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Autore: Barby_Ettelenie_91    12/07/2020    12 recensioni
"Tu sei uno che corre troppo per me Crowley.”
 
Il demone sibilò furioso mentre la portiera del passeggero si richiuse.
 
Meno di mezz'ora dopo si trovava seduto a un pub poco lontano, continuando a tracannare un bicchiere di whisky dopo l'altro osservando distratto la band che stava suonando sul piccolo palco.

 
Buona lettura!
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Partecipa al gioco “Obbligo, verità o salvataggio!” de Il Giardino di EFP

Obbligo di Longriffiths - Un demone rifiutato dal suo angelo perché 'corre troppo'
Suddetto demone si ubriaca proprio che il fegato diventa verde
Incontra uno sconosciuto al bar e inizia a parlare per sfogarsi e mentre parla gli sale talmente tanta rabbia che fa: 'adesso te lo faccio conoscere sto stronzo' e chiama Azi al telefono e inizia lo sclero
Comico-fluff

 

 

 

 

 

 

La riunione era andata bene. Quello Shadwell sembrava che sapesse il fatto suo, tutto sarebbe filato liscio come l'olio. Se Azraphel non voleva dargli quello che gli serviva, allora Crowley ci avrebbe pensato da solo.

Il demone, soddisfatto del piano che stava per entrare in azione, raggiunse la macchina per tornare a casa. Sobbalzò sorpreso quando trovò l'angelo seduto al posto del passeggero ad aspettarlo.

"Ho sentito che stai organizzando un furto. In una chiesa. Crowley è troppo pericoloso! L’acqua santa ti distruggerà completamente!”

"Mi hai già detto queste cose!”

"E non ho cambiato opinione! Non posso lasciarti rischiare la vita! È una cosa pericolosa! Perciò puoi annullare il colpo.”

Crowley prese con estrema cura il thermos contenente l'acqua santa che Azraphel gli porgeva.

"Adesso dovrei ringraziarti?”

"Meglio di no.”

"Vuoi che ti porti da qualche parte?”

L'angelo sospirò rifiutando l'offerta.

"No grazie. Non essere così deluso! Chissà forse un giorno potremmo che ne so… fare un picnic. Cenare al Ritz.”

"Ti do un passaggio, dove vuoi andare?”

"Tu sei uno che corre troppo per me Crowley.”

Il demone sibilò furioso mentre la portiera del passeggero si richiuse.

 

*

 

Meno di mezz'ora dopo si trovava seduto a un pub poco lontano, continuando a tracannare un bicchiere di whisky dopo l'altro osservando distratto la band che stava suonando sul piccolo palco.

Se solo fosse stato un pochino più sobrio, avrebbe però notato che, dopo che i loro sguardi si erano incrociati casualmente, il cantante non gli staccava gli occhi di dosso.

Quando l'esibizione finì, il giovane musicista abbandonò il resto del gruppo per raggiungerlo.

"Un bel ragazzo come te... cosa ci fa tutto solo in un locale?" chiese sfoderando un sorriso impertinente.

"Non sono affari tuoi!"

"Vediamo se indovino... la tua ragazza, o forse il tuo ragazzo, ti ha scaricato? Comunque scusa, che maleducato, non mi sono ancora presentato, il mio nome è Freddie!"

Crowley lo fissò truce per poi sospirare.

"Io sono Cro... volevo dire, Anthony! E no, il mio ragazzo non mi ha scaricato, è solo che... Ehi cameriere! Porta da bere anche al mio amico Freddie!"

Poco dopo entrambi erano stravaccati sul tavolo, ubriachi fradici, una bottiglia vuota davanti e i bicchieri ancora alla mano.

"Ti rendi conto, l'ho aspettato per seimila fottutissimi anni e stasera quell'idiota di un angelo ha il coraggio di dire tu sei uno che corre troppo per me!"

"Angelo? Uno stronzo che fa aspettare tutto quel tempo una creatura meravigliosa come te semmai è un diavolo! Me lo trovassi davanti giuro che gliene direi quattro!"

Crowley ridacchiò a immaginarsi la scena.

"Azraphel non è un demone, anzi... ma quando ci si mette, sa essere davvero un piccolo bastardo! Con quel suo stramaledettissimo sorriso innocente e gli occhioni da cucciolo! Ma grazie del pensiero!"

"Farei qualsiasi cosa per farti passare l'incazzatura!" rispose Freddie fissandolo con desiderio evidente.

