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Autore: Tetide    14/08/2009    3 recensioni
Oscar lavora presso una grande compagnia farmaceutica nella Parigi odierna: l'ambientazione è quella dei nostri giorni, ma i personaggi di Versailles no bara ci sono tutti, anche se in una cornice diversa e un pò insolita. E in più c'è una novità: un nuovo personaggio, dal tormentato passato, che entra a far parte della compagnia dei nostri eroi, conoscendoli meglio, e facendo conoscere anche a noi le loro vicende passate personali. Un esperimento se volete, ma ci tengo molto: ditemi se vi piace.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 6 CAPITOLO 6


Ajaccio in quella giornata di piena estate era meravigliosa: abbagliante come solo le città di mare del Sud sanno essere, affollata di turisti di ogni nazionalità come ogni buon porto turistico che si rispetti, calda. L’allegra comitiva se ne accorse subito, con piacere.
“Che caldo che fa!”, esclamò Antoinette, mettendosi sulla testa un cappello di stoffa azzurra a falda larga,
“Proprio come la ricordavo!”, faceva eco Axel, portandosi dietro la propria valigia e quella della moglie,
“Dove si va adesso?”, chiese Nicholas,
“Ma al porto turistico, che domande!”, sbottò Oscar,
“Cheee? Non ci fermiamo neanche a prendere un boccone?”,
“Come fai ad avere sempre fame?”, Jeanne era stizzita,
“Lascia stare. Tanto mangeremo sulla barca: di sicuro, Rosalie avrà preparato qualche stuzzichino”, Oscar non mancava occasione di esibire la sua saggezza pratica,
“Eh?!? Mi si ruba il mio ruolo di cuoco ufficiale della barca? Io torno a casa!!!” scherzava André.
Tutti scoppiarono in una sonora risata.
“Stà tranquillo, nessuno vuole usurpare il tuo posto: sappiamo tutti che vuoi sbizzarrirti tu, in cucina. Ma aspetta prima di essere arrivato almeno!” la moglie lo guardava con aria paziente,
“Oscar, a proposito… non dovremmo telefonare ai tuoi per sapere come sta Pierre?”,
“Come vuoi che stia? Ogni volta che vede suo nonno, gli chiede di farsi raccontare una qualche campagna militare dei tempi andati! E mio padre gongola! Staranno benissimo entrambi, vedrai!”,
“Spero che anche Joseph si stia divertendo, in colonia”, si intromise Antoinette,
“Ma certo, sorella! Loro si stanno divertendo, e dobbiamo farlo anche noi! E’ un imperativo, capito?” le rispose Oscar, girandosi poi all’indietro verso il resto del gruppo.
Tutti avevano volti sorridenti ed allegri; in fondo alla fila, stavano Madeleine e Louis. Anche loro erano sorridenti, ma senza l’espansività degli altri: lei si guardava attorno, aggrappata al braccio dell’amico, mentre lui guardava davanti a sé, tenendo sul viso un sorriso triste, un po’ forzato.
 Di tutto il gruppo, erano gli unici due a non essere presi dall’entusiasmo tipico dell’estate.

“Eccoci al porto turistico!”, fece André,
“Meno male! Non ci vedo più dalla fame!”, Nicholas era accaldato,
“Qual è la barca dei ragazzi?”, Madeleine si stava rivolgendo a Louis, ma Oscar la sentì.
“Quella laggiù, in fondo al molo. Infatti, ecco là Bernard. Ehi, Bernard!” Oscar agitò un braccio in aria in direzione dell’amico; lui la vide e fece altrettanto.
“Ragazzi! Finalmente!”, il giovane scese dalla barca, facendosi loro incontro; indossava una camicia bianca ed un paio di bermuda jeans, ed era a piedi scalzi.
“Ciao, bucaniere!” gli andò incontro Oscar, “La piratessa è dentro?”,
“Sì, Rosalie sta preparando i cocktail. Entrate, su!”.
Tutti salirono sulla barca.
Era una barca a motore, non grandissima né lussuosa, ma confortevole e grande abbastanza da ospitare comodamente una decina di persone.
