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Autore: FreddyOllow    24/07/2020    0 recensioni
[GTA IV]
[GTA IV][GTA IV][GTA IV]Dopo gli eventi di GTA IV. Niko Bellic sta facendo colazione in una tavola calda, quando due sicari cercano di ucciderlo...
Genere: Azione, Drammatico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Niko tornò nel suo appartamento, lasciandosi cadere sulla poltrona. Chiuse gli occhi e rimase così per una dozzina di minuti. Voleva riposare. Voleva trovare un po' di quiete nella sua tormentata mente.
Aveva cercato la bambina, dopo che aveva sistemato Jeb. Perlustrato ogni vicolo nel raggio di tre isolati, chiesto informazioni ai senzatetto e passanti, ma era svanita nel nulla. 
Poi qualcuno aveva chiamato la polizia per i due cadaveri all'ingresso del palazzo fatiscente e Niko era andato via. 
Forse l'avevano rapita. Qualche malintenzionato l'aveva presa, ma cercò di calmarsi. Si stava preoccupando troppo. Ma più cercava di non pensarci, di dimenticare quella bambina, più diventava un pensiero ossessivo.
Si alzò, prese un birra dal frigo e la tracannò quasi tutta.
Poi sentì aprirsi la porta d'ingresso. Era Victoria. Posò la borsa sul divano e andò a salutare Niko con un bacio sulle labbra. Victoria non si accorse che Niko era sovrappensiero, finché Niko finì la birra e ne stappò un altra.
"Qualcosa non va?" Domandò Victoria.
Niko la guardò, ma non rispose. Si limitò a ingurgitare birra.
"Puoi dirmelo, Niko."
"Non so come spiegartelo..."
"Provaci. Ti ascolto." Gli prese una mano e si sedettero sul divano.
"Ho sbrigato un lavoro." Disse Niko con lo sguardo basso. "Non posso rivelarti cosa ho fatto. È meglio che tu non lo sappia, ma..." Fece una pausa. "Ho incontrato questa bambina. Era... Diciamo che non aveva nessuno. Abitava in un brutto posto. Aveva un mostro come madre."
Victoria faticava a seguire il discorso, ma cercò di non darlo a vedere.
"Allora ho cercato di aiutarla, ma lei è fuggita. Sparita nel nulla..."
"Perché volevi aiutarla? E poi perché è fuggita?"
Niko fissò i suoi occhi. "Perché era sola. Sua madre... è morta. Non aveva nessuno."
Victoria rimase in silenzio per un momento. "Ma come fai a sapere che non ha nessuno?"
"Viveva con una fottuta tossica del cazzo!" Urlò Niko, alzandosi in piedi. "Una madre che non meritava nemmeno di essere chiamata così!"
Victoria rimase stupefatta dalla esplosiva reazione di Niko. Si era scaldato tanto per una bambina. Pur sforzandosi, non capiva perché.
Niko intuì i pensieri di Victoria. Lo guardò accigliato per un attimo e uscì dall'appartamento. Entrò nella banshee, fece rombare il motore e partì a tutto gas. Voleva sbollire. Togliersi lo stress di dosso. E correre per le strade di Liberty City gli allentava la pressione. 
Sfrecciò sul ponte che unisce le isole. Proseguì per lungo tempo, finché finì quasi addosso a un grosso camion, evitandolo all'ultimo istante. Ma pur andando a 200/khm, la bambina tormentava ancora i suoi pensieri. Sferrò un pugno sul manubrio e decise di tornare doveva aveva freddato Jeb. Avevo perso la battaglia contro i suoi pensieri. 
Aveva ceduto.
Sapeva che era pericoloso tornare sul luogo dove aveva ammazzato Jeb e i suoi uomini. Qualcuno poteva aver cantato. Magari con un agente appena uscito dall'accademia, desideroso di fare carriere. Un testimone che avrebbe riacquistato la memoria per cinquanta dollari. Il rischio c'era sempre, ma la maggior parte delle persone taceva. Si voltavano dall'altra parte per non finire con un pallottola in fronte.
Niko accostò la banshee vicino al marciapiede, spense il motore e uscì dall'auto. Molti passanti, tra cui spacciatori e ladri lo stavano guardando. Un uomo che parcheggiava un bolide da queste parti o doveva essere estremamente stupido o era qualcuno a cui non dovevi pestare i piedi. Quelli capirono subito che Niko non andava fatto incazzare e tornarono ai loro affari.
Niko si mise a girare in tutti i vicoli, spostandosi rapidamente. Sembrava un tossico in cerca della droga per quanto era agitato. Non capiva nemmeno lui perché si sentiva così. Sapeva solo che doveva trovare la bambina. La doveva trovare per forza.
Perlustrò i vari isolati per due ore, finendo per attirare l'attenzione di un gruppo di spacciatori.
"Ehi, amico!" Disse uno di loro con una pistola in mano. La mostrò a Niko per intimorirlo.
"Levati dalle palle!" Rispose Niko superando il gruppo.
Ma non fece due passi, che un altro uomo lo afferrò per una spalla. Niko si voltò e gli tirò un pugno in faccia. Quello cadde, mentre i suoi amici puntarono le armi verso Niko.
"Non lo farei, se fossi in voi." Disse Niko.
Il gruppo rise. Poi uno di loro aggiunse. "Ah sì? Perché? Chi sei?"
"A me sembra un fottuto sbirro." Disse un altro spacciatore.
Gli altri annuirono.
"Sono Niko Bellic." Tuonò.
Il gruppo abbassò le armi intimorito, si lanciarono delle occhiate.
"Ora che abbiamo sistemato la questione," continuò Niko. "avete visto una bambina bionda?"
"Sì, credo di si... A un isolato da qui." Disse uno di loro. "Vicino al supermarket."
Niko si voltò e sparì tra i vicoli.

