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Autore: Dragon mother    26/07/2020    2 recensioni
Il Natale, per Isabella è il periodo più magico dell'anno e questo in particolare, le lascerà un regalo inaspettato. Dal prologo -..per chi, per un motivo o un altro, è costretto a vivere per strada.
Ma si sa che l’amore e la magia che avvolgono questo giorno, possono rendere possibile ogni storia.
E questa è la nostra storia.-
Genere: Fluff, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Cullen, Edward Cullen, Isabella Swan, James | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Buonasera ragazze, buona domenica!
Ecco a voi l’atteso nuovo capitolo.
Alice avrà buone notizie?
Ci sarà un bel momento tra Bella ed Edward.. non dico altro.
Buona lettura e come sempre grazie a tutte.
Un bacio.
 
 
 
 
Bella
 
Sto ancora pensando a ciò che mi ha appena detto Edward, che lui mi domanda
“Allora, quando iniziamo a lavorare?”
La tranquillità con cui ha affrontato questo discorso, raccontandomi della sua vita fatta solo di sofferenza mi lascia un attimo stranita.
Come fa a mostrarsi così distaccato da tutto ciò che gli è successo?
“Edward ma.. come fai ad essere così tranquillo, quasi indifferente a tutto il dolore che hai provato in questi anni? Davvero non so come tu ci riesca” gli domando per cercare di avere le idee un po’ più chiare.
“Non sono affatto indifferente e tranquillo, ho solo imparato a convivere con tutto questo, ho dovuto imparare e anche in fretta, là fuori non c’era tempo per piangersi addosso. Può sembrare da insensibili questo comportamento ma non credere che non abbia avuto dei momenti di debolezza, dei momenti in cui la tristezza prendeva il sopravvento e ne venivo inghiottito. Ho faticato molto per far convivere col mio dolore al quale non avevo rimedio, non so perché la mia vita abbia avuto questa piega ma una cosa posso dirtela: non provo rancore per chi mi ha costretto a passare una vita di stenti e dolore, non mi permetto di giudicare un gesto tanto estremo anche se mi ha causato e mi causa ancora tanta sofferenza.
In fondo al mio cuore spero da sempre che un giorno io possa conoscere chi mi ha messo al mondo”
Non prova rancore, come può non provarne per quello che ha subìto?
Che persona speciale è questo ragazzo che ho davanti?
Una lacrima mi sfugge ma la scaccio via prima che lui se ne accorga.
“Sei una bella persona Edward, speciale e voglio aiutarti nel tuo intento. Se posso, vorrei chiederti una cosa, poi non ti farò più domande”
“Chiedi pure Bella”
“Ecco mi chiedevo, ti chiami Edward ma questo nome da chi ti è stato dato?”
Mi auguro con tutte le mie forze che mi risponda come spero ma ciò che mi dice non mi aiuta più di tanto.
“Da che ho memoria, le suore mi hanno sempre chiamato così, non so altro ma perché mi chiedi questo?”
“Ogni indizio potrebbe essere utile” gli rispondo quasi pentendomi della mia domanda, poi aggiungo
“Vedrai Edward, si sistemerà tutto, me lo sento” gli sorrido dolce.
“Sarebbe davvero bello” mi risponde illuminandosi.
Decido di spostare il discorso sul lavoro, è meglio e così proseguiamo fino all’ora di pranzo.
Scendiamo al bar a prenderci qualcosa e gustiamo il nostro pasto seduti ad un tavolino vicino al bancone.
Ne approfitto per mandare un messaggio ad Alice perché ancora non si è fatta sentire; non mi risponde prima di 3 ore ma ciò che leggo mi fa comparire un sorriso da orecchio a orecchio.
“Ottime notizie. Ti spiego tutto stasera quando torno. Un bacio”
Vorrei saltare per la gioia ma devo trattenermi, Edward è qui vicino a me e non voglio dare troppo nell’occhio.
Le rispondo Ok e ritorno a lavorare insieme a lui.
 
