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Autore: PRISHILLA    26/07/2020    3 recensioni
L'ossessione che Harry Potter ha per Draco Malfoy sta portando i suoi amici all'esasperazione. Cosa succederà quando Ginny, stanca delle sue continue lamentele, deciderà di prendere in mano la situazione per dimostrargli una volta per tutte che Draco non è stato marchiato e che le sue sono solo paranoie?
Scopriamolo insieme che ne dite..? ^^
Genere: Commedia, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Il trio protagonista | Coppie: Draco/Ginny
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Ciao a tutti! ^.^

Allora, vi annuncio che il nostro viaggio volge al termine. Questo è l'ultimo capitolo ufficiale dopodiché ci sarà l'epilogo e la storia sarà ufficialmente chiusa!

Un pochino mi spiace, ma considerando che ci sono voluto anni prima di dare un finale alla storia la cosa va anche bene, perché tutto deve avere un inizio ma anche una fine o non ha senso^^

Mi spiace per quelli che hanno iniziato anni fa e non hanno idea che la storia è stata continuata e terminata, mi auguro che un giorno la possano leggere, ma.. intanto... la leggete voi qui presenti. ^.^

Quindi per chi di voi è arrivato fin qui voglio solo dire che mi auguro il finale vi piaccia, ma per quello ci sentiremo all'epilogo.

Grazie a tutti e buona lettura!!!! un bacio!




Capitolo 28


Draco si sedete e ascoltò con pazienza per filo e per segno tutto quello che il preside aveva da digli in merito del piano che aveva elaborato mentre parlavano un attimo prima.

Si rese conto che Silente non aveva dubitato per un solo attimo di lui, non aveva mai creduto che lo avrebbe ucciso, lo aveva considerato un innocente da salvare dal primo momento fino all'ultimo, e mentre lui si disperava e contorceva la sua anima nel dolore di non sapere cosa fare e cosa ne sarebbe stato di lui, Albus ebbe il tempo non solo di parlargli, riuscendo a persuaderlo, ma anche di elaborare un piano d'attacco che, a dirla tutta, non gli sembrava poi così male.

Silente gli spiegò che avrebbero usato l'armadio, e che sarebbe stato proprio lo stesso Draco ad azionarlo facendo scattare la trappola.

Avrebbe dovuto lasciar entrare i mangiamorte ad Hogwarts, fingendosi ancora dalla loro parte.

Quando aveva confessato all'uomo che era in grado di oscurare la sua mente anche al Signore Oscuro qualcosa nella sua testa era scattato, ed ecco il piano d'azione comporsi dinnanzi a lui come se fosse sempre stato lì, come se fosse destino che andasse così.

I mangiamorte non avrebbero potuto capire i suoi secondi fini fin quando non sarebbe stato troppo tardi.

Gli avevano chiesto di compilare una lista degli alunni che sicuramente erano seguaci di Voldemort, e così fece. Quegli alunni sarebbero stato prelevati dai membri dell'ordine e portati nelle segrete, dove non avrebbero potuto compiere alcun male.

Gli altri studenti sarebbero rimasti in Sala Grande, nel tentativo di tenerli uniti e al sicuro quanto più possibile anche se, probabilmente, avrebbero dovuto prendere parte alla battaglia presto o tardi.

L'Ordine avrebbe accolto i mangiamorte con tutta la sorpresa del caso, e a quel punto tutti avrebbero sperato in un pizzico di fortuna.

Draco annuiva mentre il preside parlava, e ben volentieri accettò il suo nuovo incarico, che non comportava l'omicidio di nessuno per mano sua.

Ma non era solo riuscire ad essere utile, sentirsi valido, efficiente, non era solo l'idea che sua madre era al sicuro, non era solo la salvezza del mondo magico a spingerlo ad accettare, a rischiare, a tradire il più malvagio dei maghi esistenti...

In realtà ciò che più bramava in quell'organo di recente scoperta che viveva di vita propria all'interno del suo petto e che pulsava al solo pensarla, era di riscattasi agli occhi di Ginny per tutto quello che aveva combinato.

Si rendeva perfettamente conto che una volta saputi i dettagli del suo ultimo anno vissuto lo avrebbe odiato, e la cosa gli andava piuttosto bene finché secondo il suo precedente piano d'azione fosse morto, ma considerando che una remota possibilità che rimanesse in vita in realtà alla luce dei fatti c'era, allora voleva tentare il tutto per tutto, dimostrandole di essere capace, di non essere il codardo che era sempre stato, che per lei avrebbe affrontato tutto e di più, anche suo padre, o peggio, il Signore Oscuro.

