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Autore: lapacechenonho    28/07/2020    2 recensioni
"Non succede mai niente di buono dopo le due di notte" e questo Lily lo sapeva bene.
Suo fratello James lo ripeteva sempre, come un mantra o una regola di vita e Lily aveva finito per crederci.
Sapeva che quando avevano bussato alla porta di casa sua così forte da farla sobbalzare sulla poltrona su cui si era addormentata non doveva aprire.
Sapeva che avrebbe dovuto ignorare la proposta che le era stata fatta.
Sapeva che erano le 2:30 e lei doveva chiudere la porta in faccia alla persona davanti a lei, andarsi a lavare i denti, mettere il pigiama e andare a dormire.
Sapeva che avrebbe dovuto fare tutte queste cose e invece aveva fatto l'opposto: aveva preso il mantello ed era uscita e adesso, alle 3 di notte, sotto la pioggia battente, era in un parco con la persona accanto a lei che scavava come un matto.
Storia parzialmente ispirata ad How I Met Your Mother.
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Alice Paciock, Lily Luna Potter, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Lily/Scorpius, Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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Capitolo 3.
 
Dopo aver scoperto che sarebbe stata nientemeno che la testimone della sposa dell'uomo che amava, Lily si era concentrata a capofitto nel lavoro. Desiderava arrivare in America con almeno un tassello in più della sua ricerca sulle pozioni per recuperare la memoria, ma se prima non arrivava ad un distillato che fosse almeno non bruciato non sarebbe stato semplice. Aveva capito che forse doveva aggiungere mezzo cervello di bradipo ma forse ne serviva di più o un pochino di meno, ogni volta le sembrava le mancasse un pezzo. Ogni volta che pensava di esserci quasi, si ritrovava al punto di partenza.
Un po' come era successo con la sua amicizia con Scorpius. Aveva cominciato ad essere sua amica per fargli notare che esisteva e che non era semplicemente la sorella piccola di Albus e lui se n'era accorto. Le chiedeva consigli e la ascoltava, le voleva sinceramente bene ma non l'amava e di questo Lily, all'inizio, non se n'era resa conto. Aveva scambiato quell'amichevole interesse come un qualcosa di più, nonostante Alice l'avesse avvertita più volte del contrario. Così, quando Scorpius le aveva fatto sapere di essersi interessato a sua cugina Rose e che lei sembrava ricambiare, Lily era stata malissimo e per fortuna lui non c'era per vedere quanto male stesse. Nelle missive che si scambiavano, lei era sempre allegra e serena e solo Alice aveva visto il suo corpo dimagrire, i suoi occhi gonfiarsi di lacrime, le occhiaie aumentare. Solo lei aveva assimilato il suo cattivo umore, l'aveva consolata quando aveva capito che la relazione tra i due era seria, l'aveva abbracciata quando era stata tropo fragile per reagire.
Per questo mentre la fissava sezionare un occhio di rana le chiese: «Cosa hai intenzione di fare, Lily?»
La rossa la guardò dubbiosa. «Non capisco».
«Sono io a non capire» disse. «Va bene fare finta di essere felice per loro. Va bene anche aiutare Scorpius a cercare l'anello di fidanzamento o andare a scegliere l'abito con Rose, ma la testimone, Lily. Non ti sembra esagerato?»
«E cosa dovrei fare?» chiese sbattendo il coltello sul tagliere. «Sono Lily, la stessa persona che durante il suo settimo anno ad Hogwarts riceveva le lettere di Rose e Scorpius innamorati e dava loro consigli su come mettersi insieme mentre morivo dentro. Sono sempre quella che una volta tornata a casa e ha capito che la cosa era seria ha deciso di farsi da parte perché la verità è che per lui sono e sarò sempre Lily: la sorella del suo migliore amico, la cugina della sua fidanzata e forse un'amica, alla fine, ma niente di più».