Quando raggiunse il supermarket, s'inoltrò in uno stretto vicolo. Due barboni dormivano per terra, mentre un altro stava defecando in un cassonetto. Niko lo guardò disgustato, ma quello continuò a fare quello che faceva.
Niko svoltò a sinistra e si ritrovò in un piccolo parchetto cementato, circondato da una recinzione di ferro arrugginita. Salì i cinque gradini e lanciò uno occhiata attorno.
La bambina era accanto a un un uomo grassoccio con il doppio mento, gli occhiali e una camicia azzurra. Teneva per mano la bambina e le parlava con tono affettuoso.
Niko si avvicinò con passo deciso. Quando gli fu vicino, toccò la spalla dell'uomo, che sussultò. 
"Togliti dalle palle, prima che ti spacchi la testa." Urlò Niko.
L'uomo sorrise compiaciuto, tirò fuori un coltello e lo poggiò alla gola della bambina. "Non fare un altro passo. Wendy vuole stare con me, non è vero?"
Con il volto rigato dalle lacrime, la bambina annuì spaventata.
"Non farle del male, sennò..."
"Sennò che fai, eh?" Gli disse l'uomo grassoccio. "Che fai, eh?"
Niko allungò una mano dietro i pantaloni dove teneva nascosta la sua pistola.
"Fermo! Alza le mani!" L'uomo avvicinò ancor di più il coltello alla gola della bambina.
"Ehi, stai calmo, ok?"
"Ma io sono calmo." Sorrise l'uomo grassoccio. "Oh sì che sono calmo." Poi iniziò a indietreggiare con la bambina.
Niko lo seguì lentamente e con cautela.
"No, no!" Disse l'uomo. "Rimani dove sei. Wendy e io non vogliamo la tua compagnia. Vogliamo stare soli. Farci le coccole, non è vero, Wendy?"
Niko fissò gli occhi arrossati della bambina, che gli imploravano di aiutarla. Ma non poteva fare nulla. L'uomo le avrebbe tagliata la gola.
Quando l'uomo grassoccia stava per girare l'angolo, qualcuno lo colpì dietro la testa. Cadde sulla ginocchia frastornato. Il gruppo di spacciatori gli si fiondò addosso con rabbia, tartassandolo di calci e pugni. L'uomo cercò di dimenarsi, di alzarsi, ma quelli lo gettavano di nuovo a terra, come iene su una preda.
Lo massacrarono.
L'uomo grassoccio se ne stava con gli occhi vitrei a fissare il cielo. La faccia sporca di sangue, il labbro spaccato, il naso rotto.
La bambina corse tra le braccia di Niko.
"Stai bene?" Le chiese Niko.
La bambina annuì.
"Era un fottuto pedofilo, allora." Disse uno spacciatore a Niko.
"Sembra che lo conoscevi?"
"Si aggirava da queste parti da giorni. Pensavo che era qui per la droga o per le puttane. La maggior parte delle gente vestita per bene viene per quello. Merda, se lo avessi saputo prima..."
"Grazie per l'aiuto, ragazzi." Disse Niko. 
"Senti, Niko. Io e i ragazzi volevamo scusarci per prima. Non sapevamo che tu fossi Niko Bellic. Insomma, Dwaine ci ha parlato molto di te. Anzi, non fa altro che dire quanto sei in gamba. Poi ti abbiamo visto con questo pedofilo del cazzo. Beh, da come parlava era ovvio che lo era. Volevamo chiederti scusa." Lo spacciatore guardò i suoi uomini.
"Non preoccupatevi. E' tutto risolto. Grazie del vostro aiuto. Ora devo andare."
"Non dire nulla a Dwayne." Disse lo spacciatore imbarazzato. "O ci farà a pezzi."
"State tranquilli, non dirò nulla."

