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Autore: lapacechenonho    21/07/2020    2 recensioni
"Non succede mai niente di buono dopo le due di notte" e questo Lily lo sapeva bene.
Suo fratello James lo ripeteva sempre, come un mantra o una regola di vita e Lily aveva finito per crederci.
Sapeva che quando avevano bussato alla porta di casa sua così forte da farla sobbalzare sulla poltrona su cui si era addormentata non doveva aprire.
Sapeva che avrebbe dovuto ignorare la proposta che le era stata fatta.
Sapeva che erano le 2:30 e lei doveva chiudere la porta in faccia alla persona davanti a lei, andarsi a lavare i denti, mettere il pigiama e andare a dormire.
Sapeva che avrebbe dovuto fare tutte queste cose e invece aveva fatto l'opposto: aveva preso il mantello ed era uscita e adesso, alle 3 di notte, sotto la pioggia battente, era in un parco con la persona accanto a lei che scavava come un matto.
Storia parzialmente ispirata ad How I Met Your Mother.
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Alice Paciock, Lily Luna Potter, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Lily/Scorpius, Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Capitolo 1.

 
Era passato circa un mese da quella sera. Il Mondo Magico era venuto a conoscenza del grande evento da una settimana e ovunque si parlava di quello. La Gazzetta del Profeta aveva puntualmente un trafiletto dedicato al matrimonio, il Settimanale delle Streghe addirittura parlava solo ed esclusivamente delle nozze, come se tutti gli altri non producessero più gossip o pettegolezzi.
Quel pomeriggio aveva deciso di andare dalla parrucchiera per rilassarsi un po', ma accanto a lei una signora parecchio anziana aveva deciso di iniziare a parlare casualmente del matrimonio dell'anno, così aveva sbuffato ed era tornata a casa sua.
Da circa due anni viveva da sola a Diagon Alley, ben lontana dai suoi parenti – anche se era piuttosto vicina al negozio dello zio George. Col tempo aveva sentito la necessità di staccarsi dalla famiglia, sebbene volesse molto bene a tutti, aveva bisogno del suo angolo di tranquillità, così dopo i primi stipendi aveva affittato un appartamento non troppo distante dalla Gringott. Era piccolo ma per lei bastava e avanzava. I suoi non erano stati troppo entusiasti, insomma, aveva una casa in cui non doveva pagare l'affitto, tutti i pasti erano teneramente offerti da mamma Ginny, abbracci a volontà da papà Harry, non doveva preoccuparsi di niente, perché andare a vivere da un'altra parte? Aveva impiegato un bel po' di settimane a far capire che lei non voleva andarsene, lei doveva allontanarsi da casa perché ne sentiva l'esigenza. Così i suoi genitori si erano rassegnati e l'avevano aiutata nel trasloco. Da poco tempo aveva acquistato una vera e propria villetta ad Hogsmeade e già da qualche tempo la stava ristrutturando, al tempo le era sembrato un buon affare ma adesso le faceva storcere il naso.
Una volta tornata a casa si gettò pesantemente sul divano di un blu tenue, si appellò una Burrobirra e rimase ad osservare il vuoto. La situazione con Scorpius era un casino e lei non poteva farci niente. Stava per sposare sua cugina e lei non lo avrebbe persuaso.
Lui era cotto di Rose, anche un cieco si sarebbe accorto che si amavano, chi era lei per distruggere il loro idillio? Il fatto stesso di provare dei sentimenti per Scorpius, per quanto perdurassero da tempo, la faceva sentire sporca. Fino ad un mese fa qualche volta aveva anche sperato che si lasciassero, facendola stare malissimo. Ma al cuor non si comanda e lei non poteva fare altro che rassegnarsi.
Quando suo fratello bussò alla porta alle cinque del pomeriggio, puntuale come un orologio svizzero, aveva finito la Burrobirra da un pezzo. La fece evanescere e andò all'ingresso.
Suo fratello Albus e sua moglie Alice erano di fronte a lei.
Alice aveva la stessa età di Lily, erano compagne di Casa, erano state ed erano ancora grandi amiche, ed Alice era l'unica sulla faccia della terra al corrente dell'amore che nutriva per Scorpius. Si erano dati appuntamento alle cinque a casa sua per andare a vedere la villetta ad Hogsmeade, così dopo essersi salutati si smaterializzarono.
Rivedere Hogwarts in lontananza le provocò una stretta allo stomaco, le mancavano tanto i pomeriggi passati tra la biblioteca e la Sala Comune, o quando faceva più caldo e potevano stare sotto il sole sulle sponde del Lago Nero.
«Ti mancava così tanto la scuola che ti sei voluta avvicinare?» le chiese Albus canzonatorio.
Lei arricciò le labbra in un sorriso. «Che ci vuoi fare con la vecchiaia sono diventata una sentimentale».