«Tu non sei solo questo per lui e lo sai» disse Alice. Lily sbuffò.
«Giusto, sono anche la codarda che lascerà il ricevimento del matrimonio perché non riesce a vederli felici insieme».
«Perché ti devi fare così male?» domandò teneramente l'amica.
«E dovrei andare da Scorpius, felicemente fidanzato con mia cugina da circa otto anni, e dirgli che sono innamorata di lui da quando ho più o meno quattordici anni? Bella figura che ci faccio!»
Alice sospirò pesantemente. Era una situazione difficile anche per lei: molte volte si era ritrovata a quelle famose cene a quattro in cui c'era anche Rose e a volte aveva pure cercato di essere cordiale con lei ma poi pensava a quanto male avesse fatto a Lily inconsapevolmente. E lo pensava anche di Scorpius, nell'ultimo periodo si era inacidita parecchio anche con lui. A volte pensava che se Al avesse visto Lily anche solo un giorno del loro settimo anno avrebbe preso a pugni Scorpius definendolo uno dei peggiori migliori amici della storia perché stava letteralmente sfibrando sua sorella.
Ma Al non l'aveva vista, Scorpius non sapeva niente e Rose era nel suo mondo incantato pieno di cuoricini e amore.
C'erano solo Lily ed Alice, di nuovo.
«Non puoi portarti questo peso da sola» la implorò.
«Infatti siamo in due» ribatté Lily.
«E se stesse diventando pesante anche per due persone?» Lily guardò l'amica dritta negli occhi cercando di capire cosa fosse cambiato o cosa stesse cercando di dirle.
«Che intendi?»
«Sono arrivata ad odiare Scorpius e Rose per te».
«Nessuno te l'ha chiesto. Io non li odio, per esempio, e ne avrei tutto il diritto».
«Tu stai scappando dall'altro lato del mondo per non odiarli ma io sarò costretta a vederli. Scorpius e Rose sono le persone che, senza volerlo, ti hanno fatto più male in assoluto. Loro sono le persone per cui vai in America, sono le persone che stanno allontanando la mia migliore amica da me» le fece notare e Lily si sgonfiò come un palloncino che viene forato.
In tutta quella situazione aveva considerato sempre e solo i suoi sentimenti, non aveva mai pensato a cosa provassero Alice, i suoi fratelli o i suoi genitori. «Scusa, sono stata un'egoista» mormorò tornando al suo occhio di rospo.
Alice si avvicinò e le passò una mano sulla spalla per confortarla. «Non so davvero cosa fare. Però tu puoi iniziare ad odiarli di meno, se vuoi posso chiedere a Rose se puoi venire anche tu oggi pomeriggio» chiese speranzosa.
L'amica sbuffò spostando un ciuffo di capelli all'indietro «Non ci tengo, ma grazie dell'offerta».
«E comunque» aggiunse dopo qualche minuto «Non posso non odiarli se mi hanno portato via la mia amica del Quidditch del mercoledì». Lily rise divertita.
Ai tempi di Hogwarts erano state tutte e due nella squadra Grifondoro, si allenavano il mercoledì pomeriggio e da lì avevano preso l'abitudine di farsi due tiri di pluffa in modo del tutto informale ogni mercoledì, poi puntualmente finivano a parlottare del più e del meno. Lily la guardò per qualche istante: decisamente il Quidditch del mercoledì sarebbe mancato anche a lei, pensò sospirando.
 
Nonostante fosse stata testimone di nozze anche di Alice, non si ricordava che cercare un abito da sposa fosse così complicato. E non lo ricordava perché Alice aveva trovato il suo abito esattamente dieci minuti dopo essere entrata nel primo negozio.
Con Rose, invece, era tutto l'opposto. Il primo negozio aveva vestiti troppo moderni e poco da sposa, il secondo troppo antichi, nel terzo la qualità sembrava essere scadente. «Ma perché è importante? Lo devi tenere un paio d'ore e basta! Chi se ne frega se si scuce un angolo!» esclamò esasperata Roxanne ricevendo un'occhiata truce di Dominique e Rose.
