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Autore: Floryana    21/07/2020    3 recensioni
La gloriosa Terra, capitale della Repubblica Terrestre, è divenuta un pianeta inabitabile, morto, sterile.
I terrestri sono stati quindi costretti a riporre tutta la loro fiducia nell’esplorazione spaziale e nella colonizzazioni di nuovi mondi.
Tuttavia, secoli dopo, a seguito della crescita incontrollata del genere umano, anche le risorse offerte dalla galassia si ridussero drasticamente.
La beffa più grande però non fu il ripetersi della stessa crisi da cui stavano scappando gli umani anni addietro, ma il fatto che non esistessero altre forme di vita intelligenti. O, perlomeno, quelle poche vennero sterminate nell’Epoca delle Colonizzazioni prima che potessero evolversi e prendere coscienza del loro posto nell’universo.
È in questa nuova Galassia che si muove un’organizzazione nata in seno alla Repubblica Galattica fin dalla sua creazione: un gruppo di persone che si sono unite solo per depredare, rubare, uccidere; che rappresentano tutte le pulsioni più perverse e crudeli nascoste nell’animo umano: i leggendari Pirati della Galassia.
E questa è la loro storia.
Genere: Avventura, Azione, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Solo un addio 
(parte 2)

 


Kasumi entrò nella sala riunioni della Nave con al fianco Jii. Solitamente non la si usava mai, preferendo il più comodo ponte di comando, ma quella era un’occasione particolare.
C’è infatti un problema: non si discute mai sulla Nave liberamente perché ogni conversazione viene registrata e poi salvata nei server centrali di NoName; pertanto, se alle orecchie di qualcuno la in città qualcosa dovesse sembrare strano, si viene convocati immediatamente di persona e, nel peggiore dei casi, condannati a morte.
Diciamo che tutti più o meno ci tengono alla vita, pertanto era normale che gli Ammiragli facessero costruire stanze segrete separate dal sistema centrale delle flotte.
Certo, la sala riunioni non è decisamente uno di quei stanzini segreti, ma per come veniva usata sulla Sole Nero ci andava abbastanza vicino.
Il luogo era un po’ angusto, con il lungo tavolo di marmo nero ovoidale a riempirlo quasi del tutto; i posti degli ufficiali erano occupati, tranne per qualche eccezione: quello di Kasumi, sistemata sempre a uno dei lati più stretti, e quello di Jii, rigorosamente al lato opposto.
A parte quel tavolo, non vi era altro nella stanza: né schermi, né telecamere, né microfoni. Le pareti erano spoglie, senza nemmeno un quadro o un tappeto.
Una volta entrati, le porte si chiudevano automaticamente, rendendo impossibile sia l’entrata che l’uscita finché l’Ammiraglio non ne avesse dato l’autorizzazione.
La donna diede velocemente un’occhiata ai suoi uomini prima di sedersi: c’era la sua fidata Vice, capo della sicurezza; il suo vice Xemi e la sua fidanzata Zhera, capo delle squadre d’assassinio; a seguire Bomber, capo dei squadroni d’assalto e la sua inseparabile partner Jesyra, ex Generale al servizio dell’Impero; vi erano anche Miki, responsabile dell’armeria, e al suo fianco la cecchina Leonor; il dottor Walt, chimico provetto dai forti squilibri mentali, e la sua assistente Aster; Live e Peter, rispettivamente capo e vice capo della polizia interna della flotta, eccezionalmente presenti anch’essi nonostante non fossero quasi mai sulla Sole Nero; infine la dottoressa Ross, ufficiale a capo dell’infermeria, e la piccola Firì, androide con le sembianze di una bambina che racchiude una soubroutines indipendente di Ada atta a regolare le funzionalità dell’unità medica.
Stranamente mancava l’ufficiale preposto ai rifornimenti, il terribile cuoco della Nave, che solitamente non perdeva mai nemmeno una singola riunione per approfittare del fatto di poter liberamente parlar male della moglie del Gran Ammiraglio, suo bersaglio preferito di maligni pettegolezzi.
