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Autore: MIV93    12/07/2020    2 recensioni
La storia di "Our Hero Academia" narra di 3 nuove studentesse ritrovatesi, per i motivi più disparati, a frequentare la U.A. High School. L'arco narrativo segue quello della storia ufficiale e si intreccerà con la vita delle nuove tre studentesse con nuove e vecchie avventure.
[Raiting giallo: presenza di un linguaggio volgare] [Coppie HET] [OC] [OCC per togliere le paranoie] [Fanfiction scritta a più mani] [SPOILER dal capitolo 8]
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: All Might, Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo 6 – Inizia il Festival Sportivo!





I'm just the boy inside the man, not exactly who you think I am
Trying to trace my steps back here again, so many times
I'm just a speck inside your head, you came and made me who I am
I remember where it all began, so clearly
 [Be Somebody - Thousand Foot Krutch]

 




 

Il giorno del festival sportivo era finalmente giunto. Era un giorno decisamente importante, poiché gli studenti della Yuuei non dovevano solo primeggiare nelle attività fisiche, dovevano mettersi in mostra ai migliori eroi professionisti. Eh sì, perché il festival sportivo serviva proprio per attirare su di sé le attenzioni dei professionisti e aggiudicarsi un posto come tirocinante tra le loro fila, acquistando fama ed esperienza. Inoltre, a complicare ancora di più la cosa, c’era il fatto che l’evento si sarebbe tenuto una sola volta all’anno, di conseguenza, chi voleva accaparrarsi un posto tra i migliori, aveva solo tre anni di tempo per farlo, ovvero i tre anni scolastici della scuola per diventare eroi. Tre possibilità e basta.
“Se volete diventare supereroi è un evento che non potete perdere assolutamente. Se è questo che volete, non battete la fiacca!”
Questa frase era stata detta dal loro professore, Aizawa Shouta, qualche giorno prima che iniziasse l’evento sportivo ed era rimasta impressa nell’animo degli studenti della 1-A. Insomma, era un evento troppo importante da perdere, un ostacolo da affrontare con unghie e denti per mettersi sotto i riflettori e brillare.
 
 
Il luogo dove si sarebbe tenuto il festival era un’enorme arena circolare, dotata di tribune che si distribuivano intorno ad un campo altrettanto enorme in erba e cemento, al di sopra di esse vi erano posizionati diversi schermi piatti, utili per vedere gli scontri in maniera più ravvicinata. All’esterno l’arena era circondata da bancarelle di ogni tipo, da quelle che vendevano cibo, a quelle più strane che vendevano maschere di carta di eroi famosi. La zona brulicava di persone e, ovviamente, di eroi, chi occupato nella vigilanza e chi si dirigeva verso le tribune per godersi gli scontri.
Gli studenti della 1-A si trovavano dentro agli spogliatoi dei partecipanti, già pronti con le loro divise tipiche della Yuuei. C’era abbastanza movimento nella 1-A, l’emozione e l’adrenalina stavano ribollendo nel corpo e nello spirito degli studenti, dandogli la giusta carica per affrontare una nuova sfida.

“Non li conosco, ma quelli della C mi stanno davvero sul cazzo” sbottò Reiko mentre si sedeva su una seggiolina di metallo con un dito intrecciato in una ciocca di capelli.

“Io penso che…bè, si sentano solo in competizione con noi” rispose Kokoro, giustificando in parte il comportamento della C.

“La popolarità è anche questo” concluse Atsuko.

Pochi giorni prima del festival, alcuni alunni della C, si erano piazzati davanti all’aula della A incuriositi dagli ultimi avvenimenti della USJ. Tra gli studenti della C, quello che aveva lanciato il guanto di sfida, era stato proprio un giovane dai capelli viola, un certo Shinso, che aveva definito gli alunni della A decisamente arroganti, denigrando così il corso per eroi. Infatti, all’interno della Yuuei non vi era solo il corso per eroi della A, ma anche classi di supporto oppure ordinarie. Era ovvio però che, dopo gli ultimi avvenimenti, la popolarità della A era sulla bocca di tutti, mettendo da parte altre classi altrettanto competitive e piene di ottimi studenti.
 
“Il festival sportivo della Yuuei ha inizio, everybody! Are you ready?”

Gridò Present Mic, il professore della Yuuei che insegnava inglese e che, grazie al suo quirk, aveva una particolare predisposizione a fare il presentatore.

“Ecco a voi la prima A della sezione eroi! A seguire la prima B della sezione eroi! A seguire le sezioni ordinarie, la C, la D e la E – fece una breve pausa - Ed ecco che arrivano anche la F, la G e la H, le sezioni di supporto, seguiti dalla I, J e K, la sezione di gestione” urlò Present Mic alquanto euforico.

Sezione per sezione, gli alunni entrarono dentro all’arena.

“GIURAMENTO DEGLI ATLETI” urlò Midnight su un piccolo piedistallo di fronte a tutti gli studenti, mentre sventolava con energia una sorta di frustino dall’aria sadomaso. La donna in questione era una professoressa della Yuuei, detta anche “l’eroina vietata ai minori” a causa dei suoi abiti alquanto succinti ed equivoci.

“Rappresentante degli atleti, la prima A, Bakugou Katsuki” urlò Midnight, il giudice della partita, mentre invitava il ragazzo a salire sul piedistallo per parlare al microfono a tutti gli studenti coinvolti nel festival.
“Ma chi cazzo lo ha nominato rappresentate?” brontolò Reiko.

“E’ arrivato primo agli esami d’ammissione dopo tutto” rispose Atsuko.

“Non la vedo bene…” ridacchiò Kokoro, che già si immaginava chissà quale scenata o frase da Katsuki.

