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Autore: YallaYalla    18/07/2020    1 recensioni
for your perusing
At times confusing,
hopefully amusing
Introducing me
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Coppie: Hermione/Severus
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Hermione scoppiò a ridere per il modo in cui Severus aveva chiamato il suo amico. Anche se all’apparenza poteva sembrare offensivo, lo sguardo che aveva mentre lo diceva mostrava quanto effettivamente i due fossero legati.
“Va bene, andiamo – disse Hermione, poi ridendo aggiunse – non è che mi tortureranno di nuovo se vado”
Severus la guardò con preoccupazione, quindi lei disse: “Non preoccuparti, ho fatto pace con i miei demoni molto tempo fa” si alzò quindi la manica per mostrare la cicatrice infertale da Bellatrix. “Le nostre cicatrici rivelano chi siamo e mostrano al mondo che siamo sopravvissuti. Io non ho nulla di cui vergognarmi” poi vide che lui guardava il suo braccio sinistro e disse: “E neanche tu devi vergognarti di ciò che è successo, ormai non conta più. Del passato interessa solo quello che, a rammentarlo, dà piacere”
“Darcy si fustigava per una lettera, non perché era stato seguace di un maniaco con tendenze megalomane”
“Sorvolerò la velata accusa che ti sei inflitto perché sono troppo curiosa di come tu faccia a conoscere Orgoglio e Pregiudizio”
“Non vedi similitudini tra me e Mr. Darcy?” chiese lui alzando un sopracciglio.
 “Effettivamente qualcosa c’è, il disprezzo per la maggior parte degli esseri umani, l’orgoglio e l’inettitudine sociale”
“Strega impertinente” rispose lui, ma, come sempre, lei aveva ragione.
“Vado a prepararmi per andare dai Malfoy, devo indossare l’abito lungo?” chiese lei prendendolo in giro.
Lui non le rispose nemmeno e si mise accanto al camino. “Staccati da lì e vai a cambiarti, non ci esco con te vestito così” lui alzò gli occhi al cielo e andò nella sua stanza. Quella donna iniziava a prendersi troppe libertà.
20 minuti dopo, Severus era vestito secondo i gusti di Hermione e la aspettava in salotto. Quando entrò, Hermione fece una piroetta e si mise in posa per farsi ammirare da Severus. La donna aveva deciso di abbracciare lo stile babbano, probabilmente più una sorta di rivendicazione da parte sua, e indossava un paio di jeans, tacchi e una blusa rosa antico.
“Di sicuro non vai per il sottile”
“Hanno invitato una nata babbana in casa, voglio solo ricordarglielo” – disse lei fingendo non curanza. Aveva pensato molto a cosa indossare, cosa fosse opportuno, poi aveva deciso che essere se stessi è sempre la scelta migliore e che se Severus voleva stare con lei non gli sarebbe importato come si fosse vestita.
I due uscirono a braccetto e si smaterializzarono per riapparire nell’enorme giardino di Malfoy Manor. La vista era spettacolare, ovunque si girasse Hermione vedeva piante lussureggianti, prati perfettamente curati, aiuole fiorite, fontane; era come trovarsi a Versailles, ma senza la ressa di turisti sudaticci.
“Andiamo, su” disse lui cercando di evitare che si perdesse nel parco.
Mentre camminavano verso la porta, Hermione si bloccò.
“Qualcosa non va?”
“Quelli sono pavoni?”
Severus si portò una mano alla fronte, gesto di solito riservato a Neville, e disse: “Te l’ho detto, Lucius non è altro che un pavone bastardo”
“Mi riempie il cuore sapere che pensi a me con così tanto affetto, amico mio”
La voce profonda dell’uomo fece girare Hermione di scatto, ma ciò che si trovò di fronte la colse di sorpresa.
Nella sua mente Lucius Malfoy era un uomo orribile, perennemente schifato da ciò che lo circondava e che indossava la sua superiorità come fosse una stola di ermellino; di fronte a lei c’era un uomo con le mani sporche di terra, un enorme sorriso e un viso allegro che, anche se deturpato da una cicatrice che andava dalla tempia alla guancia, ne esprimeva la grazia e la bellezza.
