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Autore: birdylove    10/07/2020    3 recensioni
Attenzione: contiene spoiler del 4° libro, perciò se non lo avete letto o non volete rovinarvi il finale non leggetelo. Ho scritto questo piccolo estratto poco dopo aver finito di leggere il 4° in francese perché ero troppo ansiosa di sapere come sarebbe andata a finire. All'inizio ero molto delusa (qualcuno di voi mi capirà forse), poi però ho deciso di modificare un "piccolo" particolare per sollevarmi l'umore, spero che sarà lo stesso per qualcuno di voi
Genere: Fantasy, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Ofelia si stava osservando nello specchio del bagno. Aveva dormito appena solo qualche ora da quando li avevano portati nella clinica per curare le loro ferite: la gamba di Thorn e la sua spalla slogata. Per le sue mani non c'era niente da fare, le dita non ci sarebbero più state e nessuna protesi, per quanto ben fatta, sarebbe mai stata in grado di rimpiazzarle. Adesso però la sua mente era tutta presa da qualcos'altro. Voleva andare a trovare Thorn, ma non sapeva dove lo avevano messo. Non dovette comunque aspettare molto, pochi istanti dopo qualcuno bussò alla porta della sua camera, andò ad aprire. Thorn le stava davanti in sedia a rotelle, più pallido del solito, col viso tirato, ma con gli occhi più attenti che gli avesse mai visto.
«Dobbiamo parlare noi due» .
Ofelia si spostò dall'entrata e lo lasciò passare. Gli avevano ingessato la gamba ferita, forse stavolta sarebbe guarita meglio. Si guardarono negli occhi per un po' senza dire niente, finalmente erano alla stessa altezza, lui seduto e lei in piedi. Thorn la scrutava per capire come stesse, i suoi occhiali erano di un rosa leggero che piano piano si stava intensificando. Chissà a cosa stava pensando? Ofelia cercava di capire se poteva avvicinarglisi, aveva un disperato bisogno di stargli vicino. Anche un po' di più. Non riusciva a credere di averlo quasi perso per sempre per colpa dell'Altro, ma invece era lì, sano e salvo. O quasi. Ofelia decise che non avrebbe atteso oltre quando le braccia di Thorn la avvolsero senza avvertire. Avrebbe voluto stringerlo anche lei, accarezzare la sua ampia schiena, sentire i rilievi delle vertebre con le dita, ma non poteva. Ci pensò la sciarpa ad unirli ancora di più nell'abbraccio, tanto che li fece quasi soffocare. Quando si staccarono, Thorn le prese una mano tra le sue.
«Le tue dita..».
«Non so come sia successo», disse Ofelia, «suppongo fosse il sacrificio necessario per salvarci. Non mi pento di nulla» .
Thorn le baciò entrambi i palmi, guardandola con quegli occhi infuocati ma imperscrutabili: «Hai restituito i dadi al mondo. E a me. Il mio destino è nelle tue mani».
A quel punto Ofelia non resse più. Scoppiò in un pianto disperato. Aveva provato troppe emozioni in così poco tempo... Thorn la accolse sulle proprie ginocchia e cercò di consolarla in qualche modo. Non doveva fare molto, in fondo. Doveva solo esserci. E lui c'era. C'era sempre stato per lei dal primo giorno in cui l'aveva conosciuta e ci sarebbe sempre stato. Quella donna meravigliosa di appena un metro e cinquanta aveva salvato il mondo dalla distruzione, aveva tirato fuori lui dal mondo di mezzo, gli aveva reso la sua vita, la sua vita con lei soprattutto. Adesso dovevano solo decidere come trascorrerla.
Ofelia non provava rabbia, era solo sopraffatta dalle emozioni. Era stata una lettrice tutta la vita e questo l'aveva condotta fino a suo marito, prima indesiderato e poi amato come nessun altro. Non poteva più sfruttare il suo potere per periziare gli oggetti, ma forse avrebbe potuto inventarsi qualcos'altro, in fondo aveva altri talenti. Forse questo indicava la fine di un periodo e l'inizio di una nuova vita. Con Thorn. Era questo l'importante.
Thorn non sapeva come comportarsi, non era abituato a consolare le persone, perciò si limitò a stringere a sé Ofelia come aveva fatto quando gli aveva rivelato che non poteva avere figli. Lì per lì si era sentito sollevato, non gli piacevano i bambini, o meglio, non sapeva come comportarsi con loro. Erano così imprevedibili, ma anche Ofelia lo era e la amava anche per questo. Subito dopo però, vedendo la reazione che aveva avuto Ofelia, aveva capito quanto lei in realtà ci tenesse. Era passata dal non voler avere nessun tipo di rapporto con lui a piangere disperatamente perché non avrebbero mai potuto concepire un figlio loro. Lui ancora non ci credeva. Non sapeva se sarebbe mai stato in grado di fare il padre non avendone mai avuto uno. Tuttavia, l'idea di non poterlo mai sapere lo addolorava nel profondo. Soprattutto il fatto che Ofelia ne soffrisse così tanto. Lo faceva bruciare dentro il fatto che lei desiderasse un figlio da lui. Nonostante il suo status di bastardo. Nonostante il suo essere burbero, chiuso, in apparenza misantropo. Ma lei lo amava davvero e conosceva l'uomo che si nascondeva dietro la maschera di indifferenza che si era creato.
«Se servisse a salvarti, lo rifarei altre mille volte. Tu avresti accettato di molto peggio», disse Ofelia che si era quasi calmata.
«Lo so», disse Thorn con un tono che, come sempre, non lasciava trasparire la tempesta che aveva dentro.

  
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