Il ragazzo in questione si portò vicino a Midnight con le mani in tasca e la faccia scazzata, in silenzio e con passo deciso. L’arena sembrò ammutolirsi all’improvviso, tutti stavano aspettando il giuramento di Bakugou.

“Giuramento…….io arriverò primo” sentenziò con nonchalance il biondo.

“Stronzo!” urlò una Reiko in mezzo agli studenti, nel cuore del silenzio, dando involontariamente il via ad un brusio generale carico di imprecazioni e insulti verso Bakugou. Come al solito la classe A era passata per la sbruffona e strafottente di turno, grazie ovviamente al comportamento arrogante e spavaldo di Bakugou verso i suoi “avversari”.

“AHAHAHA lo sapevo che lo avrebbe detto Bakugou” urlò Kokoro di gusto mentre si scompisciava dalle risate.

“Come al solito passiamo per gli arroganti...” sospirò Atsuko.

Nel casino generale, tra chi rideva e chi prendeva seriamente la sfida del giovane esplosivo, Midnight portò la sua frusta su una spalla, mentre con un sorriso diceva: “Bene, non perdiamo altro tempo e iniziamo! Vediamo che destino vi attende con la prima prova”.

Apparve un ologramma dietro alla professoressa che indicò, piuttosto banalmente, che la prova per quell’anno sarebbe stata una corsa ad ostacoli.

“Tutte le classi gareggeranno. Il percorso è la circonferenza esterna dello stadio, quattro chilometri circa – si leccò le labbra – nella nostra scuola la parola d’ordine è libertà, quindi basta rispettare il percorso, tutto il resto vi sarà concesso!” concluse un’eccitata Midnight.

“Tutto il resto ci sarà concesso?” chiese retoricamente Atsuko.

“Interessante” ribatté Kokoro.

“Qualcuno prenderà la scossa” concluse sorniona Reiko.

 
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Gli studenti si piazzarono di fronte ad un enorme porta di cemento, paradossalmente troppo piccola per far passare tutti gli studenti contemporaneamente. In alto alla porta vi era un semaforo con tre spie in orizzontale, quando l’ultima spia si sarebbe accesa, la prova sarebbe iniziata.
Prima spia..

Seconda spia..

Terza spia..

VIA.

Gli studenti iniziarono a correre verso la porta che dava su un breve corridoio e, fin da subito, iniziarono le difficoltà. Il corridoio in questione era troppo piccolo per ospitare tutti gli studenti, di conseguenza quest’ultimi si trovarono schiacciati tra di loro rallentandosi e spintonandosi a vicenda. Fin dall’inizio stava avvenendo la prima scrematura degli studenti.
Todoroki partì subito alla carica, congelando il pavimento e, di conseguenza, i piedi dei partecipanti. Non di tutti ovviamente, c’erano alcuni studenti che, conoscendo bene il ragazzo, avevano già preso delle precauzioni per non rimanere intrappolati. Tra questi vi erano proprio Atsuko, Kokoro e Reiko.

“Stronzo di un ghiacciolo” ringhiò Reiko che, compiendo un balzo in alto e, facendosi forza con il suo quirk, era saltata sopra le teste di quelli davanti per evitare di essere congelata. Proseguì la sua corsa generando delle scosse elettriche dai piedi per evitare di essere presa da qualcuno che stava sotto e per farsi spazio ulteriormente tra la folla.

“Not today” urlò una Kokoro che, dopo aver creato una barriera intorno a sé per allontanare più gente possibile, saltò in aria con una spinta telecinetica per portarsi in alto ed evitare l’attacco ghiacciato, riuscendo anche ad uscire assieme a Reiko dal corridoio.

Atsuko optò per la scelta “meno” dolorosa per gli altri e più veloce da attuare senza troppi rischi. La ragazza si trasformò in un falco e, con pochi ma veloci battiti di ali, si ritrovò in men che non si dica fuori dal caos. Una volta uscita dal corridoio, si ritrasformò subito in umana, per evitare la calcificazione ossea degli arti.
Al termine del corridoio e dell’enorme lastra di ghiaccio lasciata da Todoroki, la situazione iniziò a farsi ancora più incasinata di prima, dando il via alla vera e propria prova fisica del festival. Di fronte agli studenti vi si pararono degli enormi robot, gli stessi che avevano affrontato all’esame di ammissione, ma che questa volta erano molto più forti e grossi. I robot in questione si schierarono a muro e, a causa della loro altezza e forza fisica, solo sfondando la loro difesa sarebbero riusciti a passare.
Todoroki Shoto, sempre in prima posizione, decise di utilizzare la sua tecnica più potente del sui quirk ghiacciato per generare una sorta di onda ghiacciata in direzione dei robot, congelandogli completamente metà della parte inferiore del corpo ma lasciando un piccolo spiraglio per poter passare sotto di loro. Il ghiaccio si ruppe poco dopo il suo passaggio, lasciando i nemici ancora tutti intatti e pieni di energie per combattere.

“Affrontarli sarà solo un consumo di energie” disse Atsuko, che si era portata proprio a fianco a Reiko e Kokoro proprio di fronte al muro di robot.

“Hai ragione, considerando che questo è solo il primo ostacolo...” rispose Kokoro.

“In questa competizione vince chi arriva tra i primi, non chi abbatte più nemici, quindi...” Reiko si spostò di lato, proprio nel punto in cui un gruppo di ragazzi stavano cercando di affrontare faccia a faccia un robot. Il bestione metallico si sporse in avanti per provare una spazzata di lato con un braccio meccanico e, proprio mentre eseguiva quella mossa, Reiko ci saltò agilmente su.

“Allora non hai nella testa solo il combattimento” disse atona Atsuko che, assieme a Kokoro, l’avevano silenziosamente seguita perché avevano capito la strategia della rossa.

