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Autore: GReina    22/07/2020    1 recensioni
[Jily + accenni di Romione; Timetravel, Maraunders' Era]
Harry, Ron ed Hermione si ritrovano "come per magia" nel 1976 davanti a quattro molto scettici Malandrini e Lily i quali stentano a fidarsi di tre ragazzi sconosciuti che sono riusciti ad aggirare tutte le protezioni di Hogwarts arrivando non visti nella Sala Comune Grifondoro.
Genere: Azione, Guerra, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Potter, I Malandrini, Il trio protagonista, Lily Evans, Severus Piton | Coppie: Harry/Ginny, James/Lily, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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L’euforia per la vittoria contro i Serpeverde fu breve: la sera successiva, mentre il resto del gruppo era intento a finire i compiti assegnati dal professor Rüf, Remus leggeva la pergamena che la penna incantata aveva riempito sotto la dettatura della sfera
“Questo dovete vederlo” disse a un certo punto catturando l’attenzione di tutti. Passò il pezzo di carta a James che lesse a tutti gli altri
“È una conversazione tra Rosier e Lestrange verso l’ora di pranzo.” ghignò soddisfatto “I nostri amici avrebbero dovuto spiegare meglio a questi principianti come si complotta.” continuò sorridendo, poi spiegò: “Lestrange si lamenta di una verifica che dovrà fare martedì, indovinate cos’ha risposto Rosier?” gli altri aspettarono in trepida attesa la risposta mentre anche Remus sorrideva “Non ci sarà nessuna verifica martedì, dato che attaccheremo il giorno prima.” lesse suo padre. Harry spalancò gli occhi
“Abbiamo una data! Quindi hanno davvero intenzione di attaccare!” gli altri annuirono
“Il prossimo lunedì attaccheranno e non saranno soli.” ricapitolò Remus “Hanno intenzione di fare entrare qualcuno nel Castello per farsi aiutare.”
“Solo che non sappiamo come…” fece notare sconsolato Ron
“Non ha più importanza, a questo punto.” intervenne James “Ci sarebbe utile scoprire l’orario, ma conoscere il giorno è già un traguardo eccezionale. Dobbiamo dirlo a Silente.” si alzarono tutti dirigendosi alla porta
“Andremo prima io, James, Peter e Lily.” disse Remus afferrando il Mantello dell’Invisibilità e lanciandolo a James “Io e Lily lo faremo in quanto Prefetti, non sarà sospetto. James e Peter sotto il Mantello.” poi si voltò verso gli altri “Voi ci seguirete subito dopo prendendo la strada più lunga. Pensate di farcela senza dare nell’occhio?” Harry annuì
“Nessun problema.” disse. Quindici minuti dopo erano tutti nell’ufficio del preside.
***
James aveva appena finito di dire a Silente che avevano delle novità importanti quando la porta venne nuovamente aperta per far entrare Harry, Ron ed Hermione. Il preside nascondeva spesso bene le proprie emozioni, ma quella particolare volta sembrava non riuscire a trattenere l’entusiasmo e – quando James provò a spiegargli cosa avevano scoperto – l’uomo fu costretto ad interromperlo
“Penso che quello che abbiate da dirmi sia importante, signor Potter, ma devo insistere nel parlare per primo.” disse calmo ma palesemente felice. James corrucciò la fronte e provò a spiegargli che l’informazione che avevano era davvero molto rilevante ma, di nuovo, venne interrotto
“Signor Potter,” disse sorridendo l’uomo “suo padre è stato trovato.” il cuore di James prese a battere all’impazzata, dall’espressione del preside sapeva che non poteva che essere una buona notizia, ma dovette comunque chiederglielo
“Come sta? È ferito?” nonostante l’espressione di gioia dell’uomo, James non poté impedire alla sua testa di ricordargli che tutte le persone scomparse fino ad allora erano state ritrovate morte o gravemente mutilate. Poi Silente continuò
“Sta bene, è sano e salvo. È riuscito a raggiungere una delle poche case sicure non sorvegliate. È molto distante da qui, e per alcuni giorni non potrà muoversi, ma è al sicuro.” James rilassò le spalle e sospirò a fondo come se avesse trattenuto il fiato per due mesi. Poi i suoi pensieri corsero a Sirius, dimentichi di tutto il male che aveva fatto, consci solo del bene che suo fratello voleva al padre che condividevano
“Sirius lo sa?” chiese
“La professoressa McGranitt stava andando ad informare lei e il signor Black.” spiegò “Ma non so se l’ha già trovato. Abbiamo appreso la notizia appena prima che voi tutti arrivaste.” James si voltò verso Remus, un’espressione di scuse in viso; l’amico sospirò
“Vai.” gli disse “Ci pensiamo noi qui.”
