambe le mani sulla palla. Grifondoro ebbe il tempo di segnare tre volte prima che Corvonero prendesse anche solo il possesso palla. Uno dei goal era stato segnato da James, preso di mira da un bolide poco prima di tirare. Il Potter non aveva nemmeno dovuto curarsene perché Sirius gli era sfrecciato accanto respingendo il Bolide con un colpo di mazza.
Harry trattenne il fiato mentre un giocatore avversario saettava tra i Grifondoro diretto agli anelli. Il Corvonero eseguì un tiro ad effetto, per nulla facile da parare. Harry si trovò a fissare Ron negli occhi trovandolo pronto, il suo migliore amico si lanciò verso uno degli anelli laterali, per intercettare la Pluffa si lasciò cadere dalla scopa restando ancorato ad essa con l'incavo del ginocchio.
"Bravissimo, Ron!" gridò James volandogli accanto.
Harry aveva intercettato il Boccino già due o tre volte, non si era lanciato all'inseguimento solo per dare ai Grifondoro l'opportunità di giocare la partita. Allock sembrò accorgersi in quel momento della presenza della palla dorata perché prese a volare dietro di essa, era comunque troppo distante perché rappresentasse una minaccia, cosicché Harry poté osservare un'ultima azione dei due Malandrini prima di intervenire: mentre James avanzava con la Pluffa salda in mano, uno dei battitori avversari gli sparò contro un bolide a distanza ravvicinata. Sirius era pronto con la mazza, ma James gli rivolse un'occhiata veloce; puntò i piedi sulla scopa e spiccò un salto. Il bolide passò indisturbato sotto il corpo di James e fu intercettato da Sirius proprio mentre James atterrava sulla sua scopa e si capovolgeva per consentire al Bolide di raggiungere lo stesso battitore Corvonero. Senza girarsi, James saettò tra i giocatori avversari fino a mettere la Pluffa in anello con un colpo di coda della scopa mentre tornava a volare in posizione normale.
Con questo goal erano cinque a zero; Harry intercettò nuovamente il Boccino mentre cambiava direzione confondendo Allock. Tenendolo a vista con la coda dell'occhio, sfrecciò quindi verso Gilderoy: era il modo migliore per accorciare la distanza con il Boccino senza che Allock lo intercettasse. Harry, poi, cambiò direzione rapidissimo mentre il Boccino decise di farsi inseguire in picchiata. Non era una novità per Harry che lo strinse tra le mani ad un metro da terra.
Grifondoro esplose in un ennesimo applauso, più fragoroso del solito. La cattura del Boccino avveniva in contemporanea al settimo goal Grifondoro, Corvonero aveva tentato diversi tiri, ma tutti erano stati parati da Ron. La partita si concludeva 220 a 0, gli stessi Corvonero – appena atterrati – non potettero che complimentarsi sinceramente con James, ma il Capitano era sopraffatto dall'abbraccio di tutti i compagni di squadra. Non appena riuscì a divincolarsi, James si levò in piedi sulla scopa passando in rassegna la tribuna e auto acclamandosi re del Quidditch tra le ovazioni di gioia.
***
James era in preda alla totale euforia mentre il suo sguardo festante intercettava quello di Lily. Trasalì, non potendo fare a meno di pensare di esserle sembrato arrogante con quell'esultanza e imbarazzato si passò una meno tra i capelli ridacchiando mentre atterrava come tutti. La rossa, però, gli sorrise e, con sommo piacere di James, gli andò incontro mentre lui scendeva dalla scopa.
"E va bene!" esclamò lei "Sarai anche il re del Quidditch, Capitano." disse con un finto inchino "Ma scommetto che ti batterei in qualsiasi sport babbano."
"È una vera scommessa, Evans?" la provocò lui "Molto bene." disse tendendole la mano "In onore della nostra vecchia rivalità e della mia rinomata arroganza, se vinco io tu uscirai con me."
"D'accordo, Potter." fece lei "Ma se vinco io, be’..." disse accarezzandosi il mento come per pensare "direi che tu dovrai farmi cavalcare la tua scopa." i due si guardarono negli occhi mentre Lily diventava rossa in volto come di capelli per il doppio senso che James finse di non cogliere.
"Ci sto!" disse stringendole la mano
"Domani a mezzogiorno." dichiarò lei solenne, poi sorrise "E ora fammi abbracciare il campione!" James non poté fare a meno di esplodere in un enorme sorriso, ma Lily lo superò ed andò ad abbracciare Sirius mentre tutti scoppiavano a ridere.