Lily si trovava d'accordo con Roxanne ma tacque per il quieto vivere.
«Quanti appuntamenti ci mancano?» chiese Lucy sull'orlo di una crisi di pianto.
«Oggi pomeriggio ancora due» rispose Rose.
«Oggi pomeriggio? Perché ci saranno altri giorni?» si stupì Molly.
«Certo, se non lo trova oggi deve continuare a cercare» rispose con ovvietà Dominique.
Lily si abbandonò sulla sedia con l'aria di chi voleva essere fulminata in quel momento. «Io per le prossime volte mi defilo, mi dispiace per te» le sussurrò Roxanne dandole una leggera pacca sulla spalla.
«Grazie» rispose Lily truce.
«Ci siamo ragazze? Abbiamo altri due negozi da vedere!» le richiamò zia Hermione.
Così Dominique, Molly, Lucy, Roxanne, Rose, Lily e zia Hermione si diressero verso il quarto atelier della giornata. Victoire non c'era perché aveva detto di avere un impegno di lavoro improrogabile ma tutti sapevano essere una scusa, non era cattiveria, era spirito di sopravvivenza. Anche quando uscivano a fare shopping Rose era sempre quella che ci metteva di più scegliere i vestiti, a volte uscivano da un negozio per ritornarci qualche ora dopo e comprare il capo di abbigliamento in questione.
Il quarto negozio - quello che a Lily piacque di più - si era rivelato per Rose troppo semplice, a tratti troppo sportivo per una sposa. Le cugine avevano annuito perché ormai ci avevano fatto il callo: la sposa ha sempre ragione.
Arrivarono al quinto atelier che era quasi ora di chiusura, erano affamate e con i piedi doloranti. Quel posto sarebbe stato troppo chic anche per Rose e Lily si chiese perché fossero dovute andare per forza.
Ormai abituate alla solita manfrina, lei e zia Hermione si sedettero nelle poltroncine mentre le altre cugine giravano osservando vestiti che sarebbero potuti andare bene a Rose. Lily aveva appena perso le speranze di trovare l'abito giusto, quando Rose, fasciata con un vestito di raso con la gonna ampia e lo scollo al cuore sul seno uscì dal camerino seguita dalla commessa del negozio. Era bellissima. Un sorriso comparve sul volto di Rose e Lily non poté fare altro che sorridere di riflesso, anche le altre cugine erano estasiate dalla bellezza di Rose. Zia Hermione aveva la bocca coperta dalle mani ma si poteva intuire un sorriso compiaciuto, per un attimo Lily guardò Dominique e poté giurare di intravedere i suoi occhi lucidi. «Scorpius sta facendo la scelta giusta» disse, forse, più a sé stessa che a Rose.
Quando furono fuori dal negozio, la famiglia Weasley più la Potter si disperse. Rimasero solo Rose e Lily. «Stasera ci beviamo qualcosa con Al ed Alice, vuoi unirti a noi? Magari noi ci prendiamo pure qualcosa da mangiare». Lily, pensando all'alternativa che la aspettava a casa accettò di buon grado.
Attraversarono il Paiolo Magico e poi entrarono a Diagon Alley dirigendosi verso il piccolo pub che aveva aperto Frank Paciock, il fratello di Alice.
Appena entrarono, Lily notò che mancavano solo loro, c'era Al con una mano appoggiata alla schiena di Alice, e c'era Scorpius che sembrava un po' imbronciato, aveva il maglione grigio a collo alto che Lily gli aveva regalato il Natale precedente pensando ai suoi occhi. Certo, gli altri sapevano che era un regalo come un altro, non che dietro ci fosse una spiegazione tanto profonda.
«Oh, finalmente!» esclamò Al.
