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Autore: elev    23/07/2020    1 recensioni
Liam e Daniel sono amici fin dalle elementari.
Riflessivo e leale il primo, festaiolo e scansafatiche il secondo, seppur caratterialmente opposti si conoscono come le proprie tasche e sono legati da una stretta amicizia in cui condividono tutto: passioni, speranze, drammi, le corse spericolate in moto e il loro sogno più grande: correre fianco-fianco in un vero campionato.
Quando però la vita si mette di traverso rivoluzionandone i piani, coinvolgendo sentimenti imprevisti e mettendo in discussione anche un forte legame come il loro, improvvisamente rincorrere il sogno diventerà più complicato. Starà ai due ragazzi saper riconoscere il cammino giusto per sé senza dover rinunciare ad un’amicizia per la vita.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Cap 5 (1° parte)

***

Nina, 11 settembre, ore 8.00

È un’ora che provo a chiamarlo ma il cellulare è sempre staccato. Avevo chiesto a Liam di accompagnarmi all’entrata di scuola. Oggi è il primo giorno e lui non c’è.
Sto cominciando a preoccuparmi, cammino avanti e indietro davanti al cancello del liceo con il telefono in mano e non so che fare quando il rombo di una moto dietro di me interrompe le mie paranoie. “Già non ti cerca più? E poi dicevi che ero io quello che non chiamava mai!” Dice una voce seguita da una risata sgradevole.
“Che ci fai qui?” Gli chiedo quando mi volto. “Sono venuto a salutarti visto che sei appena tornata, è vietato?”
“N-no ma…” rispondo dubbiosa.
“Stavi aspettando lui, non è vero?”
“Senti adesso non ho tempo, è tardi e devo entrare in classe…”
“Ma io ti devo parlare!” Insiste lui.
“Io non posso… devo andare a scuola Dan…” ripeto facendo cenno all’edificio alle nostre spalle. Lo guardo e dai suoi occhi noto che è evidente che non sta scherzando.
“E va bene! Parliamo. Ma non qui, ti prego”
“Hai ragione” risponde con mia sorpresa. “Sali!” Esclama porgendomi il suo casco e indicando con il mento lo spazio dietro di sé sulla moto.
“Dan! NO! Non posso…”
“Da quando sei diventata così fifona?” Esclama lui con un mezzo sorriso. Scende dalla moto e si avvicina a me “Non ti fidi di me? Eppure una volta non ti faceva paura niente!” Commenta sfiorandomi una guancia provocandomi un brivido.
“Sali!” insiste. E io non posso che ubbidire a comando.
Salgo sulla moto con le gambe che mi tremano e Dan mi prende le mani sistemandole attorno ai suoi fianchi prima di mettere in moto causandomi una sensazione di paura mista ad eccitazione sulla pelle.

“Dove andiamo?” Mi lamento, ma non ottengo risposta. Lo spostamento d’aria dovuto alla velocità mi toglie quasi il respiro, chiudo gli occhi e quando li riapro il paesaggio attorno a me è cambiato. Dan stringe la manopola dell’acceleratore facendo correre la moto ancora più di prima in direzione di un pontile. Vedo la fine avvicinarsi troppo velocemente. Stringo le ginocchia attorno alla carena calda. “Ti devi fermare, Dan! Fermati!” Urlo. Sento il suo torace abbassarsi in un sospiro, quando la moto finalmente rallenta fermandosi a pochi centimetri dall’acqua.

Scendo dal mezzo con le gambe che sembrano di gelatina e mi tolgo il casco.
“Ma che ti prende eh?” Glielo urlo in faccia forse più spaventata che furibonda.
Dan afferra il parapetto con entrambe le mani senza rispondere.
Lo guardo spazientita, “e poi si può sapere che ci facciamo qui?!” Soffio incrociando le braccia al petto. Ora sembro una bambina offesa.
“Perché? Cos’ha che non va questo posto?” Ride lui senza distogliere lo sguardo dall’orizzonte. “Non ti piace?”
Guardo i riflessi argentei del primo sole mattutino sull’acqua. “N-no! Cioè sì ma…ma non è questo il punto! Rispondo. “Cos’avrebbe di speciale?”
“Sai il trucco di prima?”
Lo guardo interrogativa e lui si volta verso di me.

