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Autore: GReina    25/07/2020    1 recensioni
[Jily + accenni di Romione; Timetravel, Maraunders' Era]
Harry, Ron ed Hermione si ritrovano "come per magia" nel 1976 davanti a quattro molto scettici Malandrini e Lily i quali stentano a fidarsi di tre ragazzi sconosciuti che sono riusciti ad aggirare tutte le protezioni di Hogwarts arrivando non visti nella Sala Comune Grifondoro.
Genere: Azione, Guerra, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Potter, I Malandrini, Il trio protagonista, Lily Evans, Severus Piton | Coppie: Harry/Ginny, James/Lily, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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“Tempo fa vi ho chiesto di non chiedermi nulla riguardo al mio vero cognome, e voi non l’avete fatto.” disse quindi Harry mentre tutti prendevano posto, chi sul divano, chi sulle sedie, chi in poltrona “Per tutto l’anno sono stato tentato di dirvelo, non riesco a capire neanche con che forza di volontà sono riuscito a non farlo.” continuò “Ma adesso voglio farlo.” Harry aveva capito bene di come il più curioso del gruppo fosse James, questi lo guardava attento, quasi eccitato, mentre gli altri parevano più che altro confusi, magari non capendo perché rivelare un semplice nome gli creasse tutta quella agitazione. “Il mio nome completo è Harry James Potter.” a quel punto anche l’espressione di James diventò incerta
“Quindi saresti un parente di James?” cercò di capire Sirius, un sorriso che gli fioriva sotto i baffi, eccitato all’idea
“Non sapevo che altri rami della mia famiglia avessero conservato il cognome Potter.” disse l’altro “I cugini più stretti che ho sono di sesto grado ed il loro cognome è Wright.” continuò interdetto, Harry scosse il capo
“La nostra parentela è molto più vicina di così.” tutti lo fissarono in attesa che continuasse, lui sospirò e si passò le mani fra i capelli “Non mi crederete mai! Come potreste? Stento a crederci anche io!” a quel punto, Hermione gli mise una mano sulla schiena. Harry si voltò verso di lei e la vide sorridergli incoraggiante “Ho preso il secondo nome da mio padre.” disse guardando ancora verso l’amica per farsi coraggio. Poi si voltò verso James “Tu.” un silenzio innaturale cadde nella stanza dopo quelle parole. Per quelli che potevano essere secondi così come minuti nessuno parlò, ad Harry sembrò un’eternità, poi James sorrise mentre le sopracciglia si incurvavano verso l’alto
“Il tuo secondo nome è in onore mio? Ma se tu sei nato prima di me.” rispose ignorando del tutto la parte in cui rivelava di essere suo figlio. La sua mente era razionale, quindi Harry non si stupì. Scosse il capo
“Ricordate il nostro arrivo?” tentò di nuovo “Abbiamo sentito tutti un terremoto e dal vostro punto di vista siamo apparsi dal nulla in Sala Comune. Vi abbiamo detto che poco prima eravamo a Diagon Alley e poi che eravamo in America, ma erano entrambe bugie. Anche prima che voi ci vedeste eravamo qui ad Hogwarts, ma in un altro tempo. Nel nostro tempo.” Sirius rise e tutti si voltarono verso di lui
“Andiamo.” disse ancora divertito “Ci stai dicendo che sei il figlio di James venuto dal futuro? Devi aver bevuto parecchio, alla festa.” ancora, Harry scosse il capo
“So che è impossibile da credere, ma è così! Hermione ha una teoria sul come sia potuto accadere.”
“E quindi sul come deve ancora accadere, giusto?” rise di gusto Sirius, ma Harry era serio e presto lo tornò anche lui. Poi Hermione provò a spiegare la sua teoria.
“La Mappa del Malandrino.” aggiunse quando ebbe finito, Harry, senza dar la possibilità a nessuno di contestare le parole dell’amica “Sappiamo cos’è, come funziona. Non avete idea di quanto mi sia stata utile nei miei anni qui ad Hogwarts. Siamo stati noi a far scoprire a Gazza dove eravamo per fargliela sequestrare.” rivelò “Non potevamo permettere che scopriste i cognomi mio e di Ron… mi dispiace.”