A nessuno invece sembrò strano di non veder partecipare alla riunione il pilota della Nave e Ada, il primo perché non aveva contatti con l’equipaggio e viveva da asociale, preferendo di gran lunga gestire la Sole Nero da una più comoda e pratica console di comando installata nella sua cabina anziché scambiare anche solo una parola con l’equipaggio, e la seconda perché non era gradita, vista la sua programmazione primaria che le imponeva di far rapporto al Gran Ammiraglio.
Dopo questo breve sguardo ai partecipanti, Kasumi e Jii presero posto al tavolo. 
-Bene, che la riunione cominci – annunciò la donna.
Gli altri le fecero un cenno d’assenso col capo prima di squadrasi male l’un l’altro. Inutile dire che nessuno di loro andava d’accordo, preferendo ogni volta prevalere e far prevalere le proprie idee, anche litigando con Kasumi se necessario.
Ella, dal canto suo, non se ne preoccupava più di tanto e molto spesso gli dava carta bianca, lasciando a tutti assoluta libertà di scelta nelle missioni, ma se erano stati convocati la significava che qualcosa non andava, e questo si traduceva con una sola parola: guerra. Loro tutti erano in guerra e il primo che si fosse imposto sugli altri e avesse fatto prevalere le sue idee vinceva quella riunione. Non si vinceva nulla sinceramente, solo la soddisfazione di vederli crollare, che fossero ufficiali o anche il loro capo, non importava: l’importante era prevalere, sempre.
In questo clima teso, prima che qualcuno potesse dire qualcosa, Walt alzò subito la mano.
-Domanda, domanda! - esclamò alzandosi in piedi con un enorme sorriso sul volto, a quanto pare l’unico la in mezzo che non riusciva a leggere l’atmosfera.
-Dimmi pure.
-Questa è finalmente la riunione per chiedere un gelataio a bordo, vero?
Un borbottio seccato si diffuse fra gli ufficiali.
Kasumi si mise una mano al volto, massaggiandosi le tempie e cercando di ignorarlo.
-Shhh – fece Aster, afferrandolo per la manica del camice da laboratorio e cercando di tirarlo giù – siediti Walt, questo non è il momento.
-Ma insomma, che ci fa un idiota come lui qua? - chiese Zhera infastidita.
-Vacci piano con le offese! - le rispose un po’ alterata l’altra – Lo sai che Walt ha dei problemi e fa sempre così…
-Su Zhera, non è successo niente… - si intromise Xemi cercando di calmare la donna.
-No, te lo dico io cos’è successo: il tuo adorato capo ci sta facendo partecipare a questa riunione del cazzo solo perché non ha le palle per ammazzare quel bambino e quindi spera di farci votare a sfavore, eludere gli ordini, salvare la tipa e il figlio e far vivere tutti felici e contenti. Ah no, scusa, perché se lo viene a scoprire il Gran Ammiraglio ci ammazza tutti. Ho dimenticato forse qualcosa?
-Direi di no… - mormorò Kasumi, ammettendo così all’altra di aver scoperto tutte le sue carte.
-Se posso prendere la parola – si intromise nella discussione con un po’ d’imbarazzo la dottoressa Ross, profittando del breve momento di calma appena creatosi – io e Firì siamo contro questo ordine barbaro e sanguinario, seguiremo l’Ammiraglio e con noi due immagino ci sia anche Jii.
Quest’ultimo fece un cenno d’assenso col capo immediatamente imitato anche da Vice.
-Incredibile… – aggiunse Jesyra in tono canzonatorio, che fino a quel momento pendeva dalle labbra dell’assassina ed era infastidita dal comportamento così accondiscendente dell'altra – il grande Generale dell’Impero, perso il suo titolo, è divenuta il fedele e servizievole cagnolino di Kasumi. Mi sorprende sempre dove e come può finire una mente brillante, oramai ridotta a una macchiolina di sé stessa.
Vice non le disse nulla, ma interiormente ribolliva di rabbia a quelle parole.
-Bene – disse Kasumi ignorando gli sguardi rabbiosi che si lanciavano le due – e con me siamo già a cinque! Xemi...
-Mi spiace – aggiunse subito questi bloccando il suo discorso sul nascere – ma io sto con Zhera.
-E anch’io! - esclamò Jesyra, non smettendo di guardare male Vice – E direi anche il mio compagno qua presente.