Venti minuti dopo, Niko entrò nell'appartamento insieme alla bambina. La fece sedere sul divano, quando Victoria uscì dalla cucina.
"Chi è questa bella bimba?" Chiese Victoria, sorridendo alla bambina.
"E' la bambina di cui parlavo."
Victoria le si avvicinò. "Ciao. Io sono Victoria." Le disse.
La bambina accennò un lieve sorriso. 
"Vuoi del gelato?"
La bambina spalancò gli occhi dalla felicità e annuì con vigore.
Victoria la prese per mano e la condusse in cucina, mentre Niko sorrideva. Quel vuoto che sentiva pesante come un macigno era svanito. Ora si sentiva appagato. Felice.
Non passò molto tempo, quando qualcuno bussò alla porta dell'appartamento. Niko andò ad aprire. Era Roman. Lo abbracciò, mentre Mallorie entrava nell'appartamento.
"Cugino." Disse Roman. "Come stai?"
"Bene." Ripose Niko. Poi guardò Mallorie. "Ehi, Mallorie."
"Ciao, Niko."
Victoria e la bambina uscirono dalla cucina e si avvicinarono. La bambina, con le labbra sporche di cioccolato, teneva una tazza di gelato al cioccolato in mano.
"Tu devi essere Victoria?" Disse Mallorie alla donna.
"Ciao." Disse Victoria, mentre la bambina si teneva stretta a lei.
"Io sono Mallorie." Disse la donna, stringendole la mano.
"Victoria. Mi dispiace per quello che ti è successo."
"Non farmici pensare." Aggiunse Mallorie. "Lei chi è?" Disse riferita alla bambina.
"L'ha portata Niko." 
"E' una lunga storia." Disse Niko a Mallorie. "L'ho..."
"Cugino." Aggiunse Roman interrompendolo. "Io e Mallorie abbiamo deciso di fare un viaggio a Vice City. Vogliamo rilassarci. Prendere il sole e sorseggiare Mojito con il culo in acqua."
"Ma è fantastico, a parte l'ultima parte." Sorrise Niko. "Quando partirete?"
"Tra un ora."
"Non avete perse tempo, vedo."
"Dopo quello che è successo, ho pensato di allontanarci da Liberty City. Io e Mallorie ne abbiamo bisogno."
D'un tratto squillò il cellulare di Niko. Lo prese dal tasca della tuta e guardò lo schermo. Era Karen. "Scusate, devo rispondere." Si diresse in terrazza e rispose al cellulare. "Karen."
"Vieni a North Holland. Subito."
"E' successo qualcosa?"
"Ti spiego quando verrai." Karen riattaccò.
Niko mise il cellulare in tasca e raggiunse gli altri, dicendo di doversi assentare per una commissione urgente. 
"Ok, Cugino" Disse Roman abbracciandolo. "Ti manderò delle foto da Vice City." Poi si accostò al suo orecchio. "Ti manderò le foto delle donne in Bikini."
"Donne in Bikini?" Sottolineò Mallorie, che lo aveva sentito.
"No, tesoro. Hai sentito male." Rispose Roman imbarazzato e intimorito. "Volevo dire... Insomma, Vice City è una bella città. Volevo..."
Niko rise e lasciò l'appartamento, mentre Roman incespicava con le parole e Mallorie lo fulminava con lo sguardo.