Lily scoccò una veloce occhiata ad Alice e si sedette tra lei e Rose che stava salutando Scorpius con un bacio. Nonostante fossero passati otto anni, quei piccoli gesti le facevano capovolgere lo stomaco dalla gelosia.
«Giornata pesante?» chiese Rose al futuro marito notando il suo sguardo corrucciato.
«Sì, e ho fame» si lamentò come un bambino.
«Malfoy non ti lamentare. Io non torno a casa da stamattina e fino a mezz'ora fa sprofondavo tra il tulle e la seta» rispose laconica Lily.
«L'avete trovato?» chiese Alice.
Rose annuì entusiasta e con lo sguardo illuminato. 
Scorpius la strinse a sé e le lascio un bacio sulle tempie, rivolgendo uno sguardo furente a Lily lasciandola perplessa. Cosa aveva fatto che non andava? Era qualche pasticcio in ufficio o semplicemente stava diventando pazza?
«Ciao Lily! Ciao ragazzi!» Frank Paciock si avvicinò al tavolo con un blocchetto fluttuante pronto a trascrivere quello che loro avrebbero chiesto.
Frank aveva avuto da sempre un certo debole per il fascino di Lily, ma lei negli ultimi otto anni era stata dietro ad un biondino con gli occhi grigi, fidanzato di sua cugina per accorgersi che Frank era diventato effettivamente un bel ragazzo. Aveva ereditato gli occhi verdi ed il viso tondo di suo padre, i capelli erano biondi come quelli della madre, rispetto a quando andavano a scuola era più secco ma impostato. «Ciao Frank» disse lei leggera con un sorriso.
Mentre gli altri ordinarono semplicemente del Whiskey Incendiario e dell'Acquaviola, Lily e Rose presero un hamburger con patatine e una Burrobirra. «Perché non dai una povera speranza a quel povero di mio cognato Frank?» chiese Albus una volta che se ne fu andato.
«Perché dovrei?»
Parlare di Frank in quel modo davanti ad Alice e Scorpius la metteva in imbarazzo e si stava giusto chiedendo chi avesse alzato i riscaldamenti prima di accorgersi che dipendeva tutto da lei. «Oh Lily, non mi dire che non te ne sei accorta!» esclamò Scorpius. «Ti viene dietro da quando andavamo a scuola!»
Lily guardò l'amica come per scusarsi ma lei rispose con un cenno incurante della mano. «E quindi? A me non piace» rispose lei con naturalezza. «Scusa Alice» aggiunse dopo qualche secondo.
«Tranquilla, apprezzo che tu non voglia ferire i suoi sentimenti» rispose lei ridendo.
«Nessuno ha detto che lo devi sposare» disse Rose. «Semplicemente puoi iniziare a ritornare in pista» concluse.
«Rose ha ragione. Quant'è che non hai una relazione?» domandò Albus.
Alice le tirò un calcio sotto il tavolo. «Ahi! Perché l'hai fatto?»
«Scusa, era per Al» rispose tirando un calcio al marito che si lamentò.
Nel frattempo era arrivato sia l'hamburger di Lily che quella di Rose e senza troppa grazia, la più piccola del gruppo ci si fiondò sopra.
«Per questo non trovi un ragazzo, sei peggio dello zio Ron!» disse Albus.
«Be'» rispose pulendosi le labbra. «Allora credo che rimarrò single a vita».
Lily ringraziò tutti i Malandrini, Merlino e Morgana che il discorso sulla sua vita sentimentale fosse terminato lì, salvo poi passare ad uno altrettanto doloroso: la preparazione delle nozze. Lily scoprì che Rose nei giorni precedenti era andata a parlare col catering per il colore delle tovaglie che sarebbe stato di un elegante rosa antico. «Non era meglio un azzurro elegante o un verde chiaro. È sera, il rosa non è più da giorno?» domandò Lily sinceramente curiosa.
«Scorpius ha detto la stessa cosa ma la signora del catering sosteneva che anche il rosa non era male» rispose Rose.