“Lo facevamo sempre Liam ed io. Una volta per poco non finivamo in acqua sul serio!” Sorride leggermente “io mi sono fermato e lui si è incastrato con la ruota tra le sbarre!” Poi si sposta verso un basamento di cemento in cui qualcuno ha impresso le mani. “Quelle sono le nostre! Lo sapevi?” Lo guardo e faccio segno di no con la testa. “Era come la nostra walk of fame! Da quel momento questo posto è diventato il nostro e ci eravamo promessi che il primo di noi che avesse trovato una ragazza speciale, l’avrebbe portata qui. Scusami se non l’ho mai fatto! Con questo non voglio dire che non lo fossi anzi forse è perché lo sei troppo e io… io sono come sono.”

“Dan…” Replico esasperata.
“Che c’è?”
“Non farti ulteriormente del male, ti prego! Ma questo posto, tu… io… non va bene!” Gesticolo disperata.
“Mi stai lasciando… di nuovo?” Chiede con la voce rotta. Nei suoi occhi vedo quel muro di sfrontatezza dietro cui si nasconde, crollare pietra dopo pietra e lasciare uscire la sua parte più sensibile senza sapere se avrò la forza necessaria per reagire. “Non siamo tornati insieme…” Rispondo più seccamente possibile.
“Mi sono comportato di merda, lo so.” Dichiara avvicinandosi a me. “Stare con te mi rende migliore, posso cambiare, lo prometto….” Soffia a pochi centimetri dalle mie labbra.
“Danny, me l’hai promesso tante di quelle volte quando stavamo insieme e non è mai cambiato niente. Ora non basta più perché sono io ad essere diversa.”
Daniel si avvicina senza replicare, mi prende il viso tra le mani e posa le sue labbra sulle mie coinvolgendomi in un bacio famelico e disperato a cui per un momento non riesco ad oppormi facendomi perdere un battito. Per un istante mi riporta indietro a quando le cose tra noi ancora funzionavano e una lacrima fa capolino nell’angolo di uno dei miei occhi. Li chiudo entrambi mentre cerco di scacciare questa immagine dalla mia testa o almeno di riporla nel cassetto dei ricordi. “Era un sacco che non mi chiamavi così” mormora con la fronte appoggiata alla mia.

Gli sorrido timidamente ma ritorno velocemente in me “Dan… noi non stiamo più insieme e i-io non posso baciarti in q-quel modo, non posso più.” Sussurro staccandomi.
“Tu non puoi… perché…per lui vero?! Lo sapevo, per un po’ ho creduto che gli girassi intorno perché ti faceva pena… invece se n’è approfittato appena ha potuto!” Dice arrabbiato.
“Perché cerchi sempre di addossargli la colpa? Liam non c’entra nulla, cerca di capire!”
“Tanto lo so che c’è qualche cosa tra voi, ho visto come lo guardi! Vi ho visti insieme, razza di stronzo e dice pure di essere mio amico!”.
“Senti mi dispiace che sia andata così!”
“Ah ti dispiace? Adesso che hai trovato un rimpiazzo ti dispiace?”
“Liam non è un rimpiazzo, lui non c’entra niente, non stiamo insieme e io e te ci siamo lasciati per un altro motivo lo vuoi capire?”
Questo discorso l’ho già fatto mille volte e non ne posso più di ripeterlo indipendentemente se tra Liam e me stia nascendo qualche cosa.

“Vedi? Pensi subito a lui e lo difendi sempre!” Insiste, “aspetta che lo becco in giro e vedrai se non lo convinco a levarsi di torno!” Dichiara lui con aria determinata.
“Smettila! Tu non farai proprio niente!” Lo guardo negando con la testa e gli poso una mano su una spalla.
Lui si scosta immediatamente infastidito dal mio tocco “Lasciami! Non mi dire quello che posso o non posso fare!”
“Non l’ho mai fatto! E se ti è parso mi spiac…”
“Che palle!” Strilla, “sai dire solo che ti dispiace? Intanto di scaricarmi chissà da quanto l’avevi già deciso!”
“Senti, hai dato il tuo bel contributo anche tu, a quanto mi risulta non ero io quella che non sapeva tenere chiusa la zip dei pantaloni!” Sbotto tutto d’un fiato “quello che ha saputo trattenersi alla prima occasione eri tu! Credevi che non l’avrei scoperto? Eh?”
“Ma come hai…” Risponde rimanendo impietrito per un attimo.
“A scuola lo sapevano tutti! So che tipo sei ma Maureen è una provocatrice che la da a tutti, era per questo che avevo deciso di passarci sopra, Dan io ti voglio bene ma ora basta!” Sbuffo “e lascia stare Liam, non fa che preoccuparsi per te!” Gli ripeto senza tante speranze.