I due uomini si abbracciarono e risero, questo riempì il cuore di Hermione di gioia.
“Signorina Granger, benvenuta a Malfoy Manor” disse poi Lucius guardandola e facendole un inchino. Hermione non riuscì a non guardare la cicatrice mentre rispondeva al saluto dell’uomo.
“Ah, questa – disse lui allora passandoci un dito sopra – un regalo d’addio dell’Oscuro Signore. C’è chi dice che mi stia male, ma io penso che mi renda più virile.”
“Sei sempre affascinante, mio caro” gli rispose una voce dalle sue spalle.
Ci sono donne che nascono per essere dame, donne eleganti, posate, sempre a modo che esprimo la grazia che le contraddistingue ad ogni respiro; beh, queste donne sarebbero sembrate delle scaricatrici di porto affiancate a Narcissa Malfoy. Quella era, senza ombra di dubbio, la donna più elegante che Hermione avesse mai visto. Perfino mentre potava le rose mostrava grazia e la terra non osava macchiare il suo abito bianco, come se temesse di rovinare il capolavoro che quella donna rappresentava. La sua voce era melodiosa e il suo incedere ricordava le ballerine di danza classica. Hermione era trasfigurata dalla scena.
Ma ciò che davvero la sconvolse fu lo sguardo sul viso di Lucius non appena vide sua moglie; mai aveva visto un’espressione di amore più puro di quello. Era come se tutto intorno all’uomo fosse scomparso, come se il suo intero universo iniziasse e finisse con lei. Hermione era commossa da quel momento. Severus invece, che aveva dovuto assistere a scene del genere per anni, era solo scocciato.
“Amore mio” disse Lucius quando prese la mano della moglie, gliela baciò e la guardò dritta negli occhi.
“Mio caro, facciamo entrare gli ospiti prima che il caldo li uccida” rispose lei e indicò a tutti la porta d’ingresso.
Una volta entrati Hermione trattenne il fiato. La casa era stupenda da fuori, con le sue colonne e le enormi finestre, ma nulla indicava quanto fosse bella da dentro: pavimenti di marmo, scalinate gigantesche, saloni eleganti, mobilio antico, quadri, candelabri.
Si aspettava di entrare in un buio maniero degli orrori e invece era finita nel castello delle favole.
“La mia adorata moglie ha fatto rimuovere ogni pezzo di questa casa dopo la guerra e ha rifatto tutto secondo uno stile meno macabro” disse Lucius intercettando i pensieri di Hermione.
Nulla in quella casa le ricordava gli orrori che vi erano accaduti.
La donna sorrise per la prima volta da quando era arrivata e Severus, finalmente, iniziò a respirare meglio vedendola a suo agio.
“Vi prego, accomodiamoci nel salone del tè” invitò Narcissa prendendo il braccio del marito e muovendosi con grazia nel foyer.
“Hanno un salone solo per il tè?” chiese Hermione sotto voce a Severus.
“Esibizionisti” rispose lui.
“Tesoro mio, vedi che ti sento” disse Narcissa senza girarsi, ma si sentiva dal tono di voce che era divertita da Severus.
Doveva essere questo il tipo di relazione esistente tra tutti loro, una sorta di rapporto amore – odio pieno di sarcasmo e battute taglienti. Hermione non vedeva l’ora di passare il pomeriggio in loro compagnia.
Quando entrarono nel salone gli occhi di Hermione si spalancarono e iniziò a girare su se stessa per rendersi conto della magnificenza della stanza.
“Accomodatevi, prego” disse Narcissa indicando gli splendidi divani posti intorno al camino.
“Signora Malfoy, la sua casa è da togliere il fiato”
“Mia cara, chiamami Cissy, nessuno tra i miei amici mi chiama signora” rispose la donna con un sorriso.
“Cissy, siamo venuti per prendere il tè, ma ancora non ho visto neanche l’ombra di una tazza” disse Severus accavallando le gambe.
“Tesoro, elegante come sempre”
“Posso solo sperare, un giorno, di raggiungere il tuo livello di grazia” rispose lui con sarcasmo.
