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Autore: Myriru    26/07/2020    6 recensioni
“Sono stata al fianco del signor Oscar lungo tutta la durata della sua malattia, sono stata l’unica persona di cui si è fidata e l’unica alla quale ha confidato i suoi segreti e le sue paure.
Posso dire di essere una delle poche persone che la conosce davvero, e mi ritengo molto fortunata.
Il mio nome è… Celine Gautier”
Genere: Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Marron Glacé, Nuovo Personaggio, Oscar François de Jarjayes
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
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“È iniziata la rivoluzione. Ci ha informati un messaggero del generale qualche ora dopo la sua morte. Era crollata la bastiglia sotto gli ordini dei soldati che Oscar aveva comandato, dei ribelli, e mi chiesi se anche Oscar avrebbe partecipato alla rivolta al lato del popolo. In cuor mio sapevo di sì. Il casato era a lutto, nella villa si poteva sentire cadere un ago”
 
Celine sistemò il letto, aveva buttato le lenzuola macchiate di sangue e le aveva cambiate con lenzuola nuove e profumate, così come aveva chiesto madame Jarjayes. Avrebbe sistemato tutta la stanza, come se non fosse successo nulla, come se Oscar non fosse a casa ma ancora in caserma o a Versailles. Aveva detto la donna, per preservare quel piccolo mondo.
Celine non condivideva quell’idea ma non riusciva ad opporsi ad una madre che aveva appena perso sua figlia.  Si fermò a guardare la divisa di Oscar, poggiata con cura sullo schienale della sedia vicino lo scrittoio e sospirò amaramente, fece qualche passo nella sua direzione, sfiorando con le dita il tessuto ruvido della giacca e i decori color oro.
Non aveva fatto abbastanza per salvarla, non era stata all’altezza del suo ruolo e lei era morta. Una lacrima scivolò lungo la guancia, silenziosa.
Aveva pulito la sua stanza, riordinato tutto e le lacrime le pizzicavano ancora gli occhi e spesso si era dovuta fermare e aveva sfogato la sua frustrazione. Passò le dita sulla sua scrivania di mogano e aprì uno dei cassetti notando che qualcosa fuoriusciva da esso e lo riordinò, chiudendolo bene.
Quando ebbe finito, Celine uscì dalla sua stanza e si promise di non metterci più piede.

Celine si voltò lentamente, seduta accanto al piccolo scrittoio verso la finestra che dava sul giardino. Era arrivata la primavera. Il cielo non era più grigio, le nuvole sembravano scomparse all’improvviso regalando al mondo un cielo azzurro limpido e un sole brillante. Il vento frizzante del mattino cominciava a farsi più tiepido e si respirava un profumo di rinascita accompagnato dallo sbocciare dei primi fiori nella terra non più arida per colpa dell’inverno. Le prime rondini iniziavano a solcare il cielo azzurro ghiaccio e, con il loro canto, sembrano quasi urlare al mondo che la primavera era tornata.
Tutto nasce, tutto riprende vita, tutto acquista un senso.
Qualcuno bussò alla porta di casa, si alzò rapida e raggiunse l’ingresso con pochi passi.
«Buongiorno… posso fare qualcosa per voi? »
Davanti a lei c’erano tre persone: la prima era una donna, alta più o meno quanto lei ma dai capelli biondi e gli occhi ambrati e al suo fianco, con la mano poggiata sulla sua spalla, c’era un uomo, dai capelli bruni e gli occhi azzurri e, poco distante, c’era un soldato che ricordava di aver già visto da qualche parte.
«Salve… i coniugi Grandier sono a casa? »
Aveva chiesto lei con voce flebile e Celine annuì, invitandoli ad entrare. Sentì i passi del suo coinquilino avvicinarsi.
«Celine, chi è venuto a farci visita? »
«André! »
Aveva sussurrato la donna e, emozionata, corse verso di lui ad abbracciarlo e lui, stupito, sorrise.
«Rosalie… cosa ci fai qui? Non sei sola vero? »
Chiese André stringendo l’amica tra le braccia felice, lei si scostò appena da lui e prese il viso tra le mani.
«André ma tu…! »
Disse il compagno della donna, avvicinandosi anche lui all’amico e André annuì.
«Quando è successo? »
«Da un po’… non so di preciso. Avevo problemi già da molto tempo, ma non vi angustiate, sto bene! Sono felice di sapervi al sicuro, Bernard »
«C’è anche Alain con noi, se non fosse stato per lui e per il suo prezioso aiuto non vi avremmo mai più trovato! »
Ecco chi era quell’uomo! Era il soldato che era sempre insieme ad André in caserma! Celine si girò a guardare il soldato e notò che lui la stava guardando.
Dopo  i calorosi saluti che l’avevano vista di troppo, Celine invitò i propri ospiti ad accomodarsi in cucina.
«André… dov’è Oscar? »
 