Lily alzò lo sguardo impercettibilmente verso Scorpius e lo sorprese a guardarla con fare astioso. Ma che cavolo gli aveva fatto? Si stava comportando come la testimone modello, cosa poteva aver fatto di sbagliato? 
Continuò ad ascoltare Rose che continuava a parlare dei fiori, avrebbe avuto da ridire anche su quelli ma per paura che la sua idea corrispondesse di nuovo a quella di Scorpius rimase zitta, magari così avrebbe smesso di fissarla come se la volesse incenerire. 
Quando fu abbastanza tardi per tutti, pagarono il conto e le coppie si smaterializzarono nelle rispettive case, Lily invece preferì fare due passi a piedi, nonostante il gelo di gennaio aveva bisogno di schiarirsi le idee e camminare la aiutava a rilassarsi. Le gambe le facevano ancora male dal giro di negozi pomeridiano ma non se ne curò. 
Passò davanti a Madama McClan e provò una stretta al cuore pensando a tutte le volte che vi era entrata per farsi rifare la divisa scolastica, soprattutto negli ultimi anni. Lo stesso accadde quando si fermò davanti ad Olivander, dove aveva preso la sua unica ed attuale bacchetta. Ricordava quel giorno nitidamente, si era sentita così emozionata, così fiera di sé stessa quando finalmente la bacchetta l'aveva scelta, che ancora le tremavano le mani quando ci pensava.
Sembrava il ricordo di una vita precedente, erano passati quattordici anni, adesso aveva venticinque anni e stava per cambiare totalmente vita per creare una distanza fisica, soprattutto, con la persona che aveva amato silenziosamente negli ultimi tempi. Provò un moto di nostalgia anche a passare davanti a Fortebraccio, di solito, quando andavano a fare le compere per Hogwarts, il gelato era una tappa fissa. Era stato in uno di quei tavolini che per puro caso si era accorta che quella testolina di cazzo bionda non le stava proprio indifferente, ed era sempre in quei tavolini che aveva lasciato il suo primo ragazzo perché non era Scorpius. 
Le sarebbe mancato tutto quello, una volta a New York. 
Le sarebbe mancata la Tana, tornare dai suoi ogni volta che voleva, le sarebbero mancati i suoi fratelli, forse perfino Scorpius e Rose, la separazione con Alice le avrebbe lasciato un vuoto incolmabile. Le sarebbero mancati i suoi cugini che piombavano a casa sua senza avvisare, Hugo che prima di sistemarsi le chiedeva casa libera per portare qualche tizia rimorchiata al bar. Le sarebbe mancata casa
Ma era ora di crescere e assumersi le sue responsabilità, se lei non riusciva a respirare quando c'era lui era giunto il momento di darsi la spinta e ritornare in superficie. 
Rimase stupita quando vide il suo abisso aspettarla fuori casa. «Scorpius?» chiese. Era ai piedi del portone del palazzo appoggiato al muro con le braccia incrociate. Sembrava furente.
«In persona» rispose duro. 
«Tutto bene? A cena sembravi un po' strano» domandò titubante. 
Il ragazzo prese una boccata d'aria fredda e poi disse: «Possiamo salire? Non vorrei urlare in mezzo alla strada». 
Lily corrugò la fronte non capendo cosa succedesse al ragazzo di sua cugina, poi arrivarono al secondo piano e aprì la porta. Entrò seguita da Scorpius che sbatté la porta infuriato. Lily si girò di scatto considerando l'idea che fosse qualcuno sotto la Pozione Polisucco. «Dimmi per quale cazzo di motivo vai in America» ordinò.
Aveva la mascella contratta e le braccia che gli scendevano lungo il busto, vibrava di rabbia. «Scorpius non capisco, ve l'ho già detto la sera di Capodanno, mi hanno fatto una buona offerta e ho accettato».