“Ron?” chiese Lily, il rosso annuì
“Fortunatamente non ho davvero niente a che fare con i Malfoy. Sono un Weasley.” disse fiero
“Figlio di Arthur e Molly, non sapevamo quanto in confidenza foste, quindi abbiamo preferito non rischiare.” aggiunse Harry, James si passò una mano fra i capelli e sospirò prima di parlare
“Scusa,” gli disse “ma è molto da digerire. Insomma, so che non avresti motivo di inventarti storie simili, ma tutto questo…”
“Lo so.” non lo lasciò finire il figlio “Quando vi ho visti… è stato un vero e proprio shock. Vi ho subito riconosciuti, ma credere di aver davvero viaggiato nel tempo non è stato facile. L’avevo già fatto al mio terzo anno con una giratempo, ma era niente di simile a questo! Persino dopo nove mesi mi sembra tutto troppo assurdo per essere vero!”
“Stai dicendo che tu gli credi, Ramoso?” chiese Remus, l’amico si voltò verso di lui
“Non lo so, Rem. Ho sempre pensato che l’assurda somiglianza tra di noi potesse significare che in qualche modo siamo imparentati, e conoscono la Mappa del Malandrino, ma certo questo non basta a convincermi del tutto di stare parlando con il mio futuro figlio, non credi? Dico solo che visto il mondo in cui viviamo non dovremmo escluderlo apriori.”
“Non conosciamo solo la Mappa del Malandrino.” rivelò Ron “Harry ha un Mantello dell’Invisibilità, ed è lo stesso tuo.” fece cenno verso James “No?” si rivolse agli amici che annuirono
“Sappiamo che siete animaghi e del perché lo siete diventati.” aggiunse Harry voltandosi verso Remus che parve spaventarsi
“È stato piuttosto divertente ascoltare le vostre scuse ad ogni luna piena.” rise Ron
“E non è vero che non troverai mai un posto di lavoro.” aggiunse Hermione guardando il Lupo “Sei stato il nostro miglior professore di Difesa Contro le Arti Oscure.” sorrise, Harry annuì concorde
“Sappiamo il motivo del litigio con Sirius,” continuò poi “e sapevo che avreste fatto pace, perché…” si voltò verso il Black “Sirius è il mio padrino.” James buttò fuori una risata mentre l’altro guardava il figlioccio con occhi enormi
“Ovvio che Sirius sarà il padrino di mio figlio.” disse con tutta la naturalezza del mondo, Harry si voltò verso di lui
“Mi credi?” gli chiese, James sospirò
“C’è qualcos’altro, oltre l’aspetto e il fatto che conosciate i nostri più intimi segreti, a spingermi a crederti.” rispose; di nuovo, si passò una mano fra i capelli “Non so spiegarlo.” disse “È come una sorta di sesto senso, un legame indissolubile che sento tra di noi. Può sembrare folle,” Harry lo interruppe
“Non è folle.” poi, con la coda dell’occhio, vide Lily aprire la bocca; si voltò verso di lei, ma l’aveva già richiusa senza dire nulla, era arrossita e si imbarazzò ancora di più quando si accorse di essere fissata
“Lo sento anch’io.” disse piano e con timore, Harry sorrise ed annuì “Sono tua…”
“Sono cinque anni che tutti non fanno altro che dirmi che sono identico a mio padre, tranne che per gli occhi. Ho gli occhi di mia-”
“madre.” concluse per lui James, poi sorrise guardando Lily “Non poteva essere che lei.” arrossirono entrambi. Tutti i presenti stavano strabuzzando gli occhi in cerca di un modo per metabolizzare le informazioni, ci fu parecchio silenzio, Harry aveva intenzione di dirgli tutto, fino in fondo, ma non sapeva da dove iniziare. Fu James a rompere il silenzio
“I ricordi che ho visto nella tua mente all’inizio dell’anno.” disse “Erano veri?” Harry dovette calmare il proprio cuore per poter rispondere senza dar sfogo alle lacrime; annuì
“Non ho mai potuto conoscervi. Vi ho visti solo in un ricordo, nelle foto e nello specchio Emarb. Sono cresciuto con gli unici parenti che mi sono rimasti in vita, zia Petunia e suo marito.”