“Certo e del bacio che vi siete dati quando ancora stavamo insieme che mi dici? Non è stato solo un bacio vero? Beh almeno lui è stato sincero ed è venuto a dirmelo con la coda tra le gambe…ma tu…chissà da quanto tempo stavi con me e pensavi a lui!”
“Questo non è vero! È stato lui a convincermi di darti una seconda possibilità!”
“Ah e ti ha convinta baciandoti? Bel metodo di convincimento!”
“Magari non è stato lui a fare il primo passo, tu che ne sai?” Glielo urlo in faccia sprezzante.
“Perché? È così eh?”
“Sai una cosa? Non te lo dico! Tanto da come ti comporti non sembra importarti molto di me!” Esclamo senza nemmeno capire da dove esca questa versione perfida di me. “Comunque le cose sono cambiate e tu… tu sei rimasto lo stesso. Hai continuato ad ignorarmi!”

I suoi occhi mi guardano per un lungo momento di silenzio, le nocche delle sue dita sono biancastre tanto stringe i pugni. Ora un sorriso sghembo si forma sulle sue labbra quando esclama “sai qual è la parte migliore dell’essere scaricati, huh?” Faccio cenno di dissenso con la testa “Che non si è più obbligati a “cercare di capire”…! 
Vaffanculo, tutte due ok?.” Annuncia risalendo sulla moto.
 


***
Daniel

Mollo la frizione e la gomma anteriore della mia moto si solleva leggermente da terra. Mi ricorda tanto quando giocavamo a chi impennava più a lungo io e Liam.
Sgommando mi allontano da lei. Non so cosa mi è preso, forse in un recondito angolo del mio cuore pensavo che ci avrebbe ripensato e sarebbe tornata con me. Nel preciso momento in cui questo pensiero si fa largo nella mia mente, mi rendo conto che non è nemmeno ciò che volevo veramente. Non lo so se vorrei davvero tornare con lei. Non sono il tipo giusto.

Forse la verità è che se l’ho pensato è per fare un torto a Liam. Se ho fatto quella scenata riempiendolo di pugni è perché volevo distruggere la sua immagine che mi ripete continuamente che non posso continuare a comportarmi in questo modo. È sempre stato perfetto lui. È perfetto per me e forse, in un altro modo, anche per lei. La cosa mi da sui nervi perché è terribilmente vero.
Vorrei urlargli contro, dirgli che è stato uno stronzo e farlo sentire una persona orribile, anche se dentro di me non lo penso affatto. Ora che avevo trovato qualcuno da incolpare credevo mi sarei sentito meglio[1], invece mi sbagliavo di grosso: sto ancora peggio di prima.

Ho provato a chiamarlo un sacco di volte senza sapere esattamente cosa avrei potuto dirgli se non una grande quantità di cattiverie ed insulti che mi confondono la mente, ma non mi ha mai risposto. Dopo aver passato la giornata vagando senza una meta precisa, imbocco la strada del molo per la seconda volta e passo la serata al bar scolandomi una birra dietro l’altra.
Quando risalgo sulla moto mi tremano le gambe e la vista è offuscata. Stringo forte le manopole e accelero. La strada mi viene incontro veloce, non ho idea di che ore siano ma immagino abbastanza tardi, scalo qualche marcia e mi ritrovo ad imboccare la strada di casa sua.
Mentre mi avvicino alla sua finestra il cuore comincia a martellarmi nel petto.

Devo aver fatto già abbastanza casino perché poco dopo la luce all’interno si accende e prima che io riesca a mettere assieme una frase con un senso la sua voce mi interrompe con un sussurro glaciale: “Cristo santo, Daniel?! Si può sapere che cavolo vuoi ancora?”
Mi rendo conto di non avere esattamente un aspetto invitante e non so nemmeno il motivo preciso che mi ha portato a bussare alla finestra di Nina in piena notte, di nuovo completamente fuori di me.