“Mi sto divertendo troppo” trillò Kokoro saltellando per la felicità.

Le tre ragazze, una volta salite sul braccio robotico, lo percorsero velocemente, saltando tra gli ingranaggi e le insenature fino ad arrivare alla spalla metallica, alti diversi metri dal suolo.

“Vi aspetto giù” disse Atsuko.

“Non è una gara di amicizia” sbottò Reiko, competitiva come al solito.

“Sicuramente no, ma se non ci aiutiamo almeno un po’ tra noi della 1-A” intervenne Kokoro sorridendo.

Atsuko, che non aveva problemi con le altezze, trasformò le sue braccia in ali e planò dolcemente verso il suolo. Kokoro che, nonostante non sapesse ancora volare, aveva diverse strategie in mente, si lanciò giù dal robot e, a metà strada dal terreno, fece levitare un pezzo rotto di un altro robot, usandolo come zona di atterraggio per darsi una nuova spinta ed atterrare sulla terra ferma. Reiko, che non poteva vantare di nessun tipo di tecnica che l’aiutasse a mezz’aria, optò per la coda del robot: si lanciò di corsa giù dalla sua coda, arrivando a scivolarci sopra fino ad atterrare per terra.
La prima prova per le tre ragazze era stata un gioco da ragazzi, anche se, viste le persone che correvano alle loro spalle, doveva essere stata una passeggiata anche per gli altri.
La seconda prova invece era diversa, decisamente diversa. Gli studenti della Yuuei si trovarono davanti ad un burrone, in cui vi erano delle zolle di terra con un diametro abbastanza grande collegate tra di loro da delle funi tese. La prova quindi era di attraversare quel burrone senza cadere di sotto.
Todoroki e Bakugou, si contendevano il primo posto: il primo ghiacciando le funi e scivolandosi abilmente sopra e il secondo generando delle esplosioni dalle mani che gli permettevano di volare al di sopra del burrone. Dietro di loro vi erano tutti gli altri studenti, altrettanto agguerriti e abili. Una di questi era Tsuyu che, senza farsi intimorire dall’altezza, si lanciò con abilità sulle corde e, sfruttando tutti e quattro gli arti, percorse la corda molto velocemente.

“E’ arrivata l’occasione di metterli in mostra – gridò una studentessa della sezione supporto – i miei strumenti di supporto! GUARDATEMI, compagnie di produzione dell’intero paese” allargò le braccia mentre una corda partita dalla sua cintura andava ad aggrapparsi ad una di quei pezzi di terra in mezzo al burrone. La ragazza in questione, Hatsume Mei, sfrecciò via richiama dalla corda, mentre urlava selvaggiamente i nomi dei suoi macchinari di supporto.

“Un’altra pazza” grugnì Reiko.

“Effettivamente ce ne sono molte” Atsuko indicò di nascosto la sua compagna Reiko a Kokoro, facendole capire all’amica che anche lei rientrava nella categoria delle pazze.

“Hihi non l’ha capito – ridacchiò Kokoro - Forza, muoviamoci, non vorremo mica rimanere indietro” le incoraggiò Kokoro mentre creava dei dischi sospesi in aria su cui camminare.

Atsuko trasformò nuovamente le sue braccia in quelle di un volatile e, con poche falcate, atterrò a metà burrone su una delle tante zolle. Reiko invece decise di usare la sua tecnica per potenziare con delle scariche elettriche i suoi muscoli e saltare al centro della corda per darsi nuovamente una spinta con le gambe ed atterrare sulla zona di terra. Ultima delle tre ad arrivare alla fine del burrone fu Reiko, dato che aveva più bisogno di tempo per concentrarsi e non cadere giù dal burrone nel momento in cui metteva piede sulla corda sospesa.
Una volta terminata la seconda prova, un lungo corridoio di cemento portava i partecipanti ad una grossa area sterrata, abbastanza grande da poter essere attraversata da più persone contemporaneamente. La zona sterrata era molto lunga e apparentemente innocente, ma al di sotto del suolo nascondeva una insidia: le mine.

“Che rotto in culo quello là - sbottò Reiko non appena vide Todoroki camminare senza troppi problemi sulla sua lastra di ghiaccio in mezzo al campo – adesso ci divertiremo” un ghigno divertito comparve sulla bocca della giovane studentessa.

“Oh è parecchio lungo il campo sterrato” osservò Atsuko pensosa. Il suo quirk le avrebbe permesso di volare sul campo, ma non abbastanza da arrivare trasformata fino alla fine. Ma la cosa non la preoccupava, conosceva il limite di tempo della sua calcificazione ossea, quindi poteva azzardare una strategia.

“Mi piace, mi piace, mi piace – sussurrò Kokoro – ho una bella idea in mente”

Le tre ragazze, per la prima volta, si divisero. Kokoro si spostò verso la destra del campo, mentre Reiko si portò verso la sinistra. Probabilmente, vista la prova, con i loro quirk si sarebbero intralciate e basta, o comunque, quella era una prova che tutte e tre volevano affrontare per conto loro, alla fine era pur sempre un festival individuale.
Todoroki e Bakugou erano già a metà campo, intenti anche ad affrontarsi di tanto in tanto per intralciarsi. Midoriya si era fermato all’inizio del campo, intento a trafficare con delle mine inesplose. Il resto della classe stava cercando di affrontare come meglio credeva la prova.

“Fanculooooo” gridò una scatenata Reiko mentre correva in mezzo al campo come se nulla fosse, come se sapesse dove mettere i piedi e non far esplodere di conseguenza le bombe.

