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Autore: Lost on Mars    21/07/2020    1 recensioni
È difficile per Lily avere un migliore amico che non perde mai l’occasione di azzuffarsi con suo fratello. È meno difficile aggiustare il naso di Scorpius, nonostante lui non riesca a stare fermo per dieci secondi consecutivi. È facilissimo invece risolvere i problemi altrui, così da non pensare ai propri.
Per Albus, al contrario, è estremamente facile attaccar briga con chiunque gli dia fastidio. È un po’ meno facile stare a sentire gli avvertimenti dei suoi migliori amici, che cercano di tirarlo sempre fuori dai guai – tranne Frank, che lo appoggia in tutto. È difficilissimo chiedere scusa e riconoscere di aver sbagliato, colpa del suo maledetto orgoglio.
Per entrambi, è assolutamente impossibile fare ordine tra il caos che regna sovrano nella loro testa, nella loro famiglia e nelle loro vite.

“Mi limito a guardare Lily, che gli sorride in un modo genuino, spontaneo, che non ha niente di forzato. Se devo dirla tutta, Malfoy non sembra avere più quell’aria da dio sceso in terra, né quell’atteggiamento tanto odioso che lo caratterizza. Il modo in cui la sta guardando, in cui le si rivolge, o anche il semplice tono calmo e gentile della sua voce, lo fanno sembrare tutt’altra persona.”
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Lily Luna Potter, Nuovo personaggio, Roxanne Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Lily/Scorpius
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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XXXIV - ALBUS
 
Sospetti e duelli
 
Oggi mi sono svegliato pieno di energie. Il che è strano, dato che non dormo a sufficienza da ormai qualche notte perché mi ritrovo a studiare e a fare i compiti fino a tardi, dato che durante il giorno cerco di mettere in atto l’operazione “Conquistare Zoe Caplan” per cercare di non farmi espellere a meno di sei mesi dal diploma. È passato qualche giorno dall’assurdo patto che abbiamo stretto nel bagno delle ragazze del settimo piano, e non credo di aver fatto molti progressi.
Insomma, ogni mattina in Sala Grande la saluto e le passo gentilmente la caraffa di succo di zucca, se riesco a sedermi vicino a lei, e ieri sono riuscito anche a suggerirle una cosa che non si ricordava durante l’ora di Trasfigurazione, mentre la Trent le stava facendo delle domande, dopo averla ripresa per aver parlato per dieci minuti filati con la sua compagna di banco. Per il resto, lei mi ignora, ma almeno non mi insulta.
Secondo Derek, sarebbe un fatto positivo, mentre Frank e Bellamy la pensano in maniera diversa. Tuttavia, oggi non riesco a concentrarmi del tutto su di lei, perché durante la lezione di Difesa contro le Arti Oscure finalmente riesco a spiegarmi il buonumore che mi ha assalito quando ho messo piede fuori dal letto.
Rimango sorpreso quando, mentre Cylon è girato a scrivere delle cose alla lavagna, mi arriva un bigliettino volante da Malfoy. Mi affretto ad aprirlo e a leggerlo, per poi fare un piccolo incantesimo evanescente da sotto il banco per farlo sparire prima che il professore se ne accorga e mi tolga dei punti, o peggio, mi affibbi una delle sue famose punizioni.
“Dopo pranzo davanti la mia Sala Comune, Burke ha ancora molto da imparare.”
Ho istintivamente sorriso, sentendomi pervadere da una certa fibrillazione: il mio sesto senso ha fatto centro ancora una volta.
Dopo aver fatto sparire il biglietto, guardo nella direzione di Malfoy e lo ritrovo girato ancora verso di me, dato che il professore non ha finito di scrivere alla lavagna. Annuisco, guardandolo, lui mi mostra il pollice in su e torna a seguire la lezione.
Io non ci riesco: Cylon sta iniziando a spiegare come si riconosce e si neutralizza una Chimera. Tutta la classe sembra seguire con molto interesse, mentre io cerco di pensare ad un modo per ingraziarmi Zoe Caplan. La cerco con gli occhi, per pura curiosità, e la ritrovo a guardarmi male, neanche avesse fatto qualcosa di sbagliato. Sostengo comunque il suo sguardo infuocato – chissà per quale motivo, poi – e sorrido quando finalmente sbuffa e abbassa la testa sul manuale, aperto su una realistica e minuziosa raffigurazione di una creatura con una grossa testa di leone… la Chimera, suppongo.
Improvvisamente, non vedo l’ora che arrivi l’ora di pranzo. Non so cosa abbia in mente Malfoy stavolta, ma l’idea che ha avuto tempo fa, di appenderlo per i pantaloni in mezzo alla Sala Grande, mi è piaciuta molto, quindi sono abbastanza fiducioso.
