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Autore: GaiaFromMars    16/07/2020    0 recensioni
Erano trascorsi diversi giorni dalla morte di Astoria, giorni durissimi per Draco.
Ad accogliere il suo dolore c'era qualcuno che conosceva il significato più profondo della perdita: Harry Potter.
Harry aveva approfondito il suo rapporto con Draco grazie al legame dei figli, tra di loro c'era finalmente mutuo rispetto. Una visita di cortesia di Harry dopo il lutto provocò delle conseguenze impreviste. La disperazione Draco era sconfinata, niente sembrava arginare il suo dolore, o almeno quasi niente.
[I personaggi della storia appartengono esclusivamente a J.K. Rowling.
Alcuni eventi della storia potrebbero differire dall'opera originale]
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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"Le luci ti guideranno a casa

infiammeranno le tue ossa

ed io proverò ad aggiustarti"

-Coldplay

 

Draco si appoggiò al muro come se questo potesse reggere il doloroso fardello di emozioni del lutto appena subito. Abbassò lo sguardo, la frangia bionda spettinata gli copriva gli occhi pieni di lacrime. La mano sul muro si chiuse in un pugno e modificò il viso in un'espressione piena di dolore.

Harry si avvicinò timidamente e protese la sua mano verso la schiena del biondo.

«No», disse Malfoy con la voce spezzata dalle lacrime, «non avvicinarti.»

Harry si irrigidì e allontanò la mano sconvolto dalla reazione violenta di Draco ma si rese conto che non era quello il momento di iniziare ad ascoltare quelle idee così dannatamente sbagliate tipiche di Malfoy.

Continuò ad avvicinarsi mentre Draco era ancora girato, gli afferrò le spalle e poté sentire chiaramente il suo respiro quasi fermarsi e rasserenarsi. Partendo dalle spalle quella presa finì per avvolgerlo completamente, Harry aveva la testa sulla sua schiena e le sue mani stringevano le sue sul suo petto.

Draco era ancora girato, era l'abbraccio più strano che avesse mai ricevuto e gli diede la forza di crollare, in ogni senso possibile. Finì per accasciarsi lentamente verso il pavimento mentre Potter lo seguiva mantenendolo nel suo abbraccio.

«Harry».

Harry sussultò non aveva mai sentito Malfoy pronunciare il suo nome di battesimo, lo aveva sempre chiamato per cognome quasi in segno di profondo disprezzo. Quel pensiero lo imbarazzò, davvero un pessimo momento per concentrarsi su una cosa così stupida.

«Harry...Astoria è morta, come lo dirò a Scorpius» concluse la frase cercando di non piangere.

Harry si fece coraggio per pronunciare quelle parole così innaturali da dire ad un vecchio nemico: «Glielo diremo insieme»

Draco nell'angolo buio di una stanza qualunque chiuse i suoi occhi mentre in ginocchio su un pavimento freddo crollava nell'abbraccio del suo miglior nemico.

Erano rimasti così per tutto il tempo, senza dirsi una parola.

Draco raccolse le sue ultime lacrime e si alzò, Harry lasciò la presa e si rimise in piedi pulendosi il pantalone dalla polvere e si risistemò gli occhiali.

Gli occhi di Draco così azzurri e glaciali ora erano così rossi come quel giorno in cui Harry lo aveva visto piangere in bagno ad Hogwarts, quanto tempo trascorso, quante vite li dividevano.

Ora erano entrambi padri e avevano la responsabilità di crescere al meglio il sangue del loro sangue, le loro perfette estensioni. Il destino beffardo aveva fatto sì che questi due figli fossero uniti da un profondo legame.

Harry sapeva bene che quello che stava accadendo tra Albus e Scorpius fosse giusto. Qualcosa aveva unito anche loro in passato, non era bastato l'essere stati smistati in casate diverse, essere su due fronti opposti della battaglia.

Erano solo due ragazzi su cui gravava il peso di un mondo che aveva già fatto scelte. Harry era il prescelto e Draco era stato venduto dalla sua famiglia perché combattesse una battaglia non sua e che mai gli sarebbe appartenuta.

Quando Draco fu incaricato di riconoscere Harry al Manor, lo guardò così attentamente e ad entrambi sembrò di specchiarsi, non se lo dissero mai ma in quell'istante si riconobbero, colsero nei propri occhi la paura e l'infanzia persa troppo presto.

Malfoy non fu capace di venderlo al Signore Oscuro, Potter non era un suo nemico e non lo sarebbe mai stato. L'unico nemico era prepotente e invisibile e gli stava prendendo tutto quello che gli rimaneva della sua vita: la solitudine.