La realtà dei fatti però era diversa e, solo chi conosceva il suo quirk poteva intuire la sua strategia. Il quirk di Reiko era basato sulla produzione di elettricità, ergo, quando appoggiava uno dei due piedi per terra, generava delle scariche elettriche dentro al terreno che andavano, grazie al metallo con cui erano prodotto le mine che attirava l’elettricità, a disinnescare per un breve periodo il meccanismo elettrico che vi era all’interno.

“Plus ultraaaaa” gridò a perdifiato Kokoro, mentre balzava allegramente da una mina all’altra, spinta dalle esplosioni di esse contro la sua palla telecinetica in cui si era barricata dentro.

Le mine infatti, per quanto fossero vere, non contavano su una potenza esplosiva troppo potente, di conseguenza Kokoro poteva proteggersi dalle esplosioni con il suo scudo e poteva addirittura sfruttare l’energia prodotta dallo scoppio per balzare in avanti.
Atsuko, trasformatasi completamente in un falco, volava parecchio in alto nel cielo. La scelta di optare per una grande altezza era dovuta al fatto che, se fosse stata per troppo tempo trasformata, non sarebbe più riuscita a far tornare le sue ossa umane. Di conseguenza, aveva sfruttato gran parte della sua energia per salire di quota e, a momenti alterni, si trasformava in umana e poi di nuovo in uccello, planando sempre più in basso ma verso la fine del campo minato. Era stata una strategia alquanto rischiosa, ma le garantiva, in parte, un percorso senza ostacoli e senza competizione per lo spazio.

“M...Midoriya” Atsuko sgranò gli occhi, mentre un Izuku, a bordo di un pezzo di ferro, sfrecciava a grande velocità in cielo, spinto dalla moltitudine di mine che aveva accumulato e fatto scoppiare contemporaneamente.

La strategia del giovane dai capelli verdi si era rivelata un successo: grazie alle esplosioni aveva acquistato una velocità tale da superare addirittura Todoroki e Bakugou, aggiudicandosi il primo posto. A seguire arrivarono Todoroki con il secondo posto, Bakugou con il terzo e Shihozaki Ibara, una studentessa della B, il quarto posto.
Reiko riuscì a sfruttare la poca energia rimasta per ricoprirsi interamente di elettricità e scattare in avanti oltre il campo minato fino a raggiungere il centro dell’arena, aggiudicandosi il quinto posto.
Kokoro generò un muro invisibile all’entrata del corridoio che dava sull’arena, bloccando in tempo due dei partecipanti della classe B, così facendo riuscì a correre in avanti e ad aggiudicarsi il sesto posto.
Atsuko invece ci mise di più, perché non poteva trasformarsi in altri animali, visto il poco tempo che era trascorso dalla trasformazione precedente in un altro animale. Nonostante la stanchezza e qualche dolore nel ginocchio sinistro, si aggiudicò il decimo posto.

“Ci riposiamo... vero?” una mini-Reiko si accasciò per terra, stremata dallo sprint finale.

“Atsuko-chan, tutto okay? Eri dietro di me poco prima della fine del campo minato” chiese Kokoro preoccupata.

“Tranquilla, il ginocchio ci ha messo più del dovuto a tornare normale, quindi ho arrancato un po’ verso la fine” rispose lei abbozzando un sorriso.


 
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Le tre rimasero più o meno unite nei pochi minuti che furono loro concessi per riprendersi dalle fatiche di quella prima, estenuante prova, ma la voce di Midnight, dopo pochi minuti di pausa, li fece ritornare alle realtà, spiegando come si sarebbe svolta la prova successiva.
Sarebbe stata una prova di squadra: gruppi composti da un minimo di 2 ad un massimo di 4 componenti avrebbero gareggiato tra loro, eleggendo un “cavaliere” che sarebbe stato portato sulle spalle dai restanti membri della squadra; il capo-squadra avrebbe indossato una bandana che segnalava la quantità di punti ottenuti grazie al piazzamento nella corsa a ostacoli e lo scopo sarebbe stato, ovviamente, rubare le bandane per accumulare quanti più punti possibile.
In 30 minuti quindi le squadre avrebbero potuto usare tutte le loro capacità per provare a rubare le bandane, assicurandosele, come da regolamento, alla fronte e al collo, non mirando direttamente a farsi del male ma facendo di tutto per ottenere quanti più punti possibili, con l’assicurazione che, anche perdendo i punti accumulati, i partecipanti avrebbero potuto rimanere in gioco fino alla fine, tendando comunque di recuperare il terreno perduto. L’unica vera limitazione sarebbe stata relativa al capo-gruppo: quest’ultimo non poteva in alcun modo toccare il terreno, rimanendo quanto più possibile poggiato sulle spalle della propria improvvisata “cavalcatura”.
L’annuncio si concluse non solo con il limite di tempo di 15 minuti per formare le squadre, ma anche col macigno appoggiato sulle spalle del giovane Midoriya che, avendo vinto la prima sfida, si era meritato dieci milioni di punti e, d’improvviso, la sua bandana e la sua futura squadra sarebbero state le più ricercate dell’intera competizione

“Atteggiamento poco saggio inseguire Midoriya, si creerebbe solo grande confusione... dobbiamo concentrarci sul rubare le poche bandane che ci servono da chi è troppo impegnato per accorgersene...” disse pensierosa Atsuko, rivolgendosi a Kokoro.

“Probabilmente con la mia telecinesi corriamo anche meno rischi, anche se devo scegliere se concentrarmi a tenere incollate le bandane al nostro gruppo o difenderci da eventuali assalti” disse Kokoro, accarezzandosi il mento.

“Ehi...” ringhiò Reiko, rimanendo inascoltata.