“Tunia…” si voltò verso Lily
“Sono cresciuto ignorando i miei poteri e del perché voi foste morti. Gli zii odiano tutto ciò che abbia a che fare con la magia, avevano intenzione di impedirmi di frequentare Hogwarts e l’avrebbero fatto se Hagrid non fosse venuto a prendermi.”
“Ma non capisco.” James aveva la fronte aggrottata “Se anche per chissà quale assurda ragione da genitori avessimo deciso di affidare la custodia di nostro figlio alla piena di rancore sorella di Lily…” disse “Come fai ad essere cresciuto senza sapere nulla della magia? Sirius, Peter e Remus avrebbero quantomeno dovuto dirti qualcosa, no?” Harry non riuscì a rispondere immediatamente, e mentre esitava Sirius porse un’altra domanda
“Come sono morti.” Harry si volto verso di lui; cinereo più di chiunque altro, Sirius continuò “Come sono morti James e Lily?” ma non fu lui a rispondere
“La Profezia.” capì suo padre “Hai detto che Tu-Sai-Chi ha ucciso i tuoi genitori a causa della Profezia.” Harry annuì
“È colpa mia.” sussurrò con voce rotta
“No, non è vero!” lo corresse subito Lily “Come potrebbe?” Harry sospirò, poi si aggiunse Hermione
“Non hai colpa nell’essere nato.” quindi Harry annuì, ‘non è colpa mia’ pensò, gli si strinsero i pugni mentre il corpo iniziava a tremare di rabbia
“È vero.” confermò “È colpa del Custode della Chiave.” per quanto volesse farlo, ancora non riusciva a rivalere al gruppo il tradimento dell’amico
“Quindi è così che tenteremo di proteggerci da Voldemort.” Harry si voltò verso James che a sua volta stava fissando Lily per poi girarsi a guardare Sirius “Scommetto che sceglierei te come Custode.” ad Harry si strinse il cuore: tutti avrebbero fatto quella scommessa, e infatti fu quello che fece notare il suo padrino, che scosse il capo
“Troppo scontato.” disse “Se mi proponessi di essere il Custode ti suggerirei di dare la Chiave a qualcun altro.” continuarono ad ipotizzare “Remus sarebbe troppo debole in alcuni giorni del mese, quindi ti direi di affidare la Parola d’Ordine a Peter.” dopodiché cadde il silenzio. Tutti i presenti si voltarono tranquilli verso Harry come a chiedere conferma. Il mago aveva gli occhi lucidi e non riuscì più a sostenere lo sguardo dei suoi cari defunti, quindi abbassò gli occhi.
“Un attimo.” fu Sirius a rompere il silenzio “Perché hai detto che è stata colpa del Custode??” il suo tono era adirato, aveva posto la domanda conoscendo già la risposta, solo in un modo un luogo protetto dalla Chiave poteva essere scoperto: il Custode doveva tradire. Harry si limitò a sollevare lo sguardo lucido sul padrino. L’espressione di questi passò dallo sgomento, alla disperazione, alla furia omicida.
“È stato lui.” riuscì a sussurrare alla fine “È colpa sua se siete morti.” si rivolse ai suoi genitori “Colpa sua se sono orfano.” dirlo gli sembrò una liberazione: avrebbero allontanato Minus e sarebbero sopravvissuti! James sembrava ancora stare assimilando l’idea quando Sirius scattò: si alzò in piedi e, pugni stretti e già pronti all’azione provò a correre su per le scale. Suo padre lo intercettò e lo spinse di nuovo indietro. Poi continuò a tenerlo fermo mentre il Black si dibatteva per liberarsi
“CHE COSA STAI FACENDO, JAMES! 
È UN TRADITORE! UCCIDERÀ TE E LILY!
“Non sappiamo quello che succederà!” provò a calmarlo
“Prima dici di credergli e ora non più!?”
“Dico che abbiamo bisogno di altre informazioni prima di condannare un nostro amico!”