Fisso i suoi occhi chiari mentre mi fa tutta una serie di domande che non riesco nemmeno a capire e muovo le labbra senza che ne esca un suono definito. Dopo averla informata di quanto io non abbia bisogno della sua comprensione e vari tentativi di mettere insieme una frase dal senso compiuto, biascico che “Io… non lo so… forse, forse volevo dirti che ho sbagliato a lasciarti andare!” Con una risata amara.
“Ti ho dato retta stamattina, volevo darti un’occasione per spiegarti, ma mi hai ferita di nuovo”
“Senti io…” farfuglio “non avevo intenzione, non l’ho mai avuta!”
“Lo so!” Risponde lei. Ora serra le labbra e si stringe nelle spalle.
“Nina…” sussurro avvicinandomi, “Mi dispiace…mi manchi”
La sento espirare profondamente e per un attimo rimaniamo in silenzio entrambi con lo sguardo rivolto in direzioni opposte.
“Però oggi quando ci siamo baciati non eri indifferente, l’ho sentito. Posso dimostrartelo….” Le dico ma perdo l’equilibrio e cado di peso tra le sue braccia.
“No, non puoi. Non puoi venire qui, dirmi queste cose e fare finta che non sia successo niente. E poi Dan, davvero, tutto cambia, non lo vedi? Tutto tranne te!” Mi risponde trascinandomi all’interno.
 

*** 
Nina

La sveglia segna le tre del mattino quando socchiudo gli occhi per guardare l’ora. Sento un rumore vicino alla finestra e il cuore mi batte veloce nel petto.
Mi avvolgo nella coperta e accendo la luce. “Ma chi… Ommioddio!” Esclamo d’impulso aprendo la porta finestra, quando mi trovo davanti Daniel in una versione orrenda di sé stesso. Ha i capelli spettinati attaccati al viso, due occhiaie profonde e dalla tracolla spunta il collo di una bottiglia. “Si può sapere che cavolo vuoi ancora? Ma quanto hai bevuto? Stai bene?” Il mio tono è abbastanza duro quando gli rivolgo la parola.

Mi guarda con un’espressione a metà tra lo sconvolto e il sarcastico “Ti preoccupi ancora per me? Guarda che non sei obbligata! Non ho bisogno della tua “comprensione!” Esclama alzando il volume della voce e mimando le virgolette con le dita.
“Vuoi smettere di fare casino? Daniel, si può sapere che vuoi?” Sussurro arrabbiata.
Daniel abbassa lo sguardo come un bambino colto in flagrante “Io… non lo so… forse, forse volevo dirti che ho sbagliato a lasciarti andare!” Ride.

“Oggi ero arrabbiato, ma ho capito che in realtà mi manchi Nina!” Bofonchia con voce impastata.
“E l’hai deciso alle tre del mattino?” Domando scocciata.
“Torna con me, ti prego!”
Vorrei parlargli di stamattina ma perde l’equilibrio cascandomi addosso di peso singhiozzando e costringendomi a sorreggerlo.
 
Daniel è completamente andato e non posso lasciarlo qui in questo stato, anche se le cose tra noi torneranno più quelle di una volta, mi dispiace. Decido di rientrare e trascino quello che rimane di lui verso camera mia.

Lo sistemo sul divano dove in mezzo a mille vaneggiamenti mi fa promettere di considerare l’idea di rimetterci insieme nonostante sia stato uno stronzo, di non lasciarlo lì da solo e di non dire a sua madre che si è ubriacato. Poi mi rivela di aver litigato con il suo migliore amico e di non sapere dove si trovi ora.

Questa notizia mi lascia con una brutta sensazione addosso, ma sono esausta e poco dopo mi addormento anche io.
 

[1] Per la serie: Se non faccio citazioni musicali non sono contenta… Citazione innocentemente ispirata al testo di “one” degli U2 «(…)Will it make it easier on you now? You got someone to blame.»  
Il copyright della canzone appartiene esclusivamente alla band e ai suoi autori.




*******
Ciao a tutti! Ed eccoci qui.... alla fine della prima parte del 5° capitolo. Il nostro povero Danny ha dato un po' fuori di matto, spero di essere riuscita a renderlo almeno un pochino ancora un essere umano pensante... dato i casini che combina! Credetemi, non è cattivo!!
A presto con la seconda parte....in cui scopriremo (forse) dov'è finito Liam!
  
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