«Io e Celine non siamo sposati. Questa casa prima apparteneva ai genitori di Celine, che ora si trovano in Inghilterra »
Disse André abbozzando un sorriso mentre Celine gli porgeva una tazza di tè caldo. Le sussurrò un flebile grazie e, dopo un sorso, continuò. Rosalie, Bernard e Alain lo ascoltavano in silenzio, seduti al piccolo tavolo da pranzo.
«Oscar… è morta il 14 luglio dell’anno scorso di tubercolosi »
Celine vide i suoi ospiti sgranare gli occhi dallo stupore e Rosalie iniziò a piangere.
«Io – intervenne Celine e tutti si girarono verso di lei – sono stata la sua cameriera personale a palazzo. Le… sono stata accanto fino alla fine, lungo tutta la sua malattia »
«Da quanto era malata? »
Le chiese Alain con voce tremante.
«Quando sono arrivata a palazzo… lei già non stava molto bene. All’inizio non voleva curarsi, solo nell’ultimo periodo… aveva trovato la forza per combattere ma era troppo tardi »
«Tu lo sapevi André? »
L’uomo scosse il capo.
«Si è confidata solo con lei. Io l’ho scoperto qualche giorno prima che lei… - sospirò, evitò di dirlo un’altra volta – perché svenne e iniziò a tossire sangue »
«Mio Dio… »
Mormorò Bernard stringendo la mano della moglie.
«Come vi siete trovati qui? Perché proprio Lambel? »
Chiese Rosalie asciugandosi le lacrime guardando prima André poi Celine.
«Io sono originaria di Lambel. Dopo la scomparsa di Oscar… avevo deciso di andare via. Non sopportavo di restare in quella villa e… »
Si fermò, guardò André.
«Mia nonna è morta qualche giorno dopo Oscar. Un colpo al cuore ha detto il medico »
Aggiunse l’uomo serio. Rosalie allungò le mani verso quelle di André e le strinse, commossa.
«André… mi dispiace così tanto »
«Ero solo. L’amore della mia vita e mia nonna erano morte, stavo per diventare cieco e non sapevo cosa fare né dove andare. Avevo pensato di farla finita ma… Celine mi ha salvato. Mi ha proposto di seguirla e… ora siamo qui »
«Quando abbiamo scoperto dove fossi… eravamo convinti che tu e il comandante foste insieme, felici… »
Disse Alain dopo un attimo di silenzio, guardando il fondo della tazza vuota prima di voltarsi verso i proprietari della casa.
«E quando Celine ci ha aperto la porta… pensavo vi avesse seguito… non avrei mai immaginato che »
«In paese ci hanno visti arrivare insieme, l’oste che ci ha ospitati per i primi giorni credeva che fossimo marito e moglie e noi l’abbiamo assecondato. I cittadini credono che siamo una semplice coppia di sposi che il Signore non ha voluto graziare con dei figli »
Celine notò che i due coniugi si scambiarono uno sguardo e che lui annuì.
«André… »
Disse Rosalie accarezzandogli il viso e lui si girò in direzione della voce.
«Forse non è il momento giusto ma… ci tenevo davvero tanto che tu lo sapessi »
Rosalie si alzò e si avvicinò a lui, prese una delle sue mani e la poggiò sul ventre appena tondo. Sul viso di André nacque un sorriso e si emozionò.
«Aspetti un bambino… congratulazioni! »
Celine sorrise, congratulandosi con lei e Rosalie le sorrise di rimando. André poggiò la fronte sul suo ventre e chiuse gli occhi per qualche istante.
Immaginò come sarebbe stato se fosse stata Oscar a rivelargli una gravidanza e si commosse.
«È maschio… ne sono sicura. Si chiamerà François »
Sussurrò Rosalie accarezzando i capelli dell’amico che, sconfitto, pianse.
 
“Sono stata al fianco del signor Oscar François lungo tutta la durata della sua malattia, sono stata l’unica persona di cui si è fidata e l’unica alla quale ha confidato i suoi segreti e le sue paure.
Posso dire di essere una delle poche persone che la conosce davvero, e mi ritengo molto fortunata.
Il mio nome è… Celine Gautier”
 
Fine
 
 
Angolo autrice:
 
Siamo arrivati alla fine di questa storia. Spero che questo ultimo capitolo vi sia piaciuto e che non vi abbia deluso.
È stato un po’ difficile da scrivere, non avevo idee e se c’erano erano molto confuse. L’illuminazione (se così possiamo chiamarla) mi è venuta d’improvviso e non me la sono lasciata scappare.
Voglio ringraziare tutti i miei lettori, sia quelli che hanno recensito i capitoli sia quelli che hanno letto in silenzio. Grazie per avermi seguito in questo piccolo viaggio!
Alla prossima avventura!
   
 
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