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Autore: Clodie Swan    28/07/2020    4 recensioni
"Da molto tempo non affrontavamo un giorno doloroso come questo. Sapevamo che presto sarebbe arrivato. La parentesi felice di questi pochi anni non poteva durare per sempre. Non per noi. Siamo destinati a lottare, a compiere sacrifici, a soffrire pur di proteggere i nostri cari da ogni pericolo. Perfino da noi stessi. Perché noi non siamo persone normali. Siamo creature oscure e letali. Siamo dei vampiri."
Sono passati diversi anni dagli eventi di Breaking Dawn. I Cullen devono difendere il figlio di Renesmee e di Jacob Black dalle mire dei Volturi. La loro strada finirà per incrociarsi con quella di un giovane quanto affascinante cacciatore di vampiri.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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Dopo tanto tempo ho finalmente deciso di riprendere a scrivere e dopo aver riletto i numerosi commenti di quanti hanno seguito Sunrise ho deciso di concluderla.

Mi dispiaceva aver smesso ma alla mia prima figlia se ne è aggiunto un secondo e così il tempo per scrivere si è praticamente esaurito per molto tempo.

Avevo perso l’ispirazione e non avevo più un reale interesse nella saga di Twilight. Ma mi dispiaceva lasciare incompiuta una storia a cui avevo dedicato tanto tempo e in cui c’erano anche personaggi da me inventati. Nel vecchio forum di twilight non so se qualcuno se lo ricorda, avevo anche inserito foto, immagini, brani musicali. Sunrise aveva una lunga playlist. Forse ne farò una nuova edizione più elaborata e con le dovute correzioni visto che come mi avete spesso fatto notare , ci sono molti errori. Perdonatemi ma all’epoca scrivevo ad orari improbabili con una fretta fastidiosa e la scrittura ne ha risentito. Torno con il capitolo 48 e finalmente ci sarà la rivelazione sull’identità di Dillon. E’ un capitolo un po' particolare ci sono diversi punti di vista ma spero riuscirete a seguire la trama.

Grazie ancora per il vostri 176 commenti, grazie per i 41 che l’hanno segutia e per i 23 che l’hanno messa tra le loro preferite. Non so se tornerete a seguirla ma spero di rivedervi e anche rivedere qualche nuovo lettore.

A presto

Clodie Swan

Capitolo 48

Edward controllò di nuovo l'ora. Grazie alle previsioni di Alice erano riusciti a prendere voli e coincidenze al momento giusto ed erano giunti a Roma in pochissimo tempo. Dillon doveva essere nelle mani dei Volturi ormai da almeno ventiquattr'ore e il solo pensiero lo faceva rabbrividire. “Da questo momento non riesco a vedere nulla” annunciò Alice mentre si recavano alla macchina che avevano noleggiato. “Vedo solo noi cinque che ci dirigiamo a Bracciano.”

“Ma vostra madre è proprio sicura che si trovi lì?” chiese Simon dubbioso. “Mi ripetete come ha fatto a scoprirlo?”

“Esme è architetto e arredatrice di interni, ha occhio per queste cose.” spiegò Edward “Dal momento che si trattava della sala di un castello, ha pensato che forse poteva essere una location conosciuta per feste ed eventi. Ha fatto una serie di ricerche su Internet confrontando le immagini con lo schizzo tratto dalla visione di Alice. Alla fine è riuscita a identificare la stanza come La Sala dei Cesari nel castello di Bracciano.”

“Senti Edward” intervenne Jacob “Ma ora che sappiamo dov'è, ce l'abbiamo una specie di piano?”

“Lo avremo.” disse Edward entrando in macchina. Si mise alla guida pensando a Dillon che si sottoponeva al tocco di Aro, a sua figlia chiusa in camera a piangere, a Carlisle che stava per concludere il test del dna. Non immaginava a quante cose stavano per accadere tutte nello stesso istante.

 

Renesmee era tornata di nuovo nella stanza che aveva ospitato Dillon e si era sdraiata sul letto in preda allo sconforto. Respirò l'odore del ragazzo che impregnava ancora il copriletto e sospirò, contando i minuti che restavano prima di avere il risultato del test. Non aveva bisogno di prove per sapere che Dillon era suo figlio ma voleva che potesse crederci anche lui. Aveva tanto da dirgli, da raccontargli... Invece se ne era andato prima che potesse abbracciarlo e stava rischiando la sua vita. Rotolò su un fianco verso il bordo del letto e mentre si asciugava le lacrime, cominciò a esplorare la stanza con lo sguardo. La sua attenzione fu colpita dall'odore della ceralacca. Strano. Nella stanza non c'era alcun oggetto che potesse recarne traccia, poi seguendo la scia, per quando tenue, di quell’odore la mezza vampira scivolò a terra e sbirciò sotto il letto. C’era una lettera.

Nello stesso istante Carlisle si avvicinò allo schermo del computer emozionato. “Abbiamo i risultati” annunciò rivolto verso la moglie ed i due figli che subito si avvicinarono trepidanti. Lo schermo mostrò in maniera chiara ed inequivocabile la risposta che da tanto tempo aspettavano.

