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Autore: Miharu_phos    14/07/2020    0 recensioni
[Kyouten]
Kyoto, Giappone, epoca Bakumatsu.
Kyousuke è il componente della famiglia Tsurugi incaricato di garantire la discendenza della loro casata, deve sposarsi e mettere al mondo degli eredi.
Quando però incontrerà Tenma, un senzatetto debole e ferito, dimenticherà presto tutti i propri doveri, mettendo al primo posto la salvezza della persona che ama: si sposerà, ma la sua sposa sarà un ragazzo.
Genere: Angst, Malinconico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai, Yaoi | Personaggi: Matsukaze Tenma, Okita Souji, Tsurugi Kyousuke, Tsurugi Yuuichi
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Una fitta dolorosa mi attraversò il cuore quando quella sera Tenma mi venne gettato davanti ai piedi come un vecchio straccio.

 

Subito mi precipitai ad aiutarlo, guardando sconvolto mia madre che lo aveva trascinato per la veste da chissà dove.

 

Era tutto sporco, sembrava quasi che lo avesse tenuto nelle stalle in quei tre giorni in cui mi era stato portato via; aveva un labbro spaccato e piangeva con piccoli singhiozzi silenziosi e sommessi, con il corpo quasi denudato e coperto a malapena dalla sottoveste che gli facevo indossare sotto gli abiti.

 

-Che cosa gli avete fatto?! Perché è in queste condizioni?!-

 

Tenma aveva sobbalzato per lo spavento a causa del mio tono di voce troppo alto, così avevo subito cercato di rimediare, inginocchiandomi davanti a lui per stringerlo a me.

 

-Scusami, non volevo spaventarti. Stai bene? Sei ferito gravemente?- gli avevo domandato, e lui mi aveva guardato supplicante, era chiaramente al limite della sopportazione.

 

-Vi prego Kyousuke dovete lasciarmi andare- mi aveva pregato, con un tono di voce talmente straziato da squarciarmi il cuore per la pena.

 

Avevo gli occhi lucidi e li stringevo per non permettere alle lacrime di uscire, ma tremavo fortemente per il furore nei confronti della donna che mi aveva generato.

 

-Adesso esigo che tu mi comunichi la donna che hai scelto per il tuo matrimonio. Vedi di tenere nascosto quel miserabile cencioso e guai a te se ti azzarderai un'altra volta a mostrarlo in pubblico.- aveva messo in chiaro spietata mia madre.

 

Aveva poi fatto svolazzare la sua veste nel voltarsi, allontanandosi da me con il volto invaso dallo sdegno.

 

Io avevo sospirato di dolore, guardare Tenma in quelle condizioni pietose era veramente troppo. Io che gli avevo promesso la salvezza e la protezione lo avevo ridotto adesso come una povera bestia alla mercé delle crudeltà infinite di mia madre.

 

-Mi dispiace così tanto Tenma, io non volevo che ti capitasse questo, ti prego di perdonarmi- gli avevo detto piangendo mentre lui si lasciava stringere privo di alcuna volontà.

 

Perché non reagiva? Perché non mi stringeva a sua volta? Non si fidava di me, temeva forse che lo avrei messo ancora in pericolo?

 

Sarebbe stato plausibile da parte sua pensarlo, dopotutto era stato soltanto a causa mia se mia madre lo aveva percosso e gettato chissà dove.

 

Non avrei mai potuto perdonarmi per la mia infinita incuranza nell'aver lasciato Tenma da solo quella notte, permettendo così a quella strega di sottrarmelo nel sonno.

 

Lo presi in braccio con delicatezza, ormai era come un peso morto, non faceva neanche più lo sforzo di opporsi o aggrapparsi a me e questo mi uccideva.

 

Stava solo ubbidendo al mio ordine di restare con me, di essere mio. E purtroppo quella fu solo la prima volta.

 

Lo adagiai sul mio letto e lui non si mosse, prendendo a guardare il soffitto con il viso devastato dall'angoscia.

 

Voleva andare via, preferiva tornare a vivere per le strade piuttosto che stare insieme a me, prigioniero in quella casa, preda della perfidia vagante che vi aleggiava.

 

-Io e te ce ne andremo da qui, va bene piccolo? Andremo a stare in una casa lontano da qui, dove ci saremo soltanto io e te. Ti voglio sposare Tenma, anche se sei un ragazzo ma non importa, ti sposerò e ti proteggerò per sempre, mai più nessuno si azzarderà ad alzare un dito su di te, perché tu sarai mia moglie, te lo giuro- gli avevo detto mentre gli massaggiavo le gambe nude e infreddolite.

 

Lui non aveva risposto, aveva socchiuso gli occhi per la stanchezza ed aveva serrato le labbra senza rivolgermi neanche uno sguardo.

 

-Tenma ti prego parlami. Dimmi che lo vuoi, dimmi che ti va bene-

 

-Liberami- aveva detto soltanto lui con un filo di voce.

 

Non mi aveva mai dato del tu prima di allora e questo mi fece realmente capire quanto fosse serio in quel momento.

 

Ma io credevo in me stesso, credevo nel mio progetto, nella mia capacità di renderlo realmente felice.

 

-Dimmi una cosa Tenma, perché vuoi tornare in strada? Non saresti felice insieme a me? Avresti tutto- gli avevo detto allora gentilmente e lui finalmente mi aveva guardato debolmente, permettendomi di riprendere a respirare.