“Se facessimo fare a Reiko da capo-squadra, lei potrebbe tenere lontani i nemici facendo percorrere continuamente il suo corpo dall’elettricità, a noi basterebbe tenere lontane tutte le minacce dalle media e lunga distanza... io potrei caricarmi Reiko sulle spalle, tu invece potresti stare più sul davanti e darle protezione intercettando minacce e cercando di rubare le bandane avversarie, se possibile...” continuò Atsuko.

“Alla fin fine, siamo già avanti col punteggio grazie ai nostri piazzamenti... siamo comunque sopra i 500 punti, potremmo benissimo amministrarcela e giocarcela sulla difensiva! – Kokoro sorrise – allora ci sto!”

“OI! MA CHI CAZZO VI HA DETTO CHE A ME VA DI FARE SQUADRA CON VOI DUE?!” urlò Reiko, facendo finalmente riscuotere le altre due.

“Ma... abbiamo praticamente fatto squadra sempre!” disse Kokoro, probabilmente dando voce ad un evidentissimo dato di fatto.

“E poi ormai le squadre sono tutte già formate... magari se non avessi voluto far squadra con noi avresti dovuto andare in giro a cercare alleati” concluse pacatamente Atsuko, aspettando la reazione della compagna.

Reiko, fissandole per un attimo confusa, sbuffò forte e ringhiò: “D’accordo, staremo insieme... MA SE FACCIO IO IL CAPO-SQUADRA È SOLO UNA MIA SCELTA!” e si allontanò sbuffando e rossa in viso.
Kokoro e Atsuko si fissarono, per un secondo, dubbiose e perplesse prima di ridacchiare appena e seguire la loro amica, pensando a come affrontare la prova che di lì a breve avrebbe avuto inizio...

 
 
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Quando fu dato il via alla prova, come previsto da Atsuko, tutti i team con più punti scattarono in avanti e si ingaggiarono a vicenda nel tentativo di rubare l’appetitoso premio indossato sulla fronte di Midoriya... e come previsto evitare la calca si era rivelata un’ottima scelta.
Con Reiko a torreggiare sulle due amiche e ad urlare minacce di morte, lanciando qua e là quachle scarica vermiglia, e Atsuko e Kokoro ad occuparsi della protezione a terra, le prime, fugaci minacce furono in brevissimo tempo arginate e le tre ragazze poterono gestire quel loro vantaggio in tutta tranquillità.
Atsuko, con una non proprio affascinante trasformazione che la rendeva una sorta di ibrido formica/essere umano, sorreggeva sulle sue spalle e, con le braccia ricoperte da una sorta di esoscheletro cheratinoso, reggeva per le gambe Reiko, la bandana bene in vista sulla fronte e poco sopra lo sguardo colmo di competitività, mentre Kokoro, in testa al gruppo con i polpacci di Reiko sulle spalle, si teneva bene attenta e concentrata per evitare eventuali attacchi.
Tuttavia, il loro essere guardinghi, in un primo momento, fu assolutamente inutile: tutti presi com’erano dall’attaccare Midoriya, quasi nessuno provava ad attaccare loro e assistettero persino alla rocambolesca scena di Shoji che, a mo’ di carro armato, caricava contro Midoriya contenendo tra le sue braccia Tsuyu e Mineta. E in tutto questo, loro erano rimaste quasi escluse.

“Ma che cazzo! Qua nessuno vuole combattere con noi!” sbraitò Reiko.

“È anche meglio così, almeno per ora possiamo risparmiare le forze e aspettare che gli altri si stanchino” disse Atsuko, riflessiva come sempre, mentre Kokoro osservava la strana scena con un misto di divertimento e assoluto sconcerto.

“Già... alla fine che cosa potrebbe andare stor...” cercò di dire Kokoro proprio nel momento in cui contro di loro volarono una pioggia di quelli che sembravano dei razzetti che emettevano un gran rumore e fuochi d’artificio tutto attorno a loro. Le tre ragazze, allarmate, fecero un grosso balzo e per poco non caddero per terra, ma Kokoro ebbe abbastanza prontezza di spirito nel deviare con una spinta forse un po’ troppo forte i colpi stordenti mentre Atsuko, con la forza rinnovata della sua forma insettoide, riuscì a rimettere in equilibrio le sue compagne.

“Ma che diavolo è stato!?” urlò Reiko mentre il fumo delle esplosioni si diradava e lasciava spazio ad una visione alquanto singolare: tre ragazzi, che sembravano essere tre gemelli assolutamente identici se non fosse stato per il colore dei loro capelli, si ergevano davanti a loro in una formazione che ricordava molto quella che le stesse ragazze avevano adottato.

Il loro “cavaliere”, dai capelli rosso pomodoro e un paio di occhiali da saldatore a coprirgli buona parte della faccia, stava seduto sulle spalle degli altri due su una sorta di sella metallica con dei legacci che gli assicuravano fianchi e gambe, mentre sugli avambracci, puntati contro le ragazze, aveva degli apparecchi che sembravano fatti apposta per sparare munizioni come quelle che avevano appena deviato; il secondo ragazzo, coi capelli di un innaturale blu elettrico, lo sorreggeva e, similmente ad Atsuko, stava nelle retrovie, le braccia che manovravano strani congegni e pulsanti; alla stesso modo, il terzo di quello strano gruppo, posto nella posizione più avanzata e dagli accesissimi capelli verdi, aveva alle braccia dei guanti meccanici e lucenti, che producevano strani suoni ad ogni movimento. La cosa più strana era, tuttavia, che i due ragazzi alla base della formazione indossavano dei giganteschi gambali meccanici attaccati ad una sorta di generatore assicurato alle loro spalle su delle pesantissime cinte e, nel complesso, i tre gemelli, più che sorridenti, sembravano come una sorta di grosso centauro robotico composto da nerd dediti dell’ingegneria.

“TREMATE, SCIOCCHE RAGAZZINE!” urlò il rosso.