E’ tempo di tornare a casa e non vedo l’ora di parlare con la mia amica, sono impaziente di sapere ciò che ha scoperto oggi al convento.
Entriamo a casa e capisco dal silenzio che Alice non è ancora tornata, probabilmente è rimasta a parlare un po’ con sua madre.
Edward stasera mi sembra molto più sereno del solito, merito forse della nostra chiacchierata mattutina.
Anche io mi sento bene, più leggera e in pace e devo solo ringraziare lui.
“Edward senti io vorrei ringraziarti per oggi, per avermi ascoltata” gli confesso mentre ci togliamo i cappotti e li appendiamo.
Mi guarda e con un sorriso mi afferra una mano
“Tu ringrazi me, io ringrazio te, siamo una squadra ormai, Bella e questo mi piace molto, non serve che tu mi ringrazi. Io ti sarò per sempre debitore, hai migliorato la mia vita, hai sollevato il mio viso dalla polvere e il legame che si è creato tra di noi beh anche quello mi piace molto”
C’è qualcosa di strano in quelle sue parole, lo sento da come pronuncia l’ultimo mi piace molto.
Aleggia nell’aria una leggera tensione, piacevole ma che non riesco a comprendere.
E poi accade, lento ma deciso, mi attira al suo petto e mi bacia.
Niente a che vedere con il nostro primo bacio.
Adesso è più audace, non si limita ad accarezzarmi le labbra, le esplora e chiede il permesso a qualcosa che non gli negherò.
Ben presto anche le nostre lingue iniziano una danza alla quale per ora non voglio sottrarmi.
Capisco a cosa si riferisse pochi istanti prima e ad essere sincera anche io ho sempre avvertito una certa elettricità tra di noi.
Le sue braccia non lasciano mai la mia schiena, tenendomi salda al suo petto e solo quando scioglie il bacio, una sua mano raggiunge la mia guancia ad accarezzarmi.
“Questa volta non ti chiederò scusa né tanto meno perdono, è successo perché lo volevo e non voglio più negare e nascondere ciò che sento dentro. So che potrebbe sembrarti tutto calcolato ma credimi non è affatto così. C’è qualcosa come un filo che mi attira a te e non riesco a trovare il modo per spezzarlo.. ma forse neanche lo voglio.” mi dice continuando ad accarezzarmi la guancia.
“Sai Edward devo confessarti che mi trovi in perfetta sintonia con ciò che hai appena detto e non voglio perdere attimi che potrei trascorrere insieme a te. Non sono esperta e non so dove ci porterà tutto questo ma so che vorrei scoprirlo insieme a te”.
Il tempo di un altro veloce bacio e la porta si apre, rivelandoci una sorridente Alice ma costringendoci allo stesso tempo a sciogliere l’abbraccio: è ancora presto rivelare cosa ci è successo poco fa anche perché neanche noi ne siamo a conoscenza molto bene.
“Ciao Alice” diciamo insieme guadagnandoci un’occhiata sospetta della mia amica.
“Ciao..che avete voi due, sembrate strani. E’ tutto ok?” ci domanda forse avendo già fiutato l’aria.
“Tutto a posto e tu?” le domando sviando la domanda e  riferendomi al suo incontro di stamani.
“A meraviglia, meglio del previsto” mi dice aprendosi in un gran sorriso.
Veniamo interrotte nel nostro dialogo silenzioso da un Edward alquanto stranito, che dice andrà a farsi una doccia prima di cena.
Per un attimo il mio pensiero va a lui sotto la doccia ma lo ricaccio subito da dove è venuto, rendendomi però conto che effettivamente sto messa proprio male.
“Ah ragazzi, ho ordinato dalla rosticceria, spero non vi dispiaccia, ho voglia di festeggiare” esordisce Alice lasciandoci entrambi stupiti.
Edward, che non si è ancora allontanato, sta per chiederle qualcosa ma intuendo la sua domanda lo precedo.
“E’ un po’ che non ti facevi venire questa mania, Alice, sei sicura di stare bene?” le dico guardandola di traverso.
“Sì sì sto alla grande” borbotta felice, quasi saltellando.
“Beh in effetti qualcosa da festeggiare c’è” se ne esce Edward che è ancora lì.
Mi volto a guardarlo e dalla sua faccia credo proprio che voglia spiattellare quella cosa che c’è tra di noi.
E’ tutta una congiura ai miei nervi stasera?
Sorregge il mio sguardo e quando credo che stia per aprire di nuovo la bocca, invece ci volta le spalle e se ne va verso il bagno.
Ok, se non mi viene un infarto stasera non mi viene più.
“Che intendeva dire Edward?” mi domanda quella volpe di Alice.
“E’? Ah no niente, non lo so..” borbotto non molto convincente e infatti..
“Dì, mi starai mica nascondendo qualcosa eh” mi chiede lei puntandomi un dito contro.
Chi? Io? Ma va sono trasparente come l’acqua.. sì credici Bella, che ultimamente ne stai facendo di tutti i colori.
“No no niente” borbotto cercando di dargliela a bere e sembra funzionare.
Borbotta un ok e mi fa segno di seguirla nella sua stanza.
Non me lo faccio ripetere due volte, sono troppo curiosa di scoprire tutto.
Socchiude la porta e mi invita a sedermi sul letto.
“Allora Alice parla, siete riuscite ad avere tutte le informazioni che vi servivano?” le domando a bassa voce, in ansia per la risposta.
“Sì, anche se all’inizio è stata dura. Sono passati tanti anni e la madre superiora non era più quella che accolse mia madre e poi si occupò di quel bambino, non voleva darci notizie di quel giorno.”
“Però..” la incito a parlare.
“Però poi mossa da compassione, ha recuperato il registro di quell’anno e abbiamo potuto confrontare i pochi dati dei quali è in possesso mia madre con quelli dei loro documenti; le firme, il nome, tutto combacia; siamo riuscite a farci stampare anche una lista di tutte le famiglie affidatarie del bambino, che le suore stesse avevano richiesto agli assistenti sociali.
Le suore novizie che allora erano all’inizio del loro cammino, ci hanno raccontato tanti aneddoti interessanti su quel bambino, sono state molto gentili”
Mi sembrano notizie confortanti anche se questo non ci dà la certezza del 100%.
“Ma come facciamo ad essere certe che sia lui? Stamattina mi ha raccontato della sua vita e anche io ora sto trovando una connessione con quello che mi hai raccontato però..”
“C’è una postilla tra le note che ha catturato la mia attenzione: questo bambino ha una voglia a forma di cuore sulla scapola destra”
Non arrivo subito al nesso tra le sue parole ed Edward ma poi come un flash mi ricordo di lei e sua madre in piscina: Alice ha esattamente una voglia a forma di cuore ma sulla scapola sinistra.
Non può essere una mera coincidenza.
E l’unica cosa che mi sento di dirle la dico senza pensare oltre
“E’ lui”
In quel momento suonano alla porta e mentre usciamo per andare ad aprire, Edward, il nostro Edward ci ha precedute e sta ritirando la cena.
Mi sembra di vederlo sotto un’altra luce e mi accorgo che anche Alice lo osserva con un sorriso sulle labbra e sta morendo dalla voglia di saltargli con le braccia al collo e urlargli
 
ciao Edward, tu sei mio fratello e sei parte della mia famiglia.
   
 
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