Il demone ignorò la tacita offerta lussuriosa, scolò un altro bicchiere dalla nuova bottiglia appena arrivata, e poi recuperò un gettone dalla tasca dei pantaloni.

"Ecco sai ora cosa facciamo? Ti faccio conoscere lo stronzo, così puoi dirgli quello che vuoi!"

Crowley prese Freddie per un braccio e lo trascinò fino al telefono pubblico, che si trovava in un angolo leggermente appartato dall'altro lato del locale.

"Ehi angelo sei già a casa a fare la nanna?" la voce trasudava sarcasmo a ogni parola.

"Crowley sei tu?" rispose Azraphel dall'altro capo del telefono con voce assonnata.

"No guarda, l'Arcangelo Gabriele! Certo che sono io!”

"Non è il caso che ti arrabbi tanto! Sì, sono a casa e stavo dormendo, mentre tu sei in giro ubriaco fradicio! Che cosa pensi di fare comportandoti così?"

"Guai a te se ora provi a farmi la morale, non sei assolutamente nella posizione per farlo!"

Prima che Crowley potesse ascoltare la risposta, Freddie gli strappò la cornetta dalle mani.

"Senti stronzetto, il mio amico Anthony qui ha detto che sono secoli che ti sta aspettando e tu non ti degni di dargli retta, poi ti lamenti perché va in giro a ubriacarsi? O sei stupido che non ci arrivi o sei proprio uno stronzo!"

"Ehi! Ma tu chi sei? Che cosa stai dicendo? Crowley non... ma poi cosa ci fai con lui?"

"Mi chiamo Freddie, ho conosciuto Anthony, Crowley, qui al pub stasera. E penso proprio che passeremo anche la nottata insieme, visto che tu non ti sei svegliato prima!" concluse soddisfatto riattaccando il telefono, senza dare ad Azraphel il tempo di ribattere.

Crowley lo guardò ghignando.

"Sei stato proprio cattivo... con quello che hai detto, gli avrai fatto prendere un colpo a quel povero e innocente angioletto!"

"Ma guarda che io dicevo sul serio!"

Un attimo dopo Freddie e Crowley, abbrancati contro il muro, si stavano baciando con foga.

"CROWLEY! Santo cielo, ma cosa stai facendo?!"

Il demone sussultò tra le braccia del cantante per la sorpresa.

"Angelo... Io... che cosa ci fai tu qui?"

"Ti riporto a casa, ovviamente! Ma guarda come ti sei ridotto!" rispose l'angelo squadrandolo con disapprovazione.

"Ma chi ti credi di essere, suo padre? Lui è libero di baciare chi vuole e passare la serata con chi vuole! Aspetta un attimo..."

Freddie realizzò solo in quel momento chi era la persona che aveva davanti. Il suo sguardo andò da Azraphel a Crowley e capì di essere di troppo.

"Ho capito, me ne vado! Peccato, mi sarebbe davvero piaciuto passare la nottata con te! Ma purtroppo hai il cuore già impegnato... però chissà, magari un giorno ci incontreremo di nuovo! E se dovessi essere libero, non accetterò un no come risposta! Tu, angelo, o come ti chiami... un po' t’invidio, sei proprio un uomo fortunato!"

Stampò un rapido bacio sulle labbra di Crowley per poi allontanarsi con un ultimo cenno di saluto.

 

*

 

La mattina dopo Crowley si rigirò nel letto sbadigliando e con un mal di testa lancinante, ordinaria amministrazione post sbronza insomma. Eppure sentiva che c'era qualcosa di strano. Era andato a dormire vestito, cosa che non succedeva letteralmente da secoli, e anche il letto non sembrava il suo.

"Ma dove diavolo mi trovo?!"

I ricordi della sera prima erano vaghi e confusi. L'ultima volta che si era ridotto così probabilmente era stata quando aveva passato la serata a bere assenzio con quel poeta francese... Baudelaire forse? Erano passati almeno cento anni!

All'improvviso un inebriante profumo di caffè si diffuse nell'aria.

"Buongiorno caro!"

Crowley si sollevò di scatto sentendo la voce di Azraphel. In quel momento si ricordò tutto. L'organizzazione del colpo, l'acqua santa, "tu corri troppo per me!", la sbronza al pub con quel Freddie, Azraphel che lo trascinava in libreria rifiutandosi di miracolargli l'ubriacatura...

"Perché mi trovo nel tuo letto? E con un pigiama a fantasia tartan per di più!" esclamò seccato, cercando di mascherare l’imbarazzo.