Narcissa allora fece suonare una campanella e un elfo domestico in livrea apparve dal nulla. Hermione ancora era in imbarazzo con gli elfi del castello dopo la sua fallimentare esperienza con il C.R.E.P.A. e loro a stento le rivolgevano la parola. Però vide nel modo in cui l’elfo sorrideva ai suoi padroni e come loro lo trattavano con gentilezza che molto di ciò che pensava riguardo ai Malfoy era sbagliato.
“Dudy, per favore, puoi servire il tè e chiamare Draco, ovunque quel ragazzo si sia nascosto? Grazie mille” Lucius era fermo nei suoi ordini, ma non brusco.
Dopo un attimo l’elfo riapparve e fece volare le tazze verso ognuno dei presenti che bevvero in silenzio.
“Padre, mi hai mandato a chiamare?” disse Draco entrando nella stanza. Quando vide Severus il suo volto si illuminò andando verso di lui.
“Zio!” lo chiamò e lo abbracciò.
“Zio?” chiese Hermione.
“Severus è il padrino di Draco” rispose Lucius.
Intanto i due continuavano ad abbracciarsi; beh, era più Draco che abbracciava e Severus che glielo lasciava fare, ma Hermione capiva che anche l’uomo era contento di stare con il suo figlioccio.
Dopo qualche minuto entrambi si sedettero e Draco prese una tazza per sé.
“Granger, cosa ci fai tu qui?” chiese Draco quando vide la ragazza.
“La signorina Granger è la fidanzata di Severus, Draco” gli rispose suo padre e si girò giusto in tempo per evitare di essere colpito dallo spruzzo di tè che fuoriuscì dalla bocca del ragazzo.
“In che senso la sua fidanzata?”
“Nel senso che si amano e stanno insieme, non è un concetto complicato”
Hermione intanto era diventata tutta rossa e fissava il pavimento desiderando che la inghiottisse. Severus allora le mise un braccio intorno, la attirò verso di sé e lei si rilassò al suo fianco.
Superato lo shock iniziale, Draco si ricompose e iniziò a sorridere a Severus.
“Eh beh, non andava bene che un corpo del genere andasse sprecato”
Hermione impallidì di fronte alla sfrontatezza del ragazzo.
“Oh no, non intendo il tuo gioia – disse lui indicandola, poi si girò verso Severus e aggiunse – ma il suo”
Il cervello di Hermione si spense definitivamente.
“Già, quelle da Quidditch non sono le uniche mazze che amo maneggiare”
“Non ascoltarlo, la sua bocca è una fogna” disse Severus cercando di far smettere il ragazzo di dire oscenità.
“Ti piacerebbe sapere cosa sono in grado di fare con questa bocca?”
“Draco, smettila, suvvia. Stai spaventando la nostra ospite” disse la madre cercando di far tornare un clima di sobrietà.
Intanto Hermione era sicura di essere morta e di trovarsi in una realtà parallela dove Draco Malfoy faceva apprezzamenti sessuali espliciti al suo fidanzato.
“Hermione, non stare ad ascoltare le oscenità di questo ragazzo, fa sempre così quando ci sono ospiti, se non gli fai caso si scoccia” disse Severus dandole un bacio sulla fronte.
“Dai zio, mi togli tutto il divertimento così” rispose il ragazzo, poi si girò verso Hermione dicendo: “Scusami Hermione, è stato più forte di me. In realtà a me piacciono gli uomini, le donne e tutto ciò che c’è nel mezzo, quindi se mai ti dovessi stancare del vecchio, mandami un gufo.”
Stavolta fu Lucius ad alzare gli occhi al cielo, mentre Severus guardò Draco con uno sguardo che non prometteva nulla di buono.
“Hermione, posso chiamarti così, mia cara?” chiese Narcissa e quando Hermione le fece un gesto di assenso continuò: “ti va di accompagnarmi nel salone della musica? Lasciamo i ragazzi a discutere fra loro”.
 
Una volta rimasti soli gli uomini posarono le tazze da tè e presero i bicchieri del whiskey.