Non negava di avere paura di morire, poco prima davanti a Silente aveva provato molta paura, ma voleva comunque provarci. Voleva farlo per lei.

Così attuarono il loro piano in men che non si dica.

Draco si recò nella stanza delle necessità per controllare che con l'armadio tutto funzionasse correttamente, ebbe un brivido di paura quando constatò che effettivamente era così. Infondo la sua mente aveva in realtà sperato di non dover affrontare quel momento, di poterlo rimandare, ma scacciò via quel pensiero che apparteneva al vecchio sé, ricordando a se stesso che adesso le cose sarebbero andate diversamente, dovevano andare diversamente!

I membri dell'Ordine della Fenice giunsero ad Hogwarts immediatamente, le liste furono date agli Auror, e i ragazzi furono prelevati uno ad uno e trascinati nelle celle sotterranee per non farsi del male e non farne ad altri.

Tutto fu svolto nel massimo silenzio e nella massima riservatezza affinché i mangiamorte non venissero avvertiti in alcun modo.

Silente disse che così avrebbero evitato di fare cose di cui si sarebbero potuti pentire, evitando di macchiarsi ad una così giovane età, e nel malaugurato caso avessero perso, non sarebbero potuti essere considerati traditori perché erano ostaggi.

Gli altri studenti furono portati in Sala Grande come promesso.

Ginny, Ron, Hermione ed anche Harry erano seduti al loro tavolo in attesa di ordini, mentre in fondo alla sala i membri adulti valutavano il da farsi e si preparavano all'attacco.

Erano davvero tutti lì. Ginny e Ron notarono tutti i membri della loro famiglia presenti all'appello. Si scambiarono sorrisi tirati, dolci-amari, nostalgici, malinconici. Quelli potevano essere gli ultimi.

Silente a capo di tutti si levò sul suo leggio e annunciò ai ragazzi che la battaglia avrebbe avuto inizio, che non dovevano avere paura, che lottavano per un bene superiore e che qualsiasi cosa fosse successa dovevano essere orgogliosi di loro stessi.

Spiegarono anche che fine avessero fatto gran parte dei loro compagni, e Ginny portò rapidamente gli occhi al tavolo delle serpi dopo aver appreso quella notizia, per cercare quelli che adesso erano i suoi amici...

Vide Blaise sventolare la mono felice, Theo sorridere appena ma...

Draco.

Draco non c'era.

Draco.

Draco non era lì.

Draco...

E il cuore mancò d'un battito prima che un calore straziante le arrivasse alla gola e le impedisse di respirare come avrebbe voluto.

Fu presa dal panico nel momento in cui non vide la sua bella testolina bionda spiccare su quella degli altri.

Aveva sempre avuto il timore che quello che Harry dicesse fosse vero, ma non osava credere a se stessa mentre quei pensieri le camminavano per la mente.

In cuor suo Draco era sempre stato innocente, mai per un secondo aveva creduto che fosse dalla Loro parte, e invece...

Draco?

Draco non c'era.

Un tremore improvviso le impedì di star seduta ferma mentre un sonoro “crack” all'altezza del petto la lasciava frastornata, a dir poco rintontita. Quel rumore sordo che, sapeva bene essere l'unica ad udire, le fece intuire che le si era spezzato il cuore.

Sentiva il respiro venire meno, un nodo alla gola che premeva per essere rilasciato. Le labbra tremavano, come tutto il suo corpo del resto.

La guardavano... tutti la guardavano, forse provavano pena per lei, forse se le circostanze fossero state diverse le avrebbero detto “te lo avevamo detto!” con aria vittoriosa, ma in quel momento tutti tacquero, tutti furono dispiaciuti per lei, mentre lei era arrabbiata come non mai con ogni cosa, anche e forse sopratutto con se stessa.

Si era arrabbiata maledizione!

Con se stessa!

Avrebbe potuto fare qualcosa, avrebbe potuto salvarlo, avrebbe dovuto parlargli chiaro e cercare una soluzione invece di fingere che tutto andasse bene, sapendo benissimo di non poter rimandare per sempre con una guerra alle porte.

Era stata una stupida!

Due volte stupida!

Doveva averlo deluso, quantomeno aveva deluse se stessa.