Quando la lezione finisce, Frank mi si affianca con un sorriso soddisfatto sul volto e le mani sui fianchi: quando fa così, in genere è perché ha pensato a qualcosa che secondo lui può essere definito geniale.
«Cos’hai?» gli chiedo, mentre riordino le mie cose nella borsa di stoffa.
«Ho trovato il piano B perfetto!» esclama. Come volevasi dimostrare. Guardo con preoccupazione Zoe e le sue due amiche allontanarsi dal mio banco per dirigersi verso la porta dell’aula.
«Abbiamo già un piano B» gli faccio notare, permettendomi di alzare un po’ la voce, ora che le ragazze sono uscite. «Tuo padre che crede a te e non a Zoe.»
«No, no» mi ferma immediatamente Frank. «Bellamy l’ha surclassato a piano D, ieri.»
«E gli altri due piani quali sarebbero?» gli domando, leggermente confuso. Sono io che non presto attenzione o sono loro che decidono le cose senza dirmi nulla? Frank getta un’occhiata al professore Cylon e ad altri due ragazzi Serpeverde che si accingono ad uscire dall’aula. Mi prende un braccio e cominciamo ad uscire anche noi, per poi ritrovarci in corridoio, dove Bellamy e Derek ci stanno aspettando.
«Allora… il piano C l’ha proposto Derek… non è il massimo, ma Bellamy l’ha comunque ritenuto migliore di me che vado a implorare mio padre di non espellerti» incomincia a spiegare Frank. «E consiste nell’implorare Zoe di non andare a dire niente a nessuno.»
«Non lo farò mai!» esclamo.
«Cosa, Al?» domanda innocentemente Derek con un sorriso curioso.
«Implorare Zoe Caplan di perdonarmi» dico.
«L’avevo detto io che non avrebbe mai accettato…» borbotta allora Bellamy, piazzando una pacca di conforto sulla spalla destra di Derek.
«Ma ho elaborato un piano B!» esclama di nuovo Frank, intromettendosi. Allora, rimaniamo tutti in silenzio, consentendogli finalmente di parlare e spiegarsi. «Non so voi, ma io ho prestato molta attenzione alle amiche di Zoe, e ho già inquadrato il loro gruppo: sono le tipiche ragazze che si muovono sempre assieme a qualcuno, quelle che non vanno mai in bagno da sole, che se devono risalire in dormitorio a prendere un libro dimenticato ci vanno sempre con qualcuno, e cosi via…»
«E quindi?» gli chiedo io, perplesso. Non capisco dove sia la genialità del focalizzarsi sulle amiche di Zoe Caplan di cui non  conosco neanche i nomi e non su lei, che è il pericolo pubblico di tutta questa faccenda.
«E quindi» mi risponde Frank. «Se loro due dovessero essere casualmente invitate da noi ad Hogsmeade, secondo voi Zoe se ne rimarrà tutta sola al castello il giorno di San Valentino? O accompagnerà comunque le sue amiche?»
«Ehm, ragazzi…» inizia Bellamy, arrossendo leggermente e abbassando lo sguardo sul duro pavimento di pietra. «Io non credo di poter chiedere a nessuna ragazza di uscire, quel giorno…»
«Lo so, per questo intendevo dire che saremo io e Derek ad invitarle» risponde sbrigativo Frank, mentre Derek aggrotta le sopracciglia bionde e il suo sguardo assume una nota di stupore.
«I-Io?» biascica, indicandosi con l’indice.
«Sì, proprio tu. Non sottovalutarti!» continua Frank. «A quel punto, dirò loro che non sono disposto a lasciare il mio migliore amico da solo, e che quindi verrà anche lui.»
«Scusa, ma… tu credi che le amiche di Zoe Caplan non siano a conoscenza del patto tra lei e Al?» gli domanda Bellamy, che effettivamente non ha tutti i torti: anche loro sapranno tutto dell’accaduto, e di certo non aiuteranno la loro amica a perdere la scommessa.
«Sicuramente lo sapranno, ma… la tentazione di uscire con me sarà molto forte.»
Bellamy fa un sospiro… segno che non è molto convinto della riuscita di questo piano B. Secondo me non è così terribile, ma voglio continuare ad avere fiducia nelle mie capacità e portare a termine il mio piano A.
 
Ho ancora la trota che ho mangiato poco fa sullo stomaco, quando arrivo di fronte alla lunga parete di pietra dove dovrebbe esserci l’entrata della Sala Comune Serpeverde. Vedo Malfoy appoggiato alla parete opposta del corridoio, nella penombra, e mi avvicino, rivolgendogli un saluto piuttosto tirato.