In un attimo di lucidità afferrò il Mantello che reggeva Peter in modo che nessuno lo vedesse uscire da un ufficio nel quale non era mai entrato, lo indossò e corse via. Si diresse verso la Stanza della Necessità dove Harry gli aveva detto essere la nuova camera di Sirius e svoltando l’angolo nel corridoio del settimo piano vide il fratello correre felice verso le scale che avrebbero portato alla Torre Grifondoro, dietro di lui la McGranitt che sorrideva. Sirius superò James senza vederlo, quindi questi si voltò mentre si toglieva il Mantello che lasciò cadere a terra
“Sirius!” lo chiamò, l’altro si fermò e si girò verso di lui. Rimasero a fissarsi per alcuni secondi, poi entrambi sorrisero e corsero ad abbracciarsi. La stretta che si scambiarono era ferrea e racchiudeva mille cose insieme: euforia, rassicurazione, ma soprattutto scuse. I battiti dei loro cuori correvano impazziti e James poteva sentire chiaramente i singhiozzi di Sirius oltre che percepirli nel tremore del suo corpo; anche i suoi occhi erano lucidi. Strinse più forte
“Fleamont sta bene.” fece Sirius come se avesse avuto bisogno di dirlo a voce alta per poterci credere. James sorrise
“Papà sta bene.” lo corresse “Nostro padre, sta bene.” i singhiozzi di Sirius aumentarono, poi sciolse la stretta per poterlo guardare negli occhi, le mani di entrambi ancora sulle spalle dell’altro come se nessuno dei due volesse lasciare andare il fratello che aveva appena ritrovato
“Mi ritieni ancora parte della tua famiglia?” chiese il Black con le lacrime agli occhi e la paura nella voce, James si aprì in un’espressione di compassione, non avrebbe mai potuto perdonare del tutto Sirius per quello che aveva fatto, ma in lui non lesse che totale pentimento. Lo conosceva e sapeva che Sirius era il più fedele dei suoi amici anche se – purtroppo – anche il più impulsivo.
“Sei mio fratello, Felpato.” l’altro tornò ad abbracciarlo
“Mi dispiace.” disse “Mi dispiace, mi dispiace.” continuò a ripetere come un mantra
“Dovrai farlo capire a Remus.” gli disse piano ancora stretto tra le sue braccia.
***
Erano rientrati da poco in dormitorio quando James e Sirius li raggiunsero. Harry sorrise felice e non riuscì a smettere di farlo per diversi minuti. Vedere suo padre odiare Sirius era stato quasi insopportabile ed ora – semplicemente guardando le loro espressioni – sapeva che era finita.