-Professore sono pronto, attendo l'ordine!-

Quella voce...

Ginny sgranò gli occhi al sentirla, ancor di più nel cercare di capire cosa quelle parole avessero voluto dire. Se era come credeva allora lui non...

La testolina bionda che tanto aveva cercato era in fine giunta comparendo alla sua vista nel momento in cui non ci credeva più, nel momento in cui temeva di avere un crollo.

L'emozione la fece levare in piedi mentre si portava una mano al petto nel tentativo assurdo di fermare i battiti del suo cuore che pulsava davvero troppo veloce, impazzito guardandolo ritto in piedi sull'uscio in attesa.

In attesa di cosa poi?

Non ne aveva idea, sapeva solo che era lì, davanti agli occhi sbalorditi di tutti i presenti, ritto in piedi, vivo, libero.

E i suoi occhi si riempirono di tutte quelle lacrime che adesso non potevano più essere represse.

Lui si voltò e la vide. I loro sguardi si incrociarono.

Ricordavano entrambi molto bene come si erano lasciati, ognuno poi aveva avuto il suo percorso, la sua evoluzione, ma nessuno dei due sapeva nulla dell'altro.

Per quanto ne sapeva Ginny, Draco al momento la odiava, anzi la detestava come non mai.

Per quanto ne sapeva Draco, Ginny era pazza di lui.

Draco la vide lì e il cuore gli mancò di un battito, la confusione, tutto intorno non esisteva più, come non esistevano le voci del preside e dei professori che chiamavano il suo nome...

Riusciva a pensare solamene a lei, al fatto che quella poteva essere l'ultima volta che la vedeva per quello che poteva sapere. La battaglia sarebbe iniziata di li a poco, si sarebbe scatenato il caos, e voleva imprimere la sua immagine per bene nella mente, conservandone il ricordo in quello che sarebbe stato uno dei momenti più tragici della sua vita.

Lei lo guardava, non faceva altro con quello sguardo indecifrabile, e lui paralizzato dai suoi occhi, rapito da quella lacrima che scese rapida, involontaria, lungo la sua guancia senza neanche che avesse sbattuto le palpebre, decise in un impeto di dar retta a quel vuoto che si imprigionò del suo stomaco correndo da lei che non vedeva altri che lui.

Lo fece ignorando tutto e tutti, scansando quelli che frapposti tra loro erano ostacoli al raggiungimento del suo obbiettivo.

Una volta raggiunta si fermò, trafelato più del necessario per quella breve corsa, il cuore in gola, la guardò, le labbra tremarono.

Lei scavalcò la panca e rimase immobile.

Non poteva più resistere, e l'abbracciò.

La strinse forte, pensando che potesse essere l'ultima volta, la strinse più forte quando sentì le sue braccia ricambiare.

Ron si mise una mano sulla fronte sostenendosi la testa. Non si sarebbe mani abituato a quelle scene, anche se ormai era rassegnato all'idea che se fossero sopravvissuti, ne avrebbe viste tante... troppe.

Hermione ridacchio al suo fianco. -Che hai da ridere?- le chiese irritato.

-Ma dai Ron, credo che Draco ti abbia dato la dimostrazione di quanto tenga a tua sorella no?- gli chiese lei saccente.

Ron fece una smorfia, non le rispose affatto.

-Che succede?- le voci alle sue spalle lo fecero saltare sul posto. Erano i gemelli che appoggiati sulle sue spalle guardavano la scena in parte allibiti e in parte incuriositi.

Voltandosi non vide solo loro.

C'era una sfilza di teste rosse, ognuna delle quali conosceva benissimo. I suoi fratelli erano lì ed erano assolutamente sconvolti e increduli da quello che i loro occhi guardavano senza riuscire a distogliere lo sguardo.

I due invece sembravano assolutamente ignari di quello che succedeva intorno a loro, semplicemente dall'altra parte del tavolo.

Stretti in quell'abbraccio, soffocando la necessità di piangere, i cuori accelerati e le teste leggere, vuote, incapaci di formulare pensieri di senso compiuto.

Draco con il viso nell'incavo del suo collo, i suoi capelli a solleticargli il viso, il suo profumo a ricordargli perché avesse deciso di fare quello che stava per fare.

E per la barba di Merlino se ne valeva la pena...

