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Autore: GReina    21/07/2020    1 recensioni
[Jily + accenni di Romione; Timetravel, Maraunders' Era]
Harry, Ron ed Hermione si ritrovano "come per magia" nel 1976 davanti a quattro molto scettici Malandrini e Lily i quali stentano a fidarsi di tre ragazzi sconosciuti che sono riusciti ad aggirare tutte le protezioni di Hogwarts arrivando non visti nella Sala Comune Grifondoro.
Genere: Azione, Guerra, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Potter, I Malandrini, Il trio protagonista, Lily Evans, Severus Piton | Coppie: Harry/Ginny, James/Lily, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Quando Harry li raggiunse, tutto il resto del gruppo era già nella radura della Foresta. James non poteva ancora duellare e Remus era in convalescenza, quindi disse a Peter di mettersi in coppia con Harry
“No.” disse quest’ultimo. James lo guardò confuso e leggermente irritato: era dall’inizio dell’anno che non li metteva in coppia a causa dell’incidente, ma ancora non capiva perché Peter avesse quell’effetto su Harry. Glielo chiese e l’altro esitò “Mi ricorda una persona.” disse alla fine, ma James non poteva più accontentarsi di quella risposta superficiale
“Devi pensare razionalmente e capire che Peter non è quella persona. Chiunque essa sia e qualunque cosa ti abbia fatto.”
“Ha fatto uccidere i miei genitori.” James sospirò e si avvicinò al ragazzo
“Harry, nel campo di battaglia ci saranno mille pensieri che ti scorreranno per la testa per il solo fatto di vedere alcuni volti conosciuti.” disse “Devi imparare a controllare questi pensieri e non lasciare che ti dominino.”
“Non mi importa se mi domineranno!” rispose “Questi pensieri mi rendono più aggressivo. Più potente.” James scosse la testa: quello che pensava Harry era pericoloso
“No, ti rendono solo più cieco. Forse potresti avere l’impressione di essere più forte, ma la rabbia ti farà solo sprecare più energie, ridurrà la tua attenzione ad un solo nemico, quando invece è necessario che tu abbia un occhio sempre rivolto all’ambiente circostante.” spiegò “È fondamentale imparare a controllare i propri sentimenti. Sempre. Che si tratti di un’antipatia o di un lutto.” Harry non sembrava convinto “Questa è la parte più difficile della guerra, lo so.” gli disse “Ci vuole molto allenamento per riuscire a compartimentare le emozioni, ed anche con quello… non è detto che al momento opportuno dia i suoi frutti. Tu però devi ugualmente provarci.” Harry tacque per molti secondi
“È stata la rabbia cieca a far agire Sirius come ha fatto, giorni fa?” James si tese
“Che cosa ti ha detto?”
“Niente!” si affrettò a rispondere l’altro “Solo che ha fatto la cosa più stupida del mondo e che se n’è pentito non appena ha capito appieno cosa aveva fatto.” James contrasse la mascella, arrabbiato ancora con Sirius per quella notte e ancor di più perché non poteva dire che Harry aveva torto. Poi questi lo distolse dai suoi pensieri: “Non farmi combattere con Minus.” lo supplicò “Non adesso. Non sono ancora pronto. Se dovessi farlo ora so che proverei a fargli male.” James studiò gli occhi verdi del ragazzo di fronte a sé: in molti momenti i suoi atteggiamenti gli avevano ricordato quelli suoi o di Sirius, ed ora non riusciva a non vedere Lily in quel colore smeraldo e Remus nella paura di far del male a qualcuno senza riuscire a controllarsi. Gli mise una mano sulla spalla ed annuì.
***
Dal giorno successivo Sirius iniziò a presentarsi per tempo a lezione e a non lasciarla prima che finisse. Diverse volte aveva provato ad avvicinarsi al gruppo, ma suo padre e Remus si erano allontanati prima che il Black potesse rivolgere loro anche solo una parola. Erano due settimane, ormai, che quella storia andava avanti e la depressione di Sirius era evidente. Harry si premurava di fargli sapere ogni minimo dettaglio su Fleamont e – anche se James si era raccomandato di non farlo – anche sulla questione dei Serpeverde.