“Dunque, noi siamo undici” faceva Bernard “pertanto ci prendiamo una doppia a testa, ma qualcuno dovrà dormire sul divano-letto, nella dinette. Chi si offre?”,
“Io!”, ripose prontamente Madeleine “Dato che sono l’unica non in coppia…”,
“Veramente, anche io e Louis non siamo in coppia” intervenne Alain “quindi è meglio che lì ci dorma io, che sono un omaccione!”.
Madeleine rimase interdetta “Ma Alain… sono io l’outsider, non tu… non mi pare opportuno…”,
“E a me non pare opportuno che una donna dorma appollaiata su di un divano come una cameriera!” Alain non voleva sentire storie, la ragazza fu costretta a cedere.
In quel momento, fece capolino Rosalie dalla porta della dinette, recando in mano un vassoio pieno di cocktails.
“Ciao a tutti! Benvenuti a bordo! Bernard, per favore, vai a prendere l’altro vassoio di là, in cucina!”.
La ragazza depose il vassoio che teneva in mano sul tavolo bianco nel pozzetto, poi invitò i presenti ad accomodarsi sul divano che girava attorno al tavolo rotondo, anch’esso bianco.
Drink di benvenuto! Servitevi pure!”,
“Scusa Rosalie,” fece Axel “non sarebbe meglio se prima sistemassimo le valige in cabina?”,
“Hai ragione! Scusate!” Rosalie si incamminò all’interno della barca “Seguitemi!”.
L’interno della barca era nei toni del blu: blu i divani, blu le cornici dei quadri alle pareti, tutti di soggetto marinaro ovviamente, blu il ripiano della cucina. Gli ospiti presero posto nelle varie cabine: quella armatoriale era occupata da Rosalie e Bernard, in quella di poppa sinistra si sistemarono Oscar ed André, mentre Nicholas e Jeanne presero quella a destra; i coniugi Fersen scelsero una cabina laterale, con il letto in posizione obliqua, mentre Alain si sedette sul suo divano-letto.
Quanto a Madeleine e Louis, si trovarono a dividere una cabina a due letti separati, l’unica di tutta la barca.
“Beh, è da buoni amici, non trovi?” fece lui,
“Certo!”.

                                                **********

Più tardi, Oscar e Madeleine sedevano nella dinette, assieme a Rosalie;  Antoinette dormiva un po’, in cabina; Bernard, Louis, Axel ed André facevano un bagno fuori bordo.
Jeanne e Nicholas erano in cabina a “riposare” (così avevano detto loro, almeno), mentre Alain, invece, era andato in paese a comprare le sigarette.
Di tutte le coppie presenti, Madeleine e Louis erano gli unici a dividere una camera a due letti, anziché un letto matrimoniale; ma era anche vero che loro due non erano una “coppia” come le altre: erano solo una coppia di amici, e nulla più.
“Allora, “signora capitana”, per dove faremo rotta domani?” Oscar scherzava con Rosalie,
“Inizieremo con il giro dell’isola, ma ne faremo solo un tratto; poi, andremo verso la Sardegna, dove ci fermeremo per un paio di giorni. Per il resto della rotta dovete chiedere a Bernard”, ripose l’altra, lo sguardo dentro al bicchiere di Martini che stava sorseggiando,
“Immagino che faremo una puntata anche alle Baleari, vero? André ci tiene così tanto…”,
“Credo di sì: non si può scontentare il cuoco ufficiale della crociera, immagino”.
Le due ragazze risero.
Seduta accanto ad Oscar, sorrise debolmente anche Madeleine. La sua tristezza perenne si era appena attenuata in quello scenario di mare, luce e sole!
“E a te cosa piacerebbe visitare, Mad?” Oscar si voltò verso di lei,
“Va bene qualunque cosa, basta che stiamo insieme e ci divertiamo”,
“Mi sembra che tu e Louis possiate iniziare a divertirvi già da stasera, o sbaglio?” Rosalie le strizzò l’occhio.