“TREMATE DINNANZI ALLE NOSTRE TEMIBILI CREAZIONI!” urlò invece quello dai capelli blu.

“I MIGLIORI GADGET PER EROI MAI CREATI! LE CREAZIONI...” disse alzando l’indice quello coi capelli verdi.

“... DEI FRATELLI KARATETSU!” urlarono all’unisono i tre mentre le gambe, cigolando, diedero una fortissima spinta in alto e quella sorta di macchinario bizzarro cominciò a piovere sulle ragazze, mentre il ragazzo coi capelli rossi lanciava ancora quei razzetti stordenti.

“AMMIRATE LA POTENZA DEL TETSUZOOOOOOOOOOOOORD!” urlarono i tre all’unisono mentre quello strano mecha pioveva sulle tre ragazze, ancora allibite.

Fu Kokoro la prima a reagire a tutti gli effetti, rinchiudendo alla bene e meglio l’intero gruppo in una barriera semitrasparente, ma questo ebbe l’effetto non solo di accecarle, visto che la visuale fu ben presto coperta dall’esplosione di fumo generata dai razzetti, ma lo schianto fisico della formazione meccanica dei tre fratelli fu così violento da sbalzarle via con inconsueta violenza.
Le tre ragazze urlarono e la barriera di Kokoro si infranse mentre venivano sbalzate via, fu solo la forza bruta di Atsuko che riuscì a tenere in piedi la loro formazione, sforzo che però costrinse Atsuko a tornare in una forma decisamente più umana.

“Gran bel lavoro con le gambe, Aotetsu! Midoritetsu! Le vostre gambe... – e il rosso prese ad urlare alla folla – SEMBRAVA AVESSERO LA FORZA DI DIECI MARTELLI PNEUMATICI!”

“Ben detto Akatetsu! – urlò Aotetsu, il ragazzo coi capelli blu – E ANCHE I TUOI BRACCIALI SPARA-CONTROMISURE SEMBRAVANO TANTO EFFICACI QUANTO PRECISI!”

“Quei maledetti... – ringhiò Reiko, furibonda e percorsa da numerose scariche elettriche – si stanno facendo pubblicità mentre noi siamo qui per andare al prossimo turno... inventori da strapazzo”

“Ma i loro gadget sono meccanici, no? Insomma... – Kokoro arrossì – non sono proprio esperta ma se diamo una bella scossa ai loro oggettini non dovrebbero andare in avaria e smettere di funzionare?”

Atsuko ridacchiò mentre Reiko, sorridendo in maniera folle, cominciava a cospargersi di elettricità: “E allora friggiamo quei brutti bastardi! CARICA!”

Le tre scattarono verso i tre inventori di gadget mentre questi ancora si incensavano davanti al pubblico per mettere in mostra i loro lavori, quindi, senza dire nulla, le tre agirono come una sola persona: Atsuko, mutando un singolo braccio di nuovo in quello semi-insettoide, scagliò Reiko lontanissimo, come un proiettile, verso i tre che, sorpresi, non riuscirono a reagire e girarsi in tempo per evitare che la ragazza, con i palmi delle mani perfettamente aperti, atterrasse sui loro ingombranti gambali e rilasciasse una fortissima scarica elettrica.
I tre parvero non farsi assolutamente nulla, forse perché quelle attrezzature gli isolavano da eventuali scosse, ma in breve piccoli scoppi ed esplosioni si manifestarono su tutti gli strani congegni, che smisero all’improvviso di muoversi e si appesantirono così tanto da trascinare i tre fratelli Karatetsu sul terreno.
Reiko fece appena in tempo a strappar loro la bandana prima che Kokoro la tirasse via con la sua telecinesi e la riportasse al suo posto, sulle spalle sue e di Atsuko, mettendo la fine a quel loro primo scontro nella seconda fase del torneo.

“Ce l’abbiamo fatta!” festeggiò Kokoro, rimettendosi in moto e trascinando le altre via da quel posto prima che gli altri gruppi le coinvolgessero troppo presto in una nuova schermaglia.

Difatti, schegge di ghiaccio cominciarono a saltare ovunque nel preciso momento in cui anche Todoroki sembrava stufo di trattenersi: tra un’esibizione di potere e un'altra, ormai il tempo a disposizione per il completamento della prova stava per terminare e le ragazze, ancora abbastanza scosse, dovettero evitare gli assalti di altri due gruppi che provarono a coglierle di sorpresa in quell’attimo di pausa, senza tuttavia riuscirci.
La prontezza di Kokoro e la forza fisica impressionante di Atsuko, ancora in versione “ant-woman”, salvarono la squadra da furti improvvisi... almeno finché Kokoro non si vide arrivare contro il viso, a velocità folle, quattro corna affila e appuntite.
Kokoro urlò per la sorpresa, chiuse gli occhi e di istinto, con un gesto ormai divenuto quasi di routine, deviò i proiettili in arrivo verso l’alto, ma questi, come controllati a distanza, ripresero la loro folle corsa, stavolta diretti verso la testa di Reiko. La ragazza emanò delle scariche elettriche dalle mani, cercando di deviare i colpi, con Kokoro che ancora doveva riprendersi dal primo assalto e Atsuko impossibilitata dal fare alcunché in quel momento, così solo due corni furono ulteriormente deviati dai colpi di Reiko, mentre i restanti due volarono rasenti alla testa, strappandole via le fasce accumulate e portandole dal loro manovratore, una ragazzina con delle corna della stessa forma sul capo, dalle sembianze vagamente equine e con in groppa un ragazzo per metà mantide religiosa.

