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Autore: Kimly    30/07/2020    2 recensioni
Le coppie di Harry Potter alle prese con la scelta dei nomi per i loro figli.
Perché, a volte, è davvero difficile accontentare i gusti di entrambi i genitori.
Dall'ultimo capitolo: «Comunque, novità?» chiese Ron, prendendo in braccio la figlia che aveva allungato le manine verso di lui.
«Sì» buttò lì lei, non riuscendo però a trattenere un sorriso «Sembra che presto non sarai il solo figlio maschio di cui dovrò prendermi cura».
«Un maschio?»
«Eh, già» rispose lei, toccando la pancia che già aveva preso forma.
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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 Bill/Fleur {Dominique}
 
 
«Dominique, nique, nique s'en allait tout simplement, Routier pauvre et chantant en tous chemins, en tous lieux, il ne parle que du Bon Dieu…*»
«Il ne parle que du Bon Dieu» Victoire s’interruppe, mentre la nonna Apolline continuava a cantare, battendo le mani a tempo.
«A l'époque où Jean Sans Terre, D'Angleterre était le roi…» provò a riprendere la bambina, ma si fermò di nuovo, vedendo sua madre e suo padre scambiarsi effusioni proprio davanti alla porta aperta della sua camera.
Fleur e Bill non si accorsero di essere osservati e uscirono dal campo visivo di Victoire.
«Victoire, chérie, che succede?» domandò la nonna, rendendosi conto della distrazione della nipotina «Non ti va più di cantare?»
«No, mamie» rispose Victoire con una serietà che poco si addiceva ad una bambina di quattro anni «Vado da mamma e papà».
«D’accord» le disse la nonna, alzandosi dal suo letto e facendo per uscire dalla camera «Io credo che andrò a cercare ton grand-pèrechérie».
Victoire le fece un sorriso sdentato, poi, rimasta sola nella sua stanza, si mise di fronte all’alto specchio che papa le aveva regalato qualche mese prima. Si allisciò ancora di più i suoi lunghi capelli biondo-argentei con le mani e si sistemò meglio il vestitino che maman le aveva fatto indossare quella mattina.
Scese le scale di Villa Conchiglia, diretta in cucina, dove i suoi genitori erano intenti a parlare, ancora una volta, con l’enorme pancia di maman, che era cresciuta molto in quegli ultimi mesi. Papa, una sera, le aveva spiegato che lì dentro c’era la sua sorellina e che presto lei, Victoire, l’avrebbe conosciuta e le avrebbe fatto da sorella maggiore. “Mi fido di te, piccola” le aveva sussurrato papa quella volta e la bambina gli aveva mostrato un sorriso felice che era decisamente cambiato in quelle ultime settimane.
I suoi genitori sembravano essersi dimenticati della sua presenza. Le davano sempre meno attenzioni, troppo presi a preparare la stanza per la nuova arrivata, che per Victoire, oramai, aveva assunto il ruolo di intrusa. 
La sua vita era stata perfetta fino a quel momento: mamanpapa e lei. Era coccolata da tutti e non aveva mai sofferto la solitudine, piena com’era di cugini. Sentiva che presto avrebbe dovuto dividere tutto con la nuova sorellina: la sua casa, la sua famiglia e, forse, perfino il suo amico Teddy!
«Allora, siamo arrivati ad una conclusione, Fleur?» domandò Bill alla moglie, mentre Victoire si nascondeva dietro al bancone per non farsi vedere.
«Pas encore**» replicò la donna. Victoire non aveva mai visto gli occhi di maman così azzurri «A me continua a piascere Vivienne e tu insisti su Elinor. Non arriveremo mai a una solution».
«Non vorrei essere polemico, però abbiamo già scelto un nome francese» e Victoire sobbalzò, sentendosi chiamare in causa «Questa volta potremmo sceglierne uno inglese».
Fleur sorrise e finse un’espressione offesa. Bill si sporse in avanti per baciarla e Victoire si coprì il viso con le manine per non guardare quella scena.
«Che sc’è di male nei nomi francesi?» domandò Fleur e Bill scoppiò a ridere, senza dare una risposta.
Victoire gonfiò le guance, arrabbiata. E così papa avrebbe voluto più bene all’intrusa solo perché avrebbe avuto un nome inglese?
«Comunque sia, uno dei due dovrà cedere prima o poi» ammise Bill, mentre Victoire si sporgeva di nuovo da dietro al bancone, giusto in tempo per vedere maman accarezzare le lunghe cicatrici di papa. Anche la bambina adorava tracciare con il ditino quelle linee che davano così tanto carattere al viso del suo papà.