Una volta dentro la stanza, entrambi si voltarono verso Remus: suo padre commiserevole, l’altro con timore. Remus, da parte sua, non sembrava stupito di vedere Sirius al fianco di James
“L’hai perdonato?” chiese a suo padre pur continuando a fissare il Black. L’interpellato scrollò le spalle
“Non del tutto.” disse “Non potrò mai perdonarlo del tutto.” guardò il fratello che abbassò lo sguardo sconsolato, ma annuì concorde “Sta a te decidere se farlo tornare nel gruppo, Lunastorta.” Remus non sembrava felice di avere quel compito: sospirò e prese ad avanzare verso Sirius
“Non potrò mai più fidarmi te, Sirius.” disse “Mai.” volle sottolineare “Potrai anche tornare a dormire qui, prendere parte alle nostre riunioni, conoscere i piani nemici… ma al primo sentore di tradimento nell’aria i miei sospetti si concentreranno su di te.” gli ringhiò contro. Harry strinse i pugni e si voltò rabbioso verso Minus. Di nuovo, la sua forza di volontà ebbe un cedimento: Sirius non si era fidato di Remus e Remus di Sirius; Minus aveva tradito e nessuno aveva dato neanche il beneficio del dubbio al suo padrino. Le unghie conficcate nei palmi, il corpo che tremava di rabbia, nemmeno la mano di Ron sulla spalla riuscì a calmarlo, anzi la notò appena. Harry aprì la bocca per dire tutto: il tradimento di Peter, l’ingiustizia che aveva subìto Sirius, il suo legame di parentela con James e Lily! Poi Remus parlò e le parole gli morirono in gola.
“Silente sta informando l’Ordine di quanto abbiamo scoperto.” disse a James “Ha creato un passaggio sicuro che va da Hogsmeade alla Stanza delle Necessità. Abbiamo cinque giorni per organizzarci, non possiamo dare nell’occhio, quindi alcuni membri inizieranno ad arrivare già da domani ed aspetteranno nella Stanza fino all’attacco.” James annuì mentre Sirius guardava ognuno di loro con aria interrogativa. Hermione gli spiegò gli ultimi eventi, poi continuarono dicendo ad entrambi cos’altro aveva deciso il preside
“In questi giorni Silente e la McGranitt incanteranno alcune aule affinché siano protette dagli attacchi. Ci indicheranno quali sono, così non appena inizierà potremmo scortare tutti coloro che non sanno combattere al sicuro.”
“Ha detto di continuare ad indagare, ma senza esporci.” prese a parlare Lily “Se dovessero sospettare qualcosa potrebbero spostare la data e potremmo non essere più altrettanto fortunati come siamo stati oggi.” James annuì, poi Lily continuò “C’è un’altra cosa.” disse “Dovremmo fare una lista dei natibabbani.” tutti attesero che continuasse: non era qualcosa suggerito da Silente “Magari mi sbaglio, nel caos del combattimento non si può mai sapere quali siano i bersagli, ma Avery, Mulciber e gli altri stanno facendo tutto questo per attirare le Sue attenzioni, giusto? Probabilmente è con i natibabbani che se la prenderanno.” tutti concordarono
“Conoscendo i nomi e i volti potremmo stare più attenti a loro e proteggerli, magari portarli al sicuro il più velocemente possibile.” pensò a voce alta suo padre, l’altra annuì
“L’intera scuola è convinta che tutti e tre voi siate natibabbani.” intervenne per la prima volta Sirius guardando verso Harry, Ron ed Hermione “La metà di noi sarà esposta.”
“Trattandosi di noi” rispose Remus “immagino che non faranno differenze. Tu e James siete traditori del sangue ed anche Peter, sebbene la sua famiglia non sia antica quanto le vostre. Per quanto riguarda me… anche non conoscendo la mia vera natura sono un mezzosangue che gli sta sempre tra i piedi con i nostri soliti scherzi.” concluse, poi ci fu una pausa “Facciamo questa lista.” disse infine lo stesso a Lily afferrando penna e pergamena dal proprio comodino.