Al suo fianco vi era Bomber, un po’ infastidito da quell’atteggiamento autoritario della sua partner, ma all’ennesima sua occhiataccia mormorò infine un sì d’assenso, non volendo contraddirla.
A questo punto Peter si schiarì la gola, come a far presente agli altri di voler prendere la parola: - Allora, io e Live ci asteniamo, sinceramente non ci interessa la piega che sta prendendo sta storia e ci va bene un po’ tutto.
La donna al suo fianco non disse nulla né si mosse, guardando un punto indefinito della parete e cercando mentalmente di astrarsi da quella situazione. La sua non era cattiveria, era solo indifferenza verso tutto ciò che la circondava.
-E i...io – subito dopo le parole di Peter si intromise un po’ a fatica nel discorso anche Miki, cominciando a sudare freddo e guardare con la coda dell’occhio la canna della pistola premuta al suo fianco dalla cara Leonor – ecco… noi… io e Leonor, siamo abbastan… - non riuscì a finire la frase che la pistola gli venne conficcata meglio – cioè siamo molto… molto molto d’accordo con Zhera.
Quest’ultima iniziò a ridere sguaiatamente. Ora erano sei contro cinque. L’Ammiraglio aveva perso!
-Che c’è, Kasumi, ti è caduta la lingua? Non dici niente, forse? - urlò l’assassina, seriamente divertita da quella situazione e pregustando già in bocca il sapore della vittoria e nelle orecchie le prossime urla della sua vittima.
-Mh – mormorò la donna – allora Leonor, non ti dispiace uccidere il bambino, vero?
-Eh? No, un attimo… perché proprio io? - chiese la diretta interessata, rizzandosi sulla sedia a quelle parole.
-Beh, tu sei a favore, quindi immagino non ti dispiaccia prenderti la responsabilità delle tue scelte.
La biondina deglutì spaventata. Decisamente non si aspettava che la situazione prendesse una piega del genere.
-Che c’è ora, vuoi forse cambiare idea? - chiese Zhera con un accenno di rabbia nella voce – Ti è forse venuta un po’ di coscienza? Perché non mi sembrava quando prima mi hai detto che li avresti smembrati entrambi anche senza il permesso di Kas-…
-Ti prego, non lo dire – mormorò Leonor quasi piangendo, non perché non voleva mostrare agli altri il suo lato sadico, ma perché non voleva far arrabbiare il Capo – non lo dire…
​-Ora mancate solo voi due… - disse all’improvviso Vice guardando il dottore e la sua assistente. Fino a quel momento la donna aveva osservato impassibile l’evolversi della situazione ma adesso cercava di bloccare in anticipo qualsiasi reazione di Kasumi.
Prima che i due potessero dire qualcosa, quest'ultima si rivolse a loro con un sorrisetto sulle labbra: -Ho già trovato il tuo gelataio, Walt.
-Siamo a favore! - esclamò il dottore colmo di gioia, alzandosi d’impeto in piedi e battendo le mani sul tavolo, seriamente emozionato da quel risvolto – Hai sentito Aster, finalmente avremo tanto gelato a bordo! - si rivolse alla sua assistente, dando per scontato che anch’ella scoppiasse di felicità a quella notizia.
-Sì, sì, è bellissimo, ma ora siediti, dai… - gli rispose la donna imbarazzatissima, afferrandolo con forza dal camice e cercando di calmarlo.
Nel mentre, senza nemmeno far caso a quel siparietto, un vociare confuso si era diffuso per la stanza e gli ufficiali si erano già alzati per dirigersi alla porta. Consapevoli che ormai la fazione di Kasumi aveva vinto, non c’era più motivo di rimare rinchiusi in quello stanzino e nessuno voleva più condividere con gli altri nemmeno un’ulteriore molecola di ossigeno.
-Ottimo, allora abbiamo finito! – esclamò Peter alzandosi contento assieme a Live. Entrambi si fiondarono immediatamente all’ingresso per andarsene via al più presto e mettere più spazio possibile da quei pazzi.