“Allora Severus, vuoi raccontarci qualcosa?” chiese Lucius sedendosi sul divano e guardando l’uomo che alzava gli occhi al cielo.
“Sapevo che non mi avresti lasciato in pace. Cosa vuoi sapere?”
“Tutto, ovviamente”
“Sei proprio una pettegola”
“E ne vado fiero”
 
Nel salone della musica, intanto, la scena era molto simile.
“Hermione, mia cara, permettimi di dirti quanto io sia felice per te e Severus. Voi due siete davvero una coppia perfetta.”
“Grazie mille, signora Malfoy.”
“Cissy” la interruppe lei.
“Cissy, grazie mille per le tue parole e per il tuo invito di oggi”
“Figurati mia cara, per me è un piacere averti qui. Puoi immaginare come siano le mie giornate con solo Draco e Lucius a tenermi compagnia”
Hermione poteva immaginare che la donna sarebbe stata felice della compagnia di chiunque per poter evitare una scena come quella alla quale avevano assistito prima.
“Ma tu e Lucius siete così… belli insieme”
“Luce è tutto per me, senza di lui non credo che sarei chi sono adesso; ma siamo qui per parlare di te e Severus, io sono estasiata a vedervi insieme, si vede che vi amate molto.”
 Hermione arrossì imbarazzata e si guardò le scarpe.
 
Nel salone del tè, intanto, stavano per volare bicchieri e incantesimi.
“Draco, te lo giuro su Merlino, se non la smetti con le volgarità rimpiangerai di non essere andato a scuola a Durmstrang” urlò Severus verso il ragazzo che cercava di nascondersi dietro il divano
“Sono tuo nipote, non puoi farmi del male” rispondeva Draco cercando di calmarlo.
Intanto Lucius era seduto sul divano e sorseggiava alcool come se intorno a lui non stesse per scoppiare una guerra.
 
“Signora, mi dispiace disturbarla – disse Dudy materializzandosi nel salone della musica – ma il signor Severus e il signorino Draco stanno lottando nell’altra stanza”
“Lottando?” disse Hermione alzandosi in piedi spaventata.
“Oh, non temere mia cara, dopo essere stati insieme per mezz’ora quei due finiscono sempre per darsi addosso”
La calma di Narcissa di fronte alla violenza rendeva Hermione ancora più terrorizzata.
 
“Qualcuno vuole spiegarmi cosa sta succedendo?” chiese Cissy entrando nel salone. La scena che si trovò davanti non era nuova per lei, suo figlio e Severus finivano spesso alle mani, ma per Hermione era tutto nuovo e rimase bloccata in preda allo shock per qualche secondo.
“Scusa madre” disse Draco con costrizione e si sedette sul divano accanto al padre, che intanto continuava a bere senza togliere lo sguardo dalla moglie.
“Severus?” chiese Cissy guardando l’uomo e aspettando che si scusasse.
“Scusami Cissy” disse allora lui e finalmente si sedette.
Hermione cercò di non scoppiare a ridere di fronte al più potente mago di Inghilterra, il cui solo nome incuteva terrore, che veniva ripreso come un bambino da una strega alta la metà di lui.
“Tutto bene, Hermione?” le chiese Severus quando lei si accomodò accanto a lui.
“Sì, è tutto perfetto” ed era l’assoluta verità.
Prima di uscire di casa, Hermione era terrorizzata all’idea di andare in casa dei Malfoy e passare del tempo con quella famiglia. Ora invece si sentiva perfettamente a suo agio; la grazia di Narcissa, la calma placida di Lucius e persino la sfacciataggine di Draco la rendevano felice.
Severus non poteva essere più deliziato dal vedere come Hermione conversasse amabilmente con la sua coppia di amici e come rispondesse a tono alle battute di Draco. Non voleva ammetterlo, ma era stato molto in apprensione per quel pomeriggio. Lucius era il suo più caro amico, il suo unico amico in realtà, e desiderava con tutto il cuore che Hermione si sentisse a suo agio insieme a loro.