«Qual è il piano?» gli domando, dopo che lui ha ricambiato il mio saluto con altrettanta freddezza.
«Aspettiamo che Burke esca… è entrato poco fa» risponde piatto Malfoy, tenendo le braccia incrociate al petto. «E poi lo mettiamo in guardia.»
«Intendi nessun tipo di scherzo? Vogliamo proprio affrontarlo apertamente?» domando.
«Ascolta, Lily stasera ha la sua primissima ronda. Fortunatamente la farà con tua cugina… Weasley-»
«Tutte le mie cugine sono Weasley» gli faccio notare, bloccandolo nel mezzo del suo discorso.
«Con Rose Weasley» specifica allora Malfoy. «Non è questo il punto. È che essendo la sua prima ronda, non mi stupirebbe se Burke ne combinasse una delle sue… quindi lo metteremo in guardia e gli intimeremo di non fare stupidaggini, altrimenti dovrà vedersela con noi.»
Il discorso di Malfoy, sebbene all’inizio mi sembra degno di un vero paranoico, purtroppo fila: so come funzionano queste cose da Prefetti, dato che Bellamy lo è stato, e so che i turni delle ronde notturne assieme ai Caposcuola o ad altri Prefetti viene affisso nella bacheca della Sala Comune, pertanto è di dominio pubblico e Burke ne sarà sicuramente a conoscenza.
«D’accordo» sospiro. «Quindi lo aspettiamo qui? E poi?»
«Non appena uscirà, io lo immobilizzo e tu gli lanci un silencio, non potrà difendersi contro due incantesimi lanciati allo stesso momento.»
Storco un po’ la bocca, non ancora pienamente convinto di questa strategia d’azione: rapiamo Burke, lo trasciniamo chissà dove, e poi? Dubito fortemente che ci starà ad ascoltare pazientemente mentre lo minacciamo.
«Tu sei sicuro che funzionerà?» gli domando, facendo trasparire un po’ del mio scetticismo. «Insomma, possiamo immobilizzarlo e farlo stare zitto, ma… con cosa lo minacciamo?»
«Non sei tu quello che dorme nella stanza accanto alla sua, Potter» mi rimbecca Malfoy. «O che condivide ogni maledetta lezione con lui, o che ce l’ha sotto tiro praticamente ventiquattro ore su ventiquattro.  Se voglio, posso rendergli veramente la vita un inferno, ma sono anche una persona diplomatica e gli voglio offrire la possibilità di evitarlo.»
«E non potevi farlo da solo, tutto questo?»
«Lily è anche tua sorella» dice alla fine, quasi esasperato. «E con te sono in vantaggio, siamo due contro uno.»
Sto per ribattere, quando un rumore cupo e profondo fa calare il silenzio nel corridoio, sembrano rocce che si scagliano l’una contro l’altra, ma di fatto, è solo la porta di pietra della Sala Comune Serpeverde che si apre lentamente, spostandosi verso sinistra e strusciando sul resto della parete. Riesco a malapena a mettere a fuoco il volto del ragazzo che è appena uscito, che Malfoy con un guizzo della bacchetta gli ha lanciato un incantesimo immobilizzante: deve trattarsi di Burke. Rapidamente, prima che il malcapitato possa realizzare di non potersi più muovere e cominciare quindi a parlare, lo zittisco con l’altro incantesimo. Ora Burke è inerte sul pavimento e riesce solamente a muovere la bocca, da cui però non esce alcun suono.
«Prendilo per i piedi» mi dice Malfoy. E io devo essere sotto l’effetto di qualche strana sostanza dato che, essenzialmente, lo faccio senza fiatare. In che strano tipo di universo siamo, se faccio senza obiettare quello che mi dice Malfoy? Ragiono e mi dico che lo sto facendo non perché me l’ha detto lui, ma perché non possiamo effettivamente lasciarlo così nel bel mezzo di corridoio. Dunque, mentre Malfoy lo prende per le grandi spalle e Burke, a giudicare dal labiale, lo minaccia di morte, io gli afferro le caviglie e poi seguo Malfoy per qualche metro, dove troviamo una vecchia aula in disuso e ci fiondiamo dentro.
Scarichiamo Burke su un banco a cui manca un asse di legno, poi Malfoy chiude la porta, facendo scattare la serratura con un colloportus e fruga nel mantello di Burke, prendendo la sua bacchetta.
«Finite incantatem» pronuncio sottovoce, spezzando l’incantesimo che gli avevo fatto in precedenza.