Era fine marzo quando Sirius decise di prendere il toro per le corna e presentarsi in Sala Comune. James reagì come Harry e Sirius si erano immaginati che facesse quando quest’ultimo gli aveva confidato di voler parlare con gli amici nella Torre Grifondoro; il Black ignorò il fratello e si rivolse a Remus che era rimasto seduto sulla poltrona vicino al camino e che ora guardava il fuoco facendo finta che lui non fosse lì
“Capisco perché non vogliate perdonarmi.” disse “Io sono il primo a non farlo!” continuò disperato “Se sono venuto qui oggi è perché…” si interruppe e guardò Harry: finalmente stava provando a fare la sua parte “non voglio che la nostra amicizia finisca senza provare a combattere per essa…” disse mesto abbassando lo sguardo. Gli occhi di James erano duri ed arrabbiati, eppure sembravano volergli dare una possibilità. Remus, invece, ancora non lo guardava. “Siete la mia famiglia.” continuò Sirius “Morirei per tutti voi senza esitare. Vorrei poter dire che non vi tradirei mai…” gli si inclinò la voce “ma l’ho già fatto, non è così?” dal momento che non sembrava poter catturare lo sguardo di Remus, Sirius prese a guardare James che però non rispose e si limitò a fissarlo con rimprovero “Ero arrabbiato. Piton ci sta sempre tra i piedi, ha coinvolto Regulus in-” ma si interruppe prima di concludere “No, non ci sono giustificazioni.” disse, poi tornò a guardare Remus e prese ad avvicinarglisi, ma questi si alzò e minacciò di andarsene, quindi Sirius arretrò “So che non cambierà quello che ho fatto, che questo non aggiusterà niente. Ma volevo solo scusarmi. È il minimo che io possa fare.” Non ottenne lo sguardo di Remus neanche allora, quindi guardò di nuovo James “Non importa se voi non mi volete più nelle vostre vite, perché io da ora in poi vivrò solo per rimediare al mio sbaglio. Non vi starò tra i piedi, ma non potete impedirmi di proteggervi.” poi andò via.
***
Misero presto da parte la visita di Sirius; Silente otteneva sempre maggiori informazioni riguardo a Fleamont ed un membro dell’Ordine giurava addirittura di averlo intravisto di fronte casa sua prima che alcuni movimenti sospetti l’avevano spinto a smaterializzarsi. Quello fu solo il primo caso, ma scoprirono presto che gran parte degli alleati erano sorvegliati, quindi Fleamont non poteva cercare rifugio da loro.
Anche i Serpeverde erano più attivi: si muovevano con circospezione e molto spesso avvicinavano maghi purosangue di altre case. In particolare, sembravano parecchio insistenti nei confronti di un Corvonero dell’ultimo anno chiamato Pius Thicknesse. Lui, però, liquidava il gruppo ogni volta ed i Malandrini lo sentirono chiaramente minacciare Mulciber di informare il preside se avessero continuato ad importunarlo. Più fortuna, invece, parvero avere con un ragazzo del quarto anno della stessa Casa: Barty Crouch Junior. Quello poteva essere un problema, suo padre lavorava al Ministero della Magia ed anche solo sospettare di lui avrebbe potuto mettere Silente in una posizione scomoda. Ed infine un Tassorosso di nome Augustus Rockwood che – osservato da lontano – sembrava essere parecchio interessato alla causa. Anche altri membri della Casa Serpeverde, ovviamente, andarono ad ingrossare le loro fila: Evan Rosier e – seguendo l’esempio del fratello maggiore – Rabastan Lestrange si aggiunsero alla lista di nomi da tenere d’occhio.
“Dobbiamo avvertire l’Ordine.” disse Remus a Silente in una delle loro riunioni segrete “I Serpeverde si stanno muovendo. Hanno qualcosa in mente.” James annuì e continuò per l’amico
“Sono molto attenti e non dicono nulla che possa tradirli, ma parlano molto spesso di uno scherzo da fare e sembra roba grossa.” Silente parve guardarli per un attimo con tenerezza
“Non è possibile che cerchino di vendicarsi per Halloween?” chiese con una vena divertita, ma James scosse deciso la testa
“Il modo in cui ne parlano… sospettano che qualcuno possa sentirli, quindi usano una sorta di codice.” raccontò “Più di una volta hanno parlato di ‘far entrare qualcuno’, e temo intendano nel Castello.”
“Non c’è modo di entrare ad Hogwarts senza che io non voglia.” li rassicurò
“Parlavano anche di questo, infatti!” intervenne Hermione “Insomma…” continuò quando tutti si voltarono verso di lei “dicevano di non sapere come dare inizio allo scherzo. Piton stava cercando un modo.”