“Di che altre informazioni avete bisogno!?” iniziò ad alterarsi Harry che si avvicinò ai due “Ha tradito l’Ordine e ha rivelato a Voldemort il nostro nascondiglio!” nella foga si dimenticò del Tabù e un paio di mangiamorte si smaterializzarono subito fuori il confine di Hogwarts sbattendo contro il campo protettivo. In quel momento sicuramente gli auror di pattuglia li stavano inseguendo, ad Harry non importava “Solo lui aveva la Chiave per casa nostra. Tutti erano convinti che l’avesse Sirius, quindi dopo la sua morte tutti hanno incolpato lui!” urlò “Neanche Remus gli ha dato il beneficio del dubbio! è stato portato ad Azkaban dove è rimasto per dodici anni!!” aveva il respiro pesante. A quel punto James allentò la presa, la sua espressione si fece ancora più pietosa
“Come hanno fatto i miei genitori a permettere una cosa del genere? Avrebbero fatto qualunque cosa pur di evitarlo, lo so.”
“Per quanto ne so potevano già essere morti.” disse brusco “Non li ho mai potuti conoscere. Prima che Sirius evadesse non sapevo praticamente nulla su di voi.” James abbandonò definitivamente la presa sul fratello e barcollò indietro. Anche Sirius sembrava aver perso la voglia di combattere
“Come?” chiese quest’ultimo, sembrava stesse ricevendo una pugnalata dopo l’altra, e ironicamente la notizia che meno sembrava turbarlo era la sua ingiusta incarcerazione ad Azkaban.
“Non lo so.” si calmò Harry maledicendo il suo poco tatto
“E Sirius…” riprese James “hai detto che-” non riuscì a concludere. Harry sospirò avvilito e mentre gli occhi gli si bagnavano cadde di nuovo inerte sulla poltrona
“È stato accusato di aver tradito l’Ordine, Minus si è trasformato in topo, ma nessuno a parte voi sapeva che era in grado di farlo. Tradimento e omicidio, gli hanno dato l’ergastolo. Ma,” spostò lo sguardo sul padrino “dodici anni più tardi è riuscito ad evadere.” accennò un sorriso ed anche il padrino ghignò mesto: chi altri sarebbe riuscito ad evadere dall’inviolabile carcere per maghi se non lui? “Per quasi un anno tutto il mondo magico è stato convinto che fosse evaso per finire il lavoro. Per uccidere me.” continuò il suo racconto “Poi ho scoperto che l’aveva fatto solo per proteggermi da Peter. Era l’unico che sapeva che era ancora vivo e temeva che stesse aspettando il momento giusto per consegnarmi di nuovo a Voldemort.”
“Già, in realtà era Crosta.” Harry rise sotto i baffi: a Ron piaceva ricordare quel dettaglio, Harry invece lo trovava raccapricciante “È stato il mio topo per 12 anni!” dovette spiegare davanti agli sguardi confusi dei presenti “In realtà prima era di Percy,” iniziò a vaneggiare “poi Percy ha-”
“Sono dettagli inutili.” tagliò corto Harry “Il fatto è che è colpa sua! Ma adesso va tutto bene.” sorrise felice e speranzoso “Ora voi sapete tutto! Basta che allontaniate Peter, che non vi fidiate di lui!” anche Sirius sembrò tornare di buon’umore, gli altri tre un po’ meno
“Modificare la linea temporale è pericoloso…” disse piano Remus, Harry e Sirius si voltarono di scatto verso di lui gelandolo con lo sguardo. Nessun altro aggiunse nulla per diversi secondi, tutti troppo concentrati nel tentare di sbrogliare il groviglio di pensieri che quella discussione aveva creato nella testa di ciascuno di loro.