 

Aro riprese il controllo della mente di Dillon e ripercorse con lui il periodo in cui si era stabilito a Londra dopo la morte dei suoi genitori, il lutto, l’incidente d’auto da cui era uscito miracolosamente illeso e poi gli anni dell’università, ogni esame, ogni amicizia, e così le superiori, l’adolescenza tormentata e l’infanzia ancora serena fino al giorno o cui i signori Baxter lo avevano accolto, ancora neonato, nella loro vita. E poi ancora poche settimane prima, il bambino era tra le braccia di una giovane donna incantevole dai capelli biondi che gli posava un bacio sulla fronte con gli occhi pieni di tristezza ma incapaci di piangere.

Rosalie?” pensò Dillon riconoscendola.

 

Renesmee aprì la lettera e la lesse velocemente. “Rosalie?” mormorò stupita prima di precipitarsi al piano di sotto dove i suoi famigliari stavano fissando ancora attoniti il responso delle analisi che provavano l’identità di Dillon.


 

La mente di Dillon svelò un’ultima scena che lui non poteva ricordare ma che il suo inconscio aveva conservato nitida e che gli causò una fitta al petto. Renesmee piangeva stringendolo al petto e baciandogli la manina paffuta da bebè stretta intorno al proprio pollice. “David...” singhiozzò posando la testa sulla spalla di un giovane bruno che le si era avvicinato cingendola tra le braccia, anche lui col volto rigato di lacrime. Jacob. La stanza era inondata di luce che si rifletteva sui volti tristi di un gruppetto di persone sullo sfondo, frammentandosi in una miriade di riflessi, come la superficie di un diamante. I Cullen. “La mia famiglia!” sussultò Dillon sconvolto. Subito si staccò da Aro incapace di sopportare altro. Il vampiro lo fissò compiaciuto come se avesse previsto da sempre quella rivelazione.

“E´ lui!” annunciò trionfante rivolgendosi al suo uditorio. “David Cullen Black.”


 

“E' lui!” disse Carlisle voltandosi verso Renesmee che li aveva appena raggiunti. “Lo so.” rispose la nipote mostrando a tutti la lettera. “Ho trovato questa in camera di Dillon.” Rosalie si portò le mani al viso soffocando un’esclamazione. “Quella l’avevo scritta io.” spiegò prendendo il foglio in mano. “ Pensavo che un giorno il bambino avrebbe potuto scoprire di essere stato adottato e che avrebbe fatto delle domande. E se non poteva sapere tutta la verità poteva almeno avere la certezza di essere stato amato e che la sua famiglia era stata costretta a separarsi da lui. Gli ho voluto bene come se fosse mio in quei pochi giorni, e ho sofferto troppo quando sono entrati nella stanza e lo hanno portato via. So di essere stata imprudente a lasciare un indizio, ma...”

“Sono contenta che tu l’abbia fatto.” la interruppe Renesmee abbracciandola. “E' una lettera bellissima. Non avrei saputo usare parole migliori.”

Ci furono altri abbracci, mormorii commossi, da parte di tutti ma non c’era più tempo da perdere. Gli altri dovevano essere subito informati.


 

Edward aveva appena impostato il navigatore ed aveva imboccato la strada più breve per raggiungere Bracciano quando ricevette un’altra chiamata da casa. “Deve essere successo qualcosa.” annunciò agli altri passeggeri. “Forse è il test del DNA.” Tutti nell’auto, compreso Samuel, si sporsero verso di lui trepidanti. Edward accese il viva voce.
“Ragazzi.” disse Carlisle dall’altra parte. “E´ lui. Il test lo ha confermato senza alcun dubbio. Dillon è il nostro David.” Edward rallentò e parcheggiò la macchina nel primo punto che trovò disponibile. Strinse forte il volante tra le dita e chiuse gli occhi. Quanto avrebbe voluto poter piangere. Sentì sulla spalla la mano di Bella e la strinse forte. Si scambiarono uno sguardo eloquente attraverso lo specchietto. Jacob cominciò a singhiozzare forte all’improvviso.
“Carlisle? Mia moglie è lì?” Dall’altro capo del telefono rispose Renesmee. “Sono qui.” Jacob tirò su con il naso. “Lo avevi sempre saputo. Avevi ragione. Lo avevi riconosciuto dal primo momento...solo io non volevo...Lo riporterò a casa, amore. Lo riporterò sano e salvo da te lo prometto!”
Un gruppo alla gola gli impedì di continuare. Bella e Alice gli diedero un abbraccio. Jasper tentò di usare il suo potere per calmarlo, ma si sentiva in preda alla commozione anche lui. Samuel appariva scosso, pensava a Dillon, al suo mistero risolto, alla sua famiglia ritrovata, al pericolo incombente. “Dobbiamo andare.” disse Edward rimettendo in moto la macchina. “Renesmee, Carlisle, credo che al momento opportuno ci servirà il vostro aiuto. Tenetevi pronti. Vi darò istruzioni.” Quando la chiamata fu conclusa Jacob si riprese e asciugandosi gli occhi fissò la strada davanti a loro. “Corri vampiro, andiamo a salvare mio figlio.”

 

  
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