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Autore: Emeraldas2112    31/07/2020    0 recensioni
Il cambiamento è ineludibile, tutti siamo destinati a nascere, crescere e morire; ogni creatura è connessa l’una con l’altra, in un delicato equilibrio che perdura nel flusso del tempo. Così ad ogni giorno segue sempre la notte, e ad ogni notte un nuovo giorno.
Genere: Fantasy, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Sovrannaturale
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29 Settembre
La notte era trascorsa in modo molto movimentato, Aurora piangeva per il comportamento di quel cretino di Andrea.
-Sono stupida, come ho fatto a non capire che persona fosse?- disse tra le lacrime -Non ho speranza…sono irrecuperabile- continuò a singhiozzando tra le braccia della sorella.
-Adesso calmati- disse Anna accarezzandole la testa – non hai nessuna colpa, non sei responsabile del comportamento di Andrea. E non dire che sei stupida perché non è così-
 Aurora non accennava a calmarsi perciò Anna continuò a parlare dolcemente – Sei impulsiva e ti butti nelle situazioni a testa bassa, ma lo fai in buona fede perché hai sempre fiducia negli altri e non vedi il male. Avere fiducia è una cosa bellissima e non devi mai smettere di averne, devi solo essere più prudente-
Con le parole e le carezze di Anna la ragazza sembrò calmarsi ma rimase ancora tra le braccia della sorella a farsi coccolare – Sorellona con gli uomini ho chiuso- decretò solennemente.
Il sonno arrivò senza che se ne accorgessero, per Aurora furono sonni tranquilli, protetti dalle braccia della sorella maggiore. Al contrario per Anna furono sogni agitati.
Al mattino aveva ancora quella sensazione di angoscia che non la lasciava andare, per quanto si sforzasse di razionalizzare e calmarsi, quella sensazione le si era attaccata addosso. Ma era Domenica, e soprattutto era finalmente il giorno libero del padre. Francesco era un medico pediatra, lavorava in ospedale e gestiva il suo studio privato, era un uomo molto impegnato, non riusciva a passare molto tempo con la sua famiglia, ma faceva quel che poteva. La passione per il suo lavoro era palpabile, era uno di quei medici che viveva il lavoro come una vocazione, e questo era sicuramente d’ispirazione per le amate figlie. Appena riusciva a ritagliarsi del tempo, cercava in ogni modo di passarlo in famiglia, per questo aveva organizzato una passeggiata pomeridiana loro quattro insieme, con uno stop al “Bar del Corso” per mangiare il loro famosissimo gelato.
Tra i compiti e le faccende di casa la mattinata era trascorsa velocemente, il pomeriggio era stato molto piacevole, il papà era un uomo dolce e molto allegro, non avevano fatto altro che ridere.
-Mmmm io ho una certa fame di gelato, che facciamo ci sediamo?-
Oltre ad essere dolce ed allegro era anche molto goloso – Per me una coppa grande pistacchio, cioccolato fondente, e panna. Molte grazie !-
-Come mai non prendi la Maxi coppa? - lo aveva rimproverato ridendo la moglie
-Oggi sto leggero- aveva risposto con finta serietà Francesco, suscitando anche la risata del cameriere.
Si erano seduti sul terrazzo, godendo della vista del mare calmo tinto dai colori del tramonto “sarebbe un soggetto bellissimo per un quadro” pensò ad alta voce Anna, - E anche molto romantico...- aggiunse la madre; questa frase spostò l’attenzione della ragazza alla coppia che si stava baciando poco più in là, questo le provocò una strana fitta al cuore che non riuscì a comprendere. – Anna tutto bene? – la voce del padre la riportò alla realtà, - Si papà tutto bene, solo un mal di testa da gelato- .
Anna dissimulò molto bene il suo stato d’animo, e il pomeriggio in famiglia continuò tranquillamente.
 
 
 
 
 