“È tanto da assimilare.” disse alla fine Lily, gli altri annuirono
“È stata una giornata lunga.” si aggiunse Hermione “So che è difficile, ma proviamo a dormirci su.” nessuno di loro era convinto, ma annuirono. I suoi amici furono i primi a dirigersi verso le scale, poi – titubante – Remus li imitò
“Harry,” fu richiamato da James “ti va di continuare a raccontarci?” chiese “La tua vita, la tua infanzia. Come sei cresciuto, com’è stato il tuo primo anno ad Hogwarts.” lo guardava con occhi pietosi e dispiaciuti, sapeva che non avrebbe assistito a tutto ciò che Harry gli stava per raccontare. Il figlio annuì deciso, malinconico ma al tempo stesso tremendamente felice di poter finalmente rendere i suoi genitori interamente partecipi della sua vita. Quindi cominciò e disse loro tutto: delle sue avventure ad Hogwarts contro Voldemort, ma non solo. Raccontò di Dudley e i suoi sgherri, dell’arrivo di Hagrid, della comparsa di Dobby, dell’evasione di Sirius e di come Remus gli avesse insegnato l’incanto Patronus, del Torneo Tre Maghi, dell’Esercito di Silente ed infine, piangendo, della morte del padrino.
***
Dopo l’assurda rivelazione fatta da Harry (Harry Potter!), James ripensò con nostalgia ai tempi in cui dubitava di lui, Ron ed Hermione; a quando non faceva che pensare a tutte le ragioni possibili per cui Harry (suo figlio!) avrebbe dovuto nascondere il proprio cognome. Mai avrebbe potuto immaginare cosa davvero si celava dietro quella loro somiglianza, dietro quegli occhi identici a quelli di Lily, dietro quella sensazione d’affetto che James provava verso di lui. Gli ci vollero un paio di giorni per assimilare il tutto, ed anche dopo quelli aveva come la sensazione di non aver afferrato appieno la situazione in cui si trovavano.
Dopo aver parlato fino all’alba, lui, Harry e Sirius salirono le scale fino al proprio dormitorio così come Lily al suo. Una volta nella stanza, fu difficile per James convincere gli altri due a lasciare in pace Peter, alla fine era riuscito a prendere tempo, chiedendo a entrambi un po’ di giorni per pensare e in tal modo capire cosa fosse meglio fare.
La settimana successiva fu surreale. Sapere che Harry faceva, o meglio avrebbe fatto, parte della sua famiglia lo rallegrava e spaventava insieme. Conoscere il proprio fato e quello di coloro che più al mondo amava, invece, non faceva che opprimerlo e terrorizzarlo. Era la notte, soprattutto, che – girandosi e rigirandosi nel letto – non faceva altro che pensare a cosa dover fare. Il peso che aveva sentito su di sé per tutto l’anno a causa dei propri doveri verso l’Ordine era nulla in confronto al macigno che percepiva con quella nuova consapevolezza addosso. Era in quei momenti che, sebbene nel buio pesto, non poteva che voltarsi verso il letto di suo figlio. Era da tutto l’anno che Harry viveva con dei fantasmi, i fantasmi dei suoi genitori e del suo padrino. Ripensò ai duelli nella radura, a quanto Harry fosse cieco di rabbia davanti a Peter; ripensò alle vacanze di Natale e di come Harry sembrasse felice di passere le feste con i suoi genitori; ancora, ripensò al suo dispiacere nel vedere James e Sirius non parlarsi e di come in tutti i modi avesse provato a mediare tra di loro. Infine, gli tornò in mente quando, verso l’inizio dell’anno, il ragazzo gli aveva parlato mentre era sotto forma di cervo. Sorrise. Harry sapeva perfettamente con chi stava parlando e gliene diede atto: la sua era stata una mossa geniale, era stato allora che tutti i suoi dubbi sul trio erano caduti.
Furono diverse le notti insonni di James, non per questo però del tutto malvagie. Sapere che avrebbe effettivamente sposato e messo su famiglia con Lily Evans lo spingeva a rimanere sveglio per sognare ad occhi aperti, ricordare che quella felicità sarebbe stata di breve durata, però, poi gli toglieva ogni possibilità di addormentarsi. E ancora c’era Sirius, suo fratello, che tra tutti loro avrebbe avuto il destino più oscuro. Sempre più spesso le immagini della sua morte, le immagini che Harry aveva visto di persona, gli tornavano in mente come un pugno sullo stomaco, come una pugnalata al cuore. E poi i suoi genitori, morti chissà quando, chissà come, e suo figlio cresciuto senza veri affetti fino agli undici anni. Tutto quello era tanto, troppo da sopportare e sapere cosa andava fatto era ancora peggio.