«Ma che cazzo fate?!» esclama allora Burke, ora che ha riottenuto il dono della parola. «Io vi ammazzo, fosse l’ultima cosa che faccio!»
«Non scaldarti troppo, Burke» inizia Malfoy, con un tono di voce duro e aggressivo. Io lo guardo con la coda dell’occhio: mi fa strano vederlo trattare qualcun altro in questo modo. Per quanto lo abbia sempre odiato, persino con me non ha mai utilizzato questo tono aggressivo, generalmente si limitava ad essere canzonatorio e strafottente; anche i suoi occhi grigi emanano un qualcosa di sinistro. «Vogliamo solo darti qualche piccolo avvertimento.»
«Ah sì?» domanda lui, soffocando una risatina divertita.
«Esatto» rispondo prontamente, facendo un passo avanti e indurendo lo sguardo. «Questa notte, ti conviene rimanertene nel tuo letto, a meno che tu non voglia incappare in qualche brutta sorpresa.»
«Se lasci la Sala Comune lo verrò a sapere» aggiunge Malfoy, minaccioso. «Lo saprò ancor prima che tu possa mettere piede in corridoio.»
«Intendi piazzarti di fronte camera mia?» gli domanda provocatorio Burke.
«Senza offesa» intervengo. «Siamo abbastanza abili da poterti controllare anche a distanza.»
Guardo velocemente Malfoy e so, a malincuore, che anche lui sta pensando alla Mappa del Malandrino, attualmente nella disponibilità di Lily. Non credo sia troppo difficile per lui poterla utilizzare…purtroppo.
«Dimostratelo, allora… se siete davvero così bravi» continua Burke, cercando di mantenere la calma. «Una cosa così subdola me l’aspetto da te, Malfoy, in fondo sei proprio come me…ti piace muoverti nell’oscurità con tutti i tuoi sotterfugi.» Fa una pausa, e poi sposta il suo sguardo  scuro e minaccioso verso di me. «Ma da te, Potter… non mi sembra tanto nobile da parte tua. L’unica che ha avuto il coraggio di affrontarmi apertamente è stata tua sorella, fallendo miseramente, aggiungerei, dato che è arrivato il principe azzurro a salvarla.»
«Pensi che non abbia il coraggio di sfidarti e spedirti in Infermeria con qualche osso rotto?» gli rispondo subito a tono, mentre sento la rabbia montare dentro di me. «Potrei batterti ad occhi chiusi, Burke, lo sappiamo entrambi. Siamo nella stessa classe di Difesa, se ti ricordi. E sai chi è mio padre, ho imparato a duellare ancor prima che a te insegnassero ad usare una bacchetta!»
«Un nome famoso non fa di te un duellante, Potter» mi rimbecca Burke.
«Fatti trovare sulla riva est del lago fra venti minuti» sussurro a denti stretti. «Ti pentirai di avermi sfidato.»
«Ti stai bevendo il cervello, Potter?» esclama Malfoy a quel punto, strattonandomi il braccio sinistro.
Io scuoto la testa. «Tu puoi farmi da secondo» gli dico, impassibile e serio in volto. Poi torno a guardare Burke. «Ma non ce ne sarà bisogno, dato che gli darò una lezione in meno di due minuti.»
Così, Burke si alza e si riprende la bacchetta dalle mani di Malfoy, che ancora mi guarda sconcertato e non riesce a dire o a fare alcunché. Solo quando Burke esce dalla stanza, lasciando la porta aperta, Malfoy mi spintona verso il muro: ha tutta l’aria di uno che vuole picchiarmi.
«Sei proprio un deficiente!» esclama, tenendomi le mani sulle spalle. «Non sai resistere ad una palese provocazione? Lo stava facendo proprio per farti arrabbiare!»
«Al contrario tuo, io sono sicuro al cento per cento delle mie capacità, e se ti dico che posso farlo mettere a piangere come un bambino in meno di due minuti, vuol dire che ne sono capace!» rispondo a tono, mi tolgo le sue mani di dosso e gli do anche io un leggero spintone, per allontanarlo.
«Io non vengo» statuisce. «Non mi faccio mettere in punizione per la tua impulsività.»
«Come vuoi» gli dico. «Te l’ho già detto che non ho bisogno di te per batterlo.»
Detto questo, me ne vado anche io dall’aula e comincio ad incamminarmi verso le scale, in modo da risalire al piano terra ed uscire per raggiungere il lago. Mentre aspetto che una delle scalinate si decida a piazzarsi sul mio pianerottolo, un rumore attira la mia attenzione: Malfoy sta correndo verso di me.