«Ehi non dire che sei vecchia che poi lo sono anche io!» esclamò offesa Alice facendola ridere.
La villetta aveva un giardino antistante che adesso era coperto di foglie marroni cadute dagli alberi. Intrapresero la strada con il rumore delle foglie che scricchiolavano sotto il loro passo. «Ehi Lily, posso chiederti una cosa?» chiese Al mentre camminavano sul sentiero che portava alla casa.
«Al ti ho detto di no!» s'intromise Alice seccata. Lily immaginò quale fosse l'argomento.
«Certo Albus, dimmi pure».
«Scorpius mi ha detto che lo stai evitando».
«Lo eviteresti pure tu se ti avesse svegliato alle due di notte per andare a cercare l'anello di fidanzamento nascosto in un prato mentre piove a dirotto» rispose lei stizzita.
Alice sgranò gli occhi. «È impazzito?» domandò flebilmente l'amica. Lily alzò le spalle e scosse la testa. «Era importante per lui» disse debolmente.
In quella conversazione c'erano così tante cose celate che Lily dovette reprimere l'impulso di abbracciare Alice e sfogare le sue lacrime. Continuò a tenere lo sguardo basso per cercare di chiudere il discorso.
«Sì, infatti, è uscito pazzo? Perché ha chiamato Lily, non poteva chiederlo a me?» chiese indignato Al ricevendo una leggera manata dalla consorte.
«Se si fosse presentato a casa nostra alle due di notte probabilmente non ci sarebbe arrivato a chiedere a Rose di sposarlo» Albus sorrise. «E probabilmente sarebbe stato meglio» aggiunse poco dopo.
«Ancora non capisco perché a te non vadano a genio lui e Rose, insomma sono così carini! Sono la coppia perfetta, si compensano. Dove manca lui c'è lei e viceversa» Lily si trovò tristemente d'accordo col fratello, anche perché era consapevole del fatto che Alice odiava Rose semplicemente per il fatto che stesse con Scorpius.
«Oh andiamo, l'unica cosa che compensa Rose sono i miei nervi!» esclamò Alice.
«Proprio non la sopporti Rose, eh?» chiese divertito il secondo dei Potter, Alice in tutta risposta scosse la testa leggermente divertita.
Nel frattempo Lily aveva aperto la porta di casa e un odore di pittura fresca e legno nuovo le invase le narici. L'ingresso si apriva sul soggiorno interamente in legno, sulla parete di sinistra c'erano delle mensole, anch'esse in legno, attaccate su un muro giallo, direttamente di fronte c'era il camino. Di fronte l'ingresso c'era uno stipite che portava alla cucina se si girava a sinistra e alle scale se si svoltava a destra. La cucina, ancora incompleta, aveva solo un pavimento con delle mattonelle di marmo e c'era una porta che conduceva ad un piccolo giardinetto sul retro. «Wow» disse Albus sinceramente stupito. «Hai pensato a tutto tu? L'arredamento, i colori...?» Lily annuì soddisfatta.
In alcuni momenti lo reputava ancora un ottimo acquisto, ma di solito duravano tre secondi. «È bellissima, Lily! Complimenti!» disse sincera Alice.
«Quando ti trasferisci?» chiese Albus.
Lily indugiò un po' sentendosi piccola piccola. «Ecco io...» iniziò. «Non lo so, ci sono ancora molte cose da sistemare» disse infine sgonfiandosi.
Aveva detto una bugia grossa almeno quanto quella villetta.
Alice intanto era andata nel giardino sul retro, Albus fece per seguirla ma la moglie rientrò dopo pochi minuti con un cartello in mano. «Lily cosa significa questo?» Alice le mostrò un cartello con scritto "vendesi" e il suo indirizzo dell'ufficio per le proposte.
«Vuoi vendere la casa?» chiese scioccato Al.
Lily annuì debolmente sentendosi, per la seconda volta in quel pomeriggio, piccola. «Perché?» domandò Alice. «È così bella, eri tanto fiera quando l'hai comprata! Perché la vendi? Vuoi vivere in affitto per sempre?» l'amica le aveva letteralmente fatto un interrogatorio ma la rossa riusciva a capire quanto dovesse risultare strana la situazione ad occhi esterni.
«Non vivrò in questa casa né nel mio appartamento» chiarì.
«Cosa? Hai un'altra casa?» chiese confuso il fratello. «No. Ho ricevuto una buona proposta di lavoro dal Ministero della Magia americano come Pozionista corrispondente per l'Inghilterra».
Silenzio.
Sentiva solo questo, eppure faceva un rumore tremendo.
Il volto di suo fratello era imperscrutabile come sempre quando riceveva una notizia che non si aspettava, quello di Alice era tra il sofferente e lo stupito. «E hai già accettato?» mormorò.