“EHI, BASTARDI!” urlò Reiko, lanciando loro altre scariche elettriche, ma due corna volarono per intercettarle e scaricarle a terra, distruggendosi tuttavia nel farlo. La ragazza sorrise e disse qualcosa in inglese, facendo un ok al suo compagno prima di sbattere le gambe da cavallo sul terreno e cominciare a correre a tutta velocità via da loro.

“INSEGUIAMOLI! ORA!” disse Reiko, furibonda, mentre le due ragazze già si erano messe in moto.

“Dannazione... non posso afferrarli direttamente, sarebbe contro le regole... – disse Kokoro – però potrei...” per un secondo, la ragazza, sempre correndo, si concentrò sulle bende e cercò di afferrarle al volo dal collo del ragazzo-mantide, e in un primo momento ce la stava quasi per fare: le bandane volarono dal collo e stavano per allontanarsi dal ragazzo, ma questo, con un gesto rapidissimo del braccio, generò più o meno dal suo polso una lunga lama che riagganciò le bende il tempo necessario per disturbare la presa di Kokoro e riacciuffarle con la mano, riassicurandosele al collo.

“Kamakiri Togaru, della sezione B... può produrre lunghe lame da tutto il suo corpo... e lei è Tsunotori Pony, ha un fisico molto forte e resistente e può generare quelle corna quasi all’infinito, potendone controllare quattro a suo piacimento... non possono attaccarci direttamente, ma...” disse affannata Atsuko mentre, assieme a Kokoro, evitava le corna che si conficcavano sul terreno proprio di fronte a loro, nel tentativo di farle inciampare. Nel mentre Kamakiri, agitava le braccia e recuperava le bende ogni volta che Kokoro provava ad afferrarle.

“... Ma rompono le scatole e ci ostacolano come meglio credono!” ringhiò Kokoro, visibilmente stanca e alterata. Reiko, altrettanto infastidita, si era trattenuta dal lanciare altri proiettili elettrici e non potendo scattare verso di loro come avrebbe desiderato, se ne stava lì a ringhiare.

Kokoro inspirò, quindi, con la voce tremante, disse: “Atsuko-chan... riesci a reggere anche me per un po’? e Reiko... scatta verso di loro appena faccio la mia mossa, ok?”. Il suo sorriso era malfermo e insicuro, eppure gli occhi erano determinati.
Reiko e Atsuko non sapevano bene cosa la ragazza intendesse fare ma, alla fin fine, era l’unica con un potere capace di agire più efficacemente sulla lunga distanza. Quindi, annuendo, le due si misero in posizione e si prepararono: con enorme difficoltà, Atsuko afferrò per le gambe Kokoro mentre sulle sue spalle Reiko dovette tenersi con tutta la forza delle gambe. Sostenuta dall’amica, Kokoro allungò le mani e concentrò tutta la forza che poteva sul terreno, esercitando una grossa pressione sulle gambe di Atsuko, quindi, sforzandosi e diventando paonazza, urlò: “FERMATI, ATSUKO-CHAN! NON INSEGUIRLIIIIII!”
Atsuko, che ancora correva, nonostante tutto, dietro il duo di avversari, inchiodò all’improvviso e, in quello stesso istante, Kokoro si issò su sé stessa, quasi stesse tirando una canna da pesca nel tentativo di tirare fuori dall’acqua un pesce mostruosamente grande. Ed in effetti, tra uno sbuffo e un lamento, Kokoro tirò a sé effettivamente qualcosa!
L’intera zolla di terreno sotto ai piedi di Tsunotori si sollevò di scatto e i due ragazzi dovettero fermarsi e si sbilanciarono all’indietro, in procinto di cadere mentre Kororo urlava per lo sforzo: “PLUUUUUUUUUUS...”
Reiko, sorridendo selvaggiamente a vedere cosa la sua amica aveva escogitato, ruggì di gioia saltando via dalle spalle di Atsuko, contraendo i muscoli con tutta la forza delle sue folgori e volando verso gli avversari.
“...ULTRAAAAAA, FIGLI DI PUTTANAAAAAAAAA!” urlò Reiko, volando verso di loro, prendendo al volo dalla fronte del ragazzo-mantide le bandane che gli avevano sottratto e anche quella con cui i due erano partiti, emanando una grossa ondata di energia elettromagnetica, sbilanciando ancora di più e facendo cadere per terra i due avversari mentre Kokoro, rossa in viso e con le vene delle tempe gonfie per lo sforzo, attirava nuovamente a sé la ragazza, aiutata da Atsuko che, riprendendo a correre, assecondò il movimento dell’amica per fare in modo che il suo volo terminasse nuovamente nel luogo prestabilito, ovvero sulle sue spalle, ripristinando la formazione di partenza.
Kokoro, quasi sul punto di svenire, rimise i piedi a terra e, quasi per forza di inerzia, ricominciò a muoversi e a sostenere parte del peso di Reiko ma, proprio in quel momento, mentre il pubblico esultava per lo spettacolo, la prova  finalmente terminò e le ragazze, esauste, finalmente riuscirono a festeggiare.

“CE L’ABBIAMO FATTA! – urlò a squarciagola Reiko, mostrando alle amiche le tre bandane e il ricco bottino di punti – E tu, maniaca dei manga da strapazzo, hai davvero le palle! Quella mossa è stata davvero folle!” il sorriso selvaggio di Reiko quasi brillava tanto era presa da quell’attimo di assoluta follia che le aveva portate alla vittoria.