«Ho cambiato idea» dice, con un leggero fiatone. Le scale arrivano ed incominciamo a salire. «Ma solo perché non voglio che Burke faccia battutine sulla mia assenza!»
Io annuisco senza dire nulla, ma dentro di me si fa strada l’idea che Malfoy abbia deciso di venire lo stesso, in caso io abbia bisogno di aiuto.
 
«Bacchette alla mano!»
Per arbitrare il duello hanno scelto quella svitata di Dorothea Rosier, l’unica abbastanza andata di cervello da fare una cosa del genere, mentre Burke come suo secondo ha scelto un ragazzo che non conosco, anch’esso di Serpeverde. Tutti questi cravattini verdi e argento mi creano qualche scompenso, ma cerco di non farci caso. Io e Burke solleviamo la bacchetta, ponendola davanti alle nostre teste.
«Inchino!» esclama ancora la ragazza. Io e Burke ci pieghiamo leggermente l’uno davanti all’altro. Lui mi scruta e io faccio lo stesso, entrambi i nostri volti sono due maschere impassibili. Ad un certo punto, lui sorride maligno.
«Paura, Potter?»
«Ti piacerebbe.»
«Al mio via, signori!» dice di nuovo Dorothea Rosier a voce alta. «Tre… due… uno… via!»
Come prevedevo, Burke usa gli incantesimi non verbali, tecnica in cui è molto abile. Io non sono da meno, e al suo incantesimo che tenta di colpirmi con un fiotto di luce blu, mi proteggo abilmente con un incantesimo difensivo. Adesso sono io che lo attacco con un incarceramus in forma non verbale, ma lui lo schiva abilmente saltando verso sinistra. Continuiamo così, senza arrivare a nulla di fatto, per più tempo del previsto. Devo ammettere a me stesso di aver sottovalutato Burke, ma che comunque io non sono affatto inferiore a lui, perché noto dalla sua espressione concentrata che gli sto dando del filo da torcere. Gli lancio un incantesimo offensivo dopo l’altro, ma lui riesce a pararli tutti: devo prenderlo per sfinimento. Gli lancio ripetutamente lo stesso incantesimo, in modo da mantenere meglio la concentrazione per eseguirlo non verbalmente. Ma devo bloccarmi quando sento la voce del professor Cylon invadere l’aria, mentre dice di fermarci.
Burke non è dello stesso avviso e approfitta del fatto che mi sono girato a guardare il professore per lanciarmi uno schiantesimo, anche se piuttosto debole. L’attacco sleale di Burke mi fa comunque cadere all’indietro per qualche metro, sull’erba.
«Fermatevi immediatamente!» tuona di nuovo Cylon. E stavolta Burke si ferma davvero, senza staccarmi quel suo sguardo di fuoco e il sorriso sghembo di dosso: anche se lo ha fatto dopo l’intervento di Cylon e quindi in modo scorretto, sa di aver vinto, avendomi mandato al tappeto. Quando mi rialzo, riesco a vedere mia sorella e mia cugina Dominique poco dietro al professore. Aggrotto le sopracciglia: che ci fanno loro due qui?
«Nessuno di voi dica una parola» dice ancora Cylon, con un tono di voce controllato, ma che fatica a nascondere una rabbia crescente. «Tutti nel mio ufficio, avanti!»
Così dicendo, ci indica con il braccio il castello. Dorothea e l’altro ragazzo Serpeverde cominciano ad incamminarsi lentamente, Lily e Dominique li seguono, mentre io, Burke e Malfoy siamo gli ultimi ad unirsi alla fila; Cylon ci viene dietro, controllando che nessuno di noi faccia strane deviazioni.
Il percorso fino ai Sotterranei sembra non finire mai ed è tremendamente silenzioso. Temo che, stavolta, perdere il posto nella squadra di Quidditch sia davvero la cosa migliore che possa capitarmi. Quando arriviamo davanti alla porta di legno scuro a due ante, che divide il corridoio dall’ufficio di Cylon, lui la apre e ci riversiamo tutti all’interno. Rimaniamo in piedi in un angolo, mentre lui va a sedersi dietro l’ampia scrivania di ciliegio. Ci sono anche alcune sedie addossate alla parete destra della stanza, che normalmente credo siano poste davanti la scrivania, ma nessuno di noi osa prenderne una e accomodarsi.
«Qualcuno può gentilmente spiegarmi cosa stavate facendo?» chiede, guardando tutti noi, al di fuori di Lily e Dominique.
«Io stavo solo arbitrando il duello, professore» risponde Dorothea con calma, sembra molto serena mentre lo dice. «Christopher me lo ha chiesto e io ho accettato.»