Osservò Lily e Sirius, nei giorni avvenire, e soprattutto osservò Harry. Modificare il tempo era pericoloso, tanto pericoloso che nessuno, tra i tanti eroi disposti a sacrificarsi, aveva pensato di tornare indietro e fermare Voldemort prima ancora che diventasse tale. Il Passato si proteggeva e, in un modo o nell’altro, faceva sì che accadessero gli eventi così come erano già accaduti. Cose orribili accadono a coloro che provano ad immischiarsi nel tempo. Conoscendo la verità lui e Lily si sarebbero sposati lo stesso giorno in cui nel futuro di Harry avevano fatto? Sapendo cosa sarebbe successo avrebbero scelto lo stesso metodo per difendersi da Voldemort? O avrebbero optato per un altro tipo di protezione? E se il cambiamento avesse ucciso Harry oltre che loro? E se in un modo o nell’altro cambiare il futuro avesse significato non dargli mai la luce? Erano queste le domande che affollavano la testa di James, ogni minuto di ogni giorno. Il gruppo evitava di parlarne, ma lo spettro era sempre lì: modificare il futuro o lasciare che tutti loro avessero un pessimo futuro? Peter continuava ad essere ignaro di tutto, Sirius lo guardava con occhi iniettati di sangue, Remus preoccupato, James deluso. Non poteva credere che uno dei suoi più cari amici l’avrebbe tradito, che avrebbe condannato a morte lui, sua moglie e suo figlio per… per cosa? si domandava senza trovare una risposta, ed allora cercava lo sguardo di Lily, la sua mano, affinché anche l’ultimo barlume di speranza per l’amico non svanisse. 
Finalmente allo scoperto, Harry poté aprirsi con loro completamente. Ogni singolo giorno gli veniva in mente un aneddoto da voler raccontare ai genitori e da parte loro James e Lily raccontarono del loro primo incontro ed ognuno delle proprie famiglie. Quei momenti avrebbero anche potuto essere perfetti se gli sguardi preoccupati di Remus non gli avessero perennemente ricordato il problema principale. Persino Lily sembrava euforica in superficie e malinconica nel profondo: i suoi occhi brillavano, ma sotto tutta l’eccitazione James aveva distinto una goccia di paura.
Erano passate due – magnifiche quanto spaventose – settimane, quando nel cuore della notte James, incapace di dormire, decise che era giunto il momento di affrontare la questione.
Scostò le lenzuola e, avvicinandosi in punta di piedi al letto di Sirius, scosse il corpo del fratello affinché si svegliasse. Normalmente neanche i fuochi d’artificio aiutavano a fargli lasciare il letto, ma inutile dire che negli ultimi giorni l’amico, come tutti, aveva il sonno leggero. Ci mise poco ad aprire gli occhi e ancor meno a capire che James voleva parlargli di qualcosa d’importante. Scesero in Sala Comune e da lì James mandò il proprio patronus a chiamare Lily. Arrivò insonnolita quanto nervosa pochi minuti dopo: la chioma rossa scompigliata, abiti vecchi e sformati come pigiama ed un paio di buffissime pantofole pelose e rosa. Anche così, agli occhi di James, appariva più bella di chiunque altro. Li raggiunse davanti al camino, Sirius occupava una poltrona, James il divano; Lily si sedette accanto a lui. Non chiese come mai Ramoso l’avesse svegliata, né perché James dovesse parlare loro proprio nel pieno della notte. Si limitò ad osservarlo pietosa e ad annuire. James sospirò
“Dobbiamo decidere come comportarci.” disse
“Te lo dico io come dobbiamo comportarci.” lo fece a stento finire Sirius “Peter è un traditore. Direi di ucciderlo, ma non siamo animali-” si bloccò giusto un secondo per ghignare sotto i baffi, poi riprese “quindi quello che rimane da fare è semplice: lo buttiamo fuori dal gruppo, ci comportiamo come se fosse morto. Anche perché per me lo è. Niente Peter, niente tradimento, niente visita a sorpresa di Voldemort.” non si preoccupò del Tabù
“Non è così semplice, Sirius.” fu Lily a parlare, entrambi si girarono verso di lei, stupiti. James era sicuro che avrebbe capito il suo punto di vista una volta spiegato, non che ancor prima di esporlo lei la pensasse allo stesso modo. Le accennò un sorriso mentre Sirius si indignava
“È semplicissimo, invece! Cosa c’è di così tanto complicato??” entrambi si presero qualche secondo prima di rispondergli
“Cambiando il futuro potremmo peggiorare le cose.” disse alla fine James
“È impossibile peggiorarle!” continuò imperterrito Sirius, James quasi si commosse nel capire quanto il fratello tenesse a lui e Lily, quanto difficile gli risultasse pensare a qualcosa di peggiore della loro morte.