Leonor invece si limitò a fare un respiro di sollievo e si passò un fazzoletto in fronte cercando di asciugare il sudore mentre Miki, ancora al suo fianco, piangeva di gioia, “Grazie Walt! Mi devo ricordare di offrirti una cena” pensò fra sé e sé.
L’unica che fino a quel momento non si era mossa era Zhera, che fissava quel branco di idioti con uno sguardo infuocato.
-UN ATTIMO! - urlò sovrastando quei mormorii concitati che impregnavano la sala – Ma siete tutti idioti?! Qua c’è in gioco la nostra vita e voi vi basate su un gelataio inesistente?
-Come inesistente…? - le chiese Walt sbiancando di colpo.
-No, dai – si intromise Aster – sta scherzando. Era un esempio…
-Walt, è inesistente ok? Ti sta, no anzi, ci sta prendendo tutti in giro! - esclamò l’assassina puntando il dito verso Kasumi.
A quella parole il dottore si accasciò sulla sedia e grosse lacrime gli si formarono agli angoli degli occhi.
-Kasumi… - mormorò con voce rauca rivolto alla donna – perché…?
-E poi, perché dobbiamo affidarci al voto di uno con evidenti problemi mentali e alla sua inesistente assistente che non è nemmeno un ufficiale?!
-Zhera, ora esageri… - cercò di dirle Xemi, ma ormai la donna aveva fatto esplodere tutto il suo caratteraccio, intenzionata a dichiarare guerra aperta al loro capo.
Ora era in piedi e stava urlando accuse a Kasumi: traditrice, venduta, debole…; tutte cose che a questa entravano da una parte e uscivano dall’altra. Non si era mai preoccupata delle opinioni degli altri e decisamente quello non era il momento per iniziare a farlo. Ascoltava in silenzio, fumando tranquillamente la sua kiseru, noncurante delle critiche perché adesso l’unica cosa che aveva in testa era solo quel bambino.
Nel mentre Walt, dopo le ultime parole di Zhera, se ne stava rannicchiato sulla sua sedia a piangere disperatamente. Le rosse gote erano rigate di lacrime, il colore degli occhi non si riusciva più a distinguere tanto erano gonfi e i capelli corti neri erano più scompigliati del solito perché ogni volta che era triste posava una mano in testa e se la accarezzava, come un tic nervoso.
-Aster… - mormorò fra un singhiozzo e l’altro, stringendo forte forte, come farebbe un bambino col suo peluche preferito, le maniche del suo camice – ma io sono davvero così strano…?
-No, ma cosa dici? Non ascoltare Zhera, lo sai com’è fatta - le ripose l’assistente, accovacciandosi vicino a lui e posandogli una mano sulla gamba, come a cercare di calmarlo.
-Su su… - Peter gli si era avvicinato, prendendolo per una spalla e tenendolo vicino a sé – non è successo niente, papà… - aveva poi rivolto uno sguardo rabbioso prima a Zhera e poi a Kasumi – Ma insomma, dille qualcosa! – eslamò rivolto a quest’ultima – Non vedi in che condizioni è Walt?! E poi ti fai trattare così?
Ma la donna non fece nulla, continuando a fumare la sua pipa.
-Tu, vipera insignificante – aggiungeva Zhera come un fiume in piena – razza di puttan-...
Non riuscì a finire la frase che si trovò all’improvviso un coltello premuto alla gola. Non si era accorta di nulla, eppure era la migliore assassina dei Pirati, nessuno poteva prenderla alla sprovvista… no, un attimo, qualcuno c’era: Jilian.
-Jii, tu…
-Non dire altro o ti ammazzo, e lo sai che non mi faccio scrupoli anche se Xemi dovesse odiarmi. Ti consiglio di lasciar perdere questa storia e stare zitta. Ci penseremo noi a questa faccenda se tu non vuoi immischiarti, ma ora smettila.
E mentre Zhera ribolliva dalla rabbia che la stava rodendo dall’interno, Kasumi non disse nulla e si alzò, uscendo dalla stanza e continuando ad ignorare le urla dell’altra che la richiamavano.
 

Continua...

 

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Penultima parte finita! Ci vediamo prossima settimana con la fine di questo capitolo :3
Un sentito ringraziamento a chi sta seguendo questa storiella^^
Saluti, Flory 

  
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