Gli occhi azzurri e gelidi di Cylon si muovono rapidamente dietro le lenti squadrate degli occhiali neri e prendono a guardare intensamente Burke.
«Potter mi ha sfidato, professore. Non mi sono tirato indietro» risponde prontamente Burke. «Anzi, se vogliamo dirla proprio tutta, Potter e Malfoy mi hanno praticamente aggredito fuori dalla Sala Comune e mi hanno trascinato in una vecchia aula, minacciandomi. E abbiamo deciso di risolvere la cosa da maghi educati.»
«Con un duello clandestino» conclude il professore, sistemandosi gli occhiali sul naso.
«Beh…» inizia a dire di nuovo Burke, ma il professore alza una mano, facendogli dunque segno di tacere.
«Rosier, Terry e Weasley» sospira il professore. «Ritornate nelle vostre Sale Comuni.»
Loro tre, senza fiatare, fanno come ha detto. Dominique lancia un ultimo sguardo preoccupato a Lily, con i suoi enormi occhi blu, e poi si accoda agli altri due uscendo dall’ufficio.
«Fermo restando che è severamente proibito duellare all’interno della scuola se non sotto la supervisione di un professore e a puro scopo didattico…» inizia il Cylon. «Vi suggerirei almeno di essere più discreti. La vostra conversazione riguardo al duello è stata ascoltata per puro caso dalla signorina Wealsey, che lo ha riferito alla signorina Potter, che ha fatto il suo dovere di Prefetto e ha dunque avvisato me.»
Mi giro istintivamente verso Lily, che sta guardando il professore. Perché mai avrebbe fatto una cosa del genere?
«Se qualcuno di voi ha da dire qualcosa in proposito… prima che decida le vostre punizioni» dice di nuovo.
«Burke ha ragione» mormoro. «Sono stato io a sfidarlo e a proporgli il duello, ma lui mi ha provocato. Ha tirato in ballo Lily e io…»
«Io ho delle cose da dire» esordisce allora Malfoy, guardando dritto negli occhi il professore, senza scomporsi. «Ma gradirei che Burke uscisse da questa stanza. Non aprirò bocca in sua presenza.»
Segue un momento di silenzio, in cui Cylon sembra riflettere sulle parole di Malfoy.
«Esci per un momento, Burke» ordina quindi il professore, sempre in tono calmo. Lui osserva tutti noi e poi si gira, dirigendosi verso la porta. Quando questa si chiude, il professore tira fuori la bacchetta e fa un incantesimo: una sorta di pellicola luccicante copre per qualche secondo le pareti della stanza.
«Ora puoi parlare, Malfoy» continua Cylon.
«Burke è un molestatore seriale, professore. È vero, io e… Albus lo abbiamo trascinato in un’aula vuota poco fa, ma solo perché temevamo che potesse fare qualcosa questa sera, dato che Lily ha la sua prima ronda per il castello con gli altri Prefetti e i Caposcuola» inizia. E io di certo non mi aspettavo che gli dicesse tutta la verità. «Credo che ricordi anche lei di quando, a dicembre, ha praticamente aggredito Lily nella Sala d’Ingresso, davanti a decine di studenti. È pericoloso e noi stavamo semplicemente cercando di evitare che ne combinasse una delle sue.»
L’espressione di Lily è indecifrabile: non riesco a capire se  arrabbiata, sorpresa o intenerita. O tutte e tre le cose insieme.
«Ho già assegnato una punizione al signor Burke per quell’episodio» osserva il professore, senza scomporsi.
«Professore» interviene Lily, attirando la sua e la nostra attenzione. «Quella volta Burke mi ha attaccato perché stavo cercando di fermarlo dall’infastidire una ragazza. Lei era palesemente a disagio e lo voleva spingere via, mentre lui non faceva che avvicinarsi di più. È per questo che mi ha aggredita.»
«E ancora… il motivo per cui ad Amelia Nott è stato tolto l’incarico di Prefetto… è stato perché l’avete trovata a gironzolare di notte per il Parco, giusto?»
«Questo cosa c’entra, Potter?» domanda Cylon aggrottando la fronte leggermente rugosa.
«È stato Burke ad indurla ad uscire di notte. Lui voleva… vendicarsi perché Amelia l’aveva rifiutato. Vede, loro avevano una relazione, ma… ad un certo punto Amelia ha deciso di tirarsi indietro.»
A questo punto, il professore si toglie gli occhiali e sospira. Credo sia la prima volta in sette anni che gli vedo fare questo gesto.
«Tu nei sei assolutamente sicura?»
Lily annuisce, sostenendo lo sguardo del professore.