Oscar rivolse un’occhiata severa alla vecchia amica, facendole capire l’infelicità della sua battuta; quella abbassò lo sguardo e, imbarazzata, cambiò subito argomento.
“Che ne dite di una partita a dama? Vedo se Antoinette si è svegliata, a lei piace molto quel gioco”.
“Scusatemi!” Madeleine si alzò,
“Ehi, dove stai andando? Non vuoi giocare con noi?”, Oscar cercò di trattenerla prendendola per un braccio,
“No, vi ringrazio, ma non ne ho voglia. Preferisco andare a fare un bagno anch’io”.
Oscar lasciò andare l’amica, abbassando lo sguardo, in segno di resa; non appena l’altra fu uscita, si alzò e raggiunse Rosalie nell’area cabine.
“Dì un po’, ma che ti è venuto in mente? Sei pazza, per caso?”,
“Oscar! Ma che…”,
“Dire a Mad quelle cose! Lei e Louis non stanno affatto insieme, si sarà offesa!”,
“Io non intendevo offenderla! E’ che… mi sembrava che… fossero una così bella coppia insieme!”.
Oscar si calmò un poco, sospirando “A chi lo dici! Se solo lei la smettesse con quella sua dannata tristezza…”,
“Ma che cos’ha, esattamente?”, Rosalie si appoggiò con la schiena alla porta della cabina di Antoinette ed Axel,
“Vorrei poterlo sapere anch’io. Di sicuro, ha perduto qualcuno, ma secondo me ci deve essere anche dell’altro: il dolore di una perdita, per quanto grave, viene attenuato dopo un certo tempo, ma non il suo; inoltre, mi sembra anche… come dire… oppressa… tormentata…”,
“Dobbiamo far qualcosa, povera ragazza!”.
In quel momento, Antoinette aprì la porta, spingendo leggermente in avanti una sorpresa Rosalie “Parlate di Madeleine?”,
“Ben svegliata, sorella! Sì, esatto. Te ne sei accorta anche tu, vero?”,
“Tutti ce ne siamo accorti, primo fra tutti Louis. Ma che accidenti avrà?”;
Oscar sospirò “Se lei non parla, non possiamo esser noi a cavarglielo di bocca, non credi?”,
“Cerchiamo almeno di farla stare allegra! Siamo qui per divertirci, o no?”, sbottò Rosalie,
“Giusto! Che ne dite di una lezione di ballo?” propose Antoinette “Non appena Nicholas si… sveglia, vado a proporglielo”,
“Seeee! Allora stai fresca! Quando attaccano con le maratone di sesso, quei due…”.
Le tre ragazze scoppiarono in una risata.

                                                    **********

L’oggetto di tutte quelle discussioni era seduta su uno dei bianchi divani del ponte superiore esterno; guardava il mare, lontano, verso l’orizzonte.
“Cosa c’è di tanto interessante laggiù?”, si sentì chiamare da una voce alle sue spalle.
Si voltò e vide Louis, i capelli ancora bagnati, che si stava asciugando con un telo. Gli sorrise.
“Allora? Non mi hai risposto! Fantasticavi di isole lontane piene di pirati?”,
“Più o meno” la ragazza si alzò,
“Vorrei fantasticare con te allora, se non ti dispiace” l’uomo le si sedette accanto,
“Figurati!” fece lei, facendogli posto accanto a sé.
Rimasero vicini, in silenzio.
Lentamente, lui le passò un braccio intorno alle spalle; lei non si mosse.
“Un tempo, le isole lontane erano piene di pirati e di damigelle rapite” le sussurrò in un orecchio,
“Già!” rispose lei, distrattamente,
“E molte volte un capitano coraggioso veniva a salvarle” aggiunse ancora Louis.
Madeleine abbassò lo sguardo “Non sempre, però, ci riusciva. A volte, non era possibile salvarle!”,
“Tu trovi? Abbiamo sempre una seconda occasione”,
“Certe ferite non si chiudono mai!” fece Madeleine alzandosi di scatto e dirigendosi verso il parapetto della barca.
Louis abbassò lo sguardo anche lui, con aria sconfitta.