“E l’ha trovato?” chiese l’uomo; nessuno rispose per diversi secondi
“Non lo sappiamo, Signore.” lo fece alla fine Harry “Quando Avery gliel’ha chiesto non ha risposto a voce. Avrà scritto o magari fatto un cenno con la testa.”
“Ma ultimamente sembrano essere più impazienti.” si aggiunse Ron “Negli ultimi giorni sono stati molto meno attenti nel farsi vedere in atteggiamenti sospetti o nell’avvicinare studenti di altre Case.” proseguì
“Li osserviamo ormai da due anni.” fu di nuovo il turno di James “Li conosco, e stanno tramando qualcosa, professore. Mi creda, è così.” l’altro annuì e prese a lisciarsi la barba
“Temo che l’Ordine non prenderà questi fatti così tanto seriamente. Hogwarts è il luogo più sicuro al mondo e i vostri sospetti si basano solo su congetture.” disse rammaricato “Senza contare il fatto che gli attacchi e i rapimenti stanno aumentando e che sono ancora molti i membri dispersi o che si nascondono.” continuò pensieroso. Poi annuì come se avesse appena preso una decisione “Continuate ad osservare la situazione, io farò in modo che l’Ordine abbia un accesso rapido al Castello in caso di necessità.”
n.a.
Ogni tanto Ron ed Hermione fanno qualcosa! Mi dispiace tantissimo metterli così tanto da parte,
ma a questo punto della storia, con Remus e lo scherzo di Sirius e Fleamount scomparso…
sono abbastanza inutili. 
Certo, è anche vero che il POV di James fa poco caso a loro
e il POV di Harry anche meno, dato che guarda sognante sempre e solo James, Lily e Sirius…
e come biasimarlo? 
Come “off-topic” (che poi mica tanto), posso dirvi così, fuori dal narrato,
che quando possono vanno in biblioteca per fare ricerche per poter tornare indietro (anzi avanti).
***
Né loro, né tantomeno la maggior parte della squadra di Quidditch Serpeverde avevano avuto tempo per dedicarsi come si deve allo sport, quindi i Grifondoro furono fortunati a non dover affrontare i Tassorosso, quel giorno.
Sirius non avrebbe giocato e James – tra la faccenda di suo padre e il problema dei Serpeverde – non era per nulla concentrato. Fece come di consueto il suo discorso ai compagni, ma questo non sortì il solito effetto e tutta la squadra marciò in campo poco carica. Ognuno di loro aveva chiesto a lui e Ron cosa fosse successo tra il Capitano e Sirius, e questa curiosità non aiutava né gli allenamenti né la concentrazione in partita.
Si misero in posizione e fu allora che – mentre Madama Boom ripeteva come sempre le solite raccomandazioni – Harry prese a percepire tutto il peso della responsabilità che si portava addosso: suo padre stava attraversando quello che Harry non faticava ad immaginare essere il periodo più brutto della sua vita, quindi – per quanto fosse distratto anche lui da tutto il resto – si ripromise di portare la squadra alla vittoria.
Ripensò al suo secondo anno sulla scopa e di come ritrovandosi Draco Malfoy come avversario avesse sentito con tutte le proprie forze di voler vincere. Ricordava bene che in quell’occasione era pronto a sacrificare un arto e – si rese conto con ripugnanza – di come questo fosse quasi accaduto. Adesso quella sensazione era amplificata, ma invece di fissare minaccioso il cercatore avversario davanti a sé, si ritrovò a scrutare gli spalti in cerca di un paio di occhi grigi. Ringraziò cento volte il fatto che Madama Boom la stesse tirando per le lunghe, perché ci mise diverso tempo per trovare Sirius e, non appena ci riuscì, questi si nascose meglio sotto gli spalti da cui osservava la partita. Probabilmente non voleva distrarre James, Harry passò a guardare lui: lo trovò pronto ma terribilmente più nervoso del normale. Infine, il suo sguardo verde venne attirato da un bagliore dorato e le sue orecchie sentirono il fischio dell’arbitro: era cominciata.