***
La settimana scarsa che avevano a disposizione era quasi terminata. Silente e la McGranitt avevano incantato molte aule sparse per tutto il Castello e memorizzarle – per degli esperti conoscitori di Hogwarts come loro – non era stato difficile. Alcuni membri dell’Ordine, a quanto diceva il preside, erano già all’interno della Stanza della Necessità e lì, con tutti gli aiuti del locale, aspettavano di dover entrare in azione. Furono pochi i nomi che Silente rivelò loro essere già ad Hogwarts, coloro che, tra i membri dell’Ordine, erano da meno tempo usciti da scuola: Arthur e Molly Weasley con i fratelli di lei, Fabian e Gideon Prewett; Benjy Fenwick ed infine Frank e Alice Paciock, entrambi in licenza dall’Accademia per Auror per quello che doveva essere il loro congedo matrimoniale.
In cinque giorni tornarono di rado ad allenarsi nella radura e quando lo facevano si concentravano soprattutto sulla difesa. Il resto del tempo lo passavano ad esercitarsi sull’Occlumanzia. Silente aveva impedito a James di aiutare Harry, Ron ed Hermione, ma questo non escludeva che i tre potessero aiutarsi a vicenda. Infine, arrivò il giorno della battaglia.
L’atmosfera era surreale; come se tutto fosse sospeso nel tempo. Già un paio di volte James si era ritrovato in mezzo ad uno scontro, ma nessuno di quelli sarebbe stato della stessa portata di ciò che stava per accadere. Aveva passato anni ad aiutare i suoi amici a migliorare e a migliorarsi con il loro aiuto a sua volta, e ancora era un anno intero che addestrava Lily, Harry, Ron ed Hermione. Adesso sperava solo che tutti fossero pronti. La tensione era palpabile, tutti i membri del gruppo con i nervi a fior di pelle e gli occhi che guizzavano in mille direzioni alla ricerca del minimo segno d’attacco: non conoscere l’orario li stava mettendo a dura prova.
Avevano appena finito le lezioni pomeridiane, di lì a poco avrebbero lasciato il cortile nel quale si erano appostati per tenere d’occhio la situazione per raggiungere la Sala Comune e cenare quando lo sguardo di James fu attirato da quello irrequieto e distante del fratello
“Stai pensando a Regulus?” gli chiese all’ombra del pioppo sotto il quale si erano seduti. Richiamato dalla sua voce, lo sguardo grigio di Sirius parve tornare alla realtà, si voltò verso di lui e, semplicemente, annuì. James si passò una mano fra i capelli ed annuì di rimando. Poi si alzò e tese la mano a Sirius affinché facesse lo stesso “Vieni con me.” gli disse, poi si voltò verso Remus “Ci vediamo in Sala Grande, dobbiamo fare una cosa.” rovistò nella propria borsa e lanciò all’amico lo specchio gemello a quello di Sirius “Nel caso dovesse servire.” spiegò, poi si voltò, diretto verso i sotterranei.
Stavano entrando nel Castello quando James sbatté spalla contro spalla con Piton; si voltò irritato, ma questi gli dedicò solo un’occhiata veloce e continuò per la sua strada. James aggrottò gli occhi: il Serpeverde sembrava di fretta, impaziente, e si dirigeva a gran passi ben oltre l’area esterna usata dagli studenti per oziare. Il Potter si voltò indietro verso i propri amici e lì incontrò gli occhi perplessi di Lily che aveva assistito alla scena mentre quasi tutti gli altri stavano ancora seguendo i movimenti di Severus Piton che si dirigeva verso il Platano Picchiatore. Fu allora che James iniziò ad avvertire uno strano presentimento “Mocciosus conosce il condotto dal Platano alla Stamberga Strillante?” prese a chiedersi “Silente ha protetto il passaggio sotto le radici dell’albero?” poi vide il proprio gruppo alzarsi: Lily, Harry, Ron ed Hermione seguirono Piton, mentre Remus e Peter presero a rientrare correndo verso il Castello
“Vado ad avvertire Silente.” gli disse il primo quando gli passarono accanto, gettò uno sguardo di ghiaccio e d’accusa a Sirius, poi sparì su per le scale. James sospirò e poggiò una mano sulla spalla del fratello per richiamare la sua attenzione
“Andiamo.” lo spinse leggero verso le scale che scendevano ai sotterranei.