«Allora a questo penseremo noi professori, insieme alla Preside» dice ancora Cylon. Sposta lo sguardo su me e Malfoy. «Di certo non spetta a voi punire uno studente, per quanto riprovevoli possano essere i suoi comportamenti. Quando vedete qualcosa di sbagliato, dovete riferire ad un Prefetto, e se nemmeno il Prefetto riesce a risolvere la situazione dovete rivolgervi ad un insegnante. Sono stato chiaro?»
«Sì, signore» diciamo noi due, quasi all’unisono.
«In questa scuola non viene tollerata alcuna forma di giustizia privata, per quanto gli scopi possano essere nobili» aggiunge. «Per stavolta, dato che avevate comunque delle buone intenzioni, non vi punirò. Ma la prossima volta non la passerete tanto liscia.»
Annuiamo in silenzio.
«Potete andare» sospira infine il professore. Senza troppi convenevoli, lo salutiamo e usciamo in tutta fretta dal suo ufficio. Fuori non c’è nessuno: Burke deve essersi già defilato nella speranza di non ricevere una punizione. Tra noi tre c’è uno strano silenzio, vorrei dire qualcosa, ma Malfoy in qualche modo esplicita i pensieri che ho in testa e si rivolge a Lily.
«Perché glielo hai detto?»
Non sembra arrabbiato o rancoroso nei suoi confronti, anzi, glielo sta chiedendo con molta innocenza, credo che sia semplicemente curioso.
«Perché non volevo vi succedesse niente» risponde sinceramente Lily. «Prima tu e Albus che vi azzuffate in continuazione, poi smettete e vi alleate contro Burke e addirittura duellate con lui. Basta! Io… io non ho paura di Burke, lo considero un grosso pallone gonfiato… tutto fumo e niente arrosto. Non mi spaventa e sono in grado di gestirlo da sola: è la mia battaglia contro di lui e i suoi comportamenti schifosi!»
«Lils» cerco di intervenire. «Devi capire però che nemmeno noi vogliamo che ti succeda qualcosa, per questo cerchiamo di proteggerti.»
«Proteggermi è quello che ha fatto Scorpius quando l’ha spedito addosso ad un muro, dato che era lui che stava per affatturare me» ribatte prontamente Lily. «Ma adesso, che è una situazione tranquilla, che senso aveva prenderlo di peso e minacciarlo, solo perché credete che io non sia in grado di fare una stupida ronda notturna?!»
«Non abbiamo mai detto che non sei in grado di farla» le fa notare Scorpius. «Avevamo solo paura per te. Cerca di metterti nei nostri panni. Albus è tuo fratello e io…»
Ma qui si blocca e le parole sembrano morirgli in gola. Si guardano molto intensamente, Lily sembra sapere alla perfezione cosa lui stesse cercando di dire, e non capisco ccosa voglia: che lui lo dica ad alta voce, o che se ne rimanga in silenzio?
«Lo sai» conclude Malfoy, senza smettere di guardarla negli occhi.
A questo punto, Lily sospira e abbandona l’aria e il tono bellicosi che aveva messo in piedi. Guarda anche me adesso e spalanca entrambe le braccia. «Venite qui.»
Ci ritroviamo in una situazione che mai avrei pensato potesse accadere: io che con un braccio stringo mia sorella, e l’altro posato con attenzione sulla schiena di Malfoy. Non so come, ma sembriamo minuscoli dentro le braccia corte e sottili di Lily.
«Promettete che non farete più stupidaggini del genere per me» sospira. Io e Malfoy non rispondiamo, ma credo che non ci sia altra risposta possibile che: “sì, lo prometto.”
 
Questa giornata assurda è finalmente giunta al termine. A cena ho raccontato tutto ai miei amici, che sono rimasti assolutamente sbalorditi per il fatto che Cylon non ci abbia rifilato una delle sue solite punizioni.
«Peccato che vi abbia scoperto» commenta Frank, affondando la mano in un pacchetto di api frizzole. «Insomma, qualche altro incantesimo e l’avresti spedito dall’altra parte del lago.»
«Non importa» sospiro io, stiracchiandomi sul divano di fronte al camino, nella nostra rumorosa Sala Comune. «Alla fine, credo avrà comunque quel che si merita.»
«Non mi aspettavo che Malfoy accettasse di farti da secondo!» esclama allora Derek, ancora sovraeccitato.
«Neanche io» gli rispondo, con un sorrisetto.
«Al.» Bellamy mi richiama sottovoce, dandomi una leggera gomitata sul braccio per attirare la mia attenzione. Quando mi giro verso di lui, non dice niente, ma si limita ad indicare con la testa in un punto imprecisato alla nostra destra. Guardo anche io e vedo che Zoe Caplan mi sta guardando di nuovo, proprio come oggi a lezione, ma non sembra avere più lo sguardo omicida di questa mattina.