Karen lo aspettava dietro un vicolo. Quando vide arrivare Niko, la donna aprì il bagagliaio dell'auto. 
"Cos'è?" Disse Niko, notando un grosso borsone nero nel baule.
"Un ordigno."
"Cosa?" Niko sbarrò gli occhi. "Un fottuto ordigno?"
"Ti servirà per far esplodere una parte della centrale di polizia."
"Ma che cazzo..."
"Non sai dire altro?" Karen alzò un sopracciglio.
"E' un idea di..."
"Sì, l'idea è sua. Ma tranquillo, non morirà nessuno."
"E' una fottuta bomba, Karen. Ucciderà per forza delle persone e..."
"Silenzio, Niko." Disse stizzita. "Ora ascoltami. Devi piazzare questo ordigno nel retro della centrale di polizia. Non ci sarà nessuno da quella parte. Molti dei poliziotti sono andati a un cerimonia onoraria di... Non importa di chi. Piazza la bomba in quel punto e farla esplodere. Farà a pezzi solo la stanza interrogatorio e una parte dei bagni."
"Perché? Qual è il motivo?"
"Il motivo? U.L Paper ti ha già detto tutto, ricordi? Questa mossa farà piovere sull'agenzia una cascata di fondi per l'anti-terrorismo. Fondi che aiuteranno anche te per mettere all'angolo Petrov. E poi, U.L Paper ha bisogno di quei fondi. Ma questo non ti è dato sapere."
"Se mi beccano, dovrò..."
"Non ti vedrà nessuno. Ho degli agenti nei paraggi. Il parcheggio è libero."
"Merda... Potrei stanare Petrov da solo. Far fuori i suoi uomini e..."
"Accidenti, Niko!" Disse Karen accigliata. "Sei cocciuto. Fai quello che ti ho detto. Petrov in questo momento è inavvicinabile. Ha gente molto potente alle sue spalle. Tutto il quartiere di Broker è nelle sue mani. Non riusciresti a fare due passi, senza ritrovarti con un proiettile in fronte."
"Ho capito, ho capito." Niko prese il borsone, lo posò a terra e lo aprì. "Come funziona?"
Karen gli allungò un telecomando. "Tieni. Una volta che hai posizionato la bomba, allontanati di almeno 100 metri e premi il bottone rosso. La bomba farà il resto."
"Quindi nessun conto alla rovescia?"
"Hai visto troppi film." Disse Karen, aprendo la portiera dell'auto. "Ci vediamo, Niko." Entrò in macchina, accese il motore e andò via.
"Sì... Ciao..." Disse Niko chiudendo la lampo e afferrando il borsone.

Camminando lungo il marciapiede, Niko prestò attenzione a non far urtare il borsone contro i passanti. Non voleva che un urto facesse saltare in aria lui e tutti ciò che era intorno.
Girò l'angolo di un palazzo, andò avanti per circa 30 metri ed entrò nel parcheggio della polizia, circondato da un basso muretto in cemento. Non era sorvegliato da nessuno. Due macchine della polizia erano parcheggiata dall'altro lato dell'edificio.
Niko si avvicinò verso un cassonetto, posò il borsone tra questo e un bidone pieno di rifiuti e si allontanò con calma. Ma dentro di sé non era per nulla calmo. Lanciava occhiate in tutte le direzioni, pensando che da un momento all'altro sbucassero fuori i poliziotti sparando all'impazzata. Ma non successe.
Uscì dal parcheggio e raggiunse l'altro lato della strada, si appoggiò col fianco a un muro e guardò il telecomando. Rimase a fissare il parcheggio per un attimo, poi premette il bottone senza farsi vedere dai passanti.
BOOM! 
Fu l'unica cosa che sentì, prima di ritrovarsi a terra stordito, con la vista offuscata e le orecchie che fischiavano. Il telecomando gli era caduto di mano.
Vide dei passanti alzarsi da terra o fuggire via. Fumi neri s'innalzavano dallo squarcio nel muro della centrale di polizia. Un piccolo fuoco divampava tra le macerie. Una delle due auto della polizia aveva i vetri infranti, le ruote bucate e la carrozzeria danneggiata.
Niko si alzò lentamente con un mano poggiata a un muro.
Un uomo in completo nero gli si avvicinò. Lo guardò un istante. Poi si chinò, prese il telecomando dal marciapiede e si dileguò tra la folla.
Niko alzò una mano per fermarlo; stava per gridargli dietro, quando realizzò che forse l'uomo doveva essere un agente di Karen.
Poi Niko si allontanò dal luogo dell'esplosione, mentre le sirene echeggiavano intorno. 

Quando superò due isolati, il suo cellulare squillò. Niko si sedette su gradino, prese il cellulare e rispose. 
"Ottimo lavoro, Niko." Disse Karen.
"Sono quasi morto. Cazzo!"
"Ti ho detto di allontanarti di almeno 100 metri, ma tu non mi hai ascoltato."
"Come lo sai?" Niko era irritato. "Hai visto tutto?"
"Certo. Pensavi che ti avrei mandato senza supervisionare ciò che facevi?"
"Ho perso il telecomando. Credo che..."
"Non preoccupare. Un mio agente lo ha recuperato. Ora devo andare." Karen riattaccò.
"Aspetta..." Niko mise il cellulare in tasca. "Merda, devo farmi una doccia. Sono ricoperto di polvere..."

   
 
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