***
James non aveva mai giocato partita più penosa. Aveva la testa pesante e ingombrata da mille pensieri e solo l’ultimo di questi era per il Quidditch! Segnò a malapena due goal in quarantacinque minuti di gioco ed i suoi compagni non erano in miglior forma. I Serpeverde, invece, sembravano più agguerriti e adesso, a quasi un’ora dall’inizio, gli avversari erano in vantaggio di trenta punti. Troppo spesso il Capitano aveva rischiato di cadere dalla scopa a causa di un bolide facilmente evitabile ma che lui – abituato alla copertura di Sirius – aveva ignorato fino all’istante prima di quello che ogni volta sarebbe stato un terribile impatto. Ogni azione di quel tipo gli ricordava che Sirius non era in campo e – non appena realizzava il motivo – la concentrazione di James svaniva come un fantasma che attraversa il muro. 
All’ennesimo goal Serpeverde, James chiese un time-out; si passò una mano tra i capelli
“Sentite ragazzi,” disse quando tutti l’ebbero raggiunto “siamo in svantaggio di quaranta punti, ma non è un dramma. Greta,” si rivolse ad una cacciatrice di riserva “entra al posto di Cresswell.” si voltò verso il ragazzo che stava sostituendo, ma lui si limitò ad annuire comprensivo “Daisy,” fece poi alla battitrice titolare “tu sta’ vicino alla porta e proteggi Ron. Non lasciare la sua metà del campo. John,” si girò infine verso l’altro battitore “lascia perdere me. Penserò da solo ad evitare i bolidi, tu concentrati sugli altri.” tutti annuirono e tornarono alle proprie posizioni di gioco, ma prima che Harry potesse fare lo stesso, James lo fermò: “So che di solito aspetti che la squadra faccia diversi punti per salire la classifica del torneo,” gli disse “ma per questa volta è meglio farla finita il più presto possibile.” l’altro annuì serio e volò via.
Dopo quel time-out Ron non mancò più una pluffa. Per tutto il resto dei giocatori evitare i bolidi si stava rivelando parecchio più complicato e segnare quasi impossibile, ma il divario non sarebbe mai potuto calare se i battitori avversari avessero continuato a mirare il loro portiere. Per diversi minuti la partita restò in stallo fino a quando James riuscì a segnare ancora una volta. Il placcaggio Serpeverde si concentrò su di lui dando ai suoi compagni più libera azione e in men che non si dica le due squadre erano pari.
Fu un sollievo per James sentire il fischio dell’arbitro. Si voltò verso Harry e lo vide raggiante esultare con il boccino stretto in pugno. Il Capitano sospirò e si appoggiò alla scopa, poi sorrise e raggiunse il resto della squadra intorno al cercatore: la vittoria andava a lui. Atterrarono e – ritrovando il buonumore – corse incontro a Lily, Remus, Peter ed Hermione che – come la maggior parte dei Grifondoro – avevano lasciato gli spalti per invadere il campo
“Niente urla di esultanza, stavolta?” gli chiese provocatoria la prima.
“Oggi è Harry quello che dovrebbe farlo.” le rispose James voltandosi verso il cercatore; vide Harry retto in aria da decine di mani e lì continuare a giubilare trionfante ed in piena estasi; James rise
“Credo che lui sia d’accordo con te.” gli disse ancora Lily, divertita
“Fate bene a festeggiare adesso!” urlò James per farsi sentire dalla squadra “Perché dopo questa partita gli allenamenti decuplicheranno.” quasi tutti i giocatori si congelarono e lasciarono cadere Harry, James provò a rimanere serio, ma appena un secondo dopo scoppiò a ridere, quindi i compagni si rilassarono e tornarono a festeggiare. “Quello a dover tornare in forma sono solo io…” disse piano subito dopo. Solo Lily riuscì a sentirlo: gli sorrise incoraggiante
“Non c’è nessuna fretta.” James sbuffò divertito
“Dillo al campionato!” le rispose. A quel punto lei guardò verso il gruppo ancora festante, poi afferrò la mano di James
“Vieni con me.” gli disse, e se lo trascinò via.
 
Arrivarono alla radura dove si allenavano e solo allora Lily lasciò la sua mano. Si voltò verso di lui con espressione raggiante ed estrasse la bacchetta
“Abbiamo ancora una scommessa in sospeso, mi sembra.” e con un movimento di polso fece apparire una palla da basket e un canestro. James sospirò e sorrise felice: era chiaro che la ragazza stesse cercando di tirarlo su di morale
“Sei sicura di volerlo fare proprio adesso? Se dovessi battermi il mio spirito sportivo potrebbe spegnersi per sempre!” le disse ancora sorridendo, lei annuì decisa
“Se vinco, dovrai fare una cosa che deciderò io.” annunciò
“E se perdi sarò io a poterti dare un ordine.” concluse l’altro con ghigno arrogante. Lily prese a palleggiare
“Al meglio di Tre.” disse “Ora proverò a fare canestro, tu dovrai bloccarmi.”