«Non è detto che mi stia guardando per chissà quale motivo» borbotto, cercando di non dare comunque troppo peso alla cosa. Mi tratta ancora malissimo, nel migliore dei casi mi ignora, quindi non credo che stia pensando a cose particolarmente piacevoli, in questo momento. Forse sta pregustando il momento della mia espulsione, oppure sta pensando agli infiniti modi in cui può staccarmi la testa.
«Sempre meglio di niente» dice Derek. E nella sua innocenza e ingenuità, devo riconoscere che ha ragione.
«Albus!» esclama allora Frank, senza a minima indiscrezione.
«Che c’è?» domando, preoccupato dal suo repentino cambiamento: le api frizzole gli sono cadute in grembo e adesso si dimenano sui suoi pantaloni scuri, Frank tiene gli occhi ben aperti come se non credesse a quello che sta vedendo.
«Si sono alzate» dice ancora, con la voce che gli muore in gola. «Lei sta venendo qui!»
«Grazie dell’annuncio, Paciock.»
Mi giro di scatto, e Zoe Caplan è esattamente dietro di me, con le mani appoggiate alla sommità dello schienale rosso scarlatto del divano. Getto un’occhiata veloce a Frank: è diventato rosso come un peperone.
«Ho sentito del duello clandestino con Burke, Potter» esordisce poi, rivolgendosi a me. Io, per evitare di farmi venire un torcicollo, mi alzo dal divano e mi giro verso di lei.
«Avresti voluto assistere?» le chiedo.
«Sì» risponde. «Non vedevo l’ora che qualcuno ti staccasse un braccio, peccato che vi abbiano beccati.»
«Burke non sarebbe capace di staccarmi nemmeno un capello dalla testa» commento, mettendomi le mani sui fianchi.
«Beh… nonostante tutto, Burke è un pezzo di merda e questo lo sanno tutti» dice ancora Zoe. «Quindi ho apprezzato l’intento di dargli una lezione.»
«Mi stai facendo un complimento?» le domando, sfoderando uno dei miei migliori sorrisi.
«Non montarti la testa» borbotta lei. «Serve ben altro per convincermi a venire ad Hogsmeade con te.»
«Mai dire mai, Zoe» le dico, continuando a guardarla negli occhi. «Potresti cambiare idea quando meno te lo aspetti.»
«Mancano tre settimane» mi ricorda lei, sostenendo il mio sguardo. «Giusto un miracolo ti salverebbe.»
«L’universo nutre un amore sconfinato nei miei confronti» ribatto. «Altrimenti, con tutto quello che ho combinato in sette anni di scuola, sarei stato espulso al primo anno.»
«Adiamo» mormora, rivolta alle sue amiche, ma senza smettere di guardarmi. Loro due si risvegliano da una sorta di stato di trance e pochi secondi dopo tutte e tre se ne vanno verso le scale che portano ai dormitori.
«Se ti va male, il mio piano B funzionerà di sicuro» mi dice Frank, dandomi una pacca sulla spalla.
«Ah sì?» gli domando.
«Le amiche di Zoe non mi hanno tolto gli occhi di dosso per tutto il tempo.»

Ciao a tutti! ♥
So che avevo detto che avrei provato ad aggiornare più in fretta questa volta, ma con questo capitolo mi sono fatta un po' prendere la mano (e difatti è un po' più lungo del solito), ma volevo farci entrare dentro sia la zuffa con Burke che qualche progresso sula questione di Zoe: che ne dite, Albus porterà a termine il piano A o dovranno fare affidamento al fascino da rubacuori di Frank? :')
Per quanto riguarda l'alleanza Potter-Malfoy, chissà se finirà qui o se i due continueranno a comportarsi civilmente, ehehehe.
Il prossimo capitolo sarà dal punto di vista di Scorpius, e finalmente ci sarà un avvenimento-chiave che spero di rendere nel miglior modo possibile. Sicuramente molti di voi avranno già capito di che cosa si tratta. Spero sempre di non postarlo in tempi biblici: la sessione ormai è finita e ho qualche settimana di respiro prima di ritornare a studiare per settembre (che gioia, eh?), quindi mi darò da fare, avendo molto tempo libero. ♥
Grazie come al solito per essere arrivati fin qui, spero che il capitolo vi sia piaciuto!
Un bacione e alla prossima! ♥
Mars

Ps: la citazione del "paura Potter?" era d'obbligo! xD  
   
 
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