«Cazzate» disse senza dare la minima impressione di voler calmarsi. Lily strabuzzò gli occhi.
«No, Scorpius, è davvero così!»
«Ho parlato con mio padre, dice che non è poi una così buona offerta» disse chiarendo i dubbi taciuti di Lily. «Quando hai iniziato a mentirmi?» chiese tagliente.
Nessuno si era mosso da posto non avevano manco tolto i mantelli, a Lily sembrò che il gelo della strada fosse entrato dentro casa sua per impossessarsi del suo corpo. «Hai iniziato a quattordici anni o quando ti ho detto che mi piaceva Rose?»
Ci fu un momento in cui Lily sentì letteralmente la terra mancarle sotto i piedi ed il respiro venire meno, indietreggiò cercando di allontanarsi il più possibile dal ragazzo. Il cuore aveva preso a batterle prepotentemente, il sangue le pulsava così velocemente che le orecchie le avevano preso a fischiarle. La gola era secca e dovette fare ricorso a tutte le energie che aveva in corpo per rispondere. «C-come lo sai?» balbettò a voce bassa.
«Oggi ti dovevo portare un documento quando ti ho sentito parlare con Alice».
«Quindi hai pensato bene di origliare» lo accusò rinsavendo. 
«Non è questo il punto» specificò.
Lily gli diede le spalle mentre sollevava la testa per non piangere. «Perché non mi hai mai detto niente? Perché ti sei sempre tenuta tutto?»
Lily mise su un sorriso amaro continuando a dargli le spalle. «Immagina me a quattordici anni e tu a sedici. Immagina se io fossi venuta da te a dirti che mi piacevi, cosa avresti detto? Mi avresti riso in faccia».
«Questo non puoi saperlo». Lily si girò e lo guardò negli occhi.
«Avresti detto di sì?» lo sbeffeggiò. «Ti saresti messo con una ragazzina di quattordici anni che non era nient'altro che la sorella rompipalle di Albus che dovevate portarvi in giro per Diagon Alley solo perché ve lo chiedeva mio padre?» la sua voce si andava leggermente alzando di qualche ottava ogni minuto di più.
«Io non lo so, Lily» rispose lui. «Non so cosa avrei fatto a sedici anni, ma so che a diciassette avrei dato tutto il mio patrimonio alla Gringott per ricevere solo una minima attenzione da te in quel senso. C'eri come amica ma non potevo averti come fidanzata perché rovino tutto quello che tocco e non avrei potuto rovinare la sorellina del mio migliore amico». Lily incrociò le braccia al petto stanca di essere presa in giro.
«Smettila di prenderti gioco di me» sibilò tra i denti.
«Non lo sto facendo. Sono serio. Se solo avessi avuto la minima possibilità con te io l'avrei sfruttata, credimi».
«Scorpius, basta, ti prego» disse mentre lo sguardo di lei veniva offuscato dalle lacrime.
«Ti sto dicendo la verità Lily, a diciassette anni avevo una cotta per te è durata un po' dopo la fine della scuola e poi mi sono avvicinato a Rose e me ne sono innamorato e a quanto pare me ne sono innamorato grazie a te».
«Non dirlo neanche per scherzo» lo ammonì mentre la sensazione di avere sabbia nella gola era sempre più forte. 
«Non sto scherzando, Lily! Se tu avessi anche solo accennato qualcosa durante il mio ultimo anno forse le cose sarebbero andate diversamente». 
«Certo, io. Io avrei dovuto coprirmi di ridicolo se mi avessi rifiutato. Io avrei dovuto evitarti tutte le volte che saresti venuto a casa mia. Io mi sarei dovuta umiliare per te. Hai mai pensato che avresti potuto farlo anche tu? Che anche tu saresti potuto venire da me a dirmi che ti piacevo? Hai mai pensato anche solo per un attimo che avresti potuto muovere quel culo flaccido che ti ritrovi e dirmi che non ero solo una cretina per te?»