“Harry ci ha spiegato che dopo quella notte Voldemort è scomparso per tredici anni, Sir. Tredici anni senza omicidi, torture e sparizioni.”
“Sì, ma poi sono ricominciate! Quindi qual è il punto?”
“Il punto è che in questo tempo non abbiamo Harry.” fu Lily a rispondere “È come dice la Profezia,” continuò “sarà lui ad ucciderlo. A porre fine a tutto questo.”
“Avresti dovuto vederlo in battaglia, Felpato.” riprese l’altro “Ha evocato il prior incantatio con Voldemort come se nulla fosse. Come se fosse normale.”
“Se cambiassimo il futuro potrebbe non nascere, potrebbe morire insieme a noi! Se lasciamo le cose come stanno per lo meno sappiamo che lui si salverà…” Lily diede fiato ai pensieri di James, lui cercò la sua mano e gliela strinse. Sirius seguì quel movimento, osservò sgomento lo sguardo deciso e concorde dei due e gli ci volle qualche secondo per riuscire a ritrovare la parola
“Siete impazziti??” chiese alterandosi “È della vostra morte che si sta parlando!”
“Sirius…” chiamò quasi in un sussurro Lily “non riesco a descriverti cosa provo per Harry. Io stessa credo di averlo capito solo quando ci ha rivelato la verità.” indugiò “Farei qualsiasi cosa per lui.” disse poi sicura “Neanche riesco a pensare alla mia vita se so che la sua sarà salva.” si voltò verso James, forse in cerca di comprensione, e la trovò. Da quando i suoi sospetti sui tre erano iniziati a calare, forse da quando aveva scoperto la passione di Harry e Ron per il Quidditch, i tre gli erano piaciuti. Harry, poi, dei tre era stato quello ad avvicinarglisi di più, ed ora capiva il perché. Sebbene per tutto l’anno James avesse avuto molto per la testa, un pensiero lo aveva sempre rivolto ad Harry e a come allenarlo meglio. Durante le vacanze di Natale sentiva che il quadro era perfetto: scambi di lettere con Lily ed Harry in casa come se appartenesse ai Potter, ed infatti così era. Ma, come quelli di Lily, i sentimenti di James erano rimasti sopiti fino all’ultimo, fino a due settimane prima, quando come un fulmine a ciel sereno entrambi avevano capito la natura di quella strana sensazione che li legava ad Harry: affetto, quel tipo di affetto che sconfigge ogni cosa; amore, quel tipo di amore incondizionato per cui dai tutto senza chiedere niente in cambio.