Diego aveva indossato i suoi soliti jeans e la solita maglietta nera con il lupo, non si era preoccupato del suo look, “Tanto non è un appuntamento”; al contrario sembrava che Greta se ne fosse occupata anche troppo. La ragazza indossava una gonna di jeans con dei bottoni sul davanti, decisamente molto stretta che esaltava la vita esile, abbinata ad una camicetta azzurra e dei sandali alla schiava color oro. I capelli scuri erano sciolti e le arrivavano sulle spalle, “Non avevo notato quanto fosse carina” pensò il ragazzo. Si accomodarono sulla terrazza del bar, il panorama era stupendo, chiacchierarono amabilmente per una mezz’ora, fino a quando non fu Diego ad alzarsi.
-Mi dispiace ma si è fatto tardi per me, ho un impegno- disse aggiustandosi i capelli neri che ricadevano sul viso, - certo, capisco- disse Greta dolcemente, ma Diego non fece in tempo a rispondere che la ragazza lo aveva attirato a sé baciandolo con una certa foga. Il ragazzo fu preso alla sprovvista, ma nel giro di pochi secondi si staccò da lei.
-Greta scusami ma credo che tu abbia capito male.-  la ragazza rimase per un attimo interdetta – Io credevo di piacerti, per questo sei accorso in mio aiuto ed hai accettato di uscire con me- la delusione sul volto di Greta era evidente  -Sei veramente una bella ragazza, con tante qualità, ma quello che ho fatto ieri lo avrei fatto per qualsiasi collega- disse Diego senza ulteriori giri di parole – Non volevo farmi bello ai tuoi occhi -. A quelle parole l’atteggiamento di Greta cambiò e disse in tono acido – Non sai quello che ti perdi- e se ne andò dal locale.
“Io di donne non ci capisco proprio niente” pensò Diego rassegnato.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
1 Ottobre

“Aumento di crimini nella città del Sole, nel week-end scippate 20 donne.
Due sono in gravi condizioni”
Il giornale locale aveva dedicato la prima pagina a questa notizia. Suntown era una cittadina piuttosto tranquilla, fino a quando non si era insediata la gang dei Draghi, da li era cominciato il declino. Con la nascita di una seconda gang, quella dei Lupi, la città era caduta nel caos.
La mamma aveva spesso manifestato la sua paura, non tanto per se stessa, quanto per le figlie, e ascoltare il marito confermare la notizia l’aveva fatta preoccupare ancora di più.
-Sai Amore ho letto che la palestra Yamamoto organizza dei corsi di autodifesa…- aveva esordito Elisa – potreste parteciparvi, tu e le bambine- era stata la risposta del marito – sapersi difendere di questi tempi è molto utile – aveva continuato Francesco, - e poi le nostre figlie stanno crescendo, un giorno andranno via, potrà sempre tornare utile conoscere qualche “mossa” per difendersi- concluse il marito.
-Esatto, per questo ho già chiamato per informarmi, stasera ci sarà la serata di presentazione del corso, andremo a dare un’occhiata-
 
Quella sera Anna era stata catapultata in un mondo sconosciuto, sua madre aveva convinto lei ed Aurora a partecipare alla presentazione di un corso di autodifesa. All’inizio le era sembrata un’esagerazione, ma riflettendoci era stata proprio una buona idea, “Se avessi conosciuto qualche presa, avrei sistemato volentieri quell’Andrea” a pensarci ancora le saliva un nervoso…
A rompere il flusso dei suoi pensieri fu la sorella -Certo che per essere una palestra, è veramente carina, guarda che splendida vetrata vista mare-  effettivamente Auri aveva ragione, la palestra era situata all’interno di un complesso di palazzi in riva al mare, proprio dietro la stazione di Rieto. Per arrivarci si doveva superare un passaggio al livello, e proprio di fronte si trovava la struttura, “deve essere un complesso residenziale molto costoso”  pensò la ragazza. Durante la serata furono presentati i vari corsi, a parlare fu per lo più il titolare della palestra. Antonio Viello, ex pugile, un titolo europeo, e uno dei primi a praticare l’MMA, ovvero arti marziali miste. La sua età si aggirava intorno ai 50 anni, fisico prestante e una pelata tirata a lucido. La caratteristica più evidente era il naso, con una forma strana, molto arcuata -Guardagli il naso- disse Elisa ad Aurora – chissà quante volte se lo è rotto- rispose la ragazza alla madre.
Viello parlò per diversi minuti del corso di autodifesa, fino a quando non indicò qualcuno nel pubblico.
-Signorina venga a fare una prova con me…-Anna si guardò intorno e pensò “No non starà parlando con me”
-Si signorina sto proprio parlando con lei, su venga sul ring, non abbia timore-
Messa alle strette Anna si alzò dalla sedia e andò sul palco, sentiva su di sé lo sguardo di tutti, “Che figura di…” disse tra sé e sé , in sottofondo la risatina di Aurora non faceva che aumentare la sua vergogna.
Arrivata sul ring, non ebbe nemmeno il tempo di pensare ad una strategia che si ritrovò per terra.
“Non mi arrendo così facilmente” pensò agguerrita la ragazza, ma per tre volte consecutive fu messa al tappeto.
-Signorina lei ha grinta lo sento nelle ossa, ma questo non basta, per sopravvivere deve essere veloce, ed agire ancor prima che si formi il pensiero nella sua mente- disse Viello con un tono serio, come un maestro Zen.
Non sopravvive il più forte ma il più veloce
Questa verità le si palesò davanti e la lasciò senza parole.
 
   
 
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