«Non sai quante volte» disse con un sorriso amaro. «Non sai quante volte avrei voluto dirti che mi piacevi, che non venivo a stuzzicarti in biblioteca solo per darti fastidio ma perché erano dei momenti solo nostri in cui eravamo in territorio neutrale. Non sai quante volte dopo una partita di Quidditch sarei voluto venire da te e complimentarmi con un bacio per avermi soffiato il boccino da sotto il naso. Non sai quante volte avrei voluto che Al tornasse nei dormitori e rimanessimo solo noi due sulla sponda del Lago a lanciare sassolini e a parlare del nulla. Ma non si poteva perché tu eri la sorella del mio migliore amico» concluse. 
Lily ormai aveva dato libero sfogo alle lacrime senza curarsi troppo di cosa avrebbe potuto pensare lui. «E tu eri il migliore amico di mio fratello» rispose lei piano.
Nella stanza si creò un silenzio teso, Lily guardava il pavimento mentre le lacrime continuavano a scendere silenziose. Scorpius la guardava, non era più arrabbiato ma era ancora fermo al solito posto. «E adesso amo Rose» disse con un sospiro, come se Lily non lo sapesse, come se volesse ricordarglielo.
«Lo so» rispose in un sussurro continuando a fissarsi le scarpe.
«Forse è meglio se non ci vediamo per un po'» disse duro Scorpius facendo alzare di scatto la testa a Lily. «Sì, insomma, se fossi stata la mia testimone ti avrei chiesto di non venire ma non posso farlo e Rose non deve sapere nulla, quindi limitiamo ad evitarci. Ognuno ha il suo ufficio al Dipartimento quindi meglio così».
«Mi odi fino a questo punto?» domandò flebile.
«Io non ti odio, Lily. Non ti odio per niente. Ma ho bisogno di capire, sono confuso». La ragazza annuì dandogli ragione. «Sono gli ultimi mesi che sto qui» gli rammentò in seguito.
«Non devi andare in America per me. Non devi accettare un lavoro mediocre che ti renderà infelice per me» disse Scorpius facendola sbuffare.
«Non lo faccio per te, lo faccio per me. Hai idea di cosa significhi essere la confidente amorosa di tua cugina ed essere segretamente innamorata del suo fidanzato per undici anni? O quando il ragazzo che ami viene a bussare alla tua porta in piena notte per andare a cercare l’anello di fidanzamento da dare ad un’altra che altro non è che tua cugina? Hai idea di come io mi senta morire ogni volta che voi vi toccate, baciate, siete mano nella mano? Riesci ad immaginare come io mi sia sentita oggi pomeriggio mentre Rose sceglieva l'abito nuziale per sposare l'uomo che amo?
«È sfibrante, stancante, ti porta piano piano a spegnerti. È come vivere perennemente dentro una bolla e adesso è il momento di scoppiarla. Quindi, scusa tanto Scorpius, ma non dipende da te. Dipende da me, solo ed esclusivamente da me» lo aggredì.
Forse non se lo meritava, in fondo lei aveva davvero taciuto i suoi sentimenti, mentre lui aveva scoperto tutto in una sera e aveva il diritto di essere confuso. Forse era stata dura a sbattergli il suo dolore in faccia. Ma era il momento di respirare e quella piccola spinta dal fondale incominciava da quella sera.
«Mi dispiace, Lily» mormorò lui.
Lily sorrise amara. «Forse non dovremmo vederci per un po'» convenne lei mentre sentiva il suo cuore rompersi in piccoli pezzi pronti ad essere gettati nella spazzatura.
Vide Scorpius aprire la porta, indugiare un po' e poi richiudersela alle spalle.
Nel momento in cui Lily si concesse di crollare, l'orologio a parete segnò le tre e nonostante la disperazione più totale Lily pensò che no, dopo le due di notte non succede nulla di buono, per niente
   
 
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