«E indovina chi lo farà, alla fine» lo prese in giro Fleur, lasciandosi stringere dal marito. Quasi senza accorgersene, entrambi posarono le mani sul pancione della donna e si scambiarono uno sguardo complice.
Victoire ricordava ancora com’era bello quando era lei quella stretta da maman papa e le iniziarono a pizzicare gli occhi. Tirò su con il naso e Bill, che aveva dei sensi da lupo, come una volta le aveva detto nonna Molly, si voltò subito verso la sua direzione.
Bill la individuò in breve tempo, occhi azzurri riflessi in altri occhi azzurri – più intensi, più simili a quelli di maman – e le fece un sorriso.
«Ehi, piccola, non eri con la nonna in camera?»
Victoire scosse la testa, quasi sentendosi in colpa di essere stata scoperta a spiarli. Papa, però, non sembrava arrabbiato e quando maman lo raggiunse sorrideva anche lei.
«Victoire, cosa ci facevi nascosta lì dietro?»
«Io non voglio una sorellina» rispose la bambina, senza tante cerimonie. Provò a contenere le lacrime, ma oramai non aveva più senso trattenersi «Mandala via, maman
«Tesoro, la mamma non la può mandare via perché è qui dentro» Bill si allungò per toccare la pancia di Fleur, che si portò una mano davanti alla bocca per contenere l’ilarità «Vuoi che vada via anche la mamma?»
«No, solo lei» rispose con caparbietà Victoire, indicando la pancia «Voglio che stiamo solo noi tre».
Fleur si abbassò alla sua altezza e le diede una carezza affettuosa.
«Victoire, non cambiorà niente fra noi tre quando arriverà la nuova bambina» la donna le diede un bacio sulla fronte «Te lo prometto».
Bill, che si era abbassato a sua volta sulle ginocchia per unirsi a sua moglie e a sua figlia, le prese una manina e la strinse.
«La mamma ha ragione. E non sei felice di avere una nuova compagna di giochi?»
«No» Victoire lasciò la mano al padre, offesa.
«Zia Gabrielle ed io abbiamo passato dei bei momenti insieme» continuò Fleur, ma Victoire non cedette.
«No!»
Bill sospirò con un sorriso, ma capiva bene, così come Fleur, cosa provasse la bambina: erano entrambi i primogeniti delle loro famiglie.
«Io ho adorato giocare con i miei fratelli da piccolo» disse l’uomo «Con zio Charlie, zio Percy, zio George, zio… Fred, zio Ron e con zia Ginny. Eravamo tanti e ci siamo divertiti parecchio!»
Victoire piegò le labbra in una smorfia poco convinta.
«E pensa a quanti cuginetti avrai, grazie ai miei fratelli» continuò Bill e Victoire prese a muovere un piedino, indecisa su cosa rispondere.
«E poi devi pensare che…» la bocca di Fleur si chiuse in un “o” di sorpresa e si portò una mano sul pancione «Oh, Bill, sta di nuovo scalciando».
Bill le sorrise con gioia. Fece per allungare una mano verso di lei, quando, visto lo sdegno di Victoire a quell'interruzione, le prese di nuovo la manina e gliela fece posare sulla pancia della moglie.
La bambina non capì il perché di quel gesto, fino a quando non sentì qualcosa muoversi sotto la pelle di maman. Ritrasse la mano, spaventata, e i genitori risero.
«Non avere paura, Victoire, è il suo modo di salutarti» le disse Fleur e la piccola, scambiandosi uno sguardo con il padre, avvicinò di nuovo la mano. Percepì nuovamente quel movimento e non poté trattenersi dal sorridere. La sorellina stava proprio salutando lei?
«Facciamo così, Fleur» se ne uscì Bill, godendosi quella scena familiare «Sarà Victoire a scegliere il nome».
«E sia» disse la moglie, stupita in positivo da quella decisione «Quale preferisci, Victoire, Elinor o Vivienne
Bill alzò gli occhi al cielo, quando udì Fleur calcare sulla sua preferenza, ma attese che la figlia scegliesse.
Victoire, vedendo gli occhi dei genitori guardarla con impazienza, si sentì caricata di un peso importante e si prese dei minuti per pensarci seriamente.
«A me piace Dominique».
«Dominique?» chiesero all’unisono Bill e Fleur, interdetti.
«Come la canzone che mi canta sempre nonna Apolline» chiarì la piccola e vide i genitori scambiarsi un’occhiata confusa.
Fu papa il primo a riprendersi e ad annuire.
«Lo sai, piccola? Dominique mi piace proprio tanto».
Fleur si alzò in piedi e Bill le mise un braccio attorno le spalle, alzandosi a sua volta.
«Piace anche a me. E poi, è francese» disse lei, arricciando il naso verso Bill che, però, sorrise ancora di più.
Victoire batté le mani, felice che la sua idea fosse stata apprezzata. E vedendo che i genitori le prestavano ancora attenzione, si ritrovò a pensare che forse – giusto un pochino, eh! – Dominique non sarebbe stata poi così tanto un’intrusa.
 