Se solo potessi aiutarti! Se solo potessi capire chi o cosa ti ha ferito e diventare più forte di lui!
Era inutile, non c’era nulla da fare. Louis si alzò e si avvicinò alla ragazza con fare più spigliato.
“Senti, che ne dici di andare a fare due passi in paese? Domani partiamo e questo è l’ultimo giorno utile!”.
Lei si voltò, con un sorriso forzato sulle labbra “Buona idea! Vado a cambiarmi e sono da te”.
                                                **********
Ora di pranzo. Tutto il gruppo sedeva intorno alla tavola esterna, sul ponte superiore. Menù: triglie alla marinara, una specialità di André.
“Ah, però!” stava dicendo Rosalie “Così buone non le ho mai mangiate nemmeno nei ristoranti!”,
“Il nostro André è uno specialista” faceva eco Jeanne “doveva fare lo chef, non il professore!”,
“Madeleine, che hai? Non hai aperto bocca! Non ti piace la specialità culinaria del nostro André?”Antoinette era preoccupata.
L’altra ragazza alzò lo sguardo, fingendo un sorriso “No, figurati! E’ che sono… ancora un po’ stanca per il viaggio!”,
“Stanca per il viaggio? Proprio tu che hai girato in lungo ed in largo gli Stati Uniti? Non ci credo!”, Bernard spalancò gli occhi,
“In America! Caspita, che fortuna! Quanto mi piacerebbe andarci! Raccontaci un po’ dell’America, Mad!” Jeanne la incitava,
“Sì, dài!” rinforzò Nicholas.
Lei si guardò intorno, spaesata, non abituata ad avere tutta quell’attenzione addosso.
“Ecco… non c’è molto da dire…”,
“Non c’è molto da dire? Del Paese più grande ed eccitante del mondo? Raccontaci dove lavoravi!” era Rosalie a parlare.
Madeleine sorrise “All’inizio, ero a Boston, poi la compagnia mi ha spedito a New York”.
Dalla compagnia si levò un coro di fischi ed esclamazioni.
“E meno  male che non avevi molto da dire! Come ti trovavi?” Antoinette si era fatta curiosa,
“Molto bene” sorrise la ragazza “New York è piena di divertimenti d’ogni sorta, non ci si annoia mai, laggiù!”,
“E sei rimasta lì molto?” le domandò Axel,
“Un paio di anni circa. Poi mi hanno spostato ancora”,
“Dove?” André era tutt’orecchi,
“Prima a Houston, poi a Miami”,
“E poi sei venuta qui! Giusto?” Rosalie sollevò il bicchiere,
“No, sbagliato. Prima sono stata a Los Angeles”, lo sguardo della ragazza si era fatto di nuovo cupo,
“E com’è che ti hanno trasferita di nuovo in Francia?” Bernard la guardava incuriosito,
“Gliel’ho chiesto io” disse lei abbassando il tono di voce,
“Chee? Hai lasciato Los Angeles? La città dove tutto è possibile?” Bernard non si capacitava,
“Non tutto è oro quello che luccica” Madeleine aveva lo sguardo basso; prese il bicchiere e bevve un sorso.
Oscar non aveva aperto bocca per quasi tutto il tempo; ma aveva osservato bene l’amica, e si era convinta che, qualunque fosse, la causa del suo tormento doveva essere in qualche modo collegata con Los Angeles. Decise di tacere, per il momento.


                                                **********
Era quasi il tramonto, ormai. Oscar, Alain e Jeanne erano andati a far provviste per la partenza; Nicholas dormiva, come pure Madeleine; Bernard, Axel e Rosalie erano usciti con il gommone; invece, André, Antoinette e Louis si trovavano nella dinette.
Antoinette, che indossava un elegante kafkano ricamato, era accovacciata davanti al porta CD.
“Ma dov’è il disco della Nannini? Quando Axel mette mano qui, non si trova mai nulla!”.
André era intento a dimostrare il suo estro di cuoco nella preparazione della cena; Louis sedeva sul divano, con aria assorta, giocherellando con una piccola statuina in porcellana smaltata. Per un attimo, Antoinette si voltò verso di lui.