“Mi dispiace, Sirius, neanche io riesco a spiegartelo. Davvero. Riesco quasi ad immaginarci, visti dall’esterno. Dobbiamo sembrare proprio pazzi.” rise James “Ma è così. Amo davvero Harry come fosse mio figlio. Forse prima di sapere che lo è davvero non era così, ma non ti è mai capitato di pensare ad una persona in un certo modo e poi avere la rivelazione improvvisa che in realtà quello che provi verso questa persona è tutt’altra cosa?” lasciò che Sirius ci pensasse un po’, infine sospirò “È…” iniziò, poi guardò Lily “Tutto questo è davvero troppo da assimilare, ma se davvero provi anche tu quello che provo io, allora so che sarai d’accordo con me.” lei annuì immediatamente, quindi James sospirò ancora, gli occhi che gli diventavano lucidi “Sto condannando a morte la ragazza che amo.” l’aveva pensato tante volte, ma dirlo ad alta voce fu pure peggio. Non riuscì più a trattenere le lacrime che presero a rigargli le guance “E quel che è peggio…” continuò con una morsa al cuore “è che non ritengo questa la parte più dolorosa.” sollevò lo sguardo verso Sirius, anche lui con le lacrime agli occhi, lo sguardo sgomento e incredulo “Quel che è peggio, Sir, è che tu verrai accusato di tradimento e omicidio. Sconterai dodici anni ad Azkaban.” pianse ancora di più “Azkaban, Sir.” ripeté “Non c’è posto peggiore. I Dissennatori…”
“COSA CREDI CHE M'IMPORTI DEI DISSENNATORI, JAMES!!?” lo interruppe bruscamente l’amico “DODICI ANNI AD AZKABAN? CI SCONTEREI TUTTA LA VITA SE QUESTO SERVISSE A FARVI RIMANERE VIVI!!” urlò “E SAR
À COLPA MIA, JAMES! SARÒ IO A PROPORRE PETER COME CUSTODE! E TU MI PARLI DEI DISSENNATORI??” dovette interrompersi per un attacco di singhiozzi, poi riprese con tono più basso, supplichevole “Ti prego…” disse “Ti prego, James, non farmi questo. Non puoi accettare così di morire. Di far morire Lily! Di lasciare orfano tuo figlio, e con che infanzia, poi??”
“Non tentare di impietosirmi puntando sulla mia famiglia, Sirius.” gli rispose il fratello “Perché sai che farei di tutto per te, farei di tutto per Lily, e anche se forse non puoi capirlo farei di tutto per Harry.” disse serio “Ma è di Voldemort che stiamo parlando e dell’unico modo in cui potrà mai essere sconfitto.”
“Se non sarà Harry il bambino della Profezia, lo sarà un altro!” tentò ancora Sirius
“Non possiamo rischiare la vita di tutti i babbani e i natibabbani dell’Inghilterra per due vite!” il tono di James era pietoso, avrebbe voluto che quella discussione finisse il più in fretta possibile, il suo cuore si stava crepando ad ogni secondo passato a discutere contro suo fratello, un fratello leale che sarebbe stato ingiustamente condannato all’ergastolo. Sirius singhiozzò ancora “E non sarà colpa tua.” aggiunse allora James “Non sarà colpa tua se Peter ci tradirà. Ti fiderai di lui come tutti noi.”
“Sarà colpa mia se adesso, in questo momento, non riesco a convincervi ad agire in un altro modo.”
“Non puoi.” rispose Lily decisa, poi guardò James “Questa decisione mi è costata cara, davvero tanto.” ammise “Ma è nulla in confronto a quanto deve esserla stata per te, non è così?” James era distrutto, quindi annuire risultò superfluo “Il fatto che stiamo dicendo che rinunceremmo alla vita della persona che amiamo e alla tua libertà non ti dice quanto ardentemente crediamo che sia giusto così?” si rivolse a Sirius, entrambi la osservarono in silenzio per alcuni secondi
“Allora mi ami?” chiese quasi in un sussurro James, lei si voltò ancora una volta verso di lui e sorrise flebile
“Ho scelto il momento meno adatto per dirtelo, ma sì. Certo che sì.” James sorrise di rimando e la baciò: fu un bacio disperato, usato in vece del grido d’aiuto che non poteva lasciare le loro gole.
Era giusto così. James non poteva far altro che ripeterselo mentre pensava a come sarebbe stata la sua morte, ma soprattutto la morte di Lily e la vita di Sirius. Sollevò lo sguardo verso di lui: il fratello stava scuotendo la testa, sconfitto
“Non c’è nulla che io possa dire per farvi cambiare idea, non è così?” e quindi nuove lacrime bagnarono gli occhi di James
“Ti prego, perdonami, Felpato.” supplicò con le immagini di quella che sarebbe stata la sua morte stampate nella testa. Il più grande sospirò
“Non ho niente da perdonarti. Tu, piuttosto-”
“No.” Lo anticipò l’altro “Neanche tu hai niente per cui chiedere perdono.” Sirius aspettò qualche secondo, infine annuì. Era deciso.
   
 
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