 
 
 
Note:
 
Eccomi di ritorno con un altro capitolo.
Capitolo un po’ diverso, non più dal punto di vista dei genitori del nascituro, ma dal punto di vista del primogenito o, in questo caso, della primogenita Victoire.
Che dire, ho sempre amato tantissimo questa famiglia: adoro la storia di Bill e Fleur e ho scritto molte storie su Victoire e Dominique (su Louis un po’ meno, ma amo anche lui xD)
Victoire, da bambina di quattro anni che a breve si ritroverà “invasa”, reagisce come reagirebbe qualsiasi bambino. È un po’ gelosa, esagera nelle sue visioni distorte dei genitori e pensa le cose più strane xD
Tutto ciò che sembra assurdo in questo capitolo, come ad esempio il fatto che Bill e Fleur non se la filino più, è ovviamente dovuto al punto di vista della bambina che è travisato dalla sua gelosia.
Passando agli asterischi: 
*= sì, ogni volta voglio dare un senso al nome che viene scelto per il nascituro, quindi anche questa volta ho trovato una sorta di significato. La canzone è una canzoncina francese, “Dominique” appunto, scritta e cantata da una suora belga, chiamata dai più Soeur Sourire, suora Sorriso. La canzone parla del prete di origini spagnole San Domenico, che poi fonderà l’ordine domenicano.
Più che per il significato intrinseco della canzone, che è perlopiù puramente religioso, l’ho scelta perché è tipico dei nonni insegnare ai nipoti delle canzoncine. E nella mia testa Apolline non solo gliela insegna perché Victoire impari un po’ anche il francese, ma anche perché ha anche lei una preferenza sul nome xD.
**= quasi tutte le parole sottolineate sono o in francese o nell’inglese maccheronico di Fleur, mentre “Pas encore”, per chi non lo sapesse, vuol dire “Non ancora”. “Mamie” è un vezzeggiativo francese, tipo il nostro “nonnina”.
C’è un lievissimo accenno alla Victoire/Teddy, perché io amo questa coppia e non potevo non mettere Victoire eventualmente gelosa della possibile preferenza che Teddy potrebbe avere per sua sorella!
Spero di aver chiarito ogni cosa.
Ringrazio tutti coloro che hanno recensito lo scorso capitolo e chi ha semplicemente letto.
A presto :3
   
 
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