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Autore: DanielaE    22/07/2020    1 recensioni
Storia liberamente tratta dal mobile game omonimo Hogwarts Mystery, segue la storia principale, comprese alcune missioni secondarie, quindi attenzione agli spoiler, ovviamente il tutto modificato e ampliato a mio gusto e piacere.
Nel 1984 la nostra protagonista varca per la prima volta le porte della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts, smistata a Serpeverde, con nuovi amici e nemici si ritrova l'eredità di suo fratello Jacob a gravarle sulle spalle: egli infatti era stato espulso dalla scuola per aver cercato le misteriose Sale Maledette.
Genere: Fantasy, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Weasley, Charlie Weasley, Nimphadora Tonks, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
Capitoli:
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~~Elanor osservava Silente comodamente seduto alla sua scrivania, alle spalle i quadri dei suoi predecessori la guardavano curiosi e qualcuno con sguardo severo, mentre l'attuale preside la scrutava attento e silenzioso attraverso gli occhiali a mezza luna, con gli occhi azzurri puntati in quelli dorati della ragazza.
«Ti avevo pregato di non cercare ulteriori Sale Maledette signorina Blair» disse poi lui con voce melliflua.
Elanor deglutì, non le piaceva deludere quell'uomo «Mi dispiace professore, ma... una volta venuta a conoscenza dell'entrata, non ho saputo resistere, credevo di fare il bene della scuola»
«Ed è quello che hai fatto ed è per questo che assegnerò 100 punti alla tua casa, ma devo comunque insistere affinché ciò non si ripeta!»
Elanor strabuzzò gli occhi, si aspettava il peggio invece addirittura aveva guadagnato punti per Serpeverde «Grazie professore!»
«Non ringraziarmi! Non accadrà una volta ancora, devi promettermi che non cercherai più altre Sale Maledette!»
La ragazza si sentì spiazzata, non poteva certamente smettere di cercare suo fratello, ma non voleva neanche contraddire il preside: «Non cercherò più altre Sale Maledette, professore!» non era stata una promessa formulata così, ma a Silente parve bastare e sorrise sereno e soddisfatto «Bene! È tutto, puoi andare!». Elanor gli diede le spalle e s'incamminò verso l'uscita, ma lui la richiamò con voce leggera: «Elanor... » non l'aveva mai chiamata per nome «Quando cerchiamo qualcosa, dobbiamo mettere in conto che quando la troveremo potrebbe non soddisfare le nostre più fulgide aspettative» la serpeverde fece un cenno affermativo con la testa, in verità quelle parole l'avevano in qualche modo scossa dall'interno; si avviò nuovamente verso l'uscita e quella volta avrebbe tanto voluto mettersi a correre.
Appena si ritrovò nel corridoio fece un lungo sospiro di sollievo, ma fu subito quasi investita dal mantello nero di Piton, seguito dalla voce acuta di Vitius che pareva borbottare delle scuse verso il collega che era più adirato del solito. Appena la vide spostò veloce lo sguardo da lei all'entrata dell'ufficio di Silente: «Hai creato problemi Blair?»
«No professore!» si affrettò a rispondere lei.
«Bene! Allora vai in Sala Comune, che ho già altre rogne!» Elanor giurò di aver intravisto uno sguardo furente rivolto verso il piccolo professore di Incantesimi, ma non stette a tergiversare a lungo, preferì piuttosto scattare veloce verso i sotterranei.
Non li raggiunse visto che un uragano di nome Penny Haywood la investì, fisicamente e con mille domande: «Ti ha espulsa? Ti ha punita? Ci caccerà tutti?»
«Penny, Penny, Penny... calmati! Non verremo espulsi, anzi... ho guadagnato anche cento punti per la mia casa!»
«Wow! Cavoli e io che mi stavo preoccupando!» sorrise la tassorosso, prima di trasalire di colpo «Buon pomeriggio belle fanciulle!» Orion era appena comparso alle loro spalle, seguito da Marphy McNully che iniziò subito a fare ciò che gli riusciva meglio: parlare.
«Ho sentito quello che hai detto! C'era l'ottanta percento di possibilità che ciò accadesse!»
«Non credo che questo sia il momento più opportuno per le tue statistiche, McNully» disse Orion, per poi rivolgersi ad Elanor: «Stavi andando in infermeria?»
«Perché dovrei andare in infermeria?»
«Non lo sai?» dissero tutti e tre in coro.
«Sapere cosa?» la ragazza era confusa «Ovvio che non lo sa! Palese direi.» specificò Murphy.
«E di grazia, volete delucidarmi?» Elanor iniziava a spazientirsi, non prevedeva nulla di buono e infatti la cosa fu confermata dal Capitano: «Avevo convinto Skye a parlare con la Rath e lei è andata al campo di allenamento dove si stava esercitando la corvonero, ma a quanto pare appena l'ha vista la Rath le ha puntato un bolide contro!»
«Cosa?!»
«E ora è in infermeria!» concluse Murphy.
«È assurdo! Perché la Rath avrebbe dovuto fare una cosa del genere?» chiese Elanor, a dir poco esterrefatta.
«Sinceramente io non credo che sia andata esattamente così ed è per questo che sto andando in infermeria, oltre che per appurarmi dello stato di salute della mia cacciatrice!»
«Sei premuroso» la voce di Penny parve un sussurro, ma bastò per destarla come uno schiaffo in faccia «Io... io... devo andare!» disse, prima di sparire fra i corridoi. I tre ragazzi invece si incamminarono verso il regno di Madama Chips.