-Mi dispiace.- le sussurrò in un orecchio senza mai staccarsi da lei. -Mi dispiace per tutto...- ammise finalmente sentendosi liberato di un peso. Doveva farlo, doveva chiederle scusa. La strinse ancora un po' per darsi la forza di affrontare tutto quello che sembrava troppo grande per lui, tutto quello che solo mesi prima non sarebbe stato in gradi di pensare, figuriamoci di fare.

Si separò quel che bastava per afferrarle il viso tra le mani per poterla guardare.

Non riusciva a smettere di guardarla.

Era lì, era perfetta, era sua...

Non riusciva a smettere di guardarla...

Era bella.

Era sua.

Gli occhi arrossati, un sorriso felice, imbarazzato, umido, e quel lieve rossore che accentuava le quelle lentiggini per cui per anni l'aveva presa in giro e che in quel momento gli sembravano la cosa più meravigliosa del mondo.

Lo facevano impazzire.

Era impazzito.

Era pazzo... di lei.

E lei?

Era bella...



In fondo alla sala Silente sorrideva soddisfatto, compiaciuto...

Molly e Arthur al suo fianco guardavano la loro unica figlia sbigottiti.

L'anziano mago aveva detto loro che era Draco Malfoy la talpa. Non gli avevano creduto subito ma poi si erano dovuti ricredere. Come un po' tutti del resto.

Gli avevano chiesto come avesse fatto a convincerlo, a persuaderlo, e lui aveva risposto che non lo aveva fatto. Il dubbio allora aveva portato altre domande. Come aveva fatto a cambiare così radicalmente direzione, tanto improvvisamente poi? Silente quindi si era limitato a dire loro che aveva certamente le sue buone ragioni, e che c'era sicuramente una motivazione più che valida...

Gli aveva fatto notare che per uno come Draco ci voleva certamente qualcuno di polso alla sue spalle che lo aiutasse a trovare il coraggio di prendere la sua vita a due mani e cambiarla, di compiere le sue scelte con la sua testa. Qualcuno che gli ricordasse che il cuore non era solo un muscolo.

Gli aveva spiegato che il ragazzo non era e non sarebbe mai stato un assassino, e aveva chiesto loro di provare pena per lui, perché era solo un ragazzo, e le sue scelte fino a quel momento non erano orchestrate da lui in prima persona.

Gli avevano dato retta, avevano annuito e assecondato quell'ipotesi, vedendo in quella figura guardiana probabilmente il professor Piton o il preside stesso.

Adesso però...

-Albus...- Arthur sospirò. -Vuoi spiegarmi tutto questo?- gli chiese con voce incredula.

Il preside ridacchiò, fermandosi di colpo a schiarirsi la gola quando i due coniugi lo guardarono di traverso.

-Vuoi dire che Draco ha cambiato idea per Ginny...- chiese Molly accigliata. -La mia Ginny?!- insistette sempre più consapevole di quello che stava dicendo.

-Su via Molly, Ginny è una ragazza in gamba, non vi ha mai...- l'anziano preside si schiarì la voce. -...o quasi mai...- si corresse. - ...dato problemi. Ad ogni modo sa quel che fa.- la rimbeccò.

-Ma Silente la mia Ginny!- gli ripeté mentre Minerva McGranitt si portava dietro di lei e le posava una mano sulla spalla. -Dobbiamo saper perdonare e guardare avanti.- le disse. -Il giovane Malfoy ha avuto un netto cambiamento, e anche un notevole miglioramento. Non credo che questa sia una cosa negativa per loro... per entrambi.- le disse con gentilezza sorridendo appena.

-Malfoy...- riuscì solo a dire Molly ancora sconvolta guardando il marito che fece spallucce, quasi si fosse già abituato all'idea.

 


 

Draco aveva esitato un attimo mentre le parole gli morivano in gola. -Mi rifarò per tutto.- riuscì però a dirle portandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio togliendogliela dal viso per guardarla meglio con un gesto nervoso e incerto. La mano tremante. -Vedrai... ti dimostrerò che valgo più di così.- un nodo in gola però si faceva più pungente impedendogli di dire altro.

A Ginny sfuggì una risata mentre dagli occhi pieni di lacrime qualcuna sfuggì al suo controllo non potendole più trattenerle bagnando la mano di Draco, che non ci fece caso.

Era davanti a lei, era tra le sue braccia...

Ginny si aggrappò saldamente ai suoi polsi stringendo forte per sostenersi, per impedirgli di fuggire ancora via da lei. Aveva creduto di non rivederlo mai più, aveva davvero creduto per un attimo di averlo perso per sempre.

