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Autore: Odysseus 950    30/07/2020    0 recensioni
La mia poesia racconta storie dimenticate dall'opinione pubblica o alle quali l'opinione pubblica è indifferenti, storie di vite di individui, esseri umani così come lo siamo noi ma allo stesso tempo considerati alla stregua di animali da zoo. Racconta di migranti e zingari, accattoni, prostitute e badanti venuti nel nostro paese spinti dalla necessità di una casa, un lavoro e migliori condizioni di vita.
Ricordiamoci che in passato nell'ottocento, verso gli inizi del Novecento, fra i nostri poveri c'erano anche accattoni e prostitute, non sono dunque un fenomeno legato solo all'immigrazione clandestina, sono sempre esistiti e con questo mio modesto lavoro, voglio ridare loro la dignità perduta.
Infine è inutile che qualche fascistoide inizi a insultarmi o minacciarmi dopo aver letto questa poesia perchè per me i suoi insulti come direbbe "il suo capitano" sono soltanto medaglie.
Genere: Drammatico, Poesia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti
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Io sono il negro, sono il migrante, 
per molti la mia storia è una delle tante.
Mi ha portato il vento, mi ha portato la risacca,
l'Italia prima ci accoglie, poi ci attacca.

Sono l'antagonista di una favolaccia,
sono il nomade con la bisaccia,
per fame non per scelta sono venuto,
agli scafisti mi hanno venduto.

I miei compagni sono morti per l'acqua e per il fuoco,
siamo solo le pedine di uno sporco gioco.
Mia moglie per mantenermi batte sul marciapiede,
nessuno oltre la miseria accanto a me siede.

Sono la zingara, la badante,
per molti sono una delle tante.
Sono quella che per qualche spicciolo ti legge la mano,
vivevo in una tenda come un indiano.

Neri e zingari, vivevamo in una misera baracca,
questo offre l'Italia che prima accoglie, poi attacca.

Siamo la nuova plebe mangiata dalla fame,
molti di noi hanno vissuto in mezzo al letame.
Non siamo animali ma esseri umani,
come voi abbiamo due braccia e due mani.

Ci hanno bastonato, frustato e molestato,
lo Stato della nostra esistenza si è dimenticato,
per mafiosi e trafficanti abbiamo lavorato,
i politici da destra a sinistra su di noi hanno speculato.

Procuriamo carne e droga ai magistrati, agli avvocati,
quelli che nelle mani del caporale, del padrone ci hanno lasciati
e intanto i soldi sono stati intascati.

Sono la zingara, la badante, 
sono il negro, sono il migrante,
i miei comapgni sono morti per l'acqua e per il fuoco,
sono solo la pedina di questo sporco gioco.

   
 
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