Skye era distesa su uno dei lettini, la Chips aveva riferito che la spalla della ragazza era stata fortemente compromessa e anche se lei era brava a sistemare le ossa, la Parkin non avrebbe giocato a Quidditch per almeno un mese. Ovviamente la notizia era stata accolta come il ritorno in vita di Lord Voldemort, quella stessa settimana si sarebbe disputata la partita finale contro Corvonero, che avrebbe decretato il vincitore della Coppa.
«La colpa è della Rath, dovrebbe essere espulsa!» ringhiò Skye, oltremodo furibonda per non poter partecipare alla partita più importante dell'anno.
«Tesoro, sono sicuro che non intendesse farlo, deve essere stato un incidente» iniziò Orion, riferendosi alla battitrice dei Corvonero.
«Non chiamarmi così, non sono il tuo tesoro! E comunque lo ha fatto apposta, voi non eravate lì. Sapeva che io ero l'unico ostacolo fra lei e la coppa!» urlò Skye. Fra lei e Orion era risaputo che non corresse buon sangue, erano troppo diversi, tuttavia il Capitano si era sempre mostrato gentile e cortese nei suoi confronti, mentre lei... beh! Lei era Skye.
«Sei proprio sicura di quello che dici, Skye?» chiese Elanor titubante.
«Certo che ne sono sicura!»
«Come eri sicura che lei avesse rubato la Comet?» il sarcasmo di Murphy non passò certo inosservato alla cacciatrice infortunata.
«Se Silente, Piton e finanche i miei amici non vogliono credermi... » iniziò, marcando con espressione quasi disgustata sulla parola "amici" «Lo farà Rita Skeeter!»
«Rita Skeeter? Quella Rita Skeeter?» chiese Murphy con sguardo allibito.
«Si! Proprio lei, vuole fare un articolo su di me!» specificò la ragazza.
«E tu mi dirai tutta la verità!» la voce suadente di una donna li raggiunse alle spalle, quando si voltarono videro la figura di una donna particolarmente affascinante, con una complessa capigliatura biondo acceso e labbra rosse; di fianco a lei un block notes sospeso nell'aria con accanto una piuma pronta a carpire e trascrivere ogni più piccolo e succulento particolare.
«Sono Rita Skeeter!» si presentò quella.
«Lo sappiamo, ma lei di solito non si occupa di sport, ma di pettegolezzi!» precisò Orion. La donna sorrise: «Mi occupo di tutto ciò che fa notizia, mio caro. Tu devi essere Orion Amari, il più giovane Capitano di Quidditch della storia di Hogwarts!»
«Se vuole definirmi così... quello è il mio nome ad ogni modo!»
«La signorina Parkin deve riposare, siete pregati di uscire, tutti!» la voce di madama Chips arrivò alle loro orecchie autoritaria come sempre e li costrinse ad uscire dall'infermeria, tuttavia Elanor fu bloccata appena fuori il corridoio.
«Signorina Blair, posso parlarle? In privato» chiese la Skeeter, osservando i due ragazzi.
«Ci vediamo dopo in Sala Comune!» gli disse la ragazza e i due giovani si incamminarono nei sotterranei.
«Di cosa vuole parlarmi esattamente? Può sapere tutto ciò che vuole della famiglia Parkin dalla diretta interessata!» fece Elanor, accennando alla porta dell'infermeria. Pertanto la donna sorrise malevola: «Cosa vuoi che importi al Mondo Magico di una ragazzina che non può disputare una partita di Quidditch, anche se il suo cognome è Parkin. Ciò che rende succulento un articolo di giornale è sapere, ad esempio, che la giovane e talentuosa Elanor Blair di fianco al bel Capitano di Serpeverde hanno portato la squadra ad un passo dalla Coppa, lei con il suo passato tormentato alle spalle e un futuro da spezzaincantesimi. Ho saputo che hai scovato e aperto una nuova Sala Maledetta!»
«A quanto pare sa già molte cose su di me, non credo ci sia bisogno che io aggiunga altro! Ora se permette, devo prepararmi per gli allenamenti!» detto ciò Elanor diede le spalle alla giornalista e senza aggiungere altro s'incamminò nel corridoio.