E invece era lì.

La commozione le impediva di parlare, di esprimere quello che urgeva dirgli. Ingoiò forte per ricacciare indentro tutto. Doveva dirglielo, poteva essere la sua ultima occasione di parlagli.

-Draco tu non hai niente da farti perdonare...- strinse le labbra umide. -Piuttosto sono io che ho da farmi perdonare tutto.- Draco sgranò gli occhi scuotendo il capo ma lei continuò. -Non volevo fare quello che ho fatto... è stato tutto un incomprensione!-

-Ginny smetti di incolpare te stessa!- gli urlò quasi in viso, sospingendosi su di lei, quasi sulle sue labbra vedendole schiudersi meccanicamente per accoglierlo. Una mano a chiudersi attorno alla sua nuca immersa nei suoi capelli. -Sono io... è di Draco Malfoy che stai parlando... chiunque avrebbe avuto dei sospetti...-

-Ma non io!- lo fermò subito sporgendosi un po' in avanti, sollevandosi maggiormente verso di lui. -Ho sempre creduto in te... neanche per un attimo ho pensato che tu fossi dalla parte sbagliata!- Ginny cercava di urlare ma la voce rotta glielo impediva.


 


 

-Sono molto amici?- chiese Fred.

-Sembrano molto amici.- gli rispose George malizioso.

Ron roteò gli occhi voltandosi verso di loro severo e se possibile più irritato di prima.


 


 

Draco si sentì leggero come non lo era mai stato prima. Sorrise mentre gli occhi si facevano più lucidi e quasi non riusciva più a distinguere chiaramente il suo viso che gli appariva distorto.

Il cuore gli batté così forte che fu come se lo avesse spinto proprio lui sulle labbra di Ginny. O almeno così gli era sembrato quando per la prima volta davanti a tutti l'aveva baciata, con tutta la sua forza e il sentimento che aveva per lei, con la disperazione e il sollievo che quel momento aveva alimentato in lui.


 


 

-E questa a voi sembra amicizia!- urlò Ron contro i fratelli esasperato per quella scena, per essere costretto a stare lì senza poterli fermare, perché Hermione glielo stava impedendo...

Con tutti i suoi mezzi la riccia lo minacciava perfino di pietrificarlo nel caso in cui si fosse mosso di lì.

-Così ché hai lasciato che ci imparentassimo hai Malfoy fratellino?- domandò Bill che alle sue spalle lo sovrastava minacciosamente, imponente.

Ron ingoiò. -Non è stata colpa mia!- si giustificò rapidamente. -Prendetevela con Harry!- aggiunse, infondo era la verità.

Cinque teste rosse e minacciose si voltarono nella sua direzione. Il povero Harry sbiancò e vacillò per un istante prima di giustificarsi con una bella arrampicata sugli specchi. -Non potete prendervela con me... ho una guerra da affrontare e ne sono direttamente coinvolto.-

I ragazzi fecero spallucce, annuendo d'accordo con lui su quel punto.


 

-Rimanderemo.- affermò Charlie.

Harry sospirò, per ora era salvo. Ma...


 


 

Ginny abbracciò Draco, stringendosi così forte a lui da farsi male, stringendosi a quel corpo caldo che rischiava di non toccare mai più. Lo strinse ancora più forte quando si rese conte che qualcuno cercava di separarli dolcemente richiamandoli all'appello.

Harry dovette farlo. -Ragazzi, io non vorrei interrompere... anche se forse è meglio che vi interrompa io piuttosto che... loro.- puntò alle sue spalle dove i fratelli Weasley guardavano corrucciati a dir poco la scenetta mielosa che gli stavano propinando.

Draco e Ginny si voltarono verso i fratelli della ragazza, che non allentò la presa sul corpo dell'altro neanche quando vide gli occhi dei sei ridotti a due fessure, scuri in viso, anche se lui per un impulso incontrollabile tentò di allontanarla da sé provando un'improvvisa paura cieca. Lo strinse più forte.

Draco parve impallidire quando vide quegli occhi minacciosi puntarlo ritrovandosi a sussurrare un timido “salve” con un filo di voce sentendo Ginny ridacchiare appena nell'udire quel saluto goffo e inappropriato. Rise ancora di più quando vide i suoi fratelli rispondergli con dei salutini maliziosi, appena accennati, cattivi, sapendo esattamente quali scene si stavano susseguendo nelle loro teste rossi, ognuno delle quali vedeva il povero Draco ridotto in poltiglia.