Quella notte tutto ciò che di negativo li aveva separati sembrava non importare più, tutto l'orgoglio e il desiderio di dimostrare al mondo quanto si odiassero non aveva più senso. Harry voleva solo sostenerlo, asciugare le sue lacrime.

Essere padre gli rese chiaro quanto fosse dannatamente ingiusta la vita di Draco.

Malfoy aveva cresciuto suo figlio nel migliore dei modi. Harry non poté non notare la straordinarietà di un uomo che aveva insegnato a suo figlio ciò che non poteva conoscere. Draco aveva visto solo il nero e il bianco nella sua vita e invece aveva dipinto sulla tela del figlio una gamma impressionante di colori.

Dopo quel momento così emozionante fu impossibile per loro incrociare gli sguardi, non avevano speso un minuto della loro vita per conoscersi davvero. Quell'abbraccio fu improvviso e inatteso.

Draco si sentiva confuso ma allo stesso tempo grato.

«Hei, Potter» gli urlò Malfoy, «Grazie, grazie davvero.»

Harry gli sorrise incontrando ancora una volta il suo sguardo: «A questo servono gli amici, o almeno così pare»

Il mago varcò la porta lasciando Draco completamente sconvolto, si chiese più volte se avesse udito bene quelle parole, a quanto pare lo aveva detto davvero.

Il conforto di un amico era stata un'autentica carezza sul suo cuore, quel gesto così inatteso lo convinse a fare ciò che temeva di più: andare dalla sua Astoria.

Anche le condizioni atmosferiche sembravano essersi allineate agli eventi, il grigiore aveva lasciato spazio ad una giornata mite e soleggiata.

Un timido vento soffiava tra gli alberi, Draco percorse il sentiero mentre si faceva coraggio e la meta era sempre più vicina.

Le fronde degli alberi accoglievano Draco in una suggestiva penombra, si chinò e accarezzò il nome inciso sulla lapide, gli occhi iniziarono a riempirsi di lacrime poi, iniziò a parlare come se Astoria potesse davvero ascoltarlo:

«Ricordo di averti corteggiata con un fiore,

ne colsi uno e tu ti arrabbiasti lasciandomi confuso.

Non ti piaceva estirpare nulla,

desideravi che quel miracolo in un semplice prato

continuasse ad esistere.

Mi dicesti che quel fiore sarebbe appassito

se io lo avessi strappato via.

Tu eri gentile e premurosa,

così con un fiore, così con un filo d'erba.

Mi trattasti da fiore anche se per tutti ero solo erbaccia.

A te non è mai importato.

Giorno per giorno,

ti prendesti cura di me senza mai portarmi via dal mio terreno insidioso.

Ho imparato a nutrirmi della luce del tuo amore,

a non temere le tenebre quando inevitabilmente calavano.

Non so come farò senza di te, Astoria.

Vorrei avere le risposte,

possedere la metà delle tue risorse e andare avanti.

Imparare a custodire il giardino che mi hai lasciato,

un giardino dove è fiorito nostro figlio, Scorpius.

Ti prometto che fino al mio ultimo respiro

non mancherà la tua luce nel suo sentiero.

Lascia però che per questa tolga la vita ad un fiore

per lasciartelo su questa fredda lapide in segno del mio amore.

Non essere troppo arrabbiata per questo,

in fondo io sono già "appassito" senza di te.»

Una lacrima bagnò il viso di Draco e colpì alcuni fiori che spuntavano timidamente dal terreno che circondava la tomba di Astoria.

Quel momento così struggente e strano lo colpì profondamente, il dolore per la perdita della donna della sua vita stava nutrendo altri piccoli miracoli naturali.

Anche lontana, riusciva ancora a condizionare positivamente la vita.

Allora sorrise sapendo che la sua presenza, il suo ricordo lo avrebbe aiutato ad occuparsi di tutto ciò che gli rimaneva: suo figlio.

Harry aveva osservato la scena da lontano, aveva deciso di seguirlo. C'era qualcosa che premeva nella sua coscienza, desiderava sapere come stesse affrontando quel dolore.

Non volle interrompere ciò che vedeva, sembrava un momento solenne per un estraneo come lui.

Draco sembrava accettare per la prima volta la scomparsa dell'unica persona che lo aveva amato e Harry non riusciva darsi pace per il dolore di quella clamorosa ingiustizia.

C'era sempre stato qualcosa che lo aveva incuriosito nell'aria dannata di Malfoy, come se ci fosse altro da comprendere. Averlo osservato da vicino consolandolo aveva consolidato in lui la convinzione che Draco fosse molto di più.

Lo guardò chino sulla lapide della moglie e immaginò di essergli accanto per sorreggerlo, voleva dividere con lui quel fardello. 

 

   
 
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