“Dove stiamo andando, James?” la risposta era ovvia, quindi continuò “Cosa vuoi che cambi? Non c’è niente che io possa fare.” l’altro si guardò intorno per accertarsi che fossero soli prima di rispondere
“Sappiamo cosa sta per succedere.” disse “Non è detto che Regulus ne debba fare parte. Attiralo fuori dalla Sala Comune ed io lo pietrifico. Nessuno lo troverà se lo mettiamo in uno dei sette passaggi segreti che conosciamo.” Sirius tacque per alcuni secondi, poi riprese con le domande
“E come faccio ad attirarlo fuori?” James sbuffò fuori una risata
“Dì al custode nel ritratto che vuoi parlare con lui. Sarà Regulus a venire da te.”
“Cosa ti fa credere che voglia farlo? Sono anni che tenta di rompere ogni rapporto che ha con me. Adesso che c’è finalmente riuscito pensi che farà un passo indietro?” James si fermò per guardare Sirius negli occhi e rispondergli serio
“Ne sono convinto, Sir.” poi riprese a camminare.
Arrivati al corridoio che conduceva alla Sala Comune Serpeverde, James estrasse la bacchetta e si disilluse rimpiangendo il Mantello lasciato in dormitorio. Una volta davanti al quadro d’ingresso, Sirius disse chi era e con chi voleva parlare. Non dovettero aspettare a lungo prima che Regulus li raggiungesse. James sorrise: non era del tutto certo di aver decifrato correttamente il giovane Black, non era sicuro che Regulus volesse essere salvato dalla sua famiglia, ma se c’era una cosa ovvia, quella era che il ragazzo non voleva perdere suo fratello.
“Cosa vuoi?” disse subito dopo aver messo piede in corridoio “Non ho tempo da perdere con te.” continuò freddo
“Perché sei uscito, allora?” Regulus sbuffò prima di rispondere
“Non voglio che tu stia qui davanti.” se era vero che il colpo stava per iniziare, James non faticava a prendere le sue parole per vere
“Spostiamoci, allora.” riprese Sirius. I quadri in genere si facevano i fatti propri ed anche se vedevano un ragazzo pietrificato e poi portato via non dicevano nulla, ma con il custode della Sala Comune era meglio non rischiare.
Quando si voltò per allontanarsi, Sirius parve sorpreso di sentire Regulus che lo seguiva senza protestare. Voltarono l’angolo e Sirius si fermò
“Non posso permettere che tu prenda parte a tutto questo, Reg.” il più piccolo si accigliò, poi parve avere l’illuminazione
“Tu come fai a-” ma non ebbe il tempo di finire: James sollevò la bacchetta e pronunciò l’incantesimo.
“È per il tuo bene, fratellino.” gli disse Sirius mentre lo faceva levitare e James si rendeva di nuovo visibile. Poi insieme si diressero verso il passaggio segreto presente nei sotterranei
“Non ti dispiace se lo bendo, non è vero, Sir?” James fece apparire un cappuccio di fodera nera: far conoscere a un nemico uno dei sette passaggi segreti che portavano dal Castello al cortile esterno poteva essere un problema. Raggiunsero il condotto nascosto e richiusero l’ingresso dietro Regulus. Poi Sirius estrasse lo specchio gemello a quello che James aveva lasciato a Remus
“Vediamo com’è la situazione”.
n.a.
in questi giorni sono 
troppo fissata con HP, quindi sto scrivendo
fanfic su ogni cosa possibile. Questa volta è toccato al momento
in cui, al terzo anno di Harry, Remus decide di licenziarsi. Penso
che la prossima one shot protrebbe essere invece su Regulus!
Passate da questa nuova e dalla Jily, se vi va!!
xxx
   
 
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