Lily annuì. «Cazzo Lily, potevi pure avvertirci, chiederci un parere, anticipare qualcosa! Hai idea di cosa diranno mamma e papà?» sbottò Albus.
«Non è stata una scelta facile, l'ho ponderata per mesi poi quando ho capito che era una buona offerta per la mia carriera ho accettato, cos'altro avrei dovuto fare?» rispose aspra.
«Non lo so, forse confrontarti con la tua famiglia, o con Alice, o con qualcuno?»
«Mi sono confrontata con me stessa, non ti basta?»
«Sei un'egoista, Lily. Pensi solo alla carriera e la gente che ti vuole bene morirebbe per te e tu non te ne accorgeresti comunque!»
Le parole del fratello la colpirono duramente. Si sentiva come se fosse il bersaglio del tiro con l'arco e suo fratello l'equivalente di mille frecce. «Da quanto lo sai?» chiese Alice. «Prima hai detto che lo sapevi da mesi. Quanto?»
«Due mesi» disse lapidaria, la voce leggermente incrinata dalla discussione col fratello.
«Due mesi in cui hai pensato solo a quanto potesse essere spassosa la vita a New York, giusto?» domandò velenoso il fratello.
Lily non rispose e tenne la testa bassa. «Quando dovresti partire?» chiese la cognata.
«Dopo il matrimonio».
«Ho bisogno di aria» disse Al dirigendosi sul retro, probabilmente a prendere a calci qualche cumulo di foglie.
«Perché Lily?» le chiese in un sussurro. «Non hai pensato a noi, alla tua famiglia, ai tuoi amici, a me
«Certo che ci ho pensato Alice! Voi sareste stati l’unico motivo per cui avrei potuto rifiutare l’offerta» rispose guardando il soffitto per impedire alle lacrime di cadere. «Ma come posso stare e vedere il ragazzo che amo costruirsi una famiglia con mia cugina? Come posso andare tutte le mattine e trovarmelo lì mentre magari racconta l'ultimo pasticcio che ha combinato un ipotetico loro figlio o mentre mi racconta la serata perfetta con la sua moglie perfetta nella sua casa perfetta? Come?»
Era tornata a guardarla, non si curava delle lacrime che cadevano, Alice l'aveva vista in condizioni anche peggiori. «Io non posso andare avanti nella mia vita finché c'è lui» concluse asciugandosi come poteva il volto segnato dalle lacrime. Ed Alice fece l'unico gesto che ormai aspettava da un mese: l'abbracciò e Lily, con una nuova consapevolezza della sua scelta, si ancorò a lei come se fosse il suo ultimo appiglio rimasto.
Quando si dice una cosa ad alta voce improvvisamente quella diventa concreta. Così dopo aver detto ad Alice ed Albus di aver deciso di trasferirsi in America, la gravosità della sua scelta le era piombata addosso. Lei si sarebbe dovuta trasferire ad aprile ed era ancora novembre. Era troppo presto per iniziare ad impacchettare le cose, oppure era già tardi? Come si organizzava un trasloco oltreoceano? Aveva bisogno di qualche visto lavorativo o quelle cose servivano solo nel mondo Babbano? E soprattutto come faceva a cercare una casa a New York se lei era ancora a Londra? Il fumo che proveniva dal suo calderone poteva essere equiparato alla confusione che aveva in testa.
«Problemi?» chiese Scorpius superando la nube di fumo. Lily lo guardò sconsolata.
«Non riesco a capire cosa non vada in questo distillato, ogni volta o esplode o fa troppo fumo!» esclamò.
Scorpius prese la pergamena su cui erano scritti gli ingredienti e la modalità di esecuzione per cercare ipotetici passi sbagliati. Nel prenderlo, scoprì il foglio di dimissioni di Lily, che prontamente lo nascose nella tasca del camice da lavoro. Mentre Lily continuava a mescolare la pozione, cercando di darle una nuova forma, lo sguardo di Scorpius andava da destra a sinistra sulla pergamena alla ricerca della soluzione.
«Ho trovato!» esultò.
Lo sguardo di Lily si illuminò. «Davvero? Cos'è?»
«È che stai evitando da un bel po' un tuo amico che si dia il caso diventerà ufficialmente tuo cugino in aprile, ti risulta?» Velocemente come si era illuminato, lo sguardo di Lily si spense. «Non ti sto evitando» cominciò. «Ho avuto molto da fare, tutto qui».
«Molto da fare? Lily, ti conosco da quando hai nove anni, il tuo "molto da fare" significa poltrire sul divano!» disse. «È il momento più felice della mia vita e tu non ci sei, Lily, e io vorrei che tu ci fossi» concluse con tono stanco.
Come si può reagire quando l'uomo che ami ti dice che è il momento più felice della sua vita e sta per sposare un'altra? Cosa si può fare? Urlare? Piangere? Farsi prendere da una crisi isterica?