-Abbiamo una guerra da combattere.- gli fece notare il povero Harry consapevole del fatto che era l'ultima persona con cui Draco avrebbe voluto parlare in quel momento...

Per Ginny fu come ricevere una pugnalata al cuore. Aveva quasi dimenticato cosa erano lì a fare, e cosa stava per succedere. L'idea che Draco avesse una parte così grande in quella missione la tormentava togliendole il respiro. Si aggrappò alla sua camicia stringendo il tessuto tra le dita, tenendosi a lui come fosse un ancora, con la piena consapevolezza che avrebbe dovuto mollare immediatamente la presa e lasciarlo fare, lasciarlo essere quello che aveva scelto di essere.

Avrebbe voluto dirgli di non andare, di non farlo, ma come poteva tradire tutti, anche se stessa e i suoi ideali, votata com'era a morire per il bene comune, solo per paura.

Draco invece riusciva solo a pensare che adesso tutto sembrava più reale.

Deglutì.

Quelle facce scure lo guardavano ancora accigliato, e i conti li sapeva fare piuttosto bene, 6 contro uno...

No.

Sei Weasley contro un Malfoy...

Tutto sommato era stato un incontro utile. Adesso la missione sembrava meno pesante di prima, meno pericolosa, meno suicida. Sì, perché...

La vera missione suicida non era quella che stava per affrontare... Era recarsi a casa dei Weasley a chiedere venia per i suoi peccati e ricevere il permesso di vedere Ginny.

-Si devo andare.- disse gentilmente rivolto a quello che era sempre stato il suo acerrimo nemico, quello per cui ad un certo punto aveva nutrito una gelosia smodata per quello che Ginny aveva provato per lui, per Harry Potter.

Ma era certo che non era niente in confronto a quello che lei ora provava per lui, per Draco Malfoy.

Sorrise, ancora incredulo.

-Devo andare.- disse anche a lei, coprendole la guancia con una mano, accarezzandole lo zigomo con il pollice. Lo guardava con gli occhi tristi, preoccupati, ma anche lì poteva vedere la sua determinazione e la fiducia che aveva in lui.

Lei annuì consapevole, rassegnata, abbassando lo sguardo un attimo solo per prendere a due mani il coraggio e la forza di lasciarlo andare, cosa che fece piano, dopo un attimo di esitazione.

Lui le sorrise appena, esitò, un ultimo sguardo lanciato furtivamente ai fratelli Weasley e un altro ancora a lei che mai come in quel momento gli era sembrata tanto bella, desiderabile. La voleva dannazione a lui, quanto la voleva...

E d'un tratto il coraggio di baciarla ancora una volta davanti a loro, davanti a tutti, in un gesto che lo rendeva debole e umano.

Ma fu un bacio fugace, dolce, veloce.

Voltandosi si avviò verso l'uscita senza aggiungere altro.

Ginny non resistette e lo richiamò urlando il suo nome a gran voce. Lui si arrestò e si voltò ancora.

Le labbra di lei tremarono. -Torna...- riuscì a dirgli solamente, prima di vederlo annuire e scomparire alla loro vista.

Ginny solo a quel punto vacillò. Si sedette sulla panca totalmente indifferente agli sguardi dei fratelli, ai loro taciti rimproveri e a quelle battutine sciocche che le stavano rivolgendo.

Si appoggiò con un gomito sul tavolo appoggiando il mento sulla mano coprendo le labbra con le dita.

Pensò a lui, che faceva tutto quello per lei, e pianse sulla mano con cui sosteneva la testa. Singhiozzò in silenzio finché non avvertì delle braccia forti avvolgerla, coprendo quasi la sua intera figura.

Si aggrappò a lui e pianse ancora un po'. Solo nelle braccia di Ron avrebbe potuto trovare un po' di sollievo, e così fece, grata del suo affetto smisurato che superava ogni ostacolo.



 

Draco intanto correva a perdifiato verso la stanza delle necessità con un unico pensiero in mente...

Sperò vivamente che nessuno parlasse ancora dell'ultimo “scoop” che li aveva visti coinvolti o probabilmente i fratelli Weasley avrebbero usato il campo di battagli per farlo fuori e farlo sembrare un incidente!

  
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