“Louis, ma dove l’hai presa quella?”,
“Eh? Oh, l’ho comprata oggi, quando sono uscito insieme a Madeleine. Lei ne ha comprata una uguale. Anzi, gliela porto in camera, ce l’ho qui, ancora in tasca!”.
Si alzò ed andò verso la cabina che divideva con l’amica; aprì piano la porta per non svegliarla, entrò e depose un pacchetto incartato sulla mensola della toeletta, poi si volse a guardarla: era addormentata, con il viso triste, ma bellissima; o almeno, lui la trovò tale.
Le si avvicinò e si accorse che la ragazza teneva in mano una piccola fotografia; spinto dalla curiosità, si avvicinò di più e delicatamente gliela prese, senza svegliarla.
La guardò: raffigurava un uomo incredibilmente bello, dai capelli biondi e dai profondi occhi verdi. Louis lo osservò indispettito: quell’uomo era davvero bello, pensò.
Le rimise in mano la foto; allora, la ragazza, immersa nel sonno, posò la mano su quella di lui, sussurrandogli: “… Kenneth…”.
Louis ebbe un moto di stizza. Aggrottò la fronte, si alzò dal letto ed uscì dalla cabina, badando di non fare troppo rumore per non svegliarla.
Tornò nella dinette; Antoinette stava ancora trafficando con i CD, André tagliava le verdura con la maestrìa di un cuoco provetto, canticchiando.
Louis si sedette sul divano. “Si chiama Kenneth” disse.
“Cosa?”André alzò la testa dal suo lavoro, di scatto,
“Che?”Antoinette si voltò.
“Di chi parli, amico?”André si pulì le mani e gli si avvicinò.
“Del motivo della sofferenza della nostra Madeleine!”, sbottò l’altro.
Nostra?, pensò André, Tu la stai prendendo un po’ troppo a cuore, mio caro!
Antoinette andò ad accovacciarsi accanto a Louis “Come fai a saperlo? Te lo ha detto lei? Louis…”,
“Ho visto la sua foto!”.
André gli si era seduto accanto, sul divano.
“Avresti dovuto vederlo! E’ bello, indubbiamente, ma deve essere un disgraziato senz’anima, per averla ridotta in quello stato!”. L’uomo si prese il viso tra le mani.
“Louis, ascolta… tu sai che la tua amica Antoinette è sempre stata dalla tua parte; ma non si può giocare con i sentimenti degli altri, non è giusto. Ragion per cui, se è stata lei a farti queste confidenze, bene; ma se invece hai in qualche modo “spiato” qualcosa che non ti apparteneva, non puoi invadere così la sua intimità, cercando di rubare di nascosto qualcosa del suo passato. Dunque, dimentica quello che hai visto e non dirle nulla. Hai capito, Louis?”.
L’uomo aveva continuato a singhiozzare sommessamente; si tolse la mano dal viso e guardò André “E’ che non sembrava affatto un disgraziato senz’anima… Sembrava uno di cui si potesse diventare amici!”.
André sospirò. “Ehi, Louis… non fare quella faccia, su! Madeleine è qui con noi, ora… e se quello è bello… beh, non è che tu sia da meno, amico! Le tue allieve ti sbavano dietro, ho visto, sai!”.
“Louis, dobbiamo parlarne con Oscar: è la sua collega ed amica! Lei saprà cosa fare; ma non fare parola con Mad, né con gli altri!”.
L’uomo annuì.
In quel momento, ecco arrivare Oscar, con Alain e Jeanne “Siamo di ritorno! Ecco qui le vettovaglie!”. I tre amici seduti sorrisero.
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E rieccomi con un nuovo capitolo! Se credevate che avrei fatto portar via André ad Oscar da Madeleine, vi sbagliavate di grosso! Certo che un Saint-Just sensibile ed innamorato è un pò difficile da credere, vero? Magia delle fanfic... Ad ogni modo, aspetto i vostri commenti: non mi linciate troppo, mi raccomando!!
  
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