La rossa se la cavava bene anche in quello sport, ma come James sospettava – a differenza del tennis e degli scii – per lui fu più facile tenerle testa. Lily tentò diverse finte che il ragazzo coprì ogni volta. Poi, con un rapido passaggio di palla da una mano all’altra dietro la propria schiena, Lily riuscì a spiazzare l’avversario che venne superato e sconfitto. Dopo essere passata nell’anello, la palla rimbalzò sul terreno duro e venne afferrata da James
“D’accordo, Evans. Non mi farò battere così facilmente!” giunto il suo turno d’attacco, il ragazzo decise di puntare sulla resistenza: dribblò e palleggiò con un ritmo elevato e – non appena percepì il primo cedimento della ragazza – saltò e segnò.
“Finalmente uno sport con cui mi dai filo da torcere, Potter!” sorrise. James le passò la palla
“A te la resa dei conti, Evans!” si misero in posizione e ricominciarono: Lily arrivò quasi a segnare tre volte, ma puntualmente James la fermava e lei – per non perdere il possesso palla – era costretta a ripiegare. Erano un paio di minuti che si rincorrevano per il campo improvvisato quando, all’ennesima minaccia della rossa, James l’afferrò per le ginocchia e se la issò in spalla
“Fallo!!” iniziò a gridare lei tra le risate “Arbitro, è fallo!!” continuava mentre James ruotava su sé stesso fino a perdere l’equilibrio; attutì la caduta con il braccio che poi usò per accompagnare il corpo di Lily a terra, intrappolata tra il suo corpo e il pavimento
“E chi sarebbe l’arbitro?” le chiese divertito
“Io, naturalmente!” risero
“Bene, e che cosa dice l’arbitro?” Lily parve pensarci un attimo
“Dice che hai barato e che quindi ora dovrai pagare pegno!”
“Direi che me lo merito.” sorrise ancora, poi Lily lo spinse di lato ed invertì le posizioni facendo accelerare il battito di James “Quale sarà la mia penitenza?” le chiese, ma la voce gli uscì roca. Gli occhi di lei si dilatarono e – petto contro petto – James poté percepire anche il suo cuore battere più velocemente. Lo sguardo verde si spostò da quello nocciola di James alle sue labbra
“Questa.” sussurrò appena l’altra mentre si avvicinava per baciarlo. Il contatto lasciò James totalmente stordito e impreparato: la bocca di Lily era morbida ed invitante; si staccò appena di qualche millimetro da quella di lui e vi tornò subito dopo semiaperta, James la imitò ed approfondirono il bacio. Le braccia di James lasciarono la terra ed afferrarono dapprima la vita di lei, poi con la destra andò a sfiorarle una guancia e a metterle una ciocca ribelle dietro l’orecchio.
Stettero quelli che potevano essere minuti così come ore ad assaporarsi a vicenda, con James che le accarezzava i capelli, il viso, il collo o la clavicola mentre lei gli passava una mano tra i capelli o sul petto.
Il ragazzo aveva sognato quel momento mille e più volte, eppure nessuna delle sue fantasie si era mai avvicinata anche solo lontanamente alla realtà. Quando interruppero il contatto entrambi erano ignari di quanto tempo fosse passato e nessuno dei due aveva intenzione di far finire quel momento: James guardò gli occhi verdi di Lily e ci si perse dentro così come lei nei suoi; le accarezzò ancora il viso e le sorrise raggiante e felice in un identico riflesso dell’espressione dell’altra, poi avvolse la sua vita tra le proprie braccia e strinse, lei ricambiò e James iniziò a pensare agli ultimi eventi e di quanto quell’abbraccio e quel bacio gli servissero. Sospirò e strinse più forte.
Rimasero diverso tempo in quella posizione alternando l’abbraccio ad altri baci. Poi, con calma ed entrambi entusiasti come non mai, mano nella mano, si incamminarono verso la Torre Grifondoro dove – erano sicuri – i festeggiamenti per la vittoria a Quidditch erano ancora in corso.
n.a.
Well, non sono un’esperta di basket…
spero di non aver fatto errori! Se così fosse non esitate a dirmelo
xxx
   
 
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