Alla fine, anche Piton si era convinto che le intenzioni della Rath non erano malvagie e si era infine concluso che la ragazza neanche aveva visto Skye al campo, in quanto quest'ultima si stava nascondendo probabilmente per spiarla. Inutile dire che tutta la situazione non aveva fatto altro che incattivire la cacciatrice di Serpeverde che aveva evitato qualsiasi contatto con la sua squadra negli ultimi giorni.
I pensieri di Elanor a riguardo furono interrotti dalla voce di Murphy che si addentrò negli spogliatoi di Quidditch spingendo le ruote della sua sedia a rotelle.
«Punto ceco!»
«Ma tu non dovresti essere nella cabina commentatori?» chiese la ragazza quando lo vide arrivare.
«Ci andrò tra poco! Ad ogni modo ribadisco "punto ceco"!»
«E sarebbe?» chiese Elanor confusa.
«La Rath ha un punto ceco, se ti trovi nell'angolo sinistro alle sue spalle, lei non ti vedrà, questo è il suo punto debole. Ecco perché non ha visto Skye!»
Elanor sorrise compiaciuta, quel ragazzo trovava sempre una soluzione a tutto.
«Ora sarà meglio che vada, il mio dovere da esperto di tecniche l'ho fatto, devo andare ad adempiere a quello di cronista sportivo!» esordì Murphy allontanandosi dagli spogliatoi.
Elanor si stava agganciando i parastinchi, la partita si sarebbe disputata fra qualche minuto e lei ormai sentiva l'ansia crescere a dismisura. Il suo operato tuttavia fu nuovamente interrotto da una voce familiare.
«Ho raccontato tutto alla Skeeter!»
Dinanzi a lei Skye Parkin la osservava con le mani nelle tasche.
«Bene! Farà un grande articolo menzionando sciocchezze sulla Rath!» Elanor non aveva nessuna voglia di trovarsi in altri casini gratuitamente offerti da Skye.
«Oh! Quello! Alla Skeeter non è minimamente interessato dei miei problemi con la corvonero, a dire il vero, non le interessava minimamente di me!»
Elanor corrucciò le sopracciglia, non capiva dove la compagna volesse arrivare.
«Voleva sapere di te! E io le ho raccontato tutto!»
Stava per chiedere "tutto cosa" esattamente, quando sentì la voce di Orion intervenire severa come non l'aveva mai sentito.
«Dovresti essere sugli spalti Skye!»
«Sono ancora un membro di questa squadra, ho accesso agli spogliatoi!»
«Si, ma non hai il diritto di innervosire la squadra prima di una partita importante!»
Lo sguardo della ragazza si assottigliò: «Sono il cacciatore della squadra di Serpeverde!»
«E io il Capitano! Ora esci dallo spogliatoio e vai a sederti sugli spalti!»
Skye grugnì, ma senza poter nulla contro l'autorità di Orion uscì come aveva ordinato lui.
Il Capitano restò qualche secondo ad osservare il vuoto, poi sorrise guardando la sua squadra: «Allora, siete pronti per il momento di vivificazione?».

Elanor cercava di regolarizzare il respiro, doveva mantenere la lucidità o non sarebbe stata in grado di aiutare la sua squadra. Di fianco a lei Orion sembrava tranquillo e sereno come suo solito, nel corridoio circondato da stendardi verdi e argento, sembrava stesse aspettando il Nottetempo piuttosto che l'inizio della partita che avrebbe potuto portarli alla vittoria del campionato.
«Qual è la prima cosa che ti ricordi dei nostri allenamenti all'inizio del campionato?» esordì lui improvvisamente rivolto ad Elanor. La ragazza in tutta risposta si ritrovò a sorridere suo malgrado: «Fiammagranchio, Vermicolo, Snaso e Kneazle! Mi avevi detto di non dimenticarmi di questi animali!»
Orion rispose al sorriso: «E vedo che non lo hai fatto! Abbiamo bisogno della pazienza di un Vermicolo mentre riposa sotto terra, della tenacia di uno Snaso alla ricerca dell'oro, dipendiamo gli uni dagli altri con la lealtà di un Kneazle, ma dobbiamo possedere il fuoco di un Fiammagranchio. Se riusciremo in queste cose, vinceremo la Coppa!»
Elanor osservò quel giovane che era stato scelto per governare quella squadra un po' per caso, ma il fato aveva avuto una grande intuizione: Orion poteva apparire strano il più delle volte, ma la sua filosofia e il suo modo di essere erano sicuramente la forza più grande che Serpeverde avesse, il loro più grande vantaggio.