 
Dalla fine della partita fino al giorno dopo, James non smise per un solo secondo di sorridere. L’allenamento aveva dato i suoi frutti mandando Grifondoro in cima alla classifica cui seguivano Tassorosso, Serpeverde e Corvonero. Tutti i membri della squadra si erano dimostrati veloci e coordinati come negli allenamenti e per i propri avversari non c’era stata speranza. Vedere tutte le parate di Ron ed il modo in cui Harry aveva afferrato il Boccino lo convinse ancora di più di aver fatto la scelta giusta prendendoli in squadra, rendendolo orgoglioso di tutti loro, titolari e non. Prima in Sala Grande e poi in Sala Comune, i festeggiamenti erano durati a lungo, ma – sebbene James fosse tirato in continuazione a dritta e a manca dai suoi compagni di Casa – per tutto il tempo il Capitano aveva in testa una sola cosa: la scommessa con Lily. Quella, sommata alla strabiliante vittoria appena ottenuta, faceva sentire James felice come non mai. Non gli importava neanche di vincere, si ritrovò a pensare, gli bastava poter passare un pomeriggio a giocare con lei.
A mezzogiorno, quindi, puntuale come non mai, James si fece trovare al campo da Quidditch, dove Lily gli aveva detto che avrebbero giocato
“Hai fatto male a lasciare che fossi io a scegliere lo sport con cui gareggiare, Re del Quidditch.” palesò in quel modo la sua presenza, Lily; James rise
“Ho voluto darti un vantaggio!” le rispose mentre veniva raggiunto al centro del campo. Lily ghignò mentre gli lanciava un oggetto in legno plastificato
“Le regole del tennis sono molto semplici.” gli disse mentre al centro del campo faceva apparire una rete e disegnava delle linee sul prato. James ascoltò la sua spiegazione molto attentamente e la osservò mentre gli spiegava come muoversi per il dritto e per il rovescio, poi si mise in posizione ed attese che Lily facesse partire il gioco. Ci volle qualche passaggio per far capire a James la tecnica migliore per prendere la palla con la racchetta e rispedirla alla rossa, ma solo quando iniziò ad ingranare e a prendere più colpi di quanti ne mancasse, capì che fino ad allora Lily si era solo scaldata. James aveva appena segnato il suo primo punto, subito seguito da una danza d’esultanza, quando, ridendo, la rossa disse
“D’accordo, te lo concedo: stai iniziando a capire come si gioca. Che ne diresti se iniziassimo a fare sul serio?” si scambiarono uno sguardo carico di sfida “Si arriva a undici punti.”
“Che vinca il migliore.”
Giocarono all’incirca per un’ora: complimentandosi a vicenda per le battute prese bene, ma soprattutto insultandosi per i colpi andati male.
“Scusate tanto, Vostra Maestà,” lo schernì per l’ennesima volta Lily dopo aver rispedito una palla troppo veloce per permettere a James di prenderla “volete riposarvi, per caso? Sembrate stanco.”
“Ti sto solo lasciando un po’ di vantaggio!” la fece ridere. A James, quello sport, non piaceva particolarmente: probabilmente perché – sebbene non fosse escluso farlo – si correva troppo poco, eppure stava amando quella partita.
Non appena Lily segnò l’ultimo punto, James si beò della visione di lei che saltava eccitata per la vittoria. Si sciolse i capelli e prese ad avvicinarsi a James continuando a decantare le proprie gesta in una sua non troppo celata imitazione.
Quando lo raggiunse, il Potter si buttò di schiena sull’erba
“Mi hai distrutto.” piagnucolò, Lily prese a guardarlo negli occhi dall’alto al basso “Ora dovrei iniziare a chiamarti Regina del Tennis?” l’altra rise
“Non è una cattiva idea…” si mise un dito sul mento pensierosa per poi – riprendendo a fare l’imitazione di James – dire: “d’altronde… sono la migliore! Nessuno può battermi!!” mise anche i muscoli delle braccia in mostra come aveva fatto lui il giorno prima. James si alzò ridendo
“Va bene, va bene, bella imitazione.” le disse “Ma prova a farlo in piedi su una scopa volante e poi ne riparliamo!” Lily rise maligna
“Oh, tranquillo, ne avrò l’occasione quando salirò su Susie.” James diventò di colpo serio facendo esplodere la risata dell’altra
“D’accordo, ti ho dato la mia parola e la rispetterò.” disse solenne chiudendo gli occhi e mettendosi una mano sul cuore “Ma sia chiaro:” la guardò fisso ed in modo serio “la monti solo con me accanto.”
“Non mi aspettavo niente di diverso, Potter.”
***
Il giorno prima della partita, Harry non se l’era sentita di parlare dell’Ordine ai Malandrini: temeva di distrarre Ron, Sirius e James – sebbene a quest’ultimo lo avesse già detto – dall’incontro del giorno dopo, ma soprattutto aveva paura di distrarre sé stesso. Ad ogni occasione datagli da suo padre, quindi, Harry aveva cambiato discorso.
La partita, poi, era andata benissimo, forse – tra l’ilarità di trovarsi Allock come avversario e l’avere James, Sirius e Ron come compagni di squadra – fu la migliore mai giocata da Harry.
Quel giorno, essendo sabato, le lezioni si erano concluse prima di pranzo. Si trovavano in Sala Grande quando il gruppo fu raggiunto da James e Lily di ritorno dalla scommessa. Harry sospirò: era arrivato il momento.
   
 
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