“Lucius, ti prego, raccontami ancora di Severus da ragazzo” disse Hermione un’ora dopo il loro arrivo a Malfoy Manor. La ragazza ormai si sentiva come a casa; aveva tolto le scarpe, messo i piedi sotto il corpo e parlava con Lucius Malfoy come se fosse stato un suo vecchio amico.
“Facciamo così, mia cara, quando verrai senza di lui ti racconterò tutto ciò che vuoi sapere”.
Severus guardava l’amico con gli occhi stretti e meditava su come torturarlo.
“Non vedo l’ora” rispose Hermione ridendo.
“Rimanete a cena, vero?” chiese Narcissa, ma la sua non era una vera domanda, tutti dovevano sottostare ai suoi ordini.
A cena le scene furono simili a quelle del pomeriggio: Draco continuava a dire oscenità, Severus continuava ad alzare gli occhi al cielo e a minacciare di ucciderlo, e i Malfoy si guardavano negli occhi con sguardi languidi.
“Hermione, cara, la settimana prossima devi assolutamente venire alla nostra soirée, non accetterò un no come risposta.” Disse Cissy
“Cissy, questo è un colpo basso anche per te, fin dove saresti disposta a spingerti per farmi partecipare alle tue insulse feste?”
“Severus, per favore smettila di lamentarti”
“No Cissy, io non verrò alla tua festa a leccare il culo ai funzionari del ministero – disse alzandosi da tavola e tirandosi Hermione dietro – e neanche lei verrà”
“Severus, ti prego, siediti” disse Lucius a bassa voce e Severus si bloccò sulla porta. Quando finalmente i due si sedettero l’uomo continuò a parlare: “Severus, tu sei come un fratello per me, quindi Hermione è a pieno titolo parte della famiglia e merita di sapere.”
L’altro si limitò a soffiare dal naso come una sorta di cane rabbioso. Lucius guardò Hermione e iniziò a parlarle direttamente: “Mia cara, immagino tu ti stia chiedendo come mai io e la mia famiglia non stiamo marcendo in una cella di Azkaban al momento, beh, la ragione è molto semplice: il mondo, anche quello magico, è mosso da una cosa sola, il vile denaro e io ne posseggo una quantità assolutamente oscena. A braccetto con il denaro va l’influenza politica e, mia cara, lasciatelo dire, io non sono mai diventato ministro per mia scelta personale e perché avrei perso più tempo a rifare gli interni che a governare. Ovviamente dopo la guerra noi dovevamo essere puniti, non avevamo un San Potter personale che andasse a strombazzare ai quattro angoli del mondo quanto fossimo buoni e gentili, come qualcuno di mia conoscenza – e fissò Severus per un momento senza parlare – la nostra punizione sono gli arresti domiciliari. Noi siamo rinchiusi in casa, senza poter mettere il naso fuori fino a che non accada qualcosa di nuovo nel mondo e tutti si dimentichino di noi. Purtroppo il ministero non può fare a meno delle due cose prima citate, il denaro e l’influenza, quindi ci obbliga a tenere queste feste di tanto in tanto, invitare i nostri amici stranieri e passare la serata a tessere le lodi della comunità magica britannica.”
Hermione era disgustata dal comportamento del ministero. I Malfoy certo non erano degli agnelli immolatisi per la causa, ma avevano compreso i loro errori e avevano perfino salvato la vita a lei e Harry un paio di volte. Meritavano di essere lasciati in pace.
“Verrò” – annunciò la ragazza – “Sono certa che a quei bastardi farà piacere avere un altro trofeo da mettere in mostra”
“Severus, mio caro, tu sei proprio un fortunato bastardo” disse Lucius sorridendo con gioia e anche Severus fu contagiato dalla scena e disse che avrebbe partecipato anche lui, per due motivi: non lasciare Hermione da sola in balia di squallidi funzionari del ministero e di Draco e godersi lo spettacolo di Lucius che si umiliava strusciando dietro a qualche membro del Wizengamot.
Dopo cena tutto il gruppo si riunì nel salone del tè per fare altre due chiacchiere, poi la coppia augurò una buona notte a tutti e si smaterializzarono verso Hogwarts.
  
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