"Hai poco da lamentarti sai! Ti ho recuperato al pub che non stavi in piedi da quanto avevi bevuto, non sapevo dov'era casa tua, così ti ho portato qui! Poco dopo ti sei addormentato... di certo non potevo metterti a letto con quei vestiti puzzolenti!"

Un sorriso malizioso si fece largo sul volto del demone.

"Allora mi hai spogliato! E già che c'eri... hai anche approfittato di me nel mio stato d’incoscienza alcolica?"

Azraphel arrossì di colpo.

"CROWLEY! Non ti ho spogliato, ho solo miracolato i vestiti!"

"E allora perché non mi hai fatto sparire la sbronza così che potessi tornarmene a casa mia?"

Azraphel sbuffò infastidito.

"È vero che gli angeli aiutano chi è in difficoltà, ma l'ubriacatura meritavi di tenertela! Non è che quando tu fai delle stupidaggini del genere poi io devo risolverle! E ringrazia che non ti ho lasciato dormire sul pavimento! Anzi, potevo lasciarti direttamente là con quel tizio, immagino sarebbe stato ben contento di riaccompagnarti a casa!"

"Non ci posso credere, ma è geloso! E io che ho passato un'intera serata a bere e a lamentarmi... chissà magari sta cominciando a capire..." 

Sollevò le mani in segno di resa.

"Hai ragione, me la sono meritata! Però di solito sono io che ti tiro sempre fuori dai guai… Diciamo che per questa volta hai ricambiato il favore!”

L’angelo non rispose e abbassò lo sguardo con aria imbarazzata e colpevole.

“Oh Cielo, mi stavo dimenticando! Ho fatto il caffè, bevilo prima che si raffreddi!”

Azraphel prese un vassoio con due tazzine di caffè ancora caldo e un piattino di biscotti dal comodino, lo appoggiò con delicatezza sul letto per poi sedersi vicino a Crowley. 

Angelo e demone fecero colazione in silenzio ma senza alcun imbarazzo, anzi sembrava quasi fossero rilassati da quella situazione così intima e casalinga.

Quando ebbero finito Azraphel rassettò l'angolo dove si era seduto e tolse il vassoio.

"Io ora scendo in libreria, ti aspetto giù! I tuoi vestiti puliti sono sulla sedia."

"Grazie... di tutto."

"E di cosa? Mi fa piacere vedere che stai meglio!"

L'angelo sorrise e gli lasciò un tenero bacio sulla guancia, prima di scappare via al colmo della vergogna.

Se Crowley non fosse stato un demone, in quel momento sarebbe stato quasi certo di essere arrossito.

Si alzò dal letto per la prima volta davvero felice e iniziò a cambiarsi.

Un paio di minuti dopo Azraphel fece di nuovo capolino nella stanza mentre Crowley si stava infilando il maglioncino.

"Caro mi sono dimenticato di dirti una cosa. Lo sai, io non guido la macchina, ieri sera non ci ho nemmeno pensato, ci ho teletrasportati davanti alla libreria e basta... così io, ecco..."

"Angelo che cosa stai cercando di dirmi?"

"Beh ecco, vedi... la tua Bentley è ancora posteggiata davanti al pub, che sta a dieci chilometri da qui!"

"La mia bambina! Come hai potuto dimenticartela?! Giuro che ti ammazzo e ti rispedisco a calci Lassù se gli è successo qualcosa! Ora sparisci prima che ci ripensi e ti strozzi subito!"

L'angelo non se lo fece ripetere due volte, scappò dalla camera tirandosi la porta dietro.

Crowley si buttò di peso sul letto con aria afflitta.

"Ma come diavolo ho fatto a innamorarmi di un simile idiota?!"

Un attimo dopo però sorrise pensando al bacio di pochi minuti prima.

"O forse l'idiota sono io..."

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolino dell’autrice

E anche questa è andata!

Lo sconosciuto del bar alla fine non è poi così tanto sconosciuto, almeno per noi, ma Crowley ancora non lo sa! ;) Oltre all’obbligo l’idea nasce anche da QUESTA VIGNETTA, che ho piazzato qui sotto nelle note invece che all’inizio giusto per non fare un auto spoiler da subito! xD

Ultimo ma non ultimo un mega grazie a Longriffiths per le idee divertenti che riesce sempre a tirare fuori! <3

Spero che sia divertita quanto me che l’ho scritta! 

Alla prossima!

Barby

   
 
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