Urla e strepitii arrivarono diretti verso di loro dalle tribune e, accanto ad un accigliatissimo Endeavour, l’eroe tirocinante Kagutsuchi, vestito in costume di tutto punto, festeggiava accanto al suo mentore urlando complimenti a Kokoro e alle sue amiche, sebbene le sue urla fossero in buona parte inghiottite dalla folla... e dalle urla di Midoriya.
Nel frattempo, infatti, la voce di Present Mic aveva annunciato i team vincitori che sarebbero passati al turno finale del festival sportivo e, con enorme sorpresa del giovane Midoriya, che aveva visto la sua fascia da 10 milioni di punti venire strappata proprio nel finale, la sua squadra si era qualificata come l’ultima classificata per il turno successivo. Eppure, le sorprese non erano finite.

“... Ma a sorpresa, gente, abbiamo un parimerito! La squadra composta da Midoriya, Tokoyami, Uraraka e Hatsume è infatti in pareggio con quella composta da Kobayashi, Kyoriido e Katsuo , vera sorpresa di questo torneo! E QUINDI, SU INDICAZIONI DELLA GIURIA, ANCHE IL TRIO DI FUTURE EROINE PASSANO ALLE FASI FINALI E CI SARANNO DEGLI SCONTRI DI SPAREGGIO PER DETERMINARE CHI ALLA FINE DOVRA’ PASSARE ALL’ULTIMO TURNO!”

L’ovazione del pubblico fu incredibile mentre le tre ragazze, rimessesi in piedi normalmente a sentire quanto il loro professore stesse annunciando, reagirono prima con un silenzioso stupore per poi eruttare in un’esultanza smodata. Persino Atsuko si diede a qualche saltello di gioia mentre Kokoro letteralmente balzava di qua e di là, seppur col fiatone, e Reiko esultava alla sua maniera, urlando un sistematico “Alla faccia tua! Alla faccia tua!” a tutti i più in vista della classe, primo tra tutti Katsuki, fermato in breve dal resto della sua squadra prima che Midnight scendesse dagli spalti per immobilizzarlo a suon di ferormoni e frusta.

“VAI COSì KOKOROOOOOOOOOOOOO” ululava nel mentre Katsuro, circondandosi di fiamme e generando parecchio stupore nel resto del pubblico, oltre alle occhiate di disapprovazione di Endeavour, lì accanto a lui.
“Marmocchio... calma i bollori...” gli ringhiò l’eroe numero 2, ma Katsuro, sbuffando, gli rispose: “Voglio vedere lei, capo, quando suo figlio arriverà in finale...” quindi il ragazzo ridacchiò e tornò ad esultare per Kokoro che, dal campo della sfida, divenne ancora più paonazza, stavolta per l’imbarazzo, e lo salutò debolmente con una mano, ridacchiando.

“Bene!  - annunciò Present Mic – Tra un’ora, dopo la pausa pranzo, partirà l’evento pomeridiano! Ci vediamo!”

“Oh, quindi abbiamo un’ora per riprenderci... avrei sperato in qualcosa di più!” disse Kokoro, massaggiandosi le tempie, ancora doloranti per il doppio sforzo.

“Pff – disse Reiko – Con un’ora non avremo il tempo di recuperare del tutto... però potremmo farci un giro per il giardino della scuola e visitare qualcuna delle bancarelle...”

Nel dire questo, la ragazza distolse lo sguardo e arrossì leggermente, quasi le costasse qualcosa voler invitare le due compagne di squadra a quel giro rilassante.

“Oooh, quanto Tsundere!” disse Kokoro, ridacchiando.

“Ma quindi anche tu, ogni tanto, ti vuoi rilassare, Reiko-chan...” disse invece Atsuko, sempre pacatamente ma nascondendo a malapena una risatina.

“EHI! VOLEVO SOLO FARE UN GESTO CARINO PER RINGRAZIARVI DELL’AIUTO!” sbraitò Reiko, il viso rosso quasi quanto i suoi capelli, ma le altre la presero per mano e la trascinarono via, verso l’uscita dello stadio.
“Andiamo su! Recuperiamo anche Katsuro-kun e poi andiamo!” disse allegra Kokoro.

“Oh, certo, sarà molto rilassante andarcene in giro con quel fiammifero impazzito che urla!” disse Reiko, borbottando, mentre, in realtà molto volentieri, si lasciava trascinare dalle due compagne. Le tre, ridacchiando e commentando le disavventure della mattinata, si riunirono effettivamente con Katsuro e per un’ora furono solo delle normali studentesse giapponesi che andavano in giro per il festival stagionale della loro scuola.
Ma solo per una singola ora, poiché trascorsa questa sarebbe finalmente iniziata la fase finale del festival sportivo, e le tre ragazze avrebbero ben presto affrontato una delle più difficoltose sfide della loro, seppur ancora breve, carriera scolastica.

 







♚Angolo autrici! ♚


Ci sono stati davvero tanti casini in questi mesi! Dire che siamo in ritardo è poco, però purtroppo non è stato facile andare avanti. Abbiamo avuto dei blocchi sia di scrittura che per il disegno (dovuti a tanti motivi: da quelli privati a quelli più banali legati alla semplice scrittura o al disegno). Infatti, proprio per questo motivo, i prossimi capitoli non avranno il disegno (che però verrà aggiunto più avanti!).

Ma torniamo alla fanfic! Il capitolo 5 era un capitolo non canonico, nel senso che era stato completamente inventato, ora invece abbiamo uno scenario canonico in cui vediamo in azione le nostre tre protagoniste. Eebbene sì, in questo capitolo è iniziato il festival sportivo! Che ne pensate?
Per chi si fosse approcciato da poco alla nostra ff, ci tengo a precisare che noi abbiamo voluto mantenere gli eventi e la linea temporale dell'anime, di conseguenza in questi "eventi importanti" abbiamo inserito dei nuovi personaggi. Certo, non è facile inserire in alcuni contesti dei pg che normalmente non esisterebbero, però noi volevamo strutturarla così e speriamo che possa piacere a voi quanto sta piacendo a noi.




 
   
 
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