La voce di Murphy echeggiava dalla sua cabina per tutto lo stadio da ormai una buona mezz'ora, la partita era stata fino ad allora piuttosto combattuta, tuttavia la vittoria era decisamente lontana, almeno per Serpeverde; ogni qual volta il loro cercatore sembrava avvistare il boccino d'oro, la Rath le scagliava contro un bolide e quella per deviare la palla che con tutta violenza le si gettava contro, finiva per perdere di vista la piccola pallida dorata.
«Il cercatore di serpeverde sembra aver avvistato nuovamente il boccino, ma il battitore di corvonero sembra non essere d'accordo!» la voce di McNully la ridestò come una doccia d'acqua gelida. Spostò velocemente lo sguardo sulla loro cercatrice, prontamente inseguita dalla Rath che con uno sguardo richiese un bolide ad un suo compagno.
Elanor si ricordò del punto ceco che le aveva spiegato Murphy e subito si mise in posizione per seguire la corvonero; non aveva però idea di come poter fermare a mani nude il bolide che in quel momento la Rath stava lanciando con tutta la violenza possibile contro la loro cercatrice che era ad un passo dal boccino e dalla vittoria. Senza pensarci due volte agì d'istinto.
Uscendo d'improvviso dal punto ceco della battitrice si scagliò contro il bolide, parandosi tra questo e la sua compagna alla rincorsa del boccino. Il bolide le colpì la spalla e il petto scaraventandola giù dalla scopa, fortunatamente non era a molti metri d'altezza e sentì il colpo attutito dalla sabbia del campo. Cercò di riaprire gli occhi e soprattutto riprendere fiato: prendere un bolide in petto le aveva mozzato il respiro. Mentre tossiva e ancora si trovava piegata in ginocchio nel mezzo del campo, sentì distintamente la voce di Murphy urlare: «Serpeverde mette fine alla partita e vince la coppa del campionato di Quidditch di Hogwarts!». Non riusciva a credere alle sue orecchie, avevano vinto.
«Stai bene, Elanor?» la voce di Orion la raggiunse e si sentì sollevare da terra e rimettere in piedi, il ragazzo la osservava con un largo sorriso: «Abbiamo vinto! Abbiamo vinto la coppa! Sei stata formidabile!». Un attimo dopo furono investiti dall'intera squadra, mentre dagli spalti gli altri Serpeverde giungevano nel campo per festeggiare.

Skye l'aveva raggiunta nella Sala Comune durante i festeggiamenti. «Alla fine l'allievo supera il maestro!» aveva esordito, ma sorrideva.
«Credevo fossi arrabbiata con me!»
«Con il destino più che altro, ma abbiamo vinto, questa è la cosa importante! Goditi questo momento, il prossimo anno non mi lascerò mettere in tribuna facilmente!» si allontanò continuando a sorridere benevola, tuttavia Elanor non seppe esattamente come interpretare quell'ultima frase.
La festa nella Sala Comune era durata fino a tardi e quella mattina Elanor aveva saltato la colazione per dormire qualche ora in più; avanzava a passo deciso per i corridoi, intenzionata a raccattare Rowan dalla Biblioteca nella quale si era rifugiata, quella non era la giornata per rinchiudersi fra quattro mura. Indosso aveva ancora la maglia incantata da Orion per la vittoria, con la coppa di Quidditch in bella mostra che scintillando si trasformava in un serpente. Il sorriso non riusciva a smorzarsi, si sentiva al settimo cielo: mancavano oramai appena due settimane prima della fine della scuola e poi avrebbe potuto godersi il sole estivo con i suoi genitori, aveva aperto una Sala Maledetta e sentiva di essere ad un passo dal ritrovare suo fratello Jacob e inoltre avevano vinto la coppa di Quidditch. Niente avrebbe potuto distruggere il suo buon umore.
Penny le si parò davanti piuttosto trafelata, il volto pallido e una ciocca di capelli era addirittura sfuggita ad una delle sue perfette trecce.
«Ho bisogno del tuo aiuto, Elanor!»
Beh! Quasi niente, dopotutto erano ad Hogwarts.

   
 
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