 

-Una bella casa grande soltanto per me e te, il tuo amato Sasuke che dorme nel tuo letto pulito e comodo. Ognuno di noi due dormirebbe nella propria stanza e starei tranquillo perché saprei che li, nella nostra casa, nessuno potrebbe farti del male. Avresti bei vestiti e buon cibo caldo e nutriente ogni giorno. Avresti un amico, me. Tuo marito...-

 

Il suo sguardo color tempesta mi aveva sorriso appena, seppur molto debolmente.

 

-Io non posso essere vostra moglie Kyousuke, sono un uomo proprio come voi- aveva detto allora lui, nonostante fosse rimasto visibilmente affascinato dalla mia illustrazione -inoltre non ho una casa di appartenenza, non ho nulla da offrirvi...-

 

-Il matrimonio è l'unione eterna di due persone che si amano, ci basta questo e noi due ci amiamo anche se in modo fraterno. Tu mi ami non è vero Tenma? Sono un tuo amico-

 

-Si signore vi amo- aveva risposto lui in modo un po' forzato.

 

-Voglio che tu sia sincero con me, mio piccolo Tenma. Diventeremo compagni per la vita ma tu sarai libero, solo che sarai al sicuro e in salute-

 

-Va bene- aveva ceduto allora lui -mi tratterete come una moglie?-

 

-No, no non potrei mai! Saremo solo compagni, te lo prometto- avevo detto subito ed in quel momento ci credetti davvero, ero determinato esclusivamente a proteggerlo, non avevo doppi fini.

 

Non li ho mai avuti, lo giuro. 

 

Tutti i miei errori sono stati commessi a causa della mia impulsività, a causa della mia incapacità di trattenere gli istinti.

 

-Allora mi sposerai, Tenma?- gli domandai ancora e lui si morse debolmente il labbro, poi mi sorrise.

 

Io gli presi entrambe le mani per portarmele alle labbra e baciarle con ardore, guardandolo completamente invaso dalla gioia e dal sollievo.

 

-Ti giuro che sarai la persona più felice del mondo piccolo mio. Farò di tutto per vederti sempre sorridere- mormorai, guadagnandomi così uno dei suoi preziosi sorrisi.

 

-Non mi lasciate più da solo allora, finché saremo qui. Ho tanta paura- 

 

Quella sua richiesta mi fece saltare il cuore nel petto.

 

-Dormirò con te in questo letto finché non saremo andati via di qui- gli promisi, poi gli baciai lievemente la fronte e gli adagiai la testa contro il mio torace, godendomi il suo respiro caldo sulla gola scoperta.

 

Già allora mi sentivo un impostore, ma gliel'avevo promesso, non lo avrei mai trattato come una moglie e ci credevo davvero.

 

Eppure sentirlo così vicino a me, scatenava nel mio corpo così tanta frenesia da farmi quasi tremare per l'impeto incontenibile che mi bruciava dentro.

 

Volevo convincermi di star facendo tutto ciò soltanto per benignità, così mi trattenni a lungo, confidando di riuscire col tempo a sopprimere i miei pensieri.

 

Amare un uomo non era normale ed io mi sforzavo con ogni cellula del mio corpo di dimostrare a me stesso che quella fiamma che ardeva nel mio cuore non fosse amore romantico, ma semplice affetto.

 

 

 

 

 

L'indomani informai mio fratello della mia scelta e lui mi guardò commosso ma al tempo stesso estremamente spaventato.

 

Mi aiutò nella stipulazione dei documenti e nel giro di due giorni io e Tenma, fatto passare accuratamente per una donna, fummo legalmente sposati all'insaputa dei miei genitori.

 

Mio fratello fu accanto a me quando comunicai loro la notizia; Tenma era già al sicuro nella casa che i miei genitori avevano preparato per la mia famiglia negli anni addietro, per cui mia madre non poté più sfogare in alcun modo la sua rabbia su di lui.

 

Ascoltammo la sua sfuriata, poi venne il turno di mio padre, al cui parere tenevo particolarmente.

 

-Sognavo una cerimonia in grande per il mio unico figlio in grado di sposarsi. Mi dispiace tanto che tu abbia deciso di farlo di nascosto Kyousuke, ma capisco il tuo timore, data la vera natura della tua attuale sposa. Sta solo attento a tenere la cosa segreta, per favore. Non vorresti mai gettare biasimo sul buon nome della nostra famiglia, ne sono certo-

 

-Certo che no padre, Tenma passerà per sempre per una donna quando saremo in pubblico. Quanto alla cerimonia sono pronto a concedervela se la ritenete necessaria per la nostra immagine- 

 

Mio padre aveva annuito, era innegabilmente deluso dalle mie azioni ma faceva del suo meglio per non darlo a vedere.

 

-Dimmi soltanto una cosa Kyousuke. Tu provi attrazione sessuale per quel ragazzo?-

 

Yuuichi si irrigidì e deglutì pesantemente di fronte alla domanda che mi era stata posta.

 

-No padre. Voglio solo proteggerlo, non potrei mai deludervi in quel modo-

 

Mio fratello strinse le palpebre e sospirò pesantemente, spaventandomi ancora di più.

 

-Ne ero sicuro. I miei figli sono brave persone. E adesso andate, congedatevi-

 

Io e mio fratello ci inchinammo, poi ci allontanammo dalla sala; io per salire a cavallo, mio fratello invece per raggiungere le proprie stanze.

 

Non mi insospettii neanche in quel momento, quando lo vidi chiaramente piangere mentre attraversava il porticato interno della casa.

 

Lo osservai perplesso, poi lasciai quella triste abitazione alla quale non appartenevo più.

 

 

 

 

 

   
 
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