Frutti di mare
Lo stomaco del bambino fece l’ennesimo brontolio strano, seguito subito dopo da quello del ragazzo, facendoli piegare in due dal dolore.
«Ahi, ahi, ahi!» si lamentò il piccolo, strizzando gli occhi e piegandosi in due.
«Ti fa così male Genta?» gli domandò Ayumi che era seduta di fianco a lui sul furgoncino.
«Questo è quello che succede ad accettare assaggi di frutti di mare da pescatori sconosciuti sulla spiaggia.» lo rimproverò l’altro bambini, ricevendo però un’occhiataccia dall’amica.
Conan, invece, dovette trattenere una risata, mentre il suo amico che insieme a lui era nella parte completamente posteriore del furgone, lo vedeva piegarsi e contorcersi proprio come il bambino sul sedile davanti.
«In sua difesa – disse, cercando di trattenere quel suo sorrisetto – possiamo dire che nemmeno Hattori ha fatto una gran bella figura, e lui dovrebbe essere più maturo.»
«Maturo? Heiji?! Come no! Maturo come un bambino di dieci anni!» fece Kazuha, di fianco a loro, che ricevette una leggera gomitata da Ran.
«Insomma Kazuha… Sto… male…» disse con un tono di voce sommesso, per poi stringersi di più lo stomaco con le braccia.
«Beh, scusami… Ma questa era la nostra ultima mattina in spiaggia prima di ripartire per Osaka e volevo divertirmi, ma tu rovini sempre tutto con le tue bravate!» si lamentò la ragazza, concludendo con una linguaccia.
«Insomma Kazuha, basta! – le sussurrò Ran – Ti prometto che ci saranno altre occasioni per divertirci assieme.»
«Siamo quasi arrivati!» fece Agasa dal sedile passeggero anteriore, vedendo in lontananza l’hotel in cui alloggiavano.
«Vi prego non fate nulla finché non siamo arrivati, il furgone è a noleggio…» aggiunse Kogoro che stava guidando, mentre due nuovi gorgogli, seguiti dai gemiti dei malati riecheggiarono nell’abitacolo.