«Hai ragione, scusami. Ho avuto altri pensieri per la testa» rispose lei abbassando il tono e cercando di fare un sorriso tirato.
«Altri pensieri? Di' un po', non è che la piccola di casa Potter ha trovato finalmente un ragazzo?» chiese lui canzonatorio. Adesso era ancora peggio.
La rossa si aprì in un leggero sorriso ma sincero. «No, Scorpius, non c'è nessun ragazzo, puoi stare tranquillo».
Il ragazzo la abbracciò velocemente e poi la lasciò da sola con la sua pozione fumante.
Poco prima di andare a casa passò nell'ufficio del capo, Alexander Dane, per lasciare il foglio firmato con le sue dimissioni. L'uomo era sulla sessantina con i capelli di un marrone sbiadito e abbastanza stempiato, era chiaro che gli rimanesse poco tempo dietro la scrivania prima della pensione.
Dopo aver avuto il permesso, entrò. Non appena aprì la porta si trovò davanti il capo Dane e Draco Malfoy. «Signor Dane, signor Malfoy» salutò cordiale.
Il signor Malfoy era uno dei più importanti Pozionisti dell'Inghilterra, voci di corridoio sostenevano che Dane in persona lo avesse designato con me suo successore e Lily non aveva dubbi sulla veridicità della notizia. «Signorina Potter!» disse l'affabile Dane. «Qual buon vento la porta qui?»
Lily fece qualche passo in avanti e si avvicinò alla scrivania. «Devo lasciarle questo» disse passandogli il foglio.
Non le sfuggì l'occhiata che Draco lanciò alla pergamena di Lily. Il Capo fissò il documento e dopo qualche secondo di silenzio disse: «Sapevo avrebbe accettato l'offerta. Onestamente, pensavo che visto il tempo che ha impiegato a decidere, avrebbe rifiutato ma vedo che non è così. Per quanto mi rammarichi perdere una delle aspiranti migliori che abbiamo, è giusto che lei accetti quella proposta se lo desidera» disse l'uomo con un sorriso. Lily ricambiò il sorriso e ringraziò.
Il dottor Dane era forse la persona più umana che Lily conoscesse, in certi momenti le era sembrato più un padre che un capo ufficio. Si congedò e lasciò la stanza.
Aveva appena fatto qualche passo quando venne fermata: «Potter!» una voce quasi identica a quella del figlio squarciò il silenzio immacolato del corridoio deserto.
«Signor Malfoy» disse quasi stupita. Perché adesso veniva rincorsa da Malfoy senior, non bastava già Scorpius?
«Così te ne vai in America?» Lily si accigliò.
«Che ne sa lei?» domandò titubante. 
«Andiamo Potter ti facevo più sveglia! Sono il braccio destro di Dane, so tutto quello che succede in questo Dipartimento. So della tua offerta di lavoro in America da prima che questa arrivasse sulla tua scrivania». Lily abbassò la testa imbarazzata. «Posso essere sincero con te?» Lily annuì. «Trasferirsi in America è una grande cazzata».
La ragazza strabuzzò gli occhi. Aveva visto poche volte Draco Malfoy ma non lo avrebbe mai immaginato capace di dire una cosa simile.
«Perché?» chiese.
«Gli americani sono sbruffoni, tutto fumo e niente arrosto, sono solo dei megalomani convinti di quello che fanno ma sono indietro anni luce rispetto a noi...»
«Attualmente, signor Malfoy, anche le mie pozioni di memoria si sono dimostrate solo fumo, perciò se loro mi offrono la possibilità di fare anche un piccolissimo passo avanti, perché non coglierla?»
«Potter, dopo aver finito la sperimentazione ti ritroverai dietro una scrivania mentre qualche impiegato del Ministero americano ti chiederà se la pozione che ha preso la mattina era una pozione per la tosse o un Distillato di Morte Vivente!» mise in chiaro Draco.
«Non creda che non lo sappia» disse Lily irritata.
Era stanca di farsi fare la morale da tutti. Lo sapevano solo in quattro persone e solo una si era dimostrata dalla sua parte benché non ne fosse entusiasta.
«E allora perché, Potter? Perché abbandonare in lavoro per cui gente al tuo posto farebbe carte false per averlo?»
«Perché è quello di cui adesso ho bisogno. Devo andare avanti con la mia vita, non posso stare sempre ferma qui» disse.
Non seppe perché fu brutalmente sincera con lui, forse perché la somiglianza col figlio le aveva dato, per un attimo, l'illusione di confrontarsi con lui.
Draco Malfoy di fronte a lei aprì e chiuse la bocca un paio di volte. «Se è questo che vuoi, Potter» iniziò. «Allora buona fortuna».
E detto questo la lasciò nel